(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
        DISCIPLINARE DI PRODUZIONE I.G.P. "COPPIA FERRARESE"

                               Art. 1.
    L'indicazione geografica protetta "Coppia ferrarese" e' riservata
al  pane  che  risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel
presente disciplinare di produzione.
                               Art. 2.
    L'indicazione geografica protetta "Coppia ferrarese" e' riservata
al  pane  confezionato con farina di grano tenero di tipo "0", acqua,
strutto di puro suino, olio extra vergine di oliva, lievito naturale,
sale alimentare, malto o come tale o sotto forma di estratto.
                               Art. 3.
    La zona di produzione della "Coppia ferrarese" comprende tutto il
territorio della provincia di Ferrara.
                               Art. 4.
    Le  condizioni  di  produzione  della  "Coppia  ferrarese" devono
essere  quelle  tipiche  della  zona  e  comunque atte a conferire al
prodotto  le  specifiche  caratteristiche. Le modalita' di produzione
sono le seguenti:
      l'impasto  degli  ingredienti per ottenere la cosiddetta "pasta
dura"  avviene mediante l'immissione, in una impastatrice a forcella,
di  farina di grano tenero di tipo "0", acqua, strutto di puro suino,
olio  extra vergine di oliva, lievito naturale denominato "di madre",
lievito, sale, malto;
      il  rapporto acqua/farina e' calcolato al 35% di acqua rispetto
alla farina impiegata (in lavorazioni diverse, quali le paste tenere,
il rapporto acqua/farina e' pari al 50% ed oltre);
      il  rapporto  strutto  di  puro  suino/farina  e' pari al 6% di
strutto  rispetto alla farina impiegata; quello di olio extra vergine
di oliva/farina 3-4%;
      il  rapporto  lievito  di  madre/farina  corrisponde  al 10% di
farina    impiegata.    Tutti   gli   ingredienti   vengono   immessi
nell'impastatrice a forcella per un tempo variabile da 15 a 20 minuti
primi.
    Si  utilizza, in questa fase, l'impastatrice a forcella in quanto
la  stessa,  avendo  un movimento in senso orario lento, favorisce la
miscelazione  delle  materie  prime  in modo omogeneo e consente alle
sostanze  grasse  di  distribuirsi  uniformemente. Il movimento lento
della   macchina  evita  il  riscaldamento  dell'impasto,  condizione
ritenuta  indispensabile  per  la realizzazione del pane denominato a
pasta  dura,  il  quale  risulta  essere l'unico pane che deve essere
completamente formato prima che inizi la fase di lievitazione.
    L'impasto   cosi'   come  anzi  indicato,  viene  successivamente
passato,  per  la  fase  di  raffinatura,  nel  cilindro  automatico,
compiendo dai 15 ai 20 passaggi;
      la pasta, ultimata la fase della raffinatura, viene posta su di
un  desco  e tagliata a strisce dell'altezza desiderata (da un minimo
di cm 1,0 ad un massimo di cm 2,0) a seconda del formato del prodotto
che  si  intende  realizzare;  successivamente  le  strisce  di pasta
vengono   immesse   nella  trafila,  quindi  nella  macchina  per  la
formazione  delle  coppie,  da  cui escono gia' formate in due "mezze
coppie".
    L'intervento  conclusivo  e'  rappresentato  dalla unione dei due
pezzi di pasta (stretta), operazione eseguita manualmente.
    Il   procedimento   in   alternativa   e'   realizzato   in  modo
completamente   manuale  nel  seguente  modo:  ultimata  la  fase  di
raffinatura,   a  mano,  si  spezzano  i  pezzi  di  pasta  del  peso
desiderato,  gli  stessi,  successivamente,  vanno  frazionati in due
ulteriori pezzi.
    Mediante  pressione  delle  mani,  i  due  pezzi di pasta vengono
lavorati  sino  a  quando  non  assumono  la  forma ovale, denominata
pastella.
    Il  panettiere, lavorando contemporaneamente con entrambe le mani
le  due  "pastelle",  arrotola  la pasta sino a quando non ottiene la
forma  definitiva  dei  crostini,  quindi  congiunge  le  due  "mezze
coppie", cosi' ottenendo il prodotto finito.
