(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
                        PROTOCOLLO OPERATIVO
         Premio specifico alla qualita' per il frumento duro
                    (Regolamento CE n. 2237/2003)
Premessa.
    Il  Regolamento  CE  n. 2237/2003 fissa i seguenti criteri per la
definizione della lista delle varieta di frumento duro che, a partire
dalla  campagna  2005-2006,  beneficeranno  del premio specifico alla
qualita' (art. 72, Regolamento CE n. 1782/2003):
      al  massimo  ogni  due anni gli Stati membri individuano almeno
due varieta' piu' rappresentative a livello regionale (macro-areale o
Paese) sulla base del quantitativo di seme certificato;
      le  varieta'  da  valutare  sono  quelle  iscritte nel Registro
nazionale   dello   Stato   membro,  con  esclusione  di  quelle  non
certificate  negli  ultimi  tre  anni;  possono essere valutate anche
varieta' iscritte nel registro nazionale di un altro Stato membro;
      per   ciascuna  varieta'  di  cui  al  punto  precedente  viene
calcolato,  per almeno un biennio, un indice di qualita' rapportato a
quello medio delle varieta' piu' rappresentative, posto uguale a 100,
e  derivante  dalla  somma  ponderata  dei  valori  medi  di  quattro
caratteri  rilevati  sulla  granella:  % di proteine (40%); indice di
glutine  o SDS (30%); indice di giallo (20%); peso ettolitrico o peso
1000  cariossidi  (10%).  Solo  le cultivar con un indice di qualita'
(IGQ  espresso  in %) superiore o uguale a 98 possono beneficiare del
premio  specifico  alla  qualita'  per  un  quinquennio dalla data di
iscrizione nella lista;
      la  presenza  delle  varieta' nella lista puo' essere prorogata
per  ulteriori  quinquenni  sulla  base  dei  risultati  di  analoghe
valutazioni  effettuate  nel  corso  del  secondo  e  terzo  anno  di
validita' della lista.
    Lo  stesso Regolamento demanda agli Stati membri la definizione e
la successiva comunicazione alla Commissione di una lista di varieta'
che  possono  beneficiare  del premio nella fase transitoria limitata
agli  anni  2004  e  2005.  La  pubblicazione  del  regolamento CE n.
2237/2003  e'  avvenuta dopo l'esecuzione della semina autunnale 2003
(24 dicembre  2003),  di  fatto rinviando la possibilita' di un primo
anno  di  valutazione  delle  varieta'  alla  stagione  2004-2005. Ne
consegue  la necessita' e opportunita' di richiedere alla Commissione
di  prorogare di un anno (2006) le misure transitorie di cui all'art.
12 del citato regolamento.
Criteri per la definizione della lista varietale.
    Prima  di  descrivere le modalita' di gestione delle prove per la
formulazione  della  lista  quinquennale  delle  varieta'  ammesse al
premio, verranno definiti alcuni elementi discrezionali contenuti nel
Regolamento CE n. 2237/2003, quali:
      a) il  numero delle varieta' piu' rappresentative da utilizzare
come testimoni, i criteri di scelta e la periodicita' della scelta (1
o 2 anni);
      b) i  criteri per l'inclusione nelle prove di valutazione delle
varieta' iscritte nel Registro nazionale di un altro Stato membro;
      c) il numero di macro-areali da considerare;
      d) il   numero   e   la   localizzazione  delle  prove  per  la
determinazione dell'IGQ;
      e) i  criteri  di  valutazione  dei  risultati  ai  fini  della
inclusione nella lista delle varieta' ammesse al premio.
    Inoltre,  per  accelerare  la valutazione qualitativa delle nuove
costituzioni  varietali, si ritiene opportuno inserire nelle prove di
iscrizione  al  Registro varietale del secondo anno tutti i testimoni
utilizzati per la formulazione della lista varietale, solo al fine di
determinarne  l'IGQ.  Per  quieste  cultivar,  una  volta iscritte al
Registro,   e'   richiesto  solo  un  ulteriore  anno  di  prova  per
l'eventuale  inserimento  nella  lista  quinquennale  delle  varieta'
ammesse al premio specifico alla qualita'.
a) Numero dei testimoni.
