(Allegato-Tabella B)
                                                           TABELLA B.

Lesioni  ed  infermita' che danno diritto ad indennita' per una volta
                                tanto
1. Le alterazioni organiche ed irreparabili di ambo gli occhi che ri-
   ducono l'acutezza visiva binoculare fra 1/4 e 2/3 della normale.
2. La perdita di uno dei testicoli.
3. La sordita assoluta, permanente unilaterale.
4. La  perdita totale di due delle ultime tre dita di una mano, o tra
   le due mani.
5. La  perdita  totale  di uno degli indici, accompagnata o non dalla
   perdita di una delle ultime tre dita dell'altra mano.
6. La perdita delle ultime due falangi di uno degli indici e di quel-
   le  di  altre  due dita, fra le due mani, che non siano quelle dei
   pollici e dell'altro indice, oppure la perdita delle stesse falan-
   gi  delle tre ultime dita di una mano, o di quattro tra le due ma-
   ni.
7. La perdita delle due ultime falangi dei due indici.
8. La perdita della falange ungueale dei due pollici.
9. La  perdita della falange ungueale di uno dei due pollici, insieme
   con quella della falange ungueale di un altro dito delle mani.
10. La  perdita  della  falange ungueale di sei o cinque dita, tra le
    due mani, che non siano i pollici, oppure della stessa falange di
    quattro dita, tra le due mani, compreso uno degli indici.
11. La perdita di un alluce e del corrispondente metatarso.
12. La  perdita totale di tre o due dita di uno o dei due piedi, com-
    preso un alluce (con integrita del corrispondente metatarso), ov-
    vero  la perdita totale di quattro dita, fra i due piedi, che non
    siano gli alluci.
13. La  perdita  totale  dei due alluci, accompagnata o non da quella
    della  falange  ungueale  di due o di un solo dito dello stesso o
    dell'altro piede.
14. La  perdita di uno degli alluci, o della falange ungueale dei due
    alluci, insieme con la perdita completa della falange ungueale di
    altre quattro o tre dita fra i due piedi.
15. La  perdita  totale  della falange ungueale di otto o sette dita,
    fra i due piedi che non siano gli alluci.
16. Le  comuni nevrosi e le sindromi neuroasteniche o neuroastenifor-
    mi,  a  meno  che non presentino tale gravita da rientrare in una
    delle categorie, della tabella A.
17. Le  aderenze  parziali  diaframmatiche,  consecutive  a pleuriti,
    quando  da  tempo persistano buone condizioni generali ed assenza
    di altre lesioni dell'apparato respiratorio.


                    AVVERTENZE ALLE TABELLE A e B

  a)  Le  parole  "grave, notevole, ecc." usate per caratterizzare il
grado  di talune infermita', debbono intendersi in relazione al grado
di  invalidita'  corrispondente  alla  categoria  cui l'infermita' e'
ascritta.
  Con  la  espressione  "assoluta,  totale,  completa" applicata alla
perdita di organi o di funzioni, s'intende denotare la perdita intera
senza  tener  calcolo di quei residui di organi o di funzioni che non
presentino  nessuna  utilita' agli effetti della capacita' a proficuo
lavoro.
  Quando  coesistano  piu'  infermita'  si  terra' conto del grado di
effettiva   inabilita'   determinata  dall'insieme  delle  infermita'
stesse.
  b)  Gli  arti  destro  e  sinistro,  ed  i segmenti di essi, devono
considerarsi  nel  loro  proprio  senso anatomico o fisiologico, come
appartenenti,  cioe',  alla  meta'  destra  o alla meta' sinistra del
corpo.
  Tuttavia    in   caso   di   constatato   mancinismo,   la   misura
dell'inabilita'  stabilita  per  l'arto  superiore  destro si intende
applicata  all'arto  sinistro  e  analogamente quella del sinistro al
destro.  Le  mutilazioni  sono  classificate  nella  tabella  A nella
presunzione  che  siano  sufficienti  la funzionalita' ed il trofismo
delle parti residue dell'arto offeso, di tutto l'arto controlaterale,
e, per gli arti inferiori, anche della colonna vertebrale.
