(all. 1 - art. 1)
                                                             Allegato
Scheda  riepilogativa regolamento CEE n. 2081/92 del Consiglio «Oliva
       Ascolana del Piceno» N. nazionale del fascicolo 18/2003
                           (N° CE .......)
                        D.O.P. (X) I.G.P. ( )
    La  presente  scheda  costituisce  una  sintesi  redatta  a scopo
informativo.  Per  un'informazione  completa,  gli  interessati  e in
particolare  i  produttori  della D.O.P. in questione sono invitati a
consultare la versione integrale del disciplinare a livello nazionale
oppure presso i Servizi competenti della Commissione europea.
1. Servizio competente dello Stato membro:
    nome: Ministero delle politiche agricole e forestali;
    indirizzo: via XX Settembre n. 20 - 00187 Roma;
    tel:      06-4819968      -      fax:     06-42013126     e-mail:
qualita@politicheagricole.it
2. Richiedente:
    2.1 Nome: Associazione di Produttori di Oliva Ascolana tenera.
    2.2 Indirizzo: via delle Zeppelle, 113 - 63100 Ascoli Piceno.
    2.3 Composizione: Produttori/trasformatori (x) altro ( ).
3. Tipo di prodotto: Classe 1.6 - Ortofrutticoli e cereali allo stato
fresco e trasformati.
4.  Descrizione  del  disciplinare:  (sintesi  dei  requisiti  di cui
all'art. 4, par. 2).
    4.1 Nome: «Oliva Ascolana del Piceno».
    4.2  Descrizione:  la  denominazione  di  origine protetta D.O.P.
«Oliva  ascolana del Piceno» designa le olive, in salamoia o ripiene,
ottenute dalla varieta' d'olivo «Ascolana tenera».
    All'atto  dell'immissione  al consumo il prodotto deve rispondere
alle  seguenti  caratteristiche  che deve mantenere fino alla data di
scadenza indicata:
a) oliva in salamoia:
    colore   uniforme  dal  verde  al  giallo  paglierino  con  odore
caratteristico  di  fermentato, il sapore e' leggermente acido con un
leggero  retrogusto  amarognolo,  fragrante  e croccante in bocca con
polpa piena, fine e compatta;
b) oliva ripiena:
    caratteristiche organolettiche:
      visive:  forma  leggermente  allungata  (ellittica) irregolare;
presenza  di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane
aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto;
      olfattive:  percezioni  olfattive  di media intensita' con note
fruttate di oliva verde e spezie;
      gustative: il prodotto risulta croccante, per la presenza della
varieta'  oliva  ascolana  tenera,  di sapore delicato con retrogusto
amaro da intenso a mediamente intenso.
    Caratteristiche   microbiologiche:   conformi  alle  disposizioni
vigenti in materia di igiene alimentare.
    Caratteristiche  fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere da
un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'.
    4.3 Zona geografica: la zona di produzione della D.O.P. comprende
alcuni  comuni della provincia di Ascoli Piceno e alcuni comuni della
provincia  di  Teramo,  indicati  nel  disciplinare  di  produzione e
situati  nelle  regioni  Marche  ed Abruzzo. La zona di produzione e'
delimitata in apposita cartografia.
    4.4 Prova dell'origine: la coltivazione dell'olivo nel territorio
Piceno  risale  agli  albori  della  sua  introduzione nella penisola
italica  da  parte dei Fenici e Greci. La selezione della varieta' da
mensa,  oggi conosciuta come «Ascolana tenera» e' avvenuta nei secoli
per  opera  dell'uomo  e gia' dai tempi degli antichi Romani essa era
nota  ed  apprezzata  tanto da indicarla come «Picenae» ed in seguito
denominata  «Ascolana». Marziale, in un epigramma satirico critica un
tal  Mancino  per  la grossolanita' dei suoi banchetti in cui, tra le
varie  prelibatezze  che  mancavano,  sottolinea  l'assenza  di olive
picenae   mentre,  in  un  altro  epigramma,  accenna  ad  una  quasi
classificazione  dell'oliva  picena  come stimolatore di appetito. Il
territorio Piceno nell'antichita' doveva essere disseminato da ricche
piantagioni  di  olivo  stando  a  quanto  asserisce un autore minore
latino  nel  poema  epico  «la  Puniche». In quell'epoca bastava dire
«olive  picenae»  per  identificare le olive che giungevano a Roma da
quella  provincia.  Plinio  le  riteneva  migliori  fra  tutte quelle
italiane.  Non  si  puo'  pensare  che  sotto  il  nome di Picenae si
confondessero  altre  varieta'  di  olive  da  mensa  perche' precise
testimonianze del Columella, nel suo Trattato di agricoltura, mettono
in  luce  dieci  varieta'  di  olive  da  tavola  fra  cui la Picena.
