(all. 1 - art. 1)
                             ALLEGATO 1
DISPOSITIVI  DI  PROTEZIONE  IN  CASO  DI  CAPOVOLGIMENTO DI TRATTORI
AGRICOLI A CARREGGIATA STRETTA, MONTATI ANTERIORMENTE
                               Capo I
                   CONDIZIONI DI OMOLOGAZIONE CEE
1. DEFINIZIONE
1.1. Per "dispositivo di protezione in  caso  di  capovolgimento  del
trattore",  qui di seguito denominato "dispositivo di protezione", si
intende la struttura installata sui trattori avente essenzialmente lo
scopo di evitare o limitare i rischi per il  conducente  in  caso  di
capovolgimento del trattore durante un'utilizzazione normale
1.2.  I  dispositivi  di  cui  al punto 1.1. sono caratterizzati come
segue:  -  i  dispositivi  principali  sono  disposti   anteriormente
rispetto  al  centro del volante; - i dispositivi presentano una zona
libera quale definita nel capo IV A, punto 2.
2. PRESCRIZIONI GENERALI
2.1. Tutti i dispositivi di protezione, nonche' i  loro  attacchi  al
trattore,  devono  essere  progettati  e  costruiti in funzione dello
scopo essenziale di cui al punto 1.1.
2.2. Questa condizione si ritiene soddisfatta se sono  rispettate  le
prescrizioni dei capi II, III e IV.
3. DOMANDA DI OMOLOGAZIONE CEE
3.1. La domanda di omologazione CEE per quanto riguarda la resistenza
dei  dispositivi  di  protezione e dei loro attacchi al trattore deve
essere presentata dal fabbricante del trattore o dal costruttore  del
dispositivo di protezione o dai rispettivi mandatari.
3.2. Essa deve essere accompagnata dai seguenti documenti in triplice
copia  e  corredata dalle seguenti indicazioni: - disegno complessivo
in  scala  o  con  l'indicazione  delle  dimensioni  principali   del
dispositivo di protezione; in particolare, il disegno deve riprodurre
in  dettaglio  le parti degli attacchi; - fotografie laterali e della
parte anteriore da cui risultino i dettagli degli attacchi;  -  breve
descrizione  del  dispositivo  di  protezione, che indichi il tipo di
costruzione, i sistemi di attacco al trattore e,  se  necessario,  il
dettaglio del rivestimento e precisazioni sull'imbottitura interna; -
dati  sui  materiali  usati  per  le  strutture e per gli elementi di
fissaggio del dispositivo di protezione (vedi capo IV).
3.3. Al servizio tecnico incaricato delle prove  di  omologazione  e'
presentato  un trattore rappresentativo del tipo di trattore al quale
e' destinato il dispositivo di protezione da omologare. Tale trattore
e' munito del dispositivo di protezione. Inoltre  le  dimensioni  dei
pneumatici  che  sono o possono essere montati sugli assi anteriore e
posteriore devono essere indicate dal costruttore.
3.4. Il detentore dell'omologazione CEE puo'  chiederne  l'estensione
ad altri tipi di trattori. Le competenti autorita' che hanno concesso
l'omologazione  CEE  iniziale  concedono l'estensione richiesta se il
dispositivo di protezione e il tipo o i tipi di trattore per i  quali
e'  richiesta  l'estensione dell'omologazione CEE iniziale rispondono
alle condizioni seguenti:  -  la  massa  del  trattore  non  zavorato
definita nel capo III, punto 1.4., non supera di oltre il 5% la massa
di  riferimento utilizzata per la prova; - il sistema di attacco ed i
punti di fissaggio sul trattore sono identici; - i componenti,  quali
parafanghi  e  cofani, che possono servire da sostegno al dispositivo
di  protezione,  devono  avere  la  stessa  resistenza  ed   identica
posizione  rispetto al dispositivo di protezione; - la posizione e le
dimensioni critiche del sedile e del volante rispetto al  dispositivo
di  protezione  nonche'  la  posizione  rispetto  al  dispositivo  di
protezione dei punti supposti rigidi e  presi  in  considerazione  ai
fini  della verifica della protezione della zona libera devono essere
tali che detta zona libera rimanga protetta dal dispositivo  dopo  la
deformazione di quest'ultimo a seguito delle varie prove.
4. ISCRIZIONI
4.1.  Ogni  dispositivo di protezione conforme al tipo omologato deve
recare le seguenti iscrizioni:
4.1.1. marchio di fabbrica o commerciale;
4.1.2. marchio di omologazione conforme al modello  di  cui  al  capo
VII;
4.1.3. numero di serie del dispositivo di protezione;
4.1.4.  marchio  e tipo, o tipi, dei trattori ai quali il dispositivo
di protezione e' destinato.
4.2.  Tutte  queste  indicazioni  devono  essere  riportate  su   una
targhetta.
4.3.  Le iscrizioni devono essere apposte in modo da essere visibili,
leggibili ed indelebili.
                               Capo II
CONDIZIONI PRELIMINARI  PER  LE  PROVE  DI  RESISTENZA  DI  CUI  AGLI
ALLEGATI III E IV
1.  PREPARAZIONE  PER  LA  PROVA  PRELIMINARE Il trattore deve essere
munito del dispositivo di protezione in posizione  di  sicurezza.  Il
trattore  deve essere munito di pneumatici aventi il massimo diametro
indicato dal costruttore la  minima  sezione  trasversale  per  detto
diametro.  I  pneumatici  non  devono  essere zavorrati con liquido e
devono essere gonfiati alla pressione raccomandata per il  lavoro  su
terreno  agricolo.  Le  ruote posteriori devono essere regolate sulla
carreggiata piu' stretta; le ruote anteriori devono  essere  regolate
per  quanto  possibile,  sulla  stessa  carreggiata.  Qualora fossero
possibili   due   regolazioni   della   carreggiata   anteriore   che
differissero  della stessa misura dalla regolazione della carreggiata
posteriore piu' stretta, si sceglie la  piu'  grande  di  queste  due
regolazioni   della  carreggiata  anteriore.  Tutti  i  serbatoi  del
trattore debbono essere pieni, i liquidi possono essere sostituiti da
una massa equivalente posta nella posizione corrispondente.
2. PROVA DI STABILITA' LATERALE  Il  trattore  preparato  come  detto
sopra  e'  sistemato  su un piano orizzontale in modo che il punto di
articolazione dell'asse anteriore oppure, nel  caso  di  un  trattore
articolato,  il  punto  di  articolazione  orizzontale tra i due assi
possa  muoversi  liberamente.  Con  un  mezzo  qualsiasi   quale   un
martinetto  o  un  paranco si inclina la parte del trattore collegata
rigidamente all'asse che  sopporta  oltre  il  50%  della  massa  del
trattore  stesso,  misurando  costantemente  l'angolo d'inclinazione.
Questo angolo deve raggiungere  un  valore  minimo  di  38  gradi  al
momento  in  cui il trattore viene a trovarsi in equilibrio instabile
sulle due ruote a contatto col suolo. Si esegue la prova in posizione
di massima sterzatura, una volta a destra e una volta a sinistra.
3. PROVA DI NON CONTINUITA' DEL ROTOLAMENTO
3.1.  Osservazioni  generali  Lo  scopo  della  prova  e'  quello  di
determinare se un dispositivo fissato al trattore  e  progettato  per
proteggere il conducente sia in grado di impedire in modo efficace un
rotolamento   continuato   del   trattore  stesso  che  si  capovolga
lateralmente su una pendenza 1/1,5. La prova  della  non  continuita'
del  rotolamento e' fornita con uno dei due metodi di prova descritti
ai successivi punti 3.2. e 3.3..
3.2. Dimostrazione pratica delle caratteristiche di  non  continuita'
del rotolamento La prova di capovolgimento deve essere eseguita su un
pendio  di  prova lungo almeno 4 metri (vedi figura 1 del capo V). La
superficie deve essere ricoperta con uno strato di 18 cm di materiale
che, misurato conformemente alla raccomandazione ASAE n. R 313, punto
1, abbia un indice di penetrazione del cono di A (235 (Piu'  o  Meno)
20)  oppure  B  (335  (Piu'  o  Meno)  20).  Il trattore e' ribaltato
lateralmente con  velocita'  iniziale  nulla;  a  tal  fine  esso  e'
disposto  sulla sommita' del pendio di prova in modo che le ruote del
lato rivolto verso  il  basso  poggino  sul  pendio  e  il  piano  di
simmetria del trattore sia parallelo alle linee di livello. Dopo aver
urtato la superficie del pendio di prova, il trattore puo' sollevarsi
dalla   superficie   ruotando  attorno  allo  spigolo  superiore  del
dispositivo  di  protezione  ma  non  deve  capovolgersi;  esso  deve
ricadere sul pendio con il lato che lo ha urtato inizialmente.
3.3.  Dimostrazione  teorica delle caratteristiche di non continuita'
del rotolamento Per verificare le caratteristiche di non  continuita'
del  rotolamento  e'  necessario  conoscere  i  seguenti  valori  del
trattore (vedi figure dell'appendice 2):
H / (m): Altezza del baricentro.
  L  3  (m):  Distanza  orizzontale  tra  il  baricentro   e   l'asse
posteriore.
L 2 (m): Distanza orizzontale tra il baricentro e l'asse anteriore.
D 3 (m): Altezza del pneumatico (posteriore).
D 2 (m): Altezza del pneumatico (anteriore).
H 6 (m): Altezza totale (altezza del punto d'urto).
L  6  (m):  Distanza  orizzontale  tra  il  baricentro  e il punto di
intersezione anteriore  del  dispositivo  di  protezione  (con  segno
negativo se tale punto anteriore si trova davanti al baricentro).
B 6 (m): Larghezza del dispositivo di protezione.
H 7 (m): Altezza del cofano motore.
B 7 (m): Larghezza del cofano motore.
L  7  (m):  Distanza  orizzontale  tra  il  baricentro  e  lo spigolo
anteriore del cofano motore.
H 0 (m): Altezza del punto di articolazione dell'asse anteriore.
S (m): Carreggiata (posteriore).
B 0 (m): Larghezza del pneumatico (posteriore).
D 0 (raggio):  Angolo  di  oscillazione  dell'asse  anteriore  (dalla
posizione zero sino all'arresto).
M (kg): Massa del trattore.
Q  (kgm(Elevato  al  Quadrato)):  Momento  d'inerzia attorno all'asse
longitudinale passante per il baricentro.
- In questo contesto la somma della larghezza della carreggiata  S  e
della  larghezza  del  pneumatico  B  0  deve  essere  maggiore della
larghezza B 6 del dispositivo di protezione.
3.3.2.   Ai   fini   del   calcolo   si  fanno  le  seguenti  ipotesi
semplificative: - il trattore fermo si capovolge sul piano  inclinato
di  1/1,5  con  un  asse anteriore oscillante quando il baricentro si
trova sulla verticale dell'asse di rotazione; - l'asse  di  rotazione
e'  parellelo  all'asse  longitudinale  del  trattore  e passa per il
centro  delle  superfici  di  contatto  tra  le  ruote  anteriori   e
posteriori e il piano inclinato; - il trattore non scivola a valle; -
l'urto  contro  il  piano  inclinato  e' parzialmente elastico con un
coefficiente di elasticita' U = 0,2; - la profondita' di penetrazione
nel piano inclinato e la deformazione del dispositivo  di  protezione
danno  complessivamente  T  =  0,2  m;  - nessun altro componente del
trattore penetra nel piano inclinato.
4. CONDIZIONI RELATIVE ALLE PROVE DI  RESISTENZA  Il  dispositivo  di
protezione deve essere sottoposto alle prove di resistenza di ai capi
III  e  IV  soltanto  se  le  due  prove descritte ai punti 2 e 3 del
presente allegato hanno dato risultati soddisfacenti.



