(Allegato II)
                             ALLEGATO II 
                                             (articoli 5, 8, 11 e 16) 
 
         PRINCIPI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE 
 
   Il presente allegato descrive, in linea generale,  l'obiettivo  da
raggiungere, gli elementi da considerare, nonche'  i  principi  e  le
metodologie generali da seguire per  effettuare  la  valutazione  del
rischio ambientale di cui agli articoli 5, 8, 11  e  16,  secondo  le
note orientative di cui alla Decisione 2002/623/CE della  Commissione
del  24  luglio  2002,  pubblicata  nella  Gazzetta  Ufficiale  delle
Comunita' Europee del 30 luglio 2002, n. L. 200. 
   Per assicurare un'interpretazione univoca  dei  termini  "diretti,
indiretti, immediati e  differiti"  al  momento  dell'attuazione  del
presente allegato, e fatti salvi ulteriori orientamenti in proposito,
in particolare per quanto riguarda la misura in cui si deve o si puo'
tener conto degli effetti indiretti, tali termini sono descritti come
segue: 
 
1) "effetti diretti": effetti primari sulla salute umana,  animale  e
   sull'ambiente attribuiti all'OGM e non dovuti ad una serie causale
   di eventi; 
2) "effetti  indiretti":  effetti  sulla  salute  umana,  animale   e
   sull'ambiente dovuti ad una serie  causale  di  eventi  attraverso
   meccanismi  quali  le  interazioni   con   altri   organismi,   il
   trasferimento di materiale genetico o variazioni nell'uso o  nelle
   modalita' di trattamento. Le osservazioni degli effetti  indiretti
   possono verosimilmente avvenire in tempi successivi; 
3) "effetti  immediati":  effetti  sulla  salute  umana,  animale   e
   sull'ambiente osservati durante il periodo di emissione  dell'OGM.
   Gli effetti immediati possono essere diretti o indiretti; 
4) "effetti  differiti":  effetti  sulla  salute  umana,  animale   e
   sull'ambiente che possono non essere osservati durante il  periodo
   di emissione dell'OGM,  ma  che  possono  risultare  come  effetti
   diretti  o  indiretti  in  una  fase  successiva  o   al   termine
   dell'emissione. 
 
   La  valutazione  del  rischio  ambientale  deve  includere,  quale
principio generale, la  necessita'  di  effettuare  un'analisi  degli
"effetti  cumulativi  a  lungo  termine"  correlati  all'emissione  e
all'immissione sul mercato. Per "effetti cumulativi a lungo  termine"
si  intendono  tutti  gli  effetti  che  l'emissione   deliberata   e
l'immissione  sul  mercato  autorizzate  producono,  cumulativamente,
sulla salute umana, animale e  sull'ambiente,  inclusi  quelli  sulla
flora e sulla fauna, sulla fertilita' del suolo, sulla capacita'  del
suolo di degradare materiale organico, sulla filiera degli alimenti e
dei mangimi, sulla diversita' biologica e sui problemi relativi  alla
resistenza agli antibiotici. 
 
A) Obiettivo 
 
   L'obiettivo di una valutazione del rischio ambientale e', caso per
caso, quello di individuare e  valutare  gli  effetti  potenzialmente
negativi dell'OGM, sia diretti che indiretti, immediati o  differiti,
sulla salute umana, animale e sull'ambiente, provocati dall'emissione
deliberata o dall'immissione sul mercato di OGM. La  valutazione  del
rischio ambientale deve essere effettuata al fine di  determinare  se
e' necessario avviare un processo di gestione del rischio e, in  caso
affermativo, individuarne i metodi piu' appropriati. 
 
