(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
PRESCRIZIONI   E   RACCOMANDAZIONI   PROPOSTE   DAL  MINISTERO  DELLE
                   INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
                       1ª Parte - PRESCRIZIONI
                Prescrizioni di carattere progettuale
Intersezione con il collegamento autostradale Ospitaletto-Montechiari
       Si   dovra',   per   quanto  riguarda  l'intersezione  con  il
collegamento   autostradale  Ospitaletto-Montichiari  nei  comuni  di
Travagliato   e  Cazzago  San  Martino,  rispettare  il  mantenimento
inalterato  della  quota  della  piattaforma  stabilita  dal progetto
definitivo dell'autostrada sopra richiamata.
    Il  progetto  definitivo  della  Brescia-Milano  dovra', inoltre,
garantire  la compatibilita' con tutte le opere previste dal progetto
definitivo del collegamento autostradale Ospitaletto-Montichiari e lo
svincolo   dovra',   infine,   prevedere   il  collegamento  da  nord
(Valtrompia) verso est (Tangenziale sud di Brescia).
Affiancamento  con  la linea AC Milano-Verona - Province di Brescia e
Bergamo
      Tratto  in  affiancamento  con  la linea AC Milano-Verona nelle
province di Brescia e di Bergamo:
      il  progetto  definitivo  del Collegamento autostradale diretto
Brescia-Milano   dovra'   essere   coerente  con  le  modifiche  gia'
ipotizzate  dalla  deliberazione  CIPE  n.  120 del 1° dicembre 2003,
relativa  all'approvazione  del  progetto  preliminare della Linea AC
Milano-Verona;
      dovra'  essere  sviluppato  in  modo  coordinato,  unitario  ed
integrato con il progetto definitivo della ferrovia per garantire:
        la massima ottimizzazione tra i due progetti;
        la  definizione  puntuale  e  congruente  di  tutte  le opere
principali,  connesse, complementari e di mitigazione ambientale e al
fine di ridurre al massimo l'impatto territoriale e ambientale;
        la  continuita'  della  rete  viaria  provinciale, comunale e
poderale (esistente e di progetto);
        l'accessibilita' ai fondi agricoli;
        la continuita' della rete irrigua;
        la   verifica  della  possibilita'  di  una  cantierizzazione
integrata anche per ambiti territoriali omogenei.
    Dovranno  essere  determinati le livellette e profili altimetrici
nei  progetti  definitivi dell'autostrada e della ferrovia gli stessi
tenendo   conto   della   deliberazione  CIPE  n.  120/2003  e  degli
approfondimenti e delle verifiche in corso con il coordinamento della
regione  Lombardia  e  delle  province  di  Brescia e Bergamo e delle
ottimizzazioni  gia'  emerse  ove condivise da tutti i soggetti sopra
citati.
    Per  quanto  riguarda  il tratto in affiancamento con la linea AC
Milano-Verona in provincia di Bergamo si prescrive quanto segue:
      il  coordinamento  progettuale  dei  progetti  definitivi della
linea  ferroviaria  e  della autostrada dovra' consentire il migliore
inserimento  ambientale  e  la  riduzione  al  minimo possibile della
distanza tra gli assi delle stesse;
      il profilo altimetrico dell'autostrada deve prevedere la minore
altezza  possibile  dei  rilevati  e  dei  viadotti  che non dovranno
comunque risultare a quota maggiore di quelli della linea ferroviaria
AC,  come  definita,  a  seguito  del  processo di ottimizzazione del
tracciato,  nel  progetto  preliminare approvato con prescrizione dal
CIPE;
      nel  progetto  definitivo  gli  svincoli  di accesso ai caselli
devono   essere   conformati   e  localizzati  in  modo  da  limitare
l'occupazione di territorio e da ridurre al minimo la larghezza della
fascia   interclusa   tra   le  due  infrastrutture  (ferroviaria  ed
autostradale).
Intersezione con tangenziale est esterna di Milano
      Nel  tratto  in  provincia  di  Milano,  il  tracciato ottimale
dell'autostrada  Milano-Brescia  e  l'ambito  di  intersezione con la
tangenziale  est  esterna, si individua nell'alternativa A, soluzione
da  sviluppare  nel  progetto  definitivo  (allegato  A  alla  D.G.R.
(regione Lombardia) n. VII/18656 del 5 agosto 2004 - Tavole 3-3a)).
    Si  prescrive  rispetto  al  tracciato  del  progetto preliminare
depositato dal Proponente:
      l'eliminazione  della  barriera  di Cassano d'Adda in quanto la
Milano-Brescia  si  connettera'  con  un  altro  sistema  chiuso:  la
tangenziale est esterna;
      l'eliminazione  del  casello  di  Cassano d'Adda che andrebbe a
realizzare  un'efficace  alternativa alle infrastrutture autostradali
con  l'effetto  di caricare la viabilita' locale e di penetrazione su
Milano di traffico improprio;
      lo  spostamento/ottimizzazione  del  sedime  autostradale  come
indicato  dello  schema  di  tavola  3  al  fine di ridurre gli spazi
interclusi   tra   la   nuova   autostrada  e  la  linea  ferroviaria
Bergamo-Treviglio in fase di potenziamento;
      la   ridefinizione   dello   svincolo   di  attestamento  sulla
tangenziale  est  esterna  come  dallo  schema  delle  tavole 3 e 3.a
(allegato A alla D.G.R. (regione Lombardia) n. VII/18656 del 5 agosto
2004).
    Per quanto concerne la relazione tra il collegamento autostradale
Brescia-Milano  e  la  tangenziale  est esterna, si prescrive, che al
momento  dell'avvio  dei  lavori  della  Brescia-Milano,  ANAS dovra'
garantire la realizzazione anche dell'arco tangenziale di est esterna
e  delle  opere  ad  esso  connesse.  Tale schema, con la Variante di
Liscate,  e con la riqualificazione e il pontenziamento della SP 14 e
SP  103,  sono  indispensabili  per  evitare pesantissimi fenomeni di
congestione   derivanti   dal   recapito   della   nuova   autostrada
Brescia-Milano sulla rete della viabilita' secondaria della provincia
di Milano.
    ANAS   in   qualita'   di  concedente  dovra'  garantire  che  la
prescrizione  sia posta in atto definendo modalita' realizzative e di
gestione  dell'arco  di tangenziale che si dovesse rendere necessario
anticipare,  rispetto  all'effettiva  attivazione  della  concessione
della   Tangenziale,   al   fine   di   garantirne  la  contemporanea
realizzazione con i lavori della Brescia-Milano.
    Si   dovra'  effettuare  la  denominazioni  dei  caselli  con  la
finalita'  di  rendere meglio identificabile, l'ambito e/o gli ambiti
territoriali sui quali recapita l'infrastruttura.
    Si  dovra',  per  quanto riguarda gli attraversamenti fluviali di
Serio  e  Oglio,  redigere la revisione nel progetto definitivo degli
attraversamenti  degli  alvei  dei  fiumi  Serio ed Oglio verificando
l'adozione   della  scansione  delle  pile  a  m  60  e  il  relativo
posizionamento    in   ombra   idraulica   rispetto   agli   omologhi
attraversamenti   previsti   nel  progetto  definitivo,  in  fase  di
redazione,  della  linea AC Milano-Verona. Inoltre la nuova soluzione
dovra'   essere   oggetto   di   una  definitiva  verifica  idraulica
complessiva  che  accerti  la  compatibilita'  della  stessa  con  le
previsioni   del   progetto   della   nuova   linea   ferroviaria  in
affiancamento.
    Analogamente  per  quanto  riguarda  gli attraversamento fluviale
dell'Adda,  si  dovra', redigere la revisione nel progetto definitivo
dell'attraversamento  dell'alveo  del  fiume  verificando  l'adozione
della  scansione  delle pile dell'ordine di metri 50-60 e il relativo
posizionamento    in   ombra   idraulica   rispetto   agli   omologhi
attraversamenti  previsti  nel  progetto,  in  fase di redazione, del
Quadruplicamento della linea ferroviaria Pioltello-Treviglio. Inoltre
la  nuova  soluzione dovra' essere oggetto di una definitiva verifica
idraulica  complessiva che accerti la compatibilita' della stessa con
le previsioni del progetto della linea ferroviaria in affiancamento.
    Nel  tratto  in  provincia  di  Brescia  per  quanto  riguarda la
tipologia sovrappassi il progetto definitivo dovra' prevedere:
      livelletta massima della rampa di raccordo inferiore al 5%;
      dovra'   essere   assicurata   lungo   tutta  l'estensione  del
sovrappasso  la  distanza di visibilita' per l'arresto, come prevista
dal decreto ministeriale 5 novembre 2001;
      adeguata risoluzione, con riferimento alle prenorme in corso di
approvazione,  delle  intersezioni in corrispondenza dei capisaldi di
sfioccamento delle rampe di' raccordo con il sovrappasso dall'attuale
viabilita'   sottesa  mediante  loro  organizzazione  a  circolazione
rotatoria  ovvero, ove le condizioni di visibilita' e di sicurezza lo
consentano,   mediante  intersezioni  che  comunque  garantiscano  la
precedenza   ai   flussi  di  traffico  transitanti  lungo  le  nuove
piattaforme provinciali;
      su  ambo  i lati dell'impalcato, oltre la piattaforma stradale,
marciapiedi  di  servizio,  di  larghezza  di  m  1,50 al netto della
barriera guardrail e del parapetto.
    Nel  tratto  in  provincia  di  Brescia  per  quanto  riguarda la
tipologia sovrappassi il progetto definitivo dovra' prevedere:
      livelletta massima delle rampe di raccordo inferiore al 5%;
      altezza  minima  dell'intradosso  dell'impalcato  da  ponte dal
punto  piu'  elevato  della pavimentazione della strada sovrappassata
dovra' essere di m 5,20;
      dovra' essere assicurata lungo tutta la tratta di sottopasso la
distanza  di  visibilita'  per  l'arresto,  come prevista dal decreto
ministeriale 5 novembre 2001;
      adeguata risoluzione, con riferimento alle prenorme in corso di
approvazione,  delle  intersezioni in corrispondenza dei capisaldi di
sfioccamento  delle  rampe di raccordo con il sottopasso dell'attuale
viabilita'   sottesa  mediante  loro  organizzazione  a  circolazione
rotatoria  ovvero, ove le condizioni di visibilita' e di sicurezza lo
consentano,   mediante  intersezioni  che  comunque  garantiscano  la
precedenza   ai   flussi  di  traffico  transitanti  lungo  le  nuove
piattaforme provinciali;
      adeguati  sistemi  di  smaltimento  delle acque meteorologiche,
preferibilmente   mediante   condotte   fognarie   a   gravita',  con
conferimento in idonei ricettori superficiali; in alternativa, ove la
stratigrafia  del  terreno  garantisca  una  idonea permeabilita', lo
smaltimento potra' essere previsto mediante la realizzazione di pozzi
disperdenti  ispezionabili,  planimetricamente  ubicati  ad  adeguata
distanza dalla piattaforma stradale;
      l'installazione  di  un impianto semaforico per l'arresto della
circolazione stradale in caso di allagamento;
      impianto di illuminazione del tratto di piattaforma stradale in
corrispondenza del fornice di sottopasso;
      l'ottemperanza  ai  punti  primo,  terzo  e  quinto deve essere
garantita,  pur  non  in  presenza  di  sottopasso, anche in tutte le
situazioni  ove  e' previsto l'abbassamento della livelletta stradale
al di sotto del piano di campagna.
    Nel  tratto  in provincia di Brescia per tutti gli interventi che
interessano   la   viabilita'  provinciale  interessata  dalle  opere
interferenti   con  il  collegamento  autostradale  si  prescrive  la
seguente stratigrafia della sovrastruttura e pavimentazione stradale:
      manto d'usura cm 3;
      binder cm 6;
      base in misto bituminoso cm (6+6) = cm 12;
      strato in misto cementato cm 22;
      strato di fondazione cm 25.
Opere connesse e misure di compensazione
     Si prescrive che nello sviluppo del progetto definitivo tutte le
opere  connesse  alla  realizzazione  dell'asse principale abbiano il
medesimo approfondimento progettuale di quest'ultimo.
    Le  aree  su  cui  insistono  le  attuali  strade  di  proprieta'
provinciale e comunale destinate alla dismissione, se non destinate a
sede  delle nuove infrastrutture, saranno ripristinate a cura e spese
del  concessionario autostradale (e del concessionario TAV in ragione
delle  specifiche  competenze)  e resteranno di proprieta' degli Enti
medesimi.
    La  manutenzione  ordinaria  e  straordinaria dei piani viabili e
della  segnaletica  relativa  alla viabilita' provinciale interessata
rimarranno  in carico alle province, mentre la manutenzione ordinaria
e   straordinaria  dei  sistemi  di  sicurezza  (parapetti,  barriere
guardrail,   reti,   ecc.),   degli   appoggi,   dei   giunti,  delle
impermeabilizzazioni,  delle  strutture  (pile,  spalle, impalcati da
ponte,  muri andatori o di continuita' ecc.), impiantistica elettrica
(illuminazione,  pompaggi,  semaforica,  ecc.)  sara' a totale carico
della Societa' di gestione del nuovo collegamento autostradale.
Tratto in provincia di Brescia
     SP 2 nei comuni di Urago d'Oglio e Rudiano si dovra' redigere il
progetto  definitivo  del  cavalcavia  con  piattaforma  stradale  di
categoria  C2 come definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001.
L'interferenza  dovra'  essere  risolta  con  andamento del tracciato
dell'asse  planimetrico della SP 2 coincidente con l'attuale. Al fine
di  limitare  l'impatto  nei  confronti  dell'edificato esistente, si
dovra'  valutare la possibilita' di utilizzare come opera di scavalco
dell'autostrada un viadotto (un sottovia per la linea AC ), soluzione
per altro da concertare con i comuni interessati.
    SP  18 nei comuni di Urago d'Oglio e Chiari si dovra' redigere il
progetto  definitivo  del  cavalcavia  con  piattaforma  stradale  di
categoria C2 come definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001.
    SP  72  in  comune  di  Chiari  si  dovra'  redigere  il progetto
definitivo  del  cavalcavia  con  piattaforma stradale di categoria B
(2+2  corsie)  come definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001
per  garantire  un  livello  di  servizio  adeguato in relazione alle
previsioni del Piano della Viabilita' provinciale.
    SP  17  in  comune  di  Chiari  si  dovra'  redigere  il progetto
definitivo  del  cavalcavia  con piattaforma stradale di categoria C1
come  definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001. L'intervento
dovra'  essere  reso coerente con il progetto esecutivo ANAS relativo
al  completamento  svincolo  ex SS 11/SP 17 mediante realizzazione di
rotatoria sulla SP 17 in corrispondenza rampa bidirezionale sud-ovest
sulla ex SS 11.
    SP  60  in  comune  di  Chiari  si  dovra'  redigere  il progetto
definitivo  del  cavalcavia  con piattaforma stradale si prescrive la
realizzazione  di  un  cavalcavia con piattaforma stradale che dovra'
essere   prevista   di   categoria   C2  come  definita  dal  decreto
ministeriale 5 novembre 2001.
    Ex  SS 11 - rampe di svincolo innesto in comune di Castrezzato si
dovra' redigere il progetto definitivo con la piattaforma delle rampe
con  piattaforma  stradale  di  m  6,50  (1,50+4,00+1,00). Inoltre si
dovranno ricercare soluzioni progettuali che impediscano ai mezzi che
percorrono   la   ex   SS   11   da  ovest  verso  est  di  inserirsi
accidentalmente contromano sull'autostrada.
    SP 62 nei comuni di Castrezzato e di Rovato si dovra' redigere il
progetto  definitivo  in modo tale che il collegamento tra la SP 62 e
l'autostrada  deve  essere  garantito mediante intersezione a livelli
sfalsati  con  circolazione  a  rotatoria  e  rampe  a  diamante.  La
rotatoria   sara'   in   sovrappasso  rispetto  all'autostrada  e  la
piattaforma  stradale  dovra'  essere  prevista  di categoria C2 come
definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001.
    SP  16 in comune di Rovato dovra' redigere il progetto definitivo
in  modo  tale  che  il collegamento tra la SP 16 e l'autostrada deve
essere   garantito  mediante  intersezione  a  livelli  sfalsati  con
circolazione  a  rotatoria  e rampe a diamante. La rotatoria sara' in
sovrappasso  rispetto all'autostrada e la piattaforma stradale dovra'
essere   prevista   di   categoria   C1  come  definita  dal  decreto
ministeriale 5 novembre 2001.
    Per  quanto riguarda l'opera connessa Raccordo tangenziale sud di
Brescia    che   va   dall'intersezione   Brescia-Milano/Collegamento
autostradale  Ospitaletto-Montichiari,  SP 19 alla tangenziale sud di
Brescia si prescrive che la piattaforma stradale deve essere prevista
di  categoria  C1  come  definita dal decreto ministeriale 5 novembre
2001  con  predisposizione  delle  opere  d'arte per eventuale futuro
raddoppio  della  carreggiata  a categoria A (2+2 corsie per senso di
marcia). Inoltre:
      ad   est   dello  svincolo  con  il  Collegamento  autostradale
Ospitaletto-Montichiari, SP 19, in comune di Castegnato dove la linea
ferroviaria AC di progetto scavalca la ex SS 11 (Raccordo tangenziale
sud  di Brescia) prevista in trincea si richiede, rispetto alla quota
concordata,  un  ulteriore  abbassamento  di  2  m  della trincea del
Raccordo  in  esame,  al  fine  di  permettere  il  superamento delle
problematiche  ambientali  relative  alla  Chiesa del Lovernato. Tale
abbassamento  consentira'  al tracciato ferroviario AC di disporsi in
corrispondenza  della  Chiesa  in  trincea  ottimizzando  il  proprio
inserimento nel territorio;
      lo  svincolo  di  «Travagliato est» deve essere orientato verso
est, con viabilita' di arroccamento intestata su via Pianera, arteria
di collegamento intercomunale Travagliato-Castegnato;
      si  segnala  che  e'  allo  studio  da parte della provincia di
Brescia,  di  concerto con il comune di Roncadelle, la variante ovest
del  centro  abitato,  che verra' ad insistere per buona tratta sulla
viabilita'  intercomunale  per Castegnato a nord della cascina «Santa
Giulia».  Si  prescrive,  pertanto,  al  fine  di  non inibire future
possibilita'  di  adeguamento  di  tale infrastruttura verso nord, di
prevedere  sulla  citata  viabilita' intercomunale, all'altezza della
cascina «Rota», un manufatto in grado di contenere una piattaforma di
categoria C2;
      l'ampliamento  del  corpo  stradale  della  tangenziale  sud di
Brescia  deve  essere  previsto  secondo  le  linee  di progetto gia'
predisposte  dalla provincia di Brescia provvedendo all'instradamento
dei veicoli sulla carreggiata attuale mediante idonea segnaletica;
      dovra'  essere  garantita, considerato l'elevatissimo numero di
veicoli  transitanti,  la  continuita' di esercizio della tangenziale
sud  di  Brescia sulle due corsie per senso di marcia anche nel corso
della  realizzazione  delle  opere  che vengono ad interessare la sua
piattaforma  (svincolo  con  raccordo  per SP 19 e sottopasso cascina
«Antezzate»).