    Il  pane  una  volta  formato,  viene  disposto su assi di legno,
coperto  da  un  telo  ed  immesso  nella  cella  di lievitazione per
completare  la  fase  di  lievitazione  (durata dai 70 ai 90 minuti a
seconda della temperatura ambientale).
    La  fase  di  lievitazione si ottiene attraverso l'immissione del
lievito  naturale  denominato  "di madre". Per ottenere il lievito di
madre e' necessario seguire il procedimento di cui al successivo art.
5.
                               Art. 5.
    Per  ottenere  il  lievito "madre" si miscela una farina di grano
tenero  di  tipo  "0"  (W220  - P/L 0,45 - 0,50), con acqua (rapporto
acqua/farina  45%).  Per  avviare  il principio della lievitazione e'
necessario  aggiungere  all'impasto,  aceto di vino rosso o luppolo o
mosto d'uva.
    La  dose  per  la realizzazione di lievito di madre in ragione di
1 kg  di  farina si ottiene con l'aggiunta di 1 cucchiaio di aceto di
vino rosso o di mosto d'uva o di luppolo, oltre all'acqua indicata al
punto precedente.
    L'impasto   va   eseguito  a  mano,  avendo  cura  di  mantenerlo
abbastanza  tenero  e  malleabile;  al  termine della lavorazione che
richiede  10 minuti primi, si forma una palla che dovra' riposare per
24 ore nell'ambiente del laboratorio e lontano da fonti di calore.
    Successivamente,   il  composto,  andra'  nuovamente  manipolato,
aggiungendo  un  quantitativo  di  circa  200 gr  di farina ed un po'
d'acqua;  l'acqua da immettere variera' da 9-10 centilitri, quindi lo
stesso  dovra'  riposare  per ulteriori 12 ore nel medesimo ambiente.
Quest'ultimo  procedimento andra' ripetuto ogni dodici ore per cinque
giorni consecutivi.
    Un  giorno  prima  della  completa maturazione il composto andra'
immesso  nell'impastatrice  a  forcella ed amalgamato, quindi riposto
entro un contenitore ricoperto da un canovaccio di cotone.
                               Art. 6.
    Ultimata  la fase di lievitazione, si procede all'infornamento in
forni  a  platea fissa, in quanto la cottura del pane avviene secondo
il  metodo  tradizionale  con  riscaldamento  del  piano e successivo
trasferimento del calore dal basso verso l'alto.
    Nella  fase  di  infornamento,  le  valvole  del  camino,  devono
rimanere   aperte   per  consentire  l'espulsione  di  vapore  acqueo
eventualmente presente in camera, ultimato l'infornamento di tutto il
pane, si serrano le valvole e si chiudono le porte, venendo in questo
modo  a bloccare l'emissione di vapore che si viene a formare durante
la  prima  fase di cottura, al fine di favorire lo sviluppo del pane.
Le  valvole  andranno  riaperte  al  momento  dello  sfornamento  per
facilitare  la fuoriuscita dell'umidita' accumulata all'interno della
camera.
                               Art. 7.
    La  "Coppia  ferrarese"  all'atto dell'immissione al consumo deve
rispondere alle seguenti caratteristiche:
      essere formata in pezzature comprese tra gli 80 gr ed i 250 gr;
      l'aspetto  esteriore  e'  formato  da due pezzi di pasta legati
assieme  a  forma  di  nastro  nel  corpo  centrale,  ciascuno con le
estremita'  ritorte in modo da formare un ventaglio di quattro corna,
le cui estremita' sono chiamate "crostini";
      il   colore   e'   dorato,   con   venature   quasi  bionde  in
corrispondenza delle zone ritorte;
      l'odore e' penetrante, appetitoso;
      il sapore sapido;
      umidita' massima 12%-15% a seconda delle pezzature prodotte.
                               Art. 8.
    Il  pane dovra' essere posto in vendita entro 24 ore da quando e'
stato  prodotto  e  non  potra'  essere  sottoposto a procedimento di
surgelazione, congelazione od altro processo di conservazione neppure
se realizzato in fasi produttive intermedie.
