(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegati
1. OBIETTIVI
L'obiettivo  primario  che  si vuole perseguire con le seguenti linee
guida,   e'   una   riduzione   del   numero   di  esami  radiologici
"inappropriatamente"  richiesti  ed  eseguiti,  e  ritenuti  tali, in
quanto:  - non aggiungono valore al sospetto diagnostico del clinico,
ne'  lo correggono, - non sono utili a modificare la gestione clinica
del  paziente. L'inappropriatezza di tali esami conduce pertanto allo
spreco di risorse gia' limitate, all'allungamento dei tempi di attesa
e,  quando  eseguiti  con  radiazioni  ionizzanti,  ad  un'assenza di
beneficio  rispetto  al danno che l'esposizione a radiazioni potrebbe
causare alla persona.
Le  presenti  linee guida pertanto si propongono di fornire ai medici
prescriventi  e  ai  medici  specialisti  in  radiologia  e  medicina
nucleare   uno   strumento  formativo,  per  assicurare  ai  pazienti
appropriate  ed  adeguate  prestazioni  di  diagnostica per immagini,
precisando  tuttavia  che  esse  non  devono  essere considerate alla
stregua  di  regole inflessibili e che soprattutto non hanno lo scopo
di  stabilire  uno  standard legale di riferimento, ne' vanno usate a
tal fine.
Il giudizio finale riguardante l'appropriatezza di qualunque indagine
radiologica  e/o  medico  nucleare  spetta  infatti  allo specialista
medico  radiologo e medico nucleare alla luce di tutte le circostanze
che  si  possono  presentare, per cui possono essere responsabilmente
adottati  provvedimenti  difformi  da quanto previsto in queste linee
guida,  allorquando  siano  motivati  dalle  condizioni del paziente,
dalla  disponibilita' delle risorse tecniche o da eventuali progressi
nelle   conoscenze   scientifiche  o  tecnologiche  susseguenti  alla
pubblicazione delle linee guida stesse.
Obiettivo   secondario,   ma   non  meno  importante,  e'  quello  di
contribuire  a  migliorare  e  incrementare  i contatti tra il medico
curante e lo specialista in DPI, nell'ottica della ottimizzazione dei
percorsi  diagnostici  e  quindi  di una migliore utilizzazione delle
risorse  con  rilevante  beneficio sia per la salute individuale, sia
per i costi sostenuti dal SSN.
2. METODOLOGIA PER L'EVIDENZA E RACCOMANDAZIONI
Il  grado  di  evidenza  circa  le  affermazioni  riportate in questo
lavoro,  seguendo  la  classificazione  di  riferimento  utilizzata a
livello europeo nella diagnostica per immagini, e' cosi' indicato:
A) studi a controllo random, meta-analisi, rassegne sistematiche;
B) studi sperimentali e osservazionali;
C)  altre  evidenze  per  le quali il parere si basa sull'opinione di
esperti con l'approvazione di autorita' riconosciute.
Le raccomandazioni utilizzate sono le seguenti:
1)  Indagine  indicata.  La/le  indagineli  sono  opportune in quanto
contribuiscono  con  grande probabilita' alla diagnosi clinica e alla
gestione  del  paziente.  E'  possibile  che  l'esame  eseguibile sia
diverso dall'indagine richiesta dal medico: per esempio impiego di US
sostitutivi della flebografia in caso di trombosi venosa profonda.
2)  Indagine specialistica. Si tratta di indagini complesse o costose
che  vengono  eseguite, di norma, unicamente su richiesta da parte di
medici  che  dispongono  dell'esperienza  clinica  atta  a valutare i
risultati dell'indagine e ad agire di conseguenza.
3)  Indagine  inizialmente non indicata. Questa situazione riguarda i
casi  nei  quali  l'esperienza  dimostra  che il problema clinico, di
solito,  si risolve con il tempo. Si consiglia, pertanto, di rinviare
lo  studio  e di eseguirlo unicamente qualora permangano i sintomi. I
dolori alla spalla sono un tipico esempio di questa situazione.
4)  Indagine non indicata di routine. Poiche' nessuna raccomandazione
ha  carattere  assoluto,  la  richiesta  sara' soddisfatta unicamente
qualora  il medico la motivi in modo incontrovertibile. Un esempio e'
quello  di un esame radiografico in un paziente con dolori di schiena
per  i  quali i dati clinici lasciano pensare che vi possa essere una
patologia  diversa  da  quella  degenerativa  (per  esempio: frattura
vertebrale su base osteoporotica).
5)  Indagine non indicata. Gli esami di questo gruppo sono quelli nei
quali manca la base logica all'esecuzione dell'indagine (per esempio:
urografia in caso di ipertensione arteriosa).
