(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato

PIANO  DI  ATTUAZIONE  DELLE «LINEE GUIDA PER L'ELABORAZIONE DEL QSN°
APPROVATE  CON INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL 3 FEBBRAIO 2005,
AI SENSI DELL'ART. 8 DELLA LEGGE 5 GIUGNO 2003, N. 131.

1. Obiettivi del Quadro strategico nazionale (QSN).
    Al  fine  di  avviare l'attivazione dal 1° gennaio 2007 dei fondi
strutturali comunitari 2007/2013 - considerato che allo stato attuale
e'  possibile  meglio  prefigurare  la  tempistica del processo, gia'
indicata,  in  via  di  larga  massima,  nelle «Linee guida» - dovra'
essere  inoltrata  alla  Commissione  europea, entro l'estate 2006 la
proposta  del  Quadro  strategico  nazionale  (QSN),  previsto  della
riforma delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale
(1).  Il  QSN,  cosi'  come i programmi operativi che in esso saranno
elencati,  dovranno,  infatti,  essere  approvati  dalla  Commissione
europea  prima  del  1° gennaio  2007,  per  rendere  tempestivamente
operativi  il  Fondo  europeo di sviluppo regionale (FERS) e il Fondo
sociale  europeo (FSE) che finanziano, nel 2007/2013, i tre obiettivi
delle  politiche  di  coesione:  (a) «convergenza», per le regioni in
ritardo  di  sviluppo (cosiddetto obiettivo 1), (b) «competitivita' e
occupazione»  per  le  regioni  fuori  dall'obiettivo  1  (cosiddetto
obiettivo  2)  e  (c)  «cooperazione  territoriale»  per  le  aree di
cooperazione  transfrontaliera e transnazionale (cosiddetto obiettivo
3).
    Quanto   ai   contenuti  programmatici,  secondo  le  indicazioni
dell'attuale  proposta  di  regolamento generale, l'articolazione del
QSN   prevede  una  «sezione  strategica»,  che  dovra'  fornire  una
descrizione  sintetica della strategia alla base della programmazione
2007/2013,  e  una  «sezione operativa», che fornira' una descrizione
degli   interventi   e,   cioe',  dell'applicazione  operativa  della
strategia enunciata.
    In particolare:
    1.1.   La  sezione  strategica  del  QSN  costituisce  una  delle
principali  novita' della riforma della politica di coesione proposta
dalla Commissione europea e condivisa dal nostro Paese per il periodo
2007/20  13  in  quanto  rafforza,  a  livello  europeo  e nazionale,
l'identificazione,   la   visibilita'   e  la  verificabilita'  degli
obiettivi   strategici   della   politica   di   coesione,  legandoli
organicamente  agli  obiettivi  di  sviluppo  fissati  nei vertici di
Lisbona e Goteborg, e alle politiche regionali nazionali.
    La  sezione  strategica  del  QSN  2007/2013 - Italia, sulla base
delle  «Linee  guida  per  l'elaborazione  del QSN per la politica di
coesione  2007/2013»  (di seguito «Linee guida»), oggetto dell'intesa
Stato-regioni-autonomie  locali  del  3 febbraio 2005, sara' pertanto
finalizzata  ad  inquadrare  le  scelte  operative proposte per i tre
sopra  richiamati  obiettivi  finanziati dai fondi strutturali, in un
contesto  di  coerenza con gli Orientamenti strategici comunitari del
Consiglio  (previsti  dall'art.  23  della  proposta  di  regolamento
generale), e dovra' specificare:
      a) Obiettivi  di coesione e competitivita' per il 2013: date le
opportunita'  relative  al  complesso  delle  risorse disponibili, le
criticita'  nel  loro  utilizzo e le tendenze economiche e sociali in
atto,   saranno   evidenziati  quali  obiettivi  l'Italia  e  le  sue
specifiche  aree  possono  prefiggersi  di  raggiungere alla fine del
periodo grazie alla politica regionale, comunitaria e nazionale;
      b) Priorita'  di  intervento:  riferite  a  quelle tipologie di
interventi,  e segnatamente a quei beni pubblici e servizi collettivi
che   possono   prioritariamente   consentire,   nelle  diverse  aree
territoriali,  di  realizzare  gli obiettivi sopra indicati. Nel caso
delle  regioni  dell'obiettivo 2,  questo  indirizzo  strategico, nel
prevedere  per  il  FESR  le  priorita'  «innovazione»,  «ambiente» e
«accessibilita»,  e per il FSE le priorita' relative all'occupazione,
allo   sviluppo   delle   risorse  umane  e  all'inclusione  sociale,
consentira'  di  motivare  la  concentrazione tematica e territoriale
delle  risorse.  Per  tutti gli obiettivi questo indirizzo strategico
servira'  anche  a motivare la natura regionale o multiregionale, ove
appropriata, dell'intervento e le scelte relative alle aree
    (1) COM (2004) 492 def.