   B) Principi generali 
 
   In accordo con il principio  di  precauzione,  per  effettuare  la
valutazione  del  rischio  ambientale  e'  necessario  rispettare   i
seguenti principi generali: 
 
1) le caratteristiche accertate dell'OGM ed il suo impiego, che hanno
   la capacita' potenziale di causare effetti negativi devono  essere
   confrontati con quelli propri dell'organismo non modificato da cui
   l'OGM  e'  stato  ricavato  e  col  suo  impiego   in   situazioni
   corrispondenti; 
2) la valutazione del rischio ambientale deve  essere  effettuata  in
   maniera scientificamente valida e trasparente, sulla base dei dati
   scientifici e tecnici disponibili; 
3) la valutazione del rischio ambientale deve essere effettuata  caso
   per caso, ovvero  le  informazioni  richieste  possono  variare  a
   seconda  del  tipo  di  OGM  considerato,  dell'uso   previsto   e
   dell'ambiente cui esso e' potenzialmente destinato, tenendo conto,
   tra l'altro, degli OGM gia' presenti nell'ambiente; 
4) qualora si rendano disponibili nuove informazioni sull'OGM  e  sui
   suoi effetti sulla salute umana,  animale  e  sull'ambiente,  puo'
   essere  necessario  riconsiderare  la  valutazione   del   rischio
   ambientale al fine di: 
 
   a) determinare se il rischio e' cambiato; 
   b) determinare se  e'  necessario  modificare  di  conseguenza  la
gestione del rischio. 
 
   C) Metodologia 
 
   1) Caratteristiche dell'OGM e delle emissioni 
 
   A seconda dei casi, la valutazione del rischio ambientale deve 
   tener conto degli elementi di dettaglio,  tecnici  e  scientifici,
relativi alle caratteristiche: 
 
a) dell'organismo o degli organismi riceventi/progenitori; 
b) delle modificazioni genetiche, sia nel caso di inclusione  che  di
   delezione di materiale genetico, e delle informazioni relative  al
   vettore e al donatore; 
c) dell'OGM; 
f) dell'emissione o dell'uso previsti, inclusa la loro portata; 
g) dell'ambiente cui esso e' potenzialmente destinato; 
h) dell'interazione tra tutti questi elementi. 
 
   Per effettuare la valutazione del rischio possono risultare  utili
anche  informazioni  tratte  da  emissioni  di  organismi  simili   e
organismi con tratti analoghi,  nonche'  alle  loro  interazioni  con
ambienti affini. 
 
   2) Fasi della valutazione del rischio ambientale 
 
   Nell'elaborare  le  conclusioni  relative  alla  valutazione   del
rischio di cui agli articoli 5, 8, 11 e 16 devono essere  considerati
i seguenti aspetti: 
 
a) Identificazione delle caratteristiche che possono causare  effetti
negativi. 
 
   Devono  essere  identificate  tutte  le  caratteristiche  dell'OGM
connesse alla modificazione genetica che  possono  provocare  effetti
negativi sulla salute umana, animale e  sull'ambiente.  Il  confronto
delle caratteristiche di uno o piu' OGM con quelle dell'organismo non
modificato, in condizioni comparabili di emissioni o uso, aiutera' ad
identificare i potenziali effetti  negativi  specificamente  prodotti
dalla modificazione genetica. Non bisogna  trascurare  un  potenziale
effetto negativo anche se ritenuto improbabile. 
   1. I potenziali effetti negativi dell'OGM variano caso per caso  e
possono comprendere: 
   1.1 affezioni per gli esseri umani, inclusi gli effetti tossici  o
allergenici; si confrontino, ad  esempio,  i  punti  B.1.m  e  B.3b.9
dell'allegato III A ed il punto B.7 dell'allegato III B; 
   1.2 malattie per animali o piante, inclusi gli effetti tossici  e,
se del caso, gli effetti allergenici; si confrontino, ad  esempio,  i
punti B.1.m, e B3.b.9 dell'allegato III  A  ed  i  punti  B.7  e  D.8
dell'allegato III B; 
   1.3  effetti  sulla  dinamica  delle  popolazioni   delle   specie
all'interno dell'ambiente cui essi sono destinati e sulla  diversita'
genetica di ciascuna di tali popolazioni; si confrontino, ad esempio,
i punti D.2h, i ed n dell'allegato III A; 
   1.4 alterazioni della sensibilita' agli agenti  patogeni  tali  da
facilitare  la  diffusione  di  malattie  infettive  e  creare  nuovi
organismi ospiti o vettori; 
   1.5  ripercussioni  negative  sui   trattamenti   profilattici   o
terapeutici, medici, veterinari o fitosanitari, per esempio  a  causa
del  trasferimento  di  geni   che   conferiscono   resistenza   agli
antibiotici  utilizzati  in  medicina   umana   e   veterinaria;   si
confrontino, ad esempio, i punti B.1.m.5  e  B.3.b.9.4  dell'allegato
III A; 
   1.6 effetti di tipo biogeochimico, ovvero cicli biogeochimici,  in
particolare  sui  cicli  del  carbonio  e  dell'azoto  derivanti   da
modificazioni nella decomposizione di materia organica nel suolo;  si
confrontino, ad esempio, i punti B.1.m.6 e D.2.q dell'allegato III  A
ed il punto D.11 dell'allegato III B. 
   2. Effetti  negativi  possono  essere  provocati,  direttamente  o
indirettamente, da meccanismi quali: 
   2.1 la dispersione dell'OGM nell'ambiente; 
   2.2 trasferimento dell'inserto genetico  ad  organismi  diversi  o
allo stesso tipo di  organismo,  geneticamente  o  non  geneticamente
modificato; 
   2.3 instabilita' fenotipica e genetica; 
   2.4 interazioni con altri organismi; 
   2.5 cambiamenti dei modi di impiego, comprese, ove applicabile, le
pratiche agricole. 
 
