ALLEGATO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Il consiglio comunale di Taurianova, rinnovato nelle consultazioni elettorali del 10-11 dicembre 1988, presenta fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. Invero, con rapporto della questura di Reggio Calabria del 1 giugno 1991, con rapporto dell'Alto commissario per il coordinamento della lotta contro la delinquenza mafiosa del 3 giugno 1991, con rapporto della legione carabinieri di Catanzaro del 7 giugno 1991 e successivamente con lettera del Dipartimento della pubblica sicurezza del 25 giugno 1991, sono stati evidenziati i collegamenti diretti e indiretti tra amministratori e criminalita' organizzata con carattere di continuita' sia per la presenza all'interno dell'amministrazione lo- cale di soggetti legati alle famiglie protagoniste della malavita di Taurianova, sia in conseguenza della coesistenza nella medesima persona della qualita' di pubblico amministratore e di esponente di cosca mafiosa. In particolare, il cursus amministrativo di molti consiglieri e' risultato carico sia di denunce per reati vari, soprattutto in pregiudizio della p.a. sia, di procedimenti penali, taluni ancora pendenti ovvero conclusisi con sentenza penale di condanna. Fra i componenti del consiglio comunale di Taurianova figuravano: Rocco Zagari, infermiere della U.S.L. n. 27, indicato come elemento di spicco del clan mafioso Avignone-Giovinazzo, sospeso dalla carica di consigliere comunale con provvedimento del prefetto di Reggio Calabria del 9 ottobre 1990, ai sensi dell'art. 15 della legge 19 marzo 1990, n. 55, per essere stato sottoposto alla misura preventiva di allontanamento dal luogo di residenza. Lo stesso Zagari, in data 2 maggio 1991, e' stato ucciso a colpi di lupara come gia' avvenuto per il Domenico Giovinazzo del sopracitato clan di cui lo Zagari e' considerato "erede". Ad ulteriore conferma dei collegamenti con la criminalita' va menzionata la sequenza dei fatti criminosi sostanziatisi in ben quattro omicidi e due tentati omicidi susseguitesi nello spazio di ventiquattro ore in Taurianova successivamente all'omicidio dello Zagari e concordemente ritenuti dalle forze dell'ordine come vendetta dell'uccisione dello stesso; Francesco Macri', condannato - con sentenza della corte d'appello di Reggio Calabria in data 21 giugno 1990 divenuta esecutiva il 21 dicembre 1990 - alla pena di quattro anni e due mesi di reclusione per i reati di cui agli articoli 314, 110, 81, 61 n. 7 e 324 c.p. con interdizione perpetua dai pubblici uffici. In relazione alla condanna riportata il Francesco Macri' e' stato sospeso dalla carica di consigliere con decreto del prefetto di Reggio Calabria n. 167/91/Gab del 25 gennaio 1991 e successivamente rimosso con decreto del Ministro dell'interno del 13 marzo 1991 ai sensi dell'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142. In precedenza motivi di ordine pubblico avevano determinato gli scioglimenti degli organi della U.S.L. n. 27 di Taurianova presieduta dallo stesso Macri', adottati con provvedimenti del Presidente della Repubblica del 15 aprile 1987 e del 5 maggio 1989. Successivamente all'uccisione di Rocco Zagari ed alla rimozione dalla carica di consigliere di Francesco Macri', figurano nel medesimo consiglio comunale di Taurianova i consiglieri di seguito indicati, i quali, in base al rapporto della legione carabinieri di Catanzaro del 7 giugno 1991, risultano essere collegati ai fenomeni di criminalita' organizzata: Michele Zavaglia, nei cui confronti del 6 maggio 1991 si e' concretizzata la fattispecie prevista dalla legge 1 giugno 1977, n. 286, che dispone la sospensione ope legis degli amministratori a seguito di sentenza di primo grado. Il medesimo e' stato infatti condannato con sentenza del tribunale di Palmi del 13 marzo 1991 ad un anno e sei mesi di reclusione per il reato di cui agli articoli 407, 110, 640 e 483 