(all. 2 - art. 1)
                                                           Allegato 2

        PREPARAZIONE DEGLI EMOCOMPONENTI E LORO CONSERVAZIONE

Emazie concentrate.
    Le  emazie  concentrate  senza ulteriori soluzioni additive, sono
ottenute da sangue intero attraverso la rimozione di parte del plasma
mediante centrifugazione, senza ulteriori lavorazioni.
    Alla fine della procedura ciascuna unita' deve possedere:
      contenuto minimo di emoglobina pari a 45 g;
      ematocrito compreso tra 65 e 75%;
      emolisi: meno dello 0,8% della massa di globuli rossi alla fine
del periodo massimo di conservazione.
    Le  emazie concentrate, preparate senza interruzione del circuito
chiuso, devono essere conservate a +4°C (+ o -) 2°C per un periodo di
tempo che dipende dal tipo di anticoagulante impiegato.
Emazie concentrate private del buffy-coat.
    Le  emazie  concentrate  private  del buffy-coat sono ottenute da
sangue  intero  con  la  rimozione di parte del plasma e dello strato
leucopiastrinico (buffy-coat), pari ad un volume compreso tra 20 e 60
ml.
    L'ematocrito del concentrato deve essere compreso tra il 65 ed il
75%.
    L'unita'   preparata  deve  contenere  tutti  gli  eritrociti  di
partenza meno una quota compresa tra 10 e 30 ml.
    Emolisi:  meno  dello 0,8% della massa di globuli rossi alla fine
del periodo massimo di conservazione.
    Ad un controllo di qualita' a campione, il contenuto di leucociti
e di piastrine deve essere inferiore rispettivamente a 1,2x10(elevato
a  9)  e  a  20x10(elevato  a 9) per unita', quello di emoglobina non
inferiore a 43 g.
    La durata del periodo di conservazione del preparato e' analoga a
quella indicata per le emazie concentrate.
Emazie concentrate con aggiunta di soluzioni additive.
    Le  emazie  concentrate  con  aggiunta di soluzioni additive sono
ottenute  da  sangue  intero,  dopo  centrifugazione  e rimozione del
plasma   e   successiva  aggiunta  al  concentrato  eritrocitario  di
appropriate  soluzioni  nutritive. Il volume della soluzione additiva
e'  compreso  tra  80  e  110 ml. La procedura deve essere effettuata
appena possibile dopo la raccolta (al massimo entro tre giorni).
    L'ematocrito  del  preparato ottenuto, che dipende dalla metodica
di  centrifugazione  impiegata,  dalla  quantita'  di plasma residuo;
dalle  caratteristiche  della  soluzione  additiva,  non  deve essere
superiore  al  70%;  ogni  unita'  deve  avere un contenuto minimo di
emoglobina  pari  a  45g.  Emolisi:  meno  dello  0,8% della massa di
globuli  rossi  alla  fine  del  periodo  massimo  di  conservazione.
L'unita'  preparata  deve possedere l'intero patrimonio eritrocitario
dell'unita'  di partenza e deve contenere, sempreche' non siano stati
rimossi,  la maggior parte dei leucociti e piastrine, in funzione del
metodo  di  centrifugazione  impiegato.  La  durata  del  periodo  di
conservazione  del  preparato  e' in rapporto alla soluzione additiva
impiegata.
Emazie  concentrate  private  del buffy-coat e risospese in soluzioni
additive.
    Le  emazie  concentrate  private  del  buffy-coat  e risospese in
soluzioni  additive sono ottenute da sangue intero centrifugato, dopo
rimozione  del  plasma  e  del  buffy-coat  e successiva addizione al
concentrato eritrocitario di opportune soluzioni nutritive. Il volume
della  soluzione  additiva  e' compreso tra 80 e 110 ml. La procedura
deve  essere effettuata appena possibile dopo la raccolta (al massimo
entro tre giorni).
    L'ematocrito  del  preparato e' in diretto rapporto con il metodo
di  centrifugazione adottato, con il volume di plasma residuo, con il
volume  e  le caratteristiche della soluzione additiva impiegata, non