         ---->  Vedere Appendice 1 a pag. 12 del S.O.  <----


         ---->  Vedere Appendice 2 a pag. 13 del S.O.  <----



                               Capo III
 CONDIZIONI PER LE PROVE DI RESISTENZA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
                 E DEI RELATIVI ATTACCHI AL TRATTORE
1. PRESCRIZIONI GENERALI
1.1. Scopo delle prove Le prove vengono  eseguite  mediante  apposite
apparecchiature  e  servono  a  simulare  le  sollecitazioni  cui  e'
sottoposto il dispositivo di protezione al momento del capovolgimento
del trattore. Tali  prove,  descritte  nel  capo  IV,  consentono  di
verificare  la  resistenza  del  dispositivo di protezione e dei suoi
attacchi al trattore, nonche' di tutte le parti di  quest'ultimo  che
trasmettono la sollecitazione di prove.
1.2.  Metodi  di prova Le prove possono essere eseguite conformemente
alla procedura dinamica  (vedi  capi  III  A  e  IV  A)  oppure  alla
procedura statica (vedi capi III B e IV B), a scelta del costruttore.
I due metodi sono equivalenti.
1.3. Norme generali per la preparazione delle prove
1.3.1.  Il  dispositivo  di  protezione  deve  essere  conforme  alle
specifiche della produzione di serie. Deve essere montato, secondo le
modalita' prescritte dal fabbricante, su uno dei trattori per i quali
e' stato progettato Per una prova statica non e' necessario  disporre
di  un  trattore  completo  per  la prova di resistenza; tuttavia, il
dispositivo di protezione e le parti del trattore alle quali esso  e'
fissato  devono  costituire  un  insieme  funzionale,  qui di seguito
denominato "complesso".
1.3.2. Per la prova statica o dinamica di resistenza, vengono montate
sul trattore tutte le parti strutturali di serie che possono incidere
sulla resistenza del dispositivo di protezione  o  essere  necessarie
per  la prova di resistenza. Anche le parti che possono costituire un
rischio all'interno della  zona  libera  devono  essere  montate  sul
trattore  in  modo  che  se  ne  possa  accertare la conformita' alle
prescrizioni dei punti 3.1 e 3.2.  Tutte  le  parti  strutturali  del
trattore  o  del  dispositivo  di  protezione, comprese le protezioni
contro le intemperie, devono essere fornite od indicate sui disegni.
1.3.3. Per le prove di resistenza devono essere  rimossi  pannelli  e
parti  amovibili non strutturali, in modo che non contribuiscano alla
resistenza del dispositivo di protezione.
1.3.4. Carreggiata La carreggiata deve essere  regolata  in  modo  da
evitare,  per  quanto possibile, che, durante le prove di resistenza,
il dispositivo di protezione sia sopportato dai pneumatici. Se queste
prove sono eseguite con  la  procedura  statica,  le  ruote  potranno
essere smontate.
1.4.  Massa  di  riferimento del trattore La massa di riferimento del
trattore mt impiegata nelle formule (Vedi capi  IV  A  e  IV  B)  per
calcolare  l'altezza  di  caduta  della  massa  pendolare, le energie
trasmesse e le forze di schiacciamento, deve essere almeno  uguale  a
quella  definita  al  punto 2.4 del capo I della direttiva 74/150/CEE
del Consiglio (cioe' senza accessori  forniti  a  richiesta,  ma  con
liquido  di  raffreddamento, lubrificanti, carburante, attrezzatura e
conducente), piu' il dispositivo di  protezione,  meno  75  kg.  Sono
esclusi le zavorre anteriori o posteriori facoltative, la zavorratura
dei  pneumatici,  gli  accessori  o apparecchi montati sul trattore o
qualsiasi altro componente speciale.
2. PROVE
2.1. Sequenza delle prove Fatte salve le prove complementari  di  cui
ai  punti  1.6  del  capo IV A e 1.6 e 1.7 del capo IV B, la sequenza
delle prove e' la seguente:
2.1.1.  urto  (prove  dinamiche)  oppure  carico   (prove   statiche)
posteriormente al dispositivo (vedi punto 1.1 dei capi IV A e IV B);
2.1.2.   prova   di  schiacciamento  posteriore  (prove  dinamiche  o
statiche) (vedi punto 1.4 dei capi IV A e IV B);
2.1.3. urto (prove dinamiche) o carico (prove statiche) frontale  sul
dispositivo di protezione (vedi punto 1.2 dei capi IV A e IV B);
2.1.4.  urto (prove dinamiche) o carico (prove statiche) laterale sul
dispositivo di protezione (vedi punto 1.3 dei capi IV A e IV B);
2.1.5. schiacciamento frontale del dispositivo di  protezione  (prove
dinamiche o statiche) (vedi punto 1.5 dei capi IV A e IV B).
2.2. Disposizioni generali
2.2.1. Se un elemento qualsiasi dell'apparecchiatura di ancoraggio si
sposta o si spezza durante la prova, questa va ripetuta.
2.2.2.  Durante  la  prova  non  si  puo'  procedere  a riparazioni o
registrazioni del trattore o del dispositivo di protezione.
2.2.3. Durante la prova il cambio del trattore deve essere  in  folle
ed i freni sbloccati.
2.2.4.  Se  il trattore e' munito di un sistema di sospensione tra il
telaio e le ruote, questo sistema deve  essere  bloccato  durante  le
prove.
2.2.5.  Il  lato scelto per l'applicazione del primo urto (in caso di
prove dinamiche) o del primo carico (in caso di prove  statiche)  sul
retro  del dispositivo di protezione deve essere quello che, a parere
delle autorita' addette alla prova, risultera' piu'  sfavorevole  per
il  dispositivo  di  protezione  per  l'applicazione  di una serie di
impatti o di carichi. L'urto o il  carico  laterale  e  l'urto  o  il
carico  posteriore  devono essere applicati da una parte e dall'altra
rispetto   al   piano   longitudinale   mediano  del  dispositivo  di
protezione. L'urto o il carico frontale deve essere  applicato  dalla
stessa  parte  del  piano  mediano  longitudinale  del dispositivo di
protezione alla quale e' applicato l'urto o il carico laterale.
2.3. Tolleranze di misura
2.3.1.  Dimensioni  lineari:  (Piu'  o  Meno)  3  mm.  Eccezioni:   -
deformazione  dei  pneumatici: (Piu' o Meno) 1 mm, - deformazione del
dispositivo di  protezione  durante  le  sollecitazioni  orizzontali:
(Piu'  o  Meno)  1  mm,  -  ciascuna delle due misure dell'altezza di
caduta della massa pendolare: (Piu' o Meno) 1 mm.
2.3.2. Masse: (Piu' o Meno) 1%.
2.3.3. Forze: (Piu' o Meno) 2%.
2.3.4. Angoli: (Piu' o Meno) 2 gradi.
3. CONDIZIONI DI ACCETTAZIONE.
3.1. Un dispositivo di protezione presentato all'omologazione CEE  e'
considerato  conforme  alle  prescrizioni relative alla resistenza se
risultano rispettate le seguenti condizioni:
3.1.1. dopo ciascuna fase della  prova  non  si  sono  verificate  le
rotture  e  le incrinature di cui al punto 3.1. del capo IV A e IV B.
Se durante una delle prove si riscontrano rotture o  incrinature  non
trascurabili, deve essere effettuata un'altra prova, conformemente al
capo  IV  A  o IV B, immediatamente dopo la prova che ha originato le
rotture o le incrinature;
3.1.2. durante le prove non si devono verificare interferenze tra  un
elemento  del  dispositivo di protezione e la zona libera definita al
punto 2 dei capi IV A e IV B;
3.1.3. durante le prove, tutte le  parti  della  zona  libera  devono
risultare  protette  dal dispositivo, conformemente al punto 3.2. dei
capi IV A e IV B;
3.1.4. la deformazione elastica, misurata come  prescritto  al  punto
3.3. dei capi IV A e IV B, deve essere inferiore a 250 mm.
3.2. Nessun accessorio deve presentare un pericolo per il conducente.
Non devono esservi parti od accessori sporgenti in grado di ferire il
conducente in caso di capovolgimento del trattore e nessun elemento o
accessorio  deve  poterlo  imprigionare,  bloccandogli ad esempio una
gamba o un piede, a seguito delle deformazioni della struttura.
4. VERBALE DI PROVA
4.1.  Il  verbale  di  prova  deve  essere  accluso  alla  scheda  di
omologazione  CEE di cui al capo VIII. Un modello di presentazione e'
riportato nel capo VI. Nel verbale deve figurare quanto segue:
4.1.1. una descrizione generale della forma e della  costruzione  del
dispositivo  di  protezione, compresi i materiali o gli attacchi (con
disegni di solito in scala di almeno 1:20 per gli schemi  generali  e
1:2,5  per  i  dettagli  degli  attacchi ), le dimensioni esterne del
trattore  munito  del  dispositivo  di  protezione,   le   principali
dimensioni  interne  e la descrizione dettagliata dei dispositivi per
l'accesso e l'uscita normali e per  l'eventuale  uscita  in  caso  di
emergenza nonche', se del caso, dettagli del sistema di riscaldamento
e di ventilazione;
4.1.2. una breve descrizione dell'imbottitura interna.
4.2.  Il  verbale deve permettere di identificare chiaramente il tipo
di trattore (marca, tipo e denominazione commerciale, ecc.) usato per
le prove, e gli altri tipi di trattori ai  quali  il  dispositivo  di
protezione e' destinato.
4.3. Se l'omologazione CEE viene estesa ad altri trattori, il verbale
deve citare esattamente gli estremi del verbale dell'omologazione CEE
iniziale  e  contenere precise indicazioni relative alle prescrizioni
di cui al punto 3.4. del capo I.

