(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                   Al Presidente della Repubblica
   Il consiglio comunale di Surbo (Lecce) composto da 30 consiglieri,
eletto   nella  consultazione  amministrativa  del  29  maggio  1988,
presenta fenomeni di  infiltrazione  e  di  condizionamento  di  tipo
mafioso,  come  evidenziato  dagli organi di polizia e dell'autorita'
giudiziaria. A tal scopo riveste importanza fondamentale  e  decisiva
il  decreto  del  tribunale  di  Lecce  in  data  28 febbraio 1991 di
applicazione della misura della sorveglianza  speciale  antimafia  al
noto boss locale Angelo Vincenti, nato a Surbo il 24 marzo 1947.
   Nel  suddetto  provvedimento si afferma che: "la cosca Vincenti ha
potere di determinazione di tutte le  scelte  politico-amministrative
del  comune  di Surbo, valendosi di svariate forme di intimidazione e
della presenza di uomini  di  fiducia  come  Manno  Enrico"  (attuale
consigliere  e  sindaco  dall'agosto 1990 al giugno 1991). Ed ancora:
"che con le sue multiformi attivita', Angelo Vincenti in societa' con
l'omonimo e maggiore cugino, con una serie di dipendenti politici del
genere di Manno Enrico e con i costanti collegamenti con i boss della
'Sacra Corona Unita'', esercita  in  Surbo  un  saldo  controllo  del
territorio,   una  funzione  di  garante  degli  equilibri  politico-
amministrativi".
   La corte di appello di Lecce nel provvedimento in  data  5  luglio
1991  di  conferma del decreto del tribunale di sorveglianza speciale
antimafia nei confronti di Angelo Vincenti fa espressa  menzione  del
"predominio  acquisito  presso  l'amministrazione  comunale  di Surbo
tramite intimidazioni e connivenze" da parte del sorvegliato.
   Diversi episodi emblematici verificatisi nell'ultimo decennio, che
presentano chiaro nesso logico tra loro, soprattuto  per  le  persone
coinvolte,  mettono in luce lo strapotere criminale del clan Vincenti
a Surbo, e conducono l'Alto commissario per  il  coordinamento  della
lotta  contro  la deliquenza mafiosa ad affermare in una sua nota che
"e'  palpabile  in  Surbo  la  forza  intimidatoria  esercitata   dai
Vincenti,  come evidenti, visibili e facilmente riscontrabili sono le
manifestazioni di  rispetto  che  gli  vengono  rivolte  da  tutti  i
personaggi  del luogo, tra cui gli stessi amministratori comunali che
con loro si accompagnano e trattano".
   Inoltre, a seguito di rapporto dei carabinieri in data  19  luglio
1990,  l'Alto  commissario  rileva  che  "emergono  da  piu'  fatti i
collegamenti tra i Vincenti e ben piu' di un componente del consiglio
comunale (Manno, Leone, Cirio)".
   Lo stato di soggezione delle amministrazioni  comunali  di  Surbo,
succedutesi nel tempo, nei confronti del clan Vincenti, e' comprovato
poi  dal  fatto che tutti gli appalti piu' recenti sono stati ad essi
aggiudicati.  Tant'e'  che  il  tribunale  di   Lecce,   nel   citato
provvedimento  di prevenzione del 26 febbraio 1991, ha affermato, per
l'appalto della nettezza urbana conferito con delibera  della  giunta
municipale  del  13  ottobre  1988,  che  "un settore importantissimo
dell'attivita' comunale diventa 'Cosa Nostra' della Cosca  Vincenti",
rilevando  la  irregolarita'  delle  procedure seguite nonche' la non
abilitazione della ditta aggiudicataria a svolgere  il  servizio  (la
ragione  sociale  della stessa ditta fu allargata cinque mesi dopo il
conferimento dell'appalto).
   Negli  atti  giudiziari,  citati  nel   piu'   volte   considerato
provvedimento  di  prevenzione  del  26 febbraio 1991, vi e' menzione
peraltro di stretti rapporti del Vincenti Angelo, oltre  che  con  il
consigliere  comunale  Enrico  Manno  anche con il consigliere Cesare
Leone, per un certo lasso di tempo vice sindaco.
   Sempre  i  Vincenti  si sono resi responsabili di continui atti di
abusivismo edilizio e il  solo  Angelo  Vincenti  (cugino  omonimo  e
maggiore)   e'   incorso   in  7  condanne  per  reati  edili  e  due
lottizzazioni abusive.
   Le capacita' del clan di Angelo Vincenti (quello nato  nel  1947),
appartenente  alla  'Sacra Corona Unita' di condizionare le decisioni
degli amministratori locali e gli  stretti  rapporti  con  alcuni  di
essi,  tra cui principalmente il Manno Enrico, sono confermate ancora
nei rapporti resi dall'Arma dei  carabinieri  rispettivamente  il  19
luglio 1990 e il 24 gennaio 1991.
   Occorre  poi  tener conto che, oltre ai diversi amministratori sui
quali ci si e' progressivamente intrattenuti, meritano  ulteriormente
attenzione,  giusta  informative  rese dalla questura e dall'Arma dei
carabinieri di Lecce:
    l'attuale sindaco Enzo Caretto, vicino  ad  Angelo  Vincenti,  al
quale ha concesso numerosi "favori", gia' da componente della giunta,
quale assessore ai lavori pubblici.
   Il  Caretto,  amnistiato  per emissione di assegni a vuoto (1987),
multato per violazione di legge in materia di autotrasporto  di  cose
(1987),  condannato  a  mesi  due di arresto per violazione al codice
P.T., e' persona poco stimata in pubblico e negli ultimi cinque  anni
risultano  nei  suoi  confronti  ben  31 istanze di fallimento, tutte
"stranamente" archiviate per desistenza dei creditori;
    l'attuale assessore ai lavori pubblici Della Patria Pantaleo, che
da informativa  dei  carabinieri  (atti  misura  prevenzione  del  26
febbraio  1991)  ha  organizzato  un incontro, presenti il Manno e il
Vincenti, per "pressare" il consigliere comunale De Ronzi  Venerio  a
desistere  in consiglio dalle riserve espresse sul piano insediamenti
produttivi;
    il consigliere  comunale  Vincenti  Salvatore,  frequentatore  di
Angelo Vincenti a lui legato da amicizia.
   Cio'  premesso,  l'analisi  dei  fatti  sopra  riportati  per  gli
amministratori del comune di Surbo, il quadro globale dei  riscontri,
di  conoscenze  e  connessioni con gli ambienti malavitosi locali, la
esistenza di rapporti di  appalto  con  ditte  del  clan  mafioso  di
Vincenti,  porta  ad  una valutazione finale di forti condizionamenti
della imparzialita' degli organi elettivi  e  di  compromissione  del
buon   andamento   dell'attivita'   amministrativa,   con   nesso  di
continuita' con la precedente amministrazione.
   Da quanto  sopra  emerge  l'urgenza  dell'intervento  dello  Stato
mediante  provvedimenti  incisivi  in  direzione dell'amministrazione
comunale di Surbo.
   Il prefetto di Lecce, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del  decreto-
legge  31  maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22 luglio
1991, n. 221, ha  dato  avvio  alla  procedura  di  scioglimento  del
consiglio  comunale  di  Surbo,  con  relazione  n.  049/Gab  del  20
settembre 1991.
   Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate
nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito
nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano  lo  scioglimento
del  consiglio  comunale  di  Surbo,  si formula rituale proposta per
l'adozione della misura di rigore.
    Roma, 28 settembre 1991
                                     Il Ministro dell'interno: SCOTTI