per questi motivi 
                       LA CORTE COSTITUZIONALE 
 
    riuniti i giudizi, 
    dichiara   inammissibili    le    questioni    di    legittimita'
costituzionale dell'art. 34 del decreto legislativo 1°  agosto  2003,
n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche), nella  formulazione
originaria e in quella risultante a seguito delle modifiche apportate
dall'art. 5, comma 1, lettera a), numeri 1)  e  2),  della  legge  29
luglio 2015, n. 115 (Disposizioni per  l'adempimento  degli  obblighi
derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione  europea  -  Legge
europea 2014), e  dell'art.  1,  comma  1,  dell'Allegato  n.  10  al
medesimo decreto legislativo,  nella  formulazione  originaria  e  in
quella risultante a seguito delle modifiche  apportate  dall'art.  6,
comma 4, lettere a), b) e c), del decreto-legge 23 dicembre 2013,  n.
145 (Interventi urgenti di avvio del piano "Destinazione Italia", per
il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la  riduzione
dei premi RC-auto, per l'internazionalizzazione,  lo  sviluppo  e  la
digitalizzazione delle imprese, nonche' misure per  la  realizzazione
di opere pubbliche ed  EXPO  2015),  convertito,  con  modificazioni,
nella legge 21 febbraio 2014, n. 9, e dall'art. 5, comma  1,  lettera
b), numero 1), della legge n. 115 del 2015, sollevate, in riferimento
agli artt. 3 e 97, nonche' 11 e 117, primo comma, della Costituzione,
questi ultimi in relazione ai considerando numeri 30 e 31 e  all'art.
12 della direttiva 2002/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 7 marzo 2020, relativa  alle  autorizzazioni  per  le  reti  e  i
servizi di comunicazione elettronica  (direttiva  autorizzazioni),  e
altresi' in relazione agli artt. 106, paragrafo  2,  288  e  291  del
Trattato  sul  funzionamento   dell'Unione   europea   (TFUE),   come
modificato dall'art. 2 del Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 e
ratificato dalla  legge  2  agosto  2008,  n.  130,  all'art.  1  del
Protocollo n. 26 allegato al TFUE, e agli artt. 20 e 21  della  Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione europea  (CDFUE),  proclamata  a
Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata a Strasburgo il 12 dicembre 2007,
dal Tribunale ordinario di  Roma,  seconda  sezione  civile,  con  le
ordinanze indicate in epigrafe. 
    Cosi' deciso in Roma,  nella  sede  della  Corte  costituzionale,
Palazzo della Consulta, il 9 marzo 2021. 
 
                                F.to: 
                   Giancarlo CORAGGIO, Presidente 
                   Emanuela NAVARRETTA, Redattrice 
             Roberto MILANA, Direttore della Cancelleria 
 
    Depositata in Cancelleria il 13 aprile 2021. 
 
                   Il Direttore della Cancelleria 
                        F.to: Roberto MILANA