Successivamente,   si   deve   ai  Monaci  Benedettini  Olivetani  la
razionalizzazione  delle  pratiche agronomiche sugli olivi e furono i
primi  ad  operare  la  concia  delle  olive  utilizzando il «ranno»,
liquido alcalino ottenuto dissolvendo una parte di calce viva con 4-5
parti  di  cenere  di  legno  in  acqua.  Inedite  carte  provenienti
dall'archivio  dei Monaci Benedettini forniscono notizie anteriori al
1500  sulla  coltivazione,  sulla raccolta e sull'utilizzazione delle
olive  da  tavola nell'ascolano. I metodi di preparazione delle olive
prevedevano,  da  documenti risalenti a quell'epoca, un trattamento a
base  di calce e potassa e successivamente sale per la conservazione.
Alcuni  autori  descrivono  la  raccolta  delle  olive  ascolane,  il
trattamento delle stesse e la preparazione di quelle che, eliminatone
il  nocciolo,  venivano  chiamate  Giudee per essere senz'anima; tali
olive  possono essere considerate le attuali progenitrici delle olive
ripiene.
    La  D.O.P.  «Oliva  Ascolana  del  Piceno» identifica, quindi, un
prodotto  complesso,  frutto  dell'interazione  con l'opera dell'uomo
che,  tramandata  nel corso dei millenni, e' assurta alla dignita' di
tradizione.  La salvaguardia di questa produzione tipica, a difesa di
notevoli  interessi  economici  cosi' come di una identita' culturale
fortemente   radicata   sul  territorio,  presuppone  un  sistema  di
tracciabilita' che garantisca l'origine certa del prodotto. Pertanto,
verranno  controllate  le  fasi  del  processo  produttivo,  mediante
l'iscrizione  in  appositi  elenchi  dei  produttori  olivicoli,  con
l'identificazione  delle  particelle catastali sulle quali avviene la
coltivazione,   dei   trasformatori   e   dei   condizionatori,   con
l'ubicazione degli impianti idonei di trasformazione delle olive e di
confezionamento,  degli  allevatori  di  carni  bovine,  suine  e  di
pollame,  dei  trasformatori  di olive ripiene con l'ubicazione degli
impianti  idonei di trasformazione. delle olive. Lo stesso organismo,
autorizzato  dal  Ministero  delle  politiche  agricole  e forestali,
verifichera'  che  il  prodotto  tutelato  dalla D.O.P. risponda alle
prescrizioni del disciplinare.
    4.5   Metodo  di  ottenimento:  il  metodo  di  ottenimento  deve
risultare  perfettamente  conforme a quanto indicato nel disciplinare
di  produzione  depositato  presso i Servizi U.E. La coltivazione, la
lavorazione  ed  il  confezionamento  devono  avvenire  nell'area  di
produzione  individuata  al  punto  4.3,  al  fine  di  garantire  la
tracciabilita' ed il controllo.
