(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato

DISCIPLINARE PER LA PRODUZIONE, LAVORAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEL
«RISO  DI  BARAGGIA  BIELLESE  E  VERCELLESE»  INDICAZIONE GEOGRAFICA
                              PROTETTA
                               Art. 1.
                     Denominazione del prodotto
    L'Indicazione   geografica  protetta  «I.G.P.  Riso  di  Baraggia
Biellese  e  Vercellese» e' riservata al prodotto alimentare ottenuto
osservando  le  norme previste nel presente disciplinare, mediante la
elaborazione  per  abrasione  del  riso  grezzo (risone), coltivato e
raccolto  nelle  risaie  del  peculiare  ambiente agro-pedo-climatico
definito,  per  antica  ed  esclusiva dizione, con il nome: «Baraggia
Biellese e Vercellese»: la «Barazza» dei secoli XV - XVI - XVII.
    L'elaborazione    o    trasformazione,   il   confezionamento   e
l'etichettatura   del  riso  prodotto  in  Baraggia  devono  avvenire
esclusivamente  nel  territorio delle province di storica lavorazione
del  Riso  di  Baraggia: Alessandria, Biella, Milano, Novara, Pavia e
Vercelli.
                               Art. 2.
                      Descrizione del prodotto
    L'Indicazione  «I.G.P.  Riso  di  Baraggia Biellese e Vercellese»
designa,  con  esclusivita',  il  prodotto  risiero ottenuto mediante
l'elaborazione   del   riso  grezzo  o  risone  a  riso  «integrale»,
«raffinato» e «parboiled».
    Le  varieta'  di  riso  oggetto  di  coltivazione  sono quelle di
seguito indicate con le rispettive caratteristiche:

          ---->  Vedere Tabella a pag. 23 della G.U.  <----

    Per  quanto  attiene  i  difetti  che potrebbero manifestarsi sui
grani  del  riso  integrale  e  del  riso raffinato e' consentita una
tolleranza percentuale massima come qui di seguito e' indicato:
      grani spuntati: 5,0%;
      grani striati rossi: 3,0%;
      grani difformi ed impurita' varietali: 5,0%;
      grani gessati: 3,0%;
      grani danneggiati: 1,50%;
      grani danneggiati da calore: 0,05%.
    Con  riguardo  alla percentuale dei grani spezzati (rotture), per
il  riso  raffinato  e'  consentito  il  limite del 3,0%; per il riso
integrale il limite e' del 2,0%.
    Nel  riso  raffinato  «Parboiled»  i limiti di difetto consentiti
sono i seguenti:
      grani striati rossi: 1,0%;
      impurita' varietali: 5,0%;
      grani  di  riso che non hanno subito il trattamento idrotermico
parboiled: 0,10%;
      grani non completamente gelatinizzati: 4,0%;
      grani danneggiati: 1,0%;
      pecks: 0,50%;
      grani spezzati: 3,0%.
                               Art. 3.
        Delimitazione geografica del territorio di produzione
    L'area   colturale   di  produzione  dell'indicazione  geografica
protetta  «IGP riso di Baraggia Biellese e Vercellese» e' situata nel
nord-est  del  Piemonte,  nelle  province  di  Biella e di Vercelli e
comprende  i  territori  comunali  e  relative  frazioni dei seguenti
comuni:  Albano  Vercellese,  Arborio,  Balocco,  Brusnengo, Buronzo,
Carisio,  Casanova  Elvo,  Castelletto  Cervo, Cavaglia', Collobiano,
Dorzano,  Formigliana,  Gattinara,  Ghislarengo,  Gifflenga, Greggio,
Lenta, Massazza, Masserano, Mottalciata, Oldenico, Rovasenda, Roasio,
Salussola,  San  Giacomo  Vercellese,  Santhia',  Villanova Biellese,
Villarboit.
    L'elaborazione    o    trasformazione,   il   confezionamento   e
l'etichettatura   del  riso  prodotto  in  Baraggia  devono  avvenire
esclusivamente  nel  territorio delle province di storica lavorazione
del  riso  di  Baraggia: Alessandria, Biella, Milano, Novara, Pavia e
Vercelli.
                               Art. 4.
