(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato

          LINEE DIRETTRICI DELL'ATTIVITA' PROMOZIONALE 2005

          DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DEGLI SCAMBI

PREMESSA

   Le   Linee   Direttrici   per   il  2005  intendono  orientare  la
programmazione    dell'attivita'   promozionale   in   un'ottica   di
continuita' strategica con le azioni in corso e con gli obiettivi che
erano stati indicati nel 2004.
   Queste  linee  cercano  di  recuperare  un  orizzonte triennale di
operativita'   (cosi'  come  prevedono  le  proiezioni  del  bilancio
nazionale),  superando  l'angustia  di  un bilancio collegato al mero
anno solare.
   E'  ben  vero  che, per legge, la redazione delle Linee Direttrici
deve  avvenire  nei  primi  mesi  di  ogni  anno,  quando,  peraltro,
l'attivita'  promozionale  dell'ICE, da realizzare in base alle linee
di  indirizzo  emanate  nell'anno  precedente,  non  ha  avuto ancora
concretamente inizio, data la duplice esigenza di poter contare sugli
stanziamenti  della  legge  finanziaria  e  di assicurare continuita'
all'attivita' a cavallo dell'anno.
   In   effetti,   l'interazione  fra  i  momenti  di  indirizzo,  di
realizzazione  e  di  verifica  dei risultati comporta un adeguamento
continuo  degli  obiettivi  e  delle  modalita'  di perseguimento. Il
documento  di  indirizzo  formalizza  le  riflessioni  e le strategie
ritenute  in  un  certo  momento  piu' efficaci per la proiezione del
nostro Paese nel quadro mondiale.
   Le  Linee  Direttrici  sono  redatte, infatti, tenendo conto delle
indicazioni  dei  principali  attori istituzionali operanti nel campo
dell'internazionalizzazione   (Ministeri,   Regioni,  "Agenzie").  In
particolare,  sono presi in considerazione i risultati delle missioni
di  diplomazia  commerciale, i rapporti congiunti Ambasciate-ICE, gli
specifici  input  di  ritorno  dell'attivita' dell'ICE, nonche' delle
Associazioni  di  categoria  e  del  sistema  camerale.  Tutte queste
indicazioni   sono   poi  interpretate  alla  luce  delle  esperienze
quotidiane maturate a contatto delle imprese in Italia e all'estero.
   Per  il  2005  le  linee  guida  sono  caratterizzate  con  tratti
distintivi  che  intendono  confortare  le scelte del senso di marcia
intrapreso. Non una ripetizione passiva di eventi, non un continuismo
che  striderebbe  con  il  mondo  odierno,  sospinto dall'innovazione
permanente,   ma   sforzo   di   coerenza  e  di  organizzazione  nel
perseguimento degli obiettivi fissati.
   Il  principale,  di  natura strategica, e' far diventare il nostro
sistema   economico   piu'   competitivo   elevandone   il  grado  di
internazionalizzazione.
   La   premessa  per  un  efficace  intervento  promozionale  e'  il
collegamento con una politica industriale che tenga conto dei vincoli
determinati  dalla  dimensione  strutturale  delle  piccole  e  medie
imprese.
   In   pratica   si  vuole  favorire  una  nostra  maggiore  e  piu'
qualificata   presenza   nella  rete  di  relazioni  istituzionali  e
commerciali   all'estero  per  rendere  piu'  efficace  l'inserimento
durevole delle nostre imprese sui mercati.
   L'internazionalizzazione   consente   di   conoscere   meglio   le
opportunita'  e  i  rischi derivanti dalle accentuate interdipendenze
geoeconomiche  dei  Paesi  e dallo sviluppo delle comunicazioni e dei
trasporti, quali vettori della globalizzazione dei mercati.
   Sono  queste maggiori possibilita' di espansione e di crescita che
si  vogliono e si devono sfruttare perche' comunque la concorrenza e'
planetaria  e non risparmia certo chi si chiude, chi resta fermo, chi
non si organizza per rispondere alla sfida.
   Pertanto,  di  fronte alle attuali, numerose analisi sulla perdita
di competitivita' del sistema Italia, si vuol dare a questo documento
un'impostazione pragmatica e costruttiva.
   Senza  trascurare  in  alcun modo l'importanza degli interventi di
medio-lungo  periodo  (formazione,  ricerca, infrastrutture, energia,
servizi   assicurativi  e  finanziari,  immagine),  i  cui  obiettivi
trascendono  la  programmazione  di  breve  termine,  questo  atto di
indirizzo  punta a valorizzare i punti di forza del tradizionale Made
in  Italy e le nostre eccellenze nei settori hi-teck. Poche, ma anche
troppo poco conosciute.
   Nell'immediato  si  intende  lavorare  sull'esistente  perche'  le
nostre  PMI,  quand'anche  fosse  possibile, non potrebbero diventare
all'improvviso  grandi.  Sulle  PMI,  singole o aggregate, trainate o
meno   da   grandi   imprese,   dobbiamo   puntare   per   recuperare
competitivita' e per rilanciare il Made in Italy nel mondo.
   Per rendere possibile l'internazionalizzazione anche delle piccole
imprese esportatrici, e far radicare le medie, l'impegno e' centrato,
in   primo   luogo,   sull'incentivazione  della  loro  aggregazione,
sull'accesso  alle informazioni, nonche' sull'introduzione ed impiego
di   tecnologie  nella  gestione  aziendale.  Per  le  medie  imprese
esportatrici, l'obiettivo e' rivolto al loro insediamento stabile sui
mercati.
   La  spinta ad operare in tal senso viene anche dall'esame dei dati
Simest  spa  sull'utilizzo  della  legge  100/90,  che  incentiva  la
realizzazione  di  joint venture all'estero. Da essi si rileva, senza
alcuna  pretesa  di  costituire  un campione statistico, che in molti
casi le imprese, costituite o partecipate all'estero, hanno un numero
di  dipendenti multiplo di quello della PMI italiana controllante. In
altri termini, la via dell'internazionalizzazione costituisce un modo
di crescita, anche dimensionale, delle PMI.
   All'estero le PMI possono trovare le condizioni di convenienza per
espandere  la loro attivita'. Una possibilita', la cui concretezza e'
confermata da una recente indagine di Mediobanca (settembre 2003), da
cui si deduce che le imprese internazionalizzatesi sono le stesse che
hanno accresciuto l'occupazione all'interno.
   Si e' ben consapevoli che non esiste un'unica magica soluzione. Le
possibilita'  di  successo  sono  spesso  collegate  ad  un  oscuro e
quotidiano  lavoro  organizzativo  volto  ad individuare modalita' di
intervento coerenti con l'attuale realta' del nostro Paese.
   Una  realta'  che  richiede,  innanzi  tutto,  di ricondurre in un
disegno  condiviso  e coordinato le azioni svolte dai numerosi attori
operanti a sostegno dell'internazionalizzazione.
   Tale  obiettivo  strumentale  e'  perseguito  ponendo  il progetto
promozionale  quale  cartina  di tornasole della concreta volonta' di
coordinamento, di fare sistema.
   La  complessita'  interna  deve  essere  coniugata  anche  con uno
scenario    internazionale    multipolare    nel    quale   si   deve
contemporaneamente competere, a livello di prezzo, con i prodotti dei
Paesi  emergenti  - peraltro resi piu' qualificati dagli investimenti
esteri  -  e con i prodotti e servizi di elevata tecnologia dei Paesi
sviluppati,    basati    sulla    ricerca,    sulla   conoscenza,   e
sull'innovazione.
   D'altro   canto,  non  esistono  alternative  per  un  Paese  come
l'Italia,  in  larga  parte  economia di trasformazione e di servizi,
dove  la  domanda  interna non e' sufficiente ad imprimere una spinta
determinante  alla  crescita,  che  puo'  venire  solo  da  una forte
integrazione con altre economie e dagli scambi con l'estero.
   Il  commercio  internazionale  nell'ultimo  decennio ha agito come
locomotiva,  alimentata  dall'intensificarsi  dei flussi intraarea, a
loro  volta  favoriti  dall'integrazione  produttiva,  nonche'  dagli
Accordi  Regionali  e  dagli scambi intragruppo, cioe' all'interno di
imprese   appartenenti   o   collegate   con  gruppi  multinazionali.
Nonostante  questa  funzione  di  traino, il rapporto fra il tasso di
crescita  del  commercio  e  del  PIL, pur risalito rispetto al 2001,
resta inferiore alla media degli anni novanta.
   Questa   evoluzione   del   quadro   mondiale  ha  determinato  il
superamento   della   politica   di   semplice  incentivazione  delle
esportazioni  per passare alle politiche di internazionalizzazione, e
alle   strategie   anche   piu'  complesse  di  risposta  alle  sfide
geo-socioeconomiche   della   globalizzazione  (export  +  turismo  +
investimenti da e verso l'estero). Un cambiamento che implica visione
totale,   maggiore   razionalizzazione  dell'impiego  delle  risorse,
approccio unitario ai problemi.
   Una   multipolarita'   ed   una   specializzazione  che  implicano
un'articolazione   piu'   complessa   e  penetrante  delle  politiche
promozionali  e  commerciali e delle connesse attivita' per inserirsi
nei  settori  piu' dinamici delle economie mondiali. Sono quelli dove
si  produce  "conoscenza",  nuovi materiali, dove si ingegnerizzano i
risultati  della  ricerca,  dove si elaborano sistemi, regole per far
circolare,  monitorare  persone  e merci. Questa deve essere una vera
priorita'  nazionale.  Spesso  anche  in  campo  tecnoscientifico  il
problema  e' in gran parte organizzativo e dovuto anche alla mancanza
di  grandi imprese in settori chiave. Non riflette appieno la realta'
delle PMI il pessimismo delle statistiche riguardanti la capacita' di
produrre  innovazione.  Nei  loro  bilanci  spesso  non  e'  riflessa
l'innovazione incrementale continua che esse producono per migliorare
il  livello  qualitativo  intrinseco  e il design dei loro manufatti,
spesso  ritenuti maturi perche' non vengono considerati le tecnologie
ed   i   servizi   che   incorporano.   A   fronte  dei  processi  di
delocalizzazione,  le  statistiche  sull'export  non  rispecchiano  i
flussi   di   esportazioni   indirette   realizzate  da  filiali,  da
partecipate  all'estero.  Sarebbe  pertanto di grande interesse poter
rilevare i dati relativi ai flussi di forniture attivati dall"impresa
Italia", diffusa nel mondo.
   Quali spiegazioni altrimenti dare ai successi internazionali della
nostra  meccanica  strumentale conseguiti nei confronti di produzioni
analoghe a prezzo molto piu' basso?
   E'  ben vero che Paesi europei come la Germania e la Francia hanno
registrato  valori piu' positivi dei nostri, ma essi sono in parte il
frutto  di  una  maggiore internazionalizzazione delle loro economie,
oltre  che del peso maggiore delle grandi imprese e della presenza in
settori hi-tech. Inoltre, la loro prossimita', specie della Germania,
con   i   Paesi   dell'Est  Europa  ha  permesso  gia'  una  maggiore
integrazione  fra  le  imprese, che possono far produrre componenti o
parti  nei  paesi  limitrofi  a piu' bassi costi. Per cogliere queste
opportunita'  anche  l'Italia  operera'  mirando  ad intensificare la
presenza   nell'area  dell'allargamento  dell'Unione  Europea  e  dei
Balcani, sia in termini produttivi che commerciali.
   Come  ormai  noto,  per caratterizzare il proposito di favorire lo
spostamento  delle  nostre  esportazioni  verso settori hi-tech, ogni
anno   le   linee  direttrici  evidenziano  uno  specifico  messaggio
tecnologico:  il  fascio  di  luci  a New York, riproducente le Torri
Gemelle,  nel  2002,  il  sistema  GALILEO  nel  2003  e il satellite
BEPPOSAX  nel  2004.  Per  il  2005,  il  simbolo  sara' "NANOSPYDER"
(Science  -  marzo 2004), la nano-macchina-molecola (3,5 miliardesimi
di  metro),  proporzionalmente  piu' potente di qualsiasi dispositivo
mai   realizzato   dall'uomo.  E'  l'ultimo  successo  della  ricerca
italiana,  frutto della collaborazione tra l'Universita' di Bologna e
l'Universita'   di   Los  Angeles.  Le  competenze  e  le  tecnologie
sviluppate  potranno trovare applicazione anche nel trattamento delle
acque  e  dell'aria,  in campo energetico, nella sensoristica e nella
miniaturizzazione delle apparecchiature.
   Sono  queste,  d'altro  canto,  le eccellenze hi-tech con le quali
l'Italia  puo'  validamente  inserirsi  in  settori  dove  la domanda
mondiale e' piu' dinamica e meno soggetta alle pressioni di prezzo.
   Per  il  2005  l'omaggio  viene  pero'  condiviso  fra  hi-tech  e
tradizione   perche'   alcuni  prodotti  tipici  della  nostra  dieta
mediterranea  (piadina, pecorino, pomodori Pachino) arriveranno nello
spazio,  grazie  al  nostro  astronauta  Colonnello  dell'Aeronautica
Roberto Vittori.
   L'esperimento,    coronato    da   successo,   organizzato   dalla
Coop-Italia,  Stazione  Sperimentale  per l'industria delle conserve,
dall'Agenzia   Spaziale   Europea,   Consorzio  IACSA  (International
Advanced  Center  for Space Applications) di Firenze e cinque partner
russi,  viene  citato per spronare ancor piu' la ricerca nei prodotti
alimentari  e nella loro conservazione ed imballaggio, data la nostra
supremazia nel settore.
   Il Made in Italy, frutto della capacita' di coniugare il bello, il
gusto,  la  creativita'  con  la  funzionalita' risponde all'esigenza
umana  di  uno  stile  di  vita piacevole non disgiunto dal progresso
tecnologico.
   La  missione  spaziale  italo-russa, in programma per la primavera
del  2005,  e'  un'occasione-evento per promuovere l'eccellenza delle
nostre  risorse  umane  e tecnologiche e per sperimentare innovazioni
anche  in  campo  alimentare,  nel vestiario degli astronauti e nelle
stesse attrezzature di cura del corpo. In campo alimentare, rilevanti
opportunita' sono offerte dalla valorizzazione dei prodotti freschi e
precotti  mediante  le  tecnologie  di conservazione e di imballaggio
(prodotti di 4^ e 5^ gamma).
   L'Astronauta  Col.  Vittori  puo'  essere il testimonial nuovo del
Made  in  Italy,  quale  espressione  delle  nostre tradizioni, della
creativita',   delle   aspirazioni  umane:  incastonate  nella  nuova
frontiera dello spazio e della tecnologia.
   La  promozione  dei  servizi  e  delle  applicazioni  basate sulle
tecnologie   spaziali  puo'  contribuire  alla  valorizzazione  delle
imprese del settore, determinanti per lo sviluppo delle comunicazioni
e dell'innovazione tecnologica.

