IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE Ha pronunciato la presente ordinanza sul ricorso numero di registro generale 1687 del 2007, proposto da Co.Ge.Ser. - Consorzio Aziende lavorazione di marmi e pietre, rappresentato e difeso dall'avv. Maurizio Di Cagno, con domicilio eletto in Bari, via Nicolai, 43; Contro Regione Puglia, rappresentata e difesa dall'avv. Marco Lancieri, con domicilio eletto in Bari, via Cardassi, 58; Provincia di Bari, rappresentata e difesa dall'avv. Giacomo Valla, con domicilio eletto in Bari, via Quintino Sella, 36; Per l'annullamento: - del regolamento regionale 16 luglio 2007, n. 18 (pubblicato nel BURP n. 102 suppl. del 18.7.2007) in materia di garanzie finanziarie per l'esercizio delle attivita' di smaltimento e recupero dei rifiuti previste dal D.Lgs. n. 152/06; - nonche' degli atti presupposti e connessi ed in particolare della delibera di Giunta Provinciale n. 107 del 27.7.07 di presa d'atto del citato Regolamento e della nota prot. n. 3075 del 7.8.07 a firma del Dirigente il Servizio Rifiuti della Provincia di Bari, con cui si invita il Consorzio ricorrente a conformarsi ai contenuti del regolamento medesimo; Visti il ricorso e i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio della Regione Puglia e della Provincia di Bari; Viste le memorie difensive; Visti gli artt. 79, comma 1 cod. proc. amm., 1 legge costituzionale 9 febbraio 1948, n. 1 e 23 legge 11 marzo 1953, n. 87; Visti tutti gli atti della causa; Relatore il dott. Francesco Cocomile e uditi nell'udienza pubblica del giorno 7 marzo 2012 per le parti i difensori avv.ti Maurizio Di Cagno, Marco Lancieri e Giacomo Valla; Fatto L'odierno ricorrente Co.Ge.Ser. - Consorzio Aziende lavorazione di marmi e pietre e' proprietario e gestore della discarica controllata di 2^ categoria, tipo A per inerti sita in agro di Bisceglie alla contrada "La Piscinelle" in virtu' di autorizzazione n. 42/Rif. in data 11.11.1999 rilasciata dal Prefetto della Provincia di Bari. In seguito all'entrata in vigore del dlgs 13 gennaio 2003, n. 36 il Consorzio deducente presentava alla Provincia di Bari il piano di adeguamento della discarica ai fini della prosecuzione dell'esercizio. La Provincia di Bari, tuttavia, non si esprimeva in ordine al predetto piano di adeguamento. Con la gravata nota prot. n. 3075 del 7.8.2007 la Provincia di Bari invitava la Co.Ge.Ser. - Consorzio Aziende lavorazione di marmi e pietre a conformarsi al contenuto del regolamento della Regione Puglia 16 luglio 2007, n. 18 recante disposizioni in materia di "garanzie finanziarie relative alle attivita' di smaltimento e di recupero dei rifiuti (dlgs n. 152/06). Criteri e modalita' di presentazione e di utilizzo come recepito con deliberazione della Giunta provinciale di Bari n. 107 del 27.7.2007 (parimenti impugnata in questa sede). In particolare, con il regolamento regionale n. 18/2007, la Regione Puglia, "in applicazione dell'art. 22 della L.R. n. 39/2006 e nelle more della determinazione da parte dello Stato dei requisiti e delle capacita' tecniche e finanziarie per l'esercizio delle attivita' di gestione dei rifiuti di cui alla lettera h) comma 2 dell'art. 195 dlgs n. 152 del 3 aprile 2006" (cfr. art. 1, comma 1 del citato regolamento), ha dettato norme a regime in materia di garanzie finanziarie per l'esercizio delle attivita' di smaltimento e recupero dei rifiuti. In esecuzione del citato regolamento la Co.Ge.Ser. - Consorzio Aziende lavorazione di marmi e pietre avrebbe dovuto offrire garanzie che - secondo la prospettazione dello stesso ricorrente - sono eccessive e che nessun istituto bancario o assicurativo sarebbe disposto a prestare. L'odierno deducente impugna in questa sede il regolamento della Regione Puglia n. 18/2007, pubblicato sul BURP in data 18 luglio 