(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
PROGRAMMA  PER  LO  SVILUPPO  E  LA  DIFFUSIONE IN ITALIA DELLE NUOVE
   TECNOLOGIE DI TRASMISSIONE RADIOFONICA SU FREQUENZE TERRESTRI E DA
   SATELLITE.

1. Introduzione.
    Con il decreto 24 luglio 2001 e' stato approvato il programma per
lo  sviluppo  delle  nuove tecnologie di trasmissione radiotelevisiva
digitale  su  frequenze terrestri e da satellite e per l'introduzione
dei  sistemi  audiovisivi  terrestri  a  larga  banda,  previsto  dal
decreto-legge  23 gennaio  2001, n. 5, convertito, con modificazioni,
dalla legge 20 marzo 2001, n. 66.
    Tale   programma   e'   stato  dedicato,  in  maniera  specifica,
all'evoluzione   tecnologica   delle   trasmissioni   televisive,  in
considerazione  della  data di chiusura delle trasmissioni televisive
analogiche  e  dell'irradiazione  esclusivamente  in tecnica digitale
entro l'anno 2006, fissata dalla medesima legge n. 66/2001.
    Nel  programma  e'  stato,  peraltro, evidenziato che, allo stato
delle   cose,  non  era  possibile  prevedere  un'organica  serie  di
interventi  al  passo  con  lo  sviluppo del settore e che, pertanto,
sarebbe stato necessario integrare il programma stesso con successivi
provvedimenti,   definibili   sulla   base  delle  future  evoluzioni
tecnologiche e di mercato.
    La  rapida  evoluzione  tecnologica  in  atto  nel  settore della
radiofonia   suggerisce  l'opportunita'  di  prevedere  un  piano  di
sviluppo  anche  per  tale  settore,  nel  quale, con l'avvento della
digitalizzazione del segnale, si prevedono rapidi cambiamenti e sfide
tecnologiche e di mercato.
    Il   presente  programma  intende,  pertanto,  fornire  spunti  e
prospettive  per  lo  sviluppo  e la diffusione in Italia delle nuove
tecnologie  digitali  e  da satellite nel campo della radiodiffusione
sonora,  in considerazione dell'importanza che il settore della radio
riveste nel sistema della comunicazione.
2. L'evoluzione tecnologica della radio.
    L'introduzione  della tecnologia di digitalizzazione del segnale,
cosi'  come  avvenuto  per le trasmissioni televisive, ha interessato
anche   le   trasmissioni   radiofoniche,   sia   pure   con  diverse
caratteristiche  di  sviluppo.  I  principali  sistemi  di diffusione
radiofonica  in  tecnica  digitale  si  possono  oggi raggruppare in:
diffusione  audio  via  satellite (BSS); diffusione con trasmettitori
terrestri   a   servizio   di  aree  con  visibilita'  quasi  diretta
dall'antenna  al  trasmettitore (T-DAB); diffusione con trasmettitori
terrestri in onde medie e onde corte digitalizzate (DRM).
    La diffusione con i sistemi sopra citati e' gia' oggi una realta'
tecnicamente  valida  che fornisce una qualita' audio eccellente, con
facile accessibilita' e semplice uso da parte degli ascoltatori.
    I  sistemi di diffusione sonora in tecnica digitale sono in grado
di  fornire  una  qualita'  non lontana a quella della qualita' audio
ottenuta in casa dai riproduttori di CD e Mini disk.
    Pertanto,  sistemi  di  diffusione  che  possono  fornire segnali
radiofonici potenti, stabili e fedeli, a ricevitori portatili, mobili
e fissi, possono rivelarsi molto appetibili da parte degli utenti che
sia  in  casa,  sia  soprattutto in automobile, richiedono segnali di
elevata qualita' che si avvicinano all'ascolto casalingo dei CD.
    Per  la  radiofonia  da  satellite, la Conferenza mondiale per le
radiocomunicazioni   del   1992   ha   reso   disponibili   bande   a
radiofrequenza  vicine  a 1,5 GHz - 2,3 GHz - 2,6 GHz, opportunamente
regolamentate.
    Le  onde  medie e corte hanno gia' oggi pratiche applicazioni sia
in Europa sia in altri continenti con trasmettitori collocati in vari
punti  del  mondo, utilizzati per effettuare studi di propagazione in
tecnica digitale.