deve  essere  superiore  al  70%; ogni unita' deve avere un contenuto
minimo  di  emoglobina pari a 43 g. L'unita' preparata deve contenere
tutti  gli  eritrociti  di  partenza,  meno una quota non superiore a
30 ml; il contenuto medio di leucociti e di piastrine per unita' deve
essere   inferiore   rispettivamente  a  1,2x10(elevato  a  9),  e  a
20x10(elevato  a  9). Emolisi: meno dello 0,8% della massa di globuli
rossi alla fine del periodo massimo di conservazione.
    La  durata  del  periodo  di  conservazione  del  preparato e' in
rapporto alla soluzione impiegata.
Emazie lavate.
    Le   emazie  lavate  sono  ottenute  da  sangue  intero  mediante
centrifugazione,  rimozione  del  plasma  e successivo lavaggio delle
emazie  in  soluzione  isotonica  a  +4°C.  Questo  componente e' una
sospensione  di eritrociti dalla quale sono stati rimossi leucociti e
piastrine e parte del plasma.
    La  quantita'  di  plasma  residuo  e' in diretto rapporto con il
protocollo  di  lavaggio  impiegato.  L'ematocrito  varia in funzione
delle  necessita'  cliniche.  Alla  fine del procedimento di lavaggio
ciascuna unita' deve possedere un contenuto minimo di emoglobina pari
a 40 g.
    Ad  un controllo di qualita' a campione, il contenuto di proteine
deve essere inferiore a 0,3 g/unita'.
    Il  preparato  deve  essere  conservato a +4°C (+ o -) 2°C per un
periodo  di  tempo il piu' breve possibile e comunque non superiore a
ventiquattro  ore  se  non vengono utilizzati metodi che garantiscono
l'integrita' del circuito chiuso.
Emazie leucodeplete.
    Le  emazie  leucodeplete  sono  ottenute attraverso la rimozione,
mediante  filtrazione,  della  maggior  parte  dei  leucociti  da una
preparazione di emazie o, al momento del prelievo, mediante filtro in
linea.  Ad  un  controllo  di  qualita'  a  campione, il contenuto di
leucociti  deve  essere  inferiore  a  1x10(elevato  a 6) per unita'.
Ciascuna unita' deve possedere un contenuto minimo di emoglobina pari
a  40  g.  Emolisi: meno dello 0,8% della massa di globuli rossi alla
fine del periodo massimo di conservazione.
    Se  la  preparazione  del  prodotto  ha comportato l'apertura del
sistema,   il   tempo   di  conservazione  deve  essere  inferiore  a
ventiquattro ore a 4°C (+ o - 9) 2°C.
Emazie congelate.
    Le  emazie  congelate  sono  ottenute per congelamento con idoneo
crioprotettivo  entro  sette  giorni  dalla  raccolta  e conservate a
temperature comprese tra -60°C e -80°C in congelatore meccanico se si
utilizza  un  metodo  con  alta  concentrazione  di  glicerolo,  o  a
temperature  inferiori  in azoto liquido se si utilizza un metodo con
bassa  concentrazione di glicerolo. Per entrambi i metodi si richiede
una  procedura  di  deglicerolizzazione/lavaggio. Le emazie congelate
possono essere conservate fino a dieci anni e il loro impiego a scopo
trasfusionale  e' condizionato ai criteri di idoneita' previsti dalla
normativa  in  vigore  e  dalla  garanzia che sia sempre mantenuta la
corretta temperatura di conservazione.
    Prima  dell'uso  le  emazie  sono  scongelate,  deglicerolizzate,
lavate,  risospese  in  soluzione  fisiologica o soluzione additiva e
utilizzate  nel piu' breve tempo possibile; possono essere conservate
a  +4°C  (+  o -) 2°C per non piu' di ventiquattro ore se non vengono
utilizzati metodi che garantiscono l'integrita' del circuito chiuso.
    L'unita'  ricostituita  di emazie congelate e' praticamente priva
di  proteine,  granulociti e piastrine. Ogni unita' deve possedere un
contenuto emoglobinico non inferiore a 36 g.
    Il  trasporto  del preparato allo stato congelato richiede misure
atte a mantenere adeguate condizioni di conservazione.