      A. Apparecchiature ed attrezzature per le prove dinamiche
1. ARIETE A PENDOLO
1.1. Un ariete a pendolo viene sospeso, mediante due  catene  o  funi
metalliche,  a  dei  perni  situati a non meno di 6 m dal suolo. Deve
essere previsto un dispositivo per regolare  separatamente  l'altezza
di sospensione dell'ariete e l'angolo fra l'ariete e le catene o funi
metalliche.
1.2.  La  massa dell'ariete deve essere di 2.000 (Piu' o Meno) 20 kg,
esclusa la massa delle catene o funi metalliche che dal canto suo non
deve superare 100 kg. La lunghezza dei lati della  superficie  d'urto
deve  essere  di  680  (Piu'  o  Meno) 20 mm (vedi capo V, figura 4).
L'ariete  deve  essere  zavorrato  in  modo  che  la  posizione   del
baricentro  sia  costante  e  coincida  con  il centro geometrico del
parallelepipedo.
1.3. Il parallelepipedo deve essere collegato con il sistema  che  lo
tira  all'indietro  per  mezzo  di  un  dispositico  di  sganciamento
istantaneo, concepito e  disposto  in  modo  tale  da  permettere  di
sganciare   l'ariete  a  pendolo  senza  provocare  oscillazioni  del
parallelepipedo rispetto al proprio asse  orizzontale  perpendicolare
al piano di oscillazione del pendolo.
2. SOSTEGNI DEL PENDOLO I perni del pendolo devono essere rigidamente
fissati  in  modo  che  il loro spostamento in qualsisi direzione non
superi l'1% dell'altezza di caduta.
3.
ANCORAGGIO
3.1.
Le rotaie di ancoraggio, opportunamente distanziate  tra  loro  e  di
lunghezza  sufficiente  per  permettere  l'ancoraggio del trattore in
tutti i casi illustrati (vedi figure 5, 6 e  7  del  capo  V)  devono
essere  fissate  rigidamente  a  un  robusto basamento posto sotto il
pendolo.
3.2.
Il trattore deve  essere  ancorato  alle  rotaie  mediante  una  fune
d'acciaio  da  6  x  19 a trefoli tondi conforme alla norma ISO 2408,
avente un diametro nominale di 13  mm.  I  trefoli  metallici  devono
avere un carico di rottura di 1.770 MPa.
3.3.
Il  perno  centrale di un trattore articolato deve essere sostenuto e
ancorato al suolo in modo adeguato per tutte le prove. Per  la  prova
di  urto laterale, il perno deve essere puntellato sul lato opposto a
quello dell'urto. Non occorre che le  ruote  anteriori  e  posteriori
siano  allineate,  se questo puo' facilitare l'opportuna sistemazione
delle funi metalliche.
4.
BLOCCAGGIO DELLE RUOTE E TRAVE
4.1.
Per  bloccare  le  ruote durante le prove d'urto, si usa una trave di
legno tenero di sezione quadrata e con lato di 150  mm  (vedi  figure
5,6 e 7 del capo V).
4.2.
Per  la  prova d'urto laterale, una trave di legno tenero deve essere
fissata al basamento per bloccare il cerchione della ruota  dal  lato
opposto a quello dell'urto, conformemente alla figura 7 del capo V.
5.
CEPPI E FUNI DI ANCORAGGIO PER TRATTORI ARTICOLATI
5.1.
Per  i  trattori  articolati devono essere utilizzati ceppi e funi di
ancoraggio supplementari. Questi hanno lo  scopo  di  garantire  alla
sezione  del  trattore  sulla  quale  e'  fissato  il  dispositivo di
protezione una rigidita' equivalente a  quella  di  un  trattore  non
articolato.
5.2.
Per  le  prove  di  urto  e  di  schiacciamento  sono  forniti  altri
particolari nel capo IV A.
6.
PRESSIONE E DEFORMAZIONE DEI PNEUMATICI
6.1.
I pneumatici del trattore non devono essere muniti di zavorra liquida
e devono essere gonfiati alla pressione  prescritta  dal  fabbricante
del trattore per i lavori agricoli.
6.2.
Le  funi di ancoraggio devono essere tese in ciascun caso in modo che
i  pneumatici  siano  soggetti  ad  una  deformazione  pari  al   12%
dell'altezza  del  loro fianco (distanza fra il suolo e il punto piu'
basso del cerchione) prima della tensione delle funi.
7.
APPARECCHIO DI SCHIACCIAMENTO
Un apparecchio del tipo illustrato nella figura del capo V deve poter
esercitare sul dispositivo di protezione una  forza  verso  il  basso
mediante   una  trave  rigida,  larga  circa  250  mm,  collegata  al
meccanismo di applicazione del carico da giunti universali.  Appositi
supporti  disposti  sotto gli assali devono impedire che i pneumatici
del trattore assorbano la forza di schiacciamento.
8.
APPARECCHIATURE DI MISURA
8.1.
Un'apparecchiatura del tipo illustrato nella figura 9 del capo V  per
la   misurazione   della   deformazione   elastica   (differenza  fra
deformazione massima istantanea e deformazione permanente).
8.2.
Un'apparecchiatura per controllare che il dispositivo  di  protezione
non  abbia  interferito  nella  zona  libera  e  che quest'ultima sia
rimasta protetta dal dispositivo durante la prova  (vedi  punto  3.2.
del capo IV A).

      B. Apparecchiature ed attrezzature per le prove statiche
1.
ATTREZZATURA PER LA PROVA STATICA
1.1.
Questa   attrezzatura   deve   permettere   di   applicare  spinte  o
sollecitazioni al dispositivo di protezione
1.2.
Si   deve   provvedere   affinche'  la  sollecitazione  possa  essere
distribuita in modo uniforme, perpendicolarmente  alla  direzione  di
sollecitazione,  lungo  una  trave  la  cui  lunghezza e' un multiplo
esatto di 50 compreso tra 250 e 700 mm. La dimensione verticale della
sezione della trave rigida deve essere di 150 mm. Gli  spigoli  della
trave  a  contatto  con  il  dispositivo  di protezione devono essere
convessi e presentare un raggio di raccordo di 50 mm al massimo.
1.3.
Il supporto deve essere regolabile per adeguarsi a  qualsiasi  angolo
in  relazione  alla  direzione della sollecitazione, al fine di poter
seguire le variazioni angolari della superficie  del  dispositivo  di
protezione  sottoposta  a sollecitazione quando il dispositivo stesso
si deforma.
1.4.
Direzione della sollecitazione (deviazione rispetto all'orizzontale e
alla verticale):
- all'inizio della prova,  senza  sollecitazione:  (Piu'  o  Meno)  2
gradi,
-  durante  la  prova,  con sollecitazione: 10 gradi sopra e 20 gradi
sotto l'orizzontale.
Queste variazioni devono essere ridotte la minimo.
1.5.
La velocita' di deformazione deve essere ridotta al minimo (inferiore
a 5 mm/s) in modo che la sollecitazione si possa  ritenere  "statica"
in qualsiasi momento.
2.  APPARECCHIATURA  PER  LA  MISURAZIONE  DELL'ENERGIA ASSORBITA DAL
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE
2.1.  Per  determinare  l'energia  assorbita   dal   dispositivo   di
protezione,  si deve tracciare il diagramma "forza/deformazione". Non
e' necessario misurare la  forza  e  la  deformazione  del  punto  di
applicazione della sollecitazione al dispositivo; tuttavia la "forza"
e  la  "deformazione"  devono essere misurate simultaneamente e sulla
stessa linea.
2.2. Il punto di origine delle misure  di  deformazione  deve  essere
scelto  in  modo  da  tener conto soltanto dell'energia assorbita dal
dispositivo di protezione e/o della deformazione di  taluni  elementi
del  trattore.  Non  si  tiene  conto  dell'energia  assorbita  dalla
deformazione e/o dallo slittamento dell'ancoraggio.
3. MEZZI PER L'ANCORAGGIO DEL TRATTORE AL SUOLO
3.1 Le rotaie di ancoraggio, opportunamente distanziate tra loro e di
lunghezza sufficiente per permettere  l'ancoraggio  del  trattore  in
tutti  i  casi  illustrati,  devono  essere fissate rigidamente ad un
basamento resistente posto in prossimita' dell'attrezzatura di prova.
3.2. Il trattore deve essere ancorato alle rotaie con qualsiasi mezzo
adatto (piastre, ceppi, funi metalliche, sostegni, ecc.) in modo  che
non   si   possa  muovere  durante  le  prove.  Questo  requisito  di
immobilita' deve essere verificato durante lo svolgimento della prova
utilizzando gli strumenti classici per le misure di lunghezza. Se  il
trattore  si  sposta,  occorre ripetere tutta la prova, a meno che al
trattore  sia  collegato  il  sistema  per   la   misurazione   delle
deformazioni     utilizzato     per     tracciare     il    diagramma
"forza/deformazione".
4. APPARECCHIO DI SCHIACCIAMENTO
4.1.  Un  apparecchio  del  tipo illustrato nella figura 8 del capo V
deve esercitare sul dispositivo di  protezione  una  forza  verso  il
basso  mediante  una  trave  rigida, larga circa 250 mm, collegata al
meccanismo di applicazione del carico da giunti universali.  Appositi
supporti  disposti  sotto gli assali devono impedire che i pneumatici
del trattore assorbano la forza di schiacciamento.
5. ALTRE APPARECCHIATURE DI MISURA
5.1. Un'apparecchiautra del tipo illustrato nella figura 9 del capo V
per  la  misurazione  della  deformazione  elastica  (differenza  tra
deformazione massima istantanea e deformazione permanente).
5.2.  Un'apparecchiatura  per  verificare  che  durante  la  prova il
dispositivo di protezione non abbia interferito nella zona  libera  e
che  quest'ultima  sia rimasta protetta dal dispositivo di protezione
(vedi punto 3.2. del capo IV-B).

