(Allegato VI)
                                                          Allegato VI 
                                           (previsto dall'articolo 6, 
                                                             comma 8) 
 
MISURAZIONI DEI PRECURSORI DELL'OZONO 
 
I. Finalita' 
 
   1. Le misurazioni dei precursori dell'ozono  sono  finalizzate  ad
analizzare le tendenze di tali precursori, a verificare  l'efficienza
delle strategie  di  riduzione  delle  emissioni,  a  controllare  la
consistenza degli  inventari  delle  emissioni  ed  a  consentire  la
correlazione  delle  fonti  di  emissioni  alle   concentrazioni   di
inquinamento.  Tali   misurazioni   sono   inoltre   finalizzate   ad
approfondire la conoscenza dei processi di formazione dell'ozono e di
dispersione dei precursori ed a migliorare l'applicazione di  modelli
fotochimici. 
 
II. Sostanze 
 
   1. La  misurazione  dei  precursori  dell'ozono  deve  comprendere
almeno gli ossidi di azoto e i composti organici volatili, di seguito
denominati  COV,  che  maggiormente  contribuiscono  alla  formazione
dell'ozono. I punti di campionamento presso stazioni rurali di  fondo
devono assicurare, nel proprio complesso, la misurazione di tutte  le
sostanze indicate  nella  seguente  tabella.  Nei  singoli  punti  di
campionamento localizzati in prossimita' di sorgenti  di  emissione-e
situati  presso  stazioni  urbane  e  suburbane  e'   assicurata   la
misurazione delle sostanze comprese  nella  seguente  tabella  emesse
dalle sorgenti presenti. 
    

+-----------+------------------+---------------+------------------------+
|           | 1 -butene        | Isoprene      |  Etilbenzene           |
|Etano      | trans-2-butene   | n-esano       |  m+p-xilene            |
|Etilene    | cis-2-butene     | i-esano       |  o-xilene              |
|Acetilene  | 1.3-butadiene    | n-eptano      |  1,2,4-Trimet. Benzene |
|Propano    | n-pentano        | n-ottano      |  1,2,3-Trimet. Benzene |
|Propilene  | 1-pentano        | 1-ottano      |  1,3,5-Trimet. Benzene |
|n-butano   | 1-pentene        | Benzene       |  Formaldeide           |
|i-butano   | 2-pentene        | Toluene       |  Idrocarburi totali    |
|           |                  |               |  escluso il metano     |
+-----------+------------------+---------------+------------------------+


    
III. Metodi di misurazione 
 
   1. Per la misurazione degli ossidi di azoto si applica  il  metodo
di riferimento previsto all'articolo 14 del decreto 2 aprile 2002, n. 
60, e successive modificazioni. 
   2. Per la misurazione dei COV deve essere utilizzato il metodo  di
riferimento  contenuto  nell'appendice  al  presente   allegato.   E'
possibile utilizzare in alternativa a  tale  metodo  qualsiasi  altro
metodo  dotato  di  certificazione   di   equivalenza.   Nelle   more
dell'emanazione del decreto di  cui  all'articolo  6,  comma  9,  del
decreto legislativo 4 agosto 1999, n.  351,  tale  certificazione  e'
rilasciata, su domanda del costruttore,  dai  Laboratori  Primari  di
Riferimento  per  l'inquinamento  atmosferico  operanti   presso   il
Consiglio Nazionale delle Ricerche e presso l'Istituto superiore  per
la prevenzione e la sicurezza del  lavoro  (ISPESL).  Possono  essere
utilizzati anche altri  metodi  e  sistemi  la  cui  equivalenza  sia
certificata  da  enti  designati,  ai  sensi  dell'articolo  3  della
direttiva 96/62/CE, da altri Stati  membri  dell'Unione  europea.  Ai
fini conoscitivi, detta certificazione e la  relativa  documentazione
deve  essere  trasmessa  ai  Laboratori   Primari   di   Riferimento,
accompagnata da una traduzione in lingua italiana. 
 
IV. Punti di campionamento in siti fissi  e  programmi  regionali  di
monitoraggio. 
 
   1. I punti di campionamento in siti fissi per la  misurazione  dei
precursori  dell'ozono  presso  stazioni   rurali   di   fondo   sono
individuati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
nell'ambito delle stazioni di sorveglianza di cui alla Convenzione di
Ginevra concernente  l'inquinamento  atmosferico  transfrontaliero  a
lunga distanza, ratificata con legge  27  aprile  1982,  n.  289.  La
misurazione nei  siti  rurali  di  fondo  e'  funzionale  all'analisi
dell'andamento generale dei  precursori  dell'ozono  e  tiene  conto,
laddove  possibile,  anche  degli  idrocarburi  biogenici,  quali  ad
esempio i monoterpeni alfa-pinene e limonene. 
   2. Ai fini della  misurazione  dei  precursori  dell'ozono  presso
stazioni urbane  e  suburbane  le  regioni  e  le  province  autonome
elaborano  appositi  programmi  di  monitoraggio  i   quali   possono
prevedere  punti  di  campionamento  in  siti  fissi  e  campagne  di
misurazione. I punti di campionamento in siti fissi sono  individuati
nell'ambito delle stazioni previste dal decreto legislativo 4  agosto
1999, n. 351, e dai relativi regolamenti di  attuazione,  localizzate
presso sorgenti significative delle emissioni di tali precursori.  La
misurazione deve essere effettuata sulla base dei seguenti criteri: 
 
a) per il traffico deve essere effettuata almeno  la  misurazione  di
benzene, toluene e xileni; 
b) per gli impianti industriali, con particolare riferimento a quelli
   petrolchimici,  e  per  gli  impianti  e  per  le  attivita'   che
   comportano l'utilizzo di  solventi,  la  misurazione  deve  essere
   effettuata  tenendo  conto  degli  specifici   cicli   produttivi,
   valutati sulla base del tipo e delle quantita' di COV emessi. 
 
                              APPENDICE 
 
Metodo di riferimento per la misurazione dei COV 
 
Premessa 
 
   La determinazione  degli  idrocarburi  volatili  leggeri  compresi
nell'intervallo  C2  -  C7,  degli  idrocarburi   volatili   compresi
nell'intervallo C6 - C14 e della formaldeide deve  essere  effettuata
come riportato di seguito: 
 
- Idrocarburi leggeri volatili compresi nell'intervallo C2 - C7: 
- campionamento  mediante  l'uso   di   contenitori   pressurizzabili
  (canisters)  oppure  mediante  preconcentrazione  su  adsorbenti  a
  temperatura sub-ambiente; 
- estrazione per mezzo di desorbimento termico; 
- analisi gascromatografica; 
- rivelazione e quantificazione per ionizzazione di fiamma; 
 
- Idrocarburi volatili compresi nell'intervallo C6 - C14: 
-  prelievo  dall'atmosfera  mediante   arricchimento   su   trappola
adsorbente ovvero trasferimento in canisters; 
- trasferimento in capillare raffreddato (crioconcentrazione); 
- desorbimento termico; 
- analisi mediante GC  capillare  accoppiata  alla  spettrometria  di
massa o alla ionizzazione di fiamma; 
 
- Formaldeide: 
-  arricchimento  dall'aria  su  trappole  di  silice  ricoperta  con
2,4-dinitrofenilidrazina; 
- estrazione con solvente organico; 
-  analisi  chimica  mediante  HPLC-UV   (il   metodo   consente   la
contemporanea misura di aldeidi e chetoni fino a C6). 
 