                        QUADRO INTERNAZIONALE

   La  varieta'  ed  alternanza  di previsioni spingono ad evitare di
entrare nel dettaglio dei dati e delle percentuali. In questa sede ci
si  limita a fornire indicazioni utili alle decisioni di investimento
e  di  promozione  sui  mercati esteri. Nel prosieguo dell'anno sara'
possibile  conoscere meglio e piu' efficacemente l'andamento puntuale
delle economie dei singoli Paesi.
   Indubbiamente,  le  aspettative  di una ripresa economica appaiono
oggi  piu' consolidate. I tassi di crescita di Cina ed India in Asia,
degli  Stati  Uniti  e  della  stessa  Russia, insieme ad altri Paesi
dell'Est Europa, hanno livelli che sembrano poter trainare l'economia
mondiale.
   In  base  alle  previsioni  del  FMI,  nel  2003  la  crescita del
commercio  internazionale e' calcolata, a prezzi costanti, intorno al
4,5%  rispetto ad un aumento del PIL mondiale del 2,7%. Per il 2004 e
il  2005  le  previsioni  di  aumento degli scambi mondiali, a prezzi
costanti, sono valutate rispettivamente ai 7% e al 7.5%.
   Il  Fondo  Monetario stima per il 2004 una crescita globale del 4%
rispetto al 2,7% dello scorso anno.
   Relativamente  alle singole aree geografiche, l'OCSE, nel Rapporto
sull'area  Euro",  prevede  nell'Eurozona  tassi  piu' bassi, pari al
2,4%,  nel  2005  rispetto  all'1,6%  di  quest'anno,  ma  pur sempre
superiori al ridotto 0,4% del 2003.
   Per  gli  USA, in termini di PIL, e' previsto un +4,70% nel 2004 e
un +3,7% nel 2005 da confrontare con il 3,1% dell'anno scorso.
   Il  Giappone  dovrebbe  raggiungere quest'anno il 3% e il 2,8% nel
prossimo  anno,  ma  l'andamento  dei  primi  mesi del 2004 spinge le
previsioni   al   rialzo,   confermando  l'uscita  dal  lungo  tunnel
dell'ultimo decennio.
   L'area  asiatica  del  Pacifico dovrebbe far registrare tassi piu'
elevati,  previsti  intorno  al 4,3% piu' alto del 3,8% del 2003, con
l'economia  cinese a rischio di surriscaldamento con tassi intorno al
9%.
   E'  interessante  notare  che  in base alle previsioni 2005, fatta
salva  la  Cina,  le  distanze  fra  l'andamento delle economie delle
diverse  aree  dovrebbero  diminuire  (3,7%  USA, 2,8% Giappone, 2,4%
Furolandia).  Piu'  del 40% della crescita del commercio mondiale del
2003 ha come importatori i paesi asiatici.
   I Paesi emergenti e, in particolare quelli asiatici, accrescono il
loro  peso  sul  commercio  mondiale.  Gli scambi intraasiatici hanno
contribuito  nel  2003 per circa un terzo alla crescita del commercio
mondiale.   La   pressione   competitiva  delle  loro  produzioni  e'
particolarmente accentuata nei settori tradizionali, ove piu' marcata
e' la specializzazione dell'export italiano. Anche se le esportazioni
cinesi  di  prodotti hi-tech sono passate nell'ultimo quinquennio dal
5% al 20% del totale delle esportazioni.
   I  mercati  asiatici,  peraltro,  sono  divenuti  anche  rilevanti
mercati  di sbocco in Cina, Sud Corea, Tailandia, Malesia e Indonesia
il  tasso  di  crescita  alle  importazioni  e' risultato nell'ultimo
triennio superiore a quello delle esportazioni. Tra il 1985 e il 2002
il  commercio  mondiale  e'  cresciuto  del  330%, mette il commercio
regionale  in  Asia e' cresciuto del 640%. Attualmente circa la meta'
delle esportazioni giapponesi e' diretta verso l'Asia Orientale.
   Questi  dati  spiegano  le  contrastanti reazioni suscitate fra le
imprese, divise fra le paure e le enormi opportunita' offerte da tale
area.
   Il consolidamento della ripresa e' offuscato in parte dal precario
quadro  geopolitico  e dal rialzo dei prezzi delle "commodities", che
potrebbe  non  avere  il carattere ciclico degli anni '80 e '90, dato
l'inserimento  stabile  del  gigante  cinese e della stessa India sul
mercato  mondiale.  Fenomeni  che stanno modificando le condizioni di
competitivita'.
   A  conferma  del peso della Cina, basti analizzare l'andamento dei
consumi  mondiali  di  materie  prime,  che,  depurato dell'incidenza
cinese,   mostra   tassi   di  crescita  molto  meno  preoccupanti  o
addirittura  diminuzioni.  La  stessa Cina, confrontata con una forte
penuria  di energia, ad evitare surriscaldamenti, ha fatto in modo di
calmare  l'andamento  dei prezzi delle "commodities" come dimostra la
riduzione  in  maggio  del -30% del prezzo dell'acciaio e del -46% di
quello della soia.
   L'impatto  del  rialzo  dei  prezzi  se da un lato e' acuito dalla
situazione   internazionale   e   dalla  debolezza  del  dollaro  e',
dall'altro, per ora attutito, se espresso in Euro.
   E'  interessante lo sguardo sul futuro che permettono di gettare i
dati  dello studio di ICE e Prometeia sulle previsioni dell'andamento
delle  importazioni  di  manufatti.  Da  esso emerge, per il 2005, un
riordinamento   della  classifica  dei  maggiori  Paesi  importatori.
Informazioni,  che  se incrociate con altri macroindicatori, potranno
aiutare anche le imprese a prendere le loro decisioni di mercato.
   Il  mercato  americano si conferma come prima area importatrice di
manufatti con 873 miliardi di Euro, pur accusando una flessione molto
marcata.
   Restando  nell'area  Nafta, per il Canada e il Messico, si prevede
una  diminuzione del -20% circa, che si spera venga corretta in cifre
piu'  confortanti  dalla  ripresa  economica  in corso. Parimenti, in
decremento,  seppur  con  percentuali  inferiori,  sono  i dati sulla
previsione di importazione dei principali paesi dell'America Latina.
   Rilevante  e', invece, la crescita delle capacita' di importazione
della  Cina  (+64% rispetto al 2000), che, con un valore previsto per
il  2005  di  236  miliardi  di Euro, va ad allocarsi al 5^ posto nel
ranking mondiale.
   Ancor  piu'  marcato  e' l'aumento delle importazioni della Russia
(+116,8%), che passa dal 30^ al 21^ posto e fa prevedere un valore di
circa 63 miliardi di Euro, pari al doppio del 2000. Fra i Paesi della
stessa  area,  di  recente  adesione  alla  UE,  sono da segnalare in
aumento  le  previsioni  di  importazione  della Polonia (+30,5% e 51
miliardi  di  Euro),  della  Repubblica Ceca (+54,2% e 43 miliardi di
Euro)  e  dell'Ungheria (+39,7% e circa 36 miliardi di Euro). Tutti i
Paesi   di  nuova  adesione  fanno  prevedere  significativi  aumenti
percentuali. Nel novero del Paesi con forti incrementi dell'import di
manufatti,  devono  essere segnalati anche Ucraina (+104,3%), Romania
(+82%), Bulgaria (+66,7%).
   Con  riferimento  ad  altri Paesi dell'Estremo Oriente, mentre per
Giappone,  Hong  Kong,  Singapore,  Taiwan,  Filippine  e  Malesia e'
delineata  una  flessione  delle  importazioni  in euro, viene invece
indicata  una  crescita  per  Tailandia  (11,7%), Sud Corea (+4,8%) e
India (+23,2%).
   In Europa, i nostri tradizionali mercati di sbocco fanno prevedere
una  crescita  delle importazioni del 15,9% in Germania (fino al 2002
2^  importatore  mondiale,  dopo  gli  USA  - divenuto nel 2003 primo
esportatore  mondiale),  del 12,6% in Francia (3^ posto), dell'8% nel
Regno   Unito  (4^  posto).  Percentuali  superiori  sono  attribuite
all'Olanda  (7^)  con  un  +16,4%,  al Belgio-Lussemburgo (8^) con un
+31,4% e alla Spagna (9^) con un +29,4%.
   E'  altamente  auspicabile che la ripresa economica e il commercio
internazionale  siano  corroborati  da  un  rilancio dei negoziati di
Doha.  Esso  costituirebbe  di  per se' un segnale di distensione fra
Nord  e  Sud  atto  a  ricreare  un  clima  positivo per la possibile
integrazione  dei Paesi in via di sviluppo nell'economia globale, per
il  sostegno  e  la  sicurezza degli scambi transfrontalieri e per la
protezione della proprieta' intellettuale.

   Italia

   Nonostante  l'ulteriore  peggioramento del disavanzo corrente (1,4
del  Pil),  il  saldo  commerciale  dell'Italia  con  i  paesi  fuori
dell'euro  risulta  ancora elevato, a riscontro della debolezza della
domanda  interna  non  solo  in Italia, ma nell'intera UE. A conferma
suona  anche  il decremento nell'ultimo triennio della percentuale di
domanda  interna nazionale soddisfatta dalle importazioni passata dal
28,7% al 27,4% (prezzi costanti)
   I  negativi  dati relativi all'andamento delle nostre esportazioni
nel  2003  (-3,9%)  sembrano  venire  corretti dalla loro ripresa nel
primo quadrimestre dell'anno.
   Ad  evitare di veder diminuire ancora la quota di mercato mondiale
delle  esportazioni  italiane  di merci, ora al 3,9%, occorre puntare
decisamente  sull'aumento  del  grado di internazionalizzazione della
nostra  economia e sull'accrescimento delle possibilita' di competere
sui mercati esteri delle nostre PMI.

                              STRATEGIE

   Nel  quadro  internazionale  sommariamente  delineato, un'efficace
politica  di internazionalizzazione impone una parallela attivita' di
tutela  e  di promozione dei beni e servizi prodotti dentro i confini
nazionali e di valorizzazione della presenza diretta all'estero delle
nostre imprese, nonche' di attrazione degli investimenti e dei flussi
turistici.
   La  decisione  di  operare  sui  mercati  stranieri  e', ormai, un
imperativo  dettato  dalla  ricerca  di combinare al meglio i fattori
produttivi.  Un'ottimizzazione  conseguibile  solo  in presenza delle
maggiori  opportunita'  che  offrono  confini  allargati,  europei  e
mondiali,  e  la  piu'  ampia  disponibilita'  di  fattori produttivi
convenienti.  E'  questo  l'unico  modo  per restare sul mercato, per
rispondere  alle  sfide  poste  dalla globalizzazione. Altrimenti, il
fenomeno,   in  carenza  di  adeguate  risposte  organizzative,  puo'
assumere   contorni   sinistri   per   le  PMI:  acuita  concorrenza,
competizione  di  qualita'  e di prezzo, divisione internazionale del
lavoro,  difficolta' di accesso alle materie prime, di presidio delle
quote  di  mercato,  di  fare politiche di marchio, di esclusione dai
canali  distributivi.  Viviamo un'epoca" del distributore. Importante
non e' sole produrre bene, ma ancor piu' saper comunicare e vendere!
   I  mercati  non aspettano che noi andiamo all'estero per mostrarci
la  durezza  della  competizione.  La  concorrenza avviene, comunque,
"sotto casa".
   Accanto  alle  strategie  promozionali  di attacco dei mercati, il
Ministero  svolge  un'intensa attivita' sul piano multilaterale e, in
particolare,  in  sede  OMC per contribuire alla liberalizzazione del
commercio  internazionale  nel  quadro di regole che garantiscano una
concorrenza  sana, leale, mercantile. A tal fine, in sede UE e' stata
presentata  una proposta volta a tutelare il Made in Italy. Essa mira
a  rendere  obbligatoria,  in funzione dei diversi settori, come gia'
avviene  in altri Paesi, l'apposizione della denominazione di origine
sui  prodotti  importati  nella  UE.  Gia' ora, peraltro,in base alle
disposizioni  della legge finanziaria per il 2004, vengono effettuati
piu'   severi   controlli   in  dogana  e  sul  mercato  per  evitare
contraffazioni  ed  indicazioni  fallaci  che  traggano in inganno il
consumatore.  A  tal  fine, presso il Ministero, operera' un apposito
Comitato Nazionale contraffazione e, all'estero, desk di orientamento
e di assistenza legale.
   La  strategia  del  doppio  binario  (sostegno  ai  nuovi  settori
hi-tech,  promozione  e  difesa dei settori tradizionali) e', d'altro
canto,  sostanzialmente  una  scelta  obbligata in un'ottica di breve
periodo.  Non puo', infatti, ritenersi verosimile - e' bene ribadirlo
-  ne'  un improvviso impulso alla crescita dimensionale delle nostre
imprese,  ne'  l'acquisizione  di  posizioni di leadership in settori
hi-tech  e  nei  servizi. In questi settori - che richiedono grandi e
pluriennali  investimenti  -  dobbiamo  valorizzare  meglio le nostre
eccellenze e le nostre risorse umane, peraltro molto qualificate.
   Occorre  superare  le pur positive valutazioni sul semplice numero
delle  imprese per riflettere sulla loro gestione e capitalizzazione,
per  passare  dai finanziamenti al trasferimento delle conoscenze, ai
servizi specialistici di consulenza, prestati su scala adeguata, alla
creazione  di  imprese  nei  settori  innovativi utilizzando le fonti
tecnoscientifiche delle Universita' e dei Centri di ricerca.
   La  segmentazione  dei  mercati e il passaggio dalle produzioni di
massa  alla  loro  differenziazione  e  personalizzazione  impone  in
collegamento  piu'  efficace delle Universita' non solo con le grandi
imprese,  ma  anche  con  la  miriade di laboratori di FMI, dotati di
patrimoni di innovazioni, artigianalita' e professionalita'.
   Mediante   la   creazione   e   il   trasferimento   nel   tessuto
imprenditoriale  delle  tecnologie  -  compito  priamario  del Parchi
tecnoscientifici  -  si stimola lo sviluppo locale, la valorizzazione
delle  risorse  umane e l'innovazione. In quest'ottica, un'attenzione
particolare  sara'  riservata  alle  imprese del Mezzogiorno, ove, la
ricchezza di capitale umano non occupato puo' essere una vera risorsa
nei settori basati sulla "conoscenza".
   I  successi  della  casa automobilistica produttrice della Ferrari
sta   a  dimostrare  non  solo  una  superiorita'  meccanica,  ma  la
possibilita'  per  l'Italia  di  competere  a  livello mondiale se si
riesce  a coniugare il prodotto con "l'orgware", l'organizzazione con
la creativita' e la tecnologia. Ci si propone, quindi, di contribuire
ad  orientare  la  traiettoria  dell'internazionalizzazione verso due
modelli  speciali:  quello  cosiddetto della tripla elica, secondo il
quale  lo  sviluppo  locale puo' essere promosso dalla collaborazione
tra  istituzioni,  imprese ed universita' e l'altro modello, centrato
sulla  collaborazione  internazionale  fra  PMI aggregate in filiere,
distretti.  In  tale  secondo  caso l'obiettivo di fondo una maggiore
apertura dei sistemi locali radicati in contesti geoeconomici diversi
alle opportunita' e alle risorse disponibili nei mercati mondiali.
   La   sfida,   quindi,   ci   spinge  a  rendere  piu'  competitivo
l'esistente,  il  nostro  tessuto  di  PMI  e  le  nostre  eccellenze
culturali e tecnologiche.
   A  questo  fine,  la definizione di linee di politica promozionale
deve essere basata su dati concreti rilevabili dagli studi (ICE, AIP,
Camere      Commercio,     ecc.)     piu'     recenti     riguardanti
l'internazionalizzazione delle imprese:

1) Dal  Rapporto ICE 2003-2004 si rileva che dell'insieme complessivo
   delle  imprese  esportatrici  italiane,  pari  a  180.867,  n. 938
   (0,005%)  sono  grandi  esportatori,  con piu' di 500 addetti, che
   vendono  all'estero  merci  per un valore (83.060 milioni di euro)
   pari  al  31%  del  totale.  Sul  versante opposto si collocano le
   piccole  imprese  (meno  di 50 dipendenti) che fanno registrare un
   fatturato  all'estero  pressocche'  analogo alle grandi (circa 30%
   pari  a 80.852 milioni di euro). Abissale e', pero', la differenza
   nel   numero  degli  esportatori.  Queste  piccole  imprese  sono,
   infatti,  ben  167.591,  pari al 92,6%. Nel mezzo si colloca il 7%
   (circa 12.300) degli esportatori, composto da imprese che possiamo
   definire  "medie esportatrici", con un fatturato complessivo oltre
   confine del 38% circa (100.180 milioni di euro), talvolta definite
   "multinazionali  tascabili"  e vere locomotive del nostro processo
   di  internazionalizzazione,  in grado di affermarsi all'estero con
   propri marchi;
2) il Rapporto ICE sul commercio estero 2003-2004 indica anche che le
   partecipazioni  italiane  (2002)  in  imprese  estere  sono  5.202
   (+4,6%)  e  le  partecipazioni  estere  in  imprese italiane 5.945
   (+1,3%).  Il fenomeno riguarda quasi esclusivamente imprese grandi
   e medie.
Occorre,  pero',  non  confondere  la  classificazione  delle imprese
   (grandi, medie e piccole) con la propensione all'export ovvero con
   la  loro  internazionalizzazione.  Gli studi confermano che alcune
   piccole    imprese    sono   fortemente   internazionalizzate   o,
   addirittura, sono nate globali, mentre alcune grandi imprese hanno
   non solo esigue percentuali di fatturato estero, ma scarsa cultura
   di internazionalizzazione.
La distinzione  e' importante per i policy maker al fine di elaborare
   politiche ed interventi correttamente mirati sui reali bisogni del
   target  di  imprese  prescelto.  L'accrescimento  della  quota  di
   mercato   dell'Italia   nel  commercio  mondiale,  infatti,  passa
   attraverso  una  maggiore  internazionalizzazione di quelle grandi
   imprese  -  ma  sono  pochissime  - ancora concentrate sul mercato
   nazionale  o  europeo.  L'obiettivo  grosso, pero', e' la crescita
   delle capacita' di competere all'estero delle numerose FMI, specie
   medie,  non  solo  in  termini  di  esportazione, ma ancor piu' di
   inserimento   durevole   nella   rete  produttiva  e  distributiva
   mondiale.
Una distinzione occorre pero' fare fra piccole e medie imprese.

   Queste  ultime,  in  genere, esportano su piu' mercati, riescono a
diversificare  gli  sbocchi  e  ad  attutire gli effetti di eventuali
congiunture locali negative. Sono in genere piu' innovative. Riescono
cioe'  a presidiare meglio la propria quota di mercato sia in termini
di   prodotto   che  di  organizzazione.  L'innovazione  di  prodotto
consente,  infatti,  di  soddisfare  tempestivamente  anche  i  nuovi
bisogni, determinati sia dall'evoluzione dei gusti sia dalle esigenze
produttive.
   Oggi nuovi clienti possono essere raggiunti anche direttamente dai
produttori,  grazie  alla  introduzione  di  tecnologie  nell'assetto
organizzativo  dell'impresa. Il corretto impiego delle tecnologie ICT
permette  anche alle piccole imprese, flessibili, brave nel produrre,
di  acquisire  le informazioni, collegarsi con i fornitori, conoscere
in  profondita' i propri clienti ed i mercati. A queste imprese serve
ora organizzare meglio il marketing e la tutela del propri prodotti.
   In  sintesi,  pur  rilevando  una  "frattura"  fra medie e piccole
imprese  si puo' affermare che tutte e due le categorie possono agire
"da   grandi",   crescendo   in   "intelligenza",  conoscenza,  senza
necessariamente  aumentare di dimensione, a condizione che sviluppino
le capacita' di impiegare le tecnologie disponibili. Non si tratta di
usare  piu'  personal  computer,  magari  quasi  esclusivamente  come
videoscrittura,  ma  di  adeguare la configurazione organizzativa per
rendere  efficace  l'impiego delle tecnologie, collegandosi a livello
mondiale con fornitori e clienti.
   L'obiettivo  di  internazionalizzare  un maggior numero di imprese
(oggi  e'  solo  il  4,5%  circa),  sara',  pertanto,  perseguito con
determinazione   sia   qualificando   ed  accrescendo  la  "presenza"
all'estero  delle  imprese  che  gia'  esportano,  sia  inserendo nei
mercati esteri nuove imprese.
   Le  alleanze,  le partnership all'estero, l'inserimento nelle reti
istituzionali,  commerciali  e  tecnologiche sono le uniche soluzioni
praticabili  per  far  recuperare  competitivita'  al  Made in Italy.
Presupposto,  ovviamente,  e'  il  poter  contare  su  organizzazioni
efficaci  all'interno del Paese: nelle Amministrazioni centrali e sul
territorio. Solo per tali vie si da' concretezza al sistema Paese.
   Nel  breve  periodo,  pertanto,  target  principale  della  nostra
attivita'   di  promozione  dell'internazionalizzazione  deve  essere
l'insieme   delle   167.591  imprese  esportatrici  con  meno  di  50
dipendenti,  fra  le quali selezionare quelle con un fatturato estero
fra  1,5 e 5 milioni di Euro, nonche' le imprese medie e medio-grandi
ancora inadeguatamente internazionalizzate.
   Individuato  l'obiettivo  (maggior  internazionalizzazione)  ed il
target  (PMI),  occorre  delineare  le strategie, cioe' il "come". In
sintesi,  per  rafforzare  il  processo di internazionalizzazione, si
intendono  attivare  contemporaneamente  tre leve: aggregazione delle
imprese,  diffusione  di  tecnologia  e  conoscenze,  promozione  del
servizi  logistici per accompagnare le imprese minori nel percorso di
internazionalizzazione.
   Le indagini in materia dimostrano che l'obiettivo e' possibile. E'
dimostrato   dal  fatto  che  alcune  piccole  imprese  nascono  gia'
"globali",  come ricordato nelle stesse linee direttrici per il 2004.
Esse  operano  in settori di nicchia, specializzati e occupano spesso
posizioni di leadership a livello mondiale.
   Nei  settori  tradizionali, invece, la maggior parte delle piccole
imprese   incontra   grosse   difficolta'   nel  reagire  alle  sfide
concorrenziali quando il confronto avviene sul prezzo, e non riescono
a far valere la distinzione ottenibile da una politica di marchio.

   Piccole imprese e imprese artigiane

   Le  piccole  imprese  italiane,  infatti,  sono di frequente sorte
dalla   bravura   di   artigiani,   ex-operai,   tecnici,  che  hanno
tempestivamente  capito  che il consumatore, man mano che accresce il
proprio   reddito,   non  cerca  piu'  solo  il  prodotto  nella  sua
essenzialita',   ma  un  bene  che  sia  espressione  di  estetica  e
funzionalita'.  Riunite  in  aree circoscritte, si sono sviluppate in
passato  con  i  vantaggi  del localismo (cooperazione-competizione),
raggruppandosi spesso in distretti.
   La  loro  competitivita', pero', spesso finisce ai "cancelli della
fabbrica"  a  causa  delle limitate risorse destinate ai servizi post
vendita e al marketing.
   Quindi,  una  riflessione  piu' approfondita sulle possibilita' di
rilancio  all'estero  delle  nostre  produzioni  di  qualita',  della
maestria  delle  nostre  piccole  imprese, anche artigiane, merita di
essere  fatta.  Oltre  a  favorire  la  presenza  stabile all'estero,
commerciale  e  produttiva,  delle PMI perche' non lanciare anche una
fitta  campagna di promozione dei prodotti ottenuti in Italia in modo
da favorire ordinativi dall'estero alle nostre piccole imprese, anche
artigianali, attraverso Internet, TV satellitare, telefonia wireless,
superando  l'ostacolo  - difficile per le piccole imprese - di essere
sempre  fisicamente  presenti  all'estere?  E' importante - pur nella
nuova  divisione internazionale del lavoro - che il laboratorio resti
in Italia e l'intero nostro Paese sia promosso in tutto il mondo come
"l'atelier  esclusivo" dove nasce il Made in Italy . Puo' essere piu'
facile,  in  molti  casi,  far  muovere  merci,  far  affluire ordini
dall'estero, che non spostare le imprese, specie piccole. Esse, fuori
dal proprio habitat, potrebbero perdere molti vantaggi competitivi.
   Nella   diffusa   articolazione  che  deve  assumere  la  politica
promozionale,  occorre  cominciare a pensare a progetti che sfruttino
il  contemporaneo  ampliamento  dei  confini  e  la  riduzione  delle
distanze   dovuta   ai   telefoni   cellulari,   alle   comunicazioni
satellitari, alle TV "condominiali", personalizzate, settorializzate.

   E-commerce

   I dati relativi all'e-commerce Business to consumer (B2c), secondo
l'edizione 2003 della ricerca "L'e-commerce in Italia: una crescita a
due  velocita'",  realizzata dall'Osservatorio permanente sul B2c del
Politecnico  di Milano mostrano che lo scorso anno gli italiani hanno
fatto  acquisti  via  Internet  per  quasi  1.2  miliardi di euro, in
crescita  del  63%  rispetto  al 2002. All'incirca lo stesso tasso di
aumento  e'  previsto  per  il  2004.  Pero',  pur  disponendo ora di
piattaforme  come  eBay  per  puntare  anche  sui  mercati esteri, le
vendite   all'estero  di  Made  in  Italy  sono  diminuite,  con  una
diminuzione  del 50-60% dei siti riguardanti prodotti artigianali, di
abbigliamento  e  di  prodotti alimentari, cioe' dei classici epigoni
del Made in Italy.
   E'  superficiale,  pero',  concludere  che  i prodotti sul Made in
Italy,  basati sulla qualita', non siano adatti ad essere venduti via
Internet.  Occorre  riflettere bene sulle modalita' di presentazione,
di   pagamento  e  di  consegna  dei  prodotti  al  consumatore,  che
all'estero   e'   meno   diffidente,   ma   richiede   precisione  ed
affidabilita'.
   Lo  sviluppo  dell'e-commerce  in  Italia e' trainato dai servizi,
pari al 60% del totale, di cui il 27% e' dovuto al turismo (biglietti
aerei),  il  18%  alle  assicurazioni  on line, il 15% raggiungono le
vendite di prodotti informatici ed elettronici. Fanno registrare solo
il  4%  ciascuno  quelli  alimentari,  l'abbigliamento  e i cd, dvd e
libri.
   Finora  la  concentrazione  sulla  produzione di beni "belli e ben
fatti"  ha  fatto  si' che la proiezione delle PMI sui mercati esteri
fosse   prevalentemente   di   natura  mercantile  ed  affidata  agli
importatori/distributori. Per soddisfare le esigenze dei clienti piu'
esigenti,   le   nostre   produzioni   venivano   spesso   "comprate"
direttamente  dai  buyers esteri piu' che da noi vendute. Sono stati,
peraltro,  questi  compratori  esteri che, insieme all'intraprendenza
dei nostri pionieri del commercio internazionale, hanno assicurato la
distribuzione  e lo sbocco sui mercati e l'affermazione nel mondo del
Made  in  Italy, anche rispetto a competitors gia' organizzati, quali
la Francia, l'Inghilterra e la Germania.
   L'inadeguata presenza sui mercati delle imprese italiane e, forse,
anche  del  nostro sistema paese, e' dimostrata anche dalle modalita'
di  vendita  delle merci vendute all'estero. Al 70% sono FOB o franco
fabbrica.
   Questo  dato,  che  in  passato vedeva una ripartizione CIF-FOB al
50%,  mostra anche l'insufficiente presenza internazionale del nostro
settore  dei  servizi  (spedizionieri,  distribuzione, assicurazione,
trasporti).
   In  conclusione,  le piccole imprese, in genere, non sono in grado
di  affrontare  singolarmente  i  mercati  esteri, se non con estrema
difficolta'.  L'attuale  maggiore  complessita'  dei mercati richiede
piu'  organizzazione,  piu'  spese  di  marketing, spesso fuori dalla
portata  delle  imprese  di minore dimensione, confrontate, oltreche'
con  bassi  costi  del  lavoro,  anche  con  le perdite causate dalle
contraffazioni.  In  specie,  va  privilegiato  il  rapporto  con  la
distribuzione  organizzata,  che  ha  ormai  in  tutti  i  Paesi  una
dimensione internazionale.
   In  alcuni casi si puo' dedicare uno sforzo promozionale ad alcune
forme  di  commercio piu' vicine al sistema distributivo italiano, ma
esse  paiono  limitate ai grandi centri urbani e destinate a prodotti
di nicchia o di alta gamma.
   Un grande contributo all'utilizzazione di nuove forme di commercio
puo' venire dagli strumenti pubblici di internazionalizzazione.
   La  natura  delle produzioni delle PMI poco si adatta, infatti, ad
essere  trattata  come  "commodity"  dalla  Grande Distribuzione, che
peraltro,  mediante  "corner,  shop in shop", cerca di occupare anche
spazi  di  qualita',  ma  resta  vincolata  ai  grandi  numeri,  alla
competizione  di  prezzo.  Tuttavia,  spesso  sono  proprio le nostre
imprese  industriali  a  fungere  da apripista con le loro produzioni
affermate  e  apprezzate,  a  seconda  dei settori, per il design, il
gusto  e  il salutismo. Anche sulla loro scia puo' essere tacciato il
percorso delle PMI.

   Radicamento sui mercati

   Le  grandi  griffes  nazionali hanno dimostrato di aver ben capito
che  per  vincere  la  concorrenza  era  necessario  sostenere grossi
investimenti  in  punti vendita diretti, nella promozione del proprio
marchio.  Per  consentire  anche  alle piccole imprese industriali ed
artigiane  di  presentarsi all'estero con propri marchi, il Ministero
favorira'  accordi  delle  PMI con distributori locali specializzati.
Questi, infatti, acquisendo prodotti Made in Italy esclusivi, possono
guadagnare  di  piu'  ed essere quindi cointeressati a consolidare la
presenza diretta delle nostre imprese sul mercato delle "province".
   Il  proposito  si  inquadra nella strategia di ricreare all'estero
-presidiando i mercati di nicchia - le condizioni di "rete" che hanno
permesso   a   queste  piccole  imprese  di  crescere  nei  localismi
nazionali.  La loro espansione internazionale favorisce anche la loro
crescita  e  il  passaggio  nella  categoria delle medie imprese, che
coniugano  la flessibilita' con un'organizzazione capace di stare sul
mercato.
   Le  istituzioni  preposte  al commercio estero devono lavorare per
ridurre  il  grado  di  incertezza  degli  imprenditori. I servizi di
assistenza  devono  essere  di aiuto per superare gli ostacoli dovuti
alla  lingua,  alle  diversita'  culturali,  alle norme e alle prassi
locali.  Tale  apporto  di  base  deve  poi  essere  integrato con lo
scouting, i seminari workshop, o contatti selezionati.
   Tendenzialmente,  si  dovrebbe  mirare  a  mantenere  in Italia le
produzioni  di  alta  qualita', ad elevato valore aggiunto e spostare
all'estero  le  produzioni  intermedie e standard, dove piu' forte e'
l'incidenza  del  lavoro.  Risultando,  in  molti  casi,  inevitabile
espandere  fuori  dei  confini  fasi  del "manufacturing, e' cruciale
valorizzare  le  nostre  capacita'  creative,  il  design,  il gusto,
l'arte, concentrati sul nostro territorio.