                             C. Simboli
mt (kg): Massa di riferimento del trattore definita al punto 1.4. del
presente capo.
D(mm): Deformazione del dispositivo di protezione nel punto d'impatto
(prove dinamiche) o nel punto di  applicazione  della  sollecitazione
lungo l'asse di applicazione (prove statiche).
H(mm): Altezza di caduta dell'ariete a pendolo.
F (N) (Newton): Forza di carico statico.
Fmax:   Massima   forza   di   carico   statico   sviluppata  durante
l'applicazione della sollecitazione (N), sovraccarico escluso.
F" (N): Forza di carico corrispondente a E"i.
F-D: Diagramma forza/deformazione.
Eis (J) (Joule): Energia immessa, da assorbire durante l'applicazione
della sollecitazione laterale.
Eil(J): Energia immessa, da assorbire  durante  l'applicazione  della
sollecitazione longitudinale.
Fv (N): Forza verticale di schiacciamento.
Ei  (J):  Energia  di  deformazione  assorbita. Area situata sotto la
curva F-D (vedi figura 10a del capo V).
E"i (J): Energia di deformazione assorbita dopo l'applicazione di una
sollecitazione complementare, in  seguito  a  rottura  o  incrinatura
(vedi figure 10b e 10c del capo V).
Ea  (J):  Energia di deformazione assorbita nel punto in cui cessa la
sollecitazione. Area  iscritta  all'interno  della  curva  F-D  (vedi
figura 10b del capo V).
E""i  (J):  Energia  di  deformazione  assorbita  durante la prova di
sovraccarico nel caso in cui  la  sollecitazione  sia  cessata  prima
dell'inizio  della  prova  di  sovraccarico.  Area situata al disotto
della curva F-D (vedi figura 10c del capo V).

                               Capo IV
                         PROCEDURE DI PROVE
                         A. Prove dinamiche
1. PROVE D'URTO E DI SCHIACCIAMENTO
1.1. Urto posteriore
1.1.1. Il trattore viene sistemato, rispetto all'ariete a pendolo, in
modo che quest'ultimo  colpisca  il  dispositivo  di  protezione  nel
momento  in  cui  la  superficie  di impatto e le catene o le funi di
supporto formano con il piano verticale un angolo pari a  mt
                                                         ----,
non superiore a 20 gradi, a meno che durante la
                                                          100
deformazione,  il  dispositivo  di protezione formi con la verticale,
nel punto  di  contatto,  un  angolo  maggiore.  In  questo  caso  la
superficie  di  impatto  dell'ariete  a  pendolo deve essere regolata
mediante un supporto supplementare in modo  da  essere  parallela  al
dispositivo  di  protezione  nel  punto  di impatto e nell'istante di
deformazione  massima,  mentre  le  catene  o  le  funi  di  supporto
mantengono  l'angolo definito sopra. E' necessario regolare l'altezza
di sospensione dell'ariete a pendolo e  prendere  ogni  altra  misura
atta  ad  evitare  che  l'ariete  stesso  ruoti  intorno  al punto di
contatto. Il punto d'impatto e' situato sulla parte  del  dispositivo
di  protezione  che si presume tocchi per primo il terreno in caso di
capovolgimento all'indietro, ossia normalmente sul  bordo  superiore.
Il  baricentro  dell'ariete  a pendolo si trova a 1/6 della larghezza
della parte superiore del dispositivo di protezione all'interno di un
piano verticale parallelo al piano mediano  del  trattore  che  tocca
l'estremita'  superiore  del  dispositivo di protezione. Se in questo
punto il dispositivo e' curvo o sporgente, si devono  aggiungere  dei
cunei  che consentano l'applicazione dell'urto in questo punto, senza
peraltro rinforzare il dispositivo.
1.1.2. Il trattore deve essere ancorato al  suolo  con  quattro  funi
metalliche,  una  a ciascuna estremita' dei due assali, disposte come
indicato nella figura 5 del capo V. I punti di ancoraggio anteriori e
posteriori devono trovarsi a distanza tale  che  le  funi  metalliche
formino  un  angolo  inferiore a 30 gradi con il suolo. Gli ancoraggi
posteriori devono inoltre essere regolati in modo  che  il  punto  di
convergenza  delle  due  funi metalliche si trovi sul piano verticale
nel quale si sposta il baricentro  della  massa  pendolare.  Le  funi
metalliche  devono  essere  tese  in  modo  che  le  deformazioni dei
pneumatici corrispondano alle indicazioni del punto 6.2. del capo III
A. Messe le funi metalliche in  tensione,  si  dispone  davanti  alle
ruote  posteriori e a stretto contatto con esse, fissandola al suolo,
una trave che funga da zeppa.
1.1.3. Nel caso di un trattore articolato, il punto di  articolazione
deve  inoltre  essere  sostenuto  da  un  blocco  di legno di sezione
quadrata, con lato di almeno 100 mm, fissato saldamente al suolo.
1.1.4. L'ariete a pendolo e' tirato indietro in  modo  che  l'altezza
del  suo  baricentro  superi  quella che avra' nel punto d'urto di un
valore dato da uno delle due seguenti formule da scegliersi a seconda
della massa di riferimento del complesso sottoposto alle prove:  H  =
25  +  0,07  mt  per i complessi con massa di riferimento inferiore a
2.000 kg; H = 125 + 0,02 mt per i complessi con massa di  riferimento
superiore  a  2.000  kg.  L'ariete  e'  quindi  sganciato  ed urta il
dispositivo di protezione.
1.2. Urto frontale
1.2.1. Il trattore viene sistemato, rispetto all'ariete a pendolo, in
modo che quest'ultimo  colpisca  il  dispositivo  di  protezione  nel
momento  in  cui  la  superficie  di impatto e le catene o le funi di
supporto formano con il piano verticale un angolo pari a mt/100,  non
superiore  a  20  gradi,  a  meno  che  durante  la  deformazione  il
dispositivo di protezione  formi  con  la  verticale,  nel  punto  di
contatto, un angolo maggiore. In questo caso la superficie di impatto
dell'ariete  deve  essere regolata mediante un supporto supplementare
in modo da essere parallela al dispositivo di protezione nel punto di
impatto e nell'istante di deformazione massima, mentre le catene o le
funi di supporto mantengono l'angolo definito  sopra.  E'  necessario
regolare  l'altezza  di  sospensione dell'ariete a pendolo e prendere
ogni altra disposizione atta ad evitare  che  l'ariete  stesso  ruoti
attorno  al  punto  di  contatto.  Il punto d'impatto e' il punto del
dispositivo di protezione che si presume tocchi per primo il  terreno
in  caso  di  capovolgimento laterale durante la marcia avanti, ossia
normalmente il bordo superiore. Il baricentro della  massa  pendolare
si trova ad 1/6 della larghezza della parte superiore del dispositivo
di  protezione,  all'interno di un piano verticale parallelo al piano
mediano del trattore che tocca  l'estremita'  superiore  esterna  del
dispositivo di protezione. Se in questo punto la struttura e' curva o
sporgente,  devono  essere  aggiunti  dei  cunei  che  consentano  di
applicarvi  l'urto,  senza  peraltro  rinforzare  il  dispositivo  di
protezione.
1.2.2.  Il  trattore  deve  essere ancorato al suolo con quattro funi
metalliche, una a ciascuna estremita' dei due assali,  disposte  come
indicato nella figura 6 del capo V. I punti di ancoraggio anteriori e
posteriori  devono  essere  disposti  a  distanza  tale  che  le funi
metalliche formino un angolo inferiore a 30 gradi con il  suolo.  Gli
ancoraggi  posteriori  devono  inoltre essere disposti in modo che il
punto di convergenza delle due funi metalliche  si  trovi  sul  piano
verticale nel quale si sposta il baricentro della massa pendolare. Le
funi  metalliche  devono  essere tese in modo che le deformazioni dei
pneumatici corrispondano alle indicazioni del punto 6.2. del capo III
A. Messe le funi metalliche in tensione, si dispone dietro alle ruote
posteriori e a stretto contatto con esse, fissandola  al  suolo,  una
trave che funga da zeppa.
1.2.3.  Nel  caso  di  trattore articolato, il punto di articolazione
deve inoltre essere sostenuto  da  un  blocco  di  legno  di  sezione
quadrata, con lato di almeno 100 mm, fissato saldamente al suolo.
1.2.4.  L'ariete  a pendolo e' tirato indietro, in modo che l'altezza
del suo baricentro superi quella che avra' nel  punto  d'urto  di  un
valore dato da una delle due seguenti formule da scegliersi a seconda
della  massa  di riferimento del complesso sottoposto alle prove: H =
25 + 0,07 mt per complessi con massa di riferimento inferiore a 2.000
kg; H = 125  +  0,02  mt  per  complessi  con  massa  di  riferimento
superiore  a  2.000  kg.  La  massa  e'  quindi  sganciata ed urta il
dispositivo di protezione.
1.3. Urto laterale
1.3.1. Il trattore viene sistemato, rispetto all'ariete a pendolo, in
modo che quest'ultimo  colpisca  il  dispositivo  di  protezione  nel
momento  in  cui  la  superficie  di impatto e le catene o le funi di
supporto sono verticali, a  meno  che  durante  la  deformazione,  il
dispositivo  di  protezione  formi,  con  la  verticale, nel punto di
contatto,  un  angolo  inferiore  a  20  gradi.  In  questo  caso  la
superficie  di  impatto  deve  essere  regolata  mediante un supporto
supplementare  in  modo  da  essere  parallela  al   dispositivo   di
protezione nel punto d'urto al momento della deformazione massima; le
catene  o  le  funi metalliche devono rimanere verticali nel punto di
contatto. E' necessario regolare l'altezza di sospensione dell'ariete
a  pendolo  e  prendere  ogni  altra disposizione atta ad evitare che
l'ariete  stesso  ruoti  attorno  al  punto  di  contatto.  Il  punto
d'impatto  e'  il  punto del dispositivo di protezione che si presume
tocchi per primo il terreno in caso di  capovolgimento  laterale  del
trattore.
1.3.2.  Le  ruote  del  trattore dalla parte che deve ricevere l'urto
devono essere ancorate al suolo mediante funi metalliche che  passano
sulle corrispondenti estremita' degli assi anteriori e posteriori. Le
funi metalliche devono essere tese in modo da sottoporre i pneumatici
alle  deformazioni di cui al punto 6.2. del capo III A. Messe le funi
metalliche in tensione, sul lato opposto a quello che  riceve  l'urto
si  dispone  davanti  alle  ruote  e  a  stretto  contatto  con esse,
fissandola al suolo, una trave che funge da zeppa.  Puo'  sorgere  la
necessita'  di  usare  due  travi  o  zeppe  se  i  lati  esterni dei
pneumatici anteriori e posteriori non si trovano nello  stesso  piano
verticale.  Si  dispone  il puntello come indicato nella figura 7 del
capo V, spingendolo a stretto  contatto  contro  il  cerchione  della
ruota maggiormente sollecitata, dal lato opposto a quello dell'urto e
bloccandolo  alla  sua  base.  La  lunghezza del puntello deve essere
scelta in modo da formare un angolo di 30 (Piu' o Meno) 3  gradi  con
il  suolo quando e' posto contro il cerchione. Inoltre, se possibile,
il suo spessore deve essere 20-25 volte inferiore  alla  lunghezza  e
2-3 volte inferiore alla larghezza. La forma delle due estremita' dei
puntelli deve essere quella illustrata nei particolari della figura 7
del capo V.
1.3.3.  Nel  caso  di  trattore articolato, il punto di articolazione
deve inoltre essere sostenuto  da  un  blocco  di  legno  di  sezione
quadrata  con  lato di almeno 100 mm e lateralmente da un dispositivo
analogo al puntello spinto contro la ruota posteriore.  Il  punto  di
articolazione deve poi essere saldamente ancorato al suolo.
1.3.4.  L'ariete  a  pendolo e' tirato indietro in modo che l'altezza
del suo baricentro superi quella che avra' nel  punto  d'urto  di  un
valore dato da una delle due seguenti formule da scegliersi a seconda
della massa di riferimento del complesso sottoposto alle prove:
H = (25 + 0,20 mt) . Bh + B,

