ALLEGATO Istituti Professionali di Stato - Orari e programmi d'insegnamento dell'area comune e modalita' di utilizzo dell'area di approfondimento. I corsi di qualifica dell'istruzione professionale sono strutturati in un biennio caratterizzato da: - un'area comune di formazione umanistica e scientifica di h. 22 settimanali; - un'area di indirizzo, differenziata, di h. 14 settimanali; - un'area di approfondimento di h. 4 settimanali. Con il biennio si possono raggiungere le seguenti finalita': - realizzare gli obiettivi generali indicati nella presentazione; - permettere ai giovani, dopo il conseguimento del biennio, di iscriversi in base alle proprie capacita' e attitudini: a - direttamente ad un terzo anno dell'istruzione professionale per il conseguimento del diploma di qualifica; b - direttamente ai corsi triennali affini di altro ordine di studi; c - con esami integrativi, al terzo anno di qualsiasi scuola secondaria di II grado. Il terzo anno e' caratterizzato da: - un'area comune di 12-15 ore settimanali, a seconda degli indirizzi; - un'area di indirizzo di 21-24 ore; - un'area di approfondimento di 4 ore. Al termine del triennio gli allievi sosterranno l'esame per il conseguimento del diploma di qualifica. Dopo il conseguimento di tale titolo di studio lo studente puo': - accedere al mondo del lavoro; - iscriversi ai corsi biennali post-qualifica degli istituti professionali; - passare, con esami integrativi, al quarto anno di scuole secondarie di II grado di altro tipo; - nei casi da definire con apposito provvedimento, accedere previo un corso complementare da tenersi nei mesi estivi (al termine degli esami di qualifica) alla classe IV di istituto tecnico di indirizzo coerente; - frequentare successivi moduli anche realizzati nella scuola in convenzione con la Regione per il conseguimento di un secondo livello di qualifica, rispondente a piu' elevati contenuti e a bisogni formativi professionali propri e del territorio in conseguenza di processi innovativi e tecnologico-produttivi. BIENNIO STRUTTURA GENERALE DEL PIANO DI STUDIO ORARIO SETTIMANALE Materie di insegnamento cl. 1a cl. 2a AREA COMUNE Italiano 5 5 s.o. Storia 2 2 o. Lingua straniera 3 3 s.o. Diritto ed Economia 2 2 o. Matematica ed informatica 4 4 s.o. Scienze della terra e biologia 3 3 o. Educazione fisica 2 2 p. Religione (per coloro che se ne avvalgono) 1 1 ____________________ 22 22 AREA DI INDIRIZZO Discipline di indirizzo 14 14 AREA DI APPROFONDIMENTO 4 4 * S. = scritto O. = orale P. = pratico TERZO ANNO STRUTTURA GENERALE DEL PIANO DI STUDIO Materie di insegnamento cl. 3a ore settimanali (*) AREA COMUNE 12/15 Italiano - Storia Lingua straniera Matematica ed informatica Educazione fisica Religione (per coloro che se ne avvalgono) AREA DI INDIRIZZO 21/24 Materie tecniche e professionali AREA DI APPROFONDIMENTO 4 ____________________ 40 (*) - Variabili nei diversi indirizzi PROSPETTO RIASSUNTIVO SETTORI INDIRIZZI QUALIFICHE AGRICOLTURA AGRARIO Operatore agricolo Operatore agro-industriale INDUSTRIA E ABBIGLIAMENTO Operatore della moda ARTIGIANATO E MODA CHIMICO E Operatore chimico e BIOLOGICO biologico EDILE Operatore edile ELETTRICO ED Operatore elettrico ELETTRONICO Op. elettronico industriale Op. per telecomunicazioni MECCANICO- Operatore meccanico TERMICO Operatore termico SERVIZI ALBERGHIERI Op. ai servizi di cucina E DELLA Op. ai servizi di sala bar RISTORAZIONE Op. servizi di segreteria e ricevimento ECONOMICO AZ.LE Op. gestione aziendale E TURISTICO Op. impresa turistica PUBBLICITA' Op. grafico-pubblicitario SERVIZI SOCIALI Op. servizi sociali SETTORI ATIPICI AREA COMUNE E AREA DI INDIRIZZO Per l'area di formazione culturale generale nel biennio si definiscono discipline comuni a tutti gli indirizzi tali da rendere l'ordine professionale omogeneo con gli altri ordini di scuola secondaria superiore per la gran parte delle discipline curricolari. Agli allievi degli istituti professionali sara' cosi' non soltanto "consentita", ma anche efficacemente garantita la duplice possibilita' di accedere, al compimento del biennio, al terzo anno di qualifica o, senza esami, al terzo anno di istituto secondario affine. La prima opzione postula sottolineature degli aspetti strumentali del sapere, in vista di una formazione a breve termine spendibile direttamente nell'attivita' lavorativa. La seconda postula il completamento degli aspetti culturali ed espressivi delle discipline, in vista della prosecuzione degli studi per il conseguimento di una istruzione piu' avanzata. La sintesi delle due esigenze corrisponde all'obiettivo di una condizione formativa generale dell'uomo, del cittadino e del lavoratore, che si pone come domanda fondamentale dell'educazione e come diritto costituzionalmente garantito. I programmi devono essere considerati cogenti per quanto riguarda gli obiettivi, gli standard di preparazione che ogni studente deve raggiungere, il livello della capacita' d'apprendimento, la padronanza di principi e metodi; orientativi per quello che riguarda gli specifici contenuti, che non possono, ma debbono essere trascelti e completati attraverso moduli didattici dedicati, tra l'altro: - alla conoscenza del quadro di sviluppo sociale del sistema economico produttivo del territorio in cui opera la scuola; - all'approfondimento dei contenuti piu' vicini alla cultura propria dell'area di indirizzo. Il principio dell'equivalenza dei percorsi formativi dei vari bienni e la collocazione di alcune discipline nell'area comune non dispensano, infatti, dal considerare che esse sono esposte all'influenza di fattori di varia natura i quali pur senza incidere sul loro carattere comune, ne condizionano oggettivamente l'esplicarsi, tanto dal punto di vista metodologico quanto con riferimento ai vari contenuti. E' necessario tenere conto della contiguita' delle materie d'indirizzo, Tale contiguita' e' un dato di fatto e non puo' non produrre effetti. Non avrebbe senso, infatti, ipotizzare un insegnamento "indipendente" dalle discipline di formazione generale dell'area comune, collocate nel limbo di una loro presunta autonomia e universalita', indifferenti all'influenza del contesto didattico. Sussistono, al contrario, condizioni e problemi di integrazione pedagogica e di integrazione disciplinare, che non possono non conferire all'insegnamento, pur nella prospettiva del risultato omogeneo, coloriture particolari e "contaminazioni" dipendenti dalla natura specifica delle discipline dell'indirizzo. Ferme restando, dunque, le indicazioni programmatiche di ciascuna disciplina e i relativi suggerimenti metodologici, si pone per i docenti la necessita' di ulteriori riflessioni sulla specificita' dei curricoli di ciascun corso di qualifica. I programmi di seguito definiti si muovono infatti oltre che sulle direttrici dell'irrobustimento dell'impianto culturale e dell'ampliamento della valenza degli indirizzi di studio (con conseguente riconsiderazione anche quantitativa) anche sul piano dell'organizzazione modulare e flessibile dei percorsi con previsioni di uscite e rientri dal mondo del lavoro e da altri ordini di studi, e su quello della organizzazione della didattica. Entrambi gli ultimi due aspetti, costituiscono la condizione necessaria, ancorche' non sufficiente, per il determinarsi di una scolarizzazione nell'ambito dell'istruzione professionale, che sia meno di oggi sottoposta ad un forte condizionamento sociale: si pensi al primato delle ripetenze in tale ordine formativo, che per giunta si innesta su una sorta di auto-selezione negativa dei soggetti al momento della scelta degli indirizzi di studio dopo la scuola dell'obbligo, fattore questo determinante per il diffondersi di atteggiamenti negativi su tale tipo di formazione. La scelta del percorso scolastico corto dopo il compimento dell'obbligo e' stata considerata in passato riservata, in generale, a quei cittadini le cui aspirazioni si volgevano ad una preparazione "pratica", mirata ad una attivita' lavorativa il piu' possibile precoce. Da qui la tradizionale aspettativa di questi allievi, di itinerari di apprendimento limitati e "concreti" e la scarsa disponibilita' ad un impegno approfondito nello studio; da qui ancora, la tradizionale disposizione dei docenti ad assecondare tali aspettative mediante l'offerta di percorsi culturali modesti, fatti di contenuti elementari e di metodologie d'insegnamento prevalentemente addestrative. In presenza di siffatte motivazioni e comportamenti consolidati dalla tradizione, i presenti programmi pongono invece prospettive di elevazione della dignita' culturale del biennio di adeguamenti alle nuove esigenze che emergono dal mondo produttivo. Tale mutamento non puo' che comportare l'adozione di metodologie congrue. Tanto nel caso, infatti, in cui le soggettive demotivazioni degli alunni siano espressioni di fattori personali "naturali", quanto nel caso in cui su esse influiscano i condizionamenti di natura socio- culturale ed economica o la modesta preparazione conseguita al termine della scuola media, si rende necessario disporre procedure didattiche nuove, di valore precipuamente liberatorio e promozionale; cioe' la messa in atto, nelle classi, di situazioni di apprendimento ricche, stimolanti, articolate, irrituali, provocatorie, quindi produttive della massima partecipazione di tutti gli allievi. Centrale, per l'attuazione di programmi e' un serio discorso programmatorio. La programmazione educativa e didattica che la normativa vigente (D.P.R. 416/74, ART. 4, comma III ed altri) prevede per le scuole di ogni ordine e grado, diventa veicolo unico ed irrinunciabile per garantire unita' didattica, articolazione educativa, finalizzazione organica di contenuti e metodi, con particolare riferimento a quella