urbane  e  rurali  e  alle aree meno favorite cosi' come definite dal
Trattato  costituzionale  in corso di ratifica, all'art. III-220, con
particolare  attenzione  alla  montagna  e  alle  regioni  insulari e
transfrontaliere;
      c) Integrazione finanziaria e programmatica: anche in relazione
alla  esplicita  previsione della coesione territoriale nel Trattato,
saranno   indicate  quali  scelte  vanno  effettuate  per  assicurare
l'integrazione  fra fondi e, con particolare riferimento alle risorse
umane e allo sviluppo rurale, tra la politica comunitaria di coesione
e  le  altre politiche comunitarie, nonche' per una migliore coerenza
fra programmazione economico-sociale e pianificazione territoriale;
      d) Integrazione  fra politiche regionali e politiche nazionali:
quale   coerenza   esiste  fra  politiche  regionali  (comunitaria  e
nazionale)  e politiche di settore e di rete (nazionali e regionali).
In  particolare  per  individuare  quali politiche (nazionali e delle
regioni)  sono  necessarie  per l'efficacia delle politiche regionali
cosi' come rappresentate dagli obiettivi sub a). Per trovare in quale
modo le principali politiche nazionali concorrono allo scenario delle
politiche  regionali.  Ma  anche  attraverso  quale  uso delle Intese
istituzionali  di  Programma  e  degli  Accordi  di  programma quadro
Stato-Regioni si intende accrescere tale integrazione;
      e) Governance   e   capacita'  istituzionali:  quali  soluzioni
istituzionali  devono  prioritariamente  essere adottate nell'assetto
amministrativo, nella regolarizzazione dei mercati e sul partenariato
istituzionale   attraverso   il   piano   e   istituzionalizzato   il
coinvolgimento degli enti locali e con le parti economiche e sociali,
cosi'   come   quali  iniziative  di  rafforzamento  delle  capacita'
istituzionali    devono   essere   prese   specie   con   riferimento
all'obiettivo  1 e al piano di' valutazione che per tale obiettivo e'
richiesto dall'art. 46 della proposta di regolamento generale al fine
di  dare  maggiore  efficacia alle politiche regionali, comunitaria e
nazionale;
    1.2.  La  sezione  operativa  del  QSN,  anche in coerenza con la
proposta  comunitaria  di  regolamento  generale,  a  sua volta sara'
articolata in modo da evidenziare:
      -   per  i  tre  obiettivi, di convergenza, di competitivita' e
occupazione, di cooperazione territoriale:
        a) la lista dei Programmi operativi;
        b) le  risorse  di  massima,  annuali,  per ciascun Programma
operativo monofondo;
        c) la  composizione,  di  massima,  fra investimenti pubblici
(materiali e immateriali) e trasferimenti alle imprese;
        d) l'indicazione  di  alcuni  (pochi) obiettivi programmatici
della politica regionale nazionale e comunitaria (coerenti con quelli
di  Lisbona-Goteborg  e  con  le  relative  strategie  attuative - in
particolare  con  la  Strategia  europea  per  l'occupazione - e, per
quanto  rileva,  con  quelli  fissati  negli  Orientamenti strategici
comunitari  2007-2013),  in raccordo con gli obiettivi dello Sviluppo
rurale  e  della  Pesca,  nonche' di quelli nazionali e di indicatori
corrispondenti,  della  cui evoluzione si dara' conto nell'attuazione
dei Programmi;
        e) i criteri per la costruzione di meccanismi di premialita';
        f) gli  obiettivi  programmatici  relativi alle risorse della
politica  regionale  nazionale (Fondo per le aree sottoutilizzate) da
proiettare   su   base   settennale  in  raccordo  con  le  politiche
(nazionali) di settore;
      -  per l'obiettivo convergenza:
        g) la  previsione  settennale  della  spesa in conto capitale
distinta  per  fonti  aggiuntive  e  ordinarie,  al fine di stabilire
l'obiettivo verificabile di addizionalita';
        h) la  ripartizione di massima delle risorse fra priorita' di
intervento;
        i) gli   impegni   operativi   in  merito  ai  profili  della
valutazione e delle capacita' istituzionali;
        l) la  dotazione  annua totale del Fondo europeo agricolo per
lo  sviluppo  rurale e del Fondo europeo per la pesca e l'indicazione
dei  meccanismi di coordinamento territoriale dei relativi interventi
con le politiche di coesione.
