(Regolamento)
 
                          CONSULTA ARALDICA 
 
                    Regolamento tecnico araldico 
 
                          TERMINI ARALDICI. 
 
    1. - La Consulta araldica nella descrizione degli  stemmi  ed  in
altre occorrenze si atterra' alla dicitura contenuta in uno  speciale
vocabolario araldico da essa compilato a da  approvarsi  con  decreto
Ministeriale. 
 
                               Stemmi. 
 
    2. - Gli stemmi della Famiglia Reale sono regolati  dal  relativo
R. decreto 1° gennaio 1890. 
 
    3. - Gli stemmi dello Stato e delle  Amministrazioni  governative
sono regolati dal R. decreto 27 novembre 1890. 
 
    4. - Le Provincie, i Comuni, gli Enti morali non possono servirsi
dello stemma dalle Stato, ma di quell'arma o  simbolo  del  quale  od
avranno ottenuta la concessione  o  riportato  il  riconoscimento,  a
norma del vigente regolamento araldico. 
 
    5. - Le famiglie o gli individui che ottennero la concessione  di
uno speciale stemma gentilizio  o  di  cittadinanza  o  ne  sono  nel
legittimo attuale possesso, debbono farne  uso  colle  ornamentazioni
che sono proprie delle loro rispettive qualita' o dignita'. 
 
                               Scudi. 
 
    6. - Lo scudo d'arme normale tradizionale  in  Italia  e'  quello
appuntato e per le donne quello ovato. 
 
  Sono  tollerate  le  altre  fogge  di  scudi  riservando  la  forma
romboidali alle armi femminine. 
 
  Nelle concessioni si escluderanno le fogge arcaiche  e  di  torneo,
inclinate a tacca, a testa di cavallo ecc. 
 
    7.  -  Si  possono  usare  tutte  le  forme  di  elmi  che   sono
consuetudinarie nell'araldica. 
 
  Nelle concessioni  si  escludono  quelle  a  becco  di  passero,  a
berettone ed altre arcaiche. 
 
    8. - Gli elmi indicano la dignita' a seconda degli smalti che  li
coprono e secondo la loro posizione, la inclinazione della  ventaglia
e della bavaglia e la collana equestre della gorgiera. 
 
  La superficie brunita o rabescata, le bordature o cordonature messe
ad oro o ad argento, il numero dei cancelli nella visiera  non  danno
indizi di dignita'. 
 
    9. - Gli elmi sono di acciaio,  dorati  per  la  Famiglia  Reale,
argentati per le  famiglie  nobili,  abbrunati  per  le  famiglie  di
cittadinanza. 
 
    10. - Gli elmi usati  dalla  Famiglia  Reale,  descritti  nel  R.
decreto 1° gennaio 1890, sono dorati, posti di fronte colla ventaglia
alzata e la bavaglia calata. 
 
    11. -  Gli  elmi  delle  famiglie  nobili  sono  argentati  colla
gorgeretta fregiata di collana e medaglia colla ventaglia chiusa e la
bavaglia aperta. 
 
  Si possono collocare o di piano profilo o di tre quarti  a  destra.
Quando lo scudo e' fregiato dal manto l'elmo si colloca di fronte. 
 
    12. - Essendovi piu' olmi, i laterali saranno affrontati,  quello
centrale (se esiste) di fronte. 
 
    13. - Gli elmi delle  famiglie  di  cittadinanza  sono  abbrunati
senza collana, colla visiera chiusa e collocati di  pieno  profilo  a
destra. 
 
    14. - Gli ecclesiastici, le donne, gli enti morali in massima non
usano il fregio dell'elmo. 
 
                               Corone. 
 
    15. - Le corone della Famiglia Reale sono determinato e descritte
nel R. decreto 1° gennaio 1890. 
 
    16. - Le  famiglie  nobili  usano  corone  d'oro  formate  da  un
cerchio,  brunito  o  rabescato,  gemmato,  cordonato  ai  margini  e
sostenente le insegne del titolo o dignita'. 
 