   Politiche di partnership

   L'operazione  e'  delicata e complessa. Passa attraverso una vasta
gamma  di  misure  industriali,  commerciali  e  promozionali che, in
coerenza  con  la tipologia delle nostre imprese, siano finalizzate a
riqualificare  i  processi  produttivi  all'interno,  a  sviluppare i
relativi   servizi  e  conseguentemente  a  collocare  all'estero  le
produzioni  migliori  del  Made in Italy, lavorando, al contempo, per
inserirsi in settori piu' dinamici e tecnologici.
   A  tale  scopo, gli eventi da inserire nel piano promozionale 2005
si   muoveranno   nel   solco   di  quella  che  e'  definita  "nuova
innovazione".  Un  modello basato su un mix che integra la cultura di
impresa, l'economia di rete, la globalizzazione. Infatti, il successo
dipende   non   solo   dalla   capacita'   di  produrre  innovazione.
L'accorciamento  del  ciclo  di  vita dei prodotti obbliga a lavorare
tutti  insieme,  ricercatori,  imprese e pubblica amministrazione per
arrivare  rapidamente  al  mercato  e soddisfare meglio e prima degli
altri le esigenze dei clienti.

   Accordo di Programma: con le Regioni

   Accordi di Settore: con le Associazioni di categoria

   A  questa  logica risponde lo sforzo di fare "rete". E la politica
di  condivisione  portata avanti dall'area internazionalizzazione del
MAP  negli  ultimi  anni attraverso gli "Accordi di Programma" con le
Regioni,  gli  "Accordi di settore" imprenditoriali, il sistema delle
Camere di Commercio (in Italia, all'estero e miste) e le Universita'.

Accordi Quadro con:

- Camere di Commercio in Italia (Unioncamere)
- Camere di Commercio Italiane all'estero
- Camere Miste in Italia
- Universita'  (CRUI-Conferenza  dei  Rettori) e Parchi scientifici e
  tecnologici
- Fiere

   Questi  accordi, che trovano la loro forza operativa nel combinato
disposto del cofinanziamento e della capacita attuativa rappresentata
dall'ICE,   non  possono  limitarsi  ad  essere  semplicemente  delle
indicazioni promozionali lasciate ai tempi ed agli interessi locali.
   La  sinergia  positiva tra radici locali e azioni promozionali del
Sistema Italia nasce dalla capacita' di coordinare questi accordi con
il  piano  promozionale  dell'ICE,  che rappresenta lo strumento piu'
importante,  piu'  sostenuto  dallo  Stato,  piu'  compartecipato  in
termini finanziari del sistema delle imprese.
   In tema di accordi di programma e di accordi di settore, che hanno
ormai maturato un tempo sufficiente per una valutazione, del grado di
efficacia  e  di  efficienza,  si  deve  operare  una revisione delle
modalita' e dell'applicazione per dare risalto agli aspetti positivi,
e  adottando misure per collegarli piu' operativamente agli Sportelli
Regionali.
   Sul  tema  degli Sportelli Regionali, una mappatura completa della
loro  realta'  e  della loro articolazione territoriale potra' essere
utile  al fine di armonizzare gli strumenti e le rappresentanze degli
interessi   presenti   negli   Sportelli.  Una  coerente  azione  sul
territorio  potrebbe essere lo strumento per collegare le aspettative
locali   al   quadro  piu'  generale  del  programma  promozionale  e
dell'azione costruttiva del Comitato Consultivo dell'Istituto.
   Si  tratta  di  una  serie  di intese operative, grazie alle quali
vengono  cofinanziati  progetti  di internazionalizzazione congiunti,
che   mirano   a   costruire   una   logica   di  filiera/paese,  ove
contemporaneamente si operi con azioni di marketing, di logistica, di
comunicazione e di marchio.
   Per  rendere piu' efficace tale specifica concertazione sono stati
introdotti cambiamenti anche nella gestione degli incentivi pubblici,
finora poco sottolineati.
   Si   e'   passati   dal   concetto   di  contributi  a  quello  di
cofinanziamento   di   progetti   finalizzati,  cioe'  di  iniziative
organicamente  strutturate  verso  un  obiettivo  con indicazione dei
tempi e dei costi e di chi deve operare.
   Questa nuova impostazione non ha riguardato soltanto gli strumenti
gestiti  direttamente  dal  MAP  - Area internazionalizzazione (legge
1083/54  rivolta  alle  Associazioni  di  categoria, Enti fieristici,
legge  518/70  sulle  Camere  di commercio, L. 83/89 Consorzi), ma lo
stesso  programma promozionale pubblico, gestito dall'ICE. Ben il 40%
dello  stanziamento  annuale  e'  destinato  a  cofinanziare progetti
comuni  con  le  Regioni,  le Associazioni di categoria, le Camere di
commercio,  le  Universita'  i  distretti. Questa collaborazione puo'
ulteriormente  migliorare  il  grado  di  efficacia  se  si  riesce a
focalizzare   i  progetti  cofinanziati  su  settori  innovativi  e/o
sull'aggregazione di imprese.
   Consapevoli  di  non  poter competere sul piano dei costi, occorre
allungare  la  catena  di  produzione e portare valore ai clienti. Un
impegno  che  deve  coinvolgere  anche  i  distretti. Realta' florida
quando   si   era   focalizzati  sull'eccellenza  di  prodotto.  Oggi
indicativamente  il  70%  del  valore  di  un  prodotto  e' fuori del
processo  produttivo.  Per  reagire  alle  sfide,  i distretti devono
espandersi    ed   allungarsi   all'estero,   attrarre   investimenti
dall'estero, integrare imprese di servizi e nuove tecnologie.
   Queste riflessioni confermano l'esigenza di abbinare alla classica
promozione  forme  piu'  efficaci  di "accompagnamento" delle imprese
all'estero.

   Percorsi di internazionalizzazione

   Nello  sforzo  di  dare  coerenti sbocchi operativi alle strategie
delineate,   la  correzione  di  rotta  che  si  vuole  imprimere  e'
sintetizzabile  dal passaggio da "azioni promozionali" a "percorsi di
internazionalizzazione".  Ovviamente  non di un cambiamento puramente
terminologico   si   tratta.   Da   un  lato,  il  Ministero  -  Area
internazionalizzazione  tende  ad  operare  sempre  piu' "fuori dalle
scrivanie"  per  essere  piu'  vicino alle esigenze ed ai tempi delle
imprese  e  dei mercati esteri. Dall'altro, insieme all'ICE, cerca di
cambiare   gradualmente   la  logica  di  costruzione  del  programma
promozionale  pubblico.  Esso  viene  ora  impostato  in piu' diretta
"concertazione"  con  le  imprese affinche' non sia solo un elenco di
iniziative,  pur  valide  tecnicamente,  ma  l'espressione del citato
percorso  di  "accompagnamento"  delle  imprese  all'estero.  Dovendo
lavorare  di  piu'  con le Associazioni di categoria, comprese quelle
artigiane,  lo sforzo e' indirizzato sull'elaborazione di un percorso
di   internazionalizzazione   costruito   su   misura  delle  aziende
interessate e in funzione dei mercati di destinazione. L'impostazione
del programma promozionale per progetti obbliga ancor di piu' a "fare
sistema",  perche'  i  mercati  corrono  e non perdonano disfunzioni.
Pertanto  per  arrivare a competere all'estero piu' efficacemente, e'
necessario organizzarsi meglio, razionalizzare i compiti e i ruoli.
   A  tutti i livelli. Istituzioni in primis. Incentivi alle imprese.
Attivita'  promozionali  all'estero.  Su  queste  carenze  ci  si sta
concentrando:  piu'  collaborazione  fra MAP e MAE, piu' cooperazione
con    le    Regioni,   piu'   attenzione   verso   le   Associazioni
imprenditoriali,  alle  PMI,  comprese quelle artigiane ed iniziative
all'estero. Piu' coordinamento fra interventi all'interno, specie nei
settori  hi-tech.  Sforzo  quotidiano per presentarsi sui mercati con
progetti unitari, nazionali.
   L'attivita'  del  MAP  e  dell'ICE, in collaborazione con Regioni,
Camere  di  Commercio,  Universita',  e'  rivolta  non  a favorire la
delocalizzazione  di imprese e di occupazione, ma a sostenere la loro
espansione internazionale affinche' grazie alle nuove opportunita' si
rafforzino e crescano anche all'interno.
   Per  l'impresa il percorso di internazionalizzazione idealmente si
snoda,  in  una  prima fase, nella partecipazione a fiere nazionali e
internazionali,  nella ricerca di agenti distributori, nello sviluppo
degli   scambi  e  nella  partecipazione  a  missioni  di  diplomazia
commerciale,  seminari,  workshop.  Si  passa poi ad una seconda fase
che,  di norma, consiste nel consolidamento e sviluppo/presidio della
propria   quota   di   mercato,  nello  svolgimento  di  indagini  in
profondita',  nella  realizzazione di studi di fattibiita' e di forme
di  assistenza  tecnica,  che  fisiologicamente  sfociano in forme di
internazionalizzazione leggera (accordi di distribuzione, di licenza,
franchising,   uffici   commerciali,  depositi).  La  terza  fase  si
concretizza  nell'apertura  all'estero di show room, di punti vendita
diretti o indiretti, o in investimenti produttivi.
   Nella  realizzazione  di quest'ultima fase, le imprese a fronte di
progetti  di  costituzione  di  societa', joint venture, investimenti
all'estero  possono  ottenere  dalla  Simest  Spa - gestore dei fondi
pubblici all'internazionalizzazione - interventi specifici di finanza
agevolata, in collegamento anche con Finest e Informest e con la SACE
SpA, che ha ora predisposto polizze specifiche per le PMI.
   La  Simest  SpA  offre  ora  una  gamma  completa  di strumenti di
sostegno   all'internazionalizzazione,  imperniati  su  finanziamenti
agevolati,  contributi  agli interessi, partecipazione al capitale di
societa'  all'estero.  Si  va  dai  finanziamenti  agevolati  per  la
realizzazione  di  studi di fattibilita' e di programmi di assistenza
tecnica,  connessi  ad  investimenti  in  paesi extracomunitari, alla
costituzione  di  insediamenti  commerciali stabili - show room, fino
alla  partecipazione  nel  capitale  di  societa'  e di joint venture
all'estero. Di recente, grazie ai fondi di venture-capital, riservati
a Russia, Ucraina, Balcani, Mediterraneo, Africa Subsahariana e Cina,
tale partecipazione puo' arrivare al 49%.
   A  questo  punto, riemerge l'importanza dell'accompagnamento delle
imprese  da parte del sistema bancario. Specie i piccoli imprenditori
chiedono  di  poter  contare,  anche all'estero, su sportelli bancari
italiani "familiari", presso i quali trovare soluzioni personalizzate
ai propri problemi.

                       ATTIVITA' DA REALIZZARE

   Le  attivita'  promozionali  sono  un  mix di azioni rispondenti a
strategie    che    cercano    di   coniugare   tipologie   classiche
(fiere-seminari)  con  forme nuove di promozione e di assistenza. Una
innovazione  che  riguarda  non  solo  la natura, ma anche il modo di
organizzare l'evento e le modalita' di partecipazione delle imprese.
   Pertanto,  in  coerenza  con il proposito di dare continuita' alle
azioni  gia'  intraprese  nel  corso  del  2004,  integrandole con le
innovazioni  suggerite  dal  contesto  esterno,  si  sintetizzano  le
principali  logiche  di  riferimento  delle attivita' da svolgere nel
2005:

- gli Accordi di programma e di settore hanno lo specifico compito di
  dare  maggior  valore aggiunto alle risorse ministeriali attraverso
  un condiviso piano di iniziative cofinanziate dalle Regioni e dalle
  categorie  imprenditoriali.  Essi  dovranno  rafforzare gli aspetti
  piu' innovativi dell'azione promozionale e collegarsi con i settori
  tecnologici e di servizio in grado di offrire una immagine del Made
  in  Italy  basata sulla affidabilita' tecnologica e sulla capacita'
  di  servizio.  Dovranno,  inoltre,  essere riesaminati nel numero e
  negli obiettivi gli Accordi di programma e di settore al fine di un
  accorpamento in grado di esaltare l'interregionalita' e il concetto
  di filiera;
- l'aggregazione  delle  PMI  interessate  ad  espandersi  in maniera
  stabile  sui  mercati  esteri  sara'  coerentemente  convogliata su
  progetti  di  internazionalizzazione  ben  definiti  e circoscritti
  anche  in  termini  geografici.  Il perseguimento di tale obiettivo
  implica  una collaborazione stretta con le Regioni, le Associazioni
  di  categoria,  le  Camere  di  commercio,  cioe'  dei soggetti che
  operano   quotidianamente   sul   territorio.  In  particolare,  la
  proiezione internazionale del Made in Italy deve mirare ad occupare
  posizioni  di  rilievo anche nelle fasce intermedie di consumo, che
  fungono  sia  come argine che come piattaforma verso l'alta fascia.
  Anche su tale logica saranno tarate le campagne promozionali presso
  i canali distributivi;
- sara'  dato  impulso  allo  sviluppo  di  collaborazioni, alleanze,
  joint-venture    nei    settori    dell'Information   Communication
  Technology,    dell'e-government,    del   multimediale   e   della
  cinematografia.  Con  la  collaborazione  delle  Universita'  e dei
  Ministeri  competenti saranno realizzate iniziative per valorizzare
  ed  ampliare  all'estero  le  nostre  possibilita'  nei campi della
  bionanotecnologia,  della  farmaceutica, dei principi attivi, delle
  apparecchiature  medicali  e  del fitness, nonche' del restauro nel
  quale l'ICE ha gia' esperienza pluriennale;
- in  collaborazione con il Ministero dell'Ambiente saranno elaborati
  programmi  integrati  di  promozione all'estero, del nosto know how
  ambientale,  favorendo l'aggregazione di Enti ed imprese in modo da
  fornire  "pacchetti"  completi, riguardanti i problemi ambientali e
  le esigenze connesse ai servizi di Pubblica Utilita';
- la  promozione  del Made in Italy tradizionale sara' rafforzata con
  messaggi  evocativi  della  distinzione, del gusto, del paesaggio e
  della   qualita'  (tessile,  abbigliamento,  calzature,  meccanica,
  cucina,  stile  di  vita) in modo da accrescere la forza attrattiva
  del nostro affermato "marchio";
- sara' intensificata la promozione del servizi logistici all'estero,
  da vedere anche come strumento di accompagnamento delle PMI;
- sara'  tenuto conto del crescente fabbisogno del Paese di importare
  semilavorati e materie prime;

Nuovo incentivo alla collaborazione fra Universita' e imprese

- saranno  incentivati gli Accordi con Parchi Scientifici-tecnologici
  ed    Universita'    stranieri   per   favorire   possibilita'   di
  collaborazione  all'estero  delle nostre PMI e per contribuire alla
  diffusione   di   "conoscenze"  e  di  tecnologie  avvalendosi,  in
  collegamento   con  il  Ministero  dell'Istruzione,  Universita'  e
  Ricerca  Scientifica (MIUR), dell'apporto delle nostre Universita',
  del CNR e dell'ENEA
- la scarsa presenza di stranieri nelle Universita' italiane induce a
  riflettere  su  alcuni  miglioramenti  nella  struttura  dei  corsi
  universitari. Le esperienze di alcune Universita' dimostrano che il
  ventaglio della presenza internazionale nei nostri Atenei si amplia
  in  relazione  all'impiego della lingua inglese nei corsi. Pertanto
  per   rafforzare   l'impegno   formativo   sara'   utile   favorire
  l'istituzione  di  corsi di laurea tenuti almeno in parte in lingua
  inglese,  che  permettano  di accrescere lo scambio di docenti e di
  discenti con le Universita' straniere.

