(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegato 1

            Riassunto delle caratteristiche del prodotto

    4.3 Controindicazioni.
    Ipersensibilita' verso i componenti o altre sostanze strettamente
correlate   dal   punto   di   vista   chimico,  grave  insufficienza
respiratoria,   grave   insufficienza  epatica,  grave  insufficienza
renale;    alcoolismo   acuto   o   delirium   tremens,   trattamento
contemporaneo  con  anti  MAO,  soggetti di eta' inferiore ai 15 anni
(vedere   4.4   Speciali   avvertenze   e   precauzioni  per  l'uso),
allattamento,  generalmente  controindicato in gravidanza (vedere 4.6
Gravidanza e allattamento).
    4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso.
    Avvertenze.
    Buprenorfina  compresse  sublinguali  e' raccomandato solo per il
trattamento della dipendenza da oppiacei.
    Depressione  respiratoria:  sono  stati  segnalati alcuni casi di
decesso  in  seguito  a  depressione respiratoria quando buprenorfina
veniva  usata  in  combinazione  con  le  benzodiazepine  (vedere 4.5
Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione) o quando
buprenorfina  non  veniva  utilizzata in accordo con quanto riportato
nel foglio illustrativo.
    In pazienti con disfunzioni epatiche e renali il farmaco va usato
con prudenza.
    Epatite,  eventi  epatici:  un  ridotto metabolismo epatico della
buprenorfina  in  presenza  di  danno  epatico  esteso sembra infatti
condizionare maggiori  effetti  collaterali.  Inoltre in pazienti che
hanno fatto uso di buprenorfina, specie a dosaggi elevati, sono stati
segnalati  casi  di alterazione della funzionalita' epatica e casi di
necrosi  epatica ed epatite con ittero, che si sono risolti in genere
in  modo  favorevole.  Quando  si  sospetta  un  evento  epatico e la
causalita'  e'  sconosciuta, e' necessaria una ulteriore valutazione.
Se  si  sospetta che buprenorfina possa essere la causa della necrosi
epatica  o  dell'ittero,  si deve sospendere la sua somministrazione,
con  la  rapidita'  consentita  dalle  condizioni del paziente. Se si
continua   il   trattamento   farmacologico,   si   deve   monitorare
attentamente la funzionalita' epatica.
    La  buprenorfina pua' causare sintomi da astinenza dagli oppiacei
se  somministrata ad un tossicodipendente quando siano trascorse meno
di  4  ore  dall'ultima  dose  di  eroina/oppiacei. (Vedere punto 4.2
Posologia e modo di somministrazione).
    La   buprenorfina   puo'  causare  sonnolenza,  che  puo'  essere
esacerbata  da  altri  farmaci  attivi  centralmente,  quali  alcool,
tranquillanti,  sedativi,  ipnotici.  (Vedi punto 4.5 Interazione con
altri medicinali e altre forme di interazione).
    La buprenorfina puo' causare ipotensione ortostatica.
    Studi  farmacotossicologici,  cosi'  come  l'esperienza  clinica,
hanno dimostrato che la buprenorfina puo' causare un basso livello di
dipendenza.
    In  caso  di  sospensione brusca di un trattamento sostitutivo di
mantenimento, segni di astinenza possono comparire tre giorni dopo la
sospensione  stessa,  raggiungendo  un  massimo  dal  terzo al quinto
giorno per poi diminuire progressivamente nell'arco di 8-10 giorni.
    Gli  atleti  dovrebbero essere messi al corrente che buprenorfina
puo' causare una reazione positiva ai test anti-doping.
    Uso pediatrico.
    Nessun  dato  e'  disponibile nei ragazzi al di sotto dei 15 anni
d'eta'; percio' buprenorfina non deve essere somministrato a soggetti
di eta' inferiore ai 15 anni.
    Precauzioni per l'uso.
    Il prodotto deve essere usato con cautela nei pazienti con asma o
insufficienza  respiratoria  (con  buprenorfina  sono stati segnalati
casi di insufficienza respiratoria).
    Insufficienza  renale  (iI  20%  della  dose  somministrata viene
eliminata  per  via  renale,  cosi' l'eliminazione renale puo' essere
prolungata).
    Insufficienza  epatica (il metabolismo epatico della buprenorfina
puo' venire alterato).
    4.5   Interazioni   con   altri   medicinali  e  altre  forme  di
interazione.