                  Concentrato di emazie da aferesi.

    Il  concentrato  di  emazie  da aferesi e' ottenuto da un singolo
donatore sottoposto ad aferesi utilizzando un separatore cellulare ed
e'  costituito  da  una  o  due unita'. Ogni unita' deve possedere un
contenuto  minimo  di  emoglobina  pari a 40 g, con un ematocrito del
65-75%,  ridotto  a  50-70%  se  risospeso  in soluzione additiva. La
durata  e  le  modalita'  per  la  conservazione sono le medesime del
concentrato di emazie.
     Concentrato piastrinico da singola unita' di sangue intero.
    Il  concentrato piastrinico da singola unita' di sangue intero e'
ottenuto  da  sangue  intero  fresco  mantenuto  a  + 22 (+ o -) 2°C,
attraverso  centrifugazione e successivo recupero della maggior parte
del contenuto in piastrine.
    Ad  un  controllo  di  qualita'  a  campione,  il  preparato deve
contenere,  nel  75%  delle  unita' esaminate, un numero di piastrine
compreso  tra  le 4,5 e le 8,5x10(elevato a 10) in 50-60 ml del mezzo
di sospensione.
    Il  preparato deve possedere, per singola unita', un contenuto di
leucociti  inferiore  a  0,2x10(elevato  a  9), se da plasma ricco di
piastrine,  o  inferiore  a  0,05x10(elevato  a 9), se da buffy-coat,
sempreche'  non  siano  state  adottate  misure  volte a diminuire il
contenuto dei componenti predetti.
    Il  concentrato  piastrinico  da singola unita' di sangue intero,
qualora preparato in sistema chiuso, puo' essere conservato a 22°C (+
o  -)  2°C, in agitazione continua, per un periodo di tempo variabile
in  funzione  del  contenitore  impiegato e comunque non oltre cinque
giorni  dal  prelievo.  La  conservazione  deve essere effettuata con
modalita'  che  garantiscano  la  vitalita'  e l'attivita' emostatica
delle   piastrine  contenute.  Il  volume  di  plasma  o  di  liquido
conservante deve essere in quantita' tale da garantire, durante tutto
il  periodo  di conservazione, un pH compreso fra 6,4 e 7,4, corretto
per 22°C.

           Concentrato piastrinico da pool di buffy-coat.

    Il  concentrato  piastrinico da pool di buffy-coat e' ottenuto da
un pool di 5-8 buffy-coat da singole unita' di sangue intero fresco e
deve contenere almeno 2,5x10(elevato a 11) piastrine.
    La  miscela di buffy-coat, compatibile per gruppo sanguigno, deve
essere  quindi  diluita  con  una  adeguata quantita' di plasma o con
appropriata  soluzione nutriente e centrifugata in modo da ridurre il
contenuto di leucociti ad una quantita' inferiore a 0,05x10(elevato a
9) per singola unita' di partenza.
    Il  valore  di  pH  e la temperatura di conservazione sono quelli
previsti per i concentrati piastrinici.
    La  durata  del  periodo di conservazione dipende dal contenitore
impiegato.  La conservazione deve essere effettuata con modalita' che
garantiscano  la  vitalita'  e l'attivita' emostatica delle piastrine
contenute.
    Si  possono preparare concentrati piastrinici lavati per pazienti
con ripetute reazioni dopo trasfusione di piastrine o in pazienti con
anticorpi  anti  -IgA,  se non sono disponibili piastrine da donatori
con  carenza  di  IgA. I lavaggi comportano la riduzione proteica, ma
contemporaneamente  diminuisce il contenuto piastrinico. Le piastrine
devono poi essere risospese in una soluzione additiva.

                 Concentrato piastrinico da aferesi.

    Il  concentrato  piastrmnico da aferesi e' ottenuto da un singolo
donatore  sottoposto  a  piastrinoaferesi  utilizzando  un separatore
cellulare.
    Ad un controllo di qualita' a campione, il contenuto di piastrine
del  concentrato  non  deve  essere  inferiore  a  3x10(elevato a 11)
piastrine in almeno il 75% dei campioni.
    Il  concentrato  ottenuto da plasmapiastrinoaferesi o da prelievo
multicomponente deve contenere almeno 2x10(elevato a 11) piastrine.
    L'emocomponente,  se  preparato  in  sistema  chiuso, puo' essere
conservato  a 22°C (+ o -) 2 °C in agitazione continua per un periodo
di  tempo variabile in funzione del contenitore impiegato, e comunque
non  superiore  a  cinque  giorni dal prelievo. La conservazione deve
essere  effettuata  con  modalita'  che  garantiscano  la vitalita' e
l'attivita' emostatica delle piastrine contenute.
    Il  volume  di  plasma  o  di  liquido conservante deve essere in
quantita'   tale   da   garantire,   durante   tutto  il  periodo  di
conservazione, un pH compreso fra 6,4 e 7,4.
    Si  possono preparare concentrati piastrinici lavati per pazienti
con ripetute reazioni dopo trasfusione di piastrine o in pazienti con
anticorpi  anti  -IgA,  se non sono disponibili piastrine da donatori
con  carenza  di  IgA. I lavaggi comportano la riduzione proteica, ma
contemporaneamente  diminuisce il contenuto piastrinico. Le piastrine
devono poi essere risospese in una soluzione additiva.