c.p.; Giuseppe Falleti, in rapporto di stretta amicizia e parentela con alcuni esponenti della cosca Avignone; Luigi Germano', solito accompagnarsi a persone pregiudicate e sottoposte a misure di prevenzione ed egli stesso sanzionato con il divieto di detenere armi e munizioni fin dal 1986; Francesco Leva, ritenuto vicino alle organizzazioni mafiose del luogo; Francesco Sposato, sottoposto a diffida di pubblica sicurezza perche' ritenuto appartenente all'omonimo clan mafioso poi soppiantato dal clan Avignone, nonche' coimputato con Francesco Macri' in un procedimento penale relativo ad un vizioso giro di assegno di provenienza illecita; Giuseppe Legato, considerato longa manus del Francesco Macri' con cui e' coimputato in diversi procedimenti penali; Antonio Vincenzo Fava, legato da affinita' con il maggiore esponente del clan mafioso di Antonio Rositano, che fa capo alla gia' citata cosca Avignone-Giovinazzo. Sindaco del comune di Taurianova e' la signora Olga Macri', sorella del Francesco Macri'. La presenza nei posti chiave dell'amministrazione comunale dei fratelli Macri', cosi' come pure le relazioni parentali, di affinita' e di amicizia precedentemente esposti evidenziano la mancanza di autonomia nell'esercizio del mandato rappresentativo ed appalesano una chiara contiguita' tra malavita operativa e sistema clientelare di cui i personaggi sopra citati sono emblematici. La situazione generale dell'amministrazione risulta conseguentemente deteriorata, sotto il profilo dell'imparzialita' e del buon andamento dell'amministrazione e del regolare funzionamento dei servizi, per la disattenzione e l'insensibilita' dell'amministrazione comunale alle esigenze concrete e primarie della collettivita' sotto il profilo sanitario, culturale e sociale. Peraltro, la fruizione dei servizi essenziali appare, in base al dettato dei rapporti pervenuti, sottoposta ad un consolidato sistema di abusi e favoritismi, che impedisce il libero esercizio dei diritti civili. Anche lo stato della sicurezza pubblica risulta gravemente pregiudicato, come testimoniano sia il dato criminale riportato dalle cronache nazionali, sia il clima di diffusa paura che paralizza la popolazione di Taurianova, determina sfiducia nelle istituzioni e mina gli stimoli della partecipazione alla vita sociale. Per quanto riguarda in particolare i pregiudizi che da tale situazione derivano sullo stato della sicurezza pubblica, proprio nel rapporto dell'Alto commissario e' evidenziato come in relazione ai collegamenti tra gli amministratori comunali di Taurianova e bosses della 'ndrangheta si siano ripetutamente verificate vere e proprie "guerre per bande" aventi per oggetto il contestuale controllo di traffici illeciti e della cosa pubblica. Da quanto sopra esposto emerge l'urgenza dell'intervento dello Stato mediante provvedimenti incisivi in direzione dell'amministrazione comunale di Taurianova. Il prefetto di Reggio Calabria, ai sensi dell'art. 1, secondo comma, del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, ha dato l'avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale di Taurianova sospendendo, con decreto del 3 giugno 1991, gli organi ordinari del comune medesimo, in quanto l'ulteriore permanenza in carica del consiglio comunale costituisce grave remora per la normale vigenza dei principi democratici e di liberta' collettiva, in atto gia' fortemente deteriorati. Ritenuto per tutto quanto sopra esposto, che ricorrano le considerazioni indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale del comune di Taurianova, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore, anche nella considerazione che le dimissioni presentate in data 30 maggio 1991, alle quali non e' seguita la presa d'atto, non costituisce ostacolo allo scioglimento per espressa previsione dell'art. 1, comma 6, del citato decreto-legge. Roma, 2 agosto 1991 Il Ministro dell'interno: SCOTTI