(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                   Al Presidente della Repubblica
   Il  consiglio  comunale  di  Trabia, rinnovato nelle consultazioni
elettorali del 29  maggio  1988,  presenta  collegamenti  diretti  ed
indiretti  tra  parte  dei  componenti del consesso e la criminalita'
organizzata, rilevati dall'Alto commissario per il coordinamento  per
la   lotta   contro   la  delinquenza  mafiosa,  che  emergono  dalla
circostanza che diversi componenti del consiglio comunale  che  hanno
fatto  o  fanno  parte della giunta e che hanno ricoperto o ricoprono
anche la carica  di  sindaco  risultano,  oltre  ad  avere  a  carico
pregiudizi   penali,   intrattenere   rapporti  o  accompagnarsi  con
indiziati mafiosi o pregiudicati.
   In particolare:
    Vivinetto Agostino, consigliere comunale, e  Gattuccio  Antonino,
gia'  sindaco,  entrambi  inquisiti  in  passato  per  associazione a
delinquere di stampo mafioso, sono indicati essere la  "longa  manus"
della mafia per influenzare l'amministrazione comunale.
   Significativo e' il rilievo che il Vivinetto, che ha sempre svolto
attivita' politica e dal 1967 ad oggi e' stato piu' volte consigliere
ricoprendo   incarichi  assessoriali  e  sindacali,  ha  rapporti  di
amicizia con persone indiziate di appartenere alla  mafia  che  hanno
trovato  nell'interessato  un valido riferimento per ottenere favori,
facilitazioni ed altro nell'ambito della pubblica amministrazione.
   Sul  conto  del  Vivinetto  gravano  inoltre  numerosi  pregiudizi
penali. L'attuale sindaco Di Vittorio Giuseppe e' stato segnalato che
e'  in  rapporti  di amicizia con il noto mafioso Rancadore Domenico,
gia' sorvegliato speciale della P.S., e con  i  presunti  mafiosi  di
Rinella  Salvatore,  gia'  sorvegliato  speciale  ed imputato al maxi
processo bis e Lettuccio Antonino, imputato del reato di associazione
per delinquere di tipo mafioso.
   Anche un altro consigliere comunale, che ha ricoperto detta carica
anche negli anni 1969, 1972, 1978, il Picciolo Guglielmo, e' indicato
quale elemento di spicco della mafia di Trabia.
   La penetrazione della  criminalita'  organizzata  all'interno  del
comune   di   Trabia   emerge   dalla   circostanza  che  l'attivita'
amministrativa, in relazione a numerosi esposti denuncianti  illeciti
ed irregolarita' dell'amministrazione e dei singoli amministratori in
diversi  settori  -  abusivismi  anche  edilizi,  appalti,  servizi -
nonche' infiltrazioni della criminalita' mafiosa, ha dato  luogo  nel
tempo ad accertamenti e procedimenti penali.
   Significativa  a tal proposito e' la ordinanza di accesso del 1983
dell'Alto commissario per il  coordinamento  della  lotta  contro  la
delinquenza mafiosa che dispose l'acquisizione degli atti relativi ad
una  lottizzazione  di  292  ville,  site  in localita' S. Onofrio in
Trabia, le cui  risultanze  consentirono  di  rilevare  irregolarita'
amministrative e possibili illeciti nell'attivita' di lottizzazione.
   Indicativa risulta altresi' la denuncia, nel maggio 1989 fatta dai
carabinieri  di  Termini  Imerese  alla  locale  procura,  di  alcuni
amministratori comunali, tra i quali Di Vittorio Giuseppe e Vivinetto
Agostino per il reato di abuso di ufficio  ed  i  recenti  avvisi  di
garanzia  a  carico, fra gli altri, di alcuni sindaci succedutisi dal
1975 al 1983, tra i quali Gattuccio Antonino  e  Vivinetto  Agostino,
per i reati di interesse privato e abuso di ufficio.
   Le soprariferite circostanze evidenziano che il consiglio comunale
di  Trabia  si  trova ad operare in un clima di grave intimidazione e
condizionamento  mafioso  e  vede  compromessa  la   propria   libera
determinazione,  come  testimoniano gli episodi di intimidazione e la
partecipazione ad appalti da parte del consigliere  Picciolo  nonche'
di   imprese   ritenute   collegate  a  soggetti  mafiosi.  Ulteriori
significativi elementi  che  attestano  le  disfunzioni  dei  servizi
affidati  alle cure dell'amministrazione comunale, le inefficienze di
quest'ultima e l'uso distorto della cosa pubblica utilizzata deviando
dal principio di legalita' per il perseguimento di fini  estranei  al
pubblico  interesse, sono forniti dai numerosi esposti e segnalazioni
su tale stato di degrado gestionale.
   I collegamenti ed  i  condizionamenti  mafiosi  hanno  determinato
negli   amministratori   del  comune  di  Trabia  l'inosservanza  del
principio di legalita' nella gestione dell'ente,  hanno  minato  ogni
garanzia  di salvaguardia della sicurezza, causando una situazione di
pregiudizio per lo stato di quest'ultima e compromettendo  gravemente
le  legittime  aspettative  di quella popolazione ad essere garantita
nella  fruizione  dei  diritti  fondamentali   di   liberta',   nella
salvaguardia   dell'integrita'   fisica  e  morale  della  persona  e
nell'esercizio dell'attivita' lavorativa o di impresa.
   Da quanto sopra esposto  emerge  l'urgenza  dell'intervento  dello
Stato     mediante     provvedimenti     incisivi     in    direzione
dell'amministrazione comunale di Trabia.
   Il prefetto di  Palermo,  ai  sensi  dell'art.  1,  comma  2,  del
decreto-legge  31 maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22
luglio 1991, n. 221, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del
consiglio comunale di Trabia con relazione n. 1192/91/Gab S.S. del 18
settembre 1991.
   Ritenuto  per  tutto  quanto  sopra  esposto  che   ricorrano   le
considerazioni indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991,
n.  164,  come  convertito  nella  legge  22 luglio 1991, n. 221, che
legittimano lo scioglimento del  consiglio  comunale  del  comune  di
Trabia  si  formula  rituale  proposta per l'adozione della misura di
rigore.
    Roma, 28 settembre 1991
                                     Il Ministro dell'interno: SCOTTI