    Si  prescrive  di  riqualificare i seguenti tratti di Tangenziale
Sud  di  Brescia compresa tra il punto di innesto del raccordo con la
SP  19  e  lo  svincolo  con  il  Casello di Brescia Centro della A4,
secondo   le   ipotesi   progettuali   gia'   sviluppate   a  livello
planoaltimetrico da parte dalla provincia di Brescia:
      dallo  svincolo  di  Roncadelle,  caposaldo  di  innesto  della
variante  proveniente  dalla  SP 19, fino allo svincolo con la strada
intercomunale Mandolossa/Roncadelle, svincolo compreso;
      dalla  ex SS 235 allo svincolo con il casello di Brescia Ovest,
svincolo  e  manufatti di attraversamento della ex SS 235 e del fiume
Mella compresi;
      dallo  svincolo  con  il casello di Brescia Ovest allo svincolo
con  la  Tangenziale  Ovest  di  Brescia, esclusa la rampa complanare
monodirezionale sud;
      si  prescrive  l'eliminazione  del «diapason» lungo la bretella
per la localita' «Mandolossa», coerentemente con le conclusioni della
Conferenza  dei  servizi  promossa dall'ANAS presso il Provveditorato
alle   OO.PP.   della  regione  Lombardia  che  si  e'  conclusa  con
l'autorizzazione  alla  realizzazione  dell'opera  n. 6514 III C1 del
12 giugno 2000;
      al   fine   di   consentire  il  transito  in  sicurezza  degli
autoveicoli  da  e  per  la  confluente  ex SS 510 lungo la tratta di
collegamento  tra  la tangenziale sud di Brescia e la localita' Metra
in  comune  di  Rodengo Saiano, si dovra' provvedere alla separazione
fisica  delle carreggiate della attuale piattaforma della ex statale,
mediante   l'inserimento   di  elementi  longitudinali  invalicabili,
provvedendo   nel  contempo  all'adeguamento  della  larghezza  delle
corsie;
      si   prescrive   inoltre   la   realizzazione   della  bretella
monodirezionale  di  collegamento  diretto tra la ex SS 11 e la ex SS
510,   in   corrispondenza   del   quadrante   nord-est  dell'attuale
intersezione, per garantire una piu' completa funzionalita' del nodo,
opera  gia'  a  suo  tempo richiesta dalla provincia di Brescia e dai
comuni    di    Castegnato,    Gussago   e   Roncadelle   nell'ambito
dell'istruttoria  della citata Conferenza di servizi promossa da ANAS
presso  il  Provveditorato alle OO.PP. della regione Lombardia che si
e'  conclusa  con  l'autorizzazione  alla realizzazione dell'opera n.
6514 III C1 del 12 giugno 2000.
    Per quanto riguarda l'opera connessa variante alla SP 17 dalla ex
SS 11 alla ex SS 573 si prescrive quanto segue:
      il  caposaldo  sud  della  nuova  arteria deve attestarsi sulla
nuova  viabilita'  in  corso  di realizzazione da parte del comune di
Chiari  ad  ovest  al  centro  abitato.  Si  dovra'  valutare se tale
intersezione  dovra'  essere  realizzata  a livelli sfalsati. Inoltre
dovra' essere compatibile con le opere comunali programmate;
      in  comune  di  Chiari  deve  essere  traslata  a  sud,  su via
Palazzolo,   la   circolazione   rotatoria   prevista   nel  progetto
preliminare   all'altezza  della  Cascina  Barbaresi,  prevedendo  la
contestuale   realizzazione   di   un  sottopasso  alla  variante  in
corrispondenza  di  via  Belve. In alternativa, si dovra' valutare la
fattibilita' del collegamento tra la via Belve e la citata rotatoria,
mediante viabilita' complanare di arroccamento;
      in  comune  di Cologne deve essere salvaguardata l'intersezione
diretta  tra  via  Picca  e  via  Francesca,  in  posizione  comunque
compatibile  con  il  variato  andamento  altimetrico di quest'ultima
viabilita';
      la  variante  deve  prevedere  una  intersezione a circolazione
rotatoria all'altezza della cascina «Peschiera» in comune di Cologne,
in  grado  di  relazionare  la  ipotizzata viabilita' di «gronda sud»
degli abitati di Coccaglio e di Cologne con la nuova arteria;
      in  comune  di  Cologne l'andamento planimetrico della variante
deve  essere  spostato  leggermente  ad  est,  cosi'  da  inserire il
tracciato  d'asse nel corridoio compreso tra la cava «ex Sebino» e la
cabina del metanodotto;
      si  deve prevedere un innalzamento della livelletta della nuova
arteria  rispetto  al  piano  di  campagna  all'altezza della cascina
«Mirandola»,  in  quanto,  fatti  salvi  i  necessari approfondimenti
geologici  ed  idraulici,  la  presenza  della  roggia Fusia potrebbe
inibire  la  possibilita' di abbassamento in trincea della viabilita'
d'argine;
      va studiato con particolare attenzione l'innesto della variante
sulla  attuale  circolazione  rotatoria  della  ex  SS 573, anche per
quanto   attiene   il   preesistente   collegamento  con  la  cascina
«Mirandola».
    La  piattaforma  stradale  dovra' essere prevista di categoria C1
come definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001.
Tratto in provincia di Bergamo
      Progetto  definitivo  della nuova autostrada dovra' tener conto
delle  opere connesse alla realizzazione della linea AC Milano-Verona
previste  nella  citata  delibera CIPE n. 120 del 1° dicembre 2003 di
seguito elencate.
    Interventi posti a carico di TAV, riguardano:
      1) variante alla ex SS 472 da Arzago d'Adda al nuovo casello di
Treviglio;
      2) tangenziale ovest di Caravaggio;
      3) adeguamento della ex SS l 1 in corrispondenza di Mozzanica;
      4)  adeguamento in sede delle ex SS 498 e ex SS 11 in comune di
Antegnate;
      5)  ex  SS 591 variante di Bariano e Morengo - da SP l29 a nord
di Morengo;
      6) ex SS 11 variante all'abitato di Sola e Isso;
      7) ex SS 498 variante di Romano di Lombardia, dal nuovo casello
di Romano fino a nord di Romano;
      8) ex SS 11 variante sud di Calcio.
    Nel   progetto   definitivo   le  opere  connesse  a  carico  del
concessionario  autostradale,  siano esse nuove varianti riqualifiche
e/o potenziamenti di viabilita' esistenti, dovranno essere progettate
in  modo  coordinato con quelle previste a carico della TAV di cui al
punto  precedente  e  secondo  le tavole dell'allegato «A» del D.G.R.
(regione Lombardia) n. VII/18656 del 5 agosto 2004. In particolare:
      1)  la  variante  alla  ex  SS  11 - «Variante sud di Calcio la
riqualifica  in  sede  della  SP 103, per il tratto che va dalla fine
della  variante  alla ex SS 498 di Romano di Lombardia (a carico TAV)
alla  variante  alla  ex  SS  11  a  Isso (a carico TAV), deve essere
realizzata con svincolo sulla ex SS 11 a due livelli;
      2)  il  collegamento  tra il casello di Romano di Lombardia con
Camisano (variante alla ex SS 591 «Cremasca»);
      3)  la  variante  alla ex SS 591 dal casello di Bariano alla SP
l29;
      4) la connessione tra la tangenziale di Caravaggio (in carico a
TAV) lo svincolo di Caravaggio e la ex SS 11;
      5)  la  variante  alla  ex  SS  472  «Collegamento  casello  di
Treviglio con la ex SS 11».
    Dovra' essere garantito, contestualmente alla realizzazione delle
due   nuove   infrastrutture   (ferroviaria   e   autostradale),   il
mantenimento  della  continuita'  della  rete  viaria  provinciale  e
comunale  interferita,  mediante  sovrappassi o sottopassi e adeguati
raccordi.  In  particolare  per  le  strade  comunali  e  provinciali
interferite,  localizzate  in  provincia  di  Bergamo, si indicano le
categorie  da  assumere  ai sensi del decreto ministeriale 5 novembre
2001 e la necessita' di prevedere la pista ciclabile in affiancamento
alla  carreggiata  stradale.  Nell'elenco che segue si fa riferimento
alle  progressive  del  progetto preliminare depositato (elaborati da
3.3.3  a  3.3.8).  Pertanto  si  prescrive l'adeguamento del progetto
definitivo riguardo a:
      1)  progr. km 40+500: SP variante alla ex SS 472 - categoria C1
- sottovia;
      2)  progr.  km 40+273: SC collegamento tra cascina Malossetta e
cascina Malossa - categoria F1 - sottovia;
      3)  progr. km 38+635: SP ex SS 472 esistente - categoria C1 con
pista ciclabile - cavalcavia (CVF1);
      4)  progr.  km  37+274:  SP  136  -  confermata nella posizione
attuale  in  sottopasso  al  viadotto  ferroviario - categoria C1 con
pista  ciclabile  -  cavalcavia.  Nel  progetto  definitivo si dovra'
tenere  conto  anche  della  localizzazione  della  futura  rotatoria
prevista dal P.R.G. di Calvenzano;
      5)  progr.  km  36+017:  SP  ex  SS 11 - categoria C1 con pista
ciclabile - cavalcavia (CVF2);
      6)  progr. km 33+638: SP 132 - categoria C1 con pista ciclabile
- sottovia (STP4) ma adeguare per pista ciclabile;
      7)  progr.  km  33+067: SC Caravaggio-Brignano - categoria F1 -
sottovia;
      8)  progr. km 32+767: SC Battisti - tracciato in variante posto
ad est della roggia Basso - categoria F1 - sottovia;
      9)  progr.  km  31+723:  SC  Caravaggio-Masano - categoria F1 -
cavalcavia (CVF5);
      10)  progr. km 31+226: SP 130 Caravaggio-Masano - sostituire il
cavalcavia  con  strada  di connessione con la SC Caravaggio-Masano -
categoria F1 - con collegamento ciclopedonale in sottovia alla progr.
km 31+200 circa - categoria F1 (CVF6);
      11) progr. km 30+567: SC Vallicelle - categoria F1 - cavalcavia
(CVF7);
      12)  progr.  km  29+031: SP ex SS. 591 - categoria C1 con pista
ciclabile - cavalcavia;
      13)  progr.  km  26+000:  SC  di  Fana  Olivana  - prevedere il
manufatto  per  garantire la continuita' della strada di collegamento
con Sola - categoria F1 - sottovia;
      14)  progr.  km  24+443:  SP  103  -  categoria C1 - cavalcavia
(CVF9);
      15)  progr.  km  24+000:  sottopasso carrabile 5\times 5 ad est
della SP 103;
      16)  progr.  km  22+981:  SP  104  -  categoria C2 - cavalcavia
(CVF10);
      17)  progr.  km  22+158: SP ex SS.498 - in corrispondenza della
variante  predisposta dal comune di Antegnate ad ovest dell'abitato -
categoria  C1  con pista ciclabile - cavalcavia (CVF11). L'intervento
e' a carico di TAV;
      18)  progr. km 21+102: SC Saracinesca - categoria F2 - sottovia
(STP12);
      19)  progr.  km  19+926:  SP  ex SS 11 - mantenere il tracciato
attuale rettilineo della ex SS 11 - categoria C1 - sottovia (STP13);
      20)  progr.  km  17+815: SC Cantarana di Sotto - categoria F2 -
sottovia in asse con l'esistente (STP14);
      21)  progr. km 17+670: SC cascina Ribolla - Cadevilla - 5\times
5 - sottovia;
      22)  progr.  km  da  definire:  SC  per  Fontanella - strada da
collegare  a  sud  dell'autostrada con la SP l06 tramite la strada da
riqualificare  da  azienda La Buca a Cascina Pollini - categoria F2 -
sottovia;
      23) progr. km 15+927: SP 106 - categoria C1 - sottovia.
    Tutti gli altri manufatti di sottopasso carrabile di m 5 \times m
5 indicati nelle planimetrie di progetto riferiti a strade poderali o
comunali  minori  e  indicati  a  progressive diverse da quelle sopra
riportate  sono  da considerare confermati e, comunque, da coordinare
con  le previsioni del progetto definitivo della linea ferroviaria AC
Milano-Verona.
Tratto in provincia di Cremona
      Per  quanto  riguarda  l'opera connessa denominata Collegamento
casello  di Romano di Lombardia con Camisano (variante alla ex SS 591
«Cremasca»  in provincia di Cremona) si prescrive che detta opera sia
progettata  nel definitivo secondo lo schema di tavola 7 allegato «A»
alla  D.G.R.  (regione  Lombardia) n. VII/18656 del 5 agosto 2004 che
prevede  la  variante dalla ex SS 11 in comune di Isso (Bergamo) sino
alla SP 64 in comune di Ricengo (Cremona).
    La  piattaforma  stradale  dovra' essere prevista di categoria C1
come definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2001.
    Il  progetto  definitivo  dovra' essere sviluppato considerando i
parametri  e  gli  standard  progettuali  propri  della  provincia di
Cremona  e  relativi  alle  caratteristiche geometriche delle sezioni
tipo,  ai pacchetti della sovrastruttura stradale, ai manufatti, alle
opere d'arte tipo ed alla segnaletica stradale.
    La variante dovra' essere realizzata con caratteristiche adeguate
ai  transiti  dei  veicoli  con trasporti eccezionali ed ai volumi di
traffico, soprattutto pesante.
    Infine  le  scelte  progettuali ed esecutive per la realizzazione
dei corpi stradali e dei manufatti, delle ripe e dei canali di scolo,
dei  ponti  e  dei  viadotti  e di quant'altro dovranno consentire il
corretto  ed  adeguato  svolgimento  in  sicurezza delle attivita' di
manutenzione delle opere stesse.
Tratto in provincia di Milano
Riqualificazione/potenziamento della SP 104 Rivoltana
    Si  prescrive  la  variante  all'abitato  di Liscate. La variante
prende  avvio  dalla  Tangenziale Est esterna con la realizzazione di
rampe  di  svincolo in prossimita' dei confini comunali di Trucazzano
(Milano),  Comazzo  (Lodi)  e Liscate (Milano); prosegue in direzione
sud-ovest  sino  alla  SP  161  ad  est  del Parco di Trenzanesio con
sezione autostradale a due corsie piu' emergenza per senso di marcia.
In territorio di Liscate e' prevista la realizzazione di una barriera
di  esazione  che dovra' prevedere tutti gli accorgimenti tecnici per
ridurre  al  minimo  l'utilizzo  di  suolo e l'impatto ambientale. Lo
schema  della  variante  e' riportato in tavola 3a, allegato «A» alla
D.G.R.  (regione  Lombardia) n. VII/l8656 del 5 agosto 2004. Dovranno
essere previste rotatorie a due livelli all'intersezione con la SP 39
«Cerca»  e  all'innesto  con  la  SP  14  in  comune  di  Vignate. In
particolare  quest'ultima  intersezione  dovra'  risolvere  anche  la
connessione con la nuova alla SP 161.
    Il progetto definitivo della Variante di Liscate dovra' prevedere
il  massimo  allontanamento  possibile  del  tracciato  dalla Cascina
Guzzafame  e  dalla  Cascina  Nuova  e  valutare  la  possibilita' di
mantenere in esercizio la stazione di servizio esistente sulla SP 39.
Dovranno  inoltre essere ripristinati i collegamenti esistenti con le
Cascine Belvedere, Di mezzo, Gardino, Besozza, Guzzafame.
    Si  prescrive  la  riorganizzazione  degli  incroci  in comune di
Liscate  indicati  nella  tavola  3a  con  le lettere A, B e D con la
finalita',  anche, di disincentivare l'attraversamento dell'abitato a
favore   dell'utilizzo   delle   nuove   viabilita',   prevedendo  la
salvaguardia degli attraversamenti ciclopedonali.
    Si prescrive altresi' di trovare adeguata soluzione per l'accesso
alla  DHL  (lettera C della tavola 3a) in considerazione dei notevoli
movimenti  di  mezzi  pesanti destinati ad incrementare ulteriormente
con la realizzazione delle nuove autostrade.
    Dal  termine  della Variante di Liscate (in comune di Vignate) la
SP  14  dovra'  essere  potenziata  a  due corsie per senso di marcia
(categoria  B  -  decreto ministeriale 5 novembre 2001) sino ad ovest
dello  svincolo  con  la  SP 15-bis  in  comune  di Segrate (il tutto
secondo  lo  schema  delle  tavole 3b e 3c - allegato «A» alla D.G.R.
(regione Lombardia) n. VII/l 8656 del 5 agosto 2004); si dovra' pero'
verificare   l'opportunita'   di   modificare   la   categoria  della
piattaforma stradale nell'attraversamento dei centri abitati.
    Lo  svincolo  tra  la SP 14 con la SP 15-bis in comune di Segrate
dovra'  essere  previsto a tre livelli e dovra' essere coerente con i
progetti  viabilistici approvati dalla Conferenza dei Servizi indetta
dal comune di Segrate e conclusasi in data 26 gennaio 2004 e relativa
alla  richiesta di autorizzazione commerciale per la realizzazione di
un centro commerciale da parte della Societa' IBP.
    Sara'  da prevedere la realizzazione di una rotatoria all'altezza
dell'attuale  accesso della frazione di Pobbiano all'intersezione con
via Visconti di Modrone (comune di Rodano).
    Si   prescrive  la  realizzazione  di  rotatoria  a  due  livelli
all'intersezione  con  la  SP  121 (in comune di Pioltello) sulla far
confluire  anche la SP 182. Sempre su SP 14, in comune di Trucazzano,
risulta  incoerente  la previsione dell'incrocio con la vecchia SP 39
«Cerca» perche' progettato in una zona industriale gia' attiva. Sara'
da prevedere una soluzione dell'interferenza mediante rotatoria.
Riqualificazione/potenziamento della SP 104 Cassanese
    Il  potenziamento/riqualifica  della  SP  103  «Cassanese» dovra'
essere  previsto  tutto  a  2 corsie per senso di marcia (categoria B
decreto ministeriale 5 novembre 2001).
    L'intervento prende avvio (ad ovest) da Pioltello realizzando una
variante  all'attuale  provinciale.  Il  progetto  definitivo  dovra'
essere  realizzato  come  da  schema  di  tavola 3c allegato «A» alla
D.G.R.  (regione  Lombardia)  n.  VII/18656  del  5 agosto  2004). In
particolare   si   segnala   che   l'accesso  alle  cascine  Croce  e
Castelletto.