dimensione di professionalita' che rappresenta l'asse portante del progetto stesso. E' necessario l'impegno a lavorare organicamente insieme da parte di tutto il corpo docente, evitando particolarismi e chiusure individuali che se sono senz'altro pericolose e nocive in istituzioni scolastiche a valenza culturale generale, diventano distruttive e definitivamente pregiudicanti in curricoli a valenza tipicamente professionale, in cui la formazione culturale e generale deve porsi come supporto pregnante di qualunque momento didattico. I consigli di classe e, successivamente, il collegio dei docenti sono chiamati a creare una rete di legami di contenuti e di metodologie sostanziali tra le varie attivita' disciplinari giungendo in tal modo ad inserire l'alunno in un tessuto che presentandosi a lui come fortemente unitario, gli agevoli la costruzione di una partecipazione culturale e professionale altrettanto unitaria. L'intero impianto del programmi consente un incremento sostanziale dell'autonomia decisionale dei docenti attraverso lo strumento della programmazione didattica. Con esso si vuol dare risposta positiva al problema del rapporto centralita'-autonomia nella pianificazione degli itinerari formativi. Due sono le caratteristiche che devono essere conciliate e rese compatibili: - la unitarieta' dei singoli livelli e indirizzi di studio (obiettivi formativi terminali identificati per il perseguimento di una base culturale e di un'ampia valenza professionale comune e tutta l'utenza), garanzia di una reale uguaglianza delle opportunita' formative; - una maggiore rispondenza della formazione alle esigenze contestuali proprie di ciascun allievo, di ciascuna scuola, di ciascuna area geografica. Per questo si valorizza una struttura ed una formulazione elastica dei programmi che consentono di rendere compatibili le due esigenze attraverso una organizzazione flessibile della didattica. Lo svolgimento dei programmi sara' impostato su un impianto modulare; con esso: - si avra' cura di non disperdere il discente su una congerie enciclopedica di contenuti tale da impedire una visione unitaria e di metodo dei problemi; - si dovranno evidenziare, essenzialmente gli snodi fondamentali del sapere di ogni singola disciplina, le questioni di base, le chiavi razionali per l'accesso ad ogni ulteriore approfondimento e sviluppo degli studi; - contenuti e metodologie si dovranno adattare agli obiettivi propri dell'ordine di studi, degli specifici indirizzi professionali, delle esigenze economico-sociali del territorio. In questo contesto anche i programmi delle discipline dell'area di indirizzo devono: - privilegiare i punti di raccordo con i contenuti e gli obiettivi delle altre discipline del curricolo onde concorrere a costituire una organica cultura professionale; - essere svolti con la metodologia che piu' si adegua alle finalita' generali di creazione nel discente di una professionalita' polivalente, base per l'innesto di ogni ulteriore specializzazione; - essere supportati con una attivita' pratica che, costituisca una esperienza che consenta di seguire i processi produttivi tipici nel settore di riferimento. AREA DI APPROFONDIMENTO La dimensione dell'area di approfondimento e' fissata in 4 ore settimanali. La gestione di questa area e' affidata alla programmazione autonoma di ciascun istituto, in vista del conseguimento degli obiettivi generali individuati. Ferma restando la frequenza obbligatoria per tutti gli allievi, i gruppi classe potranno essere scissi, individuando come momento aggregante per gli allievi le specifiche mete formative. Tali ore possono essere svolte in forma curricolare oppure esser raggruppate in uno o piu' moduli, opportunamente collocati nella programmazione scolastica annuale. Le materie possono essere indicate in concreto, sempre nell'ambito della programmazione didattica, dai vari consigli di classe. Il collegio dei docenti, nell'individuare le materie dell'area di approfondimento, terra' anche conto dell'opportunita' di attivare collegamenti operativi con le specifiche realta' territoriali al fine di accentuare il carattere di orientamento pratico del settore professionale proprio di ciascun tipo di biennio. Nel primo anno del biennio l'utilizzazione delle ore di approfondimento si articolera' per fasi. La prima fase (che corrispondera' ai mesi iniziali dell'anno scolastico) sara' dedicata alla verifica delle condizioni di ingresso degli allievi, alla chiarificazione della loro scelta di indirizzo. Nella seconda fase si realizzera' l'omogeneizzazione dei livelli culturali (attraverso opportune strategie di sostegno) e la socializzazione degli allievi stessi. La fase di avvio sara' gestita avvalendosi anche dei suggerimenti forniti dalle famiglie. Nel secondo anno le ore di approfondimento potranno essere finalizzate anche per dare agli allievi una dimensione culturale tecnico-operativa direttamente legata alla qualita' socio-economica del territorio. Tali ore possono essere destinate anche a fondare un raccordo tra insegnamenti e programmi dell'istituto tecnico per agevolare le scelte degli allievi che desiderino uscire lateralmente dall'ordine professionale e proseguire diversamente gli studi. In questo secondo anno crescera', all'interno dei vari consigli di classe, il peso degli orientamenti e delle opzioni collegati alle finalita' tecniche operative e ai legami con il territorio delle varie discipline. Nel terzo anno l'area sara' essenzialmente destinata allo sviluppo di moduli di approfondimento di specifiche competenze professionali: - interventi di rappresentanti altamente qualificati che esercitino la professione nei rispettivi settori produttivi; - esercitazione di simulazione aziendale; - esperienze di alternanza scuola-lavoro da gestire anche in convenzione con le imprese. PROGRAMMI DELL'AREA COMUNE DEL BIENNIO I programmi dell'area comune del biennio riprendono quelli predisposti dalla "Commissione ministeriale per la revisione dei programmi del primo biennio della scuola secondaria superiore". Tali programmi devono essere considerati cogenti per quanto attiene l'individuazione delle discipline, gli obiettivi generali, gli standard di preparazione degli allievi, la padronanza di principi e metodi; orientativi per quanto riguarda contenuti e metodologie che, nell'ambito della programmazione modulare, debbono essere adattati alla specificita' dei singoli percorsi scolastici in accordo con le caratteristiche di flessibilita' e continuo adeguamento proprie dell'ordine professionale. ITALIANO* FINALITA' SPECIFICHE Finalita' specifiche del biennio sono: a) nel settore delle abilita' linguistiche: 1. l'acquisizione della capacita' di usare la lingua nella ricezione e nella produzione orali e scritte, in maniera sufficientemente articolata, in relazione agli scopi e alle situazioni comunicative, e secondo una dimensione propriamente "testuale"; 2. l'acquisizione, in particolare, dell'abitudine alla lettura, come mezzo insostituibile per accedere a piu' vasti campi del sapere, per soddisfare nuove personali esigenze di cultura, per la maturazione delle capacita' di riflessione e per la maggiore partecipazione alla realta' sociale; b) nel settore della riflessione sulla lingua: 3. l'acquisizione di una conoscenza riflessa piu' sicura e complessiva dei processi comunicativi e della natura e del funzionamento del sistema della lingua, allo scopo sia di rendere piu' consapevole il proprio uso linguistico sia di cogliere i rapporti tra la lingua, il pensiero e il comportamento umano sia di riconoscere, nella lingua, le testimonianze delle vicende storiche e culturali; 4. l'acquisizione di un metodo piu' rigoroso anche nell'analisi della lingua, in analogia con le esperienze che si compiono in altri campi disciplinari: ________________ * Le finalita' vengono presentate distinguendo i tre settori istituzionali delle abilita' linguistiche, della riflessione sulla lingua e dell'educazione letteraria. Tale partizione e l'ordine che ne consegue non costituiscono indicazione di priorita' intrinseca o di sequenza nella prassi didattica, la quale deve invece attuare una forte circolarita' e una chiara interconnessione fra le attivita' di ciascun settore. ________________ c) nel settore dell'educazione letteraria: 5. la maturazione, attraverso l'accostamento a testi di vario genere e significato e l'esperienza di analisi dirette condotte su di essi, di un interesse piu' specifico per le opere letterarie, che porti alla "scoperta" della letteratura come rappresentazione di sentimenti e situazioni universali in cui ciascuno possa riconoscersi e luogo in cui anche i gruppi sociali inscrivano e riconoscano le loro esperienze, aspirazioni e concezioni. Riferimenti generali L'insegnamento dell'italiano si colloca nel quadro piu' ampio dell'educazione linguistica, la quale coinvolge tutti i linguaggi, verbali e non verbali, e impegna tutte le discipline. La connessione fra i diversi linguaggi e la varieta' dei contenuti e delle situazioni di apprendimento, a cui la pratica dei linguaggi va collegata, costituiscono punti di riferimento obbligati in ogni fase del percorso formativo. In particolare la lingua primaria, come strumento fondamentale per l'elaborazione e l'espressione del pensiero e per l'ampliamento dell'intero patrimonio personale di esperienze e di cultura, si offre come terreno di intervento diretto per tutti gli insegnamenti. In tale contesto, l'insegnamento dell'italiano assume come oggetto specifico dell'azione educativa e come campo di acquisizioni culturali i processi di produzione e comprensione in questa lingua, facendosi speciale carico di farne emergere la varieta' di caratteri e di funzioni. In tale azione esso trova particolari