    4.6  Legame: il Piceno e' una regione antica che si estende dalla
provincia  di  Ancona  ad Atri in Abruzzo. Nel sistema amministrativo
attuale  l'area  e'  interna  a  due  diverse  regioni,  le  Marche e
l'Abruzzo,  nello  specifico  una  parte dei comuni delle province di
Ascoli  Piceno  e  Teramo.  Il  centro storico di riferimento, da cui
parte  la  tradizione  e  la  coltura,  e' costituito dalla citta' di
Ascoli  Piceno  con  il  suo  territorio.  L'area  di  produzione  si
caratterizza  per  la presenza ad ovest dell'Appennino, la catena dei
Monti  Sibillini, che degrada ad est, fino al litorale adriatico, con
un'orografia  particolarmente  collinare.  Il  clima  e' condizionato
dalla  morfologia della zona e dalla lunghezza della costa che riceve
i   venti   caldo-umidi   sciroccali.   Le  precipitazioni  aumentano
progressivamente   dalla  costa  alle  zone  collinari  piu'  interne
seguendo  un  andamento  pluviometrico  irregolare  caratterizzato da
precipitazioni  concentrate  nel  periodo  autunnale  e  fine inverno
inizio primavera. L'influsso del mare caratterizza la climatologia di
tutta  l'area  interessata  alla  coltivazione dell'oliva ascolana da
mensa che predilige una pluviometria media annua che non scende al di
sotto  dei  900  mm  ed  un  ambiente pedologico caratterizzato dalla
presenza di calcio. La combinazione dei fattori produttivi, nell'area
limitata e ristretta a cui si fa riferimento, riesce ad esprimersi al
meglio,  offrendo  al  prodotto  le note caratteristiche di tenerezza
della  polpa, i profumi e gli aromi caratteristici che rendono questa
produzione  unica  nel  suo genere. Il nucleo di diffusione originale
della  coltura  e'  costituito  dal  territorio  del comune di Ascoli
Piceno  e dai territori limitrofi dove la coltivazione della varieta'
Ascolana  costituisce  ancora un fatto culturale oltre che economico.
Tale  varieta' si caraterizza per essere pianta vigorosa, di notevole
statura  con una chioma molto densa di foglie, con una drupa di forma
ellissoidale  avente un peso medio che si aggira sugli 8 grammi ed un
nocciolo  meno  di  1  grammo,  circa  1/9  in  peso  della drupa. Le
caratteristiche    qualitative   dell'oliva   ascolana   sono   state
riconosciute  ed  apprezzate  da  diversi personaggi storici, da Papa
Sisto  V  che  la  introdusse  nelle  mense  vaticane sino a Rossini,
Garibaldi e Puccini. Alcune ricerche bibliografiche fanno risalire al
secolo  scorso  la  nascita  della tradizione legata alla farcitura e
alla  frittura  delle olive da tavola secondo metodo e ricette ancora
in  uso.  La  tradizione  popolare  ritiene  che l'origine dell'oliva
farcita  e  fritta  sia  stata  un'esigenza  di  recupero delle carni
assortite  dei  banchetti e dei pranzi che si tenevano nelle famiglie
abbienti.  La ricetta originaria della farcitura si puo' far risalire
ad un periodo intorno alla costituzione del Regno d'Italia (1859/61).
L'Oliva  Ascolana del Piceno e' una realta' produttiva che dispone di
bagaglio  di qualita' e notorieta' naturale proprio conferitole dalla
sua storia millenaria e da una affermata consolidata tradizione.
    4.7 Struttura di controllo: nome: ASSAM - Agenzia servizi settore
agroalimentare delle Marche, indirizzo: via Alpi, 21 - 60100 Ancona.
    4.8  Etichettatura:  la denominazione «Oliva Ascolana del Piceno»
in  salamoia  o  ripiena  va  confezionata  in  appositi recipienti o
involucri  conformi  alle  disposizioni  vigenti in materia di igiene
alimentare.  L'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente
prevista  dal disciplinare di produzione e' vietata. La denominazione
deve  figurare  in  etichetta  con  caratteri chiari, indelebili e di
dimensioni  almeno doppie rispetto alle indicazioni di ditta, ragione
sociale   ed   altre.  Dovra'  figurare,  inoltre,  la  dicitura  «in
salamoia»,  «in  salamoia  al  naturale»  o  «  ripiena»  secondo  la
tipologia di prodotto cui si riferisce ed il simbolo grafico relativo
all'immagine   da  utilizzare  in  abbinamento  inscindibile  con  la
denominazione di origine protetta.
    Il logotipo si presenta come un cubo in prospettiva piatta, visto
dal  basso.  Visualizza  3  facce  in  dimensioni  diverse. In quella
frontale,  quadrato  perfetto,  sono  realizzate  2  foglie  di olivo
stilizzate costruite esternamente da un cerchio inscritto al quadrato
e  internamente  delimitate  dall'ovale  che  a sua volta rappresenta
un'oliva  tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano
l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e
la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione
verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che
si  tronca  nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia
sotto  a  quella centrale, di medio sviluppo, e' riportata l'immagine
grafica  di un castello con prospettiva scolpita su trama travertino,
con  inclinazione  d'asse rispetto alla faccia frontale di 30°. Nella
terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con inclinazione
d'asse  rispetto  alla  faccia  frontale di 60°, e' riportata solo la
trama  travertino.  Colore:  il  logo  e' in bianco e nero, ma potra'
essere riprodotto in qualsiasi colore o combinazione di colori.