    Per  quanto  riguarda  la  galleria  di  Pioltello  questa dovra'
garantire  minime  soluzioni  di  continuita'  dell'altimetria tra le
parti sud e nord del territorio interessato dell'infrastruttura.
    Il  progetto definitivo dovra' verificare la coerenza delle quote
della  livelletta  in  corrispondenza della Galleria di Pioltello con
quelle  previste nel progetto Viabilita' speciale di Segrate Variante
SP 103.
    Si  segnala  l'eccessiva  vicinanza  a  via Bengasi e al cimitero
dell'area  di  cantiere  di  mq  20.000 prevista sulla «Cassanese» in
territorio  di Pioltello e si dovra' verificare la possibilita' di un
suo spostamento a sud.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  prevedere  la realizzazione del
collegamento  tra  ex  SS  11  e  la SP 103 nei comuni di Cassina de'
Pecchi  e  Cernusco  sul  Naviglio come rappresentato nello schema di
tavola   3b-c.  allegato  «A»  alla  D.G.R.  (regione  Lombardia)  n.
VII/18656 del 5 agosto 2004).
    Il   progetto   definitivo   dovra'   prevedere  il  mantenimento
dell'attuale sede della «Cassanese», nel tratto dei comuni di Vignate
(ovest di Cascina Bianca) e Cassina de' Pecchi, come controstrada per
garantire gli accessi esistenti. La controstrada sara' da prevedere a
nord della viabilita' di progetto.
    Analogamente si dovra' prevedere a sud della nuova viabilita' una
controstrada  nel  tratto compreso tra Cascina Bianca e la vecchia SP
161.
    L'accesso  alla  zona  industriale e commerciale di Vignate dalla
carreggiata  nord  della  «Cassanese»  riqualificata  dovra' avvenire
tramite   lo   svincolo   a  trombetta  esistente  (da  mantenere  ed
eventualmente  adeguare)  e  la  realizzazione  di  un  nuovo  tratto
stradale  connesso  alla  vecchia  SP 161. Il tutto come da schema di
tavola  3b, allegato «A» alla D.G.R. (regione Lombardia) n. VII/l8656
del 5 agosto 2004).
    Lo  svincolo  previsto dal progetto preliminare in prossimita' di
Cascina Rogolone (comune di Melzo) dovra' essere invece realizzato in
prossimita' della nuova SP 161 e collegato con la viabilita' comunale
proveniente  da  S.  Agata  Martesana  (comune di Cassina de' Pecchi)
mediante  controstrada  posta a nord dell'intervento di progetto come
da schema di tavola 3b.
    Gli insediamenti posti ad ovest della nuova SP 161 ed a sud della
«Cassanese»  dovranno  essere serviti da apposta controstrada come da
schema di tavola 3b.
    Dovra'  essere garantito l'accesso agli insediamenti posti a nord
della  nuova  «Cassanese» mediante la realizzazione di una viabilita'
indicata nello schema di tavola 3b.
    L'intervento   di   riqualifica   della  SP  103  «Cassanese»  di
competenza  della  concessionaria  della  Brescia-Milano  termina  in
corrispondenza  dell'incrocio  con la SP 13 e l'inizio della variante
della  SP  103  stessa  che  la regione ha chiesto fosse inserito nel
progetto  preliminare della Tangenziale Est esterna e che si sviluppa
tra  i  comuni di Melzo, Gorgonzola e Pozzuolo Martesana lungo l'asse
degli elettrodotti esistenti.
                Prescrizioni di carattere ambientale
Elementi di carattere generale
      Il  progetto  definitivo dovra' rispettare le prescrizioni e le
raccomandazioni contenute nella delibera CIPE in data 5 dicembre 2003
in  sede  di  approvazione del progetto preliminare della linea AV-AC
Milano-Verona.  Il progetto dovra' essere redatto in stretta coerenza
con   quello   delle   opere   relative   alla   citata  linea  AV-AC
Milano-Verona, anche per quanto concerne la valutazione degli impatti
cumulativi  delle  due infrastrutture e la definizione delle relative
misure  mitigatrici,  sia nella fase di costruzione che di esercizio.
Dovra' essere approfondita la reciproca disposizione planoaltimetrica
dei  manufatti  della  linea AV-AC e di quelli del nuovo collegamento
autostradale   anche   allo   scopo   di  definire  compiutamente  le
interferenze  con infrastrutture e altri manufatti sul territorio. Il
progetto  definitivo  dovra'  inoltre garantire la compatibilita' con
tutte  le  opere  previste  dal  progetto definitivo del collegamento
autostradale Ospitaletto-Montichiari.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  sviluppare  gli  interventi  di
mitigazione  e  le  opere di compensazione, cosi' come proposti nello
studio  d'impatto  ambientale  esaminato e sue integrazioni, e dovra'
adeguarli  alla  luce  delle presenti prescrizioni, dettagliandone la
localizzazione,  la  tipologia,  le modalita' di esecuzione e i costi
analitici.
    Il  progetto definitivo dovra' rispettare le prescrizioni dettate
dagli  strumenti  di  tutela paesaggistica e naturalistica vigenti, e
sviluppare   adeguatamente   tutti   i  dettagli  realizzativi  delle
provvidenze per la mitigazione degli impatti.
    Il   progetto  definitivo  dovra'  ulteriormente  dettagliare  ed
aggiornare  la  ricognizione dei siti di cava e discarica disponibili
per   la  copertura  di  eventuale  fabbisogno  imprevisto  (sia  per
approvvigionamento che per smaltimento materiali).
    Il progetto definitivo dovra' tenere conto delle previsioni degli
strumenti   urbanistici   allestiti  dai  soggetti  istituzionalmente
competenti  per la gestione dello sviluppo insediativo nelle fasce di
territorio e di mitigazione degli impatti.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  farsi  carico  di  un  piano di
specifici interventi necessari per la mitigazione degli impatti lungo
la  rete  viaria  locale  interessata da significative variazioni del
tipo  e  volume di traffico veicolare causate dalla realizzazione del
progetto,  con  particolare  attenzione  agli  aspetti  relativi alla
sicurezza, soprattutto pedonale e ciclistica.
    Il   progetto  definitivo  dovra'  stabilire  con  precisione  le
modalita'  di conduzione della fascia di territorio interclusa tra il
tracciato  di  progetto  e  la  linea  AV-AC anche studiando forme di
coinvolgimento  dei  conduttori  dei fondi limitrofi. Dovranno essere
prodotti   specifici   elaborati  progettuali  di  dettaglio  con  le
indicazioni delle aree interessate, degli interventi proposti e delle
competenze  dei  soggetti  responsabili per la conduzione; i relativi
oneri dovranno essere inseriti nel quadro economico del progetto.
    Qualora  fosse confermata la previsione di non allestire la terza
corsia su tutto il tracciato, il progetto definitivo dovra' contenere
la   rivisitazione   delle   scelte   progettuali   di   dettaglio  -
contestualizzate  rispetto  all'affiancamento  con  la linea AV-AC ed
alle  prescrizioni  del presente parere - volta a minimizzare i costi
finanziari  dell'investimento  iniziale  e  i relativi impatti, fermo
restando    il    mantenimento    della    condizione   di   semplice
realizzabilita', in futuro, della terza corsia sull'intero percorso.
    Il  progetto  definitivo  dovra' prevedere un sistema informativo
territoriale  integrato  per  realizzare  un  rapido interscambio dei
flussi di traffico deviati dall'autostrada A4, al fine di valorizzare
il  ruolo  della  nuova  autostrada nella gestione delle emergenze di
traffico.
    Per  quanto concerne l'attraversamento dell'abitato di Liscate il
progetto  definitivo  dovra' approfondire le criticita' evidensiatesi
nello   studio  d'impatto  ed  individuare  le  possibili  misure  di
mitigazione,  anche  prevedendo  soluzioni  in  variante di tracciato
purche'  giustificate  da  raffronti  tecnici  e  ambientali  con  la
soluzione di progetto.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  dettagliare,  in armonia con le
risultanze   dello   studio   di   traffico  e  con  le  esigenze  di
minimizzazione  degli  impatti  di cui alle prescrizioni del presente
parere,   le   soluzioni  progettuali  relative  all'adeguamento  del
reticolo  viario  esistente  con  particolare  riferimento  ad alcuni
punti/nodi  evidensiatisi  durante  l'istruttoria  quali: bretella di
raccordo  con  la  superstrada  Rivoltana;  sistemi di esazione dello
svincolo  di  Cassano;  interferenza con la nuova circonvallazione di
Pozzuolo  Martesana; configurazione della rotatoria fra la SP 13 e SP
103; nodo stradale di Melzo; nodi di Vignale e Pioltello.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  comprendere  gli  interventi di
riorganizzazione  fondiaria,  di  ricomposizione  della maglia viaria
minore e poderale, mitigazione e compensazione degli impatti definiti
a seguito di apposito approfondimento delle indagini.
    Il  progetto  definitivo  dovra' contenere uno specifico progetto
delle  attivita' di cantierizzazione sviluppato congiuntamente con il
progetto  AV-AC  e  dettagliatamente  contestualizzato  nelle singole
porzioni  di  territorio interessate dai vari siti di lavorazione con
riferimento,   tra   l'altro:  al  cronoprogramma  dei  lavori;  alla
quantificazione  analitica  dei  fabbisogni di materiali e dei volumi
utilizzabili  provenienti dagli scavi alla collocazione delle aree di
cantiere;  alle  modalita'  di  acquisizione  delle aree; alle cave e
discariche;  al traffico indotto sulla rete viaria delle attivita' di
cantiere. Dovranno essere valutati gli impatti cumulativi determinati
sui  singoli  ricettori  identificati sul territorio e predisposte le
misure  mitigatrici.  Dovra'  essere  previsto  che,  preliminarmente
all'inizio  dei  lavori,  sia redatto un piano, da concordare con gli
enti   interessati,   per   le  modifiche,  anche  temporanee,  della
viabilita'  esistente e dei sensi di circolazione, al fine di ridurre
gli   effetti   negativi  dei  mezzi  di  cantiere  sulla  viabilita'
ordinaria.  In  tale  piano  saranno  altresi' indicati gli itinerari
compiuti  dai  mezzi  di  cantiere,  il  tipo  e qualita' delle merci
trasportate.   Tutti  gli  elementi  di  cui  sopra  dovranno  essere
adeguatamente  inseriti  in  progetto  con  specifico  riferimento ai
computi metrici estimativi e ai capitolati d'oneri.
    Gli  attraversamenti  dei  fiumi  Serio  e  Oglio dovranno essere
modificati  adottando  uno  schema  costruttivo  coerente  con quello
previsto  dalla  linea AC-AV (viadotti) con posizionamento delle pile
in  «ombra  idraulica»  rispetto  a quelle dell'attraversamento della
linea   AC/AV   verificando   inoltre   la  compatibilita'  idraulica
complessiva   dei   due   attraversamenti,   coerentemente   con   le
prescrizioni  degli strumenti di tutela paesaggistica, naturalistica,
idraulica,  idrogeologica  ed  ambientale  in  generale  della fascia
fluviale.
    Anche   per   l'attraversamento  del  fiume  Adda  dovra'  essere
modificato  adottando  uno  schema  costruttivo  coerente  con quello
previsto  dalla linea Quadruplicamento Pioltello-Treviglio (viadotti)
con  posizionamento delle pile in «ombra idraulica» rispetto a quelle
dell'attraversamento  della  linea ferroviaria verificando inoltre la
compatibilita'   idraulica   complessiva   dei  due  attraversamenti,
coerentemente   con   le   prescrizioni  degli  strumenti  di  tutela
paesaggistica,  naturalistica, idraulica, idrogeologica ed ambientale
in generale della fascia fluviale.
    Si  richiamano  i  contenuti del «Libro Azzurro della mobilita' e
dell'ambiente»   redatto   dalla   regione   Lombardia  e  pubblicato
nell'aprile  2003. Con questo strumento, tra le altre cose, la Giunta
incentiva   il   rinnovo   degli   autoveicoli   ed  automezzi  verso
combustibili  ecologici  ed alternativi. In tale quadro, si rileva la
necessita' di superare l'attuale carenza di un adeguato sistema delle
rete  distributiva del metano in particolare sulla rete autostradale.
Si  dovra',  pertanto,  verificare  durante  lo sviluppo del progetto
definitivo,   laddove   sussistano   le   condizioni  tecniche  e  di
fattibilita'  economica,  prevedere  anche stazioni di rifornimento a
metano.
    Le valutazioni ambientali e le conseguenti misure di mitigazione/
compensazione  da  progettare e porre in essere in tutta la tratta in
cui  l'Autostrada  Bre.Be.Mi  corre in affiancamento con il tracciato
della linea ferroviaria AC/AV Milano-Verona, dovranno essere definite
in    modo    coordinato,   valutando   le   rispettive   interazioni
Plano-altimetriche e perseguendo i seguenti obiettivi generali:
      massima integrazione delle due infrastrutture;
      progettazione  integrata  dei  manufatti  di attraversamento di
corsi  d'acqua  e  specifico  progetto  di  inserimento e mitigazione
ambientale delle opere previste;
      risoluzione   delle   criticita'   connesse   alla   viabilita'
provinciale interferita;
      ottimizzazione    dell'inserimento    ambientale    delle   due
infrastrutture,  con  particolare riferimento alle aree intercluse di
risulta.   Per  tali  aree  dovra'  essere  redatto  un  progetto  di
riqualificazione   ambientale,   in   ottemperanza   anche  a  quanto
prescritto nei successivi paragrafi;
      coordinamento delle fasi di cantiere.
    Si  dovra'  redigere  il  SIA  relativo  al tracciato alternativo
all'attraversamento dell'abitato di Liscate «Variante di Liscate» con
le seguenti indicazioni:
      dovra'  essere  presentato  un  piano  particolareggiato  della
cantierizzazione,  che individui le principali criticita' e definisca
le  caratteristiche  dei  siti  prescelti,  le modalita' operative di
approntamento  delle  aree,  la  tempistica,  il  recupero finale, la
viabilita'  di accesso, il cronoprogramma dei lavori e la valutazione
dei  potenziali  impatti  temporanei  sul  territorio  in  termini di
durata.;
      dovranno essere valutati gli impatti sulla viabilita' ordinaria
(anche  in termini positivi) e dei necessari interventi di ricucitura
viabilistica, risolvendo le criticita' relative alle interferenze con
la viabilita' locale durante le fasi di cantiere;
      dovranno  valutate  le  interferenze  con gli ambiti interni al
perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, individuando le modalita' di
intervento  in  adiacenza  ed all'interno di tale ambito, in coerenza
con quanto previsto dalle norme del PTC;
      dovranno  essere individuati i potenziali impatti e le connesse
misure  di  mitigazione  nelle zone in cui e' prevedibile l'insorgere
delle   principali   criticita',  con  particolare  riferimento  alla
vicinanza  con  i  nuclei abitati sparsi, per i quali dovranno essere
effettuate le seguenti indagini e sviluppate le conseguenti misure di
mitigazione ambientale:
        analisi  degli  impatti  acustici,  in  termini di incremento
delle  emissioni  dovute al traffico indotto e conseguente variazione
dei   livelli   di   rumore  in  corrispondenza  dei  recettori,  con
riferimento  ai criteri previsti dall'art. 5 della legge regionale n.
13/2001  e dettagliati nella d.g.r. n. VII/8313 dell'8 marzo 2002. In
particolare, il Proponente dovra':
          individuare e censire i recettori presenti in una fascia di
almeno 250 metri per lato dall'infrastruttura;
          precisare   distanza  ed  altezza  relativa  dei  recettori
rispetto  all'infrastruttura  stradale, destinazione d'uso, altezza e
numero dei piani degli edifici recettori;
          stimare puntualmente i livelli di rumore ante operam e post
operam  in  corrispondenza di ciascuno dei recettori; nella stima dei
livelli  di rumore si dovra' tener conto dell'altezza degli edifici e
dei  vari  piani,  quindi  dovranno  essere  considerati  come  punti
recettori  i  piani  degli  edifici; gli output delle modellizzazioni
dovranno  essere  prodotti,  oltre  che  in forma di mappe di rumore,
anche come valori puntuali in corrispondenza dei recettori;
          dimensionare   le   opere  necessarie  per  conseguire  gli
obiettivi  di  mitigazione  di  cui  sopra,  la  cui efficacia andra'
studiata  in  via  previsionale  con  modellizzazioni acustiche (post
operam   con   mitigazioni)   che   forniscano   output  puntuali  in
corrispondenza dei recettori;
          analisi   della   componente   «atmosfera»,   completa   di
metodologia,  riguardante  sia  le  emissioni  sia, in funzione delle
risultanze meteorologiche, le dispersioni degli inquinanti;
      dovra' essere effettuata una analisi geologica ed idrogeologica
di dettaglio delle aree interessate dall'intervento;
      dovranno   essere  redatti  elaborati  specificamente  riferiti
all'inserimento paesistico dell'opera;
      dovranno  essere  individuati  e  specificati gli interventi di
ricucitura  del  paesaggio  agrario  e del reticolo idrico maggiore e
minore;
      dovranno  essere  individuate  eventuali  specifiche  misure di
compensazione ambientale.
    Alternativa  progettuale  relativa  all'innesto sulla Tangenziale
Est Esterna di Milano:
      allegato  «A»  alla D.G.R. (regione Lombardia) n. VII/18656 del
5 agosto  2004,  sotto  il  profilo  ambientale, di tale variante, si
dovra'  produrre,  nella  redazione  del progetto definitivo adeguata
documentazione, in via generale riconducibile a:
        cantierizzazione del tratto in variante;
        ricucitura della viabilita' stradale interferita;
        aspetti  di  natura  idrogeologica/geologica e ripristino del
reticolo idraulico;
        individuazione  dei  recettori  sensibili  per la valutazione
dell'impatto acustico ed atmosferico;
        inserimento paesistico dell'infrastruttura rispetto ad ambiti
giudicati «sensibili»;
        misure di compensazione ambientale.
    Opere  connesse:  dovra' essere elaborata un'accurata descrizione
degli  impatti  derivanti  dalle  opere connesse, nuove o in variante
rispetto  a  quelle  proposte  nel  progetto  depositato,  prescritte
allegato «A»   alla  D.G.R.  (regione  Lombardia)  n.  VII/18656  del
5 agosto  2004  - Valutazione tecnica del progetto» individuando, ove
non   possa  essere  perseguito  l'obiettivo  della  mitigazione,  le
necessarie  misure  compensative.  Cio'  al  fine  di  disporre degli
elementi   necessari   per   effettuare,  in  sede  di  progettazione
definitiva, le necessarie verifiche di natura ambientale.