1. Metodo di riferimento per il campionamento e l'analisi degli 
idrocarburi volatili leggeri appartenenti all'intervallo C2 - C7 
 
1.1. Prelievo del campione 
 
   Ai  fini  del  presente  decreto,  per  il   campionamento   degli
idrocarburi volatili leggeri appartenenti all'intervallo C2 - C7 deve
essere utilizzato uno dei seguenti metodi di campionamento: 
 
a) Metodi di  campionamento  off-line  (che  utilizzano  canisters  o
bombole pressurizzate; trappole adsorbenti); 
b) Metodi di campionamento on-line (comprendenti trappole  adsorbenti
collegate direttamente al gascromatografo). 
 
   Mentre  le  bombole  pressurizzate   (canisters)   devono   essere
impiegate  per  il  campionamento  spot  dell'aria  ai  fini'   della
determinazione  dei  COV  (non  e'  necessario   che   lo   strumento
analizzatore  sia  collocato  nel  sito  di  misura),   le   trappole
adsorbenti raffreddate e alloggiate nell' analizzatore devono  essere
impiegate per la misura in semi-continuo  eseguita  a  intervalli  di
tempo regolari e frequenti. 
 
   1.1.1. Contenitori di raccolta dell'aria campione (canisters) 
 
   Per il prelievo dell'aria campione  si  devono  usare  contenitori
ermetici (canisters con volume interno compreso  tra  2  e  8  litri)
pressurizzabili fino a non meno di 10 atm. Essi devono essere  dotati
di rubinetto apri / chiudi, valvola per la regolazione del  flusso  e
misuratore di pressione. La scelta dei materiali deve essere eseguita
con grande cura: il recipiente deve  essere  in  metallo,  le  pareti
interne devono essere opportunamente trattate, in modo  da  passivare
la superficie metallica, ovvero renderla inerte ai COV e all'umidita' 
mediante processi elettrochimici 
   Prima della raccolta del  campione,  pulire  il  canister  con  la
seguente procedura: svuotare il canister dell'aria residua producendo
il vuoto per aspirazione con una pompa da gas in condizioni di blando
riscaldamento (T = 40 gradi C); quindi immettervi  azoto  iperpuro  e
produrre di nuovo il  vuoto;  lavare  ancora  con  azoto  iperpuro  e
operare definitivamente il vuoto. 
 
   1.1.2. Controllo del "bianco" del contenitore 
 
   Un' aliquota dell' azoto di secondo lavaggio del contenitore (vedi
sopra) deve essere sottoposta ad  analisi  allo  stesso  modo  di  un
campione reale di aria secondo la procedura  appresso  descritta.  La
concentrazione dei COV che ne risulta  rappresenta  il  "bianco"  del
sistema di prelievo  ed  analisi  e  fornisce,  per  sottrazione  del
"bianco della trappola" (vedi di seguito) il "bianco  del  canister",
che deve risultare inferiore a  0.2fLg/m(elevato  a)3.  Qualora  tale
limite  sia  superato,  il  contenitore  pressurizzato  deve   essere
ulteriormente purificato  e  infine,  se  l'operazione  non  fornisce
effetto apprezzabile, deve essere sostituito. 
 
   1.1.3. Sistema pneumatico 
 
   Per il prelievo dell'aria campione devono essere utilizzate  pompe
per  aspirazione  -  compressione  per  bassi  flussi  (2  -5  L/min)
costruite o internamente rivestite  di  materiale  inerte,  prive  di
spurgo di olio (non lubrificate); tali pompe devono essere  in  grado
di operare a flusso costante (±2%) compensando la crescente impedenza
offerta dalla progressiva pressurizzazione del canister. 
   Il sistema pneumatico deve essere accessoriato con: 
 
- regolatori-misuratori di flusso di massa di gas aventi  accuratezza
  e  precisione  (superiori  al  99%)  negli  intervalli  di   flusso
  operativi (50-300 mL/min) 
- misuratori - regolatori di pressione, per pressioni comprese tra  0
e 7 atmosfere 
- rubinetti apri / chiudi a tenuta in materiale inerte. 
 
   Regolatori-misuratori di pressione e  del  flusso  di  massa  sono
posti in linea con  la  pompa.  La  tenuta  pneumatica  dell'  intero
sistema deve essere verificata sperimentalmente. 
 
   1.2. Operazione di prelievo 
 
   Il  canister  deve  essere   collegato   al   sistema   pneumatico
immediatamente prima del prelievo. Il prelievo dell'aria campione  e'
protratto per l'intervallo temporale  di  un'ora,  ad  un  flusso  di
aspirazione prefissato (50 - 300mL/min) affinche' la pressione finale
risulti non inferiore a 2 atmosfere. 
   Operando come sopra descritto il volume di aria campione prelevato
e'  notevolmente  superiore  a  quello  necessario  per  l'analisi  e
permette di eseguire non meno di tre repliche, attraverso le quali si
puo' valutare la ripetitivita' della misura. Le analisi devono essere
eseguite entro e non oltre 15 giorni dal prelievo. 
 
   1.3. Separazione gascromatografica 
 
   1.3.1. Gascromatografo per colonne capillari 
 
   Il  gascromatografo,  atto  all'impiego  di   colonne   separative
capillari, deve essere dotato di  unita'  criogenica  per  operazioni
sub-ambiente (alimentata con anidride carbonica compressa oppure  con
azoto liquido) e del modulo di controllo di costanza del flusso (Mass
Flow Controller). 
 
   1.3.2. Colonna capillare 
 
   Per i COV compresi nell'intervallo da 2 a 7 atomi di carbonio sono
disponibili colonne capillari in  grado  di  separare  selettivamente
tutti i congeneri saturi  e  insaturi.  A  tal  fine,  devono  essere
utilizzate colonne separative  con  fase  stazionaria  costituita  da
ossido di alluminio poroso, drogato con KC1 o Na2SO4. Proprio per  la
natura molto polare della fase, le suddette colonne non sono in grado
di eluire i composti polari  i  quali,  eventualmente  introdotti  in
colonna,  vi  rimangono   intrappolati   e   possono   anche   subire
decomposizione.  Le  stesse  colonne,  inoltre,  non  permettono   la
separazione  di  alcuni  idrocarburi  di  origine  naturale  quali  i
monoterpeni. 
 