    17. - La corona normale di Principe e' sormontata da otto  foglie
di acanto o fioroni d'oro (cinque visibili)  sostenute  da  punte  ed
alternate da otto perle (quattro visibili). 
 
    18. - Sono tollerate le  corone  di  Principe  che  non  hanno  i
fioroni alternati da perle o che sono bottonati di una  perla  o  che
hanno le perle sostenute da punte o che sono chiuse col  velluto  del
manto, a guisa di tocco sormontato o no da una crocetta di oro  e  da
un fiocco d'oro fatto a pennello. 
 
    19. - Le famiglie decorate  del  titolo  di  Principe  del  Santo
Romano  Impero  possono  portare  lo  speciale  berettone  di  questa
dignita'. 
 
    20. - La corona normale di Duca e' cimata da otto  fioroni  d'oro
(cinque visibili) sostenute da punte. 
 
    21. - Sono tollerato le corone di Duca coi fioroni  bottonati  da
una perla o chiuse col velluto del manto disposto a guisa di tocco. 
 
    22. - Le famiglie che furono riconosciuto nell'uso attualo di  un
titolo di  creazione  napoleonica  possono  usare  il  tocco  piumato
indicante il loro titolo. 
 
    23. - La corona normale di Marchese e' cimata da quattro  fioroni
d'oro (tre visibili) sostenuti da punto ed alternati da dodici  perle
disposte tra a tre in quattro gruppi piramidali (due visibili). 
 
    24. - Sono tollerata le corono di Marchese coi  gruppi  di  perle
sostenuta da punte e colle perle disposto  tre  a  tre,  una  accanto
all'altra e collocate o sul margino della corona o sopra  altrettante
punte. 
 
    25. - La corona normale di Conte e' cimata da sedici perle  (nove
visibili). 
 
    26. - Sono tollerate le corone di Conte colle perle sostenute  da
punte o cimate da quattro grosse perle (tre  visibili)  alternate  da
dodici piccole perle disposte in quattro gruppi (due visibili) di tre
perle ordinate  a  piramidi  o  collocate  una  accanto  all'altra  o
sostenute dal cerchio o da altrettante punte. 
 
    27. - La corona normale di Barone ha il cerchio accollato  da  un
filo di perle con sei giri in banda (tre visibili). 
 
    28. - Sono tollerate le corone di Barone col tortiglio  alternato
sul margine del cerchio da sei grosse perle (quattro visibili) oppure
omesso il tortiglio colla cimatura di dodici perle (sette visibili) o
collocate sul margine del cerchio o sostenute da altrettanto punte. 
 
    29. - La corona normale di nobile e' cimata da otto perle (cinque
visibili). 
 
    30. - E' tollerata la corona di nobile colle  perle  sorrette  da
altrettante punte. 
 
    31. - La corona normale di  cavaliere  ereditario  e'  cimata  da
quattro perle (tre visibili). 
 
    32. - Le famiglie  decorate  del  cavalierato  garmanico  possono
fregiare lo scudo d'arme secondo le varie  insegne  state  attribuite
nei diversi tempi, nei diplomi di concessione. 
 
    33. - Le famiglie  insignite  della  nobilta'  germanica  possono
usare l'elmo cimato  dalla  coroncina  tornearia,  cioe'  di  quattro
fioroni (tre visibili) alternati da quattro perle (due visibili),  ma
questa corona non si puo'  usare  staccata  dall'elmo  del  quale  e'
fregio speciale ed indivisibile. 
 
    34. - La corona normale di visconte e' cimata da  quattro  grossa
perle (tre visibili) sostenute da altrettante punte ed  alternate  da
quattro piccole perle (due visibili) oppure da due punto d'oro. 
 
    35. - La corona normale di patrizio e' formata dal solo cerchio. 
 
    36. - Per quei  patriziati  per  i  quali  sara'  dimostrato  con
documenti o monumenti di storica importanza che godettero l'uso molto
antico di  corone  speciali,  queste,  caso  per  caso,  si  potranno
riconoscere con deliberazione della Consulta araldica  preceduta  dal
parere della relativa Commissione regionale e sanzionata dal ministro
presidente. 
 