    Svincoli   e   bretelle  di  collegamento,  aree  intercluse:  la
progettazione  definitiva,  da  redigersi  in  ottemperanza  a quanto
prescritto  nell'allegato  «A»  -  Valutazione  tecnica del progetto»
circa  la  loro  localizzazione/ottimizzazione  e  da completarsi con
specifico  studio  di  inserimento  paesaggistico, dovra' tendere, in
linea  generale,  alla  minimizzazione  delle  superfici  delle  aree
intercluse  generate,  limitando  la  creazione di tare colturali non
piu'  utilizzabili  e  la  creazione  di ambiti residuali non risolti
sotto il profilo della qualita' dell'intervento.
    Dovranno   essere   progettate,   con  uno  specifico  studio  di
inserimento  paesaggistico,  le previste aree di sosta e di servizio,
verificandone  le possibilita' di valorizzazione ed utilizzo da parte
delle  comunita'  locali,  quali  spazi  per  il  tempo  libero  e di
informazione sulle opportunita' di fruizione turistica dei luoghi.
      I  previsti tunnels dovranno essere presidiati da un sistema di
filtrazione   dell'aria   costituito  da  un  depolveratore  a  mezzo
filtrante  (ipotizzato  in progetto come una delle soluzioni), il cui
sbocco  in  atmosfera  dovra'  essere costruito e posizionato in modo
tale  da  non provocare ulteriore sollevamento di polveri. Il sistema
di captazione all'interno delle gallerie dovra' essere posizionato in
luoghi idonei ad ottenere un equilibrio aspirante lungo l'intero asse
principale delle gallerie.
    Per  il  tratto comprendente una galleria-tipo della lunghezza di
1.100  m,  le  scelte  di progettazione definitiva dovranno prevedere
l'installazione di meccanismi per la dispersione e diluizione dei gas
di scarico prodotti dai veicoli durante l'attraversamento del tunnel.
Tale  strumenti, per una galleria della lunghezza di oltre i km, sono
normati da ANAS (AIPCR 1995).
    Le  scarpate  dovranno  essere  modellate  ricorrendo  a pendenze
limitate,  con  raccordi  piu'  morbidi  con il piano di campagna. Si
dovra'  prevedere  l'utilizzo  di  materiale  vegetale  che,  oltre a
consentire  una migliore mitigazione del tracciato stradale, permette
un  buon  consolidamento  dei  pendii  e  consente  di assolvere alla
funzione di filtro acustico.
    I  progetti  relativi  agli  attraversamenti dei principali corsi
d'acqua  non  dovranno  in  nessun  caso  prevedere la realizzazione,
nell'area  alluvionale,  di opere (rilevati, ecc.) che comportino una
riduzione  della  sezione idraulica ed un ostacolo al libero deflusso
delle acque in caso di piena.
    Le   opere   relative  agli  attraversamenti  dei  corsi  d'acqua
costituenti  la rete minore non dovranno alterarne le caratteristiche
geometriche   e  dovranno  presentare  sezioni  idrauliche  idonee  a
consentire  l'ispezione  diretta  e  l'accesso  dei  mezzi  meccanici
necessari per le periodiche operazioni di ordinaria manutenzione.
    Si  dovra'  dare  uniformita'  progettuale alla realizzazione del
sistema  illuminante  anche  in  funzione  delle  indicazioni  di cui
all'art.   35,   parte   V,  vol.  6  del  P.T.P.R.,  successivamente
specificate   nella  legge  regionale  n.  17/2000  sull'inquinamento
luminoso, per garantire da un lato una buona visibilita' viabilistica
e  dall'altro  consentire  il  rispetto  di condizioni di luminosita'
legate alle realta' agricole attraversate dall'autostrada. E' inoltre
auspicabile   un  coordinamento  provinciale  dei  Piani  della  luce
comunali  in  prossimita'  del  nuovo  asse,  al  fine  di uniformare
interventi  e scelte progettuali. Nel tratto di attraversamento degli
ambiti  a  Parco dovra' essere verificata, nel rispetto dei limiti di
legge  ai  fini della sicurezza, la possibilita' di ridurre al minimo
indispensabile  l'illuminazione,  onde  limitare l'impatto su flora e
fauna.
    Per evitare casi di mortalita' dell'avifauna dovuti a collisione,
si prescrive di dotare le eventuali nuove linee elettriche di spirali
bianche  e  rosse  alternate  lungo i cavi (il bianco per gli uccelli
notturni,  il  rosso per quelli diurni), mentre per evitare possibili
fenomeni   di  elettrocuzione  si  prescrive  di  dotare  i  tralicci
elettrici  di  dissuasori  posti  tra  i  conduttori elettrici e/o di
posatoi alternativi.
    Particolare  attenzione  dovra' essere prestata alle modalita' di
ricoprimento delle gallerie artificiali di attraversamento, dovendosi
prevedere  la  messa  a  dimora  di nuclei misti arborei-arbustivi in
grado  di  ripristinare  una  sorta di continuita' con la vegetazione
delle  gallerie  naturali,  e  quindi di incrementare il carattere di
naturalita' dell'area.
    Dovra'  prevedersi la ricostruzione ed implementazione della rete
ecologica  maggiore  (valli  fluviali,  rete idrica maggiore, boschi,
filari  e  siepi)  e  minore (fontanili, rete idrica minore e rete di
siepi,  filari  e  macchie  erborate), mediante specifico progetto di
riconnessione  ecologica  ed  idraulica  che  tenda  al miglioramento
funzionale   degli   ecosistemi   ed  all'incremento  della  funzione
ecologica,   della   biodiversita'  dei  corridoi  fluviali  e  della
connettivita'  ecologica diffusa della rete idrica maggiore e minore.
Tale progetto, da redigersi in collaborazione con gli Enti Parco ed i
Consorzi  di  bonifica  eventualmente  coinvolti, dovra' prevedere la
sostituzione  delle specie vegetali non autoctone con specie vegetali
autoctone  dell'area,  assumendo  come  riferimento la rete ecologica
delle   province  interessate.  Esso  dovra'  altresi'  contenere  un
programma   di   manutenzione   degli   eventuali   nuovi   manufatti
idraulico-irrigui    identificando,    se   possibile,   i   soggetti
responsabili   sia   degli   interventi   di   manutenzione  che  del
monitoraggio  della  funzionalita'  della  rete  ecologica.  In linea
generale,  comunque,  le  opere in progetto non dovranno incidere sul
corretto  deflusso  delle acque; per tutti gli interventi all'interno
del  perimetro  del  Parco del Serio, si dovra' porre attenzione alla
selezione   di   specie   vegetali  da  utilizzare,  con  particolare
riferimento all'Allegato «C» al Piano Territoriale di Coordinamento.
    Dovra'  procedersi  all'individuazione  dei  percorsi  pedonali e
ciclabili  intercettati,  definendo  gli interventi necessari al loro
mantenimento ed eventuale implementazione, anche con riferimento alle
previsioni dei P.T.C. provinciali.
Atmosfera
      Il  progetto  definitivo  deve  contenere  la valutazione della
qualita'  dell'aria  sul  territorio  in  cui, per motivi legati alle
prevedibili  variazioni di traffico e dipendentemente dai fenomeni di
diffusione   degli  inquinanti  in  atmosfera,  possono  determinarsi
alterazioni   della   qualita'  dell'aria;  tale  valutazione  dovra'
considerare,  oltre  alle  emissioni  da autoveicoli - coerenti con i
dati di traffico presentati nelle integrazioni - anche le altre fonti
di  emissione  di  inquinanti  in  atmosfera  (attivita' industriali,
riscaldamento,   domestico,   produzione   di   energia,  et.  )  con
riferimento  alla  situazione  a  quel momento esistente, conseguente
alle  azioni  di cui al Piano di risanamento della qualita' dell'aria
(PRQA)  e  degli  altri  strumenti  di tutela vigenti. La valutazione
dovra'   essere  condotta  utilizzando  dati  metereologici  a  scale
spaziali  e  temporali  congruenti  con i parametri descrittivi della
qualita'  dell'aria assunti dalla normativa. Qualora si profilassero,
nei  vari  scenari  temporali  previsti,  condizioni  della  qualita'
dell'aria  incompatibili  con il quadro normativo e pianificatorio di
riferimento,   dovranno   essere  indicate  le  azioni  correttive  o
compensative  atte  a  garantire  la  coerenza dell'intervento con le
previsioni  del PRQA e comunque il rispetto dei limiti indicati dalla
normativa.  La  suddetta  attivita'  dovra'  essere  svolta  sotto la
supervisione   tecnico-scientifica   dell'APAT/ARPAL,   dell'Istituto
Superiore  di  Sanita',  o  di  altri soggetti di equivalente livello
tecnico-scientifico    individuati    dalla    regione.   Le   azioni
correttive/compensative   individuate   dovranno   trovare   adeguato
riscontro nel quadro economico dell'opera.
    Il  progetto definitivo dovra' essere anche corredato dalle mappe
di  simulazione  relative  alla  diffusione  di  tutti gli inquinanti
significativamente    correlabili    alle   emissioni   da   traffico
autoveicolare   con   una  dettagliata  e  adeguata  rappresentazione
cartografica ed individuando i principali ricettori interessati dalle
ricadute al suolo degli inquinanti.
    Si  dovranno  esaminare  anche  gli  aspetti  relativi  allo smog
fotochimico ed ai prevedibili rischi per la salute prevedendo idonee,
specifiche,  misure  mitigatrici.  Le attivita' di cui sopra dovranno
essere estese anche a tutte le attivita' di cantiere.
    Dovranno  essere  condotte indagini mirate, mediante applicazione
di   modello   specifico,   in   merito   all'influenza  della  nuova
infrastruttura su episodi di inquinamento fotochimico.
    Dovranno  essere  analizzati e valutati gli effetti connessi alla
realizzazione  dell'opera  in  particolari  tratti,  quali  quelli di
interconnessione  con  altre infrastrutture, in termini di previsione
dei  livelli  di concentrazione dei principali inquinanti, che prenda
in  considerazione  le  infrastrutture esistenti ed in progetto in un
ambito territoriale giudicato rappresentativo.
    Relativamente  alla  microcontaminazione  ambientale  da traffico
veicolare, si dovranno integrare i dati con la rilevazione, oltre che
del  PM10, anche di PM2,5, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) ed
inquinanti  caratteristici  del  traffico veicolare leggero (benzene,
toluene,  xileni,  etilbenzene,  metiltertbutil  etere),  al  fine di
disporre  di tutti gli elementi di caratterizzazione di base e quindi
procedere  alla  valutazione  prospettica  delle eventuali variazioni
indotte  dalla  nuova  infrastruttura.  Tali  dati  dovranno  inoltre
costituire   la   base  aggiornata  di  taratura  della  modellistica
impiegata.  Dovranno pertanto essere acquisiti i dati attuali di tale
microcontaminazione   ambientale   almeno  nelle  stagioni  estiva  e
invernale  e,  successivamente, durante il periodo di esercizio nelle
medesime  stagioni.  I punti di misura dovranno essere concordati con
le  strutture  dell'A.R.P.A. territorialmente competente ed il numero
delle misurazioni dovra' assicurare la rappresentativita' dei livelli
rilevati.
Ambiente idrico
      Dovranno essere condotte indagini mirate, mediante applicazione
di   modello   specifico,   in   merito   all'influenza  della  nuova
infrastruttura su episodi di inquinamento fotochimico.
    Il  progetto  definitivo dovra' sviluppare i dettagli progettuali
relativi  alle  interferenze  con il reticolo idrografico minore allo
scopo  di  evitare  alterazioni del deflusso delle acque e/o ristagni
sul terreno.
    Il  progetto  definitivo dovra' prevedere il dimensionamento e le
modalita'  di  gestione  dei  sistemi  di  trattamento delle acque di
dilavamento  dalla  piattaforma  anche in relazione al verificarsi di
condizioni accidentali di sversamento di inquinanti sulla piattaforma
stradale e dovra' comprendere specifiche procedure d'emergenza, messa
in sicurezza, caratterizzazione e bonifica delle aree interessate.
    Con  riferimento  alla  nuova  soluzione progettuale proposta per
l'attraversamento  del  fiume  Adda  e del canale della Muzza, dovra'
essere    verificata    la   compatibilita'   dell'intero   complesso
infrastrutturale   (quadruplicamento  ferrovia  -autostrada)  con  le
prescrizioni  dell'Autorita'  di Bacino e dovra' essere sviluppata la
valutazione degli impatti ambientali complessivi.
    Il  progetto definitivo dovra' essere preceduto da un'indagine di
dettaglio  per  meglio  definire  l'area di influenza dell'intervento
(sia  in  fase di cantiere che di esercizio) relativamente alle acque
superficiali,  alle  acque  sotterranee,  ai  pozzi  ed agli utilizzi
idrici  identificati.  Il  progetto  dovra' definire gli accorgimenti
specifici  da  adottare sia per la fase di cantiere che per quella di
esercizio,  relativamente  alle  opere  in fondazione ed alle trincee
sottofalda,  allo scopo di evitare rischi di inquinamento delle falde
e/o  modifiche  al regime delle acque sotterranee tali da determinare
danni  agli  edifici, alle colture, ai corpi idrici superficiali, nel
rispetto delle vigenti disposizioni di tutela.
    La  progettazione di maggior dettaglio dei sistemi di trattamento
degli  scarichi  dovra'  tenere conto sia delle indicazioni contenute
nella  legge regionale n. 62/1985, per quanto non in contrasto con il
decreto  legislativo n. 152/1999, sia dei gradi di vulnerabilita' dei
territori ove se ne prevede la realizzazione.
    Il  sistema  di raccolta delle acque di piattaforma dovra' essere
adeguato  al  contesto forestale ed agroecosistemico attraversato. E'
pertanto opportuno che venga verificata la possibilita' di realizzare
bacini  di fitodepurazione. Tali sistemi infatti sono gia' ampiamente
utilizzati,  mostrando  buone  rese  depurative,  tanto che spesso le
acque  in  uscita  da  tali sistemi depurativi vengono riutilizzate a
scopi  irrigui;  inoltre,  i  bacini di fitodepurazione costituiscono
opportunita'  per  la  creazione  di  neoecosistemi  polivalenti, che
offrono  habitat  per  numerose  specie  acquatiche. Si dovra' infine
prevedere  l'ubicazione  di  tali impianti preferibilmente ai confini
dei Parchi, al fine di restituire ai corpi idrici recettori un refluo
di miglior qualita'.
    I manufatti di separazione delle acque di prima e seconda pioggia
dovranno   essere   dotati  di  regolamentari  pozzetti  prelievo  ed
ispezione,  di  cui prevedere la manutenzione periodica, con relativo
smaltimento  dei  residui rifiuti ai sensi della vigente legislazione
in  materia. Tali interventi di manutenzione e di controllo analitico
dei reflui dovranno essere sistematicamente registrati.
    Si dovra' prevedere la disoleazione delle acque di prima pioggia;
in  ogni  caso,  lo scarico dovra' rispettare per tutti i parametri i
limiti previsti nel decreto legislativo n. 152/1999.
     Dovra' essere garantita la laminazione delle portate immesse nei
recettori,  in  modo  da  renderle  compatibili  con  gli stessi e da
soddisfare  comunque  i  requisiti (20 l/sec/ha) previsti dal vigente
PRRA.
    Dovranno   essere   adottate  tutte  le  misure  necessarie  alla
salvaguardia  della  testa  del  Fontanile  Cornicetto, del Fontanile
Galanta e del Fontanile Pantano, oltre al percorso storico di accesso
alla  Cascina  Grande,  interessati  dagli  interventi  relativi alla
Cassanese.
    Evitare  qualsiasi  danno  che possa compromettere il buon regime
dei  corsi  d'acqua  o determinare indurre perdite o menomazioni alle
proprieta' pubbliche o private.
    Prevedere  interventi  di  riqualificazione  spondale  del  Fosso
Bergamasco  nei  comuni di Bariano e Pagazzano, antico confine fra il
Ducato di Milano e lo Stato Veneto.
    Garantire la funzione ecologica ed ambientale delle Rogge e delle
Seriole,  compresa la continuita' della percorribilita' delle sponde,
e della vegetazione con funzione di rete ecologica.
    Attuare  tutte le precauzioni necessarie affinche' l'interferenza
con  la  dinamica  fluviale,  dei  canali  e  dei  corsi d'acqua, non
determini  aggravi  di  rischio idraulico, pericoli per l'incolumita'
delle persone e danni ai beni pubblici e privati.
    Garantire  nella  progettazione definitiva, nelle aree ad elevata
vulnerabilita',  la  tutela delle acque superficiali e sotterranee da
eventuali inquinamenti, adottando tutte le precauzioni del caso.
    Predisporre  i  profili  altimetrici  relativi  alla rete irrigua
consortile  e  privata  (vedi  adacquatici)  necessari  a  definire e
verificare  le  dimensioni dei manufatti idraulici che verranno posti
in essere sulla rete deviata e/o interferita.
    Segnalare  all'ARPA  competente  per  territorio  e ripristinare,
assumendone   le  spese,  quei  piezometri,  inseriti  nel  piano  di
monitoraggio  delle  falde  acquifere, che dovessero essere distrutti
durante la cantierizzazione.
Suolo e sottosuolo.
     Il progetto definitivo dovra' essere preceduto da un'indagine di
tutte  le  aree  potenzialmente  contaminate  indicate  nei documenti
regionali,  e negli altri documenti indicati nel SIA, interferite dal
tracciato  autostradale,  dalle  opere  viarie  di  raccordo,  e  dai
cantieri.   Queste  aree  dovranno  essere  indagate  preventivamente
all'inizio  della  cantierizzazione,  con la stima delle quantita' di
materiale  da  bonificare/smaltire e delle tecniche e dei siti idonei
per  lo  smaltimento  secondo  le  prescrizioni  metodologiche  della
specifica   normativa   regionale;   il  progetto  definitivo  dovra'
prevedere i relativi costi nel quadro economico.
    Il progetto definitivo dovra' essere corredato da simulazioni dei
fenomeni di deposizione degli inquinanti atmosferici - sia in fase di
cantiere  che  in  fase  di  esercizio - sulle colture agricole e sui
suoli  con  attenzione  agli  eventuali  fenomeni di migrazione nelle
acque  e  di accumulo nelle catene alimentari. Gli eventuali danni, o
rischi, individuabili a seguito di queste valutazioni dovranno essere
oggetto  di  misure  mitigatrici/compensatrici. Le suddette attivita'
dovranno  essere  svolte sotto la supervisione tecnico-scientifica da
parte   dell'APAT/ARPAL,  Istituto  Superiore  di  Sanita',  o  altri
Soggetti di equivalente livello tecnico-scientifico individuati dalla
regione.   Le  azioni  correttive/compensative  individuate  dovranno
trovare adeguato riscontro nel quadro economico dell'opera.
