(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                   Al Presidente della Repubblica
   Il  consiglio  comunale  di  Piraino  (Messina),  rinnovato  nelle
consultazioni  elettorali  del  6  maggio  1990,  presenta  forme  di
condizionamento,  tali  da  interferire  in modo anomalo nel processo
formativo della volonta' dell'organo elettivo.
   Invero, nel corso di accertamenti condotti attraverso  gli  organi
di  polizia  nell'ambito  della  provincia  di  Messina  al  fine  di
individuare possibili situazioni di interconnessione o collusione tra
amministratori locali e organizzazioni criminali e' emerso il  ruolo,
particolarmente  significativo  sotto  siffatto  profilo, assunto dai
fratelli Mollica Domenico, Antonino e Pietro, tutti  imprenditori  di
Piraino,  con  alle  spalle  un  carico non indifferente di assegni a
vuoto e percio' stesso piu' volte condannati.
   In meno di tre anni  i  fratelli  Mollica  si  trasformano  in  un
sostanzioso  gruppo finanziario che acquista aziende, si inserisce in
societa', controllandone i pacchetti di maggioranza  e  si  aggiudica
ripetutamente  appalti  per  svariati  miliardi  in  Sicilia  e fuori
dall'isola.
   L'inserimento prorompente negli appalti  avviene  soprattutto  con
l'acquisto  della  SIAF  (Societa'  italiana acquedotti e fognature),
gia' con sede in Milano e iscritta poi alla Camera  di  commercio  di
Messina  il  24  gennaio  1989,  appartenente  per  l'80% ai suddetti
fratelli dal settembre 1984 tramite la S.p.a. Mollica.
   All'inizio  del  1991,  mentre  sono  in  corso  indagini  avviate
dall'autorita'  giudiziaria sulla predetta SIAF, Raffaele Cusmano, da
oltre  venti  anni  sindaco  di  Piraino,   denuncia   all'Arma   dei
carabinieri  di  temere  per  la  propria incolumita' avendo rilevato
gravi presunte irregolarita' commesse dalla SIAF nell'esecuzione  dei
lavori   di   costruzione  di  una  strada  nel  comune  di  Piraino,
irregolarita' sulle quali lo  stesso  riferisce  immediatamente  alla
procura della Repubblica di Patti con un dettagliato esposto.
   Ha  inizio  in  tal modo - secondo quanto riferito dall'Arma - una
"battaglia" a tutto campo fra il sindaco, il gruppo Mollica  e  buona
parte dell'amministrazione comunale.
   La  stessa  Arma, nel prosieguo delle indagini, anche alla luce di
quest'ultimo avvenimento,  acquisisce  concreti  elementi  secondo  i
quali  i  Mollica  condizionano il consiglio comunale di Piraino e la
giunta, prima capeggiata dal Cusmano  e  successivamente  da  Granata
Antonino. Infatti, il sindaco Cusmano, ha sollevato il problema delle
irregolarita' commesse dalla SIAF dopo che probabilmente qualche cosa
"si  e'  rotto"  nel  rapporto  che  lo  legava  ai Mollica, divenuti
arroganti ed aggressivi oltre ogni misura fino  a  prevaricarne  ogni
possibilita'  di  determinazione.  Tant'e'  che  i  Mollica,  i quali
tramite una ragnatela di amicizie, di parentele, di  comparato  e  di
connivenze,  "muovono" la volonta' di dodici consiglieri su venti, il
26 marzo 1991 promuovono, tramite questi, una mozione di sfiducia nei
confronti del sindaco e della giunta  determinandone,  in  breve,  le
dimissioni   cui   fa  seguito  l'elezione  di  una  nuova  compagine
presieduta da Granata Antonio. Quest'ultimo, assunto il 5 marzo  1991
nella  Edil  costruzioni  retta da Mollica Domenico, viene licenziato
dalla stessa societa' il 2 maggio 1991 per  assumere  poi  l'incarico
sindacale il 17 giugno successivo.
   Occorre  altresi' rilevare che nel consiglio comunale del medesimo
comune figurano, tra gli altri:
    Pintaudi Basilio, "compare" dei Mollica;  la  figlia  del  primo,
infatti,  Pintaudi  Antonietta,  dipendente del comune di Piraino, ha
cresimato una figlia di Mollica Domenico;
    Casamento Ignazio, cognato di Mollica Pietro,  per  avere  questi
sposato la sorella del primo, Casamento Maria, che e' cointeressata a
societa' del Mollica;
    Scaffidi  Lallaro  Costantino,  dipendente  SIAF  per  il settore
legale;
    Miragliotta  Giuseppe,  e  Traviglia  Antonio  in   rapporti   di
consulenza o di affari con l'impresa;
    Mastrolembo  Ventura  Salvatore,  assessore  ai  lavori pubblici,
legatissimo ai Mollica.
   Ma quel che piu' rileva per tracciare  un  quadro  completo  della
situazione   e  del  grado  di  condizionamento  dell'amministrazione
comunale in  argomento  e'  il  coinvolgimento  dei  Mollica  in  una
indagine,   sempre   condotta  dall'Arma  ed  ancora  in  istruttoria
preliminare presso l'A.G., nella quale gli stessi vengono indicati in
contatto o comunque sotto la protezione di elementi di  spicco  della
criminalita'   organizzata  della  provincia.  Dagli  atti  pervenuti
risulta che proprio la consapevolezza dei rapporti dei  tre  fratelli
con  elementi della criminalita' organizzata ha verosimilmente spinto
l'ex sindaco Cusmano a temere fortemente per la  propria  incolumita'
personale,   essendo   evidentemente  in  possesso,  per  i  rapporti
pregressi, di sicuri elementi atti a comprovare la pericolosita'  dei
soggetti in parola.
   Conclusivamente   gli  elementi  riferiti  evidenziano,  come  gli
amministratori del comune di Piraino siano fortemente e concretamente
condizionati nelle loro scelte, subordinate ad interessi di parte,  e
conseguentemente   come  risulti  fortemente  compromessa  la  libera
determinazione degli organi elettivi ed il buon andamento  di  quella
amministrazione  comunale,  nonche'  il  corretto  funzionamento  dei
servizi ad essa affidati. Appare di tutta evidenza che la  situazione
e'  tale  da  poter  recare  pregiudizio  allo  stato della sicurezza
pubblica.
   Da quanto  sopra  emerge  l'urgenza  dell'intervento  dello  Stato
mediante  provvedimenti  incisivi  in  direzione dell'amministrazione
comunale di Piraino.
   Il prefetto di  Messina,  ai  sensi  dell'art.  1,  comma  2,  del
decreto-legge  31 maggio 1991, n. 164, come convertito nella legge 22
luglio 1991, n. 221, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del
consiglio comunale di Piraino con relazione n.  252/13.M/Gab  del  19
settembre 1991.
   Ritenuto  per  quanto esposto che ricorrono le condizioni indicate
nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito
nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano  lo  scioglimento
del  consiglio  comunale  di  Piraino  (Messina),  si formula rituale
proposta per l'adozione della misura di rigore.
    Roma, 28 settembre 1991
                                     Il Ministro dell'interno: SCOTTI