  Si   intende   che   la   classificazione   sara'   piu'   elevata,
proporzionalmente  all'entita'  della deficienza funzionale derivante
da  cicatrici, postumi di frattura, lesioni nervose delle parti sopra
dette. Per perdita totale di un dito qualsiasi delle mani e dei piedi
si deve intendere la perdita di tutte le falangi che lo compongono.
  Se insieme alle falangi siasi perduto il corrispondente metacarpo o
metatarso,  allora  il  perito dovra' considerare il danno funzionale
che  ne  deriva  alla  mano  o  al piede, deducendo cosi' il grado di
invalidita'  per  l'ascrizione  dell'infermita' stessa a quella delle
categorie  che comprende l'infermita' equivalente, a meno che il caso
non sia espressamente contemplato dalla tabella.
  c)  L'acutezza  visiva dovra' sempre essere determinata a distanza,
ossia  nello  stato  di  riposo,  dell'accomodazione, correggendo gli
eventuali vizi di refrazione preesistenti e tenendo conto, per quanto
riguarda  la  riduzione  dell'acutezza  visiva  dopo  la  correzione,
dell'aggravamento  che possa ragionevolmente attribuirsi alla lesione
riportata.
  La  necessita'  di  procedere,  in tutti i casi di lesione oculare,
alla  determinazione  dell'acutezza  visiva,  rende  opportuni alcuni
chiarimenti, che riusciranno indispensabili a quei periti, che non si
siano dedicati in modo speciale all'olftalmologia.
  Le  frazioni  di  visus  (acutezza visiva) indicate nei vari numeri
delle  categorie delle infermita', si riferiscono ai risultati che si
ottengono  usando  le  scale  murali  del  tipo  De Weckre e Baroffio
fondate  sul  principio  delle Snellen, le quali sono tuttora le piu'
note e le piu' diffuse, specialmente nei nostri Ospedali militari.
  Con  le tavole di questo tipo determinandosi - come sempre si suole
-  l'acutezza  visiva  (V) alla distanza costante di cinque metri fra
l'ottotipo e l'individuo in esame si hanno le seguenti gradazioni:
 A   5   metri V=5/5   ossia V=1   (normale)
 "   7,5   "   V=5/7,5   "   V=2/3
 "  10     "   V=5/10    "   V=1/2
 "  15     "   V=5/15    "   V=1/3
 "  20     "   V=5/20    "   V=1/4
 "  30     "   V=5/30    "   V=1/6
 "  40     "   V=5/40    "   V=1/8
 "  50     "   V=5/50    "   V=1/10

  Nelle  suddette  frazioni, dunque, il numeratore cinque rappresenta
la  distanza  costante  tra  il  soggetto in esame e l'ottotipo; e il
denominatore  esprime  la  distanza  in  metri, a cui le lettere, o i
segni  corrispondenti, d'una data linea delle scale sono percepiti da
un occhio normale. Se, per esempio, l'individuo in esame distingue, a
cinque  metri,  le sole lettere o i soli segni, che un occhio normale
vede  a 40 metri, la sua acutezza visiva e' ridotta a 5/40, ossia V =
1/8.  Quando  l'acutezza  visiva risulti inferiore a 5/50 (V = 1/10),
ossia  quando  a  cinque  metri  non vengono piu' distinte neppure le
lettere  o i segni di maggiori dimensioni, che un occhio normale vede
a  cinquanta  metri,  occorrera' fare avvicinare il Soggetto in esame
all'ottotipo  (o  viceversa)  e  percio'  sostituire  al numeratore 5
(distanza  costante)  i  numeratori  4,  3, 2, 1 che rappresentano la
distanza  -  non  piu'  costante,  ma  variabile  - a cui l'individuo
distingue la linea: delle lettere o del segni piu' grossi della scala
murale.