    Le  due  metodologie illustrate (onde medie e corte), sono adatte
alla  copertura  di  vasti  territori  extra  nazione, per cui si sta
studiando a livello mondiale, in seno all'Unione internazionale delle
telecomunicazioni  (UIT)  la possibilita' di avere uno standard unico
di digitalizzazione per la radiodiffusione internazionale.
    Una volta stabilito uno standard sara' possibile, per l'industria
elettronica,  produrre  in  tempi  brevi  ricevitori a basso costo da
commercializzare rapidamente.
    L'offerta  di  radio  via  satellite  viene  oggi gia' ampiamente
coperta   dall'inserimento  dei  programmi  radio  nelle  piattaforme
digitali  via  satellite  DVB,  ma  la tecnologia risente della grave
limitazione della ricezione fissa con antenna parabolica. Il successo
dei  sistemi  satellitari  incontra  poi  un  naturale  limite  nella
ricezione  radiofonica mobile e portatile, a causa degli innumerevoli
ostacoli  che ne impediscono la visibilita'. Per la riuscita di detti
sistemi si prospetta, pertanto, la necessita' di realizzare coperture
complementari terrestri.
    Il  T-DAB - Digital Audio Broadcasting - risulta oggi la via piu'
percorribile  per  arrivare  in  tempi  sufficientemente  rapidi alla
diffusione del mercato delle trasmissioni radiofoniche digitali sulle
frequenze  terrestri  ed  e'  a tale tecnologia che attualmente fanno
riferimento   le   decisioni   legislative  assunte  in  molti  Paesi
dell'Unione europea, compresa l'Italia.
    La  possibilita'  di sperimentare le trasmissioni radiofoniche in
tecnica digitale era gia' prevista, in Italia, dalla legge n. 249 del
1997,  che  riservava  tale  possibilita'  ai  concessionari  e  agli
autorizzati   privati   e   alla  concessionaria  pubblica  RAI.  Per
quest'ultima,  il contratto di servizio prevede uno specifico impegno
di  copertura del territorio mediante impianti che diffondono servizi
radiofonici  in  tecnica  numerica T-DAB, in accordo con gli standard
ETSI.
    La  legge n. 66 del 2001, in una logica evolutiva del servizio di
radiodiffusione  sonora,  ha previsto a brevissimo termine - entro il
31 dicembre 2001 - la pianificazione delle frequenze terrestri per la
radiodiffusione  sonora  in  tecnica digitale ed ha rinviato il piano
nazionale di assegnazione delle frequenze in tecnica analogica ad una
data  successiva  alla  effettiva introduzione del sistema digitale e
allo sviluppo del relativo mercato.
    La  stessa  legge  ha  determinato  come  standard tecnico per la
radiodiffusione  sonora  digitale,  lo  standard  DAB  (digital audio
broadcasting),  che  consente  di offrire, oltre ai normali programmi
radiofonici,  prodotti  e  servizi  multimediali  anche  interattivi,
proiettando   cosi'   il   mezzo   radiofonico   nell'universo  della
"convergenza" multimediale.
    Occorre, tuttavia, evidenziare che, a differenza della diffusione
televisiva per la quale la legge ha stabilito il termine del 2006 per
la totale trasformazione delle trasmissioni dalla tecnica analogica a
quella  digitale,  creando  cosi'  le  condizioni  per  uno  sviluppo
accelerato  del  processo  di  evoluzione  tecnologica,  nel  settore
radiofonico  i tempi di sviluppo saranno prevedibilmente piu' lunghi,
in  quanto  i programmi radiofonici digitali terrestri sono irradiati
su   frequenze  diverse  da  quelle  attualmente  utilizzate  per  le
trasmissioni radiofoniche analogiche. Poiche' nel settore radiofonico
non  e'  prevista  una  data  di  swicht-off  che  comporti il totale
abbandono delle emissioni analogiche in favore di quelle digitali, lo
sviluppo   del   relativo   mercato   sara'  determinato  soprattutto
dall'offerta  di  servizi  nuovi  in  grado  di stimolare l'interesse
dell'utenza  a  dotarsi  di  ricevitori  radiofonici digitali, la cui
commercializzazione  dipendera'  molto  anche dal costo di produzione
degli apparati.