    Puo'   risultare  potenziata  l'azione  di  analgesici,  sedativi
centrali   e   farmaci   che   deprimono   la  respirazione,  nonche'
dell'alcool.    L'alcool,   incrementando   l'effetto   sedativo   di
buprenorfina,   puo'   rendere   pericoloso   l'uso  dell'auto  o  di
macchinari.
    Buprenorfina deve essere usato con cautela insieme a:
      benzodiazepine:  l'associazione  di buprenorfina, soprattutto a
dosaggi  elevati, con benzodiazepine, anch'esse usate ad alti dosaggi
ed  impropriamente,  puo'  potenziare  la depressione respiratoria di
origine  centrale,  con  conseguenze  anche  fatali;  percio' le dosi
devono  essere  adattate  individualmente  ed il paziente deve essere
monitorato  con  attenzione, deve anche essere considerato il rischio
di  abuso  del  farmaco (vedere 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni
per l'uso);
      altri  farmaci  depressori  del sistema nervoso centrale; altri
derivati  dell'oppio  (analgesici  e  sedativi  della  tosse); alcuni
antidepressivi,  sedativi antagonisti dei recettori H1, barbiturici,
ansiolitici  diversi  dalle benzodiazepine, neurolettici, clonidina e
sostanze  correlate.  Questa  combinazione aumenta la depressione del
sistema  nervoso centrale e puo' rendere pericoloso l'uso dell'auto e
di macchinari;
      inibitori  delle  monoaminoossidasi  (IMAD):  in  base a quanto
accade con la morfina, e' possibile un'accentuazione degli effetti di
altri oppiacei. Evitare la somministrazione contemporanea e nelle due
settimane successive all'interruzione del trattamento con IMAO.
    Al momento non sono state osservate interazioni degne di nota con
la  cocaina,  l'agente  piu'  frequentemente  utilizzato dai soggetti
poliabusatori, in associazione con gli oppiacei.
    Uno  studio  di  interazione  tra bupreporfina e ketoconazolo, ha
evidenziato  un  aumento  delle  concentrazioni  di  bruprenorfina  e
norbuprenorfina.  I  pazienti  in trattamento con buprenorfina devono
essere  attentamente  monitorati.  Potrebbe essere infatti necessaria
una  riduzione della dose se farmaci inibitori del CYP3A4 (ad esempio
ketoconazolo,  gestodene, TAO, gli inibitori delle proteasi del virus
HIV   ritonavir,   indinavir  e  saquinavir)  sono  somministrati  in
concomitanza.
    L'interazione  di  buprenorfina  con  induttori del CYP3A4 non e'
stata  studiata; tuttavia si raccomanda che i pazienti in terapia con
buprenorfina   siano   attentamente   monitorati   se   trattati   in
concomitanza    con   induttori   enzimatici   quali,   ad   esempio,
fenobarbital, carbamazepina, fenitoina e rifampicina.
    4.6 Gravidanza ed allattamento.
    Gravidanza.
    Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicita' a livello delle
funzione  riproduttiva  (v.  sezione  5.3). Il potenziale rischio per
l'uomo non e' noto.
    Verso  la  fine  della  gravidanza,  dosi elevate di buprenorfina
possono  indurre  depressione  respiratoria nel neonato anche dopo un
periodo  di somministrazione breve. La somministrazione prolungata di
buprenorfina durante gli ultimi tre mesi di gravidanza puo' provocare
sindrome  da  astinenza  nel neonato. Pertanto la somministrazione di
buprenorfina  e'  generalmente  controindicata durante la gravidanza.
L'eventuale uso di buprenorfina in gravidanza deve essere limitata ai
soli  casi  in  cui  il beneficio terapeutico giustifichi i possibili
rischi.
    Allattamento.
    Come  evidenziato  negli  studi  sui  ratti, la buprenorfina puo'
potenzialmente  inibire  la  secrezione  o  la  produzione  di latte.
Inoltre,  poiche'  la  buprenorfina  viene secreta nel latte materno,
nelle  donne  che fanno uso di buprenorfina l'allattamento al seno e'
controindicato.
    4.7 Effetti sulla capacita' di guidare e di usare macchinari.
    Buprenorfina  puo'  causare  sonnolenza in particolar modo quando
assunto  insieme  ad  alcool  o a farmaci che esplicano una azione di
tipo  depressivo  sul sistema nervoso centrale. Evitare, in tal caso,
di  guidare  o  di usare macchinari (vedere 4.4 Interazione con altri
medicinali e altre forme di interazione).
    4.8 Effetti indesiderati.
    La  comparsa  di  effetti  indesiderati  dipende  dalla soglia di
tollerabilita'    del    paziente,    che   e'   piu'   elevata   nei
tossicodipendenti che nella popolazione generale.