  Tali deliberazioni si dovranno pubblicare nella parte ufficiale del
Bollettino della Consulta araldica. 
 
    37. - Le famiglie nobili o patriziali senza  possesso  di  titolo
speciale di nobilta' usano la loro corona collocandola sopra l'elmo. 
 
    38. - Le famiglie titolate fregiano il loro scudo con due corone: 
 
  una piu'  grande  appoggiata  al  lembo  superiore  dello  scudo  e
contornante l'elmo  ed  un'altra  piu'  piccola  sostenuta  dall'elmo
stesso. 
 
  La corona maggiore sara' quella relativa al  titolo  personale;  la
minore quella del titolo piu' elevato della famiglia. 
 
    30. - I cardinali, gli ecclesiastici  regolari,  i  cavalieri  di
giustizia e professi dell'Ordine di Malta, non portano la loro corona
gentilizia, ma le insegne speciali della loro dignita' e qualita'. 
 
    40. - Le donne maritate usano la corona corrispondente  al  grado
del loro consorte. Le donne nubili, a meno di  concessioni  speciali,
portano la sola corona del loro titolo personale. 
 
    41. - Gli enti morali possono fregiare la loro  arma  od  insegna
con quelle corone speciali delle quali si provera' la concessione  od
il possesso legale. 
 
    42. - La corona della Provincia (a meno di concessione  speciale)
e' formata da un cerchio d'oro, gemmato colle  cordonature  lisce  ai
margini racchiudente due rami uno di alloro  ed  uno  di  quercia  al
naturale uscenti dalla corona, decussati e ricadenti all'infuori. 
 
    43. - La corona di Citta' (a meno  di  concessione  speciale)  e'
turrita, formata da un cerchio d'oro, aperto da otto pusterle (cinque
visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri
(cinque visibili) riunite da cortine di muro, il tutto d'oro e murato
di nero. 
 
    44. - La corona di Comune (a meno  di  speciale  concessione)  e'
formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre  visibili)  con
due cordonate a muro sui margini, sostenente  una  cinta,  aperta  da
sedici porte (novo visibili) ciascuna sormontata da una  merlatura  a
coda di rondine ed il tutto di argento e murato di nero. 
 
                              Svolazzi. 
 
    45. - Gli elmi si adornano coi loro veli frastagliati a  svolazzi
trattenuti sul cucuzzolo, da un cercine condonato in banda. 
 
    46. - Il cercine e gli svolazzi sono divisati cogli smalti  dello
scudo d'arme a meno di speciali concessioni  o  di  casi  storici  di
inchiesta. 
 
    47. - Nelle concessioni si descrivono gli smalti  degli  svolazzi
escludendo le smaltature all'antica fatte con figure  o  pezze  dello
scudo. 
 
                              Cimieri. 
 
    48. - Il cimiero si  colloca  sul  cucuzzolo  dell'elmo.  Per  le
famiglie titolate esce dalla piccola corona di famiglia. 
 
    49. - In massima non si  concedono  cimieri  se  non  a  famiglie
nobili e titolate e si escludono per gli stemmi che non portano l'uso
di elmo. 
 
    50. - Nelle concessioni i cimieri non  si  collocheranno  fra  un
volo, fra trombe, proboscidi od altre insegno di torneo. 
 
    51. - Non  si  fanno  concessioni  di  cimieri  multipli;  questi
possono solamente essere oggetti di riconoscimento. 
 
                               Manti. 
 
    52. - Il padiglione ed il manto per  gli  stemmi  della  Famiglia
Reale e dello Stato sono regolati dai relativi RR. decreti 1° gennaio
e 27 novembre 1890. 
 
    53. - Il manto, come distintivo ereditario, e' annesso ai  titoli
di principe e di duca. 
 
    51. - All'infuori di questi titolati  non  si  fanno  concessioni
speciali di manti e neppure di mantelletti  d'arme  divisati  con  le
figure o pezzo dello scudo. 
 