    L'individuazione     di    eventuali    siti    di    cava    per
l'approvvigionamento  dovra'  essere effettuata sulla base di precise
indagini   geologiche  e  geotecniche  finalizzate  ad  accertare  la
disponibilita'  e  l'idoneita'  dei  materiali  inerti (normativa per
l'utilizzo  delle  terre  nei  manufatti  stradali),  in  accordo con
l'Ufficio cave delle province competenti per territorio, con le quali
potra'  essere eventualmente anche concordato l'inserimento nei nuovi
Piani  cave  provinciali  di  ambiti  estrattivi  ove  procedere alla
coltivazione  del  materiale  sabbioso-ghiaioso  da utilizzare per la
realizzazione  dell'opera.  Per  ciascuno dei siti individuati dovra'
essere  redatto  un  progetto,  corredato  delle  necessarie indagini
geologiche  e geotecniche, che affronti le tematiche ambientali e gli
aspetti  connessi  al  recupero  delle  aree ad intervento estrattivo
terminato.
    La  programmazione  dei  flussi  di  materiale inerte (prelievo e
smaltimento)  dovra'  tendere,  per  quanto possibile, a soddisfare i
fabbisogni  dell'infrastruttura  mediante  le  risorse  disponibili o
mediante  utilizzo  di  inerti  di  recupero.  I riempimenti dovranno
essere effettuati privilegiando il riutilizzo del materiale derivante
da scavi ed eventuali demolizioni.
    Per  la parte di materiale di cui sopra giudicato non idoneo allo
scopo,  si  dovra'  prevedere il conferimento in discarica secondo la
normativa vigente. A tal fine dovranno pertanto essere individuate le
discariche  utili  allo  scopo  e la viabilita' locale che si intende
utilizzare per il conferimento, escludendo a priori l'attraversamento
dei nuclei abitati.
    Le modalita' di riutilizzo dei materiali di scavo in eccesso, per
realizzare   opere   di   recupero   ambientale   e/o  rimodellamenti
morfologici,    dovranno    essere    concordate    con   il   comune
territorialmente  competente.  Qualora  i  materiali di cui sopra non
fossero riutilizzati entro il cantiere di produzione, dovranno essere
rispettate le disposizioni di cui alla legge regionale n. 14/1998, in
particolare quelle dell'art. 35, commi 2 e 3.
    Dovra'  essere  effettuata  una valutazione precisa e dettagliata
della  disponibilita'  dei  materiali nei vari siti di cava proposti,
anche con riferimento alle disposizioni dei Piani cave provinciali.
Indagini geologiche e idrogeologiche.
    Compatibilita'  tra  le  previsioni  di  progetto e le condizioni
geologiche  dei territori interessati: al fine di acquisire ulteriori
informazioni  in merito alle condizioni litologiche e geomorfologiche
delle   aree  interessate,  al  rischio  idraulico  ed  idrogeologico
esistente   ed   alle  principali  proprieta'  della  falda  freatica
(direzione  di deflusso, profondita', oscillazione stagionale, ecc.),
si   dovranno   verificare  (ove  disponibili)  gli  studi  geologici
predisposti,  ai  sensi dell'art. 2 della legge regionale 24 novembre
1997,  n.  41, dai comuni che risultano in qualsiasi modo interessati
dall'infrastruttura. Qualora le opere interessino siti individuati in
classe   4ª   nella   carta   di   fattibilita'   (aree  dove  l'alta
pericolosita/vulnerabilita'   comporta   gravi   limitazioni  per  la
modifica  delle destinazioni d'uso), le infrastrutture pubbliche e di
interesse  pubblico potranno essere realizzate solo se non altrimenti
localizzabili  e  dovranno  comunque  essere puntualmente valutate in
funzione   del   grado   di   rischio   che   determina  l'ambito  di
pericolosita/vulnerabilita' omogenea.
    Compatibilita'  tra le previsioni progettuali e le fasce fluviali
del  Piano  di  Assetto  Idrogeologico  (PAI): ai sensi dell'art. 19,
comma  1,  e dell'art. 38 delle N.d.A. del PAI, per le nuove opere di
attraversamento   dei   corsi   d'acqua,   sia   quelli   oggetto  di
delimitazione delle fasce fluviali nel PAI (Adda, Serio e Oglio), sia
per  il  reticolo  idrografico  non  oggetto  di  tale delimitazione,
qualora  l'opera  abbia  luce  netta complessiva superiore ai 6 metri
dovra' esserne valutata la compatibilita' idraulica. Tale valutazione
dovra'  essere  redatta  conformemente  ai contenuti della «Direttiva
contenente   i   criteri  per  la  valutazione  della  compatibilita'
idraulica  delle  infrastrutture  pubbliche  e  di interesse pubblico
all'interno  delle  fasce  A  e  B»,  approvata con deliberazione del
Comitato  Istituzionale dell'Autorita' di Bacino del fiume Po in data
11 maggio  1999,  n.  2, e secondo le metodologie di studio contenute
negli Allegati «3» e «4» alla d.g.r. 29 ottobre 2001, n. 7/6645.
      Programma  della  campagna  di indagini a supporto del progetto
definitivo  ed  esecutivo:  considerato  l'esiguo  numero di indagini
attualmente  a disposizione e valutato il piano di indagini proposto,
si prescrive  l'integrazione  del  piano  di indagini come di seguito
specificato:
      per  i manufatti principali di attraversamento dei fiumi Oglio,
Serio  e  Adda,  le  indagini  indicate  nell'Elaborato  2.1 «Studi e
indagini  preliminari» dovranno essere integralmente realizzate prima
del  progetto  definitivo,  prevedendo  ulteriori indagini in sede di
progetto esecutivo, finalizzate ad analizzare situazioni particolari.
Le indagini di laboratorio dovranno essere completate prevedendo, per
gli   orizzonti   a  granulometria  fine,  anche  prove  su  campioni
indisturbati (prove edometriche, triassiali, ecc);
      le  indagini  di  laboratorio  di  cui  sopra  dovranno  essere
previste anche per i manufatti minori;
      un adeguato numero di sondaggi e indagini di laboratorio dovra'
essere  previsto,  oltre  ai  casi  sopra  esaminati,  anche per ogni
svincolo  e  comunque  almeno  ogni  chilometro,  sia lungo la tratta
autostradale  sia lungo le varianti ed i tratti di collegamento. Tali
sondaggi dovranno essere spinti a non meno di 10 metri di profondita'
rispetto al piano stradale.
    Sismicita':  la  progettazione  dell'infrastruttura dovra' essere
conforme  alle  norme  tecniche per le costruzioni in zona sismica di
cui  all'Ordinanza  del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274
del  20 marzo 2003, recepita dalla d.g.r. 7 novembre 2003, n. 7/14964
e dal d.d.u.o. 21 novembre 2001, n. 19904.
    Si  dovra' valutare le interferenze tra captazioni d'acqua ad uso
potabile e tracciato stradale. Si rammenta in proposito che, ai sensi
dell'art.  21,  comma  6,  del  decreto  legislativo  n.  152/1999, e
successive  modificazioni  e integrazioni, le zone di tutela assoluta
non dovranno in nessun caso essere interessate dal tracciato stradale
e/o  dalla  presenza  dei  relativi  cantieri,  e  che  gli eventuali
attraversamenti  delle zone di rispetto dovranno essere conformi alle
disposizioni  contenute  nel  documento  «Direttive per la disciplina
delle attivita' all'interno delle aree di rispetto, art. 21, comma 6,
del  decreto  legislativo  n.  152/1999  e  successive modificazioni»
approvato con d.g.r. 10 aprile 2003, n. 7/12693.
    Si dovra' valutare gli effetti indotti dalle gallerie artificiali
(con  particolare  riferimento a quella di Treviglio) e dai tratti in
trincea  (anche durante le operazioni di scavo) nelle zone ad elevata
vulnerabilita'  ed in generale sulla circolazione idrica sotterranea,
soprattutto se in presenza di opere di captazione nell'area. Dovranno
quindi    essere    effettuati   approfonditi   studi   idrogeologici
finalizzati,   tra  l'altro,  a  determinare  eventuali  interferenze
negative  sia  in  termini  di qualita' delle acque sia per eventuali
variazioni indotte al regime delle falde sotterranee. Si precisa che,
nel  caso  di  accertata  interferenza  con  le acque sotterranee, il
progetto  dovra'  prevedere  tutti  gli  accorgimenti  tecnici atti a
garantirne la tutela.
Sistema agricolo.
      Dovra'  essere  effettuato il censimento delle aziende agricole
interferite  sia dal tracciato che dalle opere connesse (consistenza,
tipologie di colture, ecc.), valutando l'impatto che l'infrastruttura
indurra'  su  di  esse  e  individuando  una  fascia  d'interesse, di
profondita'   idonea   rispetto  all'asse  infrastrutturale,  in  cui
prevedere  i necessari interventi di riorganizzazione fondiaria delle
proprieta' frammentate e di ricomposizione della maglia viaria minore
e  poderale,  al  fine  di  garantire la percorribilita' da parte dei
mezzi  consortili  e  la  salvaguardia  dei  percorsi ciclopedonabili
eventualmente  esistenti.  A  tal  fine si suggerisce di prevedere in
modo  coordinato,  laddove  possibile,  la realizzazione dei passaggi
funzionali  alla  rete  ecologica  (passaggi faunistici) ed alla rete
idrica.
    Il  progetto  definitivo dovra' fornire riscontro, in particolare
nel  quadro  economico, della proposta formulata dall'ERSAF in merito
alla   mitigazione/compensazione   degli   impatti   sulle  attivita'
agricole.
    Dovranno  essere condotte specifiche analisi e valutazioni atte a
definire  in  modo  puntuale  le sofferenze indotte sul comparto ed i
possibili   interventi  di  riqualificazione.  Con  riferimento  alle
aziende  agricole  intercettate  le  cui aree di proprieta' risultino
frazionate  in  modo tale da rendere le attivita' produttive non piu'
economicamente   convenienti,   si   verifichi   la  possibilita'  di
acquisizione  dei  lotti  residui  finalizzata alla realizzazione di'
interventi di mitigazione e/o compensazione ambientale.
    Dovranno  essere effettuati adeguati approfondimenti in merito ai
potenziali  impatti  dell'infrastruttura sul sistema irriguo, tenendo
conto  delle  interdipendenze  e  delle sinergie tra reti ecologiche,
reti  idrauliche  e  proprieta/gestioni  fondiarie  e  completando il
censimento del Reticolo idrico superficiale.
Aspetti naturalistici.
      Il progetto definitivo dovra' prevedere particolari costruttivi
e  modalita' realizzative dei manufatti coerenti con gli strumenti di
pianificazione  della  tutela  delle  aree protette e degli ambiti di
interesse naturalistico/paesaggistico interessati dalle opere tenendo
conto  dell'opportunita'  di non aumentare il grado di artificialita'
dei corsi d'acqua privilegiando il ricorso a tecniche dell'ingegneria
naturalistica.  Per  quanto  sopra  si  fara'  riferimento anche alle
«Linee  guida  per  capitolati  speciali per interventi di ingegneria
naturalistica e lavori di opere a verde» del Ministero dell'ambiente,
Servizio  VIA, settembre  1997  ed  al  «Quaderno  di  opere  tipo di
ingegneria naturalistica» della regione Lombardia. Il progetto dovra'
contenere,  inoltre, una relazione riferita agli ambiti perimetrati a
parco  che evidenzi le interazioni dell'infrastruttura con il sistema
parco,  ed  un  approfondimento  sugli  ecosistemi di area vasta. Per
quanto  riguarda le attivita' di cantiere non potranno essere ammesse
attivita'   che   comportino   significativo   danneggiamento   della
vegetazione  naturale;  dovranno  essere previste congrue limitazioni
delle  superfici  occupate  dalle  aree  di  cantiere  e  l'integrale
ripristino  della copertura vegetale al termine delle lavorazioni. In
particolare   i  cantieri  collocati  a  servizio  dei  manufatti  di
attraversamento  del  Serio  (area  di cantiere fisso A3) e dell'Adda
devono   essere   ricollocati  al  di  fuori  degli  ambiti  parco  o
paesistico-fluviali.
    Il   progetto   definitivo  dovra'  contenere  specifiche  misure
mitigatrici  relative  agli  effetti  prevedibili,  sia  in  fase  di
costruzione  che  di esercizio, anche a fronte di eventi accidentali,
sulle  aree  pSIC  che,  se  pure  non  direttamente  interessate dal
tracciato, si collocano in posizione tale da risultarne eventualmente
interferite  (pS.I.C.  1T205009  «Sorgenti  della  Muzzetta»; pS.I.C.
IT2060013  «Fontanile  Brancaleone»).  Misure  mitigatrici  (passaggi
faunistici,    siepi   ecologiche,   ecc.)   andranno   previste   in
corrispondenza  degli  ambiti  faunistici  di  pregio  allo  scopo di
ridurre gli effetti negativi dell'infrastruttura.
    Il  progetto  definitivo dovra' essere integrato da una relazione
riferita  agli  ambiti  perimetrati  a  Parco, che evidenzi lo schema
riassuntivo  delle  interazioni  dell'infrastruttura  con  il sistema
Parco e le conseguenti scelte progettuali e di mitigazione ambientale
adottate in coerenza con le specifiche Norme di Tutela dei Parchi.
Ecosistemi e fauna.
     Ove fosse rilevata la presenza di popolazioni animali e relative
rotte  di  spostamento  (con  particolare  riferimento alle specie di
interesse  conservazionistico,  ossia  incluse  negli  allegati delle
direttive  92/43/CEE  «Habitat»  e  79/409/CEE «Uccelli», nelle liste
rosse  internazionali  e nazionali e, particolarmente, nel «Programma
regionale  per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna
Selvatica nelle Aree Protette della regione Lombardia», approvato con
D.G.R.     20 aprile    2001,    n.    4345),    dovra'    prevedersi
sottopassi/sovrappassi  per  fauna  idonei alla conservazione di tali
specie.  In  particolare, si segnalano i seguenti ambiti nei quali si
ritengono  necessari  interventi di deframmentazione/riqualificazione
ambientale:
      lungo  la  SP  14  «Rivoltana»,  all'altezza  della  Tenuta  di
Trenzanesio:  di almeno due sottopassaggi faunistici e relative opere
collaterali,  in grado di garantire la continuita' ecologica del pSIC
«Sorgenti della Muzzetta»;
      lungo  la  SP  103  «Cassanese»,  presso  la  Cascina  Bianca a
nord-ovest  di Vignate: un sottopassaggio faunistico e relative opere
collaterali  al  fine  di  garantire  la  continuita' ecologica di un
corridoio primario e di un ganglio primario;
      all'altezza  dell'attraversamento del Torrente Molgora: sia per
la  SP 103 che per la SP 14 dovranno essere realizzati manufatti tali
da  mantenere  la  continuita' di ripa per almeno 5 m di lunghezza su
entrambi i lati;
      a   sud-ovest   di   Pozzuolo   Martesana:   due  sottopassaggi
faunistici,  o  un  ponte  verde,  per  la  continuita' ecologica del
corridoio  secondario  con  la  zona  di consolidamento ecologico (lo
stesso s.i.a. individua l'area di studio come ambito di nidificazione
di specie rare);
      ad   ovest   di  Pozzuolo  Martesana:  potenziamento  ecologico
mediante  l'impiego  di nuclei arboreo-arbustivi della zona a ridosso
del  Fontanile  Cornicetto,  per  il  quale saranno inoltre necessari
interventi  che  ne garantiscano il mantenimento, la riqualificazione
della  vegetazione spondale e la continuita' idraulica con la rete da
esso derivata;
      a   sud   dell'abitato   di   Trecella:  realizzazione  di  due
sottopassaggi  faunistici e relative opere collaterali a garanzia del
mantenimento   della   continuita'   di   un'area  di  consolidamento
ecologico;
      lungo  il  tratto  stradale  che  costeggia  il  Canale  Muzza:
realizzazione  di  due  sottopassaggi  faunistici  per la connessione
ecologica  del Parco dell'Adda con il comparto agricolo a ovest (zona
di consolidamento ecologico).
    Tutte  le  opere  di deframmentazione dovranno integrarsi con gli
analoghi   interventi   previsti   per  la  linea  ferroviaria  AC/AV
Milano-Verona.
    Pur  riconoscendo  valenza  positiva  alla realizzazione di fasce
arbustive/arboree  lungo  l'infrastruttura, di cui e' riconosciuto il
potenziale ruolo trofico e di rifugio per numerose specie animali, si
ritiene  che  i  sopracitati  aspetti debbano trovare approfondimento
nella fase di progettazione definitiva, al fine di mitigare al meglio
gli impatti sull'ambiente naturale.
    In  corrispondenza delle aree faunistiche ritenute piu' sensibili
(ambiti fluviali), dovra' essere valutata l'applicazione di misure di
«compensazione  ecosistemica»  consistenti nella creazione di habitat
floro-faunistici  sostitutivi  di  quelli  manomessi,  utilizzando ad
esempio almeno parte delle superfici segregate e rese residuali dalla
realizzazione  delle  opere, per ottenere nel contempo sia un aumento
locale   della   potenzialita'   biologica   del  territorio  sia  un
miglioramento paesistico complessivo.
    Dovranno  inoltre  essere  esaurientemente  valutati  gli aspetti
legati  alla  realizzazione  dei  passaggi  per  la  fauna selvatica,
mediante  la  redazione  di  un  progetto  specifico  che identifichi
tipologie,  dimensioni  e  numero  di detti passaggi, da definirsi in
relazione   alle   specifiche   esigenze   di   tutela  degli  ambiti
interferiti.   Si   suggerisce   che   i  criteri  di  progettazione,
dimensionamento  e realizzazione dei manufatti, nonche' le specifiche
tecniche   e  gli  accorgimenti  idonei  ad  assicurarne  l'effettiva
fruizione  da  parte  delle  specie  interessate,  siano elaborati in
coerenza  con  quanto  indicato  nella «Direttiva sui passaggi per la
fauna selvatica» pubblicata in data 11 novembre 2001 dal Dipartimento
federale   dell'Ambiente,   dei   Trasporti,   dell'Energia  e  delle
comunicazioni (ATEC) della Confederazione elvetica.
    Dovra'  essere eseguito, negli ambiti a parco, un approfondimento
in merito agli ecosistemi di area vasta ed alle valenze faunistiche e
sensibili,  per  meglio  valutare  le  opportunita'  di mitigazione e
compensazione.
Salute pubblica.
       Il  progetto  definitivo,  dovra'  contenere  l'analisi  delle
interferenze dirette ed indirette tra l'infrastruttura e le aziende a
rischio  di  incidente  rilevante  ex  art. 8, decreto legislativo n.
334/1999 e prevedere le necessarie misure mitigatrici.
    Dovra' essere operata l'individuazione e valutazione di dettaglio
delle  implicazioni  dell'eventuale  presenza  lungo  il tracciato di
aziende  a rischio d'incidente rilevante, che richiederebbe, ai sensi
del  decreto  ministeriale 9 maggio 2001 - attuativo dell'art. 14 del
decreto   legislativo   n.  334/1999  -  e  della  recente  circolare
esplicativa  approvata  con  DGR  n. 7/l6320 del 6 febbraio 2004, una
valutazione  della  situazione di rischio attuale, con la definizione
della   compatibilita'   ambientale   e   territoriale   delle   aree
interessate,   e   la   conseguente  individuazione  di  distanze  di
sicurezza.