               Piastrine crioconservate (da aferesi).

    Le   piastrine   crioconservate   (da   aferesi)  sono  preparate
congelando  a  -80°C,  o  a  temperature inferiori, un concentrato di
piastrine prelevate in aferesi da non piu' di ventiquattro ore.
    Il  preparato  puo'  essere conservato in congelatore meccanico a
-80°C  fino  ad  un anno, in vapori di azoto liquido a -150°C, fino a
dieci anni. E' necessario utilizzare un crioprotettivo.
    Prima  dell'uso le piastrine devono essere scongelate e risospese
in  appropriata  soluzione.  Dopo  scongelamento  devono essere usate
immediatamente.  Il  caso  di  breve  periodo  di conservazione vanno
mantenute in adeguata agitazione a +22°C (+ o -) 2°C.
    Una unita' ricostituita di piastrine crioconservate deve avere:
      volume  da  50 a 200 ml, conta piastrinica maggiore del 40% del
contenuto  piastrinico  prima  del  congelamento,  leucociti  residui
inferiori a 1x10(elevato a 6).
    Per  il  trasporto  allo  stato  congelato devono essere adottate
misure volte a mantenere adeguate condizioni di conservazione.

               Concentrato granulocitario da aferesi.

    Il  concentrato  granulocitario  da  aferesi sospeso in plasma e'
ottenuto  da  un  singolo  donatore  mediante l'impiego di separatori
cellulari.
    Ad  un  controllo  di  qualita'  a  campione,  il  preparato deve
contenere   almeno  1x10(elevato  a  10)  granulociti  in  un  volume
inferiore a 500 ml in almeno il 75% delle unita' esaminate.
    La  preparazione  deve  essere  trasfusa quanto prima possibile e
comunque entro ventiquattro ore se mantenuta a 22°C (+ o -) 2°C.

             Cellule staminali emopoietiche periferiche.

    Le  cellule  staminali da sangue periferico vengono raccolte come
cellule mononucleate mediante leucoaferesi.
    Le cellule staminali da cordone ombelicale vengono raccolte dalla
placenta attraverso le vene del cordone ombelicale.
    Quando   indicate,   successive   addizionali   purificazioni   e
manipolazioni  possono  comprendere:  la  rimozione di granulociti ed
eritrociti   nonche'   la   riduzione   ed  eliminazione  di  cellule
neoplastiche    nelle    preparazioni    di    cellule   progenitrici
ematopoietiche  autologhe  o  del  numero  dei  T  -  linfociti nelle
preparazioni  di  cellule progenitrici ematopoietiche allogeniche, al
fine di minimizzare la Graft versus Host Disease (GvHD).
    Le  cellule  raccolte vengono sospese in una soluzione contenente
un  crioprotettivo  e proteine, congelate in idonei contenitori e poi
conservate a temperature inferiori a -80°C.
    Le  cellule  progenitrici ematopoietiche congelate debbono essere
scongelate  in bagno termostatico a +37°C, sotto agitazione continua,
e trasfuse immediatamente.
    Debbono  essere  congelati  anche i campioni di riferimento delle
preparazioni  di  cellule  progenitrici  ematopoietiche  per i dovuti
controlli.

                      Plasma fresco congelato.