2007, recante "Regolamento garanzie finanziarie relative alle attivita' di smaltimento e di recupero di rifiuti (D.Lgs. n. 152/06). Criteri e modalita' di presentazione e di utilizzo", la deliberazione della Giunta provinciale di Bari n. 107 del 27 luglio 2007, di presa d'atto del summenzionato regolamento, e la nota del Dirigente del Servizio Rifiuti della Provincia di Bari prot. n. 3075 del 7 agosto 2007, recante comunicazione di avvenuta presa d'atto del regolamento regionale e invito al Consorzio a "conformarsi ai contenuti del suddetto regolamento.". Si affida ai motivi cosi' rubricati: 1. Illegittimita' derivata dalla illegittimita' costituzionale dell'art. 22 legge Regione Puglia 28.12.2006, n. 39 per violazione dell'art. 117 Cost. e dell'art. 195, comma 2, lett. h) dlgs 3.4.2006, n. 152; 2. Violazione ed erronea applicazione dell'art. 14 dlgs 13.1.2003, n. 36. Violazione dell'art. 1 legge 7.8.1990, n. 241 e ss.mm.ii. Violazione del principio di proporzionalita' dell'azione amministrativa. Eccesso di potere per difetto di motivazione e di istruttoria; illogicita' ed ingiustizia manifeste; 3. Violazione del principio di proporzionalita' dell'azione amministrativa, sotto ulteriore profilo. Eccesso di potere per illogicita' ed ingiustizia manifeste; disparita' di trattamento; 4. Violazione del principio di proporzionalita' dall'azione amministrativa, sotto distinto ed ulteriore profilo. Eccesso di potere per ingiustizia manifesta e disparita' di trattamento. Si costituivano la Regione Puglia e la Provincia di Bari, resistendo al gravame. Alla pubblica udienza del giorno 7 marzo 2012 la causa e' passata in decisione. Diritto Il Collegio ritiene che la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 22, comma 2 legge Regione Puglia 28 dicembre 2006, n. 39 assuma rilevanza pregiudiziale ai fini della decisione della presente causa sia non manifestamente infondata, per le ragioni che si diranno. Ai sensi della citata disposizione regionale "La Regione provvede entro trenta giorni in via transitoria, alla determinazione delle garanzie finanziarie per la gestione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti mediante adozione di apposito regolamento.". In esecuzione del suddetto art. 22, comma 2 legge Regione Puglia n. 39/2006 la Regione ha provveduto alla determinazione delle garanzie finanziarie per la gestione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti con il gravato regolamento regionale n. 18/2007. Invero, la premessa dell'art. 1 del regolamento regionale n. 18/2007 chiarisce che lo stesso e' stato emanato "In applicazione dell'art. 22 della L.R. n. 39/2006 e nelle more della determinazione da parte dello Stato dei requisiti e delle capacita' tecniche e finanziarie per l'esercizio delle attivita' di gestione dei rifiuti di cui alla lettera h) comma 2 dell'art. 195 del D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 ...". Delle previsioni contenute nel regolamento n. 18/2007 l'Amministrazione provinciale di Bari ha fatto esplicita applicazione con l'impugnata deliberazione n. 107 del 27 luglio 2007 (di presa d'atto del summenzionato regolamento) e con la gravata nota dirigenziale prot. n. 3075 del 7 agosto 2007 (recante comunicazione di avvenuta presa d'atto del regolamento regionale e invito al Consorzio istante a "conformarsi ai contenuti del suddetto regolamento"). Detti provvedimenti provinciali (censurati in questa sede in uno al regolamento regionale n. 18/2007) sono, pertanto, chiaramente applicativi delle previsioni contenute nel regolamento regionale. Da qui la rilevanza della questione di legittimita' costituzionale della citata disposizione legislativa regionale (i.e. art. 22, comma 2 legge Regione Puglia n. 39/2006 su cui si fonda il potere della Regione di adottare il citato