   1.3.3. Rivelazione, identificazione e quantificazione dei COV 
 
   La rivelazione dei COV (C2 - C7) deve essere  effettuata  mediante
ionizzazione  di  fiamma   (FID);   l'identificazione   deve   essere
realizzata in base ai tempi di ritenzione dei singoli componenti, per
confronto con miscele di standard, le quali devono essere  utilizzate
anche per la determinazione quantitativa. 
 
   1.4. Caratteristiche strumentali necessarie per il monitoraggio 
dei COV C2 - C7 atmosferici 
 
   L' analizzatore per il rilevamento automatico selettivo e continuo
degli  idrocarburi  nell'  atmosfera  deve  comprendere  i   seguenti
elementi: 
 
a) modulo di campionamento ed arricchimento; 
b)   sistema   automatico   di   iniezione   (incluse   l'unita'   di
criofocalizzazione e termodesorbimento); 
c) colonna analitica dedicata all'analisi specifica; 
d) rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID); 
e) interfaccia di comunicazione seriale. 
 
   L'intero sistema puo'  essere  reso  automatico  o  semiautomatico
grazie  alla  programmazione  da  computer  con  softwares  e  moduli
dedicati. 
 
   1.4.1. Modalita' di funzionamento dello strumento 
 
   L'apparecchiatura deve essere equipaggiata con un'unita-pompa, con
un autocampionatore dotato di trappola lineare a  piu'  carboni,  con
una colonna capillare gascromatografica specifica per gli idrocarburi
gassosi,    con    un    sistema    di    rivelazione.    A     monte
dell'autocampionatore, rispetto  alla  linea  di  gas,  e'  collocata
l'unita' di prelievo dei gas, equipaggiata di  controllo  elettronico
del flusso (mass flow controller). Il complesso  e'  gestito  tramite
computer da un software dedicato, responsabile anche  della  gestione
ed elaborazione dei  dati  analitici.  La  rivelazione  dei  composti
organici d'interesse deve essere realizzata tramite la rivelazione  a
ionizzazione  di  fiamma   (FID),   l'identificazione   deve   essere
effettuata tramite il tempo di ritenzione assoluto. 
   L'autocampionatore, inserito nella linea dei gas dello  strumento,
deve avere caratteristiche adatte  per  arricchire  quantitativamente
dall'aria ambiente i composti  organici  volatili  e  successivamente
inviarli alla colonna separativa  al  momento  dell'analisi  chimica.
L'invio dei  gas  al  sistema  analizzatore  puo'  essere  effettuato
attraverso due diversi condotti,  uno  adatto  ai  gas  pressurizzati
(trasferiti all'analizzatore da canisters o bombole di calibrazione),
l'altro utile per campionare direttamente l'aria esterna (operante  a
pressione atmosferica o in leggera depressione). Il campione di aria,
che provenga da uno o dall'altro ingresso, viene fatto passare  nella
trappola adsorbente, preventivamente  raffreddata  sub-ambiente,  che
trattiene i COV di interesse analitico. 
   I composti di interesse eventualmente  intrappolati  nell'adeguato
adsorbente sono desorbiti mediante rapido riscaldamento (fino  a  250
gradi C) e trasmessi con una corrente di  gas  inerte  (elio)  ad  un
capillare di silice (liner) raffreddato con azoto liquido. Il gas che
attraversa il liner, a sua volta,  puo'  essere  inviato  all'esterno
(vent)  oppure  alla  colonna  di  separazione  dei  COV.  Quando  il
desorbimento  dalla  trappola  primaria  e'  completo,   i   composti
d'interesse sono iniettati nella  colonna  analitica  mediante  nuovo
riscaldamento istantaneo del liner. 
 
   Le fasi operative di analisi pertanto sono: 
 
   Iniezione/backflush: Rappresenta la fase di  iniezione  e  pulizia
della trappola per mezzo di  un  flusso  di  elio  in  controcorrente
rispetto alla direzione di prelievo. 
   Attesa: E' la fase di sincronizzazione tra  l'autocampionatore  ed
il ciclo gascromatografico. 
   Raffreddamento della trappola  primaria:  La  trappola  adsorbente
viene raffreddata mediante circuito criogenico alimentato  con  azoto
liquido. 
   Campionamento: Il campione gassoso passa  attraverso  la  trappola
adsorbente fredda che ritiene i componenti d'interesse. 
   Raffreddamento del liner. Mentre la colonna analitica continua  la
fase di campionamento, il liner viene raffreddato  mediante  circuito
criogenico ad azoto liquido. 
   Desorbimento  della  trappola  primaria  dei  gas:   La   trappola
adsorbente viene riscaldata in modo da trasferire e crioconcentrare i
composti di interesse analitico nel liner  di  silice  fusa  mediante
flusso di gas di trasporto. 
   La trappola di arricchimento dei  composti  organici  volatili  e'
costituita  da  una  cartuccia  adsorbente  contenente  due   carboni
grafitati  (Carbopack  C,   Carbopack   B   o   materiali   di   pari
caratteristiche), con  le  due  estremita'  vuote  per  prevenire  la
condensazione del vapore acqueo atmosferico nella fase di prelievo  a
freddo. 
 
   1.4.2. Specifiche dei sistemi adatti alla determinazione  dei  COV
C2 - C7 in aria 
 
   Un'apparecchiatura   o   sistema   strumentale    dedicato    alla
determinazione dei COV deve soddisfare le seguenti specifiche: 
    

Rivelatore          Limite di rivelabilita': 10(elevato a 12) g/s n-
                    C(elevato a 12)
                    Sensibilita': 40 mC/g

Ripetibiita'        Tempo di  ritenzione: 5% RSD  (Relative Standard
                    Deviation)
                    Quantita'  misurata: 5% RSD  (Relative  Standard
                    Deviation)

Colonna             Tipo PLOT  (fase stazionaria: Al2O3/KCl,  oppure
                    Al2O3/Na2SO4,  L = 50 m, d.i. = 0,3 mm,  d.e. =
                    0,45 mm,  spessore  fase = 10 (m) o  equivalente

Regolazione gas     Regolatori di  pressione all'entrata con  inter-
                    ruttore di limitazione della pressione per tutti
                    i gas  necessari. Regolatori  di flusso di massa
                    atti alle  portate di gas d'esercizio. Tutti con
                    precisione  migliore del 95%.  Valvole a  spillo
                    con valvole  di  chiusura rapida per  idrogeno e
                    aria

Trappola lineare    Trappola  lineare in  vetro (L = 25 mm, D.I. = 6
                    mm, D.I. = 3 mm) contenente  Carbotrap C, Carbo-
                    trap B, nell'ordine  secondo la  direzione di a-
                    spirazione, in quantita' atte a ritenere e rila-
                    sciare  quantitativamente  e selettivamente  gli
                    idrocarburi C2-C7 (vedi appresso), ovvero mistu-
                    re adsorbenti di pari caratteristiche

Tempi di ciclo      Periodo  di campionamento individuale: pari a 60
                    mm o migliore.