    Con  riferimento  alle  eventuali  aree  contaminate  interferite
dovranno  essere  attentamente valutati, al fine di non compromettere
gli  obiettivi  di  bonifica,  gli  impatti  e le interferenze che le
movimentazioni   di   terra   previste  durante  la  cantierizzazione
potrebbero  indurre  sulle  aree  stesse;  il Proponente dovra' farsi
carico    delle    specifiche    indagini    geologiche   finalizzate
all'attuazione  degli  interventi  di  bonifica  e messa in sicurezza
prima  della  realizzazione dell'opera in oggetto, ai sensi dell'art.
17  del  decreto legislativo n. 22/1997 e del decreto ministeriale n.
471/1999   ed  in  accordo  con  i  competenti  Uffici  della  Giunta
regionale;   detti  interventi  dovranno  tenere  conto  dei  vincoli
presenti  sull'area,  allo  scopo di escludere rischi per gli addetti
durante  l'esecuzione  dei lavori, a norma della vigente normativa in
materia di sicurezza.
Rumore e vibrazioni.
      Il  progetto  definitivo  dovra'  sviluppare il dimensionamento
delle misure mitigatrici d'impatto da rumore e vibrazioni in un unico
contesto  tecnico  con  quelle  relative  alla  linea  AC-AV e dovra'
considerare  la  totalita'  dei ricettori individuati sul territorio,
verificando  anche  l'utilizzo  di  manti  fonoassorbenti e limitando
l'uso  di  barriere  acustiche,  soprattutto  nelle  aree  di elevata
sensibilita'  paesaggistica.  Dovranno prevedersi le ulteriori misure
mitigatrici/compensatrici per i ricettori per i quali la collocazione
di  barriere  acustiche  non  permette  la  protezione entro i limiti
imposti dalla normativa.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  procedere  alla  valutazione di
dettaglio  degli  aspetti  relativi  all'inserimento ambientale delle
antenne ripetitrici del sistema radio di comunicazione a servizio del
tronco  autostradale,  soprattutto  per  quanto concerne l'intrusione
visuale   dei  manufatti  e  i  valori  dei  campi  elettromagnetici,
adottando  le necessarie misure mitigatrici procedendo alla eventuale
rilocalizzazione  degli  impianti gia' previsti presso la barriera di
Castrezzato,  lo  svincolo  di Pozzuolo Martesana e l'autostazione di
Bariano.
    La  caratterizzazione  acustica ante operam dovra' esplicitamente
attribuire  un valore di livello di rumore ante operam, adeguatamente
rappresentativo   entro  accettabili  margini,  a  ciascun  recettore
censito,  in  modo  da  fornire  un termine di confronto per valutare
l'entita'  della  variazione  dei livelli di immissione di rumore tra
ante e post operam.
    Le  valutazioni  degli impatti sui recettori dovranno tener conto
della  presenza  in  affiancamento  della linea AC/AV in progetto; in
particolare,  in  corrispondenza dei recettori che siano esposti alle
emissioni  acustiche  di  entrambe le infrastrutture, dovranno essere
valutati  non  soltanto  i  singoli contributi ma anche il livello di
immissione   complessivo   determinato  dalle  due  sorgenti;  per  i
recettori  che  si  trovino in aree di sovrapposizione delle fasce di
pertinenza    delle    due    infrastrutture,   non   dovra'   essere
complessivamente  superato  il maggiore fra i valori limite di rumore
(come  da  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  n. 459/1998 e
decreto  del  Presidente  della Repubblica n. 142/2004) delle singole
infrastrutture.
    Dovra'  essere  approfondita  l'analisi delle vibrazioni generate
dal  traffico  stradale  atteso  sulla futura opera, mediante esame e
valutazione  puntuale in corrispondenza dei punti di criticita'; tale
analisi  andra'  condotta assumendo come riferimento la generazione e
propagazione   delle   vibrazioni  in  relazione  alla  conformazione
geologica  del  sottosuolo,  alle caratteristiche degli edifici, alla
velocita'  di  transito ed al tipo di pavimentazione utilizzato nella
realizzazione dell'opera.
Paessaggio.
    Il  progetto  definitivo  dovra'  contenere l'approfondimento dei
dettagli  relativi alle misure di inserimento paesaggistico e visuale
delle   opere   con   speciale   riferimento   agli  ambiti  fluviali
attraversati,  agli  attraversamenti  dei  colatori  minori  ed  alle
zone/elementi di pregio paesaggistico evidenziate nel SIA in sintonia
anche con le esigenze di tutela naturalistica. Questo approfondimento
dovra'  essere condotto sviluppando ulteriormente le foto simulazioni
gia'   elaborate   nel   SIA   e   dedicando   specifica   attenzione
all'inserimento  visuale  delle  barriere  acustiche  e  degli  altri
elementi di maggiore visibilita' (sostegni illuminazione, antenne del
sistema   radio,   ecc.)   anche  per  quanto  concerne  i  materiali
utilizzati,  gli  elementi  decorativi,  gli  effetti  schermanti del
verde, ecc. Questa attivita' dovra' anche tenere adeguatamente conto,
sia   in   sede  di  rappresentazione  dell'inserimento  visuale  dei
manufatti  che di elaborazione delle relative misure mitigatrici, dei
manufatti  dell'adiacente  linea  AV/AC.  Specifica attenzione dovra'
essere rivolta alle visuali attingibili dagli utenti del collegamento
stradale  e della linea AV/AC, soprattutto nei confronti della fascia
di  territorio  interclusa  tra  le  due infrastrutture e con precisa
definizione   dell'effetto  visuale  ottenibile  grazie  ai  previsti
interventi di sistemazione morfologica e di (ri)vegetazione di questa
fascia.
    Il  progetto  definitivo dovra' prevedere adeguate accortezze nei
confronti  degli  elementi  dell'architettura  agricola  tradizionale
segnalati  dal  SIA  nelle  vicinanze  del  tracciato, in particolare
all'interno  del  Parco  regionale Adda Nord, in corrispondenza della
Chiesa  di  S. Martino nel comune di Chiari, et. e dovra' adottare le
opportune scelte anche relativamente alle misure mitigatrici previste
(impianto  vegetazionale,  barriere  acustiche, aspetto esteriore dei
manufatti, etc.).
    Il  progetto  definitivo dovra' prevedere gli oneri relativi alla
esecuzione di apposite campagne di indagine archeologica, da condurre
secondo le prescrizioni delle competenti Soprintendenze.
    Il   progetto   definitivo   dovra'   contenere  il  Progetto  di
Monitoraggio   Ambientale,  redatto  secondo  le  Linee  Guida  della
Commissione  Speciale  VIA  e  coordinato con i piani di monitoraggio
degli  Enti dei parchi coinvolti; l'ambito da monitorare sara' esteso
non solo all'area interessata direttamente dal progetto ma anche alle
aree  adiacenti  interessate  dai  corridoi  ecologici costituiti dai
fiumi  Adda,  Serio  e  Oglio  e alle aree pS.I.C. IT205009 «Sorgenti
della  Muzzetta»  e  pS.I.C.  IT20600l3  «Fontanile  Brancaleone». Il
monitoraggio   dovra'   essere   considerare   anche  i  fenomeni  di
deposizione  sul  suolo  e  sulle  colture di inquinanti atmosferici,
nonche' agli aspetti epidemiologici della popolazione coinvolta.
    Il progetto definitivo dovra' prevedere, per quanto possibile, la
realizzazione  anticipata  delle opere di mitigazione e compensazione
ambientale, rispetto al completamento dell'infrastruttura.
    Il  Proponente dovra' predisporre quanto necessario per adottare,
entro  la  consegna  dei  lavori,  un  Sistema di Gestione Ambientale
conforme  alla  norma  ISO  14001  o  al Sistema EMAS (Regolamento CE
761/2001).
    Il  Proponente dovra' redigere gli elaborati, anche successivi al
progetto  definitivo,  in  conformita'  alle  specifiche  del Sistema
Cartografico di Riferimento.
    Dovra'   essere   effettuata   una   precisa   valutazione  delle
interferenze   del   tracciato  stradale  con  le  visuali  sensibili
evidenziate  (la  veduta della valle dell'Adda a Cassano d'Adda) ed i
canali  (Canale Muzza), indicati nei Repertori del Piano Territoriale
Paesistico  regionale  (v.  vol.  2 del PTPR), valutando le possibili
interferenze tra questi ed il tracciato autostradale. In particolare,
dovra'  essere  sviluppato  uno  specifico  progetto  di  inserimento
paesistico  nel  tratto  comprendente  gli  attraversamenti dei corsi
d'acqua  Adda  e Muzza ed i relativi contesti. Particolare attenzione
dovra'  essere  posta  alla  preservazione  della  permeabilita'  dei
sistemi  ripariali  ed  alla  tutela  degli  aspetti di panoramicita'
legati al superamento dei terrazzi morfologici vallivi.
    Al  fine  di  definire  in  modo  piu'  appropriato  i  caratteri
progettuali dell'intervento e delle opere mitigative, dovranno essere
valutati   gli  aspetti  di  carattere  visuale-percettivo,  indagati
mediante  analisi  di intervisibilita' (punti di vista significativi,
percezione  in primo piano, breve, media e grande distanza, capisaldi
paesaggistici,  ecc.), facendo particolare riferimento alle emergenze
storico-architettoniche   e  paesistiche  nonche'  ai  detrattori  di
qualita'  visiva.  Trattandosi  di un asse cinematico, andra' inoltre
considerata  la  dinamicita',  in  termini  di tempo e di spazio, del
rapporto osservatore/elemento osservato. Dovranno essere valutati, da
un  punto  di  vista  percettivo,  anche gli impatti conseguenti alla
realizzazione delle barriere antirumore e/o di altri manufatti legati
alla  realizzazione  dell'opera  (si segnala, quale utile riferimento
per  le  indagini e le valutazioni di carattere percettivo di un asse
cinematico, il Piano di Sistema «Tracciati base paesistici» contenuto
nel Piano Territoriale Paesistico regionale vigente).
    Dovranno  altresi'  essere  approfondite  le  migliori  soluzioni
tecniche  per  l'attraversamento  degli  ambiti  paesisticamente piu'
sensibili,  nonche'  la  puntuale  definizione  degli  interventi  di
inserimento/mitigazione paesistica, che dovranno essere dettagliati e
caratterizzati  in  modo  da  potenziarne  in  particolare la valenza
ecologica.  Si segnala in particolare il tratto della SP Cassanese in
attraversamento del Torrente Folgora.
    Dovra'  valutarsi  l'opportunita'  di definire le caratteristiche
dei  manufatti  di  attraversamento  dei  corsi d'acqua sulla base di
concorsi  di progettazione, in modo da poter disporre di soluzioni di
elevata  qualita'  che  connotino  positivamente,  con  attenzione ai
caratteri  propri  del  contesto,  l'ambito interessato. Tale ipotesi
dovra'  essere  verificata  in coerenza con le soluzioni adottate per
gli attraversamenti ferroviari relativi alla linea AC/AV.
    Al  fine  di  garantire un'elevata tutela degli ambiti paesistici
attraversati,   occorrera'   perseguire   la   minimizzazione   delle
interferenze  negative tra il tracciato viario e gli ambiti sensibili
sopra  individuati  mediante  uno  studio di dettaglio delle opere di
mitigazione  e  compensazione,  che  contenga un progetto dettagliato
delle  parti di tracciato sia interferenti con gli ambiti di maggiore
naturalita'  (parchi,  boschi,  aste  fluviali,  ...)  sia  poste  in
prossimita'  dei nuclei abitati di interesse storico-paesistico; tale
studio   dovra'  prestare  particolare  attenzione  agli  aspetti  di
ricomposizione  paesaggistica  e,  piu'  in  dettaglio, agli imbocchi
delle  gallerie,  curandone  l'armonioso  inserimento  nel contesto e
prevedendo  il  mascheramento  del  portale mediante piantumazione di
arbusti  sempreverdi  o  barriere  vegetali  in  grado  di  limitarne
l'impatto visivo.
Cantierizzazione.
    Con   il   progetto   definitivo   dovra'   essere   definito  il
cronoprogramma  della  cantierizzazione delle opere con la preventiva
realizzazione  di  tutti  gli interventi necessari a garantire che il
transito  delle  macchine e dei mezzi d'opera non interessi le strade
attraversanti  i centri abitati, prevedendo, quindi, la realizzazione
anche di varianti stradali.
    Dovra'  essere  precisata la durata dei singoli cantieri e dovra'
essere  affrontato e risolto il tema delle interferenze viabilistiche
durante  la  realizzazione  dei lavori. Le deviazioni degli itinerari
esistenti   necessarie   per   l'esecuzione   dei  lavori  (dell'asse
principale e delle opere connesse) dovranno essere concordate con gli
Enti proprietari delle strade.
    Andranno   inoltre  risolte  le  interferenze  con  le  linee  di
trasporto  pubblico  locale  assicurando  una  viabilita' adeguata al
transito  dei  mezzi  di  trasporto  e  dovranno  essere garantite le
condizioni  di sicurezza delle fermate e dei percorsi esistenti delle
autolinee durante la fase di cantierizzazione e a lavori conclusi.
    Nei  luoghi  dove  si  verificano  interferenze  con autolinee le
stesse andranno risolte in collaborazione con i gestori.
    Dovra'   essere   presentato  un  piano  particolareggiato  della
cantierizzazione che definisca le caratteristiche dei siti prescelti,
le modalita' operative di approntamento delle aree, la tempistica, il
recupero  finale,  la  viabilita' di accesso ed il cronoprogramma dei
lavori.  A  tal  fine,  oltre che adottare i criteri generali esposti
nello  s.i.a.  e  le  ulteriori  indicazioni riportate nella presente
relazione, si dovra':
      collocare  le aree di cantiere particolarmente rumorose il piu'
lontano   possibile   dagli   edifici   a  destinazione  residenziale
prevedendo,  se  del caso, la posa in opera di schermature mobili. In
ogni  caso  dovra'  essere  esclusa  la  realizzazione  di cantieri e
depositi  nelle  zone  di  tutela  assoluta  (v.  art. 21 del decreto
legislativo  n.  152/1999)  e negli ambiti a Parco; dovra' per contro
essere  privilegiato  il  loro  posizionamento  in  aree  attualmente
degradate o che presentano bassi livelli di qualita' ambientale;
      piu'  in  dettaglio,  verificare la possibilita' di ricollocare
l'area  di cantiere fisso individuata come A03, prevista in comune di
Bariano/Fara  Olivana per la costruzione del viadotto e del ponte sul
Fiume  Serio,  in  ambito  esterno  al perimetro del Parco del Serio;
parimenti, dovra' essere verificata la possibilita' di ricollocare il
cantiere previsto nell'ambito paesistico-fluviale dell'Adda;
      pianificare la viabilita' di cantiere in modo da minimizzare le
interferenze  con  la viabilita' esistente. In particolare, si dovra'
porre  attenzione  al  carico generato sulla viabilita' locale, anche
mediante  opportuna  scelta  e  verifica  - in accordo con i comuni -
degli  itinerari  dei mezzi d'opera; si dovra' comunque garantire che
il  transito  delle  macchine  e  dei  mezzi d'opera non interessi le
strade  attraversanti  i  centri abitati, eventualmente prevedendo la
realizzazione di varianti stradali;
      stimare    di   massima   l'entita'   dei   rifiuti   prodotti,
identificando  le aree adibite a deposito temporaneo (sia dei rifiuti
che dei materiali di cantiere) e gli impianti di destinazione finale.
    Relativamente  agli  impatti  sul  territorio  all'intorno, prima
dell'inizio lavori:
      provvedere  alla  stesura  delle  testimoniali  sullo  stato di
consistenza  dei  manufatti  stradali (ponti, sottopassi ecc.), delle
sponde  e  dei  manufatti  dei canali, interferiti ed interessati dal
transito  dei  mezzi  di  cantiere, al fine di consentire il puntuale
ripristino delle opere eventualmente danneggiate;
      identificare  eventuali  siepi  e  filari arborei da sopprimere
temporaneamente  in  fase di cantierizzazione che, a lavori terminati
dovranno  essere ricostruiti in funzione delle ubicazioni originarie;
dovranno  essere  garantite  l'irrigazione costante e la manutenzione
delle  «fasce  tampone»,  poste in essere a mitigazione degli impatti
generati  dalle  lavorazioni, soprattutto nelle fasi di attecchimento
della  vegetazione;  le aree di cantiere dovranno essere ripristinate
con   rimboschimenti  e  ripiantumazioni,  secondo  uno  specifico  e
complessivo «progetto del verde»;
      obiettivo primario dovra' comunque essere quello di limitare le
sottrazioni  dirette  di  vegetazione,  compensando eventualmente con
opere di ripristino.
    Relativamente  agli  aspetti di tutela delle acque superficiali e
sotterranee:
      per  quanto  attiene  alla  necessita'  di  attingere  ai corsi
d'acqua  superficiali per i lavori di cantiere, esplicitare i sistemi
di  mitigazione  che  il  Proponente  intende attivare a tutela delle
caratteristiche  qualitative  dei  corpi  d'acqua,  indipendentemente
dalle loro dimensioni;
      collocare  le  aree  di  cantiere  all'esterno  delle  zone  di
rispetto di punti di captazione destinati al consumo umano;
      descrivere  le  modalita'  di  raccolta  e smaltimento di acque
meteoriche  e  di  dilavamento,  con indicazione esatta dei punti ove
verranno  installate  vasche,  condotti  e  manufatti di smaltimento,
nonche' del loro recapito finale;
      garantire  la  funzionalita'  della rete irrigua e dei relativi
manufatti prevedendo, se del caso, le necessarie opere provvisionali,
che  dovranno  consentire  il  sufficiente  adacquamento  dei terreni
durante  la stagione irrigua (indicativamente 5 aprile-20 settembre e
10   novembre-28   febbraio)  ed  il  regolare  sgrondo  delle  acque
meteoriche durante tutto l'anno;
      regolamentare   e   formalizzare   preventivamente  l'eventuale
fornitura  idrica  da  corsi  d'acqua  superficiali  o  di competenza
consortile,  per scopi diversi dall'uso idropotabile, e la successiva
raccolta  delle  acque reflue e meteoriche che dalle aree di cantiere
decadranno inevitabilmente nella rete di pertinenza dei Consorzi;
      negli   ambiti   adiacenti   ai  torrenti  ad  elevato  rischio
alluvionale,   porre  particolare  attenzione  nell'allestimento  dei
cantieri,  nella  gestione  dei  rifiuti  e sostanze inquinanti e nel
trattamento  delle  acque derivanti dalle lavorazioni e dal drenaggio
dei  piazzali.  I  sistemi  di raccolta dovranno essere conformi alla
vigente normativa e lo smaltimento dovra' avvenire in modo adeguato.