    La  Comunita'  ha  fissato  un numero minimo di due varieta' piu'
diffuse,  scelte  sulla  base  dei  dati  di  certificazione.  Le due
varieta'  attualmente  piu'  diffuse  in Italia sono Simeto e Duilio,
entrambe  di  ciclo  precoce.  La  considerazione che due dei quattro
parametri  utilizzati  per  il calcolo dell'IGQ (% di proteine e peso
ettolitrico)  risentono  alquanto delle condizioni stagionali (clima,
livello  produttivo  variabile  in  funzione  del  ciclo), suggerisce
l'opportunita'  di  ampliare  il  numero  e  la  gamma di ciclo delle
varieta' di riferimento al fine di una maggiore stabilizzazione della
risposta  nei  confronti  del variabile andamento termo-pluviometrico
stagionale.   Inoltre,  assumere  come  riferimento  per  il  calcolo
dell'IGQ  un maggior numero di testimoni consente una migliore e piu'
corretta valutazione qualitativa dei testimoni stessi.
    Sulla base di tali considerazioni si e' deciso di utilizzare come
testimoni  le  cinque  varieta'  piu'  diffuse  a  livello nazionale,
assumendo   come  riferimento  i  quantitativi  di  seme  certificato
dall'ENSE nella stagione precedente quella delle prove. Relativamente
alla   periodicita'  della  scelta  dei  testimoni,  si  conviene  di
mantenere  costante  le  cinque  varieta' nel biennio di prove per la
costituzione  della  prima  lista  varietale  e, a regime, di operare
annualmente  la  scelta delle cinque varieta' piu' diffuse sulla base
dei dati ENSE della stagione precedente (dati ENSE 2005 per le semine
2006).
b) Cultivar iscritte nel Registro nazionale di altro Stato membro.
    Possono  essere  valutate,  su  richiesta del Costitutore e/o del
Responsabile della conservazione in purezza, le varieta' iscritte nel
Registro  nazionale  di un altro Stato dell'UE purche' certificate in
Italia.
c) Numero dei macro-areali.
    La  superficie investita a frumento duro in Italia e' concentrata
per  circa  il  46%  nel  Sud  peninsulare  (in  primo luogo Puglia e
Basilicata),  per il 31% nell'Italia centrale (in primo luogo Toscana
e Marche) e per il 21% in Sicilia. Le differenze agro-pedo-climatiche
esistenti  tra l'areale Italia centrale e l'areale Italia meridionale
influenzano   la  scelta  delle  varieta'  coltivate,  che  risultano
tendenzialmente  piu' tardive nell'Italia centrale e piu' precoci nel
Sud  e in Sicilia. Per questo motivo e pur prevedendo una lista unica
nazionale  delle  varieta'  ammesse  al  premio, si ritiene opportuno
procedere  alla  valutazione  di  tutte  le  varieta' in due distinti
macro-areali   (Centro+Sardegna;   Sud+Sicilia),   utilizzando   come
riferimento   sempre  le  cinque  varieta'  piu'  diffuse  a  livello
nazionale.
d) Numero e modalita' di conduzione delle prove di valutazione.
    Si   ritiene   opportuno   realizzare   tre   prove  per  ciascun
macro-areale  al  fine di disporre di almeno due valutazioni dell'IGQ
varietale  per areale. I campi saranno localizzati nelle regioni piu'
rappresentative di ciascun areale (Toscana, Marche e altra regione da
definire,  per  l'areale  Centro;  Puglia,  Sicilia  e Basilicata per
l'areale  Sud).  Relativamente  alle  modalita'  di  conduzione delle
prove,  il coordinamento generale e' affidato all'ENSE, mentre il CRA
-   Istituto   sperimentale  per  la  cerealicoltura  provvedera'  al
coordinamento tecnico-operativo.
    In   particolare,   i   Costitutori   e/o  i  Responsabili  della
conservazione  in  purezza  invieranno  all'ENSE  15  kg  di seme non
trattato  (50 kg  per  le  cinque  varieta' testimoni) delle cultivar
certificate da sottoporre a valutazione ai fini della predisposizione
della  lista  delle  varieta'  ammesse  al premio qualita'. A partire
dalla  stagione  2005-2006,  il  seme  delle varieta' da sottoporre a
valutazione  dovra'  pervenire  all'ENSE  entro la data limite del 10
ottobre.