3. I requisiti tecnici e le tendenze del mercato T-DAB.
    Il  DAB-T  e'  il  nuovo  sistema studiato per la radiodiffusione
sonora  terrestre  in  tecnologia  digitale per la ricezione da mezzi
mobili, portatili e fissi.
    Tale  sistema  si  e'  sviluppato da un progetto - "Eureka 147" -
finanziato  dalla  Comunita'  europea  ed  e'  stato  poi qualificato
dall'ETSI  (European  Telecommunications  Standard  Institute),  come
standard europeo.
    Il DAB e' un sistema "condominiale" in cui diversi programmi sono
raccolti  in  un  unico  blocco  a disposizione degli ascoltatori. La
tecnologia  digitale,  cosi' come avviene per i multiplex televisivi,
permette  di  riunire  all'interno  del  blocco  dei programmi, anche
informazioni di natura diversa, come testi, immagini, dati ausiliari,
banche dati ed altro. Tali dati possono essere associati ai programmi
audio  oppure  possono  essere  separati  ed autonomi, ma sono sempre
contenuti all'interno del "blocco" di programmi.
    Come stabilito dalla Conferenza europea di Wiesbaden del 1995, il
DAB  puo'  operare  indifferentemente  in banda VHF- III (174,0 MHz -
240,0  MHz)  ovvero in banda UHF-L (1.452 MHz - 1.468 MHz). Mentre la
banda III si presta per la copertura di ampi bacini di servizio (reti
su  scala  nazionale e/o regionale), la banda L e' un utile strumento
per  costruire  coperture  su  aree ristrette (reti provinciali, reti
metropolitane, tracciati autostradali o ferroviari).
    I ricevitori oggi in commercio sono in grado di ricevere entrambe
le  bande  DAB, oltre le consuete emissioni analogiche in modulazione
di frequenza e di ampiezza (FM e OM).
    La  conferenza di Wiesbaden del 1995 aveva l'obiettivo di avviare
la  sperimentazione  del  sistema  DAB,  individuando  per ogni Stato
membro  una  serie  di  blocchi  di frequenze in banda VHF - III e in
banda  UHF - L, la cui data di utilizzo era fissata a discrezione dei
rispettivi  Stati  membri.  Nella sede europea si definirono anche la
canalizzazione e i requisiti tecnici.
    All'Italia  sono stati assegnati, su base regionale, i blocchi di
frequenze  11D,  12A,  12B,  12C,  12D nella banda III e i blocchi di
frequenze da LA a LH nella banda L.
    Nel  corso  degli anni l'introduzione di tale sistema in Europa e
nel  mondo  ha  registrato  vicende  alterne,  sia dal punto di vista
normativo,  sia  dal  punto  di  vista  dello sviluppo del mercato in
termini di ricevitori e di programmi.
    Le  nazioni  che piu' hanno investito nel DAB sono state il Regno
Unito,  la  Germania,  la  Francia,  la  Svezia e il Canada, che oggi
registrano  coperture  prossime  al  50  per  cento della popolazione
residente.  In  Europa sono pronte all'avvio commerciale del servizio
l'Inghilterra  e la Germania, che hanno provveduto ad organizzare per
tempo  il  quadro  normativo  e  regolamentare  e  hanno  favorito la
cooperazione   tra  il  settore  pubblico  e  quello  privato,  quale
condizione necessaria allo sviluppo della tecnologia.
    In  Italia,  come  si  e'  visto,  la  legge  che ha stabilito lo
standard  DAB  e  la  conseguente  pianificazione  delle frequenze di
radiodiffusione  sonora  in  tecnica  digitale,  e'  stata  approvata
nell'anno  in  corso.  Il disegno previsto dalla legge n. 66 del 2001
verra'  completato con l'approvazione, da parte dell'Autorita' per le
garanzie  nelle  comunicazioni, del regolamento per il rilascio delle
licenze  e  delle  autorizzazioni  per  la diffusione di trasmissioni
radiofoniche   e  televisive  in  tecnica  digitale.  Tra  i  criteri
direttivi  a  cui il regolamento dovra' conformarsi vi e', per quanto
riguarda  il  settore radiofonico, quello di prevedere in ogni blocco
di diffusione, oltre ai servizi multimediali veicolati, almeno cinque
programmi radiofonici.