    55. - Il manto per i principi ed i duchi e'  di  velluto  porpora
soppannato di ermellino senza galloni, ricami, bordature e frange. 
 
  Si colloca movente o  dall'elmo  o  dalla  corona,  accollato  allo
scudo, annodato ai lati, in alto con cordoni d'oro. 
 
                          Altri ornamenti. 
 
    56. - I motti  si  scrivono  sopra  liste  bifide  e  svolazzanti
smaltate come nel campo dello scudo e scritte con  lettere  maiuscole
romane. Di regola si collocano sotto la punta dello scudo. 
 
    57. - Si rispettano le tradizioni storiche per  i  motti  scritti
con caratteri speciali e per i gridi d'armi. 
 
    58. - Nelle concessioni i motti saranno od italiani o latini, ne'
scritti con lettere arcaiche. 
 
    59. - Non si fanno concessioni di gridi d'armi,  di  pennoni,  di
bandiere gentilizie, di coccarde e di livree. 
 
    60. - Si possono fare concessioni ad  enti  morali  di  bandiere,
bracciali ed altre insegne. 
 
    61. - I sostegni od i tenenti si possono riconoscere o concedere. 
 
                         Insegne femminili. 
 
    62. - Le donne nubili possono portare l'arma della famiglia sopra
un carello o tessera romboidale od ovata cimata dalla corona del loro
titolo personale e circondata da una cordigliera d'argento sciolta  o
da una ghirlanda di rose. 
 
    63. - Le donne maritate portano le insegne gentilizie di  nascita
accollate ed a sinistra di quelle del marito  colla  corona  che  gli
appartiene. 
 
  Possono fregiare gli scudi colla cordigliera d'argento  annodata  o
con due rami  di  olivo  decussati  sotto  la  punta  degli  scudi  e
divergenti. 
 
    64. - Le donne vedove portano le insegne gentilizie come le donne
maritate, ma colla cordigliera sciolta, eppure con due rami di  palma
decussati sotto la punta dello scudo. 
 
    65. - Le insegne femminili di massima non sono fregiate da  elmi,
cimieri, sostegni e tenenti. Possono usare i motti. 
 
    66. - Per le armi femminili di cittadinanza si ometteranno  tutti
gli ornamenti esteriori fuorche' i motti. 
 
                      Distinzioni di dignita'. 
 
    67. -  I  cavalieri  dell'Ordine  Supremo  della  SS.  Annunziata
possono accollare al loro  scudo  il  manto  dell'Ordine  che  e'  di
velluto amaranto sparso di rose e di fiamme d'oro con  galloni  d'oro
caricati di nodi e di rose  di  Savoia  e  colla  fodera  di  teletta
d'argento. 
 
    68. - Gli ecclesiastici possono  usare  le  insegne  tradizionali
della loro dignita'. 
 
    69. - I magistrati aventi il grado di  primo  presidente  possono
accollare lo scudo colle mazze e colla toga  della  loro  dignita'  e
cimarlo col rispettivo tocco. 
 
    70. - Gli ufficiali generali di terra possono accollare  al  loro
scudo le bandiere nazionali decussandole in numeri di sei se  tenenti
generali  comandanti  di  Corpi  d'armata,  di  quattro  se   tenenti
generali, di due se maggiori generali. 
 
    71. - Gli ufficiali generali di mare possono  accollare  il  loro
scudo ad un'ancora se contrammiragli, a due ancore decussate se  vice
ammiragli. 
 
    72. - I decorati di ordini  equestri  possono  fregiare  il  loro
scudo colle insegno delle loro decorazioni. 
 
    73. - I  cavalieri  di  Gran  Croce  decorati  del  Gran  Cordone
dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro  continueranno  a  cingere  lo
scudo colla gran fascia verde annodata da piu' cifre  Reali  coronate
d'oro. 
 
                   Visto, d'ordine di Sua Maesta': 
 
                      Il ministro dell'interno 
 
presidente del  Consiglio  dei  ministri  presidente  della  Consulta
                              Araldica 
                             A. FORTIS.