    4.9 Condizioni nazionali:

DISCIPLINARE  DI  PRODUZIONE  DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
                     «OLIVA ASCOLANA DEL PICENO»

                               Art. 1.
                            Denominazione
    La  denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno»
e'  riservata  alle  olive,  in salamoia o ripiene, che rispondono ai
requisiti  e alle condizioni stabilite dal Regolamento comunitario n.
2081/92 ed indicate nel presente disciplinare di produzione.
                               Art. 2.
                        Piattaforma varietale
    La  denominazione  d'origine protetta «Oliva Ascolana del Piceno»
designa  le  olive,  in  salamoia  o  ripiene,  prodotte  nella  zona
delimitata  al  successivo art. 3 del presente disciplinare, ottenute
dalla varieta' d'olivo «Ascolana Tenera».
                               Art. 3.
                         Zona di produzione
    La  zona  di  produzione  della  denominazione d'origine protetta
«Oliva  Ascolana  del  Piceno»  comprende  per intero i territori dei
seguenti comuni:
comuni della provincia di Ascoli Piceno:
    Acquaviva  Picena, Altidona, Appignano del Tronto, Ascoli Piceno,
Belmonte  Piceno,  Campofilone, Carassai, Castel di Lama, Castignano,
Castorano,  Colli  del  Tronto, Cossignano, Cupramarittima, Falerone,
Fermo, Folignano, Francavilla d'Ete, Grottammare,
Grottazzolina,   Lapedona,   Magliano  di  Tenda,  Maltignano,  Massa
Fermana,  Massignano,  Monsampietro  Morico,  Monsampolo  del Tronto,
Montalto   delle   Marche,   Montappone,   Monte  Rinaldo,  Monte  S.
Pietrangeli,  Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado,
Montedinove,   Montefiore   dell'Aso,   Montegiberto,   Montegiorgio,
Montegranaro,   Monteleone   di   Fermo,  Montelparo,  Monteprandone,
Monterubbiano,   Montottone,   Moresco,  Offida,  Ortezzano,  Pedaso,
Petritoli,  Ponzano  di  Fermo,  Porto  S. Giorgio, Porto S. Elpidio,
Rapagnano,   Ripatransone,   Rotella,   Servigliano,  Spinetoli,  San
Benedetto  del  Tronto,  S.  Elpidio a Mare, S. Vittoria in Matenano,
Torre S. Patrizio, Venarotta;
comuni della provincia di Teramo:
    Martinsicuro,     Colonnella,    Alba    Adriatica,    Corropoli,
Controguerra, Ancarano, Nereto, Torano Nuovo, S. Egidio alla Vibrata,
Civitella  del  Tronto,  S. Omero, Tortoreto, Giulianova, Mosciano S.
Angelo,  Bellante, Campli, Valle Castellana, Torricella Sicura, Rocca
S.  Maria,  Teramo,  Castellalto,  Canzano,  Notaresco,  Morro d'Oro,
Roseto degli Abruzzi, Cortino, Montorio al Vomano.
                               Art. 4.
                         Tecniche colturali
    Il  territorio  su  cui insiste la produzione della denominazione
d'origine  protetta  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  ha  le  seguenti
caratteristiche pedo-climatiche:
      terreni    di    natura    variabile   dal   calcareo-argilloso
all'arenaceo, con pH mediamente sub-alcalini;
      altitudine  delle  aree  di  produzione variabile dai 20 ai 500
m.s.l.m.