    Gli  effetti  indesiderati  osservati  piu'  frequentemente  sono
riportati nella seguente tabella:

                      Classe di sistema/organo

    Disturbi del sistema nervoso centrale:
      sedazione;
      sonnolenza;
      nausea;
      capogiri/vertigini;
      cefalea;
      astenia;
      ansia.
    Disturbi dell'apparato gastrointestinale:
      vomito;
      stipsi.
    Disturbi dell'apparato respiratorio:
      depressione respiratoria.
    Disturbi dell'apparato visivo:
      miosi.
    Disturbi dell'apparato cardiocircolatorio:
      ipotensione.
    Disturbi dell'organismo in generale:
      cefalea;
      sudorazione.
    Le  seguenti  reazioni  avverse  sono  state  segnalate  con  una
frequenza inferiore all'1% dei pazienti:
      confusione,  euforia,  debolezza/affaticamento  secchezza delle
fauci,  irritabilita',  depressione, discorsi incoerenti, parestesia,
ipertensione,   tachicardia,   bradicardia,   costipazione,  dispnea,
cianosi,  prurito,  diplopia,  anomalie  visive, ritenzione urinaria,
tinnito, congiuntivite, blocco di Wenckebac, psicosi.
    Altri effetti osservati raramente includono:
      allucinazioni,   spersonalizzazione,  coma,  dispepsia,  apnea,
eruzione    cutanea,   tremori,   pallore,   perdita   di   appetito,
disforia/irrequietezza,  diarrea,  orticaria, convulsioni/mancanza di
coordinazione muscolare, svenimento e insonnia.
    Nei  pazienti  che  presentano  una tossicodipendenza marcata, la
somministrazione iniziale di buprenorfina puo' produrre un effetto di
astinenza simile a quello associato a naloxone.
    Altre  reazioni  indesiderate  che  sono  state  riportate  sono:
depressione   respiratoria   (vedere   4.4   Speciali   avvertenze  e
precauzioni  per l'uso e 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre
forme di interazione).
    Inoltre in pazienti che hanno fatto uso di buprenorfina, specie a
dosaggi  elevati, sono stati segnalati rari casi di alterazione della
funzionalita'  epatica,  che  si  sono  risolti  in  genere  in  modo
favorevole.  Sono stati riportati casi di: necrosi epatica ed epatite
(vedere   4.4   Speciali   avvertenze  e  precauzioni  per  l'uso)  e
depressione   respiratoria   (vedere   4.4   Speciali   avvertenze  e
precauzioni  per l'uso e 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre
forme di interazione).
    Nei  pazienti  che  presentano  una tossicodipendenza marcata, la
somministrazione iniziale di buprenorfina puo' produrre un effetto di
astinenza simile a quello associato a naloxone.
    4.9 Sovradosaggio.
    La buprenorfina sembra possedere un ampio margine di sicurezza, a
causa delle sue proprieta' di agonista/antagonista oppiaceo parziale.
    Sintomi.
    In   linea   di   principio,   in  caso  di  sovradosaggio  della
buprenorfina,  ci  si deve attendere sintomi simili a quelli di altri
oppioidi ad azione centrale. Questi comprendono:
      depressione   respiratoria,   sedazione,   sonnolenza,  nausea,
vomito, collasso cardiovascolare, miosi marcata.
    Il  principale  sintomo che richiede intervento e' la depressione
respiratoria  che potrebbe evolvere fino all'arresto respiratorio con
il  rischio  di morte. L'altro sintomo che potrebbe essere pericoloso
e' il vomito, di cui si deve prevenire l'aspirazione.
    Trattamento.
    Nel  caso di un sovradosaggio accidentale il paziente deve essere
monitorato  attentamente prestando particolare attenzione allo status
respiratorio  e  cardiaco  e  devono  essere usate misure di supporto
adeguate.
    Utilizzare   le   misure   di  emergenza  generali,  compreso  il
trasferimento  del paziente in unita' di rianimazione. In particolare
si proceda al trattamento sintomatico della depressione respiratoria,
garantendo  la pervieta' delle vie aeree e un'adeguata ventilazione e
al  trattamento sintomatico di un eventuale collasso cardiovascolare.
E'  consigliato  l'uso  di  un  antagonista degli oppioidi (naloxone)
tenendo  presente  che l'efficacia potrebbe essere modesta rispetto a
quella esercitata nei confronti di altri agonisti degli oppioidi, per
la maggiore affinita' recettoriale della buprenorfina.