    L'ENSE,  dopo  aver  attribuito  una  sigla  a ciascuna cultivar,
provvedera'  alla  concia del seme, al prelevamento di un campione di
semente  (circa 1 kg) in parte da conservare per eventuali successivi
controlli,  in  parte  da  utilizzare  per  la  determinazione  delle
caratteristiche  della  semente  (germinabilita',  purezza, peso 1000
semi) e per la verifica della identita' varietale (prova descrittiva)
trasmettendo  il  restante  quantitativo  di semente, contraddistinto
solo   dalla   sigla,  al  C.R.A.  -  Istituto  sperimentale  per  le
cerealicoltura.
    Il   C.R.A   -   Istituto   sperimentale  per  la  cerealicoltura
provvedera'   al   coordinamento  tecnico-operativo,  concernente  la
preparazione,  realizzazione  e conduzione delle prove agronomiche in
campo e delle analisi qualitative, secondo il protocollo sperimentare
allegato.
    Entro  la  seconda  decade di settembre di ciascun anno il C.R.A.
presentera'  alla  Commissione ministeriale preposta alla definizione
della  lista varietale la relazione sui risultati complessivi e delle
singole prove. Sempre in sede di Commissione, e dopo che l'ENSE avra'
provveduto  alla  decodifica  delle sigle con l'attribuzione del nome
della   varieta',  verra'  predisposta  la  tabella  complessiva  dei
risultati  dell'anno,  successivamente  trasmessa dall'ENSE a tutti i
Costitutari  e/o  responsabili  della  conservazione in purezza delle
varieta'  saggiate.  Al  termine  del  secondo  anno,  la Commissione
ministeriale,  oltre  alla  predisposizione della tabella relativa ai
risultati  dell'anno, procedera' alla valutazione biennale dei dati e
alla  definizione  del decreto ministeriale contenente la lista delle
varieta'  ammesse  al  premio  specifico alla qualita', sulla base di
quanto previsto dal regolamento CE n. 2237/2003.
e) Formazione  della  lista  quinquennale  delle  varieta' ammesse al
premio.
    Nella  lista nazionale delle varieta' ammesse al premio specifico
alla  qualita' saranno incluse le varieta' che hanno fatto registrare
un  indice  di  qualita'  (IGQ),  riferito  alla media dei testimoni,
uguali  o  superiori a 98 in almeno la meta' dei campi realizzati nel
biennio.
                 PROTOCOLLO SPERIMENTALE DELLE PROVE
a) Prove agronomiche.
    Le  prove  agronomiche  saranno  localizzate  nelle  regioni piu'
rappresentative  della  durogranicoltura nazionale. In considerazione
delle  dimensioni  della  prova  (5-6000  m2), nella scelta dei campi
sperimentali   sara'   attentamente   valutata   l'uniformita'  delle
caratteristiche    chimico-fisiche    del    terreno,    oltre   alla
disponibilita'  in  loco  o nelle immediate vicinanze di una stazione
meteorologica  e  di  dati  climatici pregressi. Sui terreni scelti e
prima  dell'impianto della prova, saranno comunque prelevati campioni
di  terreno  per  le  analisi  chimico-fisiche. Il coordinatore delle
prove  agronomiche definira', sentiti i Costitutori, e/o Responsabili
della  conservazione  in  purezza  interessati,  un  calendario delle
visite   da   effettuare   presso   i   singoli  campi  sperimentali,
verosimilmente durante e dopo la fase di spigatura.
    Per  la conduzione delle prove ci si atterra' a quanto di seguito
riportato.