    Dovranno  essere  esplicitate  le misure di mitigazione previste,
anche con riferimento alle possibili sovrapposizioni degli effetti di
altri cantieri eventualmente operativi in contemporanea.
    Dovra'  essere pianificato e progettato il recupero delle aree di
cantiere in relazione a specifiche esigenze territoriali; il progetto
di  recupero sara' definito di concerto con le Amministrazioni locali
interessate  e,  qualora il cantiere fosse localizzato in adiacenza a
parchi,  con i rispettivi Enti gestori. In particolare, il ripristino
consistera' nelle seguenti operazioni:
      rimozione   di  tutte  le  strutture  installate,  comprese  le
infrastrutture  interrate  quali  reti fognarie, vasche di raccolta e
serbatoi  e smaltimento/riutilizzo, la segnaletica e le recinzioni di
cantiere;
      rimozione  e  smaltimento come rifiuto di terreno eventualmente
contaminato (es. area deposito oli);
      stesura  del  terreno  vegetale  precedentemente  accantonato e
successiva piantumazione, ove richiesta.
    Onde  garantire  la  tutela  di suolo e sottosuolo, il Proponente
dovra'  assumere  precisi  impegni  circa la verifica dell'assenza di
contaminazioni  nei  terreni  occupati dai cantieri e, se necessario,
procedere  al  termine  dei lavori a tempestiva bonifica, prima della
sistemazione finale.
Misure di mitigazione ambientale e paesistica.
    Nel  progetto  definitivo  si dovra' approfondire lo studio delle
opere  di  mitigazione sia in termini generali per l'intero tracciato
(considerando  adeguatamente  la  presenza  dell'AC/AV)  sia mediante
progetti  di  dettaglio  che affrontino gli aspetti piu' specifici di
quelle  parti  di  tracciato che, interferendo con ambiti di maggiore
naturalita'  (parchi, boschi, aste fluviali, ...) o prossimi a nuclei
abitati, necessitano di adeguata soluzione.
    Dovranno  essere  affrontati  i  molteplici aspetti connessi alla
progettazione  delle  misure  di  mitigazione  degli impatti generati
dalla   realizzazione   dell'opera,   garantendo  in  linea  generale
un'elevata  qualita'  progettuale,  realizzativa e manutentiva. A tal
fine,  il Proponente dovra' definire, in forma coordinata, tipologie,
quantita' e costi complessivi (inclusa la manutenzione e la gestione)
delle   opere  di  mitigazione  proposte.  Tutti  gli  interventi  di
inserimento  ambientale  e  mitigazione  paesistica dovranno assumere
come   riferimento   quanto   contenuto  nei  Piani  territoriali  di
coordinamento   provinciali   e  nei  singoli  strumenti  urbanistici
comunali.
    Si  dovra'  assicurare la manutenzione delle aree rivegetate e la
vitalita'  di tutte le essenze arboree, arbustive e erbacee, di nuovo
impianto.  A  questo  scopo, il proponente dovra' effettuare apposita
verifica,  nei  tre  anni  successivi  alla  semina,  con  obbligo di
sostituzione  nel  caso  di  fallanza,  e  stipulare  una convenzione
permanente,  con  gli  Enti locali interessati o con gli agricoltori,
onde  assicurare  nel  tempo  la manutenzione e la vita delle essenze
poste a dimora.
    Si  dovra'  definire  le modalita' di manutenzione delle opere di
mitigazione  acustica  ed  atmosferica.  La  sostituzione delle parti
usurate  o  danneggiate  dovra'  comunque  avvenire  con materiale di
prestazioni non inferiori a quelle usurate.
    Nella  progettazione  delle  opere  «a verde» dovra' valutarsi la
possibilita'  di  realizzare  vaste  macchie  boscate  a  margine del
tracciato,  evitando ad esempio la collocazione di essenze arboree «a
sesto  di  impianto»  rigido  e  predefinito;  cio'  specialmente  in
corrispondenza di centri abitati, nuclei rurali e/o storici, contesti
boscati,  intersezioni  della  strada  in  progetto con la viabilita'
minore.
    Gli  interventi  di  mitigazione  dei  raccordi  tra  viadotti  e
scarpate  fluviali dovranno essere realizzati in accordo con gli Enti
territoriali   e   con   gli   Enti   gestori  delle  aree  protette,
privilegiando  i  raccordi  con  la vegetazione dei corsi d'acqua del
pianalto  e  con le boschive di ripa. Le specie da impiegare, i sesti
di  impianto  e gli interventi di manutenzione (da attuare per almeno
tre  anni dall'impianto) andranno concordati con gli Enti stessi. Ove
possibile,   le  scarpate  dovranno  essere  modellate  con  pendenze
limitate  e  raccordi  che consentano una congiunzione morbida con il
piano di campagna.
    Relativamente  alle  barriere  antirumore,  considerato  che tali
strutture  rappresentano  un rilevante impatto paesaggistico, risulta
necessario  proporre  uno  specifico studio di inserimento ambientale
che  consideri  gli  aspetti di intrusione visiva (v. P.T.P.R., parte
seconda, vol. 7 - Piani di Sistema). Si raccomanda infine, per quanto
possibile e compatibilmente con le valutazioni e prescrizioni esposte
in  merito  alla  componente «rumore», di evitare la realizzazione di
pannelli  fonoassorbenti  trasparenti;  in sostituzione, si consiglia
l'uso di muri vegetati o di pannelli in legno. Ove risulti necessario
adottare pannelli o finestre trasparenti si prescrive, per evitare la
mortalita'  da impatto dell'avifauna, l'apposizione di sagome di tipo
«falco», con densita' utile allo scopo.
    Piu'  in  dettaglio,  dovra' essere previsto adeguato inserimento
ambientale  e  mitigazione  paesistica dell'ambito territoriale posto
fra l'infrastruttura ed i seguenti nuclei da tutelare:
      cascine storiche e chiesa denominata «oratorio di San Martino»,
vincolato ex lege n. 1497/1939, in comune di Chiari;
      nucleo  storico  di  Molticelli,  che  presenta  vestigia di un
convento  del  XIII  secolo e di un antico oratorio (XV sec.), cui si
aggiunge l'oratorio campestre di San Martino (XIV sec.);
      nei  comuni  di  Covo,  Antegnate  e  Fara Olivana, le seguenti
cascine:  Trebbiate,  Battagliona,  Clelia,  Ortaglie,  Piave, Goisa,
Addolorata, San Carlo, Capoferri, Fappani;
      nucleo storico di San Pedrino in comune di Vignate;
      cascine  Lega,  Belvignate,  Lina e Porra, in comune di Cassano
d'Adda.
    Nei  punti  critici  al  fine  della  mitigazione  delle  polveri
(vicinanza di abitati), del nuovo asse stradale, al fine di contenere
le  polveri,  si  dovra'  verificare  la  possibilita'  di  impiegare
dispositivi  arborei  (fascia  di  circa 15 m composta da 5 filari di
essenze d'alto fusto-tipo latifoglia) ai lati della strada.
    Al  fine  di contenere le emissioni di composti organici volatili
(COV) in atmosfera, per i parcheggi all'aperto nelle aree di servizio
si  dovra'  prevedere  l'utilizzo di coperture vegetative o strutture
simili   (pergole   con   vimine/giunco/bambu)   o,  preferibilmente,
prevedere  ogni  4  posti auto la messa a dimora di una pianta d'alto
fusto  (tipo  latifoglia),  posta  in  modo  tale  che  su  ogni lato
interessi 2 posti auto.
    Preso  atto  di  quanto  dichiarato  dal  proponente al paragrafo
«Impatti   Cumulati»  (SIA  -  Quadro  di  Riferimento  Ambientale  -
2. Atmosfera)  in  merito al «... sicuro peggioramento della qualita'
dell'aria  in  un  intorno  piu' o meno esteso del tracciato ...», si
ritiene  indispensabile  che  vengano poste in essere tutte le misure
necessarie  a minimizzare le ricadute degli inquinanti sul territorio
agricolo  circostante  la nuova infrastruttura per una profondita' di
500 m su entrambi i lati.
    Il  progetto  complessivo  delle  misure  di mitigazione acustica
dovra'  essere  effettuato  in  modo  ottimizzato,  tenendo  conto di
entrambe  le  infrastrutture,  ferroviaria e autostradale, al fine di
evitare interferenze e ridondanze e conseguire un piu' efficiente uso
delle risorse disponibili.
    Gli  interventi  diretti  al  recettore dovranno essere contenuti
alle  situazioni  non  tecnicamente  risolvibili con mitigazioni alla
sorgente e lungo il percorso di propagazione.
    Le  mitigazioni  dovranno  conseguire  il  rispetto dei limiti di
rumore  previsti  dal  decreto  del  Presidente  della  Repubblica n.
142/2004  e  di quanto sopra precisato per le aree di sovrapposizione
delle   fasce  di  pertinenza  della  infrastruttura  autostradale  e
ferroviaria.
    In  base  a  considerazioni costo-beneficio e tenendo conto della
sensibilita'   dei   recettori,  andra'  valutata  l'opportunita'  di
mitigare  ulteriormente,  oltre  a  quanto previsto per conseguire il
limite  di legge, per contenere l'incremento ai recettori dei livelli
di  immissione  post  operam  rispetto  all'ante operam qualora detto
incremento fosse particolarmente elevato.
    Le  mitigazioni  dovranno  essere dimensionate per conseguire gli
obiettivi   di   cui  sopra;  l'efficacia  delle  mitigazioni  andra'
analizzata  in  via  previsionale con modellizzazioni acustiche (post
operam  con  mitigazioni) che diano output puntuali in corrispondenza
dei recettori.
    Dovranno  essere  progettate  le  necessarie azioni mitigative di
riduzione delle vibrazioni.
Misure di compensazione ambientale.
      In  sede  di  progettazione  definitiva,  il  Proponente dovra'
individuare  gli interventi di compensazione ambientale, territoriale
e   sociale   da  attuare  in  aggiunta  alle  opere  di  mitigazione
ambientale,  proponendo  azioni  concrete  in  grado  di incidere sul
territorio   a   fini   di   riequilibrio   del  contesto  ambientale
interferito;  a  tale  scopo dovranno essere adeguati, se necessario,
gli stanziamenti finanziari indicati nel progetto preliminare.
    L'inserimento  paesistico  ed ambientale dell'opera dovra' quindi
essere   perseguito   non   limitandosi   ad  interventi  basati  sui
tradizionali   accorgimenti   mitigativi,  ma  estendendo  le  azioni
progettuali  alla  componente  «sociale», leggendone e supportandone,
quantomeno  in modo paradigmatico, le potenzialita' di sviluppo. Deve
in  proposito  osservarsi che non possono essere considerati opere di
compensazione   interventi   su  ambiti  degradati  gia'  oggetto  di
specifica autorizzazione e specifico progetto di recupero ambientale,
oppure   inseriti  in  altri  iter  amministrativi  gia'  oggetto  di
finanziamento.  In  tali  ambiti la valutazione degli impatti indotti
dovra',  per contro, essere effettuata considerando la configurazione
dell'area al termine dei lavori di recupero ambientale.
    Le  azioni  compensative,  da valutarsi puntualmente, da parte di
regione  Lombardia  in  sede  di progetto definitivo, dovranno essere
equamente individuate nell'intero ambito territoriale interessato. La
loro   distribuzione   fara'  riferimento  ai  livelli  di  pressione
ambientale    generati   dall'infrastruttura   sull'ambito   comunale
attraversato,  alla  cui  definizione  possono utilmente concorrere i
seguenti elementi:
      tipologia   dell'opera  (viadotto,  ponte,  area  di  servizio,
svincolo, posti di manutenzione, barriere di pedaggio, ecc.);
      giacitura altimetrica (galleria, trincea, raso, rilevato);
      superficie     di    suolo    occupata    (temporanea-cantiere,
permanente-infrastruttura);
      caratteristiche   del   territorio   attraversato   (edificato,
agricolo,  boscato,  industriale,  di alta/bassa qualita' ambientale,
compromesso, ecc.);
      attraversamento  di  ambiti tutelati, di particolare pregio e/o
elevata criticita' e vulnerabilita' (ambiti fluviali, parchi, vincoli
ambientali, ecc...);
      entita'  residua  degli  impatti  sulle  componenti  ambientali
interferite, al netto delle azioni di mitigazione.
    Le  azioni  compensative,  per  quanto  possibile da localizzarsi
nello   stesso   territorio   comunale   oggetto  degli  impatti  non
mitigabili,   dovranno   essere   sviluppate   in   accordo   con  le
Amministrazioni locali interessate e con gli Enti gestori dei Parchi,
che  potranno  fornire  utili contributi all'individuazione sia delle
tipologie   delle   opere   che   della   loro   localizzazione.   La
documentazione  di progetto dovra' altresi' assicurare la titolarita'
ad  intervenire  nei  relativi  ambiti geografici e la disponibilita'
delle necessarie risorse finanziarie.
    Attivare  azioni  di riequilibrio ambientale di ampio respiro; ne
puo'  essere  esempio  l'introduzione,  nella logica progettuale, del
concetto  di  «corridoio  ambientale ad ampiezza variabile», in prima
istanza  esteso  alle aree a parco regionale a margine del tracciato;
in  tali  ambiti  la  progettazione  definitiva dovra' esplicitamente
tendere  al  recupero  -  nel  tempo  - di un paesaggio agro-naturale
misto,  eventualmente  in linea con il concetto di ruralita' espresso
in  Agenda  2000;  dovra' pertanto essere delineato, d'intesa con gli
Enti  Gestori ed i comuni territorialmente interessati, un sistema di
norme e vincoli idonei a perseguire alcuni obiettivi fondamentali:
      scongiurare    la    cinturazione    urbana    dell'autostrada,
sopravvenuta  in  molti  altri  casi, ovvero evitare che l'autostrada
diventi  catalizzatrice  di  nuove urbanizzazioni, seppure non ancora
previste nei P.R.G.;
      creare una fascia di filtro antirumore e antismog;
      creare  un corridoio ecologico compensativo fra le diverse aree
protette,  che consenta di agevolare le connessioni del sistema «rete
ambientale» a tutela della biodiversita';
      assicurare   nel   tempo   la   disponibilita'   di  spazi  per
l'integrazione delle reti infrastrutturali e dei servizi.
    Leggere correttamente le risorse e dei valori storico-culturali e
paesistico-ambientali  propri  del  contesto,  valutando i potenziali
impatti  su  di  essi  esercitati dalla nuova infrastruttura; cio' in
quanto  si  assume che la rilevanza di un bene, ad esempio in termini
paesistici,  attiene  anche  alla qualita' delle sue relazioni con il
territorio  in  cui e' localizzato; in questo senso, anche il sistema
dei  beni cosiddetti «minori» puo' diventare connostante; particolare
attenzione  dovra'  pertanto essere riservata non solo ai paesaggi di
riconosciuto  valore  ed elevata qualita', ma anche a quelli in stato
di  degrado  o  vulnerabili a causa dei processi di trasformazione in
atto, tenendo conto - nell'individuazione delle azioni compensative -
anche  degli  elementi detrattori e del rapporto con il sistema delle
reti tecnologiche (elettrodotti, reti stradali e ferroviarie, ecc.).
    Definire  azioni  compensative  a  supporto  dello  sviluppo  del
sistema  dei  Parchi  (regionali e locali di interesse sovracomunale,
vigenti  o  in  via di costituzione), all'interno dei perimetri od in
aree  acquisite  od  utilizzate all'esterno, valorizzando le sinergie
con  i  rispettivi  strumenti di pianificazione; il Proponente dovra'
verificare  la possibilita' di realizzare aree boscate e/o attrezzate
di dimensioni proporzionali alla pressione infrastrutturale generata,
da localizzarsi anche all'esterno del perimetro del Parco.
    Supportare   lo   sviluppo   delle   conoscenze   nel  territorio
attraversato,  concordando con gli Enti referenti l'attivazione od il
finanziamento         della        rilevazione        di        dati,
dell'impostazione/implementazione di sistemi informativi, di ricerche
specialistiche,  ecc.;  nel  caso di specie, si puo' esemplificare in
relazione al sistema delle reti ecologiche, delle quali dovra' essere
completato il censimento a livello provinciale finalizzato a valutare
gli  impatti  -  reversibili  e  non  -  che  la nuova infrastruttura
provochera'  in  ordine  alla  compromissione  e all'eliminazione dei
corridoi biologici e paesaggistici residui.
Azioni mirate alla salvaguardia delle aree ad uso agricolo.
    Definire  misure  idonee  alla  salvaguardia da possibili diverse
future  destinazioni d'uso, valorizzandone tutte le componenti (aree,
infrastrutture,   edifici   ecc.),   in  modo  tale  da  evitarne  il
depauperamento   e/o   l'abbandono.   Tale  obiettivo  potra'  essere
conseguito  anche  mediante  iniziative  che,  basate  su  un'attenta
lettura   delle   modificazioni   strutturali   in  atto  nella  PAC,
incentivino  il  coinvolgimento volontari degli agricoltori. A titolo
di esempio, si indicano le seguenti azioni:
      censire  le  aziende agricole interferite, registrandone i dati
principali  (consistenza,  tipologie  di colture, ecc), in una fascia
pari  a  2 km  di  larghezza  a  cavaliere dell'asse autostradale. La
ricognizione  dovra'  essere  completa  delle  analisi  e valutazioni
necessarie  a definire in modo puntuale le sofferenze del comparto ed
i possibili interventi di riqualificazione;
      verificare la possibilita' di:
        corrispondere  contributi monetari che compensino in parte la
ridotta  fruibilita'  del  patrimonio  terra  e che potrebbero essere
concepiti,  stante  l'evoluzione della Politica agricola comune, come
integrazione  del montante compensativo; cio' anche in considerazione
della  sopravvenuta  indifferenza  del  montante  medesimo al tipo di
coltivazioni  in  essere,  che  potrebbe  fortemente  incentivare  la
trasformazione  delle  aree  agricole limitrofe all'infrastruttura in
modo  funzionale  alle  esigenze  di  mitigazione/compensazione degli
impatti;
        stipulare intese con i proprietari/gestori dei fondi agricoli
adiacenti  o  residuali  rispetto  all'infrastruttura,  per  la  loro
rinaturalizzazione   nell'ambito   di  operazioni  di  ricomposizione
fondiaria, in particolare in corrispondenza dei passaggi faunistici;
      con  riferimento  alle  aziende  intercettate  le  cui  aree di
pertinenza  risultino frazionate in modo tale da rendere le attivita'
produttive   non   piu'  economicamente  convenienti,  verificare  la
possibilita'  di  acquisizione  dei  lotti  residui  e/o  interclusi,
destinando l'area a riqualificazione agro-forestale;
      reperire  aree  piu'  distanti  dall'infrastruttura,  di minore
qualita'   ma  di  dimensioni  e  potenzialita'  idonee  a  garantire
l'impianto  di  vasti  biotopi  secondari  (boschi, zone umide, prati
estensivi)  che  col  tempo  siano  in grado di innalzare la qualita'
ecologica complessiva;
      prevedere  l'implementazione  della  rete di siepi e di filari,
onde   consentire   un  miglioramento  complessivo  della  diversita'
biologica  e  della connettivita' ecologica diffusa; la rivegetazione
(aree  di  cantiere,  nonche'  aree  di  margine  e residuali) dovra'
avvenire  con  tempi,  metodi e specie adeguate; utili indicazioni in
questo  senso  potranno  essere  tratte  dalle Direttive della giunta
della  regione  Lombardia  in  materia  di  interventi  di ingegneria
naturalistica  (d.g.r.  29 febbraio  2000,  n.  6/48740),  in  cui si
definiscono   con   chiarezza   tempistica,   metodologia   e  specie
(autoctone) da impiegare in tali interventi;
      quantificare   nel   dettaglio   le  superfici  da  disboscare,
individuando  le  corrispettive aree da rimboschire e/o recuperare in
ottemperanza  a quanto disposto dal decreto legislativo n. 227/2001 e
dalla  Deliberazione di giunta regionale n. 13900 del 1° agosto 2003;
le  opere  di  riforestazione  o  di ricostruzione di cenosi vegetali
tipiche  dovranno  interessare  superfici almeno equivalenti a quelle
oggetto di alterazione.