   In  coerenza  con  la strategia di promuovere l'aggregazione delle
PMI e il loro accesso all'innovazione tecnologica e alla "conoscenza"
e'  ora  specificamente  previsto  il finanziamento del 75% dei costi
relativi   a   studi   di   fattibilita',   riguardanti  progetti  di
investimento   all'estero   -   promossi   da  Universita'  o  Parchi
tecnoscientifici,  a condizione che coinvolgano quali partner imprese
private   e   siano   finalizzati  all'implementazione  di  brevetti,
realizzazioni  di  joint  venture,  start up con Universita', Parchi,
imprese estere.

   Accordo MAP-ICE-CRUI

   Questo   nuovo  intervento  integra  e  finalizza  l'attivita'  di
sostegno  al  rapporto  Universita/imprese,  gia' avviato nell'ambito
dell'Accordo  MAP-ICE-CRUI (Conferenza Rettori Universita' Italiane),
che ha permesso di selezionare progetti di rilevante interesse per il
trasferimento   di   "conoscenze"   dal  mondo  accademico  a  quello
imprenditoriale.  Sui  progetti  gia'  inseriti  nella graduatoria si
puntera' per rendere snella ed efficace l'incentivazione del rapporto
fra mondo accademico e mondo imprenditoriale.

- per  ottimizzare  l'efficacia delle risorse si dovra' cercare anche
  di  collegare  le iniziative promozionali all'estero agli incentivi
  concessi  a  sostegno  dell'innovazione  sul  territorio  nazionale
  (legge  46,  incentivi ICT, prototipi e campionari). Si vuole cosi'
  stabilire    un    collegamento    fra    interventi    all'interno
  (riqualificazione    produttiva,    incentivi    alla   ricerca   e
  all'innovazione, informatizzazione dei distretti) e inserimento sui
  mercati  esteri  delle imprese, non solo sotto l'aspetto produttivo
  (delocalizzazione),    ma   anche   mercantile   (esportazioni)   e
  relazionale (alleanze, partnership, joint-venture);
- sara'  tentata  l'elaborazione  di interventi nei Paesi piu' poveri
  con   progetti   che  valorizzino  l'intenso  lavoro  delle  ONG  e
  l'attivita'  della D.G. Cooperazione allo Sviluppo del MAE, al fine
  di  completarli,  con  un'azione  mirata  dell'ICE che favorisca la
  nascita di micro e piccole imprese locali (cooperazione economica);
- collaborazione  piu' incisiva con gli altri Dicasteri per elaborare
  progetti  di promozione congiunta in campo culturale, scientifico e
  turistico.  Insieme  all'industria, si vogliono promuovere percorsi
  di arte, wellness, enogastronomia, in collaborazione con MAE, MIPAF
  e  MIBAC  al fine di accrescere contemporaneamente anche il livello
  dell'immagine   dell'Italia   e   il   grado  di  attrazione  degli
  investimenti esteri.

Promozione integrata

   Nel  contesto della promozione integrata si inquadra la promozione
straordinaria  del Made in Italy che ha nel Ministero delle Attivita'
Produttive  e  nell'Istituto  per  il  Commercio  Estero  i  soggetti
centrali  di  una  azione  progettuale  e promozionale che tendera' a
privilegiare quelle azioni in grado di dare un rapido ritorno sia dal
punto di vista economico, sia da quello dell'immagine del Paese.
   Trattandosi  di  fondi  straordinari  e  quindi  non semplicemente
aggiuntivi  al  piano  promozionale,  la  dispersione degli stessi in
mille  rivoli, rischia non solo di svilire il progetto originario, ma
di inserire nella politica di promozione un concetto distorsivo della
contribuzione a fondo perduto.

   Tutela del Made in Italy

   A tali interventi si aggiungera' la tutela del Made in Italy dalle
numerose   contraffazioni   che  ne  erodono  i  valori  positivi  ed
apprezzati in tutto il mondo.

   Banche

   In  questa  fase di consolidamento e qualificazione della presenza
all'estero  diventa  essenziale  potersi  avvalere  anche dei servizi
offerti   dalle   Banche   e  delle  societa'  finanziarie  (leasing,
factoring,   consulenza,   ecc.).  Un  sostegno  indispensabile  alla
realizzazione  dei  progetti di internazionalizzazione delle imprese,
le  quali  richiedono,  come evidenziato, l'accompagnamento di banche
italiane.

   Diplomazia commerciale

   Le missioni economiche saranno rafforzate dall'azione della nostra
diplomazia,   che   combinandosi   con   l'esperienza  commerciale  e
promozionale  del  MAP  e dell'ICE, fornira' quella spinta aggiuntiva
necessaria  a  dare  forza  ad  un  sistema industriale articolato su
piccole e medie imprese.
   Questo  e' l'obiettivo politico della Convenzione MAE-MAP-ICE, che
comporta  una  forte  interazione  di  interesse e di progetto tra le
diplomazie economica, commerciale, e della promozione.

   Aggregazione delle PMI

   L'internazionalizzazione,  o  meglio  l'espansione internazionale,
dei  raggruppamenti  e/o distretti di imprese comporta anche un nuovo
ruolo  delle  Associazioni  di categoria, dei Consorzi export e delle
stesse  Regioni  e  Camere  di  Commercio.  Alla luce dell'importanza
dell'espansione    internazionale   delle   piccole   imprese,   loro
raggruppamenti  e  consorzi, distretti, i citati Organismi potrebbero
riservare    piu'   attenzione   ad   un'opera   cruciale   ai   fini
dell'internazionalizzazione:  selezionare PMI, aggregarle per settore
o  per territorio, elaborare progetti specifici volti a facilitare il
processo  di  internazionalizzazione delle imprese. Lo sforzo comune,
come sottolineato, e' diretto a ricreare all'estero, nel quadro delle
strategie  ed  interventi  di sostegno (ICE - SACE - SIMEST - FINEST)
nazionali  e comunitari, le condizioni di fiducia e di vantaggio, che
hanno  permesso  lo  sviluppo  all'interno  (localismo) della piccola
imprenditoria,  la  cui  competitivita'  internazionale non puo' piu'
essere basata su fattori valutari.
   A  tal  fine,  saranno  elaborati  specifici  progetti mirati alla
promozione  di raggruppamenti, filiere e distretti di imprese in modo
da  valorizzare le loro capacita' di fare "rete" in mercati nei quali
"sconfinare",  estendere  il  proprio ambito di attivita' e creare le
condizioni per generare anche all'estero economie esterne.
   Si vuole creare all'estero la rete di relazioni che ha favorito lo
sviluppo  locale,  la  creazione  dei  distretti,  cioe'  di  "grandi
fabbriche"  formate  da  piccole  imprese.  Ora  dobbiamo  passare  a
"Fabbriche  distribuite"  ed  allungate  oltre  confine realizzate da
piccole imprese che agiscono da grandi.

Nuovo   strumento   di  incentivazione  all'aggregazione  di  imprese
(raggruppamenti, filiere, distretti)

   Il Ministero e l'ICE promuoveranno una fase sperimentale collegata
ai  fondi  promozionali e a quelli interregionali e camerali mediante
il  finanziamento del 75% dei costi di studi di fattibilita' relativi
ad   investimenti   per   la   realizzazione  di  show  room,  centri
commerciali,   impianti  produttivi  all'estero  dei  raggruppamenti,
consorzi,  filiere o distretti di imprese a condizione che i progetti
citati  siano  promossi da Regioni, Associazioni di categoria, Camere
di Commercio, Consorzi, Fiere.

   Logistica

   Questo   nuovo   intervento  mira  a  favorire  anche  un'adeguata
preparazione  all'insediamento  sui  mercati esteri delle imprese. Ad
esso andrebbe aggiunto il sostegno di servizi logistici, che potrebbe
essere soddisfatto da imprese italiane al seguito di grandi imprese o
di  gruppi  di nostre imprese, come "indotto di Servizi", da prestare
eventualmente in collaborazione con imprese locali.
   Nella  logica  di  favorire  l'internazionalizzazione delle PMI in
forma  aggregata  di filiera o di distretto, l'ICE organizzera' anche
un  vero  roadshow  presso  i  principali  distretti per informare le
imprese  sui  servizi  e  sugli  strumenti di sostegno e per ricevere
proposte sulle iniziative promozionali.
   Il Ministero vedrebbe con grande favore l'elaborazione di progetti
di  internazionalizzazione  di  distretti  (investimento  da  e verso
l'estero),  sostenuti  congiuntamente  da  Regioni,  Associazioni  di
Categoria, Camere di Commercio, Consorzi, Universita' e Fiere.
   Un  siffatto  progetto  consentirebbe  al  Ministero  e all'ICE di
attivare  contemporaneamente i meccanismi di sostegno facenti capo ai
diversi Accordi con i soggetti suindicati.
   Ciascuna  Regione,  ad  esempio,  per dare un primo concreto avvio
all'iniziativa  potrebbe  selezionare un distretto prioritario di cui
si   voglia   incentivare  l'espansione  internazionale  cercando  di
convogliare   sul   progetto  la  partecipazione  delle  Associazioni
Industriali, Enti Fieristici e Universita'.
   In  tal  modo  il  Ministero  si  propone  di  favorire  non  solo
l'interconnessione  fra soggetti e strumenti, ma anche la continuita'
fra   interventi   all'interno   e   la   loro  proiezione  e  sbocco
internazionale.
   A  tal  fine,  anche gli Accordi di collaborazione internazionale,
Memorandum  of  Understanding,  Protocolli che l'Italia stipula con i
Paesi  esteri ecc. dovranno avere coerente seguito anche nelle intese
verticali  che  il  MAP  ha  con  le Regioni (local to local), con le
Associazioni di categoria (Settori) e con le Universita'.

   IPI

   Maggiore   coordinamento   sara'   ricercato   fra   programmi  di
internazionalizzazione   e  attivita'  svolta  dall'Istituto  per  la
promozione  industriale  in  favore  della  diffusione  della cultura
d'impresa e della creazione di reti per il sostegno delle PMI.

   Fiere

   Anche  le  fiere  costituiscono  un  nodo  importante  della rete,
indagini   della  Confindustria  confermano  che  sono  la  tipologia
promozionale ritenuta piu' efficace dalle imprese.
   Esse,  pero', non sono viste piu' come semplice vetrina o luogo di
ricerca  di  scambi di prodotti definiti, ma momento di confronto fra
filiere,  di  riscontro dell'attualita' e competitivita' delle scelte
imprenditoriali e di marketing di ciascuno. Ancor piu', le fiere sono
divenute eventi di attrazione di utenti-clienti da utilizzare per far
passare  messaggi  strategici di un settore e di un Paese. E' percio'
importante cercare di essere presenti anche in fiere regionali (sulla
base  di  reale  riscontro  di  interesse  delle  imprese  italiane),
collegando  l'azione  dell'ICE  in  quel  Paese  in  sinergia  con le
Comunita' italiane, i Consolati e il Sistema Camerale all'estero.

   Servizi fieristici

   Per  tali  ragioni,  il  Ministero e l'ICE alla preparazione delle
fiere  e  alla  partecipazione  delle  imprese  riserveranno una cura
particolare,  anche  nel  quadro  del  recente Accordo MAP, Regioni e
sistema  fieristico  (Associazione Enti Fieristici Italiani, Comitato
Fiere Industria e Comitato Fiere Terziario).
   Sembrano   oramai  maturi  i  tempi  per  una  presenza  operativa
internazionale  del  sistema  fieristico italiano anche negli aspetti
piu'  industriali.  E' vero che la competizione con gli organizzatori
internazionali   richiede  un  ente  fieristico  che  abbia  forza  e
capacita'  finanziaria,  ma e' altrettanto vero che oggi questa sfida
puo' essere affrontata.
   Occorre  un'alleanza  di  sistema  in  grado  sia  di  elevare  la
competitivita' internazionale di settori ad alto valore aggiunto, sia
di  portare  su  tutti  i  mercati  il fascino del gusto e del design
italiano,  come  pure  le nuove tecnologie e i nuovi materiali, anche
negli allestimenti fieristici.

   Seminari - workshop

   Perche'    non    si    risolvano    in   rituali   incontri,   ai
seminari/workshop,   svolti   o   meno   in  coincidenza  con  eventi
fieristici,  sara'  dato  un  taglio  sempre piu' specializzato. Solo
cosi'   costituiscono   uno   strumento   utile   nel   percorso   di
internazionalizzazione.   Insieme   alle   missioni   di   diplomazia
commerciale,  i  workshop  sono  strumenti che possono effettivamente
favorire contatti concreti fra le imprese.

   Distribuzione regionale

   Maggiore  attenzione  va  riservata  all'inserimento delle PMI nei
circuiti  distributivi.  La  mancanza di catene nazionali rende ancor
piu'  debole  la  posizione negoziale delle nostre imprese. Pertanto,
verranno  svolte  azioni  promozionali  mirate  all'inserimento delle
nostre  PMI  nei  canali  distributivi  specializzati  e nelle catene
regionali.

   Sistemi informativi per l'internazionalizzazione

   In  coerenza con il documento sottoscritto dai Ministri Frattini e
Marzano,  va accelerato il processo di integrazione del sistema SINCE
nella rete informatica del Sistema Italia.
   ICE   IT,   che  deve  operare  quale  piattaforma  tecnologia  ed
informatica  dell'obiettivo, garantira' nella sua evoluzione la messa
a  punto  di un sistema di informazione internazionale per le imprese
italiane.
   SINCE, CLOBUS e PLANET diventeranno cosi' il canale informatico di
sistema.  Anche  la  Banca  dati delle attivita' promozionali, la cui
configurazione  finale si auspica possa comprendere anche l'attivita'
delle   Regioni,   ha   come  obiettivo  quello  di  poter  dare  una
"fotografia"  completa  delle attivita' promozionali che l'Italia nel
suo complesso svolge in un determinato Paese.

   Country presentation

   Le   stesse  "Country  presentation"  devono  avere  un  carattere
specialistico ed essere organizzate su settori preselezionati/regioni
determinate e rivolti alle imprese effettivamente interessate.
   In   parallelo  va  rafforzato  il  grado  di  informazione  e  di
preparazione  delle  missioni  commerciali  e  delle  presenze  delle
aziende italiane alle Fiere Internazionali attraverso una preventiva,
accurata  e  mirata azione di assistenza e informazione. Pertanto, le
iniziative  che coinvolgono territori omogenei, distretti industriali
e  aziende  di  filiera  devono  essere  preparate  in  tempo  utile,
coinvolgendo  Ministero,  Istituto,  Sace,  Simest  e, se necessario,
esperti   o   professionisti  al  fine  di  dare  "in  partenza"  una
complessiva,   adeguata  ed  esauriente  informazione  su  tutti  gli
strumenti pubblici accessibili per le imprese.

   Flying desk

   Resta  salva la possibilita' che, in presenza di mercati Complessi
o  di  situazioni  intergovernative  in  evoluzione, le iniziative in
parola  possano  dilatarsi  anche  durante  la  missione  o  l'evento
fieristico.
   Questo  approccio  sara'  particolarmente  utile per assicurare la
presenza  delle  imprese  italiane  nei difficili mercati dell'Africa
Sub-Sahariana.
   Nel   corso  dell'anno  va  continuata  l'azione  di  integrazione
logistica  degli  Uffici  dell'ICE  all'estero  con  le Ambasciate, i
Consolati  e  le  Istituzioni  pubbliche  al  fine di ridurre i costi
fissi, ed accentuare le sinergie operative.
   Questa azione permettera' anche di liberare risorse per accrescere
i servizi alle imprese.