              2B
per complessi con massa di riferimento inferiore a 2.000 kg,
H = (125 + 0,15 mt). Bh + B, per complessi con massa di
    ------------------------
             2B
per complessi con massa di riferimento superiore a 2.000 kg,
ove Bb e' la massima larghezza
esterna del dispositivo di protezione e B e' la larghezza fuoritutto
minima del trattore.
1.4.  Schiacciamento  posteriore La trave deve essere sistemata sulla
traversa o sulle traverse superiori piu' arretrate del dispositivo di
protezione; la risultante delle forze di schiacciamento  si  trovera'
nel piano mediano del trattore. Viene applicata la forza Fv = 20 m.
Se  la  parte  posteriore del tetto del dispositivo di protezione non
regge tutta la forza di  schiacciamento,  la  forza  viene  applicata
finche'  il  tetto  si  inflette tanto da coincidere con il piano che
congiunge la parte superiore del dispositivo  di  protezione  con  la
parte  posteriore  del trattore atta a sostenere la massa del veicolo
in  caso  di  ribaltamento.  La  forza  viene  quindi  soppressa e il
trattore od il congegno di applicazione della forza di carico vengono
rimessi in posizione in modo che la trave venga a trovarsi  sopra  il
punto  del  dispositivo  di  protezione che sopporterebbe il trattore
completamente capovolto. Si applica la forza  FfB012v.  La  forza  si
applica   per  almeno  5  secondi  dopo  la  scomparsa  di  qualsiasi
deformazione percettibile a vista.
1.5. Schiacciamento frontale La trave viene sistemata sulla  traversa
o   sulle   traverse  superiori  piu'  avanzate  del  dispositivo  di
protezione; la risultante delle  forze  di  schiacciamento  verra'  a
trovarsi  nel piano mediano del trattore. Si applica la forza Fv = 20
mt. Se la parte frontale del tetto del dispositivo di protezione  non
sopporta  tutta  la  forza  di  schiacciamento,  la forza deve essere
applicata fino a quando il tetto si inflette in  modo  da  coincidere
con  il  piano  che  unisce  la  parte  superiore  del dispositivo di
protezione con la parte anteriore del trattore che puo' sopportare la
massa del veicolo in caso di  ribaltamento.  La  forza  viene  quindi
soppressa e il trattore od il congegno di applicazione della forza di
carico  vengono  rimessi  in  posizione  in modo che la trave venga a
trovarsi  sopra  il  punto  del   dispositivo   di   protezione   che
sopporterebbe il trattore completamente capovolto. Viene applicata la
forza  FfB012v.  La  forza  si  applica  per almeno 5 secondi dopo la
scomparsa di qualsiasi deformazione percettibile a vista.
1.6. Prove supplementari
1.6.1. Qualora durante una prova d'urto si  verificassero  rotture  o
incrinature che non possono essere ritenute trascurabili, deve essere
effettuata,  immediatamente  dopo  la  prova  d'urto che ha provocato
l'apparizione delle rotture o delle incrinature,  una  seconda  prova
analoga, ma con un'altezza di caduta pari a:
      H    12 + 4a
H" = --- x-------
     10    1 + 2a
dove  "a"  e'  il  rapporto  tra  la  deformazione  permanente  e  la
deformazione elastica (a  =  Dp/De)  misurate  al  punto  d'urto.  La
deformazione  permanente  supplementare  causata dal secondo urto non
deve essere superiore al 30% della  deformazione  permanente  causata
dal  primo urto. Per poter effettuare la prova supplementare, occorre
misurare la deformazione elastica durante tutte le prove d'urto.
1.6.2. Qualora durante una prova di schiacciamento  si  verificassero
rotture  o  incrinature che non possono essere ritenute trascurabili,
deve  essere   effettuata,   immediatamente   dopo   il   carico   di
schiacciamento  che  ha provocato l'apparizione delle rotture o delle
incrinature, una seconda prova analoga di schiacciamento, ma con  una
forza di 1, 2, Fv.".
2. ZONA LIBERA
2.1.  La  zona  libera e' illustrata nelle figure 2a, 2b, 2c, 2d e 2e
del capo V. Essa e' definita in relazione a:
2.1.1. un piano di riferimento verticale, generalmente  longitudinale
rispetto  al  trattore,  che  passa  per  il punto di riferimento del
sedile e per  il  centro  del  volante;  questo  piano  deve  potersi
spostare  orizzontalmente  con  il  sedile  e col volante durante gli
urti, ma  rimanere  perpendicolare  alla  base  del  trattore  o  del
dispositivo  di  protezione  se questo dispositivo e' montato in modo
elastico;
2.1.2.  una  linea di riferimento contenuta nel piano di riferimento,
che passa per il punto di riferimento del sedile e per il primo punto
che essa  interseca  sul  bordo  del  volante  quando  viene  portata
sull'orizzontale.
2.2. La zona libera e' delimitata dai seguenti piani, con il trattore
disposto   su  una  superficie  orizzontale  e  con  il  volante,  se
regolabile,  posto  nella  posizione  di  guida  intermedia  per   un
conducente seduto:
2.2.1. due piani verticali situati sui due lati a 250 mm dal piano di
riferimento,  che  si  estendono  verso  l'alto 300 mm sopra il piano
orizzontale che passa per il  punto  di  riferimento  del  sedile,  e
longitudinalmente  almeno  550 mm. davanti al piano perpendicolare al
piano di riferimento che passa 350 mm davanti al punto di riferimento
del sedile;
2.2.2. due piani verticali situati sui due lati a 200 mm dal piano di
riferimento, che si estendono verso l'alto  300  mm  sopra  il  piano
orizzontale  che  passa  per  il  punto  di riferimento del sedile, e
longitudinalmente alla superficie definita al 2.2.11 rispetto al  pi-
ano verticale perpendicolare al piano di riferimento che passa 350 mm
davanti al punto di riferimento del sedile;
2.2.3
un piano inclinato, perpendicolare al piano di riferimento, parallelo
alla  linea  di  riferimento  e  posto 400 mm sopra la stessa, che si
estende posteriormente verso il punto in cui esso interseca il  piano
verticale  perpendicolare  al  piano di riferimento a passante per il
punto di riferimento del sedile;
2.2.4.
un piano inclinato, perpendicolare al piano di riferimento e tangente
all'estremita' superiore dello schienale del sedile, che incontra  il
piano precedente alla sua estremita' posteriore;
2.2.5
un  piano verticale perpendicolare al piano di riferimento, che passa
almeno 40 mm davanti al volante ed almeno 900 mm davanti al punto  di
riferimento del sedile;
2.2.6.
una superficie curva con asse perpendicolare al piano di riferimento,
avente  raggio di 150 mm e tangente ai piani definiti ai punti 2.2.3.
e 2.2.5.;
2.2.7.
due piani paralleli obliqui che passano per  i  bordi  superiori  dei
piani  definiti al punto 2.2.1.; il piano obliquo sul lato che riceve
l'urto si trova a non meno di 100 mm dal piano di riferimento  al  di
sopra della zona libera;
2.2.8.
un  piano  orizzontale  che  passa  per  il  punto di riferimento del
sedile;
2.2.9.
due parti del piano verticale perpendicolare al piano di  riferimento
situato 350 mm davanti al punto di riferimento del sedile; queste due
parti  del piano uniscono rispettivamente i limiti piu' arretrati dei
piani definiti al punto 2.2.1. ai  limiti  piu'  avanzati  dei  piani
definiti al punto 2.2.2;
2.2.10.
due  parti  del  piano  orizzontale  situato 300 mm sopra il punto di
riferimento  del  sedile;  queste  due  parti  del   piano   uniscono
rispettivamente  i  limiti  superiori dei piani verticali definiti al
punto 2.2.2 ai limiti inferiori dei piani obliqui definiti  al  punto
2.2.7;
2.2.11.
una  superficie  curva  con  generatrice  perpendicolare  al piano di
riferimento e tangente posteriormente allo schienale del sedile.
2.3.
Posizione del sedile e punto di riferimento del sedile.
2.3.1.
Punto di riferimento del sedile.
2.3.1.1.
Il punto di riferimento e' ottenuto con l'apparecchiatura di cui alle
figure 3a e 3b del capo V. L'apparecchiatura consiste in un  pannello
d'appoggio  del  sedile  e  di  pannelli dello schienale. Il pannello
inferiore  dello  schienale  e'   munito   di   un'articolazione   in
corrispondenza  della cresta iliaca (A) e della regione lombare (B) e
l'altezza del punto di tale articolazione (B) e' regolabile.
2.3.1.2.
Per punto di  riferimento  si  intende  il  punto  in  cui  il  piano
longitudinale  di simmetria del sedile interseca il piano tangenziale
del pannello inferiore dello schienale ed un  piano  orizzontale.  Il
piano  orizzontale  interseca la superficie inferiore del pannello di
appoggio del sedile in un punto situato 150 mm davanti a detto  piano
tangenziale.
2.3.1.3.
L'apparecchiatura viene posta sul sedile. Ad essa e' quindi applicata
una   forza   di   550   N   in   un  punto  situato  50  mm  davanti
all'articolazione (A), e  i  due  pannelli  dello  schienale  vengono
premuti leggermente e tangenzialmente contro lo schienale.
2.3.1.4.
Se  non  e'  possibile  tracciare  le tangenti di ciascuna zona dello
schienale (sotto e sopra la regione lombare) si procede come segue:
2.3.1.4.1.
se non e' possibile tracciare alcuna tangente alla regione inferiore,
il pannello inferiore dello  schienale  viene  premuto  verticalmente
contro lo schienale;
2.3.1.4.2.
se non e' possibile tracciare alcuna tangente alla regione superiore,
l'articolazione   (B)  viene  fissata  230  mm  sopra  la  superficie
inferiore del pannello che  funge  da  sedile  e  il  pannello  dello
schienale  e'  perpendicolare  al pannello del sedile. I due pannelli
vengono quindi premuti leggermente contro lo schienale  in  direzione
tangenziale.
Posizione  e  regolazione del sedile per determinare la posizione del
punto di riferimento del sedile.
2.3.2.1.
Se la posizione del sedile  e'  regolabile,  il  sedile  deve  essere
regolato nella sua posizione piu' arretrata.
2.3.2.2.
Se  e' possibile regolare l'inclinazione, il pannello dello schienale
ed il piano del sedile devono essere regolati in modo che il punto di
riferimento si trovi nella sua posizione piu' arretrata.
2.3.2.3.
Se il sedile e' munito di sospensione, essa deve essere fissata nella
posizione   intermedia,   tranne  il  caso  di  esplicite  istruzioni
contrarie del produttore, che devono essere rispettate.
3.
MISURAZIONI DA EFFETTUARE
3.1.
Rotture e incrinature
Dopo ciascuna prova, tutte le parti strutturali,  le  giunzioni  e  i
dispositivi  di  fissaggio  vengono esaminati a vista per individuare
eventuali rotture  o  incrinature,  trascurando  pero'  le  eventuali
piccole incrinature dei componenti non importanti.
Si  trascurano  eventuali  incrinature  provocate dagli spigoli della
massa del pendolo.
3.2.
Zona libera
3.2.1.
Durante ciascuna  prova  si  verifica  se  una  parte  qualsiasi  del
dispositivo  di  protezione ha interferito con la zona libera intorno
al sedile di guida conformemente alla definizione di cui al  punto  2
del presente allegato.
3.2.2.  Si  procede, inoltre, all'esame del dispositivo di protezione
onde verificare se una parte quasiasi della zona libera  risulta  non
piu'  difesa  dal  dispositivo  stesso. A questo scopo e' considerata
esterna alla zona protetta dal dispositivo qualsiasi  parte  di  tale
zona che sarebbe entrata in contatto con il terreno piano, qualora il
trattore  si  fosse capovolto nella direzione dell'urto. I pneumatici
anteriori e posteriori e la carreggiata sono presi in  considerazione
con  le  dimensioni  minime  indicate dal costruttore. Inoltre, se il
trattore e' munito di un pezzo  rigido,  di  un  carter  o  di  altro
elemento  duro  posto dietro il sedile del conducente, si ritiene che
tale  elemento  costituisce  un   punto   d'appoggio   in   caso   di
capovolgimento  dall'indietro  o  laterale. Tuttavia questa struttura
posteriore deve avere un'altezza rispetto al punto di riferimento del
sedile inferiore a 500 mm (vedi capo  V,  figura  2f).  Inoltre  deve
essere  sufficientemente  rigida  e  fissata  solidamente  alla parte
posteriore del  trattore.  Detta  struttura,  fissata  sul  trattore,
dovrebbe  sopportare,  senza  rottura, un carico che sara' definito 6
mesi prima dell'entrata in vigore della direttiva, con  le  modalita'
eventuali  della  prova  da  eseguire, nell'ambito della procedura di
adeguamento  al  progresso  tecnico;  detto  carico  sara'  applicato
orizzontalmente  al punto suscettibile di urtare il terreno per primo
qualora il trattore si impenni.
3.3. Deformazione  elastica  La  deformazione  elastica  deve  essere
misurata  900  mm sopra il punto di riferimento del sedile, sul piano
verticale che passa per il punto d'urto. Per  questa  misurazione  si
utilizza  un'apparecchiatura analoga a quella illustrata nella figura
9 del capo V.
3.4. Deformazione permanente Dopo le prove finali  di  schiacciamento
si misura la deformazione permanente del dispositivo di protezione. A
tale scopo, prima di iniziare la prova si registra la posizione delle
parti  principali  del dispositivo di protezione rispetto al punto di
riferimento del sedile.