    Le tecniche colturali adottate sono le seguenti:
      gli  impianti  hanno sesti posizionati in modo tale da favorire
una buona areazione ed illuminazione per permettere l'allegagione;
      la  densita'  di  impianto  non  deve superare le 300 piante/ha
(sesto  di  impianto  6\times 6). Negli impianti deve essere presente
almeno   il   60%  di  ascolana  tenera  ed  un  max  40%  di  piante
impollinatrici;
      le forme di allevamento da utilizzare sono quelle libere (vaso,
globo, monocono ecc..);
      l'irrigazione  e'  consentita,  ma  va  interrotta almeno venti
giorni prima della raccolta;
      la raccolta va effettuata tra il 10 settembre ed il 20 ottobre;
      la   produzione   unitaria   massima   di  olive  per  impianti
specializzati  e' di 7ton/ha, per piante in coltura promiscua e' pari
a 50 kg/pianta.
                               Art. 5.
                          Elementi storici
    Il   nucleo  originario  di  diffusione  della  coltivazione,  va
ricondotto  ai  comuni di Ascoli Piceno, Folignano, Venarotta, Castel
di  Lama,  in  provincia  di  Ascoli Piceno e S. Egidio alla Vibrata,
Civitella del Tronto in provincia di Teramo.
    Le  olive  da  tavola  provenienti  da  questi  territori,  erano
conosciute  dai  classici  latini,  come  «Ulivae  Picenae». Notevole
l'incidenza  della tecnica di trasformazione adottata nei comprensori
di  storica  diffusione,  sui  caratteri  del  prodotto  originario e
relativa  all'uso  di un carbonato alcalino per estrarre dalle olive,
insieme  al grasso, le sostanze amare. I Monaci Benedettini Olivetani
del  Piceno,  furono  i  primi  ad  operare la concia delle olive e a
testimoniare il carattere di un'industria locale basata proprio sulla
preparazione delle olive da tavola.
    Le prime notizie circa la farcitura dell'oliva ascolana risalgono
ai  1600  periodo  in  cui  queste  una  volta denocciolate, venivano
riempite  di  erbe  (olive  giudee).  La  ricetta  attuale invece, ha
origine  nel XIX sec. con farcitura a prevalente base di carni, quale
specialita' in uso in famiglie agiate.
                               Art. 6.
                        Metodo di ottenimento
Oliva in salamoia
    a) Caratteristiche del frutto.
    Il  frutto  fresco  ammesso alla lavorazione per la produzione di
oliva ascolana tenera deve presentare i seguenti caratteri:
      frutto sano;
      lesioni  o  ammaccature  nei  limiti previsti dalla norma CODEX
ALIMENTARIUS  STAN  66-1981  e per ciascuna categoria commerciale, di
seguito  indicata,  la somma delle tolleranze non sara' superiore, in
nessun caso, a: extra il 7%; prima il 12%; seconda o standard il 17%;
      rapporto polpa nocciolo in peso non inferiore a 4;
      polpa di facile distacco dal nocciolo;
      colore  verde  paglierino,  proprio,  caratteristico del frutto
maturo.
    b) Lavorazione.
    Il  trattamento  di deamarizzazione deve iniziare non oltre le 48
ore dalla raccolta delle olive. La lavorazione ed il confezionamento,
devono avvenire nell'area di produzione indicata all'art. 3, seguendo
le  riconosciute  e  sperimentate tecniche di trasformazione connesse
allo   stato  di  maturazione  della  varieta'  ed  alla  temperatura
dell'ambiente. La lavorazione comprende le seguenti fasi:
    1. deamarizzazione  delle  olive  con  immersione in soluzione di
idrato  sodico  (NaOH) la cui concentrazione puo' variare dall'1.5 al
3%;  la  durata  del  processo  e'  compresa tra un minimo di 8 ed un
massimo di 12 ore;
    2. lavaggi per la riduzione dell'alcale residuo;
    3.    fermentazione   e   conservazione,   in   salamonia,   alla
concetrazione compresa tra l'8 e il 10% di cloruro di sodio (NaCl).
    E' ammessa la deamarizzazione delle olive definita «al Naturale»,
ponendole  direttamente  in salamoia alla concentrazione compresa tra
l'8 e il 10% di cloruro di sodio, la durata del processo, legata allo
stato  di maturazione della varieta', richiede tempi di fermentazione
stoccaggio non inferiori ai 10 mesi.
    c) Caratteristiche della salamoia.
    I   caratteri  della  salamoia  di  conservazione  devono  essere
contenuti  nei  limiti  previsti  dalla norma CODEX ALIMENTARIUS STAN
66-1981.
Oliva ripiena.