                       L'origine del prodotto
    Le  antiche o relativamente nuove varieta' create dai risicoltori
della  Baraggia  risalgono  almeno  al  XIX  secolo e sono di seguito
elencate:   Ranghino  (1887),  Greppi  (1906),  Rosso  Gorei  (1922),
Roncarolo  Giovanni  (1924),  Riccardo Restano (1926), Generale Rossi
(1926),  Vercelli  (1926), Pierrot (1927), S. Giacomo (1927), Barbero
(1929),   Carluccio  Gallardi  (1931),  Battezzato  (1935),  Vercelli
Gigante   Inallettabile  (1936),  Arborio  (1946),  Franco  Roncarolo
(1948),  A  3  Marchetti (1950), Precoce Corbetta (1954), S. Domenico
(1957), Rosa Marchetti (1964), Ariete (1980).
    Fin  dai  primi anni del secolo scorso, il riso - coltura storica
tradizionale  della  Baraggia  - fu utilizzato anche quale simbolo di
manifestazioni   popolari   anche   di   carattere   sportivo,  corse
ciclistiche  in  particolare, cui parteciparono campioni quali Coppi,
Bartali e Magni con altri.
    La  diversita'  della  Baraggia  e  del suo riso fu descritta per
circa  50  anni  nel «Giornale di Risicoltura», edito mensilmente dal
1912   al  1952  dall'ex  Istituto  Sperimentale  di  Risicoltura  di
Vercelli,  che  riporto'  frequentemente articoli tecnico scientifici
per motivare le peculiari caratteristiche dell'area di Baraggia e per
il  riso  che vi si produceva. Lo stesso Istituto, nel 1931, acquisi'
in  comune  di  Villarboit  (centro  dell'area  risicola di Baraggia)
un'azienda  risicola utilizzandola quale centro di ricerca allo scopo
di perfezionare le specificita' di produzione dell'area baraggiva.
    Dal  1952  al  su  ricordato  mensile fece seguito la rivista «Il
Riso»,    edita   dall'Ente   Nazionale   Risi   (E.N.R.),   in   cui
articoli diversi  ricordano  le peculiari caratteristiche di qualita'
del riso prodotto in quest'area.
    L'origine  del  prodotto  e'  inoltre  garantita  dall'iscrizione
obbligatoria  in appositi elenchi, tenuti dall'organismo di controllo
di  cui  all'art.  7  del disciplinare di produzione, delle superfici
coltivate,  dei  produttori,  degli elaboratori, dei condizionatori e
dei confezionatori.
                               Art. 5.
Metodi  di ottenimento della coltivazione del risone e di lavorazione
                              del riso
A - Metodi di ottenimento della materia prima (risone).
    Fertilizzazione  -  Le  concimazioni  devono  essere  finalizzate
all'ottenimento di un prodotto sano e di perfetta maturazione.
    E'  vietato  l'impiego  di  concimi  nitrici  e  dei  composti  o
formulati fertilizzanti che contengano metalli pesanti.
    Interventi  antiparassitari  ed erbicidi - Fatto salvo l'assoluto
rispetto  delle  norme  esistenti sull'uso dei fitofarmaci consentiti
dalle  leggi,  i  trattamenti  fungicidi  o  insetticidi alle colture
devono essere eseguiti almeno 40 giorni prima della raccolta.
    Il  seme  - La semente necessaria per le colture dovra' essere un
prodotto  sementiero  certificato  dall'E.N.S.E.,  a  garanzia  della
purezza  varietale, dell'assenza di parassiti fungini oltre che della
germinabilita'.
    L'essiccazione  -  Le  operazioni di essiccazione del riso grezzo
devono  essere  eseguite  con  mezzi  e  modalita'  operative tali da
evitare  o da ridurre al minimo la contaminazione degli involucri del
grano  di  riso  dagli  eventuali residui del combustibile e da odori
estranei.   Sono   da   preferirsi   essiccatoi  a  fuoco  indiretto,
possibilmente alimentati da metano oppure g.p.l. e similari.
    Il  riso grezzo o risone riposto in magazzino e quello offerto in
vendita per la lavorazione non deve superare il 14% di umidita'.
    Lo  stoccaggio  del  risone  - Nella conservazione del risone, al
risicoltore  e'  fatto  obbligo  di  eseguire  ogni  accorgimento per
impedire  l'insorgenza  dei  parassiti  animali o fungini e quella di
fermentazioni anomale.
    Al  termine dell'estate, comunque prima della raccolta del risone
e  del  successivo  immagazzinamento, nei magazzini, silos o celle di
stoccaggio e nei locali contigui dovranno essere compiute le seguenti
operazioni:
      a) un  preventivo trattamento mediante insetticidi, per evitare
il ritorno degli insetti dai possibili rifugi nascosti in cui possono
essersi rifugiati a seguito delle operazioni di pulizia eventualmente
eseguite in precedenza;
      b) le  operazioni  di  pulizia  e  di  asportazione dei residui
impropri,  dopo  la  disinfestazione, ad evitare il possibile ritorno
degli insetti;
      c) la  pulizia integrale della mietitrebbiatrice dai residui di
precedenti raccolti e quella dei veicoli propri e di terzi adibiti al
trasporto del risone da immagazzinare o in vendita.