                          B. Prove statiche
1. PROVE DI CARICO E DI SCHIACCIAMENTO
1.1. Carico posteriore
1.1.1.  Il  carico  viene  applicato  orizzontalmente,  in  un  piano
verticale parallelo al  piano  mediano  del  trattore.  Il  punto  di
applicazione  del  carico  si  trova  sulla  parte del dispositivo di
protezione che si  presume  urti  per  prima  il  suolo  in  caso  di
ribaltamento  all'indietro, normalmente sul bordo superiore. Il piano
verticale nel quale e' applicato il carico e' situato  alla  distanza
di  un  terzo  della  larghezza  esterna  della  parte  superiore del
dispositivo di protezione dal piano mediano.  Se  il  dispositivo  e'
curvo  o  sporgente  in  questo  punto,  si  aggiungono dei cunei che
consentano l'applicazione del carico, senza  peraltro  rinforzare  la
struttura.
1.1.2.  Il  complesso deve essere ancorato al suolo come descritto al
punto 3 del capo III B.
1.1.3. L'energia assorbita dal dispositivo di protezione  durante  la
prova non deve essere inferiore a Eil = 500 + 0,5 mt
1.2. Carico frontale
1.2.1.  Il  carico  viene  applicato  orizzontalmente,  in  un  piano
verticale parallelo al piano mediano  del  trattore  e  situato  alla
distanza  di  un  terzo della larghezza esterna della parte superiore
del dispositivo  di  protezione  dallo  stesso  piano.  Il  punto  di
applicazione  del  carico  si  trova  sulla  parte del dispositivo di
protezione che si presume urti per prima il suolo se il  trattore  si
capovolge  lateralmente  durante la marcia in avanti, normalmente sul
bordo superiore. Se il dispositivo e' curvo  o  sporgente  in  questo
punto,  si  aggiungono  dei  cunei  che consentano l'applicazione del
carico, senza peraltro rinforzare la struttura.
1.2.2. Il complesso deve essere ancorato al suolo come  descritto  al
punto 3 del capo III B.
1.2.3.  L'energia  assorbita dal dispositivo di protezione durante la
prova non deve essere inferiore a Eil = 500 + 0,5 mt
1.3. Carico laterale
1.3.1. Il carico laterale viene applicato orizzontalmente, in un  pi-
ano  verticale perpendicolare al piano mediano del trattore. Il punto
di applicazione del carico si trova sulla parte  del  dispositivo  di
protezione  che  si  presume  urti  per  prima  il  suolo  in caso di
capovolgimento laterale, normalmente sul bordo superiore
1.3.2. Il complesso viene ancorato al suolo come descritto al punto 3
del capo III B.
1.3.3. L'energia assorbita dal dispositivo di protezione  durante  la
prova non deve essere inferiore a
                   Bb + B
     Eis = 1,75 mt -------
                     2B
dove Bb e' la larghezza esterna massima del dispositivo di protezione
e B e' la larghezza totale minima del trattore.
1.4. Schiacciamento posteriore Tutte le prescrizioni sono identiche a
quelle indicate al punto 1.4 del capo IV A.
1.5.  Schiacciamento  frontale Tutte le prescrizioni sono identiche a
quelle indicate al punto 1.5 del capo IV A.
1.6. Prova di sovraccarico (prova complementare)
1.6.1.  La prova di sovraccarico deve comunque essere richiesta se la
forza  decresce  di  oltre  il  3%  nel  coso  dell'ultimo  5%  della
deformazione raggiunta durante l'assorbimento dell'energia prescritta
(vedi figura 10b).
1.6.2.  La  prova  di  sovraccarico consiste nel continuare il carico
orizzontale con  successivi  aumenti  del  5%  dell'energia  iniziale
prescritta  sino  ad  un  massimo del 20% dell'energia aggiunta (vedi
figura 10c).
1.6.2.1. La prova di sovraccarico e' considerata soddisfatta se, dopo
ciascun aumento del 5%, del 10% e del 15% dell'energia prescritta, la
forza diminuisce meno del 3% per ciascun aumento del 5% e se la forza
resta superiore a 0,8 Fmax.
1.6.2.2. La prova di sovraccarico e' considerata soddisfatta se, dopo
l'assorbimento del 20% dell'energia supplementare, la  forza  risulta
superiore a 0,8 Fmax.
1.6.2.3.  Le  rotture e incrinature supplementari e/o la penetrazione
nella zona libera o la mancanza di protezione nella  zona  libera  in
seguito ad una deformazione elastica sono autorizzate nel corso della
prova  di  sovraccarico.  Dopo la cessazione del carico, la struttura
non deve trovarsi nella zona libera e questa deve essere  interamente
protetta.
1.7.   Sovraccarico   di  schiacciamento  Se  durante  una  prova  di
schiacciamento si  riscontrano  rotture  o  incrinature  che  non  si
possono  ritenere trascurabili, si deve eseguire, immediatamente dopo
la prova che ha provocato le rotture o le  incrinature,  una  seconda
prova analoga di schiacciamento ma con una forza di 1,2 Fv.
2.  ZONA LIBERA E' identica alla zona libera descritta al punto 2 del
capo IV A, basta sostituire la parola  "urto"  col  termine  "carico"
nella seconda riga al punto 2.2.7.
3. MISURAZIONI DA ESEGUIRE
3.1.  Rotture  e  incrinature Dopo ciascuna prova, tutti gli elementi
strutturali, le giunzioni ed i sistemi di fissaggio  dovranno  essere
esenti  da  rotture o incrinature visibili ad occhio nudo trascurando
le piccole incrinature sulle parti poco importanti.
3.2. Zona libera
3.2.1. Durante  ciascuna  prova  libera  si  verifica  se  una  parte
qualsiasi  del  dispositivo  di protezione ha interferito con la zona
libera definita al precedente punto 2.
3.2.2. Si procede, inoltre, all'esame del dispositivo  di  protezione
onde  verificare se una parte qualsiasi della zona libera risulta non
piu' difesa dal dispositivo stesso. A  questo  scopo  e'  considerata
esterna  alla  zona  protetta dal dispositivo qualsiasi parte di tale
zona che sarebbe entrata in contatto con il terreno piano, qualora il
trattore si fosse capovolto nella direzione dell'urto.  I  pneumatici
anteriori  e posteriori e la carreggiata sono presi in considerazione
con le dimensioni minime indicate dal  costruttore.  Inoltre,  se  il
trattore  e'  munito  di  un  pezzo  rigido,  di un carter o di altro
elemento duro posto dietro il sedile del conducente, si  ritiene  che
tale   elemento   costituisca   un   punto   d'appoggio  in  caso  di
capovolgimento all'indietro o  laterale.  Tuttavia  questa  struttura
posteriore deve avere un'altezza rispetto al punto di riferimento del
sedile  inferiore  a  500  mm  (vedi capo V, figura 2f). Inoltre deve
essere sufficientemente  rigida  e  fissata  solidamente  alla  parte
posteriore  del  trattore.  Detta  struttura,  fissata  sul trattore,
dovrebbe  sopportare,  senza  rottura, un carico che sara' definito 6
mesi prima dell'entrata in vigore della direttiva, con  le  modalita'
eventuali  della  prova  da  eseguire, nell'ambito della procedura di
adeguamento  al  progresso  tecnico;  detto  carico  sara'  applicato
orizzontalmente  al punto suscettibile di urtare il terreno per primo
qualora il trattore si impenni.
3.3 Deformazione elastica (sotto  carico  laterale)  La  deformazione
elastica  deve  essere  misurata 900 mm sopra il punto di riferimento
del sedile, nel piano verticale nel quale e' applicato il carico. Per
questa misurazione di  utilizza  un'apparecchiaturaanaloga  e  quella
illustrata nella figura 9 del capo V.
3.4.  Deformazioni  permanenti Dopo la prova finale di schiacciamento
si misurano le deformazioni permanenti del dispositivo di protezione.
A questo scopo, prima di iniziare la prova si registra  la  posizione
dei   principali  elementi  del  dispositivo  rispetto  al  punto  di
riferimento del sedile.