    
   1.4.3. Esempio di procedura di monitoraggio dei COV C2 - C7, 
standardizzata e applicata in campo 
 
Per  l'analisi  dei  campioni  d'aria  sono  adottate   le   seguenti
condizioni operative: 
 
T(trap,camp) = -20 gradi C 
T(trap,des) = 250 gradi C 
T(liner,cri) = -120 gradi C 
T(liner,des) = 125 gradi C 
Flusso gas di trasferimento al liner = 4 mL/min per 4 min. 
 
   I  composti  organici  volatili  sono  trasferiti   alla   colonna
gascromatografica per riscaldamento rapido del  liner  a  +125  gradi
(flash  heating).  Contemporaneamente  la  trappola   adsorbente   e'
riscaldata a 275 gradi  C  sotto  flusso  di  elio  (20  mL/min)  per
eliminare le eventuali tracce di idrocarburi rimaste intrappolate dal
ciclo analitico precedente. 
   La separazione dei composti e' realizzata su colonna capillare  di
AL2O3/KCl mediante gradiente di temperatura,  sotto  flusso  di  elio
(flusso = 4 mL/min). Il programma di temperatura del  gascromatografo
e' appresso riportato: 
    

T1 = 50 gradi C    isoterma(1)   I grad. temp        fino a T(2)
                   = 2 min       = + 4 gradi C/min

T2 = 150 gradi C   isoterma(2)   II grad. temp       fino a T(3)
                   = 10 min      = + 10 gradi C/min

T3 = 200 gradi C   isoterma(3)
                   = 18 min


    
Operando in queste condizioni, il sistema  consente  di  eseguire  il
monitoraggio dei composti d'interesse ad intervalli  regolari  di  60
minuti, campionando l'aria per 30 minuti ogni ora. 
 
   In sintesi, il ciclo analitico completo adottato per la misura dei
COV C2-C-7, e' il seguente: 
   Iniezione/backflush: il liner di silice fusa e'  stato  riscaldato
istantaneamente ad una temperatura di + 125 gradi C  (flash  heating)
in modo da iniettare  in  colonna  gli  idrocarburi  crio-concentrati
nella fase precedente di desorbimento. Contemporaneamente la trappola
adsorbente e' stata riscaldata per 5 min ad una temperatura  di  +275
gradi C e tenuta sotto flusso in controcorrente  di  elio  (20mL/min)
per eliminare le eventuali tracce di composti non eliminati nel ciclo
analitico precedente  e  quindi  preparare  la  trappola  stessa  per
l'analisi successiva 
   Attesa: Questa fase (durata di 1 minuto) e' usata dal sistema  per
sincronizzare il programma di temperatura dell'auto-campionatore  con
il ciclo gascromatografico 
   Raffreddamento della trappola: La trappola e' raffreddata fino  ad
una temperatura di -20 gradi C mediante circuito criogenico ad  azoto
liquido per predisporla al successivo campionamento 
   Campionamento dell'aria: Il  campionamento  ha  la  durata  di  30
minuti e viene effettuato facendo passare il campione di  aria  nella
direzione che va dall'adsorbente piu' debole al piu' forte mantenendo
la trappola ad una temperatura di -20 gradi C ed un flusso di elio di
20 mL/min 
   Raffreddamento  della  trappola  adsorbente:  Mentre  la  fase  di
campionamento continuava, il liner di silice e' stato raffreddato  in
2 minuti ad una temperatura di -120 gradi  C,  mediante  circuito  ad
azoto liquido 
   Desorbimento: La trappola adsorbente e' stata  riscaldata  ad  una
temperatura di 250 gradi C per 5  minuti  in  modo  da  trasferire  e
crioconcentrare i COV di interesse analitico nel liner di silice fusa
mediante un flusso di gas di trasporto di 20 mL. 
 
   1.4.4. Calibrazione 
 
   Dopo aver definito e verificato la validita' del  ciclo  operativo
prescelto, sono eseguite le prove di calibrazione dello strumento  ai
fini della quantificazione dei COV atmosferici. 
   L'esigenza  di  ottenere  un  recupero  quantitativo  dei  COV  si
riflette nella necessita' di disporre  di  una  bombola  di  taratura
contenente  in  quantita'  esattamente  calibrate  tutti  i  COV   di
interesse, in  modo  da  minimizzare  gli  errori  nelle  valutazioni
quantitative. 
   Per calibrare  il  sistema  sono  processati  almeno  tre  diverse
miscele standard, contenenti gas in concentrazioni che comprendono  i
livelli riscontrati in atmosfera reale  (ppb  e  frazioni).  Ad  ogni
prova e' processato un volume di miscela standard pari a  quelli  dei
campioni di aria abitualmente analizzati (200mL). 11 test su ciascuna
miscela standard deve essere ripetuto almeno tre volte  per  definire
la retta o  curva  di  calibrazione  strumentale.  Si  definiscono  i
fattori di risposta strumentale per ogni componente di interesse. 
   Le prove di calibrazione richiedono l'utilizzo di  una  bombola  a
miscela di gas con  titolo  noto  ad  elevata  accuratezza  (standard
primario, fornito da Ditte o Enti certificati). 
   Lo strumento di misurazione e' sottoposto a prove di  calibrazione
con un gas standard, a prove di diluizione per la  valutazione  della
linearita' della risposta nonche' a misure in aria ambiente. 
   Le prove di calibrazione sono effettuate  utilizzando  un  sistema
composto  da  un  modulo  che   diluisce   l'atmosfera   standard   a
concentrazione nota di COV con il  gas  di  diluizione,  regolando  i
rapporti tra le portate dei flussi di massa dei gas.  L'uso  di  Mass
Flow Controller (MFC) aventi caratteristiche di elevata precisione e'
richiesto per ottenere un'alta accuratezza nella fase di miscelazione
e assicura quindi un Controllo di Qualita' dello strumento sottoposto
a calibrazione. 
   Le procedure di calibrazione sono effettuate  mediante  operazioni
di verifica dei segnali di zero e su un prefissato  punto  intermedio
della scala, detto di span, tipicamente pari all'80% del fondo scala. 
Allo scopo sono utilizzati gas di riferimento, ossia gas per lo  zero
e gas per lo span a concentrazione nota. In particolare le  prove  di
calibrazione prevedono l'utilizzo di una bombola a miscela di gas con
titolo noto e ad elevata accuratezza. I valori  delle  concentrazioni
dei gas della bombola possono ritenersi precisi al meno dell'1%. 
   Per la calibrazione deve essere adottato un sistema Multi-Point. 
   La  tecnica  Multi-Point  va  utilizzata  per  generare  atmosfere
standard a diverse concentrazioni e attraverso di  queste  verificare
la  linearita'  della  risposta  strumentale  entro   il   range   di
concentrazioni di interesse per lo studio  di  ambienti  esterni.  La
miscela contenuta nella bombola di calibrazione e' sottoposta  ad  un
processo di diluizione con aria pulita. I rapporti di diluizione sono
regolarmente controllati mediante sistemi per la misura della portata
ad elevata precisione. 
   Le analisi sono effettuate collegando  l'analizzatore  in  oggetto
con una bombola  di  calibrazione  contenente  gli  analiti  (COV  di
interesse) con concentrazione nota e ad  un  sistema  di  diluizione,
connesso a sua volta ad una bombola di aria sintetica pura (priva  di
idrocarburi). I gas sono forniti all'analizzatore simultaneamente. Il
flusso dei gas e' regolato mediante  l'utilizzo  di  MEC  aventi  una
portata di 200ml/min e 50ml/min, interfacciati con PC via seriale. 
   Il sistema deve essere  munito  di  valvola  Vent  per  verificare
l'effettivo flusso di uscita dei gas ed  eliminare  gli  eccessi.  Le
misure di flusso di gas sono effettuate mediante Mass Flow Controller
il cui componente principale e' un sensore termico di portata dei gas
che  produce  un  segnale  elettrico  di  uscita  in  funzione  della
velocita' del flusso. 
   Ogni punto di calibrazione a cui corrisponde  un  ben  determinato
valore di concentrazione deve essere ripetuto  almeno  quattro  volte
per verificare la riproducibilita' del dato. In una apposita  tabella
sono riportati i risultati delle prove  effettuate  sull'analizzatore
(rapporti  di  diluizione,  valori  teorici   delle   concentrazioni,
risposta  strumentale  espressa  in  termini  di  "area   del   picco
cromatografico". 
   Riportando  in  grafico  i  valori  teorici  delle  concentrazioni
impostate in funzione dei valori delle aree registrate, e'  costruita
la "curva di taratura" la quale  definisce  il  campo  di  linearita'
strumentale, entro il quale occorre eseguire  la  determinazione  dei
composti di interesse. 
 