L'esposizione   alle   radiazioni   ionizzanti   delle  persone  puo'
determinare  effetti  dannosi  sulla  salute.  Gli effetti indotti in
seguito ad esposizioni mediche, effettuate nella prevenzione e per la
diagnosi  di  patologie, sono generalmente di natura stocastica. Tali
effetti  possono  manifestarsi anche a dosi relativamente basse e non
richiedono  il superamento di un valore di soglia. La probabilita' di
insorgenza  di  tali  danni  aumenta  con la dose ricevuta, mentre la
gravita'  degli  effetti  risulta  essere  indipendente  da  essa. E'
percio'  evidente  come  sia  rilevante  per  l'individuo  e  per  la
popolazione  nel  suo  insieme  limitare  tali  esposizioni  ai  casi
indispensabili, e ridurre quelle necessarie al minimo compatibile con
la formulazione di una diagnosi.
L'impiego  medico  delle  radiazioni  ionizzanti,  che costituisce la
fonte  principale  di  esposizione  alle  radiazioni ionizzanti della
popolazione  dovuta a sorgenti artificiali, e' in continuo aumento in
Italia cosi' come in tutti i Paesi con un elevato grado di assistenza
sanitaria.  A  fronte  di una generale riduzione delle dosi associate
alle  pratiche  diagnostiche  piu'  comuni ed alla sostituzione nella
pratica  medica  di  alcune  procedure  diagnostiche con tecniche che
utilizzano  radiazioni  non  ionizzanti,  si  e'  assistito in questi
ultimi  anni alla diffusione di nuove strumentazioni ed applicazioni,
quali    la   Tomografia   computerizzata   (TAC),   la   Radiologia.
Interventistica  e,  in Medicina Nucleare, la Tomografia ad emissione
di positroni (PET), che comportano alti valore di dose per le persone
esposte.
L'ampia  diffusione di tali tecniche e' stata senza dubbio accelerata
dal sensibile miglioramento che esse hanno determinato nella qualita'
dell'immagine e che portano ad estendere il loro impiego anche a casi
in  cui  la  diagnosi  potrebbe  essere  effettuata  con tecniche che
erogano dosi minori o che non impiegano radiazioni ionizzanti.
Negli  anni  piu'  recenti vi sono stati inoltre nuovi sviluppi nella
conoscenza   dei   meccanismi   di  insorgenza  del  danno  associato
all'esposizione  alle  radiazioni  e  della diversa radiosensibilita'
degli individui, in particolare nel caso delle esposizioni in utero e
nei soggetti in eta' pediatrica.
L'insieme  di queste considerazioni fa si' che sia necessario operare
per limitare le indagini che implicano l'uso di radiazioni ionizzanti
e ridurre i rischi ad esse associati.
La  Direttiva  Euratom  97/43  ha  espressamente  citato il ruolo del
prescrivente  la procedura radiologica e ha raccomandato di mettere a
punto   "criteri  di  riferimento",  di  indirizzo  nel  processo  di
giustificazione. Tale raccomandazione e' stata recepita nel D.Lgs 187
del  26  maggio  2000. Le presenti linee guida rappresentano a questo
proposito  un  possibile  ed efficace strumento di supporto al medico
nella valutazione delle richieste.
Effetti delle radiazioni ionizzanti ed ottimizzazione dell'impiego in
medicina
In  ordine  agli  effetti  associati  all'esposizione alle radiazioni
ionizzanti,  si evidenzia che i principali meccanismi che determinano
il   danno  biologico  coinvolgono  essenzialmente  il  nucleo  delle
cellule,  dove  e' presente il DNA. Le radiazioni ionizzanti inducono
lesioni  del DNA (tra cui interruzione della catena, danni alle basi)
che,  se  non  sono  riparate, possono determinare conseguenze piu' o
meno   rilevanti   nelle  funzioni  cellulari.  Gli  effetti  possono
manifestarsi  dopo  un tempo breve o lungo, a seconda della quantita'
di  radiazione  assorbita  e delle modalita' con cui la radiazione e'
somministrata.
Effetti deterministici
Gli  effetti  deterministici derivano dal danneggiamento di un numero
consistente  di  cellule e si manifestano al di sopra di un valore di
soglia.
Nell'adulto  questi  effetti  corrispondono,  a  seconda  delle dosi,
all'eritema,  ad  ulcerazioni  cutanee,  a  linfopenia,  a  danni  al
cristallino.
Nel  caso  dell'irraggiamento  del  feto si tratta di effetti letali,
malformazioni,  anomalie  della crescita e dello sviluppo, compresi i
ritardi mentali gravi.
Effetti stocastici
Gli  effetti  stocastici  sono effetti di natura probabilistica per i
quali  non  e'  stato  dimostrato un valore di soglia al di sotto del
quale essi non si manifestano. Tali effetti possono manifestarsi dopo
diverso  tempo  dall'esposizione.  La  probabilita'  di insorgenza di
questi  effetti  aumenta con la dose, mentre la gravita' dell'effetto
e'  indipendente  dalla  dose  ricevuta.  Lo sviluppo di neoplasie in
seguito  ad  esposizione  alle  radiazioni  ionizzanti  e' un effetto
stocastico.
