ha pronunciato la seguente ORDINANZA nel giudizio di legittimita' costituzionale dell'art. 4 d.l. 27 febbraio 1982 n. 57 (Disciplina per la gestione stralcio dell'attivita' del Commissario per le zone terremotate della Campania e della Basilicata) conv. in legge 29 aprile 1982 n. 187, promosso con ordinanza emessa il 22 ottobre 1986 dal Tribunale amministrativo regionale della Campania, nel procedimento vertente tra Borghese Clelia ed il Comune di Napoli, iscritta al n. 255 del registro ordinanze 1987 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 28, 1a serie speciale, dell'anno 1987; Udito nella camera di consiglio del 28 ottobre 1987 il Giudice relatore Francesco Saja; Ritenuto che con atto notificato il 31 marzo 1981 Borghese Clelia ed Ernestina impugnavano un decreto con cui il Sindaco di Napoli aveva requisito un immobile di loro proprieta' al fine di sistemarvi alcuni esercizi commerciali colpiti dal terremoto del novembre 1980; che nel corso del procedimento il Tribunale con ordinanza del 22 ottobre 1986 (reg. ord. n. 255 del 1987) rilevava che l'art. 4 del sopravvenuto d.l. 27 febbraio 1982 n. 57, come convertito dalla l. 29 aprile 1982 n. 187, disponeva doversi considerare legittimi, ancorche' difformi dalle vigenti norme, comprese quelle procedurali, i provvedimenti amministrativi emessi per le zone terremotate della Campania e della Basilicata tra il 23 novembre 1980 e il 31 ottobre 1981 purche' diretti a realizzare l'attivita' di soccorso, ad assicurare servizi necessari per la collettivita' e a soddisfare esigenze primarie dei cittadini nelle zone colpite dagli eventi sismici; che il Tribunale riteneva che tale norma sottraesse al giudice adito qualsiasi esame cosi' del merito come della legittimita' dei provvedimenti impugnati; che, tanto premesso, il Tribunale dubitava che l'art. 4 cit. contrastasse: a) con l'art. 3 Cost., per il deteriore ingiustificato trattamento riservato ai destinatari dei detti atti amministrativi rispetto alla generalita' dei cittadini; b) con l'art. 42 Cost., per l'eccessiva compressione della proprieta' immobiliare; c) con gli artt. 24 e 113 Cost., per l'esclusione dell'azione di responsabilita' del pubblico funzionario, conseguente all'eventuale annullamento del provvedimento di requisizione; Considerato che le questioni sono state gia' decise con sentenza n. 100 del 1987, la quale ha osservato come il fondamento della norma impugnata risieda nelle necessita' determinate dal terremoto del 1980, con efficacia limitata alla prima fase dell'emergenza; che la stessa norma peraltro non sana tutti i vizi degli atti emanati in quel periodo dall'autorita' amministrativa, sui quali, per contro, resta salvo il controllo giurisdizionale concernente il rispetto delle norme della Costituzione, dei principi fondamentali concernenti i principali istituti giuridici, delle norme relative all'attribuzione dei poteri amministrativi, nonche' il sindacato sugli eventuali vizi di eccesso di potere, rivelandosi cosi' infondata la doglianza di violazione degli artt. 24 e 113 Cost.; che e' stata altresi' dichiarata priva di fondamento la censura relativa all'art. 42 Cost., poiche', anche sussistendo la norma impugnata, a ciascun provvedimento comportante un sacrificio della proprieta' immobiliare deve in ogni caso corrispondere un congruo indennizzo; che, infine, la sopra citata sentenza ha escluso la violazione del principio di eguaglianza, non essendo comparabili le situazioni in cui versavano le zone colpite dal sisma con quelle del territorio nazionale rimasto indenne; che le suesposte considerazioni valgono anche ad evidenziare la non fondatezza del riferimento all'art. 28 Cost.; che conseguentemente le predette questioni risultano ora manifestamente infondate (v. anche l'ordinanza n. 262 del 1987); Visti gli artt. 26 legge 11 marzo 1953 n. 87 e 9 delle Norme integrative per i giudizi innanzi alla Corte costituzionale.