2. Tempistica e fasi per l'elaborazione del QSN.
    Posto  che la bozza di proposta di QSN da sottoporre al CIPE deve
essere   disponibile   tra febbraio  e marzo  2006,  e'  cruciale  la
definizione  ed il rispetto dei tempi di svolgimento delle varie fasi
del   processo   che   prelude   la   finalizzazione   del  documento
programmatico in questione.
    Dovranno  pertanto  essere completate, a quella data, le tre fasi
preparatorie  previste  dalle  «Linee guida» e definiti gli ulteriori
passaggi   istituzionali   propedeutici   all'invio  ufficiale  della
proposta, e precisamente:
    2.1.  prima  fase:  stesura  dei  Documenti  strategici regionali
(DSR),  a  cura  della  singole  regioni  e  province  autonome;  del
Documento  strategico  del  mezzogiorno (DSM), a cura del DPS e delle
regioni  del  Mezzogiorno,  comprese  quelle  fuori  obiettivo  1 che
appartengono  a  questa  area;  del  Documento strategico preliminare
nazionale  (DSPN)  comune  a  tutte  le  Amministrazioni centrali che
verra'   definito  nell'ambito  del  Comitato  rappresentativo  delle
medesime  Amministrazioni  -  coordinato dal DPS e istituito dal CIPE
secondo  quanto  previsto  al  punto  2  dispositivo  della  presente
delibera;  al  supporto di questa fase dovranno inoltre contribuire i
seminari  tematici  previsti  dal  punto  5 delle «Linee guida» e gli
incontri  delle regioni, del Gruppo di lavoro per la elaborazione del
DSM e del Comitato delle amministrazioni centrali con il Partenariato
economico  e  sociale,  e con i rispettivi partenariati istituzionali
delle   autonomie   locali,  essenziali  per  la  finalizzazione  dei
documenti  programmatici  e  delle  relative strategie, come previsto
dalle «Linee guida»;
    2.2.  seconda  fase:  confronto  strategico,  da  concludersi per
l'inizio  del  2006,  tra  Amministrazioni  centrali  e  regioni, per
pervenire  alla  predisposizione dei contenuti e dei materiali comuni
necessari alla stesura del QSN;
    2.3.  terza fase: completamento della stesura del primo schema di
QSN 2007/2013, entro marzo 2006;
    2.4.   parere   Conferenza   unificata   e   approvazione   CIPE:
sottoposizione al parere della Conferenza unificata della proposta di
QSN  per  l'adozione,  da  parte  del CIPE, della proposta ufficiale,
completa delle modalita' di cofinanziamento nazionale del QSN stesso,
secondo tempi tali da assicurare le scadenze di cui al punto 2.5;
    2.5. trasmissione formale: nel presupposto che siano stati chiusi
i  negoziati  sulle  prospettive  finanziarie dell'Unione e sui nuovi
regolamenti   delle   politiche   di  coesione,  invio  formale  alla
Commissione  europea, a cura del DPS, della proposta di QSN approvata
dal CIPE, entro l'estate 2006.