attinenze con gli altri insegnamenti linguistici. Si segnala in particolare che la civilta' contemporanea ha accresciuto il suo interesse per il linguaggio, del quale vengono messi sempre piu' in evidenza le connessioni con i processi di sviluppo cognitivo e con il formarsi di una coscienza etnica e culturale e il nesso indissolubile con i contenuti del sapere. Il linguaggio stesso, e in special modo la lingua primaria, diventano percio' oggetto centrale di osservazione riflessa, anche in funzione propedeutica nei riguardi di altre direzioni di studio, come quelle della logica, della matematica, della filosofia. L'osservazione della lingua si riconosce oggi percorso obbligato anche per l'approccio ai testi letterari, nei quali il mezzo linguistico esprime al massimo le sue potenzialita'. ITALIANO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Gli obiettivi, indicati secondo i settori istituzionali della disciplina, si riferiscono a capacita' che lo studente deve dimostrare di aver acquisito al termine del biennio. Abilita' linguistiche Comunicazione orale a) Ricezione (ascolto). Lo studente, superando il livello della comprensione globale e generica dei discorsi altrui, deve saper: 1. individuare nel discorso altrui i nuclei concettuali e l'organizzazione testuale, specialmente nelle esposizioni argomentate; 2. evincere con chiarezza il punto di vista e le finalita' dell'emittente. b) Produzione (parlato). Lo studente, superando il livello dell'esposizione casualmente sequenziale e indifferenziata, deve saper: 3. pianificare e organizzare il proprio discorso, tenendo conto delle caratteristiche del destinatario, delle diverse situazioni comunicative, delle diverse finalita' del messaggio e del tempo disponibile; 4. regolare con consapevolezza il registro linguistico (usi formali e informali), i tratti prosodici (intonazione, volume di voce, ritmo) e gli elementi che conferiscono efficacia al discorso. Gli obiettivi indicati riguardano anche la comunicazione a distanza attraverso mezzi fonici e fonico-visivi, nella quale l'uso orale ha assunto aspetti particolari e svolge funzioni culturali e sociali nuove. Lettura Nella pratica della lettura, tenuto conto delle diverse modalita' e funzioni che caratterizzano la lettura silenziosa e quella a voce, si segnalano separatamente due ordini di obiettivi. Nella lettura silenziosa lo studente deve saper: 5. compiere letture diversificate, nel metodo e nei tempi, in rapporto a scopi diversi, quali la ricerca di dati e informazioni, la sommaria esplorazione, la comprensione globale, la comprensione approfondita, l'uso del testo per le attivita' di studio; 6. condurre l'analisi e l'interpretazione dei testi, sapendo: 6.1. individuare le strutture e le convenzioni proprie dei diversi tipi di testo, 6.2. usare le proprie conoscenze per compiere inferenze, 6.3. integrare le informazioni del testo con quelle fornite da altre fonti. Nella lettura a voce lo studente deve saper: 7. rendere l'esecuzione funzionale alla situazione, regolando gli aspetti fonici, prosodici e di direzione comunicativa. Scrittura Nella pratica della scrittura lo studente deve raggiungere: 8. una adeguata consapevolezza e capacita' di controllo delle differenze tra formulazione orale e formulazione scritta del pensiero con particolare riferimento ai rapporti tra fatti prosodici e punteggiatura, tra sintassi ellittica e sintassi esplicita, tra lessico comune e lessico preciso o tecnico; 9. la capacita' di realizzare forme di scrittura diverse in rapporto all'uso, alle funzioni e alle situazioni comunicative, distinguendo tra scritture piu' strumentali e di uso personale e scritture di piu' ampia diffusione e di diversa funzione, che richiedono piu' attenta pianificazione; 10. la consapevolezza della flessibilita' del progetto di scrittura e la conseguente capacita' di modificarlo quando occorra; 11. la capacita' di utilizzare intelligentemente e correttamente informazioni, stimoli e modelli di scrittura, ricavati da altri testi. Riflessione sulla lingua Gli obiettivi della riflessione sulla lingua si rapportano a finalita' sia applicative, sia cognitive. Lo studente deve saper: 12. analizzare con metodi di adeguato rigore scientifico la lingua, sapendo collegare i fenomeni dei vari livelli del sistema e istituendo confronti tra alcuni elementi fondamentali della lingua italiana e quelli di altre lingue studiate o note, compresi i dialetti; 13. riconoscere la diversa utilizzazione che hanno le stesse strutture linguistiche in diversi tipi di testo; 14. cogliere l'interrelazione tra i contenuti del pensiero e le forme linguistiche; 15. istituire rapporti tra l'ambito delle lingue verbali, i linguaggi formalizzati, quali quelli della matematica, della logica e delle tecnologie dell'informazione, e le realizzazioni nei linguaggi visivi; 16. cogliere il rapporto tra le tradizioni linguistiche, le tradizioni culturali e le vicende della societa', rilevando gli aspetti della storicita' della lingua e della varieta' linguistica nello spazio geografico. Educazione letteraria Lo studente deve saper: 17. riconoscere gli aspetti formali del testo letterario nelle sue varie realizzazioni, rilevando la funzione che in esso assumono l'ordine interno di costruzione, le scelte linguistiche e, in particolare nella poesia, i tratti ritmici e prosodici e la stessa configurazione grafica; 18. cogliere in termini essenziali, attraverso elementi del linguaggio e riferimenti di contenuto, il rapporto tra l'opera letteraria e il contesto culturale e storico generale in cui essa si situa; 19. fornire, sulla base degli elementi testuali e contestuali rilevati, un'interpretazione complessiva e metodologicamente fondata del testo; 20. formulare giudizi motivati che esplicitino il rapporto tra il messaggio dell'opera e l'esperienza culturale e la sensibilita' estetica del lettore. CONTENUTI Abilita' linguistiche Lo sviluppo delle abilita' linguistiche trova i suoi contenuti nelle specifiche attivita' che lo studente deve svolgere sulla base di motivazioni e spunti concreti. Per la ricezione e la produzione orale tali attivita' sono: - la pratica dei diversi generi di scambio comunicativo, quali: la conversazione, la discussione, il dibattito, l'intervista, l'esposizione libera o sulla base di appunti e scalette; - rilevamenti e registrazioni della produzione di altri e degli studenti stessi in situazioni extrascolastiche, anche attraverso i mezzi radiofonici e televisivi; - l'utilizzazione consapevole delle caratteristiche strutturali e testuali del parlato, che lo rendono funzionale alla particolare modalita' comunicativa e lo differenziano dall'uso scritto. Per la lettura i contenuti fanno riferimento sia all'ulteriore necessario sviluppo dell'abilita' specifica, sia al soddisfacimento dei bisogni di cultura e di partecipazione alla vita sociale presenti nello studente. Le attivita' di analisi e comprensione dei testi devono: - riguardare un'ampia varieta' di testi, riferibili a tipologie e tematiche diverse: da testi espositivi e informativi a testi argomentativi, da testi scientifici e tecnici a testi letterari; - portare a individuare i caratteri specifici della "testualita'" e il loro vario manifestarsi nelle diverse forme di testo; - realizzarsi anche in letture strumentali, eseguite in situazioni di uso concreto (a fini di studio, per preparare dibattiti, relazioni ecc.). Per la scelta e le attivita' riguardanti i testi propriamente letterari si rinvia a quanto e' detto nel paragrafo sull'educazione letteraria. Per la scrittura le attivita' consistono nella produzione di vari tipi di testo, allo scopo di accostarsi alle utilizzazioni e alle finalita' che la scrittura trova nella vita reale e che possono essere cosi' indicate: - dare, registrare e chiedere informazioni, in forme testuali quali appunti di lezioni e di conferenze, verbali di discussione, annunci e comunicazioni di carattere privato o pubblico, ecc.; - dare istruzioni per eseguire operazioni o regolare attivita'; - descrivere in termini oggettivi o soggettivi luoghi, oggetti, persone, eventi; - sviluppare argomentazioni su tema dato, secondo istruzioni compositive indicate; - trasferire contenuti di testi in altra forma, mediante parafrasi, riscritture, riassunti di varia dimensione e secondo prospettive di- verse; - interpretare e commentare testi, redigendo recensioni di libri, film, spettacoli, note esplicative e osservazioni valutative "a margine" di testi; - rielaborare in modo creativo esperienze personali, informazioni oggettive ed elementi fantastici, in forma di diari, dialoghi, racconti, sceneggiature ecc. Sono altresi' contenuto specifico della didattica della scrittura, per ogni forma da praticare, tutti gli aspetti, le fasi e le tecniche del processo di composizione, riguardanti l'ideazione, l'ordine di costruzione e la graduale definizione formale del testo (articolazione, correttezza e registro della lingua, ampiezza, impostazione grafica) in rapporto alla sua funzione e destinazione, nonche' al tempo di elaborazione. Le varie forme di produzione scritta vanno il piu' possibile riferite alle attivita' scolastiche, affinche' tale pratica non abbia puro carattere di esercizio fine a se stesso. Riflessione sulla lingua I contenuti della riflessione sono dati dalla materia relativa ai processi di comunicazione e al funzionamento del sistema della lingua. Tale quadro, parzialmente gia' noto allo studente, deve ora acquistare decisiva chiarezza e completezza e percio' deve ricomprendere tutti i principali nuclei tematici. Diventano argomenti di particolare o nuova trattazione: - le caratteristiche fondamentali di un "testo" (unita', completezza, coerenza, coesione che ne realizzano l'informativita') e