                               Capo V

     ---->  Vedere Immagini da pag. 24 a pag. 35 del S.O.  <----



                               Capo VI
                               MODELLO

VERBALE DELLE PROVE PER  L'OMOLOGAZIONE  CEE  DI  UN  DISPOSITIVO  DI
PROTEZIONE  (A  DUE  MONTANTI  ANTERIORI)  PER QUANTO RIGUARDA LA SUA
RESISTENZA E LA RESISTENZA DEI SUOI ATTACCHI AL TRATTORE
   Dispositivo di protezione
   Marca
   Tipo
   Marca del trattore                indicazione al laboratorio
   Tipo di trattore
   Metodo di prova        I/II (1)
   Numero                       di                       omologazione
   CEE:..........................................
   1   Marchio   di   fabbrica   o  commerciale  del  dispositivo  di
   protezione:...
   2. Nome e indirizzo del costruttore del trattore o del fabbricante
   del                         dispositivo                         di
   protezione:.......................................
   3. Nome ed indirizzo dell'eventuale mandatario del costruttore del
   trattore     o     del     fabbricante    del    dispositivo    di
   protezione:............
   4. Caratteristiche del trattore usato per le prove
   4.1.           Marchio           di           fabbrica           o
   commerciale:..............................
   4.2.
   Tipo:...........................................................
   4.3.                           Numero                           di
   serie:................................................
   4.4. Interasse/Momento d'inerzia  (1)....................mm/kgm(2)
   (1)
   4.5.             Dimensioni            dei            peneumatici:
   anteriori:..........................
                                 posteriori:.........................
   5. Estensione dell'omologazione CEE per altri tipi di trattori
   5.1.           Marchio           di           fabbrica           o
   commerciale:..............................
   5.2.
   Tipo:...........................................................
   5.3.   Massa  del  trattore  non  zavorrato,  con  dispositivo  di
   protezione montato e senza conducente:............................
   kg
   5.4.            Dimensioni            dei             peneumatici:
   anteriori:..........................
                                 posteriori:.........................
   6. Dati tecnici del dispositivo di protezione
   6.1.   Disegno   d'insieme  della  struttura  del  dispositivo  di
   protezione e dei suoi attacchi al trattore
   6.2. Fotografie indicanti i dettagli degli attacchi
   6.3. Breve descrizione del dispositivo di protezione, compresi  il
   tipo di costruzione, i sostegni di attacco al trattore, i dettagli
   del  rivestimento,  i  mezzi  d'accesso  e  d'uscita normali e per
   l'uscita di emergenza,  precisazioni  sull'imbottitura  interna  e
   sulle                                              caratteristiche
   antirotolamento:...............................
6.4. Dimensioni
6.4.1. Altezza delle nervature  del  tetto  dal  sedile  caricato/dal
punto di riferimento del sedile (1):.............................. mm
6.4.2.  Altezza  delle  nervature  del  tetto  dalla  piattaforma del
trattore:......................................................... mm
6.4.3. Distanza minima  dal  bordo  del  volante  al  dispositivo  di
protezione........................................................ mm
6.4.4.  Altezza  totale  del  trattore  con dispositivo di protezione
montato:.......................................................... mm
6.4.5. Larghezza totale del dispositivo di protezione:............ mm
6.5. Dati sui materiali, qualita' dei materiali, norme impiegate:
Telaio principale:.......................... (materiale e dimensioni)
Attacchi:................................... (materiale e dimensioni)
Tetto:...................................... (materiale e dimensioni)
Imbottitura interna:........................ (materiale e dimensioni)
Bullonerie di montaggio:....................  (qualita' e dimensioni)
7. Risultati delle prove
7.1. Prove d'urto/carico (1) e di schiacciamento
Le prove d'urto/carico sono state  eseguite  a  destra/sinistra  (2),
posteriormente,    a    destra/sinistra   (2)   anteriormente   e   a
destra/sinistra  (2)  lateralmente.  La  massa  di  riferimento   per
calcolare la forza d'urto e di schiacciamento era di.................
Le  prescrizioni  di  prova  concernenti le rotture e incrinature, la
deformazione  massima  istantanea  e  la  zona  libera   sono   state
rispettate/ non sono state rispettate (2).
7.2. Deformazioni misurate dopo le prove
     Deformazione permanente:
     della parte posteriore verso sinistra:....................... mm
     della parte posteriore verso destra:......................... mm
     della parte anteriore verso sinistra:........................ mm
     della parte anteriore verso destra:.......................... mm
     laterale:
     anteriormente:............................................... mm
     posteriormente;.............................................. mm
     della parte superiore verso il basso:
     anteriormente:............................................... mm
     posteriormente:.............................................. mm
     Differenza fra la deformazione massima istantanea
     e la deformazione residua durante la prova d'urto
     laterale:.................................................... mm
7.3.  Indicazione  e  risultati  dell'eventuale  prova  supplementare
dinamica:............................................................
8. Numero del verbale:...............................................
9. Data del verbale:.................................................
10. Firma............................................................
------------
(1) Cancellare la dicitura inutile a  seconda  del  metodo  di  prova
utilizzato.
(2) Cancellare le diciture inutili.

