(all. 1 - art. 1)
Proposta  di  disciplinare di produzione della indicazione geografica
                      protetta «Pane di Matera»

                               Art. 1.
    L'indicazione  geografica  protetta  (I.G.P.) «Pane di Matera» e'
riservata  al  pane che risponde ai requisiti imposti dal regolamento
CEE   n.   2081/92   ed   alle  prescrizioni  indicate  nel  presente
                     disciplinare di produzione.

                               Art. 2.
    L'indicazione geografica protetta «Pane di Matera» e' propria del
pane  ottenuto mediante un antico sistema di lavorazione, tipicamente
utilizzato  dai  panificatori  del  Materano.  Tale  sistema  prevede
l'utilizzo  esclusivo di semola di grano duro (triticum durum) le cui
caratteristiche  qualitative  devono  essere  in linea con i seguenti
                             parametri:

                        glutine (%) - Valore >= 11;
                     indice di giallo - Valore >= 21;
                      umidita' (%) - Valore <= 15,50;
                    ceneri (% s.s.) - Valore >= 2% s.s.
    Almeno  il  20%  delle semole da utilizzare per la produzione del
«Pane  di Matera» deve provenire da ecotipi locali e vecchie varieta'
quali Cappelli, Duro Lucano, Capeiti, Appulo coltivate nel territorio
                     della provincia di Matera.
    Non  e'  ammessa  semola  derivante  da  organismi  geneticamente
                             modificati.

                               Art. 3.
    La  zona  di  produzione  del  «Pane  di  Matera»  e'  quella  di
coltivazione  delle  vecchie  varieta'  di  cui all'art. 2. Comprende
           tutto il territorio della provincia di Matera.
    Al  fine  di  garantire il livello qualitativo, il controllo e la
tracciabilita',  il  confezionamento  e  l'etichettatura del prodotto
         devono essere effettuati nella provincia di Matera.

                               Art. 4.
    Gli elementi che comprovano l'origine e la specificita' del «Pane
di  Matera»  sono dati da riferimenti storici che attestano una lunga
tradizione,  risalente al Regno di Napoli e oltre, come da autorevoli
                           fonti storiche.
    Nella   zona   di   produzione  esistono  numerose  testimonianze
artistiche  e  letterarie  (fatte  soprattutto di leggende e racconti
popolari),  che attestano l'importanza e il culto del pane nella vita
           e nell'economia del territorio di riferimento.
    Gli  oltre centotrenta panettieri, presenti nel materano, insieme
all'indotto economico derivante dalla coltivazione del frumento duro,
dall'acquisizione  di semole, dalla lavorazione e confezionamento del
prodotto,   danno  ragione  dell'importanza  del  pane  nell'economia
                             dell'area.
    Al   fine   di  garantire  la  tracciabilita'  del  prodotto,  si
procedera'  alla  costituzione  di  un  elenco dei panificatori e dei
         confezionatori tenuto dall'organismo di controllo.

                               Art. 5.
    L'elevato   pregio   qualitativo   del   «Pane   di   Matera»  e'
                           riconducibile:
      a) alla  modalita'  di  preparazione  del  lievito  madre,  che
consente  di  utilizzare  ceppi  di  lievito  che  si  sviluppano nel
                      territorio di produzione;
      b)  alla specificita' della «collina materana» che, grazie alle
sue  caratteristiche  pedologiche  (terreni  argillosi)  e climatiche
(piovosita'  media di 350 mm annui), e' particolarmente vocata per la
produzione  delle  vecchie  varieta' di frumento duro, che assicurano
        un'ottima attitudine alla panificazione delle semole;
      c) all'utilizzo  di  essenze  legnose  locali,  che esaltano il
           profumo e l'odore caratteristici del prodotto;
      d) all'opera   e   alla   creativita'  dell'uomo  che,  in  una
consolidata  tradizione, ha saputo combinare i fattori ambientali con
esigenze  di  vita  e  di  cultura,  facendo  del «Pane di Matera» il
prodotto tipico di una ben delimitata area geografica, espressione di
una   particolare  civilta'  (la  «civilta'  contadina»),  oltre  che
                     primaria risorsa economica.