    La  regolamentazione  del settore radiofonico digitale dovra', in
ogni  caso,  favorire  lo  sviluppo  equilibrato del DAB, mettendo in
condizione  gli  attuali  operatori radiofonici analogici di accedere
alla  nuova tecnologia, onde evitare il rischio che la difficolta' di
accesso  di una parte cospicua delle emittenti radiofoniche determini
una   compressione   dello  sviluppo  delle  nuove  tecnologie  e  la
conservazione delle trasmissioni radiofoniche in ambiente analogico.
    Per  consentire  uno  sviluppo  su  vasta scala, potra' rivelarsi
utile,  se  si  creeranno le condizioni, una rinegoziazione a livello
europeo  delle  frequenze  attribuite  all'Italia dalla Conferenza di
Wiesbaden,   che   oggi   sembrano   inadeguate   sotto   il  profilo
quantitativo,  anche in considerazione del fatto che l'utilizzo della
banda  VHF  -  III  e  della banda UHF - L non consentono, come sopra
rappresentato,  una  identica diffusione del segnale e, pertanto, non
offrono parita' di condizioni tra tutti gli operatori.
    I  principali vantaggi della tecnologia DAB sono: la qualita' dei
programmi   diffusi,  la  riduzione  delle  potenze  irradiate  e  la
conseguente  riduzione  dei livelli di inquinamento elettromagnetico,
l'utilizzo piu' razionale ed ordinato dello spettro radioelettrico.
    La  qualita' delle trasmissioni radiofoniche deriva dall'utilizzo
della  tecnica  di compressione digitale dei programmi. Essa permette
di  eliminare  tutte le componenti sonore che l'orecchio umano non e'
in grado di percepire, mantenendo una qualita' elevata e limitando le
trasmissioni   alle   sole   parti   indispensabili.  La  tecnica  di
compressione  del  segnale  consente anche di raggruppare in un unico
flusso  digitale  piu' programmi radiofonici, mantenendo velocita' di
trasmissione entro livelli ragionevoli senza pregiudicare la qualita'
del segnale.
    L'elevata  efficienza  della  trasmissione  digitale consente una
decisiva   riduzione  delle  potenze  irradiate,  producendo  effetti
positivi  sulle interferenze elettromagnetiche che oggi affliggono la
ricezione  dei  programmi in FM e producono, soprattutto in macchina,
il  degrado  dell'ascolto  dovuto alla variabilita' delle riflessioni
delle  onde  elettromagnetiche  quando  la  vettura  e'  in movimento
rapido.  Inoltre,  la  riduzione  delle potenze irradiate consente la
riduzione   dell'inquinamento   elettromagnetico   e   una   maggiore
rispondenza  dei  trasmettitori ai valori fissati dal d.m. n. 381 del
1998,   che   stabilisce   i   limiti   di   esposizione   ai   campi
elettromagnetici per la tutela della salute umana.
    E'  ovvio  che  tale  beneficio  potra'  esplicarsi  solo dopo il
completo  passaggio alla tecnologia digitale in quanto, nella fase di
transizione,  durante  la  quale la tecnologia analogica affianchera'
quella    digitale,    i    livelli   complessivi   di   inquinamento
elettromagnetico non potranno subire diminuzioni.
    La   tecnologia   DAB,   infine,   consente   di   ottimizzare  e
razionalizzare  al  massimo  l'utilizzo dello spettro radioelettrico.
Infatti, la rigida canalizzazione in "blocchi" contigui obbliga ad un
piu' corretto utilizzo dello spettro radio, mentre il principio della
iso-frequenzialita' delle emissioni di uno stesso gruppo di programmi
consente  di  utilizzare, per lo stesso blocco, la stessa porzione di
spettro  elettromagnetico  per  coperture  di  vaste aree. Mentre nei
sistemi  analogici  in  modulazione  di  frequenze,  le  trasmissioni
isofrequenziali    nel   sovrapporsi   producono   interferenze,   la
tecnologica  digitale  DAB  e' avvantaggiata dalla sovrapposizione di
emissioni  isofrequenziali  provenienti  da  impianti  diversi, nello
stesso blocco di programmi.