  Se, per esempio, il soggetto in esame distingue a soli due metri le
lettere  o  i segni che un occhio anormale vede a cinquanta metri, la
sua acutezza visiva e' ridotta a 2/50: ossia V = 1/25.
  Al  disotto  di  un 1/50 - frazione che esprime un visus con cui e'
soltanto  possibile  di distinguere a un metro le lettere, o i segni,
che  un  occhio  normale  vede a 50 metri - la acutezza visiva non si
puo'  determinare  se non nel conteggio delle dita a piccola distanza
dall'occhio (V = dita a 50, 30, 20, 10 centimetri).
  Ad  un  grado  inferiore,  il visus e' ridotto alla pura e semplice
percezione  dei  movimenti  della  mano,  o  di  oggetti  di maggiore
dimensione.
  Per  cecita'  assoluta  si  deve  intendere l'abolizione totale del
senso  della forma (visus); conseguentemente si considerano come casi
di  cecita'  assoluta anche quelli in cui, abolito il senso suddetto,
sussista  la  sola  percezione  del movimento delle mani e del grossi
oggetti,  oppure  rimanga,  in tutto o in parte, la sola sensibilita'
luminosa.
  Nell'afachia  bilaterale  o nell'afachia unilaterale quando l'altro
occhio  e'  cieco  deve  essere considerato il visus corretto, mentre
nell'afachia  unilaterale  con  l'altro occhio in buone condizioni la
correzione  non  e'  tollerata  e pertanto deve essere considerato il
visus non corretto.
  d)  Le  affezioni dell'orecchio debbono essere sempre accertate con
il  metodismo  piu'  rigoroso,  specialmente quelle che riguardano le
alterazioni della funzione auditiva.
  Percio' il giudizio di sordita' assoluta o del grado di diminuzione
dell'udito dovra' risultare da accurato e completo esame funzionale e
otoscopico.
  Nell'apprezzamento delle affezioni purulente dell'orecchio medio e'
da  ritenersi  come  grave complicazione la coesistenza di fungosita'
della  cassa timpanica, di polipi, delle carie degli ossicini e delle
pareti di colesteatoma.
  Nelle  vertigini labirintiche il giudizio non sara' pronunziato che
dopo  fatti  tutti  gli  accertamenti  per  dedurre  il  carattere di
gravita'  e  di  permanenza  della  lesione  e,  in  genere, dopo una
osservazione  di  sei  mesi,  almeno,  per  avere la sicurezza che le
vertigini non siano dipendenti da semplice commozione labirintica.
  e)  Le affezioni polmonari ed extrapolmonari di natura tubercolare,
che per la minore gravita' non possono essere ascritte alle due prime
categorie,  saranno  classificate  nella  categoria  terza  o  quarta
secondo  la  diminuzione  della  capacita' lavorativa, presunta dalla
sede, dall'estensione e dallo stadio evolutivo dei processi specifici
e dalle condizioni generali.
  Gli  esiti  delle  affezioni  polmonari ed extrapolmonari di natura
tubercolare,  quando siano di lieve entita', potranno essere ascritti
ad una categoria inferiore alla quinta.
  f)  Quando  il  militare  od  il  civile,  gia'  affetto da perdita
anatomica  o  funzionale di uno degli organi pari, per causa estranea
alla guerra, perda in tutto od in parte l'organo superstite per causa
della  guerra,  la  pensione  o  l'assegno  si  liquida  in base alla
categoria  corrispondente  alla  invalidita'  complessiva  risultante
dalle lesioni dei due organi.
  Lo  stesso trattamento compete all'invalido che dopo aver liquidato
la pensione di guerra per perdita anatomica o funzionale di uno degli
organi,  venga a perdere per causa estranea alla guerra in tutto o in
parte l'organo superstite.