Art. 4.
                  Elementi che comprovano l'origine
    Le  attivita'  prevalenti della popolazione di Vallerano sono: il
commercio  al minuto e l'agricoltura (soprattutto la coricoltura e la
castanicoltura da frutto).
    Se ne deduce che una delle risorse principali del Paese e' dovuta
alle castagne.
    Detti   castagneti   sono   condotti   in  economia  diretta  dai
proprietari,  solo  poche  aziende  piu  grandi  si avvalgono di mano
d'opera avventizia.
    Nei  fondi  si  accede  attraverso strade provinciali, comunali e
consorziali.
    Sin  dall'inizio  del  secolo  scorso a Vallerano operavano delle
ditte commerciali che esportavano le castagne.
    I  marroni  fiorentini  destinati  in  Francia,  in massima parte
venivano trasformati in marron glaces.
    A Vallerano per la presenza di un ambiente idoneo all'ottenimento
di un prodotto di qualita', si e' concentrato uno dei principali poli
di produzione e commercializzazione italiana.
    I  castagneti,  ubicati  in  terreni  di origine vulcanica (Monti
Cimini),  prevalentemente  vicino  al  centro abitato e quindi ad una
quota  di  400 - 500 m, s.l.m., producono castagne di ottima qualita'
sia  per  la  notevole pezzatura, (di norma non piu' di 85 frutti per
kg; in media 70 per i marroni e 80 per le castagne) che per l'elevato
peso specifico del frutto di norma superiore di circa il 10% rispetto
a  castagne  di  altra provenienza. Queste caratteristiche permettono
alla  castagna di Vallerano di spuntare prezzi di mercato piu' alti e
di godere di una grande notorita'.
    I  principali  fattori che hanno concorso a questo risultato sono
stati  l'insieme di condizioni pedoclimatiche, sociali e strutturali,
che  definiscono  la  vocazionalita' per la coltura; la selezione nel
tempo  di  ecotipi adattati alle condizioni locali; l'applicazione di
tecniche  colturali  in  larga  parte  adeguate  alle  esigenze della
specie.
    Il  primo  censimento al quale si puo' fare riferimento e' quello
effettuato  nello Stato ecclesiastico nel 1656. Nel volume "Vallerano
e  le  confraternite" scritto da Mons. Manfredo Manfredi e pubblicato
nel  1996  e'  indicato  che  il maggiore  sostentamento delle locali
confraternite era rappresentato dalla vendita delle castagne.
    Nella  rivista  Geogr. Ital. 87 (1980) e' indicato che la coltura
del  castagno  esisteva  gia'  nell'anno  1500.  Nel 1584 il Principe
Farnese autorizzo' l'esportazione delle castagne ai paesi vicini solo
verso quelli che potevano fornire in contro partita cereali.
    Negli  atti del Convegno internazionale tenuto a Spoleto nel 1993
viene  indicata  la  piazza di Vallerano quale centro piu' importante
del Viterbese sia per la produzione che per la commercializzazione di
questo prodotto.
    Il  legame  tra Vallerano e la castagna e' altresi' riscontrabile
dalle  grotte  tufacee con vasche per la cura a freddo delle castagne
(cantine)  che  sono  tutt'ora in funzione per il trattamento ai fini
conservativi del prodotto.
    La  sussistenza  della  condizioni  di  idoneita'  e'  accertata,
in particolare,  mediante  iscrizione  delle  fustaie  di castagno da
frutto  in  apposito  elenco  tenuto ed aggiornato da un organismo di
controllo  di  cui al successivo art. 7, in modo da creare un sistema
efficace di tracciabilita' del processo produttivo.
    Entro  il  30  di aprile di ogni anno devono essere presentate le
domande   intese  ad  apportare  eventuali  modifiche  all'iscrizione
stessa.