regolamento n. 18/2007) ai fini della decisione della presente controversia, tenuto conto del motivo di ricorso sub 1 che pone al centro la valutazione in ordine alla compatibilita' costituzionale della disposizione legislativa regionale de qua. Invero, unicamente la declaratoria di incostituzionalita' della prescrizione di cui all'art. 22, comma 2 legge Regione Puglia n. 39/2006, facendo venir meno la norma attributiva della potesta' regolamentare (concretatasi con l'adozione del censurato regolamento regionale n. 18/2007), determinerebbe la caducazione dei contestati provvedimenti provinciali applicativi del menzionato regolamento. A tal riguardo, va, altresi', evidenziato che il ricorso di Co.Ge.Ser. - Consorzio Aziende lavorazione di marmi e pietre e' sicuramente ammissibile. Il regolamento n. 18/2007 configura un tipico "regolamento volizione preliminare" contenente disposizioni normative generali ed astratte circa i requisiti e le capacita' tecniche e finanziarie per l'esercizio delle attivita' di gestione dei rifiuti, prive di carattere immediatamente lesivo. Cons. Stato, Sez. IV, 14 febbraio 2005, n. 450 distingue i "... regolamenti c.d. volizioni preliminari, che, caratterizzati da requisiti di generalita' e astrattezza, contengono previsioni normative astratte e programmatiche, che non si traducono in una immediata incisione della sfera giuridica del destinatario, a nulla rilevando che cio' possa accadere in futuro, e i regolamenti c.d. volizioni-azioni, che contengono, almeno in parte, previsioni destinate alla immediata applicazione, in quanto capaci di produrre un immediato effetto lesivo della sfera giuridica del destinatario ...". La distinzione e' strumentale all'affermazione, da parte del Consiglio di Stato, della operativita' della regola della immediata impugnazione unicamente nella seconda ipotesi (regolamento volizione azione), dovendosi nel primo caso (regolamento volizione preliminare) far ricorso alla tecnica della cd. doppia impugnazione congiunta di regolamento ed atto applicativo lesivo. In tal senso anche T.A.R. Emilia Romagna, Parma, 8 marzo 2006, n. 95: "I regolamenti possono essere autonomamente e immediatamente impugnati solo quando contengano disposizioni suscettibili di arrecare, in via diretta ed immediata, un'effettiva e attuale lesione dell'interesse di un determinato soggetto (c.d. regolamenti costituenti "volizioni azioni"), mentre se il pregiudizio e' conseguenza dell'atto di applicazione concreta, il regolamento deve essere impugnato congiuntamente ad esso (c.d. regolamento costituente "volizione preliminare").". Cionondimeno, parte ricorrente, a fronte di un regolamento regionale quale il n. 18/2007 (qualificabile come regolamento volizione preliminare) contenente - come detto - mere disposizioni generali ed astratte (e quindi insuscettibili, in quanto tali, di arrecare un pregiudizio in via diretta ed immediata alla propria sfera giuridica), lo ha correttamente censurato con la tecnica della doppia impugnazione, e cioe' congiuntamente ai menzionati provvedimenti dell'Amministrazione provinciale (deliberazione giuntale n. 107 del 27 luglio 2007 e nota dirigenziale prot. n. 3075 del 7 agosto 2007) applicativi del suddetto regolamento. Venendo al profilo della non manifesta infondatezza, va rilevato che l'autoattribuzione legislativa (ex art. 22, comma 2 legge Regione Puglia n. 39/2006), sia pure in via transitoria, da parte della Regione Puglia, della potesta' di dettare norme regolamentari in detta materia (riservata alla competenza normativa statale) si pone in contrasto con l'art. 117, commi 2, lett. s) e 6 Cost. e con l'art. 195, comma 2, lett. g) dlgs n. 152/2006. Invero, in forza della disposizione costituzionale (introdotta dalla riforma costituzionale n. 3/2001) spetta alla