    A  fianco  a tale modalita' di emissione (cosidetto sistema SFN -
Singol  Frequency  Network) e' possibile anche la trasmissione in MFN
(Multi  Frequency  Network) che, per le sue caratteristiche tecniche,
si  rivela  molto  adatta  alla  diffusione dei programmi digitali da
parte  delle  emittenti  locali.  Entrambi  i tipi di rete andrebbero
previsti  ai  fini  della  migliore  e razionale pianificazione delle
frequenze.
4. Condizioni per lo sviluppo della radiodiffusione sonora digitale.
    A  sei  anni di distanza dalla Conferenza di Wiesbaden il sistema
DAB  sembra  sufficientemente  maturo  per essere sviluppato su larga
scala.  In  Europa e nel mondo, al di la' degli aspetti legislativi e
regolamentari  che  sono  stati  risolti  in  vario modo dagli Stati,
l'introduzione  di servizi commerciali obbliga l'intera industria del
broadcast  a  prevedere il DAB nei propri business plan. Tuttavia, le
ancora   contenute   dimensioni  dei  servizi  offerti  dal  DAB  non
consentono  una  riduzione sostanziale del costo dei ricevitori e non
sono,  pertanto,  sufficienti  a favorire un aumento della domanda. A
sua  volta  la  domanda non viene incentivata a causa della scarsita'
dei  programmi diffusi con la nuova tecnologia, anche per la presenza
di   una   sovrabbondante   offerta   in  tecnica  analogica  oggi  a
disposizione   degli   ascoltatori  anche  nei  Paesi  dove  e'  piu'
progredita  la  copertura  in  tecnica  digitale. Gli utenti, a causa
della  scarsita' dei programmi digitali e, in parte, del costo ancora
sostenuto  dei  ricevitori  digitali,  non hanno ancora percepito con
evidenza  i vantaggi offerti dalla nuova tecnologia trasmissiva: alta
qualita'  dei  programmi,  paragonabile  all'uso  casalingo  dei  CD,
assenza   di   interferenze   con   evidente   vantaggio  soprattutto
nell'ascolto  mobile, offerta di una pluralita' di servizi aggiuntivi
di  tipo  telematico  e interattivo a cui si puo' accedere tramite il
ricevitore.  Questa  opportunita'  apre  una prospettiva interessante
anche   per   la   crescita  del  mercato  dei  servizi  multimediali
interattivi,   che   attraverso  la  radio  potranno  diventare  piu'
accessibili.
    Lo  sviluppo  della  radio  digitale  e'  condizionato da diversi
elementi:
      1)  dal  lato  dell'offerta  dei  programmi  occorre che, ormai
superata  la  fase  di sperimentazione tecnologica, siano disponibili
contenuti  nuovi,  non  disponibili  in  analogico.  Infatti, data la
grande  varieta' dei programmi diffusi in analogico, solo in presenza
di  un'offerta  nuova  ed  attraente gli ascoltatori saranno spinti a
dotarsi  di  apparati  di  ricezione per le trasmissioni radiofoniche
digitali terrestri;
      2)  sotto  l'aspetto  tecnologico-strutturale,  occorre  che le
aziende  radiofoniche  che  intendono sperimentare le trasmissioni in
digitale,  effettuino  i  necessari  investimenti per l'installazione
delle  nuove  infrastrutture  di  trasmissione,  creando  un  effetto
trainante delle altre aziende nel settore;
      3) sotto l'aspetto regolatorio occorre che vi sia una effettiva
possibilita'  di  accesso  alla  frequenze  da  parte  di  tutti  gli
operatori che intendono sperimentare la nuova tecnologia trasmissiva,
affinche'  siano  garantiti  a  tutti identiche possibilita'. Occorre
anche che siano attentamente regolamentati i rapporti di condivisione
di  siti  e infrastrutture di trasmissione, particolarmente complessi
nel passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale;
      4)  occorre,  inoltre,  che  si  crei  una  capillare  rete  di
promozione  e  distribuzione  dei  ricevitori  digitali,  in grado di
favorire  la  loro  progressiva  penetrazione  tra  gli  ascoltatori,
privilegiando gli aspetti vantaggiosi del DAB;
      5)  c'e'  bisogno  di  uno  stimolo a livello europeo in favore
della ricerca e dell'industria europea, affinche' la nuova tecnologia
DAB  vada  sempre  piu'  acquistando  una  dimensione  di massa e non
marginale, come e' attualmente;
      6)  occorre,  infine, incentivare la liberazione delle bande di
frequenze  assegnate  in  Italia  al sistema DAB, oggi in buona parte
utilizzate  per  la  diffusione di programmi televisivi (banda III) e
per   la  relativa  distribuzione  (banda  L),  al  fine  di  rendere
disponibili,  da subito, le frequenze individuate dalla Conferenza di
Wiesbaden,  che  andrebbero  anzi incrementate per consentire il piu'
diffuso  ed  equilibrato utilizzo delle bande in questione, a parita'
di  condizioni  tra  tutti  gli utilizzatori in termini di qualita' e
quantita'.