   1.4.5. Procedure di controllo di qualita' 
 
   1.4.5.1. Tests di zero e span 
 
   Un gas di span per il controllo della stabilita'  dello  strumento
deve contenere una concentrazione di COV  da  70%  a  90%  del  range
massimo della certificazione. 
   La pressione iniziale della bombola della miscela e' di circa  200
atm e la pressione dopo l'uso non puo' essere al di sotto di 20 atm. 
   Il gas di  span  e'  uno  standard  secondario  necessario  per  i
controlli  di   qualita',   ovvero   per   verificare   il   regolare
funzionamento dello strumento inclusa la sensibilita' e la deriva. 
   Il gas di span deve essere a concentrazione nota. 
   Testa di  span  devono  essere  effettuati  almeno  una  volta  la
settimana ma  a  diverse  ore  del  giorno  in  modo  da  evitare  la
possibilita' di introdurre errori sistematici. 
 
   1.4.5.2. Bianco d'analisi (test di zero) 
 
   Tests di  zero  devono  essere  effettuati  almeno  una  volta  la
settimana, a differenti ore del giorno. 
   Mediante  corse  cromatografiche  di   "bianco"   deve   risultare
l'assenza di picchi spuri dovuti ad effetti memoria  o  ad  eventuali
contaminazioni del campione analitico interne allo strumento stesso. 
 
   2. Metodo di riferimento per la determinazione degli idrocarburi 
volatili (COV) appartenenti all'intervallo C5 - C14 
 
   Il metodo di rivelazione per la determinazione  degli  idrocarburi
C5 - C14 deve essere basato sulla spettrometria di massa, oppure,  in
alternativa, sulla ionizzazione di fiamma. 
   L'identificazione  e  quantificazione  degli  idrocarburi  gassosi
mediante MS puo' essere operata in due modalita', a scansione di ioni
(scan) con  successiva  ricostruzione  delle  tracce  delle  correnti
ioniche (Total Ion Current  mode),  oppure,  in  alternativa  con  la
registrazione selettiva di un numero  limitato  di  correnti  ioniche
derivanti dalla ionizzazione delle diverse sostanze chimiche e  dalla
rispettiva frammentazione per bombardamento  con  fasci  d'elettroni,
aventi rapporti carica/massa specifici per le specie d'interesse. 
   Nel primo caso, il cromatogramma e' ricostruito sommando le tracce
dei segnali di tutti gli  ioni  derivanti  dalla  frammentazione  dei
composti chimici eluiti parallelamente al procedere dell'analisi  gas
cromatografica, entro un intervallo predeterminato del rapporto massa
su carica (m / z). Nel secondo caso, invece, e' effettuata la ricerca
selettiva di alcuni ioni specifici, che  risultano  indicativi  della
presenza dei composti chimici di  interesse.  Si  opera  nella  prima
modalita' di rivelazione nel caso si voglia effettuare lo "screening"
di tutti i composti chimici presenti nel campione  analitico,  mentre
si utilizza il metodo selettivo quando interessa la ricerca esclusiva
di un numero ristretto d'idrocarburi scelti a priori,  facenti  parte
di una miscela complessa. 
 
   2.1. Campionamento mediante trappole riempite di materiali 
adsorbenti 
 
   La scelta del mezzo assorbente da usare nel campionamento dei  COV
dall'aria deve essere modulata in funzione del tipo  di  applicazione
che si vuole fare, ovvero dall'intervallo di massa  molecolare  o  di
volatilita' che si vuole  investigare,  dal  volume  d'aria  unitario
necessario per l'analisi e dalla risoluzione temporale  scelta.  Allo
stato  attuale  della  tecnologia,  non  si  dispone  di   adsorbenti
singolarmente capaci di catturare tutti i composti  organici  gassosi
presenti in aria e successivamente rilasciarli grazie al desorbimento
termico o per estrazione con solventi. Per ampliare il piu' possibile
il numero di composti che si possono  monitorare  in  un  unico  step
(ovvero, assorbirli e rilasciarli con un unico sistema di prelievo  e
analizzarli chimicamente in un solo passaggio),  si  ricorre  percio'
all'uso di trappole contenenti piu' adsorbenti  aventi  capacita'  di
ritenzione degli idrocarburi  differenti,  in  modo  da  combinare  i
vantaggi offerti  da  ciascun  materiale.  In  questo  caso,  i  vari
adsorbenti sono organizzati in sezioni successive, fino a  costituire
trappole multistrato. Le trappole multistrato sono formate da un tubo
di vetro contenente un adsorbente forte nella parte  terminale  e  un
adsorbente debole  nella  sezione  frontale  rispetto  al  flusso  di
campionamento  di  gas.  Questa  disposizione  consente   il   facile
desorbimento dei composti a piu' alta temperatura d'ebollizione (piu'
ritenute dai materiali assorbenti) semplicemente invertendo il flusso
di gas rispetto a quello utilizzato al momento del campionamento. 
 