competenza legislativa esclusiva dello Stato "la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e de beni culturali". Peraltro, l'art. 117, comma 6 Cost. sancisce che "La potesta' regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni.". Ai sensi dell'art. 195, comma 2, lett. g) dlgs n. 152/2006 (disposizione certamente in linea con la previsione di cui al citato art. 117, comma 2, lett. s) Cost.) spetta allo Stato " ... la determinazione dei requisiti e delle capacita' tecniche e finanziarie per l'esercizio delle attivita' di gestione dei rifiuti, ivi compresi i criteri generali per la determinazione delle garanzie finanziarie in favore delle Regioni, con particolare riferimento a quelle dei soggetti obbligati all'iscrizione all'Albo di cui all'articolo 212, secondo la modalita' di cui al comma 9 dello stesso articolo; ..." (con la novella di cui al dlgs 3 dicembre 2010, n. 205 l'originaria lett. h) cui fa riferimento la premessa dell'art. 1 del regolamento regionale n. 18/2007 e' divenuta l'attuale lett. g), restandone, tuttavia, immutata la formulazione). La materia oggetto del presente contenzioso (i.e. determinazione, operata - sia pure in via transitoria - dalla Regione Puglia con il censurato regolamento n. 18/2007, delle garanzie finanziarie per la gestione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti) e', pertanto, riservata alla competenza legislativa e regolamentare esclusiva dello Stato ai sensi degli artt. 117, commi 2, lett. s) e 6 Cost. e 195, comma 2, lett. g) dlgs n. 152/2006, venendo in rilievo "la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema". Di conseguenza la Regione non ha potesta' legislativa e regolamentare, neppure in via transitoria, in subiecta materia. Peraltro, lo Stato non ha conferito ai sensi dell'art. 117, comma 6 Cost. alcuna delega "regolamentare" alla Regione. Ne deriva il contrasto del regolamento n. 18/2007 e prima ancora dell'art. 22, comma 2 legge Regione Puglia n. 39/2006 con il citato parametro costituzionale. In particolare, la norma legislativa regionale ha illegittimamente attribuito alla Regione il potere di adottare un regolamento in una materia riservata alla competenza legislativa e regolamentare esclusiva dello Stato. A tal proposito, si rammenta il principio affermato da Corte cost., 22 dicembre 2010, n. 373: "La Corte costituzionale dichiara l'illegittimita' costituzionale dell'art. 3, comma 1, lettera f), secondo periodo, 1. reg. Puglia 31 dicembre 2009 n. 36, nella parte in cui attribuisce alla Regione il potere di regolamentare gli ambiti di attivita' soggetti alla previa emanazione di disciplina statale nelle more della determinazione degli indirizzi nazionali, come nel caso dei criteri per l'assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani. La competenza in tema di tutela dell'ambiente, in cui rientra la disciplina dei rifiuti, appartiene in via esclusiva allo Stato, e non sono percio' ammesse iniziative delle regioni di regolamentare nel proprio ambito territoriale la materia pur in assenza della relativa disciplina statale. Il legislatore regionale non poteva dunque disporre che l'esercizio delle funzioni pianificatorie della Regione potesse prescindere dalla previa adozione degli indirizzi di carattere generale che la legge statale ritiene invece essenziali". Conclusivamente il Collegio, per le ragioni sopra esposte, solleva questione di costituzionalita' dell'art. 22, comma 2 legge Regione Puglia 28 dicembre 2006, n. 39, per contrasto con l'art. 117, commi 2, lett. s) e 6 della Costituzione e con l'art. 195, comma 2, lett. g) dlgs 3 aprile 2006, n. 152. Alla luce delle considerazioni che precedono e' sospesa ogni decisione sulla predetta controversia, dovendo la questione essere demandata al giudizio della Corte costituzionale.