    Disegno  sperimentale:  blocco randomizzato con tre ripartizioni;
randomizzazione  dei genotipi del tutto casuale, in quanto gli stessi
sono contraddistinti da sigle. La prova sara' contornata da due fasce
di  rispetto  su  ogni lato. In considerazione dell'elevato numero di
genotipi  in  prova e, quindi, delle notevoli dimensioni dei blocchi,
si  ritiene  opportuno suddividere ogni replica in tre blocchetti, in
ciascuno   dei  quali  saranno  sempre  presenti  tutti  i  testimoni
(ovviamente   in   chiaro).   Questo  accorgimento,  se  da  un  lato
accrescera' un po' le dimensioni della prova, dall'altro consentira',
in caso di irregolarita' puntiformi, di valutare le cultivar rispetto
ai  testimoni  presenti  nel  blocchetto. In alternativa i controlli,
oltre  ad  essere presenti con tre parcelle nella prova come tutte le
altre  varieta',  potrebbero  essere utilizzati in una delle fasce di
rispetto  laterali  della  prova.  Nell'uno  o  nell'altro  caso,  il
quantitativo  di seme dei testimoni richiesto per la realizzazione di
tutte  le  prove  e'  di 50 kg e non di 15 kg come per tutte le altre
cultivar.
    Precessione  colturale:  quella maggiormente in uso nell'ambiente
considerato, con esclusione della monosuccessione.
    Semina:  da effettuare, con seminatrice parcellare, possibilmente
entro  la prima decade di noverabre, ricorrendo ad un quantitativo di
350 semi germinabili per m2, per le prove realizzate in Sicilia e nel
Sud,  e  di  450  semi  germinabili  per m2, per le prove dell'Italia
centrale.
    Parcella: 6-8 file per 10 m2 complessivi.
    Concimazione:   diversificata   in   funzione   della  produzione
mediamente  ottenibile nell'areale considerato. In linea di massima e
salvo  rettifiche  imposte  dalla  fertilita'  del  terreno,  si puo'
prevedere:  per  il fosforo, una somministrazione in pre-semina di 90
kg/ha di P2O5 in tutte le prove; per l'azoto, una dose di 80 kg/ha in
Sicilia  (40%  alla  semina e 60% in copertura), di 100 kg/ha nel Sud
peninsulare  (1/3  alla  semina  e 2/3 in copertura), di 150 kg/ha in
Itala   centrale   (tutto   in   copertura,   con   due   epoche   di
somministrazione,  oppure  il  20%  alla semina e l'80% in copertura,
sempre con due epoche di somministrazione).
    Controllo  infestanti: diserbo in pre o post-emergenza, a seconda
degli areali.
    Controllo  malattie  fungine: non previsto, salvo l'utilizzazione
di seme conciato.
    Raccolta:  con  mietitrebbia parcellare a maturazione commerciale
avvenuta.
    Per   singola   parcella  saranno  rilevati  i  dati  di  seguito
riportati, annotati su schede di campo fornite dal Coordinatore delle
prove agronomiche.
    Data  di  semina  e  di  emergenza  (data media di comparsa delle
piantine,  con  annotazione  delle  parcelle  che si discostano dalla
media).
    Fittezza  delle  piante:  valutazione  visiva, allo stadio di 2-3
foglie  presenti,  del  grado di fittezza delle parcelle, stimando la
percentuale  di  piante  presenti  con  una  scala da 0 a 9 (0=piante
presenti da 0 a 9%; 9=piante presenti da 90 a 99%).
    Danni da freddo: valutazione visiva del danno da freddo invernale
e/o  primaverile  (annotando  la  data  del rilievo), utilizzando una
scala  da  0  a  9  (0=nessun  danno; 9=foglie successive alle basali
ingiallite e fino al 100% di piante morte).
    Malattie:  ogni  quindici  giorni,  a  partire  dalla  fine della
levata,  rilevare  la  presenza  delle  principali fitopatie (ruggine
bruna, ruggine gialla, ruggine nera, oidio, septoria, fusariosi della
spiga,  ecc.),  indicando  lo stadio di sviluppo in cui si trovano le
piante  al  momento  del  rilievo;  il  grado  di  attacco,  riferito
all'intera parcella, e' espresso in scala da 0 a 9.
    Data  di spigatura: data (giorno e mese) nella quale il 70% delle
piante della parcella presenta la spiga emessa.