   2.2. I materiali adsorbenti per i COV C5 - C14 
 
   E' dimostrato che una combinazione ottimale di carboni permette di
utilizzare una temperatura  di  desorbimento  atta  a  minimizzare  i
fenomeni  di  degradazione  dei   composti   ritenuti.   Una   simile
combinazione consente il prelievo dall'aria  e  l'identificazione  di
composti polari e non polari C5 - C14 e il loro monitoraggio in  zone
urbane, suburbane,  rurali  e  remote.  Un'efficace  combinazione  di
carboni contempla l'uso di Carbopack C e  Carbopack  B  che,  essendo
grafitati e idrofobi, consentono analisi di COV anche in presenza  di
un elevato tasso di umidita' atmosferica. 
   Il recupero dei composti adsorbiti e'  di  regola  effettuato  per
desorbimento  termico  oppure  per  estrazione   con   solventi.   Il
termodesorbimento  risulta   di   gran   lunga   preferito   rispetto
all'estrazione  con  solventi  in  quanto  consente  di  ottenere  le
sensibilita' necessarie per identificare e  quantificare  i  composti
presenti  nell'atmosfera  a  livello  di   pptV.   Per   evitare   la
decomposizione  degli  analiti  nella  trappola   ed   aumentare   la
sensibilita' del  metodo  si  preferisce  introdurre  uno  stadio  di
criofocalizzazione del campione prima  dell'  iniezione  in  colonna.
Questo e' compiuto in tubi capilari per consentire  un  trasferimento
in colonna ad alta risoluzione  senza  eccessivo  allargamento  della
banda cromatografia. 
 
   2.3. Preparazione delle trappole multistrato 
 
   Le trappole per i COV sono costituite da tubicini in vetro  di  15
cm di lunghezza aventi un diametro interno di  3  mm  e  un  diametro
esterno pari a 6 mm; esse sono riempite sia con due tipi  di  carbone
grafitato, differenti per area superficiale.  Il  carbone,  in  forma
granulare e porosa, viene mantenuto nell' alloggiamento da  batuffoli
di lana di quarzo; la lana di quarzo separa tra loro anche gli strati
di carbone. Il principio seguito nell'assemblaggio delle trappole  e'
l'inserimento dei carboni secondo  una  sequenza  crescente  rispetto
alle rispettive aree superficiali.  Durante  il  campionamento  dell'
aria, la linea di flusso va dal carbone con area superficiale  minore
verso  quello  con  superficie  specifica   maggiore.   Le   trappole
d'adsorbimento devono essere pulite tramite trattamento termico sotto
flusso di elio (300 gradi C per 20 minuti con un flusso  di  elio  di
100 mL/min) sia prima del loro primo impiego, sia tra un  prelievo  e
il   successivo   (infatti   esse   possono    essere    riutilizzate
indefinitamente,   purche'   non    si    osservino    contaminazioni
irreversibili, notificate dalla  comparsa  di  spurghi  fastidiosi  e
consistenti nei cromatogrammi d'eluizione dei campioni  reali  e  dei
bianchi) 
 
   2.4. Procedure analitiche 
 
   Il campionamento/arricchimento viene effettuato  direttamente  con
trappole adsorbenti, facendo passare la quantita' voluta di aria (250
mL) attraverso la trappola, a temperatura ambiente. 
   Le trappole in vetro (d.i. =3 mm, L =15 mm) contengono Carbotrap B
e Carbotrap C, rispettivamente 0,17 g  e  0,034  g,  entrambi  aventi
granulometria compresa tra 20 e 40 mesh. 
   La pulizia delle trappole adsorbenti prima del loro uso  di  campo
deve essere effettuata mediante riscaldamento fino a 285 gradi C  per
10 minuti, sotto un flusso di elio di 300 mL/min. 
   Dopo il prelievo dall' aria, i COV  devono  essere  trasferiti  al
sistema di  separazione  e  analisi  chimica  (GC-MS  oppure  GC-FID)
tramite unita' di termodesorbimento. Dopo aver raffreddato  il  liner
di criofocalizzazione (in silice fusa) ad  una  temperatura  di  -150
gradi  C  mantenendo  la  trappola   adsorbente   sotto   flusso   in
controcorrente di elio (10 mL/min per 1 min), il flusso  del  gas  di
trasporto deve essere indirizzato al liner, allo  stesso  tempo  deve
essere riscaldata la trappola adsorbente a 250  gradi  C  (flusso  di
elio = 20 mL/min per 5 mm). In questo modo,  i  COV  desorbiti  dalla
trappola   d'assorbimento    sono    nuovamente    condensati,    per
crioconcentrazione, sulle pareti interne  del  liner  collegato  alla
colonna separativa. 
   Successivamente, gli  idrocarburi  C5-C14  devono  essere  inviati
nella colonna capillare mediante  rapido  riscaldamento  (-100  gradi
C/min) dell liner da -150 gradi C a 230 gradi C, mentre un flusso  di
elio lo attraversa nella direzione della colonna. 
   Un  sistema  GC-MS  gestito  attraverso   un   programma   termico
d'eluizione  e  un  programma  informatico   per   l'acquisizione   e
elaborazione   dei   dati   cromatografici   deve    consentire    la
determinazione dei COV appartenenti all'intervallo C5-C14. 
   La separazione dei COV deve  essere  effettuata  mediante  colonne
capillari di tipo siliconico (DB1 o  equivalenti,  L  =  60  m,  d.i.
=0.32, fase = 0,25 um). 
   L'eluizione degli analiti deve essere effettuata in programmata di
temperatura: 
   T1 = 5 gradi C, 3 minuti; +3 gradi C/min fino a T2 = 50 gradi C; +
5 gradi C/min fino a T3 = 220 gradi C; isoterma1 = 8 mm. 
   I COV individuali devono essere identificati sia  sulla  base  dei
tempi  di  ritenzione  assoluti,  sia  tramite  l'acquisizione  degli
spettri di massa caratteristici di sostanze  pure  (miscele  standard
sottoposte alla medesima procedura di' eluizione e rivelazione. 
 
   2.5. Descrizione delle fasi operative strumentali 
 
   Di  seguito  e'  riportato  in  modo  dettagliato  il   ciclo   di
funzionamento dell'apparato per il desorbimento e per  l'analisi  dei
COV (C5-C14). 
   Il ciclo di funzionamento del termodesorbitore e' costituito da: 
 
   fase 1 - pre-flush 
 
   durante  questa  fase  il  liner  deve  essere  raffreddato   alla
temperatura  impostata  mentre  la  trappola  deve  essere  tenuta  a
temperatura ambiente sotto flusso di elio inviato secondo  il  flusso
di campionamento; 
 
   fase 2 - desorbimento 
 
   durante  questa  fase  il  capillare  deve  essere   mantenuto   a
temperatura sub-ambiente mentre la trappola  deve  essere  riscaldata
velocemente fino a 250 gradi C (da 25 gradi C a  250  gradi  C  in  3
min.). Il flusso di elio nella trappola  deve  essere  invertito  per
trasferire i composti desorbiti nel liner; 
 
