Art. 2 Definizioni 1. Ai fini del presente regolamento si applicano le seguenti definizioni: a) «corpi idrici in situazione di criticita': 1) i corpi idrici sotterranei classificati in stato quantitativo scarso come individuati nel quadro conoscitivo dei piani di gestione dei distretti idrografici; 2) i corpi idrici ricadenti in zone vulnerabili da nitrati di origine agricola istituite ai sensi dell'art. 92 del decreto legislativo n. 152/2006; 3) corpi idrici sotterranei ricadenti nelle zone di protezione istituite ai sensi dell'art. 94 del decreto legislativo n. 152/2006; 4) corpi idrici superficiali in situazione di criticita' elevata come risultante dal bilancio idrico, ove determinato dalla pianificazione di bacino oppure i corpi idrici in stato ecologico non buono per cause correlate agli aspetti quantitativi come individuati con delibera di Giunta regionale sulla base degli elementi di impatto e classificazione contenuti nei piani di gestione; b) «corpi idrici sotterranei particolarmente critici»: corpi idrici sotterranei di cui al comma 1 lettera a), o loro porzioni, rispetto ai quali i prelievi ad uso domestico possono compromettere localmente l'equilibrio del bilancio idrico; c) «acque destinate al consumo umano»: le acque destinate ad uso potabile di cui all'art. 3, comma 1, lettera b) e le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano nel rispetto dei requisiti di cui all'art. 2, comma 1 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 (Attuazione della direttiva 93/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano); d) «canone unitario di concessione (CUC)»: corrispettivo per una portata idrica resa in concessione pari ad 1 litro/secondo; e) «canone minimo forfettario (CMF)»: corrispettivo periodico minimo comunque dovuto da parte del titolare di una concessione per l'utilizzo di acqua; f) «portata Soglia (PS)»: portata in concessione al di sotto della quale si applica il CMF; g) «portata di concessione (PC)»: portata media annua concessionata; h) «riserva»: accumulo di acque meteoriche e superficiali o reflue depurate, attraverso serbatoi, cisterne, invasi, con finalita' di immagazzinare e regimare le risorse idriche per un successivo utilizzo; i) «riuso»: reimpiego di acqua gia' utilizzata, comunque effettuato, in particolare, rientrano nella definizione di riuso il riutilizzo come definito dall'art. 2, comma 1, lettera d) del decreto ministeriale 12 giugno 2003, n.185 (Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell'art. 26, comma 2 del decreto legislativo n. 11 maggio 1999, n.152) ed altresi' il riciclo di acqua come definito alla lettera l); l) «riciclo»: reimpiego di acqua reflua presso il medesimo stabilimento o consorzio industriale che l'ha prodotta; m) «campo pozzi o campo sorgenti»: insieme di opere di captazione di acque sotterranee, a servizio di uno stesso utilizzatore e funzionali a sopperire al fabbisogno di acqua altrimenti non tecnicamente prelevabile attraverso una singola opera di captazione, quando tali opere prelevano da una stessa falda e recapitano mediante condotte di adduzione ad un unico punto di raccolta; n) «acque di subalveo»: acque di falde direttamente in connessione con corpi idrici superficiali che ai fini del presente regolamento sono a tutti gli effetti considerate acque sotterranee; o) «ente irriguo»: unita' giuridica di base di organizzazione dell'irrigazione a livello territoriale in termini di gestione e manutenzione delle reti irrigue e di organizzazione della distribuzione della risorsa idrica a fini irrigui; p) «stagione irrigua»: periodo dell'anno compreso tra una data di inizio corrispondente al primo adacquamento e una data di fine corrispondente all'ultimo adacquamento, per una specifica coltura; q) «attingimenti irrigui estivi»: prelievi da autorizzare con licenza di attingimento relativi alla stagione irrigua compresa tra giugno a settembre; r) «tratto sotteso»: tratto di alveo compreso tra il punto di derivazione ed il punto di restituzione della risorsa idrica; s) «licenza d'uso»: autorizzazione al prelievo di acqua di durata inferiore all'anno, cui corrisponde il pagamento di un canone; t) «analisi delle pressioni e degli impatti»: esame dell'impatto delle attivita' umane sullo stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei effettuato nei piani di gestione dei Distretti idrografici ai sensi e con le modalita' di cui all'art. 5 della direttiva 2000/60/CE e dell'art. 118 del decreto legislativo n. 152/2006; u) «corpi idrici in proroga o deroga»: corpi idrici che non hanno raggiunto l'obiettivo di qualita' ambientale buono nell'anno 2015 e per i quali i piani di gestione dei distretti idrografici prevedono uno slittamento degli orizzonti temporali ai fini del raggiungimento di tale obiettivo, oppure si prefiggono di conseguire un obiettivo ambientale meno rigoroso, ai sensi dell'art. 4, commi 4 e 5 della direttiva 2000/60/CE e dell'art 75, commi 6 e 7 del decreto legislativo n. 152/2006; v) «deflusso minimo vitale»: livello minimo di deflusso di un corso d'acqua necessario per garantire la vita degli organismi animali e vegetali nell'alveo sotteso e gli equilibri degli ecosistemi interessati; da intendersi anche portata ecologica atta a supportare l'obiettivo assegnato al corpo idrico assegnato ai sensi della direttiva 2000/60/CE, secondo i criteri stabiliti nei piani di gestione dei distretti idrografici.