ORDINANZA
     nel giudizio di legittimita' costituzionale dell'art. 2 del  d.P.R.
 4  agosto  1978,  n. 413 (Concessione di amnistia e  indulto), promosso
 con ordinanza emessa il 26 febbraio  1980 dal Pretore di  Belluno,  nel
 procedimento  penale a   carico di Triches Daniele, iscritta al n.  407
 del registro   ordinanze 1980 e  pubblicata  nella  Gazzetta  Ufficiale
 della Repubblica n. 249 del 1980;
     Udito  nella  camera  di consiglio del 19 febbraio 1981 il  Giudice
 relatore Brunetto Bucciarelli Ducci.
     Ritenuto che con ordinanza emessa dal pretore di    Belluno  il  26
 febbraio  1980  e'  stata sollevata, in   riferimento agli artt. 3 e 24
 della Costituzione, questione  di legittimita' costituzionale dell'art.
 2 lett. a) del d.P.R. 4   agosto 1978,  n.  413,  nella  parte  in  cui
 esclude l'applicazione dell'amnistia ai reati di lesioni colpose  gravi
 e  gravissime,  commessi con violazione delle norme  per la prevenzione
 degli infortuni sul lavoro, che abbiano    determinato  le  conseguenze
 previste  dal primo comma, n. 2 (indebolimento permanente di un senso o
 di un organo)    o  dal  secondo  comma  dell'art.  583  c.p.  (lesioni
 personali      gravissime);   per   il   dubbio   che   cio'   realizzi
 un'ingiustificata discriminazione in raffronto agli  stessi  reati,  se
 compiuti  in  violazione  delle norme sulla  circolazione stradale, che
 rientrano nell'ambito  dell'amnistia.
     Considerato che la medesima questione e' stata  gia'    prospettata
 alla  Corte  costituzionale,  che, con la sentenza  n. 59 del 16 aprile
 1980, ne ha dichiarato l'infondatezza   in relazione all'art.  3  della
 Costituzione  e  la   inammissibilita' in riferimento all'art. 24 della
 Costituzione per assoluta carenza di motivazione;
     che nell'ordinanza di rimessione non vengono prospettati  ulteriori
 profili ne' addotti nuovi argomenti sostanziali.
     Visti  gli  artt. 26, secondo comma, della legge 11 marzo  1953, n.
 87, e 9, secondo comma, delle norme integrative  per i giudizi  davanti
 alla Corte costituzionale.