   fase 3 - iniezione 
 
   il liner deve essere riscaldato velocemente (da -160 gradi C a 200
gradi C in pochi secondi) e i  composti  sono  iniettati  in  colonna
separativa. Le sostanze, separate dalla  colonna  capillare,  entrano
nell'  area  del  rivelatore  spettrometrico  di  massa   dove   sono
sottoposte ad  un  bombardamento  d'elettroni  accelerati  a  70  eV,
prodotti da un filamento riscaldato. L'energia degli  elettroni  deve
risultare  sufficientemente  alta  da  ionizzare  il  composto  (ione
molecolare)  e  rompere  i  legami  piu'  deboli  creando   frammenti
ionizzati. Gli ioni positivi generati nella sorgente vengono  espulsi
mediante   un   campo   elettrico   ed   inviati    nell'analizzatore
quadrupolare. 
   Applicando alle barre del rivelatore un  voltaggio  oscillante  in
radiofrequenza e' possibile  destabilizzare  tutti  gli  ioni  tranne
quelli aventi un valore di m / z prefissato. Variando il campo  delle
frequenze  di  oscillazione  delle   barre   secondo   una   sequenza
prefissata,  si  ottiene  la  scansione  degli  ioni  in   grado   di
raggiungere un rivelatore-fotomoltiplicatore. Il rivelatore trasforma
la corrente ionica in segnale elettrico. Se alle barre  sono  imposti
solo valori definiti di potenziale, sono  registrati  solo  frammenti
con determinati valori m/z (acquisizione SIM). 
   La colonna separativa  utilizzata  per  separare  gli  idrocarburi
C5-C14 e' di tipo CP-SIL (L = 50 M; I.D.  =0,32  mm;  spessore  della
fase = 0,4µm) o di pari caratteristiche;  la  pressione  del  gas  di
trasporto = 0,8 bar di elio. 
   Prima  di  iniziare  la  scansione  dello  spettrometro  si   deve
attendere 1 min (solvent delay). 
   Il fotomoltiplicatore deve essere posto  ad  una  ddp  di  2000  V
(Resulting Voltage). 
   Usando lo spettrometro  di  massa  come  rivelatore,  la  risposta
strumentale non e' proporzionale  al  numero  di  atomi  di  carbonio
presenti nella molecola del composto; pertanto e' necessario generare
una linea di calibrazione per ciascun composto iniettato se si  vuole
determinare la quantita' di questo presente in un campione incognito. 
 
   2.6. Calibrazione 
 
   Le prove di calibrazione dello strumento devono essere eseguite ai
fini della quantificazione dei COV atmosferici. 
   L'esigenza  di  ottenere  un  recupero  quantitativo  del  COV  si
riflette nella necessita' di disporre  di  una  bombola  di  taratura
contenente  in  quantita'  esattamente  calibrate  tutti  i  COV   di
interesse, in  modo  da  minimizzare  gli  errori  nelle  valutazioni
quantitative. La linearita'  dell'analizzatore  deve  essere  testata
usando  almeno  tre  concentrazioni  (incluso  il  punto  zero).   Le
concentrazioni devono  essere  piu'  o  meno  egualmente  distribuite
nell'intero  range   di   concentrazione   ambientale.   A   ciascuna
concentrazione (incluso zero), devono essere eseguite almeno  quattro
misure  indipendenti  e  la  prima  misura,  a  ciascun  livello   di
concentrazione, deve essere scartata. La  calibrazione  e'  calcolata
riportando in grafico  la  risposta  strumentale  in  funzione  della
concentrazione della miscela standard. 
 
   2.7. Calcolo del fattore di recupero dei COV 
 
   Per correggere i risultati grezzi  dell'analisi  e  determinare  i
valori esatti di concentrazione degli  analiti  nell'atmosfera,  deve
essere calcolata la percentuale di recupero complessivo  dei  singoli
COV nel sistema adottato. Il recupero % deve essere valutato  con  la
seguente formula: 
    

                   A (i campione) · V (standard)
Recupero % =     -------------------------------- · 100
                   A (i standard) · V (campione)


    
Dove: 
    

A (i campione) = Area del picco  corrispondente al composto  i-esimo
                 nel campione;
A (i standard) = Area del picco  corrispondente al composto  i-esimo
                 nello standard;
V (campione)   = Volume d'aria campionato (mL);
V (standard)   = Volume di gas standard iniettato per la calibrazio-
                 ne (mL).


    
   Riportando in grafico il recupero % di un determinato composto  in
funzione sia del volume campionato che della  lunghezza  del  carbone
utilizzato si ricava una stima del Volume di sicurezza (SSV). 
 
   3. Metodo di riferimento per la determinazione della formaldeide 
in aria ambiente 
 
   La formaldeide non puo' essere misurata  con  le  stesse  tecniche
analitiche degli altri COV. 
 
   Principio del metodo 
 
   Ai fini del presente decreto per la misura della formaldeide  deve
essere utilizzato il seguente metodo: 
 
- campionamento dell' aria su cartuccia di gel  di  silice  ricoperta
con 2,4-dinitrofenilidrazina acidificata (DNPH); 
- analisi mediante HPLC con rivelazione UV; 
- identificazione e quantificazione alla lunghezza d'onda di  360  nm
attraverso il fenilidrazone corrispondente. 
 
   Il metodo di campionamento fornisce valori di concentrazione della
formaldeide mediati su periodi compresi tra 1 e 24 h. 
 
   3.1. Interferenze dovute alla presenza di ozono 
 
   L'ozono ad  alte  concentrazioni  interferisce  negativamente  per
reazione con la DNPH e l'idrazone formato. Il livello di interferenza
dipende dalle concentrazioni dell'ozono e della formaldeide  e  dalle
loro variazioni durante il periodo di campionamento. 
   L'esposizione diretta della cartuccia di DNPH campionata alla luce
solare puo' produrre artefatti; pertanto, essa deve  essere  protetta
dalla luce diretta rivestendola con carta di alluminio. 
   L' interferenza dell'ozono durante la fase di  campionamento  deve
essere eliminata facendo passare l'aria da analizzare  attraverso  un
dispositivo in grado  di  rimuovere  l'ozono,  indicato  come  "ozono
scrubber". 
 
   3.2. Metodo di campionamento 
 
   Per il campionamento della formaldeide  devono  essere  utilizzate
cartucce di gel di  silice  ricoperte  di  2,4  dinitrofeniliddrazina
(1,4-DNPH) e dei seguenti materiali e strumentazione: 
 
- pompa di campionamento il cui flusso non deve essere inferiore di 2
  L/min, tenendo conto che la caduta di pressione nella cartuccia  di
  campionamento e' dell'ordine di 19 kPa con un flusso  di  1,5L/min;
  la pompa deve essere equipaggiata di regolatore di portata; 
- contatore volumetrico per gas a secco; 
- ozono-scrubber costituto da un denuder  anulare  ricoperto  di  una
soluzione satura di KI. 
 
