(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
                   Al Presidente della Repubblica
    Il  comune  di  Riesi (Caltanissetta), i cui organi elettivi sono
stati  rinnovati  nelle  consultazioni  amministrative  del 25 maggio
2003,  presenta  forme  di  ingerenze  da  parte  della  criminalita'
organizzata   che  compromettono  l'imparzialita'  della  gestione  e
pregiudicano  il  buon  andamento dell'amministrazione ed il regolare
funzionamento dei servizi.
    Gia'   in   precedenza   l'ente  era  stato  destinatario  di  un
provvedimento di scioglimento per infiltrazioni mafiose, adottato con
decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 1992, ai sensi
del   decreto-legge   31 maggio   1991,   n.   164,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221.
    Al   fine   di   verificare   possibili   condizionamenti   della
criminalita'  organizzata nell'attivita' amministrativa dell'ente, il
prefetto  di  Caltanissetta  ha  disposto,  con provvedimento in data
24 agosto  2005,  l'accesso  presso  il  comune  di  Riesi,  ai sensi
dell'art.  1,  quarto  comma,  del decreto-legge 6 settembre 1982, n.
629,  convertito,  con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n.
726, e successive modificazioni ed integrazioni.
    Nel corso della fase conclusiva dell'attivita' ispettiva e' stata
emessa  dal  G.I.P.  del  Tribunale  di Caltanissetta un'ordinanza di
custodia   cautelare  in  carcere,  in  data  15 novembre  2005,  nei
confronti  di  numerose persone ritenute responsabili a vario titolo,
del  reato  di  cui  all'art.  416-bis,  c.p.  e di altre fattispecie
criminose,  tra i quali anche il presidente del consiglio comunale di
Riesi,   la  cui  elezione,  secondo  quanto  emerge  dalle  suddette
risultanze  investigative,  non  sarebbe  stata  scevra  da pressioni
esterne.
    A  seguito del suddetto provvedimento giudiziario, la maggioranza
dei  consiglieri  e  degli  assessori  comunali  hanno  rassegnato le
dimissioni  dalla  carica  e,  pertanto,  il Presidente della Regione
siciliana,  con  decreto  in  data  14 dicembre  2005, ha disposto la
decadenza  del  consiglio  e  la contestuale nomina di un commissario
straordinario in sostituzione del consiglio.
    Gli  accertamenti  svolti  dalla commissione d'accesso, confluiti
nella  relazione  resa  in  data  22 dicembre  2005,  cui  si  rinvia
integralmente,  nonche'  dagli  organi investigativi, nell'avvalorare
l'ipotesi  della  sussistenza  di fattori di inquinamento dell'azione
amministrativa   dell'ente   locale   a  causa  dell'influenza  della
criminalita'  organizzata fortemente radicata sul territorio, pongono
in risalto come, nel tempo, l'uso distorto della cosa pubblica si sia
concretizzato   nel   favorire  soggetti  collegati  direttamente  od
indirettamente con gli ambienti malavitosi.
    Sono  emerse  sia una fitta rete di frequentazioni e parentele di
alcuni   amministratori   e   dipendenti   con   soggetti   raggiunti
dall'ordinanza  di custodia cautelare o comunque collegati a sodalizi
mafiosi, sia una gestione amministrativa fortemente caratterizzata da
irregolarita',  incongruenze  ed  anomalie,  in  materia  di  appalti
pubblici e nel settore edilizio.
    In tali settori, nei quali notoriamente si annidano gli interessi
illeciti   ed   i   tentativi  di  infiltrazione  della  criminalita'
organizzata,  le  gravi  anomalie ed irregolarita' riscontrate, quali
l'inadeguata  pubblicita' del bando, l'ammissione di offerte oltre il
termine,  le  alterate  modalita'  di  protocollazione delle offerte,
lasciano  ragionevolmente  ipotizzare che le stesse siano espressione
di  un  disegno  organico  finalizzato  al precostituito obiettivo di
dirottare le pubbliche risorse finanziarie verso imprese selezionate,
contigue ad esponenti mafiosi.
    Sintomatici  del  radicato  intento  di  condizionare l'attivita'
amministrativa   sono,   altresi',   i  numerosi  episodi  delittuosi
registrati  nel comune di Riesi a partire dal 2003, che hanno colpito
beni dell'ente locale - palazzo municipale, palestra comunale, scuole
pubbliche  -  e  di  altri  soggetti  istituzionali,  determinando un
allarme  ed  una  diffusa  percezione  di  insicurezza da parte della
collettivita' locale.