B -  Metodi  di ottenimento del prodotto alimentare, Riso di Baraggia
Biellese e Vercellese.
    Modalita'   operative   per   la   lavorazione   del  risone:  le
elaborazioni sul risone ammesse sono:
    Per  la  preparazione  del  riso  integrale  o  per la successiva
raffinazione dei prodotti.
      Scortecciatura  o  sbramatura:  operazione atta ad eliminare le
glumelle   del  grano  di  riso  «lolla»,  seguite  dalle  successive
operazioni di calibratura del riso.
    Per la preparazione del riso raffinato.
      Raffinazione o sbiancatura - Operazione atta ad asportare dalla
superficie  del  grano  di riso per abrasione, le bande cellulari del
pericarpo: le operazioni devono essere eseguite in modo da conseguire
il grado di raffinazione definito di secondo grado.
    Le  tecniche  operative  di  raffinazione  devono  adeguarsi alle
metodologie  atte  ad  evitare  che  i  grani  presentino  lesioni da
microfratture.
                               Art. 6.
            Elementi di legame con l'ambiente geografico
    Il territorio situato al confine nord-est della regione Piemonte,
nelle  province di Vercelli e di Biella, per le specifiche e precipue
caratteristiche della struttura geologica dei terreni fu indicato, ab
antiquo,   con   particolare  ed  esclusiva  definizione  «Baraggia»,
distinguendola,   anche   mediante  la  dizione,  dal  piu'  generico
brughiera   (Zona  LXXII  del  Catasto  Agrario  denominata  «Pianura
risicola dell'Alto Vercellese o delle Baragge»).
    E'  l'area pedemontana che dalle Prealpi, site sotto il massiccio
del  Monte  Rosa,  si  sviluppa verso il piano a terrazzi, o in lieve
graduale declivio, da nord-ovest a sud-est.
    L'ambiente  ecologico  che  la caratterizza e' particolare, oltre
che   sotto  il  profilo  geo-pedologico,  anche  per  le  situazioni
climatiche,  idrologiche  e di fertilita' dei terreni, qui di seguito
ricordate:
      i   suoli  d'origine  morenica  formatisi  durante  il  periodo
diluvio-glaciale  dall'alterazione  in  loco di materiali granitici e
porfidi  quarziferi delle Alpi, risultano costituiti da limi, argille
e sabbie, i derivati autoctoni della degradazione di quelle rocce;
      il  suolo  e  il  sottosuolo  - contrariamente ad altri tipi di
brughiera  sabbiosi e con scheletro abbondante, d'origine alluvionale
-   sono   generalmente   compatti,  asfittici,  deficienti  di  vita
microbica,  poveri  di humus. Mediante la lavorazione dei terreni, si
rendono  evidenti  in  superficie  le  concrezioni limonitiche, anche
pisoliformi: i ferretti;
      all'analisi  chimica  i terreni, oltre che in eccesso di ferro,
si  dimostrano  carenti  di  calcare,  su  livelli  di  acidita'  che
oscillano  da  pH  4,5 a 5,5; sono inoltre assai poveri di componenti
fosforici e potassici oltre che di sostanze umiche;
      l'irrigazione    delle    colture   e'   assicurata,   mediante
canalizzazione,  dai  corsi  d'acqua  che scendono dalle Alpi e dalle
Prealpi  contribuendo,  nella  modesta  presenza di inquinanti per la
loro  origine,  a  favorire  un  ambiente  protetto.  Le  derivazioni
fluviali  sono: il fiume Sesia derivato dai ghiacciai del Monte Rosa;
il  Cervo  e l'Elvo che, unitamente ad altri torrenti minori derivati
dalle  Prealpi  e  dalle  tre  dighe  con i relativi invasi posti sui
torrenti   Ostola,   Ravasenella   ed  Ingagna,  contribuiscono  alla
distribuzione delle acque destinate anche ad usi civici e potabile;
      in  prospettiva  climatica l'area resta costantemente sotto gli
effetti  della  prospiciente  catena montana da cui discendono flussi
d'aria  fredda  a  determinare  inversioni termiche. Le temperature e
l'umidita'  dell'aria, ambedue stabilite di norma a livelli minori di
quelle  misurabili nel piano, contribuiscono alla migliore formazione
del grano di riso, determinando una piu' rapida maturazione;
      l'assieme  delle  situazioni  geo-pedologiche,  le edafiche dei
terreni  di  risaia,  le  climatiche e le idriche hanno assicurato la
formazione  di  un  particolare habitat a nicchia ecologica protetta,
all'interno  della circoscritta e modesta area geografica sottesa tra
il Sesia, l'Elvo e i rilievi prealpini.