5. Gli obiettivi del programma.
    Alla  luce  delle considerazioni sopra esposte, gli obiettivi che
il presente programma propone di conseguire, sono i seguenti:
      a) incentivare   lo   sviluppo   della   domanda  di  programmi
radiofonici   digitali   mediante   la  promozione  dell'acquisto  di
ricevitori digitali da parte degli utenti;
      b)  favorire  lo sviluppo di una capillare rete di promozione e
distribuzione dei ricevitori;
      c) favorire  l'adozione  di corrette politiche di marketing dei
programmi  radiofonici  avanzati,  adatti a sostenere la crescita del
mercato;
      d) rafforzare  il  settore degli investimenti in infrastrutture
tecnologiche  per la distribuzione di programmi radiofonici digitali,
incoraggiando gli operatori ad investire in tecnologia digitale;
      e) garantire,   attraverso   una   opportuna  regolamentazione,
identiche possibilita' di sperimentazione agli operatori in relazione
all'effettiva  disponibilita' di frequenze e parita' di condizioni di
trasmissione in termini di qualita' e quantita'.
      f) incoraggiare  la  diffusione  di  nuovi  tipi  di  contenuti
radiofonici  adatti  alla  trasmissione  in  tecnica  digitale  e  di
un'ampia gamma di servizi multimediali;
      g)  incoraggiare  la  formazione  degli  operatori  del settore
radiofonico,  in  particolare  nei  settori  dell'impiego delle nuove
tecnologie,  per  la  produzione  e  la  distribuzione  di  programmi
radiofonici ad alto valore aggiunto;
      h) estendere  al maggior numero di emittenti la sperimentazione
delle  tecnologie  digitali, al fine di consentire in tempi rapidi lo
sviluppo  del  relativo  mercato,  anche  attraverso  una opportuna e
razionale pianificazione delle frequenze.
    Il  raggiungimento  dei  citati obiettivi dipende in larga misura
dalla  presenza  di  incentivi  che  promuovano  sia  la  domanda sia
l'offerta dei servizi radiofonici digitali.
5.1. Incentivazione della domanda.
    Affinche'   la  domanda  di  programmi  radiofonici  digitali  si
sviluppi  sino  ad arrivare alla massa critica che spinge l'operatore
alla  trasformazione  analogico-digitale,  occorre  che  l'utenza sia
stimolata  ad  acquistare  ricevitori digitali radiofonici, oltre che
mediante   la  diffusione  di  programmi  nuovi  ed  attrattivi,  con
l'introduzione   di   un   regime   fiscale  favorevole.  La  maggior
commercializzazione    degli    apparati    riceventi,    a   seguito
dell'introduzione di un regime fiscale favorevole, comporta nel medio
periodo  un  abbattimento  dei prezzi degli apparati, a seguito della
loro  produzione su vasta scala. Un elemento di grande importanza per
la  diffusione della tecnologia, e' infatti il prezzo del ricevitore,
che  rappresenta  l'investimento  piu'  consistente  che  l'utente e'
tenuto a fare per ricevere le trasmissioni radiofoniche digitali.
5.2. Gli investimenti nelle nuove tecnologie.
    La   tecnologia  digitale  consente  di  irradiare  sulla  stessa
frequenza  e  con il medesimo impianto di diffusione almeno cinque (o
piu)  programmi e una serie di dati. Pertanto accordi commerciali tra
le  parti  diventano  indispensabili  nel  nuovo modello trasmissivo.