le sue possibili articolazioni, sia nelle forme dell'oralita', sia in quelle della scrittura; - la varieta' dei tipi di testo ("tipologia dei testi"), che conduce ad esaminare il rapporto tra la forma del testo e il suo contenuto; - gli aspetti retorici, legati particolarmente a valori semantici, nei diversi usi della lingua; - le implicazioni principali del rapporto tra semantica e sintassi nella struttura della frase: legami tra i costituenti, reggenze, concordanze modali, temporali e aspettuali dei verbi; - punti fondamentali nella vicenda storica della lingua italiana, dalle sue origini latine ad oggi, e dei suoi rapporti con i dialetti e con altre lingue; - le varieta' sociali e funzionali della lingua (standard scritto, uso medio, usi regionali, linguaggi settoriali) anche in relazione alle esperienze presenti negli studenti. Educazione letteraria L'educazione letteraria trova i suoi contenuti nella diretta lettura ed analisi dei testi letterari, affiancata da una conoscenza essenziale delle istituzioni (modelli tematici e formali, procedimenti retorici, circuiti sociali e culturali) che ne regolano la produzione e da iniziali esperienze di contestualizzazione dei testi. L'analisi di tali testi permette di rilevare anche le inesauribili risorse della lingua e offre occasione privilegiata per lo sviluppo di abilita' linguistiche generali. La scelta dei testi deve tener conto sia degli interessi e delle motivazioni culturali degli studenti, sia di obiettivi piu' ampi e organici dell'educazione letteraria, dei quali si fa interprete il docente in base alla programmazione. Mediante tale scelta si deve proporre un orizzonte abbastanza largo di cultura, senza pregiudiziali restrizioni di tempo, di spazio e di genere, e quindi tenendo conto dei seguenti criteri: - accanto ad opere di epoche relativamente recenti e piu' affini con la cultura degli studenti, non devono mancare adeguati contatti con testimonianze di altre epoche, anche antiche, per attingere a motivi culturali profondi (memoria di miti e di figure, luoghi ed eventi emblematici); - la prevedibile maggiore presenza di opere letterarie italiane non deve ridurre eccessivamente la presenza delle altre culture europee ed extraeuropee. Per il panorama italiano non deve mancare l'interesse per quanto e' stato prodotto dalla nostra cultura anche in altre lingue (latino, dialetti, altri idiomi) e a tal fine si possono utilizzare buone traduzioni affiancate agli originali; - occorre attingere alla varieta' di forme e generi della produzione letteraria, poiche' questa si configura come un sistema dotato di proprie istituzioni portatrici di significato; va dato il dovuto spazio alla poesia, nella quale anche la funzione creativa della lingua trova la sua massima espressione. Una lettura varia e articolata di testi letterari richiede anzitutto il ricorso ad adeguate scelte antologiche, come terreno di esercitazione intensiva delle competenze letterarie ed occasione e stimolo alla scoperta di opere intere. La scelta dei testi deve essere organizzata in modo significativo mediante raggruppamenti e percorsi, al fine di far rilevare la persistenza e l'evolversi di temi, motivi e forme nel tempo, nelle diverse culture e nei vari tipi di rappresentazione. La lettura di opere intere costituisce scopo fondamentale dell'educazione letteraria. Quanto alla loro dimensione, la scelta deve essere tale da consentire per ogni anno, d'obbligo, sia la lettura collettiva e guidata di almeno un'opera narrativa intera, sia la lettura piu' rapida e individuale di altre opere. Circa i loro requisiti di qualita', si deve tenere responsabilmente conto dei seguenti criteri, che sono tra loro interconnessi: - la riconosciuta dignita' letteraria delle opere; - la significativita' tematica, in rapporto agli interessi presenti ed educabili negli studenti; - le caratteristiche formali e gli aspetti linguistico-espressivi, in relazione alle possibilita' di accesso iniziale e a quelle di crescita e di affinamento della comprensione. Si pone altresi' l'esigenza di accostare lo studente anche alle espressioni letterarie di maggiore rilievo per valore artistico e per il contributo dato al patrimonio di memorie e di figure simboliche della collettivita'. In tale ambito, la lettura dei "Promessi Sposi" e' tradizionalmente presente in questa fascia scolastica per il ruolo svolto dal romanzo nelle vicende della letteratura italiana moderna e per ragioni di prima accessibilita' della forma e di varieta' e ricchezza di temi. La lettura di questa, come di altre opere di particolare ampiezza e complessita', non va condotta ne' in modo estensivo e globale (tanto meno per riassunti) per giungere ad un generico inquadramento di contenuto, ne' perseguendo il disegno di una piena contestualizzazione storico-culturale, obiettivo proprio di una fase piu' matura: tale lettura deve seguire opportunamente itinerari selettivi che mettano in evidenza aspetti significativi dell'opera e integrarsi nelle altre esperienze di lettura e di educazione letteraria proprie del biennio. ITALIANO INDICAZIONI SPECIFICHE L'azione educativa da svolgere nel biennio, in ciascuno dei tre settori in cui si articola la disciplina, costituisce una coerente continuazione di quella svolta nei precedenti gradi scolastici: essa ripropone in un nuovo ciclo gli stessi percorsi fondamentali della disciplina, con lo scopo non solo di consolidare i risultati gia' conseguiti dagli studenti, ma di far loro raggiungere livelli chiaramente piu' avanzati, in relazione alle accresciute capacita' e ai maggiori bisogni della loro eta'. Per il raggiungimento degli obiettivi indicati si richiede in ogni caso che preliminarmente si compia la verifica dei livelli di partenza nei vari ambiti di attivita', rilevando in particolare: quali abitudini linguistiche il singolo studente abbia derivato dal suo contesto socio-culturale, quale grado di competenza abbia raggiunto nella comprensione e nella produzione dei testi e nelle conoscenze metalinguistiche. Considerata la collocazione dell'insegnamento dell'italiano nel quadro piu' ampio dell'educazione linguistica e la trasversalita' che questa assume nell'intero processo formativo e di istruzione, in sede di programmazione collegiale vanno stabiliti concreti collegamenti con tutte le discipline, in termini di obiettivi comuni e di procedimenti operativi, per lo sviluppo delle capacita' e delle conoscenze relative al linguaggio. Intese particolari vanno instaurate tra l'insegnamento dell'italiano e quello delle altre discipline linguistiche per gli obiettivi di apprendimento, i contenuti e i metodi che ne accomunano la didattica. Per quanto riguarda la distribuzione della materia nei due anni, si segnala che non sono stati proposti percorsi vincolanti: spetta alla programmazione indicare quali strategie adottare e quali itinerari seguire per garantire la gradualita', l'organicita' e la produttivita' dell'azione didattica. Spetta parimenti al docente stabilire raccordi e connessioni tra singole attivita', per evitarne la rigida separazione e per non frammentare gli apprendimenti. Abilita' linguistiche Tutte le attivita' per lo sviluppo delle abilita' linguistiche, sia orali che scritte, vanno specificamente previste e programmate. A tale scopo vanno pienamente utilizzate l'interazione comunicativa in classe e le attivita' di studio, in quanto occasioni concrete per un esercizio finalizzato delle abilita'. Riguardo alla comunicazione orale, e' necessario che il docente faccia emergere l'importanza che in questa hanno i vari fattori situazionali, facendone oggetto di osservazione e guidando i comportamenti degli studenti nelle diverse forme di scambio comunicativo. Tutti i componenti della classe vanno coinvolti in tali scambi. E' particolarmente importante utilizzare la cosiddetta "interrogazione" innanzitutto come occasione per l'esercizio dell'esposizione orale, distinguendo percio' tale aspetto dal fine della valutazione. Si richiama l'attenzione sul fatto che, nell'uso orale, il comportamento comunicativo e linguistico tenuto dai docenti nello svolgimento delle attivita' didattiche costituisce la fonte e il modello piu' diretto per gli studenti. Nella pratica della lettura e' essenziale attivare le diverse strategie e modalita', alternandole e sottolineandone i diversi caratteri, e accertarsi che lo studente acquisisca la capacita' autonoma di applicare tali modalita' alle diverse tipologie dei testi e alle finalita' della lettura. Si segnala che e' particolarmente utile avviare gli studenti a frequentare strutture e luoghi (biblioteche, librerie, archivi e simili) che favoriscono la lettura come attivita' autonoma e permettono anche di soddisfare interessi personali. Per quanto riguarda la scrittura si sottolinea che le tecniche di produzione sono oggetto di insegnamento esplicito e che pertanto occorre mettere al centro dell'attenzione didattica il complesso di fasi e di operazioni attraverso le quali il testo prende forma definitiva e adeguata agli scopi comunicativi. Anche la correzione dei testi prodotti va considerata come parte del processo di addestramento alla scrittura e a tal fine lo studente deve essere educato altresi' all'autocorrezione. Ai fini della valutazione vanno considerati tutti gli aspetti del processo di scrittura sopra indicati, e percio' negli elaborati vanno verificate sia la presenza di informazioni, conoscenze ed elaborazioni personali, sia la correttezza formale, sia la rispondenza alle istruzioni compositive impartite. Riflessione sulla lingua La riflessione sulla lingua, nelle sue molteplici direzioni, non va concepita a fini meramente normativi o sussidiari all'uso, ma va invece rivalutata come fondamentale forma