3. Il metodo.
    L'intenso  e  positivo  partenariato  interistituzionale e con le
parti  economiche  e  sociali realizzato gia' dal 2001 sui temi della
riforma  delle  politiche  comunitarie  di coesione 2007/2013 e della
loro   collocazione   nel   quadro   delle   prospettive  finanziarie
comunitarie  ha  consentito  di  svolgere  un  percorso  strategico e
procedurale condiviso, i cui passaggi piu' significativi sono stati:
      a) l'adozione  dei  due Memorandum italiani sulla riforma delle
politiche di coesione 2007/2013;
      b) l'approvazione  del  documento politico proposto dall'Italia
in  occasione  del  Consiglio  informale  dei  Ministri europei delle
politiche  regionali,  organizzato nell'ottobre 2003, nell'ambito del
semestre italiano di presidenza dell'Unione;
      c) l'approvazione  delle  conclusioni  del  documento  proposto
dall'Italia  nel  Consiglio informale dei Ministri del lavoro e delle
politiche sociali, approvato all'unanimita' il 20 ottobre 2003;
      d) un  confronto sistematico e strutturato sull'evolversi delle
posizioni   negoziali  scandito  dalle  periodiche  convocazioni  del
Comitato  interistituzionale  e  delle  parti economiche e sociali da
parte del MAE e del MEF, e da questi stessi, copresieduto;
      e) gli incontri mensili del Gruppo di contatto per il negoziato
sulla  riforma delle politiche di coesione 2007/2013, copresieduto da
MEF  e  regioni,  anche  ai  fini  della implementazione del progetto
operativo di assistenza tecnica a supporto del negoziato stesso;
      f) l'intesa,  in  Conferenza  unificata,  tra  Stato, regioni e
autonomie  locali  del  3 febbraio 2005, sulle gia' richiamate «Linee
guida» per l'elaborazione del QSN 2007/2013;
      g) l'accordo   dell'11 febbraio  2005  tra  le  Amministrazioni
centrali  impegnate  nella  gestione di programmi operativi nazionali
ob.  1  -  2000/2006  circa i termini del mandato da porre in capo al
CIPE  per  la  costituzione  di  un  «Comitato  delle amministrazioni
centrali  2007/2013  (Cace)»  interessate  alla  programmazione delle
politiche  regionali,  comunitarie  e nazionali 2007/2013, cosi' come
previsto  dal  successivo  punto  4,  per  la  stesura  del Documento
Strategico Preliminare Nazionale, finalizzato alla elaborazione della
proposta di QSN da presentare alla Commissione europea.
    In tale prospettiva, conformemente a quanto previsto dalle «Linee
guida»  oggetto dell'intesa tra Stato, regioni e autonomie locali del
3 febbraio  scorso,  nel  rispetto  delle  funzioni che fanno capo al
Ministero del lavoro e delle politiche sociali per quanto riguarda le
strategie  rivolte  alle  risorse umane e ai relativi approfondimenti
specifici, le Amministrazioni coinvolte dovranno:
      a) effettuare  un'attenta  diagnosi  preliminare degli ostacoli
che  frenano  la  competitivita' e la crescita di produttivita' delle
diverse zone del Paese e nei diversi settori;
      b) identificare  i possibili prioritari obiettivi da perseguire
e, solo a questo punto;
      c) proporre   gli   strumenti   per  conseguire  gli  obiettivi
prioritari enunciati partendo da quelli che gia' sorreggono l'attuale
fase  di  programmazione,  e  i  relativi  progetti  in corso, che ne
costituiscono la base.