    Allettamento:  rilevato in due momenti (spigatura e maturazione),
riportando  la  %  stimata  di  superficie parcellare interessata dal
fenomeno,  secondo  la  scala  da  0 a 9 (0=nessuna pianta allettata;
1=1-10%  di  superficie parcellare allettata; 9=81-100% di superficie
parcellare allettata).
    Altezza  pianta:  in  cm,  rilevata dopo la spigatura come misura
media  delle  piante  della  parcella dal livello del suolo all'apice
della spiga, escluse le reste.
    Numero  di spighe per m2: alla raccolta, conteggiare il numero di
spighe  presenti  su  due  campioni di un metro lineare scelti a caso
sulle file della parcella.
    Superficie parcella: in m2. Va riportata la superficie utilizzata
per  il  calcolo  della produzione unitaria ottenuta decurtando dalla
superficie  totale  la superficie del campione di spighe asportato ed
eventuali bordi non raccolti.
    Produzione  di  granella:  peso in kg della granella raccolta per
ogni parcella.
    Umidita'  della  granella:  espressa  in  % e rilevata al momento
della pesata del prodotto.
    Peso ettolitrico: espresso in kg/hL.
    Peso  1000  cariossidi: rilevato su un campione di almeno 15 g di
seme per parcella.
    Semi  striminziti  e  bianconati: sullo stesso campione di cui al
punto  precedente  rilevare  il  numero di semi striminziti e di semi
bianconati, espressi in %.
    Il  Coordinatore  delle prove agronomiche procedera', per singolo
campo  sperimentale, alla preparazione del campione riunito delle tre
parcelle  di  ciascuna  varieta' (con indicazione della sigla e della
localita)   da   sottoporre   alle   analisi   qualitative   per   la
determinazione  dell'Indice  di  qualita',  secondo  il protocollo di
seguito riportato.
b) Prove qualitative e metodologie utilizzate.
    Le  analisi qualitative saranno effettuate sul campione complesso
ottenuto   dalla   riunificazione  delle  tre  parcelle  per  singole
localita' di prova di ogni varieta'.
    Le  determinazioni analitiche riguarderanno i parametri impiegati
per  determinare  l'indice  globale  di  qualita' in accordo a quanto
previsto nel regolamento CE n. 2237/2003, in particolare:
      contenuto proteico %;
      indice di glutine (e, in aggiunta, SDS);
      indice di giallo;
      peso ettolitrico (e, in aggiunta, peso 1000 cariossidi).
    La  determinazione  del contenuto proteico e del peso ettolitrico
(e,   in  aggiunta,  peso  1000  cariossidi)  sara  effettuata  sulle
cariossidi,  mentre  la  determinazione dell'indice di glutine (e, in
aggiunta,  SDS)  e del colore verra' effettuata sulla semola ottenuta
dopo molitura delle cariossidi.
    Per  la  determinazione  del  contenuto  in  proteine  e del peso
ettolitrico,  le  metodologie  utilizzate saranno in accordo a quanto
previsto  nel  regolamento  CE  n.  2237/2003. In particolare, per la
determinazione  del  contenuto in proteine e' prevista l'applicazione
del   metodo   ICC   106/2   o   comunque   di  metodiche  analitiche
standardizzate  e  riconosciute  a livello internazionale che possono
fornire   uguali   risultati;   mentre  la  determinazione  del  peso
ettolitrico  sara'  effettuata  su  un  campione  di  almeno  1kg con
strumentazione  certificata. Il dato aggiuntivo relativo al peso 1000
cariossidi sara' rilevato su due campioni di 15 g.
    Per la valutazione della qualita' del glutine sara' utilizzata la
metodica  ICC  158  (gluten index). In aggiunta, su ciascun campione,
sara'    anche    effettuato    il    test   di   sedimentazione   in
sodio-dodecilsolfato (SDS).
    Per  la  determinazione  dell'indice  di giallo si utilizzera' il
metodo  basato  sulla  colorimetria  riflessione (Chromameter CR 300,
Minolta).
    Dopo   il   completamento   delle   analisi   di  laboratorio  si
provvedera',  per  ciascun  campo  sperimentale,  alla determinazione
dell'indice   di  qualita'  (IGQ)  delle  singole  entrate  (varieta'
siglate) rispetto alle varieta' piu' diffuse (testimoni).