di indagine sul rapporto fra i contenuti di pensiero e le forme linguistiche e sulla realta' della comunicazione. Tale attivita' deve ora mettere a frutto le maggiori capacita' di astrazione e le potenzialita' di pensiero ipotetico-deduttivo dello studente, perche' l'analisi della lingua sia anche sede e occasione per accostarsi a problemi piu' generali riguardanti i processi di conoscenza e di simbolizzazione affrontati in altri campi disciplinari, compreso, in prospettiva, quello della filosofia. Sotto il profilo del metodo e' necessario porre come oggetto concreto di osservazione il sistema linguistico, attraverso itinerari ordinati e collegamenti con l'uso, evitando il prevalere di esposizioni di teorie e l'assunzione rigida di un unico modello. E' indispensabile altresi' confrontare e raccordare metodi e terminologie con quanto si apprende nella scuola media e nell'insegnamento delle altre lingue. Educazione letteraria La lettura e l'interpretazione dei testi letterari si fondano prioritariamente sull'analisi diretta delle forme del testo. Bisogna pertanto educare lo studente a cogliere una parte essenziale del significato del testo osservandone concretamente la lingua nei suoi diversi livelli e gli altri aspetti formali. Nel condurre tale analisi sono da evitare sia l'esposizione di teorie fine a se stessa, sia gli eccessi di tecnicismo che la condurrebbero ad operazione meccanica. E' altresi' necessario collocare l'opera nel suo contesto, ossia "storicizzarla", senza tuttavia ricorrere ad inquadramenti storiografici ingombranti. Partendo dai segnali interni all'opera stessa, vanno introdotti riferimenti alla personalita' e ad altre opere dell'autore e sviluppati essenziali confronti con altre testimonianze coeve e di altra epoca, nonche' con la cultura e le esperienze proprie del lettore e del suo tempo. Per le opere in traduzione risulta molto utile mettere a confronto diverse traduzioni di uno stesso originale, specialmente se questo e' in una lingua nota allo studente. L'esperienza sui testi letterari si avvantaggia e si arricchisce notevolmente tramite opportuni collegamenti e raffronti con manifestazioni artistiche di altro tipo, quali quelle figurative, musicali e filmiche: vengono cosi' in evidenza le analogie e differenze e i reciproci apporti di forme, temi e rappresentazioni simboliche. STORIA FINALITA' SPECIFICHE L'insegnamento di Storia e' finalizzato a promuovere e a sviluppare: 1. la capacita' di recuperare la memoria del passato in quanto tale; 2. la capacita' di orientarsi nella complessita' del presente; 3. l'apertura verso le problematiche della pacifica convivenza tra i popoli della solidarieta' e del rispetto reciproco; 4. l'ampliamento del proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di culture diverse; 5. la capacita' di riflettere, alla luce dell'esperienza acquisita con lo studio di societa' del passato, sulla trama di relazioni sociali, politiche ecc. nella quale si e' inseriti; 6. la capacita' di razionalizzare il senso del tempo e dello spazio; 7. la consapevolezza della necessita' di selezionare e valutare criticamente le testimonianze. STORIA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Alla fine del biennio lo studente deve dimostrare di sapere: 1. esporre in forma chiara e coerente fatti e problemi relativi agli eventi storici studiati; 2. usare con proprieta' alcuni fondamentali termini e concetti propri del linguaggio storiografico (ad esempio, cambiamento, cesura, ciclo, congiuntura, continuita', decadenza, progresso, restaurazione, rivoluzione, sottosviluppo, sviluppo); 3. distinguere i molteplici aspetti di un evento e l'incidenza in esso dei diversi soggetti storici (individui, gruppi sociali ecc.); 4. interpretare e valutare, in casi semplici le testimonianze utilizzate, distinguere in esse fatti, ragioni, opinioni e pregiudizi, individuare inconsistenze e incoerenze ecc.; 5. confrontare, in casi semplici, le differenti interpretazioni che gli storici danno di un medesimo fatto o fenomeno, in riferimento anche alle fonti usate. 6. ricostruire le concessioni sincroniche e gli sviluppi diacronici riferiti ad un determinato problema storico studiato. STORIA CONTEMPORANEA Primo anno 1. L'EREDITA' DEL SECOLO XVIII E DELLE RIVOLUZIONI a) Modificazioni nelle strutture demografiche e produttive. b) Impatto delle rivoluzioni industriale inglese, americana e francese sulle relazioni fra gli stati e sul rapporto cittadini- istituzioni. 2. 1815-1870 2.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI a) L'assetto politico internazionale stabilito a Vienna e le sue crisi in rapporto alle vicende di politica interna e alle dinamiche economiche dei singoli stati. b) Trasformazioni della carta geopolitica europea ed extraeuropea: affermazione dei liberali in Francia e in Inghilterra e crisi della Santa Alleanza. Indipendenza dell'America Latina. La formazione degli stati nazionali, con particolare riguardo all'Italia e alla Germania, nelle dinamiche dei rapporti internazionali. Gli imperi coloniali britannico, francese e russo in Africa e in Asia. Gli Stati Uniti: la frontiera e la conquista dell'ovest. 2.2. DINAMICHE POLITICHE INTERNE a) Modelli di stato, trasformazioni istituzionali e amministrative, partecipazione politica, forme di rappresentanza. b) Correnti ideali e movimenti politici. c) Istruzione, stampa e opinione pubblica. d) Correnti politico culturali in Italia dagli inizi del Risorgimento al governo della Destra Storica. I problemi dello stato unitario: rapporto Stato-Chiesa, le scelte costituzionali, amministrative, economiche e le loro conseguenze. 2.3. DINAMICHE ECONOMICHE a) L'industrializzazione: consolidamento in Inghilterra e sua diffusione in alcuni paesi occidentali. Nuovi mezzi di trasporto e nuove rotte. Graduale unificazione del mercato mondiale e centralita' inglese. b) Conseguenze socio-economiche e ambientali della prima rivoluzione industriale: sviluppo e sottosviluppo come problemi interni agli stati e come elemento di differenziazione fra stati diversi. Questione sociale. Urbanesimo e trasformazioni dell'organizzazione del territorio. c) Conseguenze socio-politiche della prima rivoluzione industriale: i nuovi soggetti storici (imprenditori e proletariato industriale). Il movimento operaio. 3. 1870-1914 3.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI a) Il concetto di imperialismo e le sue interpretazioni. b) Gli imperi coloniali e le nuove modificazioni della carta geopolitica mondiale. Origine del Commonwealth britannico. Crisi dell'impero ottomano. c) Conseguenze dell'imperialismo nelle relazioni internazionali delle grandi potenze europee: l'affermarsi dei nazionalismi. Alleanze e loro modificazioni in conseguenza dell'acuirsi delle tensioni politiche internazionali. d) Reazioni all'egemonia europea nei paesi extraeuropei, in particolare in Cina e in Giappone. e) L'Italia: la politica estera; la politica coloniale. 3.2. DINAMICHE ECONOMICHE a) La "Grande depressione"; la seconda rivoluzione industriale; le modificazioni nell'agricoltura. b) Le conseguenze socio-economiche: il protezionismo; la conquista dei nuovi mercati e l'imperialismo; l'incremento demografico; le grandi migrazioni internazionali; sviluppo e sottosviluppo nell'eta' della II rivoluzione industriale. c) Interazioni tra economia e fenomeni socio-culturali: scienza e tecnica; istruzione e sviluppo. d) L'industrializzazione in Italia e le sue conseguenze: la questione meridionale; la crisi agraria; l'emigrazione. 3.3. DINAMICHE POLITICHE INTERNE a) Nuove forme di pressione e rivendicazione dei diritti sociali: sviluppo dei sindacati e di altri movimenti (per es., il femminismo); nascita dei partiti di massa; intervento delle chiese nella vita sociale e politica. b) Conseguente modifica del rapporto stato-cittadini nei vari stati europei: l'allargamento del suffragio; l'intervento in campo socio- assistenziale. c) Movimenti di opinione e affermazione di nuove ideologie politiche: l'internazionalismo socialista; il nuovo nazionalismo; origini del razzismo. Modificazioni nella mentalita' e nella cultura: affermazione e crisi dell'idea di "progresso". d) Movimenti, correnti politico-culturali, forme di pressione e istituzioni in Italia fra il governo della Sinistra storica e la prima guerra mondiale 4. 1914-1918: LA PRIMA GUERRA MONDIALE a) Cause remote e prossime. Gli schieramenti di partenza. b) Fasi essenziali del conflitto. La svolta provocata dall'intervento degli Stati Uniti e dalla rivoluzione russa. Esito della guerra. c) L'Italia dalla neutralita' alla guerra. d) Novita' della I guerra mondiale: carattere mondiale e di massa; le nuove tecnologie; espansione dell'intervento dello stato nei confronti dell'economia e della societa'. Secondo anno 1. 1918-1939 1.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI a) La conferenza per la pace del 1918 e i progetti di un nuovo ordine internazionale. I 14 punti di Wilson. La Societa' delle nazioni. b) I trattati di pace e i problemi aperti. Spinta alla revisione dei trattati nei paesi vinti. c) La sconfitta di Wilson e l'isolazionismo americano. La svolta degli anni 30. Il fascismo come fenomeno internazionale. Le origini della seconda guerra mondiale. 1.2. DINAMICHE POLITICHE INTERNE a) Crisi del dopoguerra: incidenza del modello sovietico sui movimenti operai nei vari paesi; tensioni sociali, tentativi rivoluzionari e loro sconfitta. L'emergere di ideologie e movimenti controrivoluzionari. b) Crisi del dopoguerra in Italia: movimenti sociali, partiti politici; crisi dello stato liberale. Il fascismo da movimento a partito, a regime. c) Sistemi democratici e sistemi totalitari. La Germania dalla repubblica di Weimar al nazismo. La Russia dalla NEP allo stalinismo. d) L'organizzazione del consenso nella societa' di massa e) L'atteggiamento verso il dissenso: i mass-media; tolleranza, discriminazione, persecuzione delle opposizioni e delle minoranze etniche; i campi di concentramento sovietici; i lager nazisti. 