b) Valutazione delle potenziali conseguenze di ogni eventuale effetto
negativo, qualora esso si verifichi. 
 
   Deve  essere  valutata  l'entita'  delle   conseguenze   di   ogni
potenziale  effetto  negativo.  Tale  valutazione  deve  partire  dal
presupposto che tale effetto negativo si possa verificare.  L'entita'
delle conseguenze puo' variare in funzione dell'ambiente  in  cui  si
intende emettere l'OGM e delle modalita' di emissione. 
 
c) Valutazione della possibilita' del verificarsi di ogni  potenziale
effetto negativo identificato. 
 
   Un  importante  fattore  per  valutare  la   possibilita'   o   la
probabilita' che si verifichi un effetto  negativo  e'  rappresentato
dalle caratteristiche dell'ambiente in cui si intende emettere l'OG e
dalle modalita' dell'emissione. 
 
d) Stima del rischio collegato a ciascuna caratteristica identificata
   dell'OGM.  Per  quanto  si  rende  possibile,  sulla  base   delle
   conoscenze scientifiche  disponibili,  occorre  procedere  ad  una
   stima del rischio per la salute umana, animale  o  per  l'ambiente
   per ogni caratteristica dell'OGM individuata come causa potenziale
   di effetti negativi. Tale stima deve essere effettuata  combinando
   la probabilita' che l'effetto negativo si  verifichi  e  l'entita'
   delle possibili conseguenze. 
e) Applicazione  di  strategie  di  gestione  dei  rischi   derivanti
   dall'emissione deliberata nell'ambiente  o  dalla  immissione  sul
   mercato di OGM. 
 
   La  valutazione  del  rischio   puo'   identificare   rischi   che
necessitano di essere gestiti nonche' la modalita' per  gestirli  nel
modo migliore; deve inoltre essere definita una strategia di gestione
del rischio. 
 
f) Determinazione del rischio complessivo dell'OGM. 
 
   Occorre  procedere  alla  valutazione  del   rischio   complessivo
dell'OGM tenendo  conto  delle  strategie  di  gestione  del  rischio
proposte. 
 
D) Conclusioni sul potenziale impatto ambientale dell'emissione o 
dell'immissione sul mercato dell'OGM 
 
   In base ad  una  valutazione  del  rischio  ambientale  effettuata
tenendo conto dei principi e della metodologia di cui alle parti B  e
C di questo allegato, nelle notifiche devono  essere  inserite,  come
appropriato, le informazioni previste nei successivi  punti  1  e  2.
Queste informazioni hanno lo scopo di contribuire all'elaborazione di
conclusioni  sul  potenziale  impatto  ambientale  dell'emissione   o
dell'immissione sul mercato dell'OGM: 
 