Gli effetti ereditari sono anch'essi di natura stocastica.
Dose efficace
Per  poter  effettuare  una  stima del rischio complessivo di effetti
stocastici    (cancro,    leucemie,   effetti   ereditari)   seguente
un'esposizione alle radiazioni, si utilizza una grandezza dosimetria,
definita dose efficace, che si misura in Sievert (Sv).
La dose efficace tiene conto del fatto che gli organi e i tessuti del
corpo   hanno   diversa   radiosensibilita',   ossia   hanno  diversa
probabilita' di sviluppare neoplasie indotte dalle radiazioni.
L'impiego  della  dose  efficace  permette  di confrontare il rischio
derivante dall'impiego di indagini diverse e anche quello relativo ad
altri  tipi  di  esposizioni  non di tipo medico (ad es. con il fondo
naturale, con le esposizioni in ambiente di lavoro).
Riduzione dei Rischi
Per  ridurre  i  rischi connessi alle esposizioni in campo medico, e'
necessario  valutare  con  attenzione  la  necessita'  di  effettuare
l'esame  diagnostico  (GIUSTIFICAZIONE) ed avviare l'indagine in modo
da assicurare che le informazioni prodotte siano ottenute con la dose
piu'  bassa  possibile,  compatibilmente con le esigenze diagnostiche
(OTTIMIZZAZIONE).
Valutazioni  prima  di  prescrivere  un  accertamento diagnostico con
radiazioni
A  tale  scopo,  prima di prescrivere un accertamento diagnostico con
radiazioni, e' importante valutare:
• che l'esame che si sta richiedendo, sia utile per il paziente;
•  che  non  sia  possibile  ottenere  informazioni  da indagini gia'
effettuate dal paziente;
•  che  non sia possibile ottenere le stesse informazioni da un esame
che comporta meno rischi per la sua salute;
•  che  la  eventuale  ripetizione dell'esame, ad esempio nei casi di
monitoraggio  della  evoluzione della malattia, sia compatibile con i
tempi di' progressione o di risoluzione della stessa, e che quindi le
indagini  a questo scopo non siano effettuate con frequenza superiore
a quella strettamente necessaria.
Precauzioni,   ove   si  ritenga  che  accertamento  diagnostico  con
radiazioni  e'  necessario  Ove  si  ritenga  che  l'accertamento  e'
necessario:
-  e' importante che la richiesta per lo specialista sia formulata in
modo  esauriente,  in modo tale che il radiologo o il medico nucleare
possano scegliere la tecnica o il procedimento migliore possibile per
quel caso specifico,-
-  l'indagine  deve  essere  ottimizzata,  ossia  si deve operare per
ridurre  le  dosi  al  livello  minimo  compatibile  con  le esigenze
diagnostiche. L'ottimizzazione di un esame diagnostico e' un processo
che  si  articola  su  diversi livelli che comprendono tra l'altro la
scelta  della  strumentazione, il monitoraggio del loro funzionamento
ottimale,  il  loro  impiego  corretto,  e la formazione adeguata del
personale   sugli   aspetti   specifici   di  radioprotezione.  Studi
effettuati  in  molti  Paesi  hanno  dimostrato  che  vi  e' un ampio
intervallo  di dose associato ad uno stesso tipo di esame diagnostico
e che quindi e' possibile intervenire per ridurre tali differenze;
-  per le esposizioni mediche che riguardano i bambini e le procedure
ad  alta  dose,  all'art  9,  del  decreto  legislativo  187/2000  e'
esplicitamente    richiesto   che   siano   utilizzate   attrezzature
radiologiche e tecniche adeguate;
-  un'attenzione  particolare  alla  protezione  dalle  radiazioni e'
richiesta per le esposizioni durante la gravidanza e l'allattamento.
3,  MODALITA' DI CONSULTAZIONE DELLE LINEE GUIDA, DI CUI ALL'ALLEGATO
SUB B
L'  allegato  sub  A al presente accordo si presenta suddiviso in sei
colonne: -nella prima e' indicato il numeratore dei problemi clinici
-  nella  seconda  e'  indicato  il  problema clinico per il quale si
richiede  un esame; - nella terza sono elencate le possibili tecniche
di imaging;
-  nella  quarta  e'  riportata  la  raccomandazione (con il grado di
evidenza) circa l'appropriatezza o meno dell'indagine;
- nella quinta sono riportati sintetici commenti esplicativi;
nella  sesta  e'  riportata  l'eventuale  dose  di  esposizione  alle
radiazioni.  Laddove  la  dose  di  esposizione non risulta indicata,
significa  che  non  ci  sono  dati  sufficientemente disponibili per
fornire una indicazione, vista anche la grande variabilita' nei tempi
e nei modi di esecuzione.
Ricordando che la normativa vigente richiede comunque la segnalazione
al  paziente delle esposizioni mediche alle radiazioni ionizzanti, si
ritiene opportuno riportarne i valori

      ----> vedere allegati da pag. 13 a pag. 94 del S.O. <----