   I denuders anulari sono costituiti da due tubi di vetro  coassiali
lunghi circa 10 cm e con diametri dell'anello  di  10  e  13  mm.  Il
ricoprimento  del  denuder  deve  essere  eseguito  introducendo  una
soluzione satura di KI nell'intercapedine  anulare  per  bagnarne  le
pareti. L'eccesso di KI deve essere  scaricato  e  le  pareti  devono
essere asciugate  mediante  un  flusso  di  azoto  puro.  Un  denuder
ricoperto  di  KI   delle   dimensioni   sopra   riportate   presenta
un'efficienza per l'ozono vicina all'unita' (E > 99,9%)  con  portate
di aria di 1 L/min. La sua capacita' operativa fino a quando E scende
a 95% e' pari a 250 µg di  ozono  (2000  ppb/h).  In  alternativa  e'
possibile  utilizzare  come  ozono  scrubber  cartucce   commerciali,
contenenti KI granulare. 
   L'aria campione deve essere raccolta connettendo l'ingresso  della
cartuccia ricoperta di DNPH con il denuder ricoperto con KI o con  la
cartuccia contenente KI granulare. L'uscita della cartuccia  di  DNPH
deve  essere  collegata  alla  pompa  di  aspirazione   dell'aria   e
quest'ultima a sua volta al contatore volumetrico di aria. 
 
   3.3. Procedura di campionamento 
 
   Assemblare il sistema di campionamento e assicurarsi che la  pompa
sia capace di garantire una  portata  di  aria  costante  durante  il
periodo di campionamento. Prima di  procedere  con  il  campionamento
assicurarsi che la linea di prelievo dell'aria non presenti  perdite.
Questa verifica viene effettuata occludendo  l'ingresso  dell'aria  a
monte dell'ozono scrubber e controllando che il contatore volumetrico
non indichi alcun passaggio di aria nella linea. 
   Installare la linea di campionamento nel sito  di  monitoraggio  e
verificare che il flusso di aria sia vicino a quello programmato.  Il
flusso di aria puo' variare da 0,5 a 1,2 L/min e  generalmente  viene
regolato a 1 L/min. Le moli totali di formaldeide nel volume di  aria
campionata non devono eccedere quelle di DNPH  nella  cartuccia  (2mg
oppure 0,01 millimoli/cartuccia). In generale una stima  conservativa
del volume del campione puo' essere  approssimativamente  quella  del
50% della capacita' di saturazione della DNPH. 
   Terminato il campionamento, rimuovere la  cartuccia  di  DNPH  dal
sistema e chiuderla da entrambi i lati  con  appositi  tappi,  quindi
riporla in un contenitore di vetro etichettato che  va  mantenuto  in
ambiente refrigerato. 
   Il periodo di conservazione del campione in  ambiente  refrigerato
prima dell'analisi di laboratorio non puo' eccedere i 30 giorni. 
 
   3.4. Procedure di estrazione 
 
   Rimuovere la cartuccia campionata dal contenitore; iniettare nella
cartuccia mediante siringa 3 mL di CH3CN ad un flusso non superiore a
1,5 mL/min in direzione inversa a quella di campionamento. All'eluato
vanno aggiunti 2 mL di acqua per ottenere  una  migliore  prestazione
cromatografica. 
 
   3.5. Analisi mediante HPLC 
 
   L'analisi  del  campione  deve   essere   effettuata   utilizzando
un'unita' base HPLC costituita da una pompa isocratica,  una  valvola
di iniezione dotata di loop da 20µL, una  colonna  cromatografica  in
fase inversa tipo ODS  (5µ  m,  250  x  4,6  mm),  un  rivelatore  ad
assorbimento  UV  regolato  alla  lunghezza  d'onda   regolato   alla
lunghezza d'onda di  360  nm  e  un  processore-integratore  di  dati
cromatografici. 
   Prima di ciascun'analisi verificare  che  la  linea  di  base  del
rivelatore non presenti deriva. 
   Preparare   la   fase   mobile,   costituita   da   una    miscela
acetonitrile-acqua (60:40). 
   Caricare il serbatoio dell'HPLC con la miscela eluente e  regolare
il flusso della pompa peristaltica ad 1.0 mL/min. 
   Caricare l'iniettore con 100 µL di soluzione campione mediante una
siringa per HPLC. Azionare la valvola  dell'  iniettore  in  modo  da
introdurre il contenuto del loop (20µL) nella  colonna  separativa  e
procedere con l'analisi cromatografica. 
   Procedere  all'identificazione  e  quantificazione   dell'idrazone
della formaldeide. 
   Se la concentrazione dell'analita eccede il  range  di  linearita'
del rivelatore, il campione deve essere opportunamente diluito con la
fase mobile. 
 
   3.6. Calcolo delle concentrazioni 
 
   La concentrazione della formaldeide nel campione di aria, espresso
in µg/mc e' dato da: 
    

                        H(p)·v·k·(e-c0)
                   C =-------------------
                           H(s)·V


    
Dove; 
    

C = concentrazione della formaldeide nel campione di aria (µg/mc),

c = concentrazione dell'idrazone della formaldeide nello standard
    (µg/mL),

c0 = concentrazione dell'idrazone della formaldeide nel "bianco"
     (cartuccia non esposta),

H (s) = altezza/area del picco della formaldeide nello standard
        (unita'),

H (p) = altezza/area del picco della formaldeide nel campione
        (unita')

k = fattore di conversione da idrazine della formaldeide a
    formaldeide (= 0.143),

V = volume di aria campionata (mc),

v = volume della soluzione iniettata (mL).


    
N.B. La concentrazione C0 del bianco va determinata per ogni lotto di
cartucce ricoperte di DNPH utilizzate. 
 
   3.7. Calibrazione dell'HPLC 
 
   Preparare una soluzione stock di calibrazione sciogliendo 10 mg di
2,4 dinitrofenilidrazone della formaldeide in 100 mL di acetonitrile. 
   Da questa soluzione si prelevano 4 standard di  calibrazione  alle
concentrazioni di interesse (0.25, 0.50, 1.0 e 2.0 µg/mL)  attraverso
opportuna diluizione con la miscela eluente. 
   Analizzare ciascuno standard di calibrazione tre volte e  tabulare
l'area di risposta strumentale in funzione della concentrazione. 
   Costruire la curva di calibrazione. La risposta e' lineare  quando
si ottiene un coefficiente di correlazione di almeno 0,99. 
   Eseguire  quotidianamente  il   controllo   della   risposta   del
rivelatore iniettando una soluzione  standard  avente  concentrazione
pari o superiore a 10 volte il limite  di  rivelabilita'  strumentale
(es. 1µg/mL). 
   La risposta ottenuta non deve scostarsi piu' del  10%  dal  valore
medio registrato con soluzioni di uguale concentrazione. 
   Se si osserva una variabilita' maggiore e' necessario  ripetere  i
tests di calibrazione oppure eseguire una nuova curva di calibrazione
utilizzando soluzioni standard preparate di fresco.