    L'estrapolazione  e  la  visione strategica ai fini della messa a
punto    da   parte,   rispettivamente,   delle   regioni   e   delle
Amministrazioni centrali - considerate nel loro complesso - dei DSR e
del  DSPN,  e,  da parte delle regioni del Mezzogiorno e del DPS, del
DSM,   dovra'   essere   effettuata   in   partenariato,   attraverso
incontri/confronti  bilaterali  e  multilaterali,  sulla  base  di un
percorso    condiviso    tra   Stato-regioni-autonomie   e   con   il
coinvolgimento  adeguato delle parti economiche e sociali. Essa sara'
finalizzata  a mettere a fuoco le rispettive politiche per descrivere
e  motivare  le  priorita'  specifiche  e  generali  che  dovranno, a
conclusione  del percorso, essere integrate, nella proposta di QSN di
cui  al  precedente  punto  2,  nonche'  nelle  singole  proposte  di
Programmi operativi.
    In  particolare in attuazione delle «linee guida» sono richiamati
i seguenti obblighi:
    3.1. da parte delle regioni e province autonome:
      a) la   valutazione  degli  effetti  a  livello  regionale  dei
principali  grandi  interventi  nazionali (e internazionali) di rete,
sulla  base  di  una informazione coerente avuta dai livelli centrali
responsabili;
      b) l'indicazione  della  messa  a coerenza della programmazione
economica   con   le   diverse   forme  di  governo  del  territorio,
contestualizzando  priorita',  vincoli  e  strumenti d'intervento sul
territorio stesso;
      c) l'identificazione  delle  priorita' relative agli obiettivi,
agli   strumenti,   ai   metodi  d'attuazione,  in  riferimento  alla
governance regionale;
      d) l'indicazione del metodo di concertazione istituzionale, con
particolare  attenzione  al  ruolo  delle  citta'  e  delle autonomie
locali;
      e) l'indicazione   delle   aree   d'intervento  che  richiedono
l'integrazione con interventi di altre regioni o province autonome ed
eventualmente altre aree comunitarie;
    3.2.  da parte delle amministrazioni centrali, singole e nel loro
complesso,  nell'ambito del confronto istituzionale che accompagnera'
il processo:
      a) la  valutazione  ed  estrapolazione,  laddove esistenti, dei
programmi  nazionali avviati e in corso nel periodo di programmazione
2000-2006 e le relative strategie di riferimento;
      b) l'identificazione  di  alcune  fondamentali priorita' per il
nuovo   periodo   di   programmazione,   tenendo  conto  anche  della
prosecuzione  degli  interventi gia' programmati in questo periodo di
programmazione;
      c) le indicazioni che assicurano la coerenza fra la proposta di
QSN 2007/2013 e piani nazionali per l'occupazione, nel contesto della
relativa  strategia  europea,  nazionale  e  regionale,  ma anche, in
generale, delle strategie di Lisbona e di Goteborg;
      d) le  indicazioni,  in  merito alla destinazione delle risorse
FAS  alla  politica  regionale nazionale, con riferimento al medesimo
periodo  di  programmazione  2007/2013 ed ai settori e alle tematiche
rilevanti per la politica di coesione;
      e) le  indicazioni in merito alle principali linee d'intervento
della   politica   nazionale  propria  di  ciascuna  Amministrazione,
ricadenti nel periodo 2007/2013;
      f) i   presumibili  impegni  finanziari  correlati  alle  linee
d'intervento  di  cui  al  punto  e) che ne costituiscono riferimento
operativo specifico.
    3.3.  da  parte  delle  regioni  del Mezzogiorno, comprese quelle
fuori  dell'ob.  1,  e  del Dipartimento per le politiche di coesione
(DPS):
      in  conformita'  con  quanto stabilito con le «Linee guida», le
regioni   del  Mezzogiorno  in  partenariato  con  il  DPS,  dovranno
realizzare  entro  i  primi  di ottobre  il  Documento Strategico del
Mezzogiorno  (DSM),  che  esplicita  ed  integra anche il ruolo delle
regioni del Mezzogiorno non ricomprese nell'ob. 1, 2007/2013.
