Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Vibo Valentia (Catanzaro) - al quale la legge assegna quaranta membri - si e' dimostrato incapace di provvedere, nei termini prescritti dalle norme vigenti, al fondamentale adempimento dell'approvazione del bilancio di previsione del 1987. Il predetto consesso, in effetti, ha avuto fin dalla sua elezione - 26 giugno 1983 - una vita amministrativa particolarmente travagliata e difficile, a causa degli insanabili contrasti creatisi in seno a quell'organo comunale che hanno dato luogo alla formazione - con lunghi intervalli di crisi - di quattro giunte municipali con avvicendamenti nella carica di sindaco. L'attuale maggioranza, formata dai gruppi DC - PSI - PSDI - PRI, che ha dato vita alla giunta municipale eletta dal consiglio comunale in data 13 ottobre 1986, si dissolveva in presenza dell'adempimento di approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio in corso. Infatti, quel consiglio comunale non riusciva ad approvare il bilancio malgrado l'argomento sia stato portato all'esame in varie sedute come di seguito viene riferito. La sezione del comitato regionale di controllo con ordinanza del 1 ottobre 1987, convocava quel civico consesso per i giorni 22 e 26 ottobre 1987, rispettivamente, in prima e seconda convocazione perche' provvedesse all'approvazione del bilancio di previsione, con la espressa diffida che in difetto di approvazione di tale documento contabile, nei termini assegnati, sarebbero stati adottati gli ulteriori provvedimenti previsti dall'art. 4 della legge 22 dicembre 1969, n. 964. La giunta municipale con atto deliberativo n. 1702 del 6 ottobre 1987, di propria iniziativa provvedeva a convocare il consiglio comunale in sessione straordinaria ed in prima convocazione per il giorno 16 ottobre 1987 ed in prosecuzione nei successivi giorni 17, 18 e 19 per la trattazione dei seguenti argomenti: 1) relazione previsionale e programmatica e bilancio pluriennale 1987-89; 2) bilancio di previsione per l'esercizio 1987. Di tale convocazione veniva data notizia al comitato di controllo con telegramma n. 32669 del 10 ottobre 1987. Nel frattempo, si dimettevano il sindaco e due assessori effettivi e la giunta municipale, con atto deliberativo in data 15 ottobre 1987, provvedeva ad integrare l'ordine del giorno della seduta del consiglio comunale, fissata per il 16 ottobre 1987, con i seguenti argomenti: presa d'atto delle dimissioni dei cennati amministratori ed elezione del sindaco e di due assessori effettivi. La seduta del 16 ottobre - nel corso della quale veniva data notizia della convocazione d'ufficio del consiglio comunale da parte dell'organo regionale di controllo e della relativa diffida per l'approvazione del bilancio 87 - risultava infruttuosa e veniva aggiornata al 19 ottobre. Anche tale seduta consiliare si concludeva con un nulla di fatto ed il consiglio comunale di autoconvocava per il giorno 25 ottobre 1987. Il consiglio comunale nella seduta del 25 ottobre - durante la quale veniva ribadita la diffida fatta dalla sezione provinciale del Co.Re.Co. - provvedeva a prendere atto delle dimissioni del sindaco e di quelle dei due assessori effettivi nonche' di quelle di tre altri assessori effettivi e di due supplenti rassegnate nel frattempo, rinviando la trattazione degli altri argomenti, tra cui l'approvazione del bilancio 1987, alla data del 15 novembre 1987. Risultata infruttuosa anche quest'ultima seduta, il consiglio si riuniva ancora in data 27 novembre 1987 e 5 dicembre 1987, ma all'ordine del giorno venivano stralciati gli argomenti dell'approvazione del bilancio di previsione dell'esercizio 1987 e dell'approvazione della relazione previsionale e programmatica e bilancio pluriennale 1987-89. In tali sedute, comunque, l'organo assembleare non riusciva a deliberare alcun argomento. Intanto, la sezione del comitato regionale di controllo, avendo constatato la inadempienza del consiglio comunale a deliberare il bilancio di previsione per l'esercizio 1987, con provvedimento del 6 novembre 1987 disponeva la nomina di un commissario ad acta il quale con deliberazione n. 79 del 7 dicembre 1987 approvava in via sostitutiva il bilancio di previsione di cui trattasi, nonche' la relazione previsionale e programmatica ed il bilancio pluriennale di investimenti 87-89. Il prefetto di Catanzaro, ritenendo essersi verificata l'ipotesi prevista dal quinto comma del citato art. 4 della legge del 1969, n. 964, ha proposto lo scioglimento del predetto consiglio comunale, disponendone nel contempo, la sospensione ai sensi dell'art. 105 del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839. Si ritiene che, nella specie, ricorrano gli estremi per far luogo al proposto scioglimento atteso che il predetto consiglio comunale non e' riuscito a provvedere all'approvazione del bilancio di previsione del 1987, anche dopo la scadenza dei termini entro i quali era tenuto a provvedervi, tanto da rendere necessario l'intervento sostitutivo da parte dell'organo regionale di controllo. Mi onoro, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto col quale si provvede allo scioglimento del consiglio comunale di Vibo Valentia (Catanzaro) ed alla nomina di un commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune nella persona del dott. Arcangelo Cerminara. Roma, addi' 15 gennaio 1988 Il Ministro dell'interno: FANFANI