1.3. DINAMICHE ECONOMICHE a) Nuove forme di interdipendenza economica: crisi e ripresa post- bellica. Crisi del 1929 e sua diffusione internazionale. Alcune "risposte" alla crisi. Il New Deal americano. Le socialdemocrazie scandinave. b) La Russia post rivoluzionaria: dal "Comunismo di guerra" ai piani quinquennali: collettivizzazione dell'agricoltura e sviluppo dell'industria pesante. c) L'economia italiana. 2. 1939-1945: LA SECONDA GUERRA MONDIALE a) Cause remote e prossime. b) Gli schieramenti iniziali e le loro modificazioni, fatti essenziali ed esito finale. Costo umano ed economico della guerra. c) Carattere di novita' della II guerra mondiale: estensione mondiale della guerra. Il coinvolgimento delle popolazioni civili. Le ideologie in conflitto. Esasperazione dell'ideologia razzista: l'olocausto. La resistenza come fenomeno internazionale. Uso bellico dell'energia nucleare. d) Modificazioni nella politica interna degli stati: aumento del potere dell'esecutivo anche nei paesi democratici. La censura; l'uso della propaganda e dei mass-media. e) Espansione dell'intervento pubblico sull'economia per lo sforzo bellico. f) I rapporti fra i paesi alleati durante il conflitto. I progetti per il dopoguerra: la Carta Atlantica; la nascita dell'ONU; le conferenze di Yalta e di Postdam. g) L'Italia in guerra. L'antifascismo e la crisi del fascismo. La resistenza. Le vicende italiane fra il 1943 e la fine del conflitto. 3. 1945-1989 3.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI a) La nuova carta geopolitica d'Europa. La decolonizzazione. b) Conseguenze politiche dell'energia atomica. Il nuovo assetto della politica internazionale. Il bipolarismo e l'equilibrio del terrore. c) Crisi regionali e loro riflessi nei rapporti fra le grandi potenze: la nascita dello stato di Israele e la questione palestinese, la Corea; il Vietnam; l'Afganistan. d) Nuovi poli di aggregazione internazionale: il processo dell'unificazione europea; il movimento dei paesi non allineati; la lega araba. e) La svolta del 1989 e la fine del bipolarismo. 3.2. DINAMICHE ECONOMICHE a) Le grandi trasformazioni nell'agricoltura, nell'industria e nel settore terziario. Scienza e nuove tecnologie. Le conquiste spaziali. Interdipendenza planetaria delle economie nazionali. b) Modelli di economia: economie di mercato, pianificate e miste. c) Ripresa economica europea: la ricostruzione e il piano Marshall; le fasi di espansione prima e dopo la crisi petrolifera. d) Fasi e caratteristiche dello sviluppo italiano. e) Lo sviluppo del Giappone e di altri paesi dell'Asia orientale. f) Organizzazioni economiche internazionali e sovranazionali di iniziativa governativa (CEE, OPEC, COMECON) e privata (le multinazionali). g) Sviluppo e sottosviluppo: neocapitalismo e neocolonialismo, terzo e quarto mondo, nuove grandi migrazioni internazionali. h) Il problema della gestione delle risorse mondiali: questione ambientale, esplosione demografica e limiti dello sviluppo. 3.3. DINAMICHE POLITICHE INTERNE a) I grandi modelli politico ideologici (Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina) con particolare riferimento alle forme di rappresentanza e di organizzazione del consenso, alla politica socio- assistenziale e alle forme di integrazione etnica. b) Azione dei grandi modelli sulle vicende di almeno un paese appartenente alle diverse aree di influenza: democrazie occidentali, democrazie popolari, repubbliche latino-americane, nuovi stati del terzo mondo. c) Le religioni di fronte ai processi di modernizzazione: il Concilio Vaticano II; il risveglio islamico. I fondamentalismi religiosi. d) Societa' di massa, nuovi consumi, mass media. I nuovi soggetti storico sociali: ecologisti, pacifisti, federalisti, donne, giovani. e) L'Italia nel II dopoguerra: la Repubblica; la nuova Costituzione; correnti politiche e d'opinione, movimenti e governi. Note generali 1. Il programma di storia contemporanea, predisposto per i corsi non quinquennali, individua le radici che alcuni dei massimi problemi del mondo attuale hanno nella storia degli ultimi due secoli. Gli argomenti riguardano diversi ambiti spaziali (nazionali, sovranazionali, planetari), nella ricerca di un equilibrio fra l'esigenza di sottolineare il carattere di crescente planetarizzazione proprio della storia contemporanea e l'esigenza di salvaguardare un'informazione appropriata soprattutto sulla storia italiana, con particolare riguardo agli aspetti politico- istituzionali. 2. Il programma e' suddiviso in punti, sottopunti e temi. 3. Il primo punto del primo anno recupera il quadro informativo sulle grandi trasformazioni che concludono la storia moderna e aprono la contemporanea. I punti successivi, corrispondenti ai periodi nei quali si suole suddividere la storia contemporanea (1815-1870; 1870-1914; 1918-1939; 1945-1989) sono articolati in sottopunti che rispecchiano tre aspetti fondamentali dello sviluppo storico complessivo (dinamiche di politica internazionale, dinamiche di politica interna, dinamiche economiche). Entrambi gli anni prevedono un punto, relativo a ciascuna delle due guerre mondiali, nel quale invece i tre aspetti sono affrontati contestualmente. Cio' consente di vedere in essi l'esito di processi precedenti ad un tempo economici, politici, sociali e culturali e la svolta che produce conseguenze di non breve durata in tutti i campi suaccennati. All'interno dei diversi punti sono elencati, con lettere dell'alfabeto, i temi ritenuti essenziali alla loro illustrazione, che ovviamente possono essere svolti a livelli di approfondimento molto vario. 4. Spetta al docente scegliere i temi da presentare a titolo di semplice informazione e i temi da approfondire. Si puo' privilegiare uno dei tre aspetti, senza tuttavia trascurare gli altri, oppure intrecciare i sottopunti relativi ad un periodo piu' limitato secondo il modello proposto per le due guerre mondiali. STORIA INDICAZIONI SPECIFICHE La presentazione dei tratti salienti delle culture e delle civilta' che nel tempo si sono susseguite o nel tempo sono coesistite e coesistono, consente allo studente di arrivare a riconoscerne e ad apprezzarne correttamente caratteri e valori, sapendo cogliere differenze e analogie che intercorrono tra di esse. Lo studente puo' essere portato a rendersi conto del fatto che lo studio della storia, non importa quanto remota, ben lungi dal comportare il rischio di una fuga dal presente, offre sussidi utili per una corretta lettura di esso, se non altro nel senso di predisporre ad accettare il diverso. E' anche opportuno far capire che il privilegio accordato alla civilta' classica nella storia del mondo antico e alla civilta' europea nella storia contemporanea non hanno alcun sottinteso etnocentrico, ma mirano a consentire il riconoscimento della cultura di appartenenza come fatto prezioso di memoria collettiva, meglio evidenziato proprio dal confronto con cul- ture diverse nel tempo e nello spazio. Il confronto fra miti, leggende, diari, memorie ecc. da un lato e ricostruzioni storiche dall'altro, e' importante per far capire che il carattere specifico della conoscenza storica risiede nel fatto di essere fondata sull'esame critico delle testimonianze. Bisogna distinguere il "racconto storico" dalle altre forme di narrazione, la cui attendibilita' non e' riscontrabile sulle fonti. E' altresi' necessario distinguere nella trattazione di un fatto storico ben circoscritto il momento dell'accertamento dell'accaduto, il punto di vista dello storico narratore e le argomentazioni di cui questo si vale per coonestare la propria ricostruzione. Attraverso il confronto tra le diverse ricostruzioni di uno stesso fatto si puo' condurre lo studente a comprendere che tale diversita' e' riconducibile non solo ai differenti orientamenti metodologici culturali e ideali o, piu' semplicemente, alle propensioni soggettive, spesso storicamente datate, degli storici, ma che in piu' casi essa riflette anche un ampliamento ed un approfondimento oggettivi delle conoscenze in materia. Percio' la possibile compresenza di diverse e spesso anche contraddittorie interpretazioni dello stesso fatto non e' frutto di arbitrarieta', ma rispecchia la difficolta' insita nell'esercizio del "mestiere di storico" e non giustifica quindi l'insorgere di un atteggiamento di scetticismo nei confronti della possibilita' di conoscere il passato anche piu' lontano e meno documentato e il passato anche piu' recente per il quale la documentazione diventa disponibile solo col trascorrere degli anni. Allo studente vanno presentate le ragioni che possono motivare la diversita' delle opinioni fra gli storici. Esse sono da cercare sia nella varieta' degli orientamenti metodologici culturali e ideali sia nel diverso peso che viene attribuito, a seconda dei casi, all'una o all'altra categoria di testimonianze (ad esempio, alle testimonianze archeologiche rispetto a quelle linguistiche, nella ricostruzione dei grandi movimenti migratori dell'antichita' o, per la storia contemporanea, ai documenti riservati rispetto alla pubblicistica). Nella presentazione degli snodi fondamentali della storia (ad esempio, per quanto riguarda la storia antica e altomedievale, l'espansione di Roma in Occidente e in Oriente, o l'espansione arabo- musulmana nel bacino del Mediterraneo; per la storia contemporanea la formazione degli imperi coloniali o l'avvento dell'era nucleare) e' necessario distinguere i diversi aspetti (politici, sociali, culturali, economici, religiosi, ambientali