    La  denominazione  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  ripiena  viene
prodotta secondo le modalita' tipiche e tradizionali sotto riportate:
a) Caratteristiche degli ingredienti.
    Carni  fresche:  carni di bovino maturo provenienti dalla zona di
cui  all'art.  3,  minimo  40%  -  massimo  70%;  carni  suine mature
provenienti dalla zona di cui all'art. 3 minimo 30% - massimo 50%; e'
tollerata  l'aggiunta di carni di pollo provenienti dalla zona di cui
all'art. 3 e/o tacchino fino ad un massimo del 10%.
    Ingredienti  aggiuntivi:  uova (da 2 a 4, secondo necessita', per
kg  di  impasto);  formaggio  stagionato  grattugiato  per  aroma  ed
amalgama,  minimo  gr  100  per  kg di impasto; olio extravergine e/o
strutto  quanto basta per la cottura delle carni, e' consentito l'uso
del  burro  nella  cottura delle carni purche' indicato in etichetta;
vino  bianco  secco;  cipolla, carota, costa di sedano, noce moscata,
sale, quanto basta per l'insaporimento delle carni in cottura.
    Ingredienti   facoltativi:   e'  ammesso  l'utilizzo  di  piccole
quantita'  di  salsa  di  pomodoro  per  l'insaporimento delle carni;
chiodi di garofano; pepe; buccia di limone grattugiata ed altri aromi
di minore entita'.
    Ingredienti  per la panatura: uova, farina di grano, pangrattato,
in  quantita'  sufficienti per la formazione di una leggera copertura
dell'oliva ripiena.
    Il  prodotto finito deve contenere almeno il 40% in peso di oliva
denocciolata.
    b) Lavorazione.
    Le  carni  sopraccitate,  tagliate in pezzi, vengono rosolate con
cipolla,  carota  e sedano, in olio extravergine di oliva e/o strutto
(e' consentito l'uso del burro) e portate a cottura a fuoco lento con
aggiunta  di  vino bianco secco e sale. A cottura ultimata la carne e
gli  ingredienti aggiuntivi vengono triturati. L'impasto viene legato
con uovo, formaggio grattugiato e aggiunta di noce moscata.
    Le   olive  preventivamente  denocciolate  vengono  riempite  con
l'impasto  cosi'  ottenuto.  Le  olive  ripiene vengono passate nella
farina,  nell'uovo  battuto  ed  infine  nel pangrattato. Il prodotto
finale e' destinato alla frittura.
                               Art. 7.
                     Caratteristiche al consumo
    Il  prodotto  finito deve avere le seguenti caratteristiche, fino
alla data di scadenza indicata:
      a) oliva in salamoia
        caratteristiche organolettiche;
        visive: colore uniforme dal verde al giallo paglierino;
        olfattive: odore caratteristico di fermentato;
        gustative:   sapore   lievemente  acido;  leggero  retrogusto
amarognolo; fragranza e croccantezza in bocca;
        caratteristiche  microbiologiche:  conformi alle disposizioni
vigenti in materia di igiene alimentare;
        caratteristiche  fisiche:  polpa  piena,  fine, compatta, non
raggrinzita, non granulosa.
      b) oliva ripiena
        caratteristiche organolettiche;
        visive:  forma  leggermente allungata (ellittica) irregolare;
presenza  di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane
aderente all'oliva, con impasto che si presenta compatto;
        olfattive:  percezioni olfattive di media intensita' con note
fruttate di oliva verde e spezie;
        gustative:  il  prodotto  risulta  croccante, per la presenza
della   varieta'  oliva  ascolana  tenera,  di  sapore  delicato  con
retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso;
        caratteristiche  microbiologiche:  conformi alle disposizioni
vigenti in materia di igiene alimentare;
        caratteristiche fisiche: 1 kg di olive ripiene deve contenere
da un minimo di 65 a un massimo di 95 unita'.
                               Art. 8.
                            Conservazione
    Alle  olive  in  salamoia  possono  essere aggiunti: acidificanti
naturali;  parti  di  pianta  come aromatizzanti, infusi di finocchio
selvatico,  privi  di residui cellulosici ottenuti utilizzando piante
spontanee  o  piante  provenienti da coltivazioni ricadenti nell'area
indicata  all'art. 3; e' vietata l'aggiunta di coloranti, conservanti
ed   acidificanti   ad  eccezione  dell'acido  L-ascorbico  (E300)  e
dell'acido citrico (E330).
