(all. 3 - art. 1)
                                                           Allegato 2
    ASPETTI DA CONSIDERARE NELLA PERSONA MIELOLESA IN FASE ACUTA
Aspetti psicologici.
    Inquadramento psicologico della persona medullolesa.
    Interventi nella fase delle informazioni ai familiari e pazienti,
sostegno psicologico.
    Coinvolgimento   da  parte  dello  psicologo  di  tutta  l'equipe
interessata  al  caso  che dovra' avere un approccio il piu' corretto
possibile  al  fine  di  ridurre  gli effetti deleteri del trauma dal
punto di vista psicologico e sostenere il paziente e i suoi familiari
nell'affrontare il difficile percorso riabilitativo.
Aspetti sociali.
    Mediazione  culturale per gli utenti non italiani, individuazione
delle condizioni lavorative, scolastiche, familiari e assicurative in
modo  da impostare la piu' adeguata assistenza sociale per la persona
medullolesa e la sua famiglia.
Aspetti respiratori.
    Diagnostica:  prove  di  funzionalita' respiratoria, monitoraggio
dell'attivita'   respiratoria   (frequenza   respiratoria)   e  della
concentrazione  dei  gas  ematici, monitorizzazione della saturazione
periferica di ossigeno (SaO2). Diagnostica per immagini rx, rx scopia
e TC, elettromiografia del diaframma, broncoscopia.
    Prevenzione   delle  complicanze:  fisioterapia  respiratoria  da
espletarsi   sette   giorni   alla   settimana,   assistenza  manuale
all'espettorazione  nell'arco  delle  24 ore, assistenza ventilatoria
meccanica non invasiva.
    Terapia:   broncoscopia   terapeutica,   drenaggio  di  eventuali
pneumotorace,   emotorace   o   versamento  pleurico;  terapia  delle
infezioni   delle   vie   respiratorie,   fisioterapia  respiratoria,
ventilazione   meccanica   non   invasiva,  gestione  della  fase  di
svezzamento dalla ventilazione controllata e/o assistita.
Aspetti cardiocircolatori.
    Diagnostica:     monitorizzazione     dell'attivita'    cardiaca,
monitorizzazione   della   pressione  arteriosa  e  venosa  centrale,
ecocardiografia,  ecocolordoppler dei grossi vasi venosi e arteriosi,
scintigrafia di perfusione polmonare.
    Prevenzione delle complicanze: mantenimento dei normali valori di
ritmo  e  pressione  prevenzione  della  trombosi venosa profonda con
mezzi  farmacologici  e  meccanici  (calze  elastiche  a compressione
graduata, compressione pneumatica sequenziale).
    Terapia: terapia farmacologica e elettrica delle turbe del ritmo,
terapia  farmacologica  e  meccanica  (filtro  cavale) delle trombosi
venose profonde ad alto rischio di embolia polmonare.
Aspetti gastrointestinali e nutrizionali.
    Diagnostica:  monitorizzazione  del  ristagno  gastrico  e  della
motilita'   intestinale,  analisi  delle  feci,  esami  ematochimici,
urinari e clinici per valutare lo stato nutrizionale.
    Prevenzione    delle   complicanze:   gastroprotezione   per   la
prevenzione   dei   sanguinamenti  gastroduodenali,  svuotamento  del
contenuto  gastrico  mediante  sonda fino a completo ripristino della
motilita'  intestinale,  nutrizione  parenterale,  enterale  o mista,
riabilitazione della funzione escretrice.
    Terapia:   farmacologica   e   massoterapia   per  facilitare  la
peristalsi,   lassativi  per  il  mantenimento  delle  feci  morbide,
farmacologica  per  l'incontinenza  fecale;  reintegro del fabbisogno
nutrizionale  in  caso  di malnutrizione, terapia medica e chirurgica
del  sanguinamento gastroduodenale, supporto nutrizionale artificiale
nei disturbi della deglutizione post-tracheostomia o neurogena.
Aspetti neurologici e motori.
    Diagnostica: monitorizzazione delle condizioni neurologiche (test
ASIA,  test  muscolari),  monitorizzazione della spasticita', qualora
presente (lesioni incomplete), esami neurofisiologici (PES, PEM, EMG,
analisi  strumentali  della  funzionalita'  vegetativa,  EEG),  esami
clinici  e  strumentali  della  funzionalita'  dei nervi cranici. RMN
midollare e cerebrale.
    Prevenzione  delle  complicanze:  salvaguardia  dell'integrita' e
dell'immobilita'  della colonna vertebrale pur attivando le procedure
di  prevenzione  delle  lesioni  cutanee  da decubito e quelle per la
prevenzione delle complicanze respiratorie.
    Terapia:  stabilizzazione  chirurgica della colonna vertebrale in
presenza  di  peggioramento  neurologico  da instabilita' vertebrale,
farmaci miorilassanti per la cura della spasticita'.
Aspetti osteomioarticolari.
    Diagnostica:  monitorizzazione  clinica della integrita' di tutte
le  articolazioni,  rx,  TC,  ecografia, scintigrafia per la diagnosi
delle  paraosteoartropatie  neurogene,  esami ematici e urinari per i
dismetabolismi  del  calcio.  Valutazione  AASS  per definizione mano
funzionale attiva e passiva.
    Prevenzione   delle  complicanze:  mobilizzazione  passiva  delle
articolazioni  colpite  da  paralisi,  e facilitazione dell'attivita'
volontarie residue, mano funzionale attiva e passiva, prevenzione del
piede  equino  e delle altre retrazioni tendinee, drenaggio linfatico
per prevenire deformita' conseguenti a sindrome post-flebitica.
    Terapia:  farmacologica  per i dismetabolismi del calcio, terapia
fisica e farmacologica per gli edemi agli arti superiori e inferiori.
Posizionamento AASS e ortesi per mano funzionale attiva e passiva.
Aspetti urologici.
    Diagnostica:    ecografia    renale   e   pelvica,   monitoraggio
quantitativo  e  qualitativo  della  diuresi, bilancio idrico, diario
minzionale.
    Prevenzione  delle  complicanze:  adeguata  idratazione, corretto
posizionamento  del  catetere  vescicale a permanenza, inizio precoce
della  riabilitazione  vescicale  tramite  cateterismo intermittente,
profilassi  delle  infezioni  urinarie  (acidificazione  delle urine,
disinfettanti   urinari,  antibiotico-profilassi),  profilassi  della
calcolosi vescicale.
    Terapia:   medica   delle   infezioni   urinarie,   terapia   dei
sanguinamenti del tratto vescico-uretrale.
Aspetti cutanei.
    Diagnostica: continua osservazione dello stato della cute (almeno
ogni quattro ore).
    Prevenzione  delle  complicanze:  cambi  di posizione frequenti e
adeguati  allo stato del trofismo cutaneo, alle condizioni generali e
alle  eventuali  lesioni associate, uso eventuale di speciali presidi
antidecubito, uso di letti speciali per il corretto posizionamento.
    Terapia: medicazione delle eventuali lesioni da decubito, terapia
con   letto   fluidizzato  o  con  speciale  materasso  ad  aria  con
caratteristiche antidecubito simili al letto fluidizzato.
    Cura   delle   eventuali   lesioni   da   decubito   instauratesi
precedentemente al ricovero in US.
Aspetti di comunicazione.
    Per   i   pazienti  tetraplegici  e'  indispensabile  organizzare
l'ambiente  che  li  circonda  ai  fini di consentire l'autonomia nei
movimenti  e nella comunicazione (piccoli ausili, sistemi di chiamata
e di controllo ambiente).