ecc.) di un evento storico complesso e le relazioni che intercorrono fra essi. Va messa in evidenza la diversa incidenza e l'interazione di distinti soggetti storici (gruppi sociali, singoli individui, etnie, nazioni, stati) nello svolgersi di avvenimenti di grande importanza, anche utilizzando risultati e concetti derivati da altre scienze sociali, in particolare la geografia, il diritto e l'economia. Il linguaggio della storiografia attinge largamente e piu' di altre discipline al linguaggio comune, ma alcuni termini che esso usa (continuita', cesura, decadenza ecc.) hanno un significato tecnico specifico. Di questo linguaggio, che comprende concetti, espressioni, descrizioni di mutamenti storici attraverso modelli (ad esempio, continuita', cesura, rivoluzione/restaurazione, decadenza/progresso, ciclo/congiuntura) lo studente deve essere guidato a servirsi in modo corretto. Puo' risultare utile a tale scopo valorizzare l'interrogazione, il dialogo, il confronto e la discussione in gruppo. Un punto importante dello studio della storia va certamente individuato nel saper cogliere le relazioni che intercorrono fra i diversi fenomeni storici e i tempi piu' o meno lunghi (lunga, media, breve durata) in cui sono osservati. A questo proposito si puo' far notare che la cronologia utilizzata per la storia politica non si adatta di per se' a tutti gli altri aspetti della vicenda umana (ad esempio, per la storia antica, la cronologia che scandisce le trasformazioni culturali avvenute in eta' preistorica e' a maglie molto piu' larghe di quella che registra la successione delle varie civilta' protostoriche del vicino Oriente, e la cronologia di queste ultime e' molto piu' approssimativa di quella della guerra del Peloponneso) e che queste differenze non dipendono solo dallo stato delle fonti, ma anche dalla natura dei fatti studiati e dalla velocita' maggiore o minore con cui avvengono i cambiamenti nei differenti campi (ad esempio, per la storia contemporanea, mentre la prima rivoluzione industriale si e' estesa ai vari paesi europei in tempi diversi, i moti del '48 hanno interessato vari paesi a distanza di giorni o di settimane). Analogamente, un altro punto importante va individuato nel saper cogliere le relazioni che intercorrono fra i diversi fenomeni storici e gli spazi piu' o meno estesi (ambito lo- cale, regionale, continentale) in cui sono analizzati. Per rendere evidente questa connessione e' vantaggioso servirsi di sussidi cartografici, ricorrendo caso per caso a scale rappresentative di- verse. PROGRAMMA DI MATEMATICA ED INFORMATICA 1. FINALITA' DELL'INSEGNAMENTO La matematica, parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore dello stesso pensiero filosofico, ha in ogni tempo operato su due fronti: da una parte si e' rivolta a risolvere problemi ed a rispondere ai grandi interrogativi che man mano l'uomo si poneva sul significato della realta' che lo circonda; dall'altra, sviluppandosi autonomamente, ha posto affascinanti interrogativi sulla portata, il significato e la consistenza delle sue stesse costruzioni culturali. Oggi queste due attivita' si sono ancor piu' accentuate e caratterizzate. La prima per la maggiore capacita' di interpretazione e di previsione che la matematica ha acquistato nei riguardi dei fenomeni non solo naturali, ma anche economici e della vita sociale in genere, e che l'ha portata ad accogliere e a valorizzare, accanto ai tradizionali processi deduttivi, anche i processi induttivi. La seconda per lo sviluppo del processo di formalizzazione che ha trovato nella logica e nell'informatica un riscontro significativo. Sono due spinte divergenti, ma che determinano con il loro mutuo influenzarsi, il progresso del pensiero matematico. Coerentemente con questo processo l'insegnamento della matematica si e' sempre estrinsecato e continua ad esplicitarsi in due distinte direzioni: a "leggere il libro della natura" ed a matematizzare la realta' esterna da una parte, a simboleggiare e a formalizzare, attraverso la costruzione di modelli interpretativi, i propri strumenti di lettura dall'altra, direzioni che pero' confluiscono, intrecciandosi ed integrandosi con reciproco vantaggio, in un unico risultato: la formazione e la crescita dell'intelligenza dei giovani. Infatti lo studio della matematica: - promuove le facolta' sia intuitive che logiche, - educa ai procedimenti euristici, ma anche ai processi di astrazione e di formazione dei concetti, - esercita a ragionare induttivamente e deduttivamente, - sviluppa le attitudini sia analitiche che sintetiche, _ determinando cosi' nei giovani abitudine alla sobrita' e precisione del linguaggio, cura della coerenza argomentativa, gusto per la ricerca della verita'. Ed e' appunto nella fase adolescenziale, nel biennio della Scuola secondaria superiore, che l'insegnamento della matematica enuclea ed affina queste varie attivita', caratterizzandole, ma nello stesso tempo fondendole in un unico processo culturale e formativo. Queste finalita' sono comuni a tutti gli indirizzi di studio perche' concorrono, in armonia con l'insegnamento delle altre discipline, alla promozione culturale ed alla formazione umana dei giovani, anche se intendono intraprendere studi non scientifici o decidono di orientarsi nel mondo del lavoro. 2. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Alla fine del biennio lo studente dovra' essere in grado di: 1. individuare proprieta' invarianti per trasformazioni semplici; 2. dimostrare proprieta' di figure geometriche; 3. utilizzare consapevolmente le tecniche e le procedure di calcolo studiate; 4. riconoscere e costruire semplici relazioni e funzioni; 5. comprendere il senso dei formalismi matematici introdotti; 6. cogliere analogie strutturali; 7. matematizzare semplici situazioni problematiche in vari ambienti disciplinari; 8. riconoscere le regole della logica e del corretto ragionare; 9. adoperare i metodi, i linguaggi e gli strumenti informatici introdotti; 10. inquadrare storicamente qualche momento significativo dell'evoluzione del pensiero matematico. 3. CONTENUTI Tema n 1. - Geometria del piano e dello spazio a) Piano euclideo: figure e loro proprieta'; congruenze (isometrie) e loro composizione; poligoni equisconponibili; teorema di Pitagora; teorema di Talete. b) Piano cartesiano: retta, parabola, iperbole equilatera e circonferenza. c) Coseno e seno degli angoli convessi. Relazione fra lati ed angoli nei triangoli rettangoli. d) Esempi significativi di trasformazioni geometriche nello spazio. Individuazione di simmetrie in particolari solidi geometrici. Lo studio della geometria nel biennio ha come finalita' preminente quella di condurre progressivamente l'allievo dalla intuizione e scoperta di proprieta' geometriche alla loro descrizione razionale, e rappresenta come tale una guida privilegiata alla consapevolezza argomentativa. A cio' il docente potra' pervenire adottando un metodo che, facendo leva sulle conoscenze induttive apprese dall'allievo nella Scuola media, proceda allo sviluppo razionale di limitate catene di deduzione; e' tuttavia necessario che ogni ipotesi o ammissione cui si fara' ricorso sia chiaramente riconosciuta e formulata in modo esplicito, quali che siano le ragioni che inducono ad assumerla tra i punti di partenza del ragionamento. Il docente potra' cioe' condurre l'allievo a familiarizzarsi con il metodo ipotetico-deduttivo su parti circoscritte dalla geometria, senza la preoccupazione di pervenire alla costruzione di un sistema globale di assiomi. Un traguardo importante dello studio della geometria sara' il piano cartesiano, come modello del piano euclideo. Con la sua introduzione saranno disponibili, per la risoluzione dei problemi geometrici, sia il metodo della geometria classica che quello della geometria analitica, e l'allievo sara' stimolato ad usare l'uno o l'altro in relazione alla naturalezza, alla espressivita' e alla semplicita' che l'uno o l'altro offre nel caso particolare in esame. La rappresentazione della parabola e dell'iperbole equilatera verra' effettuata rispetto a sistemi di riferimento scelti opportunamente. Il coseno e seno di un'angolo sono introdotti, limitatamente agli angoli convessi, in relazione allo studio delle proprieta' dei triangoli e per le necessita' proprie delle altre scienze; lo studio delle funzioni e' riservato al periodo successivo. Gli elementi di geometria dello spazio hanno lo scopo di alimentare e sviluppare l'intuizione spaziale. E' in facolta' del docente presentare prima la geometria piana e poi quella dello spazio, oppure fondere, in relazione agli argomenti comuni, le due esposizioni. Tema n 2 - Insiemi numerici e calcolo a) Operazioni, ordinamento e loro proprieta' negli insiemi dei numeri naturali, interi; razionali. b) Valori approssimati e loro uso nei calcoli elementari. Introduzione intuitiva dei numeri reali. c) Calcolo letterale: monomi, polinomi, frazioni algebriche. d) Equazioni, disequazioni e sistemi di primo e secondo grado. I numeri naturali, interi, razionali, gia' noti agli studenti, saranno ripresi in forma piu' sistematica e si perverra' ai vari ampliamenti a partire da effettive necessita' operative. Il numero reale sara' introdotto in via intuitiva, come processo costruttivo che puo' nascere sia da esigenze di calcolo numerico, sia da un confronto fra grandezze omogenee. E' importante premettere esempi di calcolo approssimato, in cui sara' posto l'accento sulla significativita' delle cifre. Il docente programmera' lo sviluppo da dare al calcolo letterale per abituare l'allievo alla corretta manipolazione di formule, sempre sostenuta dalla comprensione delle procedure da seguire. Si sottolinea, a questo proposito, l'inopportunita' del