    Pertanto,  d'intesa  con  il  Dipartimento  per  le  politiche di
sviluppo  e  coesione  (DPS)  -  che,  in attuazione delle richiamate
«Linee  guida»,  curera' anche il coordinamento delle Amministrazioni
centrali  interessate  per  materia  e  per  fondo  -  le regioni del
Mezzogiorno  provvederanno, partendo da una attenta valutazione dello
stato   di   attuazione  delle  politiche  regionali,  comunitarie  e
nazionali,   alla  definizione  delle  posizioni  strategiche,  della
governance,  della  programmazione,  dell'integrazione  tra  policy e
competenze  istituzionali  e  delle  relazioni partenariali, comuni a
tutte  le  istanze  del  Mezzogiorno e che spieghino e sorreggano, al
contempo, le scelte e le strategie dei DSR e dello stesso DSM.
    3.4. da parte delle Amministrazioni centrali e delle regioni:
      dovra'  essere  garantito  il  pieno,  ampio e aperto confronto
delle Amministrazioni centrali con le rispettive istanze partenariali
chiamate  a  contribuire  alla  costruzione  del  QSN,  attraverso la
promozione  di  incontri  dedicati. Le relazioni partenariali che, in
questo   spirito   e  con  queste  finalita',  dovranno  realizzarsi,
coinvolgeranno  sulle  diverse tematiche e nei differenti momenti del
processo:
        a) le  regioni  e  le  province  autonome  con  una  costante
informativa  sulla  evoluzione degli schemi di DSR e DSPN, nonche' il
confronto  delle politiche tra i due livelli di governo su obiettivi,
priorita'  e  integrazione finanziaria programmatica e di governance.
Le   attivita'   partenariali  si  svolgeranno  ai  vari  livelli  di
aggregazione territoriale e cioe': i) per l'Italia nel suo complesso,
ii)  per  il Mezzogiorno, iii) per il Centro Nord, iv) per le regioni
di  convergenza (futuro ob. 1), v) per le regioni di competitivita' e
occupazione  (futuro  ob.  2), che continueranno a beneficiare, nelle
diverse  forme  istituzionali  previste,  di  risorse  comunitarie  e
nazionali, nel quadro delle politiche di sviluppo regionale;
        b) le   istituzioni  rappresentative  degli  enti  locali  (e
segnatamente  dei  comuni,  delle province e delle comunita' montane)
chiamate,  dall'intesa  sulle  «Linee guida», a fornire il contributo
delle  rispettive istanze per la definizione di scelte e di strategie
coerenti  con  i fabbisogni delle collettivita' locali. Da parte sua,
il  partenariato  delle  autonomie locali sara' chiamato a fornire un
proprio  contributo  alla  lettura della diagnosi e delle prospettive
sulla competitivita' delle rispettive realta' territoriali;
        c) le  Parti  economiche  e  sociali  chiamate  a fornire una
lettura  e  un  proprio  originale  contributo sulla diagnosi e sulle
prospettive   della   competitivita'   regionale   a   vari   livelli
territoriali;
    3.5.   da   parte  dei  competenti  organi  tecnici  nazionali  e
regionali:
      sara'  assicurato lo svolgimento delle attivita' di valutazione
ai vari livelli con il coinvolgimento in modo attivo della pluralita'
di   soggetti   istituzionali   deputati,  per  offrire  al  processo
programmatorio  analisi,  spunti  per la discussione, elementi per la
composizione  del  necessario  quadro informativo e opportune analisi
valutative  anche  dirette  a individuare e indicare le condizioni di
capacita'  istituzionale  necessarie  per  la migliore attuazione dei
programmi.
    L'attivita'  di  valutazione  e' parte integrante del processo di
programmazione e in tale contesto l'UVAL opera a livello nazionale in
interlocuzione  con gli altri soggetti responsabili della valutazione
delle   Amministrazioni   regionali   e   centrali,   promuovendo  la
condivisione  di  metodi e risultati con la collaborazione della Rete
dei  Nuclei  e  svolgendo  le  attivita'  inerenti  la  verifica  del
principio di addizionalita'.