   Sportelli Unici all'estero

   Gli  Sportelli  Italia  all'estero  gia' operanti sono prova della
capacita'  dell'Istituto, delle Ambasciate e dei consolati di attuare
in modo efficace la Convenzione MAE-MAP-ICE.
   Con  gli Sportelli Unici all'estero si mira a fornire alle imprese
assistenza   ed  informazioni  utili  ad  operare  concretamente  sui
mercati.   I   servizi   vengono  in  tal  modo  prestati  all'utenza
direttamente nel Paese ove le imprese devono operare.

   Desk di orientamento e di assistenza legale

   Un  particolare  accenno  merita  l'attivita' di orientamento e di
assistenza  legale  a  difesa  del  Made  in Italy, che verra' svolta
presso  gli  Sportelli  unici,  grazie  agli specifici fondi a questo
scopo stanziati dalla legge finanziaria del 2004.

   Promozione turistica

   Sul  piano  promozionale,  con  l'obiettivo di dare concretezza al
Sistema   Italia,   sara'   ancor  piu'  accentuata  la  politica  di
collaborazione con le Regioni e l'ENIT per elaborare azioni integrate
di promozione turistica, puntando, in particolare sull'incentivazione
del  turismo  di  qualita'.  A  tale  finalita'  risponde  la recente
Convenzione   fra  MAE-MAP-ENIT.  Non  si  tratta  di  favorire  solo
l'ingresso  dei  ricchi,  ma  di  ingressi di qualita' inserendoli in
percorsi  e  pacchetti mirati (culturali, gastronomici, congressuali,
termali, ecc.), nella consapevolezza che i turisti sono i "testimoni"
piu'  ascoltati e che i loro acquisti sono una formidabile formula di
"esportazioni indirette", di grande impatto promozionale.
   La   promozione  turistica,  specie  nel  contesto  europeo,  dove
l'Italia  e'  meglio  conosciuta, ha assunto una configurazione molto
focalizzata sul territorio, su aree e settori specifici (arte, terme,
paesaggi,  prodotti  tipici).  Un  sollecito  volto  a  stimolare nel
turista  le  corde  della  memoria  e  del  "sentire"  per entrare in
rapporto  con  il  "genius loci", nel passato divinita', oggi spirito
del  luogo.  Per tali ragioni, ciascuna Regione, Provincia, Comune si
organizza  per  creare  eventi  di animazione, di folklore, tipicita'
locali. Ad esempio, per citare un concorrente contiguo, la sola Costa
Azzurra prevede per il 2004 circa 4000 eventi di animazione culturale
e turistica.
   L'industria turistica non e' importante solo per i ricavi diretti,
ma  anche  per  l'indotto  e  per  i  servizi diretti e indiretti che
attiva,  non  ultimo la spinta al mantenimento dei beni artistici, al
recupero  di  tradizioni  e  di  prodotti  tipici.  Un'industria  non
delocalizzabile  che  funge quindi da motore di un vasto complesso di
attivita'.
   Nello  sforzo  di  specializzazione  delle funzioni, la promozione
turistica  puo'  acquistare  piu'  efficacia  se  si  muove  lungo le
interconnessioni   (Regioni,   Enit,  Camere  di  Commercio,  Comuni,
Consorzi,  Associazioni)  realizzabili  nel percorso che inizia dalle
localita',  dai  campanili ed arriva al potenziale turista. In questo
settore  (Internet,  realta'  virtuale,  TV  satellitari)  le moderne
tecnologie,  stanno  trovando  una  crescente  applicazione e possono
aiutare  molto per fare arrivare il messaggio delle bellezze italiche
in  modo capillare ai target di nostro interesse, presenti in tutti i
Paesi del mondo.
   L'attivita'   volta   ad  attrarre  investimenti  costituisce  una
componente  imprescindibile  dell'attivita' di internazionalizzazione
di un Paese.

   Attrazione investimenti

   Gli  investimenti  dall'estero  sono  una  leva  decisiva  per  il
trasferimento  tecnologico  e per inserirsi efficacemente nei settori
piu'  dinamici  dell'economia  mondiale.  I flussi di capitali esteri
diretti  agli  investimenti  nei  Paesi  sviluppati si concentrano in
settori  innovativi  o,  comunque,  ad  alte prospettive di profitto,
conseguenti  alla  possibilita' di sfruttare la qualita' delle locali
risorse,  gli  sbocchi di mercato o le complementarieta' produttive e
commerciali.

   ICE Sviluppo Italia

   La  priorita'  dell'attrazione degli investimenti esteri in Italia
si  concretizza nell'Accordo tra l'ICE e Sviluppo Italia, Accordo che
valorizza la presenza internazionale dell'istituto e da' voce e forza
alla proposta industriale di Sviluppo Italia.
   L'Accordo operativo e' gia' in atto con il sito Investinitaly.
   Va  sottolineato  che la Convenzione ICE/Sviluppo Italia valorizza
appieno  la  visibiita'  dei  sistemi regionali e le professionalita'
acquisite  dai  diversi  Enti  o  Consorzi di sviluppo territoriale o
locale.

   Formazione

   L'attivita'  di  formazione  svolta  dall'ICE ha raggiunto elevati
livelli  di professionalita' e di efficacia, tanto da ottenere - come
gia' sottolineato lo scorso anno - la certificazione di qualita'.
   Il  carattere di investimento di lungo periodo rende la formazione
una risorsa preziosa per lo Sviluppo della collaborazione, specie con
i  Paesi  emergenti.  L'offerta di corsi di formazione specializzata,
abbinata all'insegnamento della nostra lingua, potrebbe consentire di
stabilire  relazioni  stabili  con  settori  qualificati dei Paesi di
nostro  maggiore  interesse  ovvero  con quei Paesi in cui siamo meno
presenti con altre tipologie promozionali.
   L'offerta  di  corsi  in Italia e all'estero puo' rappresentare un
asset determinante per inserirsi nei futuri opinion/decision maker di
un Paese, oltreche' per accrescere l'attrazione verso l'Italia.
   La  formazione  -  specie  in Italia - dovrebbe mirare a stimolare
anche  la creazione di imprese nuove, "intelligenti", che esaltino le
nostre capacita' di coniugare cultura umanistica e moderne tecnologie
(ingegnere rinascimentale).

                        PRIORITA' GEOGRAFICHE

   L'esigenza  di  accrescere l'impatto promozionale delle iniziative
impone una maggiore concentrazione dei progetti e delle risorse anche
su base geografica.
   La  stampa  e la letteratura economica lo ripetono ogni giorno: il
baricentro  della  crescita economica si sta spostando ad Oriente. La
svolta   trova   una  conferma  interessante  in  un  recente  studio
ICEPrometeia.  A Levante (Cina, Russia, India) sembrano ormai sorgere
sia   le   piu'   importanti   opportunita'   che  le  preoccupazioni
competitive.   Infatti,   per  il  2005,  come  detto  le  previsioni
attribuiscono fra il 6 e l'8% di crescita all'Est, meta' circa (3,5 -
4,5) agli USA, un terzo, ottimisticamente, all'Europa. L'abbattimento
dei  muri imposti dalla geopolitica dei blocchi sembra aver scatenato
ad   Est   una   crescita  accelerata,  alimentata  dalla  spinta  al
miglioramento  economico-sociale  di  masse enormi. L'UE e' diventata
nei  primi  cinque  mesi  del 2004 il primo partner commerciale della
Cina.
   La  disponibilita'  di  risorse  naturali  o  umane  combinata con
l'accumulo  di  conoscenze  proprie,  o  derivanti dagli investimenti
esteri,  sta  determinando  l'emergere  di nuove economie e una nuova
divisione  internazionale del lavoro. Un quadro che obbliga le nostre
imprese ed il nostro Paese ad un riposizionamento strategico.
   L'unica  efficace  direzione  per  un  paese  ricco  di  PMI, come
l'Italia,  non  puo'  che  essere  quella  della ricerca di alleanze,
dell'inserimento   stabile   sui   mercati  delle  nostre  imprese  e
dell'affermazione ulteriore del "Marchio" Made in Italy.
   L'Italia chiedera' decisamente, nell'ambito delle regole OMC, alle
Autorita'  dei  Paesi  esteri il rispetto e la protezione del marchio
Made  in Italy e della proprieta' intellettuale; condizione primaria,
pero'  e'  che  le  imprese  registrino  i  propri  marchi e i propri
prodotti  ovunque.  In  tale  materia sara' importante l'attivita' di
consulenza   che   saranno  capaci  di  svolgere  i  citati  desk  di
orientamento e di assistenza legale.

   Paesi prioritari

   Per  il 2005 non si intendono introdurre cambiamenti di rilievo in
termini di priorita' geografiche.
   I Paesi prioritari restano sostanzialmente gli stessi, anche se la
Russia  sara' il paese focus per le risorse straordinarie del Made in
Italy,   con   riflessi  operativi  sui  paesi  confinanti,  Ucraina,
Bielorussia e Karakistan.
   Per  tali  risorse,  cosi'  come  effettuato  nel  2004, si dovra'
prevedere  una quota riservata ad azioni di promozione dirette a dare
continuita'  ad  iniziative  dimostratesi  fruttuose  per  le imprese
Italiane.
   Anche nel 2005 si continuera' a concentrare le iniziative in Cina,
nei  Balcani,  in  Turchia,  nel  Nord Africa, e in Brasile. I grandi
mercati  emergenti hanno ormai acquisito un interesse strutturale per
le  nostre  imprese.  D'altro  canto,  la  loro  vastita' e la grande
disponibilita'  di  fattori  impongono  uno  sviluppo crescente delle
relazioni istituzionali ed imprenditoriali.
   Un  richiamo  particolare,  pero',  si  vuol  fare all'esigenza di
rilanciare  gli  interventi  anche nei mercati tradizionali europei e
negli   USA,  sull'ala  della  loro  ripresa  economica  e  del  loro
indiscutibile   peso  nella  nostra  bilancia  commerciale.  Ad  essi
occorrera'  destinare una parte dei fondi di promozione straordinaria
del  Made in Italy per realizzare iniziative mirate, ad esempio negli
hub aeroportuali, nelle catene alberghiere, nelle linee aeree.

   Unione Europea

   Il  mercato dell'Unione Europea rappresenta il maggiore sbocco per
il  nostro  export.  Per  questa  ragione le azioni pubbliche debbono
rivolgere  un'adeguata  attenzione  e  sostegno alle nuove necessita'
delle imprese Italiane; vi e', infatti, una crescente richiesta delle
aziende  per  una sostenuta azione di accompagnamento e di promozione
su quei mercati.
   Nella   garanzia   piu'   completa   del   rispetto  delle  regole
comunitarie,   bisogna   affiancarsi  per  qualita'  e  quantita'  di
iniziative  a  quanto  fanno  i  nostri Paesi concorrenti che possono
godere  di  grandi  investimenti nei canali privilegiati della grande
distribuzione organizzata.
   In  particolare, vanno sostenute le iniziative di maggior respiro,
rispetto   a   quelle   limitate  ai  singoli  Paesi.  Occorre  anche
intensificare  l'attivita' promozionale in provincia, per ottenere un
maggior impatto promozionale.

   Est Europa

   L'allargamento  dell'Unione  Europea  e  la crescita dell'economia
russa  spingono  ad  elaborare progetti che permettano di cogliere le
rilevanti  opportunita',  favorite dalla vicinanza geografica e dalla
complementarieta' economica.
   In tutti i Paesi di nuova adesione, oltre ad organizzare eventi di
attrazione  dell'Italia, si cerca di intervenire con progetti volti a
creare   sinergie,   joint   venture  nel  settore  dei  servizi,  in
particolare  della  distribuzione  e  dell'assistenza post vendita in
modo  da  favorire  la vendita di nostri macchinari. Questi paesi non
sono solo mercato di sbocco, ma officina-piattaforma per semilavorati
e componentistica.
   Ottime prospettive ha il settore agroalimentare, sia in termini di
prodotti   che  di  macchinari,  la  gestione  dei  servizi  pubblici
(trattamento  acque,  rifiuti  urbani,  restauro)  nonche' il settore
turistico.
   E'  da  notare  che  la dimensione ridotta, fatta eccezione per la
Polonia,  rende  questi Paesi particolarmente adatti all'espansione e
collaborazione delle nostre PMI.
   L'importanza  di  quest'area  per il nostro export - in termini di
prospettive  -  e'  ben  dimostrata  dalle  quote di mercato detenute
dall'Italia  nei singoli paesi. Si va dal 38,9% in Albania, al 20% in
Romania  e  Slovenia (2003) e al 4,7% in Ucraina. Solo in Bielorussia
(2%)  e  in Estonia siamo al di sotto della nostra quota mondiale del
3,9%.
   La  posizione  geografica  e  l'alto  tasso di scolarizzazione dei
Paesi  di  nuova  adesione  costituiscono  assets  importanti  per lo
sviluppo  di  collaborazioni,  partnership e per la stessa promozione
turistica.  Inoltre,  questi Paesi in tempi brevi potranno contare su
loro  fondi strutturali comunitari. E' essenziale che l'Italia, sulla
base  degli interventi di assistenza tecnica ai Governi, finanziati a
vario  titolo  (L.  212/92  e  L.  84/01), possa essere presente, per
orientare   l'utilizzo   di   detti   fondi  verso  imprese  Italiane
professionalmente attrezzate.
   L'Est  Europa  e'  un'area  nella  quale,  in  genere, e' forte la
presenza  anche  delle  nostre banche, che potranno fornire un valido
supporto  finanziario  e  consulenziale per l'inserimento sul mercato
delle nostre imprese.
   E'  crescente l'interesse delle nostre imprese anche per l'Ucraina
e la Bielorussia.
   Nell'area,   la   Turchia   continua   ad  essere  ritenuta  Paese
strategico,  cui  assegnare  adeguate risorse promozionali a sostegno
dell'inserimento  delle  imprese  Italiane  in quel mercato, efficace
piattaforma di collaborazione per la penetrazione nei Paesi dell'area
caucasica.  Quindi,  saranno  create occasioni per far conoscere alle
nostre imprese quest'area mediante Country presentation.
   L'obiettivo  dell'ICE  di  costituire  un'Antenna  promozionale in
Armenia, come gia' in Georgia ed in Azerbaijan (anche per l'esiguita'
dei  costi),  va  tenuto  presente  al fine di preparare il passaggio
organizzato  della  presenza  Italiana, non appena gli interessi e le
opportunita' si stabilizzeranno.