                               Art. 6.
    Per   l'ottenimento   del  «Pane  di  Matera»  occorre  attenersi
scrupolosamente al processo di produzione, qui di seguito descritto.

         Preparazione del lievito madre (lievito naturale).

    1 kg di farina W 300;
    250 gr  di  polpa di frutta fresca matura tenuta prima a macerare
in acqua (250-300 cl);
    preparare un impasto elastico;
    posizionarlo  in  un cilindro di yuta alto e stretto ed attendere
che  si  raddoppi di volume (per un tempo compreso tra 10 e 12 ore, a
26-30 °C);
    rimuovere  l'impasto aggiungendo farina in quantita' pari al peso
ottenuto piu' il 40% di acqua;
    ripetere detti rinnovi per svariate volte fino all'ottenimento di
un impasto che lieviti in 3-4 ore.
    Il  lievito  madre  puo'  essere  utilizzato  al  massimo per tre
rinnovi.  Il  rinnovo  consiste  nell'utilizzare  parte  dell'impasto
originario,  precedentemente  lievitato,  in  aggiunta  ad  un  altro
impasto  di  semola  ed  acqua  da far lievitare per la panificazione
successiva.  Le  quantita'  percentuali  di  lievito  e di semola, in
relazione  all'impasto,  sono  comprese,  rispettivamente, tra 7-8% e
45-47%.  I  tre  rinnovi  consentono di aumentare la massa fermentata
mediante l'aggiunta di acqua e semola rimacinata di grano duro, nella
percentuale  del 15-25% rispetto al quantitativo di semola rimacinata
di grano duro da impastare. Al termine della lievitazione un'aliquota
dell'impasto   (dall'1,2   all'1,8%  in  funzione  delle  temperature
dell'ambiente)   viene   conservata   a  3-5  °C  per  la  produzione
successiva.  Nella preparazione dell'impasto e' consentito l'utilizzo
di  lievito  compresso (saccaromices cerevisiae) in quantita' che non
superi l'1%.

Processo di produzione.