    Inoltre  l'UVAL, come soggetto responsabile del coordinamento del
Sistema nazionale di valutazione opera al fine di:
      a) fornire   riferimenti   per  l'impostazione  metodologica  e
operativa dell'attivita' di valutazione secondo criteri condivisi;
      b) definire  i  criteri  e  gli  standard  di  riferimento  per
garantire    la    qualita'   e   l'utilizzabilita'   dei   risultati
dell'attivita' di valutazione;
      c) fornire adeguata informazione sull'andamento del processo di
valutazione nelle sedi istituzionali preposte;
      d) individuare  e  promuovere  le  azioni  piu'  opportune  per
migliorare l'efficacia della valutazione.
4. La costituzione del Tavolo nazionale.
    Ai  fini  dell'attuazione dell'intesa di cui alle «Linee guida» e
dello svolgimento del processo ad essa connesso per il raggiungimento
degli  obiettivi,  di cui ai precedenti punti del presente piano, che
conferisce  alle  Amministrazioni  centrali il compito di contribuire
alla  elaborazione del Documento Strategico Preliminare Nazionale del
QSN, e' costituito il «Comitato delle amministrazioni centrali per le
politiche  di  coesione  2007/2013»  (Cace 2007/2013, d'ora in poi il
Comitato), cui e' attribuito il compito:
      a) della  ricognizione  delle  analisi  esistenti  in merito ai
fattori  che  spiegano  l'inadeguata crescita della produttivita' nel
Centro   Nord   e  che  frenano  la  crescita  di  produttivita'  nel
Mezzogiorno;
      b) della    ricognizione   degli   interventi   in   corso   di
realizzazione (APQ e Politiche nazionali);
      c) del  coinvolgimento  delle  associazioni degli enti locali e
delle parti economiche e sociali di cui al precedente punto 3;
      d) della  definizione  delle  modalita'  di  interazione con le
regioni  del  Mezzogiorno e del Centro Nord, della convergenza, della
competitivita'  e  occupazione e della cooperazione territoriale, per
la  ricostruzione  delle  comuni  strategie  nei  3  obiettivi  della
programmazione comunitaria 2007/2013;
      e) di  facilitare la condivisione delle valutazioni e preparare
adeguatamente   il  confronto  negoziale  anche  con  le  istituzioni
comunitarie sugli strumenti operativi ai vari livelli.
    4.1.  il  Comitato delle Amministrazioni centrali per la politica
di  coesione  2007/2013  a  vario  titolo  interessate ai processi di
impostazione  delle  politiche  di  sviluppo regionale, comunitarie e
nazionali  2007/2013,  e'  composto  da rappresentanti delle seguenti
Amministrazioni:
      Ministero   dell'economia   e  delle  finanze  (Amministrazione
capofila per il FERS);
      Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Amministrazione
capofila per il FSE);
      Ministero degli affari esteri;
      Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri  (attraverso  i  vari
Dipartimenti interessati);
      Ministero per l'istruzione, l'universita' e la ricerca;
      Ministero per le attivita' produttive;
      Ministero per l'ambiente e la tutela del territorio;
      Ministero per le infrastrutture e i trasporti;
      Ministero dell'interno;
      Ministero per le politiche agricole e forestali;
      Ministero per i beni e le attivita' culturali;
      Ministero della salute;
      ISTAT,  per  gli aspetti connessi ai dati statistici ufficiali,
comunitari, nazionali, regionali, locali.
    Le  suddette  Amministrazioni  assicureranno la partecipazione ai
lavori  del  Comitato da parte di tutte le loro strutture che possono
contribuire al processo di costruzione del QSN.