    Le  aziende  produttrici dovranno marchiare ogni forma di pane in
modo  da  caratterizzarlo rispetto agli altri formati secondo il logo
allegato al presente disciplinare di produzione.
    Nel  caso  si  effettui  la  vendita  della "Coppia ferrarese" in
confezione, la stessa dovra' riportare tutte le informazioni relative
al  prodotto,  con le indicazioni degli ingredienti caratterizzanti e
con  l'applicazione  sulla  confezione  stessa  del  logo allegato al
presente  disciplinare  di  produzione.  A  parziale deroga di quanto
indicato  al  primo comma del presente articolo, il pane confezionato
potra'  essere  commercializzato  anche  oltre le ventiquattro ore da
quando  e' stato prodotto, a condizione che la confezione destinata a
contenerlo risulti idonea a garantire la perfetta conservazione dello
stesso  senza  alcun  utilizzo di sostanze conservanti o additivanti.
All'indicazione  geografica  protetta  "Coppia  ferrarese" e' vietata
l'aggiunta  di  qualsiasi  menzione  o  qualificazione aggiuntiva ivi
compresi  gli aggettivi "extra", "fine", "selezionato", "superiore" e
similari.
    E'  consentito  l'uso  di  indicazioni che facciano riferimento a
nomi,   ragioni   sociali   o  marchi  privati  purche'  non  abbiano
significato   laudativo  e  non  siano  tali  da  trarre  in  inganno
l'acquirente.
                               Art. 9.
    Il   logo  identificativo  del  prodotto  realizzato  secondo  il
presente  disciplinare  e' composto da una forma di coppia di pane di
colore  giallo  tenue,  iscritto all'interno di un quadrato di colore
azzurro  in  testa  al  quadrato,  su  fondo nero, insiste la scritta
"Coppia"  in  lettere  bianche,  in  basso, sempre sul fondo nero, la
scritta "ferrarese I.G.P.".
                              Art. 10.
    L'organismo  di  controllo di cui all'art. 10 del registro CEE n.
2081/1992  e':  Cermet  Certificazione  e  ricerca  per  la  qualita'
Soc. Cons.  a  r.l.,  con  sede  a  San  Lazzaro  di Savena, via Aldo
Moro, 22.
Colori.
    Il marchio-logotipo e' applicabile in 3 differenti colorazioni:
      A - a piu' colori (policromo);
      B - a 2 colori;
      C - a 1 colore (monocromo).
    A - Nella versione a piu' colori le applicazioni possono avvenire
in quadricomia (A1) o con colori pantone (A2):
      A1 - quadricomia:
        le fasce sono 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce nere sono in negativo bianco;
        lo  sfondo  tra  le due fasce e' di colore azzurro: 76% cyan,
8% magenta;
        il  pane  e'  di colore beige con varie sfumature da chiaro a
scuro:  scuro:  9%  cyan, 9% magenta, 58% giallo, 0% nero; chiaro: 8%
cyan, 8% mangenta, 50% giallo, 0% nero;
      A2 - colori pantone:
        le fasce sono 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce nere sono in negativo bianco;
        lo sfondo e' azzurro pantone 298;
        il  pane e' pantone 458 con sfumature che variano dall'80% al
70% di retino.
    B - La versione a 2 colori pantone puo' essere con sfumature (B1)
o a colori piatti (B2):
      B1 - con sfumature:
        le fasce sono 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;
        il  pane  e'  in pantone 458: punto piu' scuro 80% di retino,
punto piu' chiaro 70% di retino;
      B2 - colori piatti:
        le fasce sono al 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;
        il pane e' al 100% pantone 458.
    C  -  Nella versione a 1 colore si possono avere sfumature (C1) o
colore piatto (C2):
      C1 - con sfumature:
        le fasce sono 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;
        il pane e' nero con sfumature dal 50 al 15% di retino;
      C2 - colore piatto:
        le fasce sono 100% colore nero;
        le scritte dentro le fasce sono in negativo bianco;
        il pane e' 30% di nero.
         ---->  Vedere immagine a pag. 42 della G.U.  <----