1) OGM diversi dalle piante superiori: 
 
a) probabilita' che l'OGM divenga persistente e invasivo  in  habitat
naturali alle condizioni della o delle emissioni proposte; 
b) ogni  vantaggio  o  svantaggio  selettivo  conferito   all'OGM   e
   probabilita' che quest'ultimo  venga  realizzato  alle  condizioni
   della o delle emissioni proposte; 
c) potenziale  di  trasferimento  del  gene  ad  altre  specie   alle
   condizioni dell'emissione proposta dell'OGM  e  ogni  vantaggio  o
   svantaggio selettivo conferito a tali specie; 
d) impatto  ambientale  immediato  e/o  differito  delle  interazioni
dirette e indirette tra OGM e organismi bersaglio, se del caso; 
e) impatto  ambientale  immediato  e/o  differito  delle  interazioni
   dirette e indirette tra OGM e organismi  non  bersaglio,  compreso
   l'impatto  sui  livelli  di  popolazione  di  competitori,  prede,
   ospiti, simbionti, predatori, parassiti e patogeni; 
f) possibili effetti  immediati  e/o  differiti  sulla  salute  umana
   risultanti da potenziali interazioni dirette e indirette fra OGM e
   persone che li utilizzano o che vengono in contatto con essi o che
   siano nelle vicinanze dei siti di emissione dell'OGM; 
g) possibili effetti  immediati  e/o  differiti  sulla  salute  degli
   animali e conseguenze per  la  catena  alimentare  risultante  dal
   consumo dell'OGM e di ogni prodotto da esso derivato se  destinato
   ad essere impiegato come alimento per animali; 
h) possibili   effetti   immediati   e/o   differiti   su    processi
   biogeochimici  risultanti  da  potenziali  interazioni  dirette  e
   indirette fra l'OGM e organismi bersaglio e  non  bersaglio  nelle
   vicinanze dei siti di emissione dell'OGM; 
i) possibili impatti ambientali immediati e/o  differiti,  diretti  e
   indiretti delle tecniche  specifiche  impiegate  per  la  gestione
   dell'OGM se diverse da quelle impiegate per non OGM. 
 
2) Piante superiori geneticamente modificate PSGM: 
 
a) probabilita' che la PSGM diventi  piu'  persistente  delle  piante
   ospiti o parentali in habitat agricoli  oppure  piu'  invasiva  in
   habitat naturali; 
b) ogni vantaggio o svantaggio selettivo conferito alla PSGM; 
c) potenzialita'  del  trasferimento   genico   dalla   PSGM,   nelle
   condizioni in cui essa e'  coltivata,  ad  altre  specie  vegetali
   identiche o sessualmente compatibili e ogni vantaggio o svantaggio
   selettivo conferito a tali specie vegetali; 
d) potenziale impatto ambientale immediato e/o  differito  risultante
   da interazioni  dirette  e  indirette  fra  la  PSGM  e  organismi
   bersaglio, quali predatori, parassitoidi e patogeni, se del caso; 
e) possibile impatto ambientale immediato e/o differito risultante da
   interazioni dirette e  indirette  della  PSGM  con  organismi  non
   bersaglio, anche tenendo conto di organismi che interagiscono  con
   organismi  bersaglio,  compreso   l'impatto   su   livelli   delle
   popolazioni di competitori,  erbivori,  simbionti,  se  del  caso,
   parassiti e patogeni; 
f) possibili effetti immediati  e/o  differiti  sulla  salute  umana,
   risultanti da potenziali interazioni  dirette  e  indirette  della
   PSGM con persone che li utilizzano, che vengono  in  contatto  con
   essi o che si trovano nelle vicinanze dei  siti  di  emissione  di
   PSGM; 
g) possibili effetti  immediati  e/o  differiti  sulla  salute  degli
   animali e conseguenze per  la  catena  alimentare  risultante  dal
   consumo dell'OGM e di ogni prodotto da essi derivato se  destinato
   ad essere impiegato come alimento per animali; 
h) possibili   effetti   immediati   e/o   differiti   sui   processi
   biogeochimici  risultanti  da  potenziali  interazioni  dirette  e
   indirette dell'OGM con organismi  bersaglio  e  non  bersaglio  in
   prossimita' dei siti di emissione dell'OGM; 
i) possibili impatti ambientali immediati e/o  differiti,  diretti  e
   indiretti delle tecniche specifiche di  coltivazione,  gestione  e
   raccolta impiegate per le PSGM se diverse da quelle impiegate  per
   le non PSGM.