    E' inoltre stabilito che:
      a) il  coordinamento  del  Comitato  e'  affidato  al  Capo del
Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del MEF;
      b) le   singole   Amministrazioni   centrali   provvedono  alla
ricognizione  e  ricostruzione  degli elementi strategici e operativi
sottesi  alle  rispettive  politiche,  in  corso  e  di  prospettiva,
necessarie   a   ricomporre   i   rispettivi   Documenti   strategici
preliminari;
      c) il  Ministero  del lavoro e delle politiche sociali assicura
uno  stretto  coordinamento  strategico e operativo tra gli strumenti
previsti   dalle  politiche  di  coesione  e  quelli  previsti  dalle
politiche  di Lisbona per quanto concerne l'occupazione e lo sviluppo
delle risorse umane;
      d) il  Ministero per le politiche agricole e forestali assicura
uno  stretto  coordinamento  strategico e operativo tra gli strumenti
previsti   dalle  politiche  di  coesione  e  quelli  previsti  dalle
politiche di sviluppo rurale, sia nei territori della convergenza che
in  quelli  della  competitivita' e dell'occupazione, sia ai fini dei
programmi  della cooperazione territoriale europea, coerentemente con
le  indicazioni  delle «Linee guida» e le disposizioni della proposta
di regolamento generale delle politiche di coesione 2007/2013;
      e) il  DPS  provvede i) alla ricognizione e presentazione delle
analisi  esistenti  in  merito  ai  fattori che spiegano l'inadeguata
crescita della produttivita' in generale, e in particolare nel centro
Nord, e che frenano la crescita di produttivita' nel Mezzogiorno, ii)
al coordinamento delle Amministrazioni centrali ai fini della messa a
punto  del  Documento  Strategico Preliminare Nazionale DSPN, iii) al
coordinamento e promozione delle attivita' di' valutazione a sostegno
del processo di programmazione 2007-2013;
      f) il  Comitato  potra'  demandare  ad  un  gruppo ristretto di
Amministrazioni   centrali   -  composto  dalle  amministrazioni  che
nell'attuale  periodo  di  programmazione  hanno  responsabilita'  di
gestione - le funzioni di «Segretariato tecnico» del Comitato stesso.
    4.2.  Il  Comitato  dovra'  operare  in  modo  da  assicurare che
ciascuna  Ammimstrazione  centrale  contribuisca a fornire il proprio
apporto  ai  fini  degli  adempimenti  di cui ai punti da a) a e) del
presente  paragrafo.  Le  funzioni  individuali  e  collegiali  delle
Amministrazioni   centrali  che  fanno  parte  del  Comitato  saranno
destinate  al  supporto delle attivita' di coordinamento tecnico e di
stesura dei documenti, conferite al DPS.
    Le  attivita' di confronto tra Amministrazioni centrali e regioni
e  autonomie  locali,  nella  fase successiva alla disponibilita' del
DSM,  del DSPN e dei DSR, saranno organizzate dal DPS, in accordo con
le regioni, sulla base di una procedura formalmente condivisa.
    4.3.  In relazione al coordinamento delle risorse comunitarie con
le risorse nazionali, sia di cofinanziamento dei programmi comunitari
sia  di  finanziamento  degli  APQ e in generale di programmi FAS che
ricadono nel periodo di programmazione 2007/2013, la proposta tecnica
di  integrazione programmatica dei Documenti strategici, prevista per
la  fine dell'anno 2005 e l'inizio del 2006, sara' sottoposta al CIPE
sentita la Conferenza Stato-regioni-autonomie. La proposta tecnica di
DSN  sara'  redatta  sulla  base  dei  principi scanditi nelle «Linee
guida»  riconducibili:  i) alla «coerenza» della politica di coesione
con  la  strategia  di  Lisbona  e  Goteborg e con le altre politiche
comunitarie   e  nazionali  che  le  attuano,  ii)  alla  natura  non
gerarchica del processo di programmazione e che, pertanto, presuppone
l'integrazione,   la   leale  cooperazione  interistituzionale  e  il
rispetto  dei  principi  di  sussidiarieta'  e chiara ripartizione di
compiti  e  responsabilita',  ai  diversi livelli di governo e tra le
diverse  istituzioni che sono coinvolte nel processo, iii) alla piena
integrazione  degli  strumenti finanziari previsti dalla legislazione
nazionale  e  regionale,  speciale  e  ordinaria, iv) all'interazione
partenariale  con  le  associazioni  rappresentative  delle autonomie
locali   e  le  regioni,  a  sostegno  delle  politiche  di  sviluppo
regionale,  per promuovere la combinazione ottimale della generalita'
degli  strumenti  messi  in campo dalla legislazione in vigore, v) al
rigoroso  e  puntuale  rispetto  del  principio  del  partenariato da
realizzare  attraverso  il confronto attivo con le parti economiche e
sociali.