    Anche  la struttura burocratica non e' risultata esente da legami
con   esponenti  della  criminalita'  organizzata,  oltre  ad  essere
responsabile di un sistema gestionale volto a privilegiare la cura di
interessi estranei al perseguimento delle finalita' pubbliche.
    In  particolare,  punti  stabili di riferimento all'interno della
struttura   comunale   per  il  sodalizio  criminale  dominante  sono
risultati  sia  il  suddetto consigliere, destinatario della predetta
ordinanza  di  custodia  cautelare,  sia  un  dipendente cui e' stato
conferito  l'incarico  di  responsabile  di  un  delicato settore, in
carenza dei requisiti previsti dalla legge.
    La  circostanza  che  il predetto amministratore si sia adoperato
stabilmente  in favore delle consorterie criminali, con l'ausilio del
predetto  dipendente,  emerge  dalla  vicenda relativa al servizio di
refezione  scolastica affidato dal comune ad una cooperativa, che tra
l'altro  si avvale tra i fornitori di soggetti legati ad una famiglia
mafiosa   locale.  In  particolare,  pur  in  presenza  di  accertate
violazioni  delle  disposizioni  che impongono di individuare tutti i
fornitori  degli  alimenti  somministrati, il dipendente ha omesso di
adottare   i   dovuti   provvedimenti  sanzionatori  a  carico  della
cooperativa.  La  situazione  di  favoritismo,  gia'  riscontrata per
l'anno  2004,  si e' ripetuta anche nell'anno successivo in quanto la
stessa  ditta e' risultata aggiudicataria dell'appalto in carenza dei
controlli sulla presenza dei richiesti requisiti igienico sanitari.
    Altra  vicenda anomala riguarda la gestione del civico acquedotto
affidata  nel  corso  degli  anni  ad una impresa individuale, il cui
titolare  e'  ritenuto  associato all'organizzazione mafiosa del clan
dominante.  Per  la gestione del suddetto servizio, pur essendo state
esperite  procedure  di  pubblico  incanto, nella quasi totalita' dei
casi  ha  partecipato un'unica ditta, che si e' aggiudicata l'appalto
con  percentuali  di  ribasso esigue. Inoltre, la base d'asta fissata
dal  comune  appare strumentale alla sottrazione della procedura alle
piu'  rigorose  prescrizioni  ed alla piu' ampia forma di pubblicita'
prevista  dalla  normativa  di  settore per gli affidamenti di valore
superiore,  in  relazione,  inoltre,  agli  innumerevoli  affidamenti
diretti  alla  medesima  ditta  di  lavori  di manutenzione, e' stato
rilevato  dalla  commissione  che  le procedure di somma urgenza sono
state  regolarizzate  spesso oltre i termini prescritti dalla vigente
normativa ed in assenza dei requisiti di urgenza e necessita' posti a
base delle procedure utilizzate.
    La  circostanza  che  l'ente  non abbia previsto di affidare, con
apposita  procedura  di  gara, il servizio di manutenzione del civico
acquedotto  con  durata  stabile,  cio'  che  avrebbe  consentito  di
contenere  i  costi,  induce a ritenere che il ricorso alla procedura
d'urgenza  sia stato strumentale alla precipua finalita' di mantenere
rapporti contrattuali in via esclusiva con un'unica societa'.
    Nel   settore  della  raccolta  dei  rifiuti  solidi  urbani  non
risultano  emanate  specifiche  direttive per il regolare svolgimento
del  servizio, come dimostra il fatto che ai relativi oneri l'ente ha
provveduto  anche  con  il  riconoscimento  di debiti fuori bilancio.
Inoltre,  non  e'  stato mai realizzato il monitoraggio dell'utilizzo
dei  mezzi  comunali  per il conferimento dei rifiuti in discarica al
fine  di  ridurre  gli  oneri  di noleggio, ne' sono state effettuate
indagini  preventive  di  mercato  al fine di valutare l'offerta piu'
economica   prima   di   disporre   l'effettuazione  delle  frequenti
riparazioni  dei  mezzi;  del  tutto  assente  risulta,  altresi', la
valutazione  della  congruita' dei relativi costi. Anche il frequente
nolo  degli  autocompattatori, particolarmente oneroso per le finanze
dell'ente,  presenta  una  serie  di  irregolarita'  amministrative e
contabili che sembrano volte favorire sempre la stessa ditta.