    Le  olive  in  salamoia ripiene fresche o parzialmente cotte sono
conservate   nel   rispetto   delle   condizioni  igienico-sanitarie,
rispondenti  alle vigenti normative in materia alimentare, assicurate
dalle tecnologie di produzione e condizionamento adottate. In caso di
conservazioni   per   periodi   lunghi   debbono   essere   surgelate
immediatamente dopo la produzione, secondo le norme di legge vigenti.
                               Art. 9.
                             Adempimenti
    Al  fine di garantire la rintracciabilita' della denominazione di
origine,  i  singoli  componenti  la filiera produttiva devono essere
identificati  attraverso  la  loro  iscrizione  nei seguenti appositi
elenchi:
      a) dei  produttori  olivicoli  con  l'identificazione catastale
degli oliveti idonei;
      b) dei  trasformatori con l'ubicazione degli impianti idonei di
trasformazione delle olive;
      c) degli  allevatori  di  carni  bovine, suine e di pollame con
l'indicazione del numero dei capi allevati;
      d) dei  trasformatori  di  olive ripiene con l'ubicazione degli
impianti idonei di trasformazione delle olive;
      e) dei  condizionatori,  con l'ubicazione degli impianti idonei
al  confezionamento delle olive. Questi elenchi sono attivati, tenuti
ed aggiornati dall'Organismo di controllo.
                              Art. 10.
                    Designazione e presentazione
    Il  nome  della denominazione di origine protetta «Oliva Ascolana
del   Piceno»  deve  figurare  in  etichetta  con  caratteri  chiari,
indelebili e di dimensioni almeno doppie rispetto alle indicazioni di
ditta,  ragione  sociale  ed  altre,  in  modo  da  poter  essere ben
distinguibile.  Sull'etichetta  dovra', inoltre, figurare la dicitura
«in  salamoia»,  «in  salamoia  al  naturale»  o «ripiena» secondo la
tipologia di prodotto cui si riferisce.
    La  denominazione  «Oliva Ascolana del Piceno» e' contraddistinta
dal logo che segue:

            ----> Vedere Logo a pag. 70 della G.U. <----

    Descrizione:  l'immagine  del logo «Oliva Ascolana del Piceno» si
presenta  come  un  cubo  in  prospettiva  piatta,  visto  dal basso.
Visualizza  n.  3  facce  in  dimensioni diverse. In quella frontale,
quadrato perfetto, vi sono realizzate n. 2 foglie di olivo stilizzate
costruite   esternamente  da  un  cerchio  inscritto  al  quadrato  e
internamente  delimitate  dall'ovale  che  a  sua  volta  rappresenta
un'oliva  tagliata orizzontalmente da tre linee ondulate che separano
l'oliva stessa in quattro parti; l'asse centrale dell'oliva (ovale) e
la costruzione delle foglie rispetto alla base hanno una inclinazione
verso destra di 30°, l'oliva e le foglie sono unite da un rametto che
si  tronca  nello spigolo del quadrato basso a sinistra. Nella faccia
sotto   a  quella  centrale,  di  medio  sviluppo,  vi  e'  riportata
l'immagine  grafica  di un castello con prospettiva scolpita su trama
travertino,  con inclinazione d'asse rispetto alla faccia frontale di
30°.  Nella  terza faccia laterale sinistra, di piccolo sviluppo, con
inclinazione  d'asse  rispetto  alla  faccia  frontale  di 60°, vi e'
riportata solo la trama travertino.
    Colore:  il logo e' in bianco e nero, ma potra' essere riprodotto
in qualsiasi colore o combinazione di colori.
    La  denominazione  «Oliva  Ascolana  del  Piceno»  in  salamoia o
ripiena  va  confezionata  con  recipienti  o involucri conformi alle
disposizioni vigenti in materia di igiene alimentare.
    L'aggiunta  di qualsiasi qualificazione alla denominazione di cui
all'art.  1,  non espressamente prevista dal presente disciplinare e'
vietata.  Tale  divieto  e' esteso anche ad aggettivi quali: eccelsa,
fine, superiore, selezionato, genuino, tradizionale, etc...