    ll  plasma  fresco  congelato  (P.F.C.) e' ottenuto attraverso il
congelamento di plasma, dopo separazione del sangue intero o mediante
aferesi  (plasmaferesi),  che deve avvenire entro limiti di tempo e a
temperature  tali da preservare adeguatamente l'attivita' dei fattori
labili della coagulazione. Tale preparazione contiene normali livelli
di   fattori   stabili   e  labili  della  coagulazione,  albumina  e
immunoglobuline,  per una quantita' totale di proteine superiore a 50
g/L.
    Il  preparato  dovrebbe  contenere meno di 6x10(elevato a 9/l) di
emazie,  meno  di  0,1x10(elevato  a  9/l)  di  leucociti  e  meno di
50x10(elevato a 9/l) di piastrine.
    Qualora  il  plasma  sia  ottenuto  da  sangue intero deve essere
separato  preferenzialmente entro sei ore e non oltre le 18 ore dalla
raccolta  ed  il  suo  congelamento  deve  avvenire  utilizzando  una
apparecchiatura  che lo completi entro un'ora a temperatura inferiore
a -30°C.
    Qualora  il plasma sia ottenuto da aferesi, deve essere congelato
utilizzando  una  apparecchiatura  che  lo  completi  entro  un'ora a
temperatura inferiore a -30°C.
    Ad  un  controllo  di  qualita'  a  campione,  il  preparato deve
contenere almeno il 70% del contenuto originale di fattore VIIIc.
    Il   plasma   fresco  congelato,  se  mantenuto  costantemente  a
temperatura   inferiore   a  -25°C  puo'  essere  conservato  fino  a
ventiquattro  mesi,  se  a temperaura compresa tra -18 e -25°C fino a
tre  mesi. Trascorsi i periodi anzidetti il preparato e' utilizzabile
solo  per la produzione di frazioni plasmatiche. Lo scongelamento del
PFC deve avvenire a temperatura compresa tra 30°C e 37°C in bagno con
agitazione  o  con altra strumentazione idonea, tale da consentire il
controllo  della temperatura; dopo lo scongelamento deve essere usato
il  piu'  presto  possibile  e comunque non oltre ventiquattro ore se
conservato a +2°C (+ o - ) 2°C e non puo' essere ricongelato.
    In  rapporto  all'eventuale  applicazione di trattamenti virucidi
possono  essere accettate caratteristiche finali del prodotto diverse
purche'  in  accordo  con  i  criteri internazionalmente riconosciuti
validi.
    Il   plasma   fresco   congelato  non  deve  contenere  anticorpi
irregolari clinicamente significativi.

         Crioprecipitato e plasma privo di crioprecipitato.

    Il  crioprecipitato  e'  un  preparato  costituito dalla frazione
crioglobulinica del plasma fresco, ottenuta da una singola donazione,
concentrato ad un volume finale di non superiore a 40 ml. Il prodotto
contiene,  oltre  al fattore VIII, anche la maggior parte del fattore
Von   Willebrand,   del   fibrinogeno,   del  fattore  XIII  e  della
fibronectina, presenti nel plasma fresco di partenza.
    Ad  un  controllo  di  qualita'  a  campione,  il  preparato deve
contenere  piu'  di  70  U.I.  di  Fattore  VIIIc,  piu' di 140 mg di
fibrinogeno e piu' di 100 UI di Fattore Von Willebrand. Le condizioni
di conservazione sono quelle del PFC.
    Il plasma privo di crioprecipitato e' costituito da plasma fresco
congelato  dopo  rimozione  del  crioprecipitato.  Contiene albumina,
immunoglobuline  e  fattori della coagulazione nella stessa quantita'
del plasma fresco congelato, eccetto i livelli di FV, FVIII, che sono
ridotti marcatamente e fibrinogeno ugualmente ridotti.
    Le   condizioni   di   conservazione  sono  quelle  del  PFC.  Lo
scongelamento immediatamente prima dell'uso deve seguire le modalita'
indicate per il plasma fresco congelato.
    Il  plasma  privo di crioprecipitato non deve contenere anticorpi
irregolari clinicamente significativi.

                      Emocomponenti irradiati.

    Le  unita'  di  sangue  ed  emocomponenti,  nel  casosia indicata
l'irradiazione,  devono  essere  sottoposte  a una dose di radiazioni
compresa  tra  25 Gray e 50 Gray, allo scopo di ridurre il rischio di
GvHD   post-trasfusionale.   Il  tempo  di  esposizione  deve  essere
standardizzato  per  ogni  apparecchio  emittente  ed  aggiustato  ad
intervalli regolari per tener conto del decadimento dell'isotopo.
    L'irradiazione  delle  emazie  deve  avvenire  entro  quattordici
giorni  dal  prelievo  e  le  unita' iradiate debbono essere trasfuse
entro ventotto giorni dal prelievo.
    Nei  casi  di trasfusione intrauterina, o a neonato, o a paziente
con  iperpotassiemia  e'  necessario procedere alla trasfusione entro
quarantotto      ore     dall'irradiazione,     oppure     provvedere
all'eliminazione, con mezzi idonei, dell'eccesso di potassio.
    L'irradiazione   non   modifica   la   scadenza  dei  concentrati
piastrinici.
    Le  unita'  di  sangue  ed emocomponenti irradiate possono essere
assegnate  anche a pazienti immunologicamente normali, fatte salve le
dovute precauzioni per categorie a rischio di iperpotassiemia.
    La  irradiazione  degli  emocomponenti  deve  avvenire  in locali
conformi alle norme di sicurezza.