    Sotto  il  profilo  morfologico  e fisiologico le piante del riso
coltivate  in  Baraggia  assumono un abito vegetativo meno sviluppato
rispetto a quello che la medesima varieta' manifesta in altre aree di
coltivazione; la maturazione si perfeziona con la riduzione del tempo
necessario   per   completare  la  fase  riproduttiva.  Le  frequenti
inversioni  termiche, favorite dall'ingresso dei venti che discendono
dai  monti,  rendono  piu'  rapida  la  formazione delle cariossidi a
perfezionamento della maturazione.
    In  virtu'  delle sopra ricordate situazioni di habitat, il grano
del  riso  -  per  risaputa,  tradizionale conoscenza ed esperienza -
assume, nelle corrette condizioni agronomiche colturali una superiore
compattezza  dei  tessuti cellulari, una superiore traslucidita', una
minore  dimensione in volume, peso e lunghezza, rispetto a quello che
in altre zone acquisisce l'identico tipo varietale.
    Proprio  a  causa delle ricordate situazioni di modesta feracita'
del terreno, unitamente ai predetti parametri ambientali, i risultati
produttivi  -  di  norma  -  sono  inferiori  a  quelli ottenibili in
situazioni  ambientali piu' favorevoli; e' uno dei motivi per i quali
si consegue il miglioramento della qualita' del riso sopra ricordata;
conclamata e unanimemente riconosciuta dai consumatori.
    In  seguito  alla  cottura,  il  riso  di  Baraggia manifesta una
superiore  consistenza  del  grano  rispetto  all'omologo prodotto di
altre  zone  e  una  minore collosita', a parita' di trattamento o di
metodologia nella preparazione dell'alimento.
    La  reputazione  acquisita  nel tempo dal riso raffinato prodotto
nella  Baraggia,  fin  dal  XIX  secolo,  e'  affidata ad un prodotto
ritenuto dal consumatore dotato di precipue caratteristiche di tenuta
alla cottura: superiore consistenza e modesta collosita'.
    Tale  reputazione  e'  correlata  alla  indiscussa qualita' delle
varieta'  di  riso nei tempi selezionate da risicoltori di Baraggia e
ivi  coltivate,  successivamente  adottate  per la coltura e alimento
anche in altre regioni e aree risicole.
    L'area   geografica  della  Baraggia  Biellese  e  Vercellese  di
coltivazione  e'  compresa  all'interno  del piu' esteso comprensorio
della  «Baraggia Vercellese» delimitato con regio decreto 30 dicembre
1929,  n.  2357  e con decreto del Ministero dell'agricoltura e delle
foreste  3 maggio  1931,  n.  1458.  (N.B.  nel  1929 non esisteva la
suddivisione geografica tra le province attuali di Biella e Vercelli,
per cui la «Baraggia» era solo Vercellese).
                               Art. 7.
                       Organismo di controllo
    I  controlli saranno effettuati da un organismo conforme a quanto
previsto dall'art. 10 del reg. CEE 2081/92.
                               Art. 8.
            Confezionamento, etichettatura e contrassegni
1 - Confezionamento del Riso di Baraggia.
    Il  prodotto  I.G.P. «Riso di Baraggia Biellese e Vercellese» per
essere   ammesso  al  consumo  deve  riportare  sulla  confezione  la
denominazione precisa della varieta' agraria coltivata nel territorio
e  non  quella  di altra consimile, anche quando fosse concesso dalle
norme vigenti.
    Sono   previste   diverse   forme   di   condizionamento   e   di
confezionamento a seconda del mercato di destinazione.
    Le confezioni di I.G.P. «Riso di Baraggia Biellese e Vercellese»,
ai  fini  dell'immissione al consumo, devono essere dei seguenti pesi
espressi  in  kg:  0,250  -  0,500  - 1,0 - 2,0 - 5,0 - 10,0 - 25,0 e
devono  essere  presentati  in  sacchi,  sacchetti  di  stoffa  o  di
materiale   plastico   igienicamente   idoneo  a  contenere  prodotti
alimentari,  scatole  di  materiali  differenti purche' ammessi dalle
norme  di  legge  che regolano le condizioni igienico sanitarie sugli
alimenti.