    Concorre  a  delineare  una gestione svincolata dal perseguimento
dell'interesse  pubblico  anche la vicenda relativa all'approvazione,
da  parte del consiglio comunale, del regolamento sui lavori pubblici
in  economia  che  introduce  un  criterio  di imprevedibilita' tanto
elastico  da  potersi  considerare  quale  fattore  sintomatico della
volonta' di perseguire interessi estranei alla sfera pubblica.
    Dall'analisi della commissione ispettiva emergono altri ambiti di
anomale cointeressenze riferibili alla materia edilizia.
    Infatti,  dal maggio  2003 ad oggi sono stati effettuati solo sei
accertamenti  di  costruzioni  abusive  e,  nella  quasi totalita', i
controlli  sono  stati  svolti  su  input esterni all'amministrazione
comunale.  A  seguito  di tali accertamenti solo un immobile e' stato
acquisito al patrimonio dell'ente.
    Nell'ambito dell'area contabile e' stata riscontrato un frequente
ricorso  ai  debiti  fuori bilancio anche per sopperire a prevedibili
esigenze  di ordinaria amministrazione. In materia di tasse e tributi
e'   stato   evidenziato   un  notevole  fenomeno  di  evasione,  con
particolare   riferimento   alla   riscossione  dei  consumi  idrici,
conseguente  alla  omissione  degli  accertamenti,  dell'iscrizione a
ruolo, della riscossione e di eventuali provvedimenti coattivi.
    Il  complesso degli elementi emersi dall'accesso e dalle suddette
indagini  manifesta  che  la capacita' di penetrazione dell'attivita'
criminosa  ha  favorito il consolidarsi di un sistema di connivenze e
di  interferenza di fattori esterni al quadro degli interessi locali,
riconducibili  alla criminalita' organizzata, che, di fatto, priva la
comunita'  delle  fondamentali  garanzie democratiche e crea precarie
condizioni di funzionalita' dell'ente.
    Il  delineato  clima  di  grave  condizionamento e degrado in cui
versa   il  comune  di  Riesi,  la  cui  capacita'  volitiva  risulta
assoggettata   alla   influenza   dei   locali   sodalizi  criminali,
l'inosservanza  del principio di legalita' nella gestione dell'ente e
l'uso   distorto   delle  pubbliche  funzioni  hanno  compromesso  le
legittime  aspettative  della  popolazione  ad essere garantita nella
fruizione  dei diritti fondamentali, minando la fiducia dei cittadini
nella legge e nelle istituzioni.
    La descritta condizione di assoggettamento necessita che da parte
dello  Stato  sia  posto  in  essere un intervento, ben piu' incisivo
rispetto   alla  ordinaria  fattispecie  dissolutoria  del  consiglio
comunale,  adeguatamente  mirato  a  sostenere, in un piu' ampio arco
temporale,  il  ripristino della legalita' mediante il recupero della
struttura pubblica al servizio dei suoi fini istituzionali.
    Pertanto,   il  prefetto  di  Caltanissetta,  con  relazione  del
3 gennaio  2006, che si intende integralmente richiamata, ha proposto
l'applicazione  della  misura  di  rigore  prevista dall'art. 143 del
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
    Per le suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere,
con  urgenza,  ad eliminare ogni ulteriore motivo di deterioramento e
di  inquinamento  della  vita amministrativa e democratica dell'ente,
mediante  provvedimenti incisivi a salvaguardia degli interessi della
comunita' locale.
    Per  le  caratteristiche  che  lo  configurano,  il provvedimento
dissolutorio  previsto  dall'art. 143 del citato decreto legislativo,
puo'  intervenire  finanche  quando si siano verificate le situazioni
previste  dall'art.  141,  come  nella  fattispecie,  a seguito delle
dimissioni   rasseguate   da   oltre   la   meta'   dei  consiglieri,
differenziandosene per funzioni ed effetti.
    La  valutazione  della  situazione  in  concreto  riscontrata, in
relazione  alla  presenza ed all'estensione dell'influenza criminale,
rende  necessario  che  la  durata  della  gestione commissariale sia
determinata in diciotto mesi.
    Ritenuto,   per  quanto  esposto,  che  ricorrano  le  condizioni
indicate  nell'art.  143  del  decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267,   per   lo   scioglimento   del   consiglio  comunale  di  Riesi
(Caltanissetta),  si  formula  rituale  proposta per l'adozione della
misura di rigore.
      Roma, 23 gennaio 2006
                                     Il Ministro dell'interno: Pisanu