Spettera'    al    regolamento    dell'Autorita'    individuare    le
responsabilita'  che  competono  ai  fornitori  dei  programmi  e  ai
diffusori  di  contenuti.  In  ogni  caso agli operatori che dovranno
installare  le  nuove infrastrutture per la trasmissione in digitale,
spetteranno  ingenti  investimenti  in hardware e software, mentre e'
prevedibile  che  nella  fase  iniziale delle trasmissioni digitali i
margini  di  redditivita'  della pubblicita' si riducano, a causa dei
livelli  minimi  di "audience" delle nuove trasmissioni, in attesa di
raggiungere  la  massa  critica  di  ascolto che induce l'operatore a
trasmigrare  dal  sistema  analogico  a quello digitale e l'utente ad
acquistare il ricevitore digitale.
    Da   qui   l'opportunita'   di   sostenere  gli  investimenti  in
infrastrutture  da  parte  delle  emittenti  con  incentivi  di  tipo
fiscale,  anche  in  considerazione  del  minor impatto ambientale, a
lungo  termine,  che gli impianti di irradiazione in tecnica digitale
producono nel territorio.
    Questa  misura,  unitamente a quella gia' prevista dalla legge n.
249  del  1997,  dell'esonero dal pagamento del canone di concessione
per  un  periodo  di dieci anni, puo' rivelarsi utile a sostenere gli
investimenti   in   infrastrutture   nel   periodo   di   transizione
dall'analogico al digitale.
5.3. L'industria dei programmi.
    Oltre  allo  sviluppo  delle  infrastrutture  necessarie  per  la
distribuzione  dei  programmi  radiofonici  digitali,  e'  necessario
diffondere  programmi  nuovi  ed  attrattivi  in  grado  di stimolare
l'utente ad acquistare il ricevitore digitale. I punti di forza della
diffusione  radiofonica  digitale  sono  la  qualita'  dei programmi,
paragonabile  a  quella  dei  CD  e dei Mini disk, e la diffusione di
servizi  ad  alto  valore  aggiunto. La radio digitale e' in grado di
fornire  all'ascoltatore  dati  addizionali  come  figure  video  che
accompagnano  il programma sonoro, messaggi digitali sulle condizioni
della  viabilita' e del traffico, giornali elettronici ed anche video
animati.  In  questo  contesto  il  DAB  puo'  essere  descritto come
"un'autostrada senza filo dell'informazione". Il vantaggio del DAB e'
che  questi  servizi  aggiuntivi,  a  differenza  della  televisione,
possono  essere  ricevuti  in  macchina con un apparecchio portatile.
Andrebbero, pertanto, sviluppati gli aspetti peculiari del DAB che lo
contraddistinguono    dalla    diffusione    radiofonica   analogica,
soprattutto nel campo della multimedialita'.
6. Conclusioni.
    La  legge  n.  66 del 2001 ha individuato il DAB come lo standard
tecnico  per  la  radiodiffusione  sonora  in  tecnica  digitale e ha
stabilito  il  calendario  della  pianificazione  delle  frequenze di
radiodiffusione   sonora   in   tecnica   digitale,   rimandando   la
pianificazione  delle  frequenze  in  tecnica  analogica all'avvenuto
sviluppo del nuovo sistema tecnologico.
    Lo  sviluppo  tecnologico di tale sistema, la cui sperimentazione
in  campo  europeo  e'  conseguente  alla Conferenza di Wiesbaden del
1995, e' ormai sufficientemente maturo affinche' esso sia prodotto su
larga scala e commercializzato con successo.
    L'effettiva implementazione di tale servizio, i cui vantaggi sono
indiscutibili  per  l'utenza  e  per  il  sistema  Paese, puo' essere
opportunamente promossa attraverso una serie di interventi a sostegno
del settore, riguardanti sia lo sviluppo delle infrastrutture, sia lo
sviluppo  della  commercializzazione  dei  ricevitori,  attraverso lo
sviluppo della domanda e dell'offerta di programmi.
    Il  presente  programma  offre  spunti per promuovere, nelle sedi
istituzionali, gli obiettivi individuati e gli interventi finalizzati
alla  diffusione  in  Italia  delle  nuove  tecnologie  di diffusione
radiofonica  in  tecnica  digitale,  e  potra'  essere  aggiornato in
dipendenza   di  ulteriori  sviluppi  del  settore,  al  momento  non
prevedibili.