2 - L'etichettura.
    Le  denominazioni  che  devono  comparire  in caratteri di stampa
sulle confezioni sono:
      il contrassegno (I.G.P.) della Comunita' europea;
      il  logo dell'I.G.P. « Riso di Baraggia Biellese e Vercellese»,
come  identificato all'art. 10, che deve figurare sulla confezione in
caratteri   chiaramente   distinguibili   per  dimensioni  e  colore,
unitamente al predetto contrassegno;
      marchi  privati  delle  riserie  e  pilerie,  ragioni  sociali,
indicazioni varietali.
    Sono vietate indicazioni laudative od ingannevoli.
                               Art. 9.
 Prodotti derivati o trasformati con l'impiego del Riso di Baraggia
    I prodotti per la cui preparazione e' utilizzata l'I.G.P. Riso di
Baraggia,   anche   a  seguito  di  processi  di  elaborazione  e  di
trasformazione,  possono  essere  immessi  al  consumo  in confezioni
recanti  il  riferimento alla detta denominazione senza l'apposizione
del logo comunitario a condizione che:
      il  prodotto  a  denominazione protetta, certificato come tale,
costituisca  il  componente esclusivo della categoria merceologica di
appartenenza;
      gli  utilizzatori  del  prodotto a denominazione protetta siano
autorizzati  dai  titolari  del  diritto  di proprieta' intellettuale
conferito   dalla   registrazione   dell'IGP   riuniti  in  consorzio
incaricato  alla  tutela  dal  Ministero delle politiche agricole. Lo
stesso  consorzio  incaricato  provvedera'  anche  ad  iscriverli  in
appositi  registri ed a vigilare sul corretto uso della denominazione
protetta. In assenza di un consorzio di tutela incaricato le predette
funzioni  saranno  svolte  dal  MIPAF  in  quanto autorita' nazionale
preposta all'attuazione del reg. (CEE) 2081/92.
  L'utilizzazione non esclusiva della denominazione protetta consente
soltanto  il  suo  riferimento, secondo la normativa vigente, tra gli
ingredienti  del  prodotto che lo contiene, o in cui e' trasformato o
elaborato.
                              Art. 10.
                               L o g o
    Il  «Riso  di  Baraggia Biellese e Vercellese» sara' identificato
dal logo sotto identificato.

           ---->  Vedere Logo a pag. 25 della G.U.  <----

Dimensioni.
    Le  dimensioni  possono  variare  in base alle varie tipologie di
confezioni  utilizzate,  con il diametro esterno compreso tra 2,5 e 5
cm.
Carattere.
    Per  tutte  le  scritte  abbiamo  usato il carattere: copperplate
gothic.
    Riso di Baraggia = copperplate gothic three bc.
    Biellese e Vercellese = copperplategothic thirty two bc.
    Valore  dei  colori  per la riproduzione tipografica, espressi in
percentuale di ciano, magenta, giallo e nero.
    Testo: bianco.
    Filetto esterno verde: 100% ciano - 100% giallo.
    Cerchio  blu  di  sfondo alle scritte: 100% ciano - 80% magenta -
20% nero.
    Montagne: 65% magenta.
    Chicchi di riso: gradazione di grigio in quadricromia.
Descrizione del logo.
    La   espressione   grafica   del   logo   e'   tesa   a  favorire
l'identificazione  dell'alimento  nel disegno della forma dei grani e
anche  per  l'origine  e  le  precipue  caratteristiche  dell'habitat
geografico di coltura e cultura.
    Alla base e in primo piano e' la rappresentazione di tre grani di
riso  raffinato, diritti e accostati, come di norma sono presentati e
visti dal consumatore. E' evidente all'apice dei grani la minuta area
vuota  in  cui,  prima  della  raffinazione, era collocato l'embrione
della cariosside del riso.
    Sullo  sfondo  bianco  interno  del  logo,  campeggia  l'immagine
stilizzata  del massiccio del Monte Rosa dai cui ghiacciai discendono
le  acque che, direttamente e primariamente, alimentano l'irrigazione
delle  risaie  della  Baraggia  dalle  cui  coltivazioni trae origine
esclusiva il riso regolamentato dal presente disciplinare.
    Fa  da  corollario  al  logo,  nella parte alta, il nome «Riso di
Baraggia»  ed,  in basso, l'indicazione del territorio amministrativo
rappresentato, Biellese e Vercellese.