    Ingredienti:
      1. Semola di grano duro 100 kg;
      2. Lievito madre 20-30 kg;
      3. Sale 2,5-3 kg;
      4. Acqua 75-85 lt.
    Gli ingredienti vengono messi nell'impastatrice e lavorati per un
tempo  compreso  tra  25-35  minuti.  Il tempo puo' variare a seconda
della quantita' dell'impasto.
    Dopo  l'impasto,  occorre  lasciare lievitare il pastone in vasca
per  25-35 minuti, avendo l'accortezza di coprirlo con tele di cotone
o   lana.  Cio'  consente  di  ottenere  lievitazione  e  temperatura
omogenee.  Successivamente  si  procede  a  costituire ed a pesare le
preforme  di  1,2 kg  e  di  2,4 kg per ottenere, rispettivamente, un
prodotto  finale  di  1  e 2 kg, con valori che possono variare in un
intervallo  del 10%. Queste preforme, previa una prima modellatura da
eseguirsi  manualmente, vengono lasciate riposare per 25-35 minuti su
tavole di legno, ricoprendole con una tela di cotone.
    Dopo  una  lievitazione  finale  per  30  minuti,  le preforme si
mettono a cottura in forni a legna oppure a gas.
    Il  tempo  di  cottura  varia  in  relazione alla pezzatura. Piu'
precisamente,  per  le  forme da 1 kg il tempo di cottura e' di 2 ore
nel  forno  a  legna e di 1 ora e 30 minuti nei forni a riscaldamento
indiretto.  Per  le forme da 2 kg, il tempo di cottura e' fissato nei
limiti  di 2 ore e 30 minuti nel forno a legna e di 2 ore nei forni a
riscaldamento  indiretto.  E' ammessa una tolleranza del 5% dei tempi
di cottura indicati.
    Nel  forno  a  legna,  dopo un'ora e mezza di cottura, si apre la
bocca  per  un tempo di 10-30 minuti in modo che fuoriesca il vapore;
successivamente   si  richiude  e  si  lascia  cuocere  per  un'altra
mezz'ora.
    Nei  forni  a  gas,  invece,  dopo un'ora si aprono le valvole di
sfogo  per  la  fuoriuscita  del  vapore.  Si  richiude  il forno per
un'altra mezz'ora con le valvole aperte.
    Nel  caso  in cui si utilizzi il forno a legna, occorre impiegare
essenze legnose autoctone.
    Il prodotto cosi' ottenuto, grazie agli ingredienti utilizzati ed
alla specificita' del processo di lavorazione, si caratterizza per un
colore  giallo,  una  porosita'  tipica  e  molto difforme (con pori,
all'interno  del  pane, del diametro variabile da 2-3 mm fino anche a
60 mm), un sapore ed un odore estremamente caratteristici.
    La  conservabilita'  del pane, cosi' ottenuto, puo' raggiungere i
sette  giorni  di tempo per le pezzatura da 1 kg ed i nove giorni per
la pezzatura da 2 kg.
    Al   fine   di   poter   mantenere   integre   ed  inalterate  le
caratteristiche   di   tipicita'  del  «Pane  di  Matera»,  un  ruolo
fondamentale  viene  rivestito  dal  confezionamento  che deve essere
effettuato  o con microforato plastico, in parte colorato ed in parte
trasparente per dare visibilita' al prodotto, o con carta multistrato
finestrata,  anch'essa  atta  ad  evidenziare  il pane e garantire la
conservabilita' per un periodo di almeno una settimana.

                               Art. 7.
    Il  «Pane  di  Matera»  all'atto  dell'immissione al consumo deve
rispondere alle seguenti caratteristiche:
      forma a cornetto oppure a pane alto;
      pezzatura da 1 o 2 kg;
      spessore della crosta di almeno 3 mm;
      mollica   di   colore   giallo  paglierino  con  caratteristica
alveolazione;
      umidita' non superiore al 33%.
    La particolare forma e la fragrante crosta che richiama il colore
della  calda  terra lucana, racchiudono un cuore paglierino, immagine
dei  campi  di  grano e della relativa semola utilizzata: e' il primo
colpo  d'occhio che, assieme al gusto ed al sapore, caratterizzano il
«Pane di Matera».
    La  scelta di vecchie varieta' di grano, che conservano, nel loro
patrimonio genetico, caratteristiche non presenti in altre, da' luogo
a farine che trasferiscono al pane il gusto ed il sapore unico che lo
contraddistinguono. Si aggiungano il processo di lavorazione e, nello
specifico,  la  realizzazione  del  lievito  madre, che, prodotto con
frutta fresca, aggiunge ulteriori e particolari sensazioni di gusto.

                               Art. 8.
    Il  controllo  per  l'applicazione  del  presente disciplinare di
produzione   e'   svolto   da   un   organismo   privato  autorizzato
conformemente  a  quanto  stabilito dall'art. 10 del reg. CEE n. 2081
del 14 luglio 1992.

                               Art. 9.
    Sulle etichette da apporre sulle confezioni dovranno comparire le
diciture «Indicazione Geografica Protetta» e «Pane di Matera». Dovra'
altresi'  comparire  il logotipo, specifico ed univoco, da utilizzare
in  modo inscindibile con l'IGP, la cui descrizione, raffigurazione e
indici colorimetrici sono riportati nell'allegato A.
    All'indicazione   geografica   protetta   «Pane   di  Matera»  e'
consentita,  qualora  il  pane sia stato prodotto in un panificio con
forno  a  legna,  l'aggiunzione della dicitura «Pane cotto in forno a
legna».