   Russia

   Un  riferimento  puntuale  viene  riservato alla Federazione Russa
perche'  il  2005 sara' l'anno tematico dell'Italia in Russia, esteso
all'Ucraina  alla  Bielorussia e al Kazakistan, con i quali La Russia
ha un accordo di libero scambio.
   Dopo  la  Cina,  i  fondi  di promozione straordinaria del Made in
Italy   saranno   concentrati   su   quest'area  con  l'obiettivo  di
consolidare  ed ampliare i rapporti di cooperazione. La Russia, anche
alla  luce dell'Accordo con l'UE e al prossimo ingresso nell'OMC, non
e' solo un mercato di sbocco, ma un paese partner privilegiato con il
quale   intensificare   la   collaborazione,  oltreche'  nel  settore
energetico  -  e'  il  nostro  primo  fornitore  -  anche nel settore
aerospaziale, ambientale, biotecnologico, del restauro e del recupero
urbano.
   Come  in tutti i grandi paesi/continenti, quali USA, Cina, Russia,
i    progetti   promozionali   devono   essere   ben   mirati   sulle
caratteristiche  del  mercato  (Grande  Distribuzione,  distribuzione
specializzata)  e sulla possibilita' di operare in "provincia", che a
volta  implica  tipologie  promozionali particolari e partnership ben
selezionate.
   Ne'  e'  trascurabile  che, in questi ultimi anni la Russia sia il
mercato  di  sbocco  piu'  effervescente  per il nostro Made in Italy
(tessile,  calzature,  arredamento).  Di conseguenza, anche alla luce
degli   accordi   personalmente  voluti  dal  nostro  Presidente  del
Consiglio   e   dal  Presidente  Putin,  un'attenzione  specifica  si
continuera'  a dedicare allo sviluppo in Russia delle piccole e medie
imprese,  compito principale di una speciale Task force appositamente
istituita  e  gia'  operante.  Data  la vastita' del territorio della
Federazione Russa, la Task force ha adottato il metodo di individuare
con  precisione  le Regioni, le aree e i progetti ritenuti prioritari
dalle  Autorita'  russe  e li ha portati all'attenzione diretta delle
Regioni  ed  Associazioni di categoria Italiane per favorire contatti
bilaterali,   volti   ad   incoraggiare   investimenti  produttivi  e
commerciali, in particolare, dei nostri distretti.
   Esempi  concreti  di  fruttuoso  successo,  cui contribuiscono sia
l'interesse regionale e nazionale russo ed italiano, sia le categorie
economiche  sono  Lipetsk  (Marche),  Ekaterinburg  (Liguria),  Mosca
(Lombardia,  Lazio,  ecc.),  S. Pietroburgo, (mobili, condizionatori,
restauro, ecc.).
   A  completamento  di tale attivita', centrata sulla collaborazione
dell'Ufficio  ICE  di  Mosca,  San  Pietroburgo, Novosibirsk, Kiev, e
delle  nostre  Ambasciate,  un  impegno  specifico sara' destinato ad
incrementare  anche  le  relazioni  fra  le  Universita'  e  i Parchi
scientifici e tecnologici.
   Nei prossimi mesi sara' inaugurata a Mosca la prima societa' mista
italo-russa  di  leasing  (sorta  nell'ambito dei lavori della citata
Task Force). Essa dara' forte impulso alle possibilita' di vendita di
nostri macchinari.

   Sud Mediterraneo

   Lo  sviluppo  delle  relazioni  economiche e culturali con i Paesi
della  sponda  sud  del  Mediterraneo  ha  un  valore  strategico che
oltrepassa la ricaduta economica immediata.
   Gli  interventi  promozionali  devono  mirare  a  valorizzare  gli
investimenti  fatti dalla Cooperazione allo sviluppo per favorirne il
collegamento  con  la  cooperazione  economica  da  focalizzare sulla
diffusione  della  cultura  di  impresa  e  sulla  nascita di piccole
imprese locali.
   In  tale  area,  con  particolare interesse per Tunisia e Marocco,
verranno realizzate iniziative di formazione volte, in particolare, a
favorire  la  costituzione  di  joint-venture, di distretti locali ed
investimenti nella logistica.
   Grande  interesse  per  la  collaborazione con le imprese italiane
sono  state  rilevate  anche  nelle  missioni  effettuate  in Siria e
Giordania.
   La  collaborazione e la delocalizzazione in tali Paesi e' motivata
non  tanto dal basso costo dei fattori, quanto dall'ampliamento degli
sbocchi  di  mercato.  Tale  espansione  puo'  essere  esaltata dagli
accordi  bilaterali  che  alcuni  paesi  (Egitto, Giordania, Marocco,
Tunisia) hanno con altri Paesi terzi (USA).
   Nell'Africa  subsahariana  viene  in  genere lamentato che i paesi
ricchi facciano troppo poco per contribuire ad innalzare i livelli di
vita delle popolazioni.
   L'ICE   dovra'   concretizzare  l'azione  di  scouting  in  questi
territori, dando vita ad una rete di antenne in grado di preparare un
salto qualitativo di informazione e di accoglienza strutturata.
   L'azione  congiunta  con  le  nostre  Ambasciate e con i Consolati
potra' sicuramente accelerare il processo di radicamento.
   Al  riguardo,  e'  opportuno  fare  una riflessione per verificare
quali  interventi  realmente  efficaci  sia  possibile  proporre.  La
questione, come ben noto, e' molto complessa. Ma proprio perche' tale
non  giustifica  rassegnazioni.  Pertanto,  ad  esempio,  si potrebbe
cominciare  a  pensare, come suggerito anche per i paesi della sponda
sud  del  Mediterraneo,  di spingere le attivita' di promozione nello
spazio  vuoto,  determinato  dalla  separazione fra cooperazione allo
sviluppo  e  cooperazione  economica.  La  complementarieta' potrebbe
essere  ricercata  fornendo  assistenza tecnica a precisi progetti di
sviluppo  finalizzati  alla  costituzione  di  imprese. E' un impegno
molto  delicato  perche'  deve  imporsi  di  far  dialogare la logica
dell'aiuto  allo  sviluppo  con  l'avvio  di attivita' economiche che
permettano  ritorni in grado di alimentare il circuito virtuoso della
crescita. Per riuscire nell'intento bisognera' sapersi avvalere anche
delle  Organizzazioni  non  governative  e degli Organismi finanziari
internazionali.  Queste iniziative hanno il merito di rivolgersi alle
aree   piu'  povere  del  pianeta  e  devono  essere  focalizzate  su
microprogetti  che  coinvolgano  i  giovani del posto per evitare che
vadano ad affollare le schiere dei disoccupati nelle periferie urbane
e le file dell'emigrazione. I Paesi che sembrano offrire opportunita'
di  collaborazione  e  investimento  sono  Senegal, Ghana, Sudafrica,
Angola, Mozambico.

   Medio Oriente

   L'area  ha  un  rilievo  strategico,  in  specie  alla  luce della
dipendenza del Paese dalle importazioni petrolifere
   Le  iniziative  in  quest'area  problematica,  ma ricca di risorse
naturali,   umane   e   finanziarie,   saranno   mirate   a  favorire
l'inserimento nei loro investimenti in infrastrutture, impiantistica,
distribuzione  e turismo. Questi Paesi sono infatti protesi a rendere
il loro sviluppo meno dipendente dall'economia del petrolio.
   Il  nostro  know-how  nei settori della meccanica e dell'ambiente,
dei  servizi,  nonche'  dell'arredo  di  interni  ed urbano ha grosse
potenzialita'.  E'  questa  un'area nella quale il Made in Italy puo'
aver buone prospettive.
   La  prossimita'  geografica  ed  economica  con  l'Estremo Oriente
(India,  Cina,  Sud  Est  Asiatico, Indonesia) e la caratterizzazione
come  "General  Trading"  del  mondo  arabo  (IRAQ  ed IRAN compresi)
inducono, quindi, ad accrescere l'attenzione verso gli Emirati Arabi,
nei   quali,   specificamente,   possono   avere   successo  progetti
promozionali nei settori dell'impiantistica-costruzioni e dei beni di
consumo (legno/arredo - gioielli - agroalimentare).
   Il Ministero continuera', inoltre, nel sostenere specificamente le
Associazioni  delle  imprese  artigiane,  che negli Emirati (Sharjah)
stanno svolgendo un'efficace azione di penetrazione commerciale.
   Le  potenzialita'  dei  Paesi  del Golfo Persico potranno crescere
ulteriormente  quando, come auspicabile, il prossimo anno entrera' in
vigore l'accordo con l'Unione Europea.

   Asia - Oceania

   L'esperienza    maturata    nello    svolgimento    dell'attivita'
promozionale  in  queste  aree  ha  confermato  ed esaltato il valore
dell'approccio "di sistema". In generale, sono aree che, per distanza
geografica  e  culturale  e  spesso  per  dimensioni, suscitano, come
detto,  diffidenze  e  paure  nelle  nostre  aziende. Le PMI, gia' in
difficolta'  competitive  e  non  disponendo  della  "guida" di molte
nostre grandi imprese, assenti anche nella Grande Distribuzione, alle
Istituzioni chiedono qui piu' che interventi pubblici isolati un vero
accompagnamento al mercato.
   In  tale  ottica,  si  intende, dunque, proseguire, con coerenza e
trasparenza,  nella  strada  gia' tracciata di creazione di progetti,
che,  avvalendosi  ancora dei fondi" Made in Italy" (Cina), integrino
promozione    commerciale,   cooperazione   industriale,   promozione
turistica  e  culturale  coordinando  i vari soggetti istituzionali e
sfruttando  tutte  le  risorse  attivate  dei  diversi  Accordi  gia'
stipulati.  In Cina, ma non solo, la promozione dei servizi logistici
ha  buone  possibilita'  di successo, tenuto anche conto che la rotta
del  Mediterraneo  (Gioia  Tauro, Taranto) e' quella piu' diretta per
unire l'Asia all'Europa.
   Nel  2005,  in  Cina proseguira' anche l'operativita' del progetto
promozionale  Marco  Polo  e  la  ricerca  di  ricadute  dello stesso
seminario  sugli  investimenti, tenuto con successo nel maggio 2004 a
Roma.
   L'Asia   ha   tali   dimensioni  e  complessita'  da  obbligare  a
concentrare  settorialmente  e  geograficamente  gli interventi. Sono
mercati  per  i  quali  occorre  elaborare  strategie pluriennali con
periodiche verifiche di follow up.
   L'Australia  deve  diventare  un  laboratorio  piu'  mirato e piu'
proficuo per la presenza dei prodotti italiani.
   Le  Ambasciate,  i Consolati e gli Uffici ICE presenti, nonche' un
diffuso  sistema  di  aggregazione  degli  interessi  delle Comunita'
Italiane sono sufficienti per impostare una strategia di promozione e
di presenza delle aziende Italiane.
   Il  piano  promozionale  dovra' prevedere azioni ed iniziative nei
settori  di  eccellenza  in  grado  di  mettere  in  evidenza diversi
prodotti  Italiani  accanto  a  quelli  australiani, ad esempio nella
nautica,     nella    componentistica,    nella    cantieristica    e
nell'agro-alimetare.

   Giappone

   Al  Giappone,  date  le potenzialita' del Paese (2^ Paese al mondo
per  connessione  ad Internet, un peso economico superiore alla meta'
di  quello  dell'intera  Asia  Orientale  e  3,5 volte piu' grande di
quella della Cina), sara' riservata un'attenzione continua.
   Il Giappone e' oggi da vedere non piu' soltanto come un mercato di
sbocco  dall'elevato  reddito pro-capite, ma come una base strategica
per  l'intera  Asia.  E',  ad  esempio, significativo che solo il 16%
delle  esportazioni  giapponesi  risulti  sovrapposto a quelle cinesi
sulla base dei dati relativi alle importazioni USA).
   In    particolare    si   mirera'   a   prolungare   gli   effetti
dell'Esposizione  di  Aichi  e dell'iniziativa del quotidiano Yomiuri
Shinbun  -parzialmente  cofinanziata con fondi MAP - che in sostanza,
rinverdisce  il  successo  di  "Italia in Giappone 2001". Inoltre, la
possibilita'  di  presenza  commerciale diretta sul mercato dischiude
ora  nuove  opportunita'  per le nostre PMI a condizione che, date le
caratteristiche del Paese, sappiano sfruttare anche i vantaggi che le
tecnologie  ICT  mettono  a  disposizione  per  contattare  clienti e
pubblicizzare prodotti.

   Cina

   Un  discorso  specifico merita ancora la Cina, cioe' un continente
che  sta  dimostrando di saper coniugare le grandezze dei fattori con
la  qualita'.  Non piu' solo tessuti, giocattoli, apparecchiature, ma
infrastrutture,   ambiente   e   tecnologia.  Sono  questi  i  tratti
caratteristici  dell'attuale sviluppo cinese e delle stesse Olimpiadi
del  2008,  che,  come dichiarato dallo stesso Primo Ministro cinese,
saranno:  "tecnologiche,  verdi,  centrate  sull'uomo". Non piu' solo
officina   produttiva  mondiale,  ma  anche  mercato  di  consumo  in
vorticoso  sviluppo. Vera nuova potenza economica, che sta obbligando
a ridisegnare i parametri della competizione.
   Peraltro,  l'attuale,  enorme  disponibilita'  di  ogni  genere di
prodotti,  a  buon mercato, in Cina potrebbe avere il paradossale, ma
positivo,  effetto  di saziare con rapidita' gli istinti quantitativi
del  consumatore  piu'  abbiente  facendo  sorgere  immediatamente il
bisogno di selettivita', di distinzione, di esclusivita'. Un fenomeno
che  potrebbe giovare ai prodotti del Made in Italy, a condizione che
il  rapporto  qualita/prezzo  non  sia troppo alterato. L'Italia, con
azioni  promozionali  ben  organizzate,  ha  possibilita' notevoli di
inserirsi  sul  mercato.  D'altro  canto,  per  noi  di fronte ad una
realta'  economica  cosi'  prorompente  non esistono alternative alle
alleanze,  collaborazioni,  presenze  commerciali  e produttive nelle
diverse province cinesi.
   Esempi  eloquenti  dimostrano che non solo e' possibile, ma che e'
conveniente.  Ne'  e'  da  trascurare  che  la  General  Motors abbia
dichiarato di voler effettuare investimenti per 3 miliardi di $ entro
il 2007 in modo da raddoppiare la produzione e portarla a 1,3 milioni
di vetture l'anno.
   E'  il  passaggio  obbligato per competere. E non solo sul mercato
cinese,  ma a livello mondiale. Le ottime relazioni fra l'Italia e la
Cina,  l'entrata  nell'OMC,  gli  Accordi  in campo aerospaziale e di
cooperazione  in  materia  di  proprieta'  intellettuale,  firmati  a
Pechino l'8 giugno 2004, costituiscono ora un quadro piu' confortante
per l'inserimento delle nostre imprese.
   Lo  stesso  problema  della  contraffazione,  che ha frenato molte
nostre  imprese,  specie  di minori dimensioni, e' oggi affrontato di
comune    intesa   fra   i   due   governi,   uniti   nell'ammissione
dell'importanza del riconoscimento dei diritti dell'invenzione.
   L'Agenzia governativa cinese operante in materia (SIPO) nel quadro
dell'accordo  sopraccitato  dara' ogni informazione ed assistenza per
la   protezione   del   marchi   e  del  brevetti,  facilitandone  la
registrazione.
   Ottime  prospettive sono state sottolineate dalle stesse autorita'
cinesi  in  campo ambientale e del restauro, ove sono molto attivi il
Ministero  dell'Ambiente  e  il  Ministero dei Beni Culturali, cui il
Ministero  delle  Attivita'  Produttive,  insieme  al Ministero degli
Affari  Esteri,  ed  attraverso  l'ICE, intende fornire ogni supporto
promozionale.

   India

   Per  l'India  -  dove  le  complessita'  sono ancora maggiori - si
intende  cominciare  a  svolgere  azioni  coordinate per inserirsi in
specifici  segmenti  di  mercato  (gastronomia, componentistica, ICT,
farmaceutica) che sembrano ora offrire buone prospettive, utilizzando
anche i fondi di promozione straordinaria del Made in Italy.
   I progetti promozionali dell'ICE dovranno riproporre le esperienze
positive   effettuate   in  grandi  catene  alberghiere  e  nell'agro
-alimentare.
   La manifestazione di alto livello dell'industria Italiana prevista
per  il  prossimo anno, deve diventare l'occasione perche' il Sistema
Italia   si   riproponga   con  forza  e  visibilita'  al  mercato  e
all'economia dell'India.
   Anche  con  la  Corea  le imprese avranno possibilita' di contatto
diretto,  grazie  ad  un  seminario/workshop  che  sara'  organizzato
dall'ICE  verso  la fine dell'anno per dare una prima attuazione allo
specifico  MOU  sulla  collaborazione  fra  PMI, firmato fra Italia e
Corea, nel cui ambito e' stata gia' tenuta una prima riunione a Seoul
nel giugno 2004.

   Nord America

   La  strategia  promozionale  su  tale  mercato tradizionale terra'
principalmente  conto  del  fatto  che  l'Italia  e' oggi sempre piu'
conosciuta  per  il  design, (Made in Italy) e per la "Italian way of
life",  la  gastronomia,  la  moda, ma molto meno per essere anche un
paese  con  alte  potenzialita'  e  capacita'  tecnologiche in alcuni
specifici  settori  (nanotecnologia,  biotech,  sicurezza, etc..). Si
cerchera',  quindi,  di  far  arrivare  tale messaggio promozionale a
nuove  fasce  di  utenza, nuovi consumatori, nuovi ambienti. L'azione
intrapresa    dall'Istituto   per   una   presenza   operativa   deve
concretizzarsi  rapidamente  al  fine  di  allargare la domanda per i
nostri prodotti.
   Particolare  attenzione  sara',  infine,  riservata al Messico non
soltanto   per   le   potenzialita'  d'interscambio,  ma  anche  come
piattaforma  verso  tutti  i  mercati  dell'America Latina. In questo
Paese,  le  opportunita'  per  l'Italia appaiono particolarmente poco
sfruttate, specie dopo l'accordo con la UE.

   Centro America

   Gli  eventi  promozionali possibili nell'Area Caraibica riguardano
la  formazione,  soprattutto  nel  comparto turistico alberghiero. La
Colombia,  il  Peru' ed il Cile offrono buone prospettive per avviare
lo  sviluppo di collaborazioni soprattutto tra PMI. L'Area assume una
specifica  importanza  in  ragione  della  rete di accordi ed intese,
mirate  a  creare  zone  di  libero scambio, sottoscritte con l'U.E.,
alcuni  paesi  asiatici  e  gli USA. In tale contesto, occorre essere
piu'  efficaci  nel  seguire  il settore del Public Procurement e nel
dare  tempestiva informazione sui piani di sviluppo, privatizzazione,
grandi lavori infrastrutturali etc, promossi dai governi dell'Area.

   Mercosur

   L'attivita'  promozionale in quest'area ha una cornice obbligata e
privilegiata,  data dall'identita' culturale e dai legami conseguenti
alla  forte  presenza  di  oriundi  Italiani. Pertanto, la promozione
dovra'  fare  particolarmente  leva sulla collaborazione e sul "gioco
della memoria", puntando su tutti i settori che richiamano alla mente
la  patria  di  origine:  gastronomia,  moda, cinematografia, musica,
letteratura,   valorizzazione   e  restauro  degli  edifici  storici.
Inoltre,  essendo i due principali Paesi dell'America Latina, Brasile
e  Argentina costituiti da vaste Repubbliche o Province, ognuna delle
quali   con   caratteristiche   climatiche,   economiche  e  storiche
particolari,  le  azioni  di collaborazione saranno ben focalizzate e
sinergiche,  anche  nel  quadro  della  collaborazione  con il SEBRAE
(Servizio   brasiliano  di  appoggio  alle  PMI)  sullo  sviluppo  di
programmi congiunti sulle PMI.
   La politica di esportazione del modello dei distretti industriali,
o  meglio  della  loro espansione all'estero gia' iniziata in Brasile
con il Distretto di Uberlandia nel settore del mobile puo' trovare in
quest'area "fertilita'" utili.
   Pur  salvaguardando  la  necessaria  storica  presenza del Sistema
Paese  in  quest'area  del  mondo,  gli  impegni  piu'  mirati e piu'
significativi  vanno  concentrati  sui Paesi di maggior sviluppo e di
rapido  riscontro  commerciale  ed economico. Brasile e Cile dovranno
vedere  una  piu' aggressiva presenza delle iniziative ICE intese non
solo ad ampliare la quota di mercato.
   Per  quanto  riguarda  l'Argentina,  l'azione  promozionale potra'
trovare  un ambito proficuo nelle opportunita' di collaborazione e di
joint venture, da individuare mediante azioni di "Business Scouting".
   L'Area  del  Mercosur,  infine,  potra' avere nuovo slancio quando
sara'  stipulato  l'Accordo  con  l'Unione Europea. Si auspica che la
nuova  Commissione  dell'UE  imprima  una  forte  accelerazione  alle
negoziazioni in corso.
   Una  segnalazione  merita  a  parte, infine, la nuova proposta del
"Bond   di   distretto",  di  cui  si  intende  seguire  attentamente
l'evoluzione.  Tali particolari Bond potrebbero infatti costituire un
nuovo  strumento  di sostegno finanziario delle PMI sia come "finanza
di  Sviluppo" che come supporto all'internazionalizzazione dei nostri
distretti industriali, in collegamento con le banche locali e con gli
organismi multilaterali.

   LINEE SPECIFICHE DI INDIRIZZO PER L'ICE

   Piu'  si  fa  complessa  l'azione promozionale sui mercati esteri,
piu'  diviene  cruciale  il  ruolo  di "pivot" che deve essere svolto
dall'ICE.
   Quando  si  vuol  passare  da  un  elenco  di iniziative ad azioni
articolate  di  accompagnamento  delle imprese sui mercati esteri, e'
necessario   definire   puntualmente   le   strategie   ed  i  moduli
organizzativi  per prestare i servizi con l'alta professionalita', di
cui  l'ICE  e'  ricco  per  l'esperienza  dei propri dipendenti e per
l'apporto  che puo' dare il personale locale. Quest'ultimo, una volta
formato e selezionato, puo' rappresentare una risorsa professionale a
cui   l'impresa   Italiana   puo'   attingere  nel  suo  processo  di
internazionalizzazione.
   Gli   Uffici  e  l'attivita'  dell'Istituto  sono  organizzati  in
funzione  dei  mercati  di  destinazione.  Il  rapido cambiamento dei
mercati  e  delle  aspettative  delle  imprese  Italiane impongono un
riposizionamento    delle   presenze   internazionali:   esse   vanno
indirizzate  prioritariamente  sui  nuovi  mercati  e  su  quelli  di
maggiore  potenzialita',  non  dimenticando  che l'azione pubblica in
molti   casi  non  deve  mirare  soltanto  ad  un  immediato  rientro
economico,  ma,  strategicamente,  alla  preparazione  di  un terreno
fertile per gli interessi delle imprese italiane.
   Essi  richiedono,  ovviamente, iniziative diverse a seconda che si
tratti  di  mercati  tradizionali  ovvero  di  Paesi  piu'  remoti  e
difficili per distanza, costumi, lingua. In questi ultimi l'attivita'
promozionale  pubblica  svolge  anche  una  funzione  trainante ed e'
quindi  centrata  su attivita' di scouting, di partnership, sostenuta
da eventi di immagine che tengano alta l'aspirazione per i prodotti e
lo stile di vita Italiani.
   Tuttavia,  quali  riferimenti  generali  con valore strategico, si
ritiene di menzionare esplicitamente:

- perseguimento  di  obiettivi  di  interesse unitario nazionale e di
  carattere   innovativo  nell'elaborazione  delle  intese  operative
  attuative degli Accordi di programma con le Regioni e degli Accordi
  di settore con le Associazioni di categoria;
- sviluppo  della collaborazione con le Regioni e il sistema camerale
  per il collegamento con il territorio nazionale e per la conoscenza
  piu' approfondita della presenza delle imprese Italiane all'estero;
- priorita'  ai  progetti  che  favoriscono  l'aggregazione  di PMI e
  l'inserimento   delle   nostre   imprese   in  settori  ad  elevata
  tecnologia;
- sviluppo   di   iniziative   di   accompagnamento   all'estero   di
  raggruppamenti,  filiere  e distretti di imprese. A tal fine dovra'
  essere     elaborato     un     percorso     che     parta    dalla
  informazione/formazione   sul   territorio  alla  realizzazione  di
  progetti  di  loro  espansione nei Paesi esteri. Tale percorso, ove
  emerga un concreto interesse delle imprese, potra' contare, in fase
  di  investimenti,  su interventi sinergici di Simest, Finest, SACE,
  Informest;
- al  concetto  di  accompagnamento  delle  PMI  si lega strettamente
  l'attivita'   di   formazione   che,   ad  integrazione  di  quella
  universitaria,  dovra' essere orientata, oltre che verso giovani ed
  imprenditori,  anche verso i funzionari pubblici di Amministrazioni
  ed Agenzie estere connesse al commercio internazionale;
- un'enfasi  particolare  va  posta  nella  promozione  dei  prodotti
  Italiani ad elevato contenuto tecnologico ed innovativo;
- in   collaborazione   con   Universita',   Parchi   scientifici   e
  tecnologici,  vanno  sviluppate  le  possibilita'  di  sfruttamento
  all'estero  dei  brevetti  italiani  e  di  realizzazione  di joint
  venture e start up;
- integrazione  delle  iniziative  di  natura  commerciale con quelle
  culturali, scientifiche, turistiche;
- promozione  delle nostre tecnologie ambientali, di recupero urbano,
  del restauro, nonche' di conservazione dei beni artistici;
- intensificazione dell'attivita' di promozione dei servizi logistici
  all'estero.   La   disponibilita'   di  servizi  logistici  e'  una
  condizione  essenziale  per la competitivita' delle PMI all'estero,
  ove,  in  certi  paesi,  i  problemi  doganali  e di movimentazione
  possono essere esiziali per la competitivita';
- focalizzazione sulla "provincia" dell'azione di diffusione del Made
  in  Italy  e,  in particolare, della cucina italiana negli USA, nei
  Paesi  del  Nord  Europa  e  in  quelli di nuova adesione (festival
  italiano);
- intensificazione   delle   azioni   presso   la  distribuzione  con
  particolare riferimento a quella regionale e specializzata;
- alla  luce  dell'Accordo  fra il Ministero, le Regioni e il sistema
  fieristico  nazionale e' opportuno prevedere iniziative mirate alla
  promozione  del  nostri  servizi  fieristici  all'estero  e al loro
  possibile utilizzo come traino di raggruppamenti di imprese;
- nel  2004,  a  seguito  dello  stanziamento  di 10 milioni di Euro,
  insieme  alle  Regioni  ed alle Associazioni di categoria, verranno
  lanciate  specifiche  azioni a favore delle imprese artigianali. La
  scelta di favorire l'internazionalizzazione delle imprese artigiane
  impegna   anche  l'Istituto  ad  elaborare  progetti  mirati  sulla
  particolare  natura  di queste imprese. A tal proposito, si ricorda
  l'indicazione,   gia'   data   nel   2004   relativa   al  progetto
  sull'artigianato artistico e di qualita';
- avvio  di  iniziative  di promozione dei nostri "Musei di settore o
  aziendali",  quale  dimostrazione delle radici profonde del Made in
  Italy e delle sue capacita' evolutive;
- azioni  mirate  presso  le  catene alberghiere, le linee aeree e la
  ristorazione all'estero, coinvolgendo le Regioni, l'Enit e le altre
  organizzazioni del settore (MIPAF, Enti fiera, Buonitalia, ecc.);
- realizzazione  di  Country  presentation  mirate.  I  seminari ed i
  workshop  si muoveranno su specifici progetti e su ben identificate
  filiere  produttive,  privilegiando  maggiormente la presenza degli
  imprenditori  e  dei  responsabili  aziendali.  Anche i Flying Desk
  dovranno rispondere ad effettive esigenze di presenza in loco.
- per  accrescere  le  occasioni  di  promozione del Made in Italy e'
  opportuno  cercare  di  organizzare  manifestazioni  collaterali  a
  grandi  eventi  internazionali  sia di natura culturale-scientifica
  che sportiva;
- per  assicurare ricadute commerciali, l'Istituto dovra' far seguire
  agli   eventi  promozionali  azioni  di  follow  up.  Questione  di
  specifica attualita' per Giappone e Cina.

Nautica: cantieristica e componentistica

   Fra  i settori di eccellenza del Made in italy, si e' negli ultimi
anni   imposto   il   settore  nautico.  Superato,  anche  sul  piano
legislativo,  l'approccio  che voleva confinare il settore fra quelli
del  lusso,  alla  portata  di pochi benestanti, si comincia a capire
l'importanza   di   una   produzione,  molto  apprezzata  all'estero,
espressione di un alto grado di estetica e di funzionalita'. E' forse
noto che l'Italia e' il primo produttore mondiale di megayacht, ma e'
stata  finora  inadeguatamente valutata l'importanza degli accessori,
dell'arredamento,  del confort, della tecnologia incorporati non solo
nei  megayacht,  ma  anche  in  quelli  medio-piccoli. Un primato che
obbliga  le  Autorita'  locali ad intervenire con piu' determinazione
per  migliorare le capacita' di accoglienza e di assistenza portuale,
che possono determinare importanti entrate.
   In  tale  settore, sulla base delle strategie che saranno definite
nell'apposito  "Tavolo",  e' opportuno organizzare iniziative atte ad
esaltare  la  capacita'  di  forgiare  il  gusto del Made in Italy su
bisogni ed esigenze specifiche.

                               RISORSE

   Le  risorse  disponibili  (stanziamento  annuale  ed  economie  di
gestione)  saranno suddivise dall'Istituto del Commercio con l'estero
secondo le percentuali sottoindicate, analoghe al 2004.
   Per  mantenere  la coerenza dell'impostazione del programma, salvo
casi  di  urgenza,  tutte  le modifiche saranno esaminate in apposite
riunioni bimestrali di monitoraggio del programma.
   In  linea  generale  ed  in  funzione delle specifiche realta' dei
singoli  mercati, l'allocazione delle risorse deve essere correlata a
parametri   quali:   la   quota  italiana  nel  mercato,  il  reddito
pro-capite,  il  potenziale  di  crescita  del  Paese  e il trend del
settore.

- 40%  -  ATTIVITA'  DI  BASE  - Sono le iniziative piu' direttamente
  mirate  su  obiettivi  di  promozione  commerciale,  sui  quali far
  convogliare tendenzialmente risorse private di pari importo;
- 20%  -  PROGETTI  SPECIALI  Si  tratta  di  progetti articolati che
  riflettono  le  strategie  definite  nei  nove  Tavoli  di  sistema
  (Moda-persona,        Casa-arredo,        Audiovisivo-multimediale,
  Agro-alimentare,   Meccanica  strumentale,  Logistica,  Nautica)  e
  geografici  (Balcani  e Mediterraneo). Le strategie intersettoriali
  definite nei Tavoli sono attuate mediante le attivita' di base e le
  iniziative  cofinanziate  nell'ambito  degli Accordi di programma e
  degli Accordi di settore;
- 40%  alle  iniziative  promozionali  cofinanziate,  inserite  negli
  Accordi  di  programma (con le Regioni), Accordi di settore (con le
  categorie  industriali),  Accordi Quadro (con il Sistema Camerale),
  nonche' quelle che si riferiscono al mondo universitario.

   Questi  progetti  dovranno  essere caratterizzati dal proposito di
sostenere,   in   particolare,   settori   e  tipologie  promozionali
innovativi in coerenza con le specificita' merceologiche e il tipo di
imprese di ciascun settore.

                           Antonio Marzano
                 Ministro delle Attivita' produttive