    L'insieme  degli obiettivi di cui sopra e la lettura delle tavole
progettuali   e  dello  stato  dei  luoghi  inducono  a  proporre  la
sperimentazione,   in   ambiti   territoriali   che  dovranno  essere
individuati  di  concerto tra il Proponente e la D.G. Agricoltura, di
azioni integrate di riqualificazione agro-ambientale e paesistica che
coinvolgano  su  base  incentivante,  con il coordinamento di regione
Lombardia,   E.R.S.A.F.,   le   associazioni   di   categoria   degli
agricoltori,  i  proprietari  delle aziende agricole ed i Consorzi di
bonifica e di irrigazione.
    La  definizione delle opere di compensazione ambientale dovra' di
massima:
      interessare  una  superficie  complessiva  congrua  rispetto  a
quella occupata dall'infrastruttura;
      includere   il  cronoprogramma  di  realizzazione  in  modo  da
assicurarne,  di norma, l'ultimazione prima dell'entrata in esercizio
dell'infrastruttura.
Piano di monitoraggio ambientale.
      I contenuti dei Piani di monitoraggio di seguito prescritti, da
estendersi a quei tratti di viabilita' esistente che costituiranno di
fatto continuita' funzionale con il sistema viabilistico in progetto,
dovranno   essere   concordati   con   le   strutture   dell'A.R.P.A.
territorialmente competente, unitamente all'individuazione delle aree
in  esame, delle caratteristiche degli strumenti da utilizzare, tra i
quali  l'uso  di  laboratorio mobile e centraline fisse, i manuali di
gestione,  i  parametri  d'analisi,  le  procedure  per completare il
monitoraggio, comprendendo anche le misure di mitigazione.
    Alle  strutture  medesime  dovranno  altresi'  essere  inviati  i
risultati delle attivita' di misurazione condotte sul territorio, per
le valutazioni di merito.
    Dovra' essere condotto un monitoraggio degli inquinanti sia prima
dell'intervento   sia   nella   fase  di  cantiere  e  di  esercizio,
considerando   in   quest'ultima   anche   il   fenomeno  dello  smog
fotochimico.
    Si dovra' tenere conto dell'attraversamento di territori inseriti
nelle   zone   definite   critiche  o  zone  soggette  a  risanamento
relativamente  alla  qualita'  dell'aria,  come indicato dalla d.g.r.
19 ottobre   2001,   n.   6501,  adottando  i  necessari  sistemi  di
misurazione  e monitoraggio delle emissioni di polveri (PM10 e PM2.5)
e   di   benzene,  in  accordo  con  ciascun  Dipartimento  dell'ARPA
competente per territorio.
    Dovra'  essere  predisposto,  seguendo anche le indicazioni della
d.g.r.  n.  VII/8313  dell'8 marzo 2002, un programma di monitoraggio
post  operam  con  adeguate  rilevazioni  fonometriche, finalizzate a
verificare  il  rispetto  dei  limiti di rumore, a valutare efficacia
delle  misure  di  mitigazione  ed  a  consentire la individuazione e
dimensionamento  di  ulteriori misure di mitigazione che risultassero
necessarie  per  conseguire  il  rispetto  dei  limiti  di rumore; in
particolare,  il  programma dovra' precisare localizzazione dei punti
di  misura  e modalita' delle misure e definire la durata complessiva
del  monitoraggio  in  funzione  della numerosita' e complessita' dei
rilievi  fonometrici;  anche tale programma, dovra' essere redatto in
accordo  con  1'A.R.P.A.  territorialmente  competente  ed inviato ai
comuni  ed  alle  strutture  dell'ARPA medesima per le valutazioni di
adeguatezza,  secondo quanto previsto dalla citata d.g.r. n. VII/8313
dell'8 marzo 2002.
    Dovra'  essere  predisposto  un  progetto  di  monitoraggio degli
effetti  indotti  dall'infrastruttura  sulle  componenti vegetazione,
fauna   ed   ecosistemi,   con  particolare  attenzione  ai  corridoi
ecologici; il monitoraggio dovra' essere finalizzato alla valutazione
della  qualita'  ambientale complessiva, al fine di proporre, qualora
se ne ravvisasse la necessita', eventuali interventi correttivi.
    Sottopassi/sovrappassi  per  la  fauna: dovra' essere previsto un
monitoraggio  finalizzato  a valutare l'effettiva funzionalita' delle
opere rispetto agli specifici obiettivi di conservazione che ne hanno
determinato la realizzazione.
                Tutela archeologica ed architettonica
      Si  dovranno effettuare preliminarmente, compatibilmente con le
condizioni  geomorfologiche del terreno, prospezioni geofisiche, onde
procedere successivamente ad indagini archeologiche mirate.
    Si  dovranno  eseguire  sondaggi  preliminari,  a  cura  di ditta
archeologica specializzata nelle aree di seguito indicate:
      Urago  d'Oglio  -  Rudiano  (Brescia), dove sembra che le prime
analisi basate sulla foto interpretazione e sulla ricerca catastale e
toponomastica abbiano individuato aree a rischio;
      Cassano  -  Trecella - Trucazzano (Milano), area di Albignano e
tra  Pozzuolo  Martesana  e Melzo (Milano), presso la Cascina Grande,
ove   la   fotointerpretazione   individua   possibili  presenze  nel
sottosuolo;
      tra  Masano  e  Fornovo  San  Giovanni  (Bergamo),  area  delle
Vallicelle,  ove  le  possibili  presenze  nel sottosuolo riscontrate
nella  fotointerpretazione  sembrano  potersi correlare a presenze di
tombe  e  di  abitati  antichi  gia' in parte scoperti nel XIX secolo
(tombe  golasecchiane  e  tombe  alamanne, presenze abitative di eta'
romana);
      in comune di Fornovo San Giovanni (Bergamo), area della cascina
Belvedere, gia' sede di rinvenimenti tombali nel XIX secolo;
      tratto tra Treviglio e Calvenzano (Bergamo) e tratto tra Covo e
Antegnate  (Bergamo),  dove  sembra che le prime analisi basate sulla
fotointerpretazione e sulla ricerca catastale e toponomastica abbiano
individuato aree con possibili presenze archeologiche;
      in  comune  di  Fara  Olivana (Bergamo), localita' Monumenti di
Sopra  e  Monumenti di Sotto, ove l'area fu interessata in passato da
rinvenimenti  tombali  e ove corre un tratto di centuriazione di eta'
romana;
      in  comune  di Calcio (Bergamo), terrazzo sul fiume Oglio, area
interessata da ritrovamenti di eta' romana avvenuti nel XIX secolo;
      in  comune  di  Bariano  (Bergamo),  area  in prossimita' della
cascina  Favorita  ove  la  rotatoria, posta lungo il collegamento al
casello,  interseca  un  tratto  della  prima  centuriazione  di eta'
romana;
      in  comune  di  Treviglio  (Bergamo),  collegamento  casello di
Treviglio  con  la  SS  11,  area  in prossimita' della cascina Poldi
Pezzoli,  gia'  sede di rinvenimenti tombali di eta' tardoromana e di
tratti di centuriazione di eta' romana;
      in  territorio  bergamasco  verifica  dei  principali tratti di
centuriazione intersecati dalle opere in progetto.
    Relativamente  al tracciato che corre in provincia di Bergamo, si
dovra'  effettuare  la  ricerca di superficie preventiva, da parte di
ditta  archeologica  specializzata che operi sotto la direzione della
Soprintendenza. Questa indagine dovra' essere eseguita immediatamente
dopo l'aratura dei terreni.
    Sulla base dei risultati acquisiti, si valutera' la necessita' di
eseguire,  di  seguito, sondaggi archeologici preliminari di verifica
nelle   aree   con   affioramenti   archeologici   o   considerate  a
potenzialita' archeologica.
    Si  dovra'  dare  assistenza  a tutti i lavori di scavo, anche di
minima entita' (comprensivi di pozzetti, plinti, sbancamenti, aree di
cantiere,  cavalcavia,  strade  di collegamento ecc.) a cura di ditta
archeologica  specializzata,  che  operi  sotto  la  direzione  della
Soprintendenza, lungo tutto il tracciato.
    In  caso di rinvenimento di strutture, o comunque di presenze, di
interesse archeologico, sara' richiesta l'esecuzione di sondaggi o di
scavi in estensione.
    Per  quanto  concerne  la  tratta  Calcio-Treviglio.  La prevista
soppressione   di   alcuni  fabbricati  deve  essere  preventivamente
verificata  (con  adeguata documentazione di corredo e schedatura) al
fine  di  escludere corpi edilizi di interesse storico-artistico, con
preliminare  definizione  della proprieta', per scongiurare eventuali
interferenze  con  beni sottoposti alla tutela de iure ai sensi degli
articoli 10  e 12 del decreto legislativo n. 42/2004 (edicole votive,
cippi  stradali, caselli, ecc.) e dell'art. 11, comma a) del medesimo
decreto (lapidi, iscrizioni, tabernacoli, ecc.).
    Si   deve,   in   sede   di   elaborato   definitivo,  effettuare
l'individuazione precisa dei ricettori vincolati con provvedimento di
vincolo  diretto (decreto, notifica o declaratoria), con collocazione
su  elaborato cartografico in scala adeguata, previa verifica diretta
degli elenchi presso l'ufficio Vincoli di questa Soprintendenza.
    Approfondire, nella fase successiva del progetto, le soluzioni di
mitigazione  e  di  compensazione  paesistica, in particolare per gli
elementi di vulnerabilita'.
    Corso  del  fiume  Oglio  (parco  fluviale e ambito paesaggistico
rilevante),  al  fine  di  valutare  l'effettivo  impatto  dell'opera
sull'area  sottoposta  a  tutela  paesistica, si dovranno predisporre
opportuni elaborati.
    Comune   di   Chiari:   in   riferimento   a   cascina  Ciliegio,
caratterizzata  da un porticato a doppia altezza con colonne in stile
dorico  di impronta palladiana, trovandosi la cascina racchiusa tra i
due tracciati (brebemi e tav) si dovra' effettuare un approfondimento
per  verificare  eventuali  alternative del tracciato che permetta la
conservazione dell'immobile.
    Nella   provincia  di  Brescia,  il  progetto  definitivo  dovra'
verificare tramite specifici elaborati di progetto il rapporto con le
strutture   storiche,   e  prevedere  eventuali  varianti,  prestando
particolare   attenzione   all'altezza  del  rilevato  e  dettagliare
puntualmente le opere di mitigazione.
                     2ª Parte - RACCOMANDAZIONI
    Si esprimono, inoltre, le seguenti raccomandazioni:
    Al fine di ridurre l'incidenza del complesso delle infrastrutture
sul  paesaggio e sugli ambiti naturali coinvolti, si chiede che siano
attivate   tutte   le  procedure  idonee  a  concertare  i  tempi  di
realizzazione   (progettazione   esecutiva   e   successive  fasi  di
cantierizzazione)  di entrambi i progetti, onde minimizzare l'uso del
suolo  necessario per la predisposizione delle opere accessorie quali
piste, depositi, cantieri ecc. Si ritiene in proposito indispensabile
redigere   un   progetto   integrato  dei  manufatti  condivisi,  per
minimizzare  le  realizzazioni  non  condivise  e non utilizzabili da
entrambe le infrastrutture.
    Assicurarsi  che  il realizzatore dell'infrastruttura possegga o,
in  mancanza,  acquisisca, per le attivita' di cantiere anche dopo la
consegna   dei   lavori   e   nel  piu'  breve  tempo  possibile,  la
Certificazione  Ambientale  14001  o  la  registrazione  ai sensi del
Regolamento CEE 761/2001(EMAS).
    Nel progetto definitivo occorre un corredo di analisi di maggiore
specificita',  con  riprese  fotografiche  dello  stato  dei luoghi e
simulazioni   fotografiche   in   loco   in   grado   di  evidenziare
l'inserimento  delle opere nel contesto, in particolare gli svincoli,
dei  ponti,  della  galleria,  e  comunque di tutte quelle situazioni
progettuali    che   per   consistenza   dimensionale,   pervasivita'
territoriale,  necessitano  di  una  maggiore valutazione ed indagine
conoscitiva.
In ordine alle modalita' esecutive:
    per   contenere   la   polverosita',  provvedere  alla  periodica
bagnatura   dell'area   e  delle  piste  di  cantiere,  che  andranno
stabilizzate  chimicamente;  adottare  adeguate  misure  di riduzione
(bagnatura,  captazione, ecc.)  durante  lavori ad alta produzione di
polveri    e    lavorazioni    meccaniche    dei   materiali   (mole,
smerigliatrici);  prevedere  una postazione di lavaggio delle ruote e
dell'esterno   dei   mezzi,  per  evitare  dispersioni  di  materiale
polveroso  lungo i percorsi stradali; limitare a 30 km/h la velocita'
sulle  piste  di  cantiere;  umidificare  il  materiale  di pezzatura
grossolana  stoccato  in  cumuli  e  stoccare  in sili i materiali da
cantiere allo stato solido polvirulento;
    utilizzare  mezzi  di  trasporto  con capacita' differenziata, al
fine  di  ottimizzare i carichi sfruttandone al massimo la capacita'.
Per  il materiale sfuso dovra' essere privilegiato l'impiego di mezzi
di  grande  capacita',  che  consentano  la  riduzione  del numero di
veicoli  in  circolazione,  dotati  di  appositi  teli  di  copertura
resistenti e impermeabili;
    movimentare il materiale mediante trasporti pneumatici presidiati
da  opportuni  filtri  in  grado  di  garantire valori d'emissione di
10 mg/Nmc   e   dotati   di   sistemi  di  controllo  dell'efficienza
(pressostati  con dispositivo d'allarme); eventuali tramogge o nastri
trasportatori  di  materiale  sfuso  o  secco  di  ridotte dimensioni
granulometriche dovranno essere opportunamente dotati di carter;
    proteggere  con  barriere  il  materiale  sciolto,  depositato in
cumuli  e  caratterizzato da frequente movimentazione, umidificandolo
in caso di vento superiore ai 5 m/s; i lavori dovranno essere sospesi
in condizioni climatiche sfavorevoli. I depositi di materiale sciolto
con  scarsa  movimentazione  dovranno  essere  protetti dal vento con
misure come la copertura con stuoie/teli;
    prevedere,  nei  processi  termici  e  chimici  per  le  opere di
pavimentazione   e   impermeabilizzazione,   l'impiego  di  emulsioni
bituminose,  la riduzione della temperatura di lavoro mediante scelta
di  leganti  adatti, l'impiego di caldaie chiuse con regolatori della
temperatura;
    utilizzare gruppi elettrogeni e gruppi di produzione di calore in
grado   di   assicurare  massime  prestazioni  energetiche  e  minime
emissioni in atmosfera; ove possibile, impiegare apparecchi di lavoro
a basse emissioni (con motore elettrico);
    assicurare    la   schermatura   dell'impianto   di   betonaggio,
finalizzata  al  contenimento  delle emissioni diffuse di polveri. Le
fasi della produzione di calcestruzzo e di carico delle autobetoniere
dovranno  essere  svolte  tramite dispositivi chiusi, i cui effluenti
dovranno  essere  captati e convogliati ad un sistema di abbattimento
delle  polveri  con  filtro  a tessuto. I silos per lo stoccaggio dei
materiali  dovranno essere dotati di un sistema di abbattimento delle
polveri con filtri a tessuto;
    ove  possibile,  porre  i  punti  di  emissione  situati  a breve
distanza  (&60;  50 m) da aperture di locali abitabili, ad un'altezza
maggiore di quella del filo superiore dell'apertura piu' alta;
    prevedere  l'adozione  di  sistemi  di  carico  del carburante in
circuito   chiuso  dall'autocisterna  al  serbatoio  di'  stoccaggio,
utilizzando  durante  la  fase  di  riempimento  dei  serbatoi  degli
automezzi  sistemi  d'erogazione  dotati  di  tenuta sui serbatoi con
contemporanea  aspirazione  ed abbattimento dei vapori con impianto a
carboni attivi;
    nello  stoccaggio  e  movimentazione  degli  inerti,  seguire  le
seguenti  indicazioni:  umidificazione,  applicazione  di additivi di
stabilizzazione  del  suolo;  formazione  di  piazzali  con materiali
inerti   ed   eventuale   trattamento  o  pavimentazione  delle  zone
maggiormente  soggette a traffico; copertura dei nastri trasportatori
ed   abbattimento   ad   umido   in   corrispondenza   dei  punti  di
carico/scarico;   sistemi   spray  in  corrispondenza  dei  punti  di
carico/scarico e trasferimento;
    utilizzare,  al  fine  di  contenere le polveri e gli inquinanti,
pannelli  o  schermi  mobili e barriere antipolvere nel delimitare le
aree dei cantieri.
In ordine ai potenziali impatti sulla fauna:
    limitare,   in   adiacenze  alle  aree  a  Parco  o  presso  aree
individuate   come   «sensibili»   dalla   mappatura   faunistica   e
compatibilmente con le esigenze legate alla realizzazione dell'opera,
la  fase di cantiere ai periodi luglio/settembre e dicembre/febbraio,
minimizzando  i  lavori  nel  periodo  marzo/giugno;  cio' al fine di
ridurre il disturbo alla riproduzione della fauna selvatica.