             Unita' di predeposito per autotrasfusione.

    L'unita'  di  predeposito  per  autotrasfusione  consiste  in una
unita'  di  sangue  intero e/o di emocomponenti prelevata al paziente
cui e' destinata per corrispondere a proprie esigenze terapeutiche.
    Il  preparato  e'  di  esclusivo  uso  autologo  pertanto  non e'
soggetto  ai  vincoli imposti dai protocolli per l'accertamento della
idoneita' del donatore di sangue.
    Il   responsabile   della   struttura   trasfusionale  adotta  il
protocollo  per  la  procedura operativa del predeposito in cui viene
definita  anche  la  modalita' di acquisizione del consenso informato
del paziente.
    Piu'  unita'  di  sangue intero e/o di emocomponenti, in funzione
delle  esigenze terapeutiche, possono essere prelevate dal paziente a
brevi  intervalli  di  tempo,  secondo  le  procedure  adottate nella
struttura  trasfusionale  e con l'eventuale supporto farmacologico, e
predepositate.
    L'unita'  di  predeposito  deve  essere  identificata  in maniera
univoca,  sulla etichetta della relativa sacca deve essere apposta la
firma  del  paziente e del medico responsabile del prelievo. Per ogni
unita' devono essere effettuate le seguenti indagini:
      gruppo AB0 ed Rh (D);
      HbsAg;
      HCVAb;
      HIV(base1-2)Ab.
    Il  paziente  deve  essere  informato che le unita' predepositate
sono  conservate fino a scadenza della componente eritrocitaria e che
sono disponibili per le sue necessita' trasfusionali.
    La  scadenza dell'unita' di predeposito, le relative modalita' di
conservazione  e  di  trasporto  sono analoghe a quelle per le unita'
allogeniche.

          Emocomponenti per uso non trasfusionale (topico).

Gel piastrinico.
    Il gel piastrinico e' un emocomponente per uso topico, di origine
autologa  od allogenica, ottenuto dall'aggregazione di un concentrato
piastrinico  messo  a  contatto  con  calcio  e fattori proaggreganti
biologici  (trombina)  o  farmacologica.  Nel  corso  del processo di
formazione  del  coagulo  le  piastrine  liberano i fattori contenuti
negli  alpha  granuli. L'uso topico del preparato, favorito dalle sue
caratteristiche   di   plasticita'  e  modellabilita'  alla  sede  di
applicazione,  favorisce  ed  accelera  la  riparazione tissutale sia
cutanea sia ossea. Trova il maggior impiego nella chirurgia maxillo -
facciale, ortopedica e nella cura delle ulcere torpide cutanee.
    Il preparato puo' essere ottenuto da sangue intero da predeposito
o  da donazione allogenica per frazionamento, con o senza reinfusione
delle emazie, o da piastrinoaferesi antologa o allogenica.
    Tutto  il  processo  deve  avvenire  garantendo l'asepsi. Dopo la
preparazione  va  utilizzato  il  piu'  rapidamente possibile, oppure
congelato  secondo  tempi  e  modalita' analoghi a quelli del PFC. In
caso   di   origine  allogenica  devono  essere  eseguiti  gli  esami
obbligatori per la validazione biologica.
Colla di fibrina.
    La  colla  di  fibrina  e'  un  emocomponente  per uso topico, di
origine   autologa   od  allogenica.  Il  suo  uso  topico,  facilita
l'adesione   tissutale,  favorisce  l'emostasi,  coadiuva  le  suture
chirurgiche nel processo di cicatrizzazione. Trova il maggior impiego
nella  chirurgia  cardiovascolare,  toracica  ed epatica, ma anche in
neurochirurgia  e in chirurgia plastica. Il preparato e' ottenuto dal
plasma  di  origine  autologa od allogenica, attraverso una procedura
che  garantisca  l'asepsi. Dopo la preparazione va utilizzato il piu'
rapidamente  possibile,  oppure  congelato  secondo tempi e modalita'
analoghi  a  quelli  del  PFC.  In  caso di origine allogenica devono
essere eseguiti gli esami obbligatori per la validazione biologica.