                               Capo VII
                              MARCATURA

Il marchio di omologazione CEE e' costituito:
-  da  un  rettangolo all'interno del quale e' situata la lettera "e"
minuscola, seguita da un numero o da un gruppo di lettere  distintivi
del paese che ha rilasciato l'omologazione:
 1  per la Germania,
 2  per la Francia,
 3  per l'Italia,
 4  per i Paesi Bassi,
 6  per il Belgio,
 9  per la Spagna,
11  per il Regno Unito,
13  per il Lussemburgo,
18  per la Danimarca,
IRL per l'Irlanda,
 EL per la Grecia,
  P per il Portogallo;
-  da  un  numero  di omologazione CEE corrispondente al numero della
scheda di omologazione CEE rilasciata per il tipo di  dispositivo  di
protezione   per  quanto  riguarda  la  sua  resistenza,  nonche'  la
resistenza dei suoi attacchi al trattore, situato  in  una  qualsiasi
posizione sotto e nelle vicinanze del rettangolo;
-  dalle  lettere  V o SV, secondo che sia stata effettuata una prova
dinamica (V) o statica (SV),  seguite  dalla  cifra  2,  aventi  come
significato quello di trattarsi di dispositivo di protezione ai sensi
della direttiva.

               ESEMPIO DI MARCHIO DI OMOLOGAZIONE CEE

          ---->  Vedere Immagine a pag. 38 del S.O.  <----


Leggenda:   Il  dispositivo  di  protezione  recante  il  marchio  di
omologazione CEE qui raffigurato  e'  un  dispositivo  di  protezione
montato  anteriormente,  sottoposto a prova dinamica e destinato a un
trattore a carreggiata stretta (V2) che  ha  ottenuto  l'omologazione
CEE in Belgio (e6) col numero 43.

                              Capo VIII
                         REPUBBLICA ITALIANA
                       MINISTERO DEI TRASPORTI

Direzione  Generale  della  Motorizzazione  Civile e dei Trasporti in
concessione

                MODELLO DI SCHEDA DI OMOLOGAZIONE CEE

COMUNICAZIONE CONCERNENTE LA CONCESSIONE, IL  RIFIUTO,  LA  REVOCA  O
L'ESTENSIONE  DELL'OMOLOGAZIONE  CEE  DI  UN  TIPO  DI DISPOSITIVO DI
PROTEZIONE (A DUE MONTANTI ANTERIORI)  PER  QUANTO  RIGUARDA  LA  SUA
RESISTENZA, NONCHE' LA RESISTENZA DEI SUOI ATTACCHI AL TRATTORE
Numero di omologazione CEE:..........................................
 ..................................................... estensione (1)

  1. Marchio di fabbrica o commerciale del dispositivo di protezione:
 ....................................................................
  2. Nome ed indirizzo del fabbricante del dispositivo di protezione:
 ....................................................................
  3.  Nome ed indirizzo dell'eventuale mandatario del fabbricante del
dispositivo di protezione:...........................................
  4. Marchio di fabbrica o commerciale e tipo del trattore  al  quale
il dispositivo di protezione e' destinato:...........................
  5.  Estensione  dell'omologazione  CEE  per  il  tipo  (i  tipi) di
trattore seguenti:...................................................
  5.1. La massa del trattore non zavorrato, definito  al  punto  1.4.
del  capo  III,  supera/non  supera  (2)  di  oltre  5%  la  massa di
riferimento impiegata per la prova
  5.2. Il metodo di attacco e i punti di montaggio sono/non sono  (2)
identici
  5.3.  Tutti  i  componenti  che  possono  servire  da  supporto  al
dispositivo di protezione sono/non sono (2) identici
  6. Presentato all'omologazione CEE in data.........................
  7. Laboratorio di prova:...........................................
  8. Data e numero del verbale del laboratorio:......................
  9.  Data  di   concessione/rifiuto/revoca   dell'omologazione   CEE
(2):.................................................................
10.     Data     di     concessione/rifiuto/revoca    dell'estensione
dell'omologazione CEE (2):...........................................
11. Luogo:...........................................................
12. Data:............................................................
13. Sono allegati i documenti  seguenti,  che  recano  il  numero  di
omologazione CEE di cui sopra (esempio: verbale di prova)............
14. Eventuali osservazioni...........................................
15. Firma............................................................
------------
(1)  Indicare eventualmente se si tratta di una prima, seconda, ecc.,
estensione dell'omologazione CEE iniziale.
(2) Cancellare le diciture inutili.

                               Capo IX
                   CONDIZIONI DI OMOLOGAZIONE CEE
1. La domanda di omologazione CEE di un tipo di trattore  per  quanto
riguarda  la  resistenza  del  dispositivo  di  produzione e dei suoi
attacchi al trattore e' presentata dal costruttore del trattore o dal
suo mandatario.
2. Al servizio tecnico incaricato  delle  prove  di  omologazione  e'
presentato  un  trattore  rappresentativo  del tipo da omologare, sul
quale sono montati un dispositivo di protezione ed i  suoi  attacchi,
debitamente omologati.
3.  Il  servizio  tecnico  incaricato  delle  prove  di  omologazione
verifica se  il  tipo  di  dispositivo  di  protezione  omologato  e'
destinato  ad  essere  montato  sul  tipo di trattore per il quale e'
richiesta  l'omologazione.  Esso  verifica  in  particolare  se   gli
attacchi   del  dispositivo  di  protezione  corrispondono  a  quelli
controllati in sede di omologazione CEE.
4. Il detentore dell'omologazione CEE puo' chiedere che  quest'ultima
sia estesa per altri tipi di dispositivi di protezione.
5. Le competenti autorita' concedono detta estensione alle condizioni
seguenti:
5.1. il nuovo tipo di dispositivo di protezione ed i suoi attacchi al
trattore hanno formato oggetto di omologazione CEE;
5.2.  esso  e' progettato per essere montato sul tipo di trattore per
il quale e' richiesta l'estensione dell'omologazione CEE;
5.3.  gli  attacchi  del  dispositivo  di  protezione   al   trattore
corrispondono a quelli controllati in sede di omologazione CEE.
6.  Una scheda conforme al modello di cui all'allegato X, e' allegata
alla  scheda  di  omologazione  CEE  per  ciascuna   omologazione   o
estensione dell'omologazione concessa o rifiutata.
7.  Le verifiche di cui ai punti 2 e 3 non sono effettuate qualora la
domanda di omologazione CEE di un tipo  di  trattore  sia  presentata
contemporaneamente  alla  domanda  di  omologazione CEE di un tipo di
dispositivo di protezione destinato ad essere  montato  sul  tipo  di
trattore per il quale e' chiesta l'omologazione CEE.

                                Capo X
                         REPUBBLICA ITALIANA
                       MINISTERO DEI TRASPORTI

Direzione  Generale  della  Motorizzazione  Civile e dei Trasporti in
concessione
ALLEGATO DELLA SCHEDA DI OMOLOGAZIONE CEE DI UN TIPO DI TRATTORE PER
   QUANTO RIGAURDA LA RESISTENZA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE (A DUE
   MONTANTI ANTERIORI) E LA RESISTENZA DEI LORO ATTACCHI AL TRATTORE
Numero di omologazione CEE:..........................................
 ..................................................... estensione (1)
  1. Marchio di fabbrica o commerciale del trattore:.................
  2. Tipo di trattore:...............................................
  3. Nome ed indirizzo del costruttore del trattore:.................
  4. Eventualmente nome e indirizzo del suo mandatario:..............
  5. Marchio di fabbrica o commerciale del dispositivo di protezione:
 ....................................................................
  6.  Estensione  dell'omologazione  CEE  per il seguente tipo (per i
tipi seguenti) di dispositivo di protezione:.........................
  7. Trattore presentato all'omologazione CEE il.....................
  8. Servizio tecnico incaricato del  controllo  di  conformita'  per
l'omologazione CEE:..................................................
  9. Data del verbale rilasciato da questo servizio:.................
10. Numero del verbale rilasciato da questo servizio:................
11.   L'omologazione  CEE  per  quanto  riguarda  la  resistenza  dei
dispositivi di protezione  e  la  resistenza  dei  loro  attacchi  al
trattore e' concessa/rifiutata (2)...................................
12.   L'estensione  dell'omologazione  CEE  per  quanto  riguarda  la
resistenza dei dispositivi di protezione e  la  resistenza  dei  loro
attacchi al trattore e' concessa/rifiutata (2).......................
13. Luogo:...........................................................
14. Data.............................................................
15. Firma............................................................
-----------
(1)  Indicare eventualmente se si tratta di una prima, seconda, ecc.,
estensione dell'omologazione CEE iniziale.
(2) Cancellare le diciture inutili.