ricorso ad espressioni inutilmente complesse, tenendo presente che la sicurezza nel calcolo si acquisisce gradualmente nell'arco del biennio. Lo studio delle equazioni, delle disequazioni e dei sistemi sara' connesso alla loro rappresentazione sul piano cartesiano, con rela- tive applicazioni a problemi di varia natura; nella risoluzione il docente si limitera' a considerare le soluzioni nell'insieme dei numeri reali. Tema n 3 - Relazioni e funzioni a) Insiemi ed operazioni su di essi. b) Prodotto cartesiano. c) Funzioni x->ax+b, x->ax(alla seconda)+bx+c, x->a/x e loro grafici. Il docente, dopo aver riorganizzato le conoscenze sugli insiemi che gli allievi hanno gia' acquisito nella Scuola media, avra' cura di stabilire opportuni collegamenti tra le nozioni logiche e quelle insiemistiche: connettivi logici ed operazioni tra insiemi, predicato con un solo argomento e sotto-insiemi dell'insieme universo. Il concetto di funzione, fondamentale per stabilire relazioni di dipendenza, consentira' di visualizzare leggi e fenomeni di connessione interdisciplinare con altri ambiti. L'introduzioni delle funzioni x->ax+b, x->ax(alla seconda)+bx+c, x- >a/x trovera' un naturale collegamento con la rappresentazione della retta, della parabola e dell'iperbole equilatera nel piano cartesiano. Tema n 4 - Elementi di probabilita' e statistica a) Eventi aleatori. Frequenza e probabilita'. Al concetto di probabilita' si perverra' avvalendosi di opportune esemplificazioni tratte da situazioni reali. L'analisi dei problemi sara' facilitata da appropriate rappresentazioni: diagrammi di Eulero-Venn e, soprattutto, grafici di vario tipo. Tema n 5 - Elementi di logica e di informatica a) Proposizioni elementari, connettivi, valore di verita' di una proposizione composta, predicati. b) Costruzione di semplici algoritmi e loro rappresentazione. c) Prima introduzione ai linguaggi formali. Gli elementi di logica non devono essere visti come una premessa metodologica all'attivita' dimostrativa (quasi che occoresse imparare le "regole del ragionamento" prima di mettersi a fare matematica), ma come una riflessione che si sviluppa man mano che matura l'esperienza matematica dello studente. Fin dall'inizio si abituera' lo studente all'uso appropriato del linguaggio, a esprimere correttamente le proposizioni matematiche e a concatenarle "logicamente" per dimostrare teoremi. Sara' dato opportuno risalto alle analogie e alle differenze che intercorrono tra il linguaggio naturale e i linguaggi formali. I contenuti proposti troveranno il loro naturale sviluppo nell'integrazione con l'attivita' di laboratorio. Quest'ultima, distribuita lungo tutto l'arco del biennio, integra gli elementi di contenuto dei vari temi e costituisce essa stessa un momento di riflessione teorica. Essa consistera' in: - analisi dei problemi e loro soluzione informatica attraverso sia la costruzione di un programma e il controllo della sua esecuzione, sia l'utilizzo di programmi gia' disponibili. - esplorazioni e verifiche di proprieta' matematiche, rappresentazioni grafiche e calcoli, come momenti costitutivi del processo di apprendimento della matematica e delle sue successive sistematizzazioni. 4. INDICAZIONI METODOLOGICHE Il programma, in analogia con quello della scuola media, e' distribuito in cinque grandi "temi". L'ordine con cui sono proposti i cinque temi non e' da interpretare come ordine di svolgimento; anzi si suggerisce che il docenti li presenti in modo parallelo, mettendone in luce le reciproche relazioni e connessioni, senza comunque che ciascun argomento perda la propria identita' e caratteristica. Fermo restando per tutti l'acquisizione dei contenuti indicati, e' auspicabile che il docente trovi il modo di curare l'introduzione dei concetti e degli aspetti esemplificativi e applicativi tendenzialmente orientati secondo gli interessi preminenti dei vari indirizzi. Consapevole che il carattere fondamentale dell'educazione matematica e' il porre e risolvere problemi, il docente riconoscera' l'utilita' che l'insegnamento sia condotto per problemi e portera' l'allievo a scoprire le relazioni matematiche che sottostanno a ciascun problema e quindi a collegare razionalemente e a sistemare progressivamente le nozioni teoriche che avra' via via apprese. In questo itinerario didattico le nozioni piu' astratte non saranno proposte a priori, ma si faranno scaturire come sintesi di situazioni incontrate in vari settori. E' evidente che il termine problema va inteso nella sua eccezione piu' ampia, riferito cioe' non solo a problemi attinenti a fenomeni naturali, o della vita reale in genere, ma anche a quelli che scaturiscono dall'interno della stessa matematica. In questo caso potra' essere utile sviluppare l'argomento seguendone l'evoluzione storica: potrebbe essere una buona occasione per fare vedere agli allievi come il progresso della matematica sia stato spesse volte determinato dalla necessita' di risolvere antinomie e difficolta' che man mano si presentavano nel suo interno e far loro percepire il gusto della ricerca storica, anche in ambito matematico. In questa prospettiva potranno essere trattate, ad esempio, l'evoluzione storica dei concetti di numerazione e di numero, la nascita dell'algebra. Si sottolinea infine l'opportunita' che il docente dia particolare importanza all'uso dell'elaboratore che via via potenziara' nei contesti matematici che verranno progressivamente sviluppati (ad esempio, calcolo approssimato, soluzione di un'equazione o di un sistema, eventi probabilistici). Con esso potra' anche ottenere, attraverso la visualizzazione di processi algoritmici, non attuabile con elaborazione manuale, che l'allievo verifichi sperimentalmente le nozioni teoriche gia' apprese. Mediante l'approfondimento delle conoscenze, dei linguaggi e dei metodi propri dell'informatica il docente potra' cosi' rafforzare negli allievi l'attitudine ad astrarre ed a formalizzare, per altra via conseguita. 5. MODALITA' DI VALUTAZIONE Le fasi di verifica e valutazione dell'apprendimento devono essere strettamente correlate e coerenti, nei contenuti e nei metodi, col complesso di tutte le attivita' svolte durante il processo di insegnamento-apprendimento della matematica. La valutazione non deve quindi ridursi ad un controllo formale sulla padronanza delle sole abilita' di calcolo o di particolare conoscenze mnemoniche degli allievi; deve invece vertere in modo equilibrato su tutte le tematiche e tenere conto di tutti gli obiettivi evidenziati nel presente programma. A tale fine l'insegnante si avvarra' di verifiche scritte e orali. Le verifiche scritte potranno essere articolate sia sotto forma di problemi ed esercizi di tipo tradizionale, sia sotto forma di "test"; potranno anche consistere in brevi relazioni su argomenti specifici proposti dal docente o nella stesura (individuale o a piccoli gruppi) di semplici programmi costruiti nell'ambito del "laboratorio di informatica". Le interrogazioni orali saranno volte soprattutto a valutare le capacita' di ragionamento e i progressi raggiunti nella chiarezza e nella proprieta' di espressione degli allievi. Nel corso delle verifiche scritte si consiglia di consentire l'uso degli stessi sussidi didattici utilizzati nell'attivita' di insegnamento-apprendimento (calcolatrici tascabili, strumenti da disegno e - se ritenuto opportuno - manuali e testi scolastici). Si raccomanda altresi' un'attenta ricognizione dei livelli di partenza ed intermedi dei singoli allievi, mediante accertamenti opportunamenti calibrati, anche al fine di intraprendere azioni mirate di consolidamento e, se necessaio, di recupero, prima di procedere oltre con lo sviluppo del programma. LINGUA STRANIERA FINALITA' SPECIFICHE Le finalita' dell'insegnamento di lingua straniera sono le seguenti: 1. l'acquisizione di una competenza comunicativa che permetta di servirsi della lingua in modo adeguato al contesto; 2. la formazione umana, sociale e culturale mediante il contatto con altre realta', in una educazione interculturale che porti a ridefinire i propri atteggiamenti nei confronti del diverso da se'; 3. l'educazione al cambiamento, derivante dal fatto che ogni lingua recepisce e riflette le modificazioni culturali della comunita' che la usa; 4. il potenziamento della flessibilita' delle strutture cognitive, attraverso il confronto con i diversi modi di organizzare la realta' che sono propri di altri sistemi linguistici; 5. l'ampliamento della riflessione sulla propria lingua e sulla propria cultura, attraverso l'analisi comparativa con altre lingue e culture; 6. lo sviluppo delle modalita' generali del pensiero, attraverso la riflessione sulla lingua. LINGUA STRANIERA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Al termine del biennio lo studente deve dimostrare di essere in grado di: 1. comprendere una varieta' di messaggi orali di carattere generale finalizzati a scopi diversi e prodotti a velocita' normale cogliendo la situazione, l'argomento e gli elementi del discorso: atteggiamenti, ruoli e intenzioni degli interlocutori, informazioni principali, specifiche e di supporto; 2. individuare il senso globale di brevi messaggi dei mass-media (ra- dio, cinema, TV) su argomenti di interesse generale, spettacoli, notiziari ecc.; 3. esprimersi su argomenti di carattere generale in modo efficace e appropriato, adeguato al contesto e alla situazione, pur se non sempre corretto dal punto di vista formale; 4. comprendere il senso e lo scopo di testi scritti per usi diversi; 5. inferire il significato di elementi non noti di un testo sulla base delle informazioni ricavabili dalle caratteristiche degli elementi stessi e dal contesto; 6. produrre semplici testi scritti di tipo funzionale e di carