(all. 1 - art. 1)
                                                           Allegato 1
                      PROTOCOLLO DI TRATTAMENTO
Uso  di  trastuzumab nel trattamento adiuvante del carcinoma mammario
operato  HER-2  positivo,  ai  sensi  della  legge  n.  648 (Gazzetta
Ufficiale   n.   300   del  23  dicembre  1996)  di  conversione  del
decreto-legge  n.  536  del  21  ottobre 1996, riguardante «misure di
contenimento della spesa farmaceutica e la rideterminazione del tetto
                     di spesa per l'anno 1996».
1. Introduzione.
    Trastuzumab  (Herceptin)  e'  un  anticorpo  monoclonale  diretto
contro  il  dominio  extracellulare di HER2, un recettore di membrana
della  famiglia  dell'EGFR,  la  cui  iperespressione  nel  carcinoma
mammario  e' associata ad una peggiore prognosi (1) ed a una relativa
resistenza  ad  alcuni  farmaci citotossici ed agenti ormonali (2,3).
Trastuzumab e' attivo e ben tollerato come singolo agente in pazienti
con carcinoma mammario metastatico con documentata iperespressione di
HER-2  (4-6)  e  ha  dimostrato  di  migliorare la sopravvivenza e la
qualita' di vita (QoL) di pazienti con carcinoma mammario metastatico
quando  somministrato  in  combinazione  con  la chemioterapia (7-9).
Trastuzumab   e'   stato   pertanto  registrato  in  molti  paesi  in
combinazione  con  paclitaxel o docetaxel come terapia di prima linea
di pazienti con carcinoma mammario metastatico con iperespressione di
HER-2.  I risultati ottenuti nella malattia metastatica hanno indotto
ad  iniziare  studi  clinici  in  terapia  adiuvante per pazienti con
carcinoma mammario operato ad alto rischio di recidiva iperesprimenti
HER2. Al meeting dell'American Society of Clinical Oncology 2005 sono
stati presentati i risultati di tre studi clinici sulla efficacia del
trattamento   adiuvante  con  Trastuzumab  in  pazienti  operate  per
carcinoma  mammario  HER2 positivo (score immunoistochimico 3+ o test
FISH  positivo),  pubblicati  in  extenso  sul New England Journal of
Medicine del 20 ottobre 2005 (10-13).
    Nel  primo  di  questi  studi,  chiamato NSABP B-31, pazienti con
carcinoma   mammario  operato  con  linfonodi  ascellari  positivi  e
iperespressione  di  HER2  sono  state  randomizzate  a  ricevere  AC
(adriamicina+ciclofosfamide)  x 4 cicli paclitaxel x 4 cicli (Braccio
1)  o  lo  stesso regime chemioterapico con l'aggiunta di trastuzumab
settimanale,  iniziato  in concomitanza con la prima somministrazione
di paclitaxel e continuato per 52 settimane (Braccio 2).
    Nel   secondo   studio,  NCCTG  N9831,  le  pazienti  sono  state
randomizzate  a  ricevere  AC  x  4 cicli paclitaxel settimanale x 12
(Braccio  A)  o  lo  stesso  regime  chemioterapico con l'aggiunta di
trastuzumab   settimanale,   iniziato  dopo  il  completamento  della
chemioterapia  e continuato per 52 settimane (Braccio B), o lo stesso
regime  chemioterapico  con  l'aggiunta  di  trastuzumab settimanale,
iniziato, come nello studio NSABP B-31, con la prima somministrazione
di paclitaxel e continuato per 52 settimane (Braccio C).
    Il  Braccio  1 del NSABP B-31 e il Braccio A del N9831 sono molto
simili,  cosi'  come  il Braccio 2 e il Braccio C degli stessi studi.
Cio'  ha  consentito  un'analisi combinata dei due studi per valutare
l'effetto   dell'aggiunta   di   52  settimane  di  trastuzumab  alla
chemioterapia,   iniziando   l'anticorpo   monoclonale   insieme   al
paclitaxel (10).
    Il   follow-up   mediano   e'  stato  di  2  anni  e  sono  stati
complessivamente  analizzati  i  dati su 3351 pazienti. L'aggiunta di
trastuzumab ha determinato una riduzione proporzionale del rischio di
recidiva  del  52% (HR=0.48, p < 0.0001) ed una riduzione del rischio
di morte del 33% (HR=0.67, p=0.015). Tali risultati sono indipendenti
dai principali fattori prognostici.
    In  un  terzo  trial,  lo  studio HERA, sono state arruolate 5090
pazienti  con  carcinoma  mammario operato HER2 positivo, e linfonodi
ascellari  positivi  o  con  linfonodi  ascellari negativi ma ad alto
rischio  di  ricaduta, dopo il completamento del trattamento primario
(chirurgia  + -  chemioterapia  + -  radioterapia).  Le pazienti sono
state  randomizzate a ricevere trastuzumab ogni 3 settimane per 1 o 2
anni  oppure  nessun  ulteriore  trattamento (11). Come nei due studi
precedenti,  il  trastuzumab  per 1 anno ha determinato una riduzione
significativa  del rischio di recidive del 46% (HR=0.54, p < 0.0001),
senza  differenze  significative  in  rapporto a recettori ormonali e
linfonodi  ascellari.  Non  sono  ancora  disponibili  i  dati  delle
pazienti trattate per 2 anni.
    Mentre i risultati di tutti questi studi non lasciano dubbi sulla
rilevante  riduzione  del  rischio di recidiva conseguente all'uso di
trastuzumab  come  terapia  adiuvante,  rimangono incertezze circa la
sicurezza  e  l'efficacia  a  lungo termine, a causa della precocita'
delle  analisi  presentate,  con  una  osservazione mediana di 2 anni
nell'analisi congiunta degli studi americani e di 1 anno nello studio
HERA.  Tutti  e  tre  gli  studi  suggeriscono  un  incremento  della
tossicita'  cardiaca  nelle  pazienti  trattate con trastuzumab; tale
tossicita'  viene  riportata  come  severa  nello 0.5% delle pazienti
nello  studio  HERA (regime di somministrazione sequenziale) e tra il
2.9%  e  il  4.1%  delle  pazienti nella analisi congiunta dei trials
nord-americani     (regime     di    somministrazione    parzialmente
concomitante).  Sebbene  tale  rischio  di  tossicita'  cardiaca  sia
notevolmente  piu'  basso  del rischio di recidiva, e' di particolare
interesse  conoscerne in maniera piu' approfondita la sua entita' nel
setting piu' generale della pratica clinica.
2. Basi razionali.
    I  presupposti  alla  base  del  protocollo  di  trattamento sono
schematicamente i seguenti:
      la iperespressione di HER-2 nel carcinoma mammario e' associata
ad una peggiore prognosi;
      sussistono   evidenze   scientifiche  di  primaria  importanza,
sebbene  condizionate  da  criticita'  metodologiche non irrilevanti,
sulla   efficacia   di  trastuzumab  nel  trattamento  adiuvante  del
carcinoma mammario HER-2 positivo;
      in   particolare,   i  risultati  dello  studio  HERA,  in  cui
trastuzumab   e'  somministrato  dopo  la  fine  della  chemioterapia
adiuvante,   sembrano   dimostrare  efficacia  del  farmaco  e  bassa
incidenza  di  tossicita'  cardiologica, che risulta invece piu' alta
negli  studi  americani  in  cui  vi  e' una parziale sovrapposizione
temporale di trastuzumab e chemioterapia;
      non  esistono  altri  farmaci registrati anti HER-2 che possano
rappresentare al momento valide alternative terapeutiche;
      una  formale  approvazione  del farmaco attraverso la procedura
centralizzata EMEA e' prevedibile per la meta' del 2006.
3. Criteri di inclusione.
    Sesso femminile.
    Eta' > = 18 anni.
    Performance status < = 1 (secondo classificazione ECOG).
    Diagnosi istologica di carcinoma mammario infiltrante.
    Intervento chirurgico radicale, demolitivo o conservativo.
    Linfoadenectomia ascellare o linfonodo sentinella.
    Presenza  di  metastasi  linfonodali (pN+) o assenza di metastasi
linfonodali  (pN-)  in  pazienti  il  cui  tumore  primitivo  risulti
maggiore di 1 cm all'esame istologico (pT1c).
    Positivita'  per HER-2 in immunoistochimica (3+ al Hercept test o
>  10% cellule positive con CB11) o con test di amplificazione genica
(FISH+ o CISH+) nella componente invasiva del tumore primitivo.
    Le  pazienti  devono  aver  ricevuto  chemioterapia  (adiuvante o
neoadiuvante) per almeno 4 cicli secondo uno degli schemi considerati
standard nella comune pratica clinica.
    La  dose  cumulativa somministrata di adriamicina deve essere < =
360 mg/m2 e di epirubicina deve essere < = 720 mg/m2.
    Alla data di prescrizione del trastuzumab devono essere trascorse
non   oltre  7  settimane  dal  primo  giorno  dell'ultimo  ciclo  di
chemioterapia   (se   il   trattamento   che  immediatamente  precede
trastuzumab e' la chemioterapia, adiuvante o neoadiuvante) oppure non
oltre  6  settimane  dalla fine della radioterapia (se il trattamento
che immediatamente precede trastuzumab e' la radioterapia) oppure non
oltre  6  settimane dall'intervento chirurgico (se il trattamento che
immediatamente precede trastuzumab e' la chirurgia).
    La  terapia  adiuvante  ormonale,  con  tamoxifen o con inibitori
delle  aromatasi,  va  iniziata dopo la chemioterapia, in pazienti il
cui  tumore  esprime i recettori per estrogeni o progesterone, e puo'
essere contemporanea alla somministrazione di trastuzumab.
    Normale  funzionalita'  epatica, renale e midollare valutate dopo
il  completamento  di  chemioterapia  e  radioterapia precauzionali e
prima della prescrizione di trastuzumab.
    Frazione  di  eiezione  del  ventricolo  sinistro  (FEVS) > = 55%
misurata  con  ecocardiografia  o  MUGA scan dopo il completamento di
chemioterapia e radioterapia precauzionali e prima della prescrizione
di trastuzumab.
    Uso di misure contraccettive non ormonali per donne fertili.
4. Criteri di esclusione.
    Presenza  di  metastasi  a  distanza  o di metastasi ai linfonodi
sopraclaveari.
    Tumore della mammella localmente avanzato o infiammatorio.
    Precedente   irradiazione   mediastinica   con   eccezione  della
irradiazione dei linfonodi mammari interni durante il trattamento per
il carcinoma mammario per cui viene prescritto trastuzumab.
    Problemi   cardiaci   rilevanti,   inclusi  i  seguenti,  ma  non
limitatamente ad essi:
      Storia di scompenso cardiaco;
      Aritmie instabili;
      Angina pectoris che richiede trattamento;
      Valvulopatia clinicamente significativa;
      Precedente infarto miocardico;
      Ipertensione non controllata farmacologicamente.
    Altre  patologie gravi che possano interferire con il trattamento
pianificato incluso eventuali patologie polmonari severe.
    Alterazioni di uno o piu' dei seguenti parametri di laboratorio:
      Bilirubina   >  2  volte  il  limite  superiore  del  range  di
normalita' (upper limit of normality - ULN);
      AST o ALT 2.5 x ULN;
      Creatininemia > 2 x ULN;
      Fosfatasi alcalina > 2.5 x ULN;
      Leucociti < 2.500/mmc;
      Neutrofili < 1.000/mmc;
      Piastrine < 100.000/mmc.
    Gravidanza o allattamento.
    Incapacita'  o  non  volonta'  di  garantire, laddove necessarie,
l'uso di misure contraccettive non ormonali.
5. Modalita' e schema di somministrazione.
    Il  trattamento  con  trastuzumab va somministrato nell'ambito di
una   unita'   operativa  Oncologia  medica  del  Servizio  sanitario
nazionale.
    Trastuzumab  va  somministrato  ogni  3 settimane con il seguente
schema terapeutico:
      prima dose di carico di 8 mg/kg;
      dosi  successive di 6 mg/kg ogni tre settimane per 1 anno (fino
a un massimo di 18 somministrazioni complessive).
    Trastuzumab va sempre somministrato in infusione endovenosa di 90
minuti.  Dopo  la  prima  somministrazione  e'  necessario  tenere le
pazienti  sotto osservazione per 6 ore. Ad ogni somministrazione deve
essere misurato il peso corporeo per modificare eventualmente la dose
totale di farmaco da somministrare.
    Nel  caso vi sia un ritardo di una somministrazione per piu' di 7
giorni e' opportuno ricominciare il trattamento con la dose di carico
di 8 mg/kg.
    Nel  caso di tossicita' non ematologica di grado 3-4, trastuzumab
va  temporaneamente sospeso fino a risoluzione o raggiungimento di un
grado  \leq  2;  se  il  recupero  richiede  piu' di 5 settimane o se
l'effetto  tossico  si  ripresenta  alla  ripresa  di  Trastuzumab il
farmaco va definitivamente sospeso.
    Il trattamento va sospeso definitivamente nei seguenti casi:
      scompenso cardiaco congestizio;
      diminuzione della FEVS a un valore di 45% o meno;
      diminuzione  della  FEVS  al di sotto del 50% con una riduzione
assoluta  rispetto  al  basale  di  almeno  10%  (anche in assenza di
sintomatologia).
6. Procedure richieste prima della prescrizione di trastuzumab.
    Prima  della prescrizione di trastuzumab adiuvante sono richieste
le seguenti procedure:
      Anamnesi ed esame obiettivo;
      Stadiazione  (Rx  torace entro i 3 mesi precedenti, mammografia
entro  i 12 mesi precedenti, ecografia epatica e scintigrafia ossea a
giudizio del clinico);
      Visita  cardiologica,  ECG,  ecocardiogramma  o  MUGA scan (con
valutazione della FEVS);
      Test ematochimici;
      Consenso informato;
      Compilazione della scheda di arruolamento basale.
7. Procedure  richieste  ogni  3  mesi  durante  il  trattamento  con
trastuzumab.
    Anamnesi ed esame obiettivo;
    Visita cardiologica (a giudizio dell'oncologo);
    ECG,   ecocardiogramma   o   MUGA  scan  (come  al  basale),  con
valutazione della FEVS;
    Test ematochimici;
    Esami  di  ristadiazione  previsti  secondo  pratica  clinica  (a
giudizio dell'oncologo);
    Compilazione della scheda di trattamento, tossicita' e follow-up;
8. Prodedure richieste dopo il trattamento con trastuzumab.
    Tali  procedure  vanno  applicate  ogni  6  mesi  fino al 3° anno
(ovvero al mese 18, 24, 30 e 36 dall'inizio di trastuzumab) e ogni 12
mesi per il 4° e 5° anno (ovvero ai mesi 48 e 60):
    Anamnesi ed esame obiettivo;
    Visita cardiologica (a giudizio dell'oncologo);
    ECG,   ecocardiogramma   o   MUGA  scan  (come  al  basale),  con
valutazione della FEVS;
    Esami  di  ristadiazione  previsti  secondo  pratica  clinica  (a
giudizio dell'oncologo);
    Compilazione della scheda di follow-up.
9. Raccolta dati.
    Poiche'  il medicinale in oggetto non e' stato valutato dall'AIFA
sotto il profilo della qualita', sicurezza ed efficacia ai fini della
immissione  in  commercio  per il trattamento adiuvante del carcinoma
mammario,  si  ritiene  opportuno procedere ad una verifica periodica
mediante le schede di raccolta dati previste ai punti 6, 7 e 8.
10. Periodo  di  prescrizione  a totale carico del Servizio sanitario
nazionale.
    Fino a nuova determinazione dell'Agenzia italiana del farmaco.
11. Costo indicativo del trattamento.
    Circa 1000 pazienti coinvolte nel periodo gennaio-agosto 2006.
    Il   prezzo  di  cessione  alle  strutture  pubbliche  e'  quello
concordato in fase negoziale con l'Agenzia italiana del farmaco.
12. Bibliografia.
    1.  Ross,  J.  S.  and  Fletcher, J. A. The HER-2/Neu Oncogene in
Breast  Cancer:  Prognostic Factor, Predictive Factor, and Target for
Therapy. Stem Cells 1998;16 (6):413-28.
    2.  Pegram  MD, Finn RS, Arzoo K, Beryt M, Pietras RJ, Slamon DJ:
The  effect  of  her2/neu  overexpression  on  chemotherapeutic  drug
sensitivity  in human breast and ovarian cancer cells. Oncogene 1997;
15: 537-547.
    3.  Carlomagno  C, Perrone F, Gallo C, De Laurentiis M, Lauria M,
Morabito  A,  Pettinato  G,  Panico L, D'Antonio A, Bianco AR, and De
Placido  S:  c-erbB2 overexpression decreases the benefit of adjuvant
tamoxifen   in   early   breast  cancer  without  axillary  lymphnode
metastases. J Clin Oncol 1996; 14: 2702-2708.
    4. Baselga, J., Tripathy, D., Mendelsohn, J., Baughman, S., Benz,
C.  C.,  Dantis,  L.,  Sklarin,  N. T., Seidman, A. D., Hudis, C. A.,
Moore,  J., Rosen, P. P., Twaddell, T., Henderson, I. C., and Norton,
L.  Phase II Study of Weekly Intravenous Trastuzumab (Trastuzumab) in
Patients   With  HER2/Neu-Overexpressing  Metastatic  Breast  Cancer.
Semin. Oncol. 1999; 26 (4 Suppl 12):78-83.
    5.  Cobleigh,  M.  A., Vogel, C. L., Tripathy, D., Robert, N. J.,
Scholl,  S.,  Fehrenbacher,  L.,  Wolter, J. M., Paton, V., Shak, S.,
Lieberman,  G., and Slamon, D. J. Multinational Study of the Efficacy
and  Safety  of  Humanized Anti-HER2 Monoclonal Antibody in Women Who
Have HER2-Overexpressing Metastatic Breast Cancer That Has Progressed
After  Chemotherapy  for  Metastatic  Disease. J Clin Oncol. 1999; 17
(9): 2639-48.
    6.  Vogel,  C. L., Cobleigh, M. A., Tripathy, D., Gutheil, J. C.,
Harris,  L. N., Fehrenbacher, L., Slamon, D. J., Murphy, M., Novotny,
W.  F.,  Burchmore,  M.,  Shak,  S.,  Stewart,  S.  J., and Press, M.
Efficacy  and  Safety  of Trastuzumab As a Single Agent in First-Line
Treatment  of  HER2-Overexpressing  Metastatic  Breast Cancer. J.Clin
Oncol 2002; 20(3): 719-26.
    7.  Slamon, D. J., Leyland-Jones, B., Shak, S., Fuchs, H., Paton,
V., Bajamonde, A., Fleming, T., Eiermann, W., Wolter, J., Pegram, M.,
Baselga,  J.,  and  Norton,  L. Use of Chemotherapy Plus a Monoclonal
Antibody Against HER2 for Metastatic Breast Cancer That Overexpresses
HER2. N. Engl. J. Med. 2001; 344 (11): 783-92.
    8.  Osoba  D, Slamon DJ, Burhmore M, Murphy M: Effects on quality
of  life  of  combined  trastuzumab  and  chemotherapy  in women with
metastatic breast cancer. J Clin Oncol 2002; 20: 3106-3113.
    9.  Marty  M,  Cognetti  F,  Maraninchi  D,  Snyder R, Mauriac L,
Tubiana-Hulin  M,  Chan  S,  Grimes  D,  Anton A, Lluch A, Kennedy J,
OByrne  K,  Conte  PF, Green M, Ward C, Mayne K, Extra JM: Randomized
phase  II  trial  of  the efficacy and safety of trastuzumab combined
with  docetaxel  in  patients  with  human  epidermal  growth  factor
receptor   2-  positive  metastatic  breast  cancer  administered  as
first-line  treatment:  the  M77001  study group. J Clin Oncol. 2005;
23(19): 4265-74.
    10.  Romond  EH, Perez EA, Bryant J, Suman VJ, Geyer CE, Davidson
NE, Tan-Chiu E, Martino S, Paik S, Kaufman PA, Swain SM, Pisansky TM,
Fehrenbacher  L,  et  al:  Trastuzumab plus adjuvant chemotherapy for
operable  HER2-positive  breast  cancer.  N  Engl  J  Med  2005; 353:
1673-1684.
    11.  Piccart-Gebhart  MJ,  Procter  M,  Sci  M,  Leyland-Jones B,
Goldhirsch  A,  et  al:  Trastuzumab  after  adjuvant chemotherapy in
HER2-positive breast cancer. N Engl J Med 2005; 353: 1659-1672.
    12. Hortobagyi GN: Trastuzumab in the treatment of breast cancer.
N Engl J Med 2005; 353: 1734-1736.
    13.  Burstein  HJ: The distinctive nature of HER2-positive breast
cancer. N Engl J Med 2005; 353: 1652-1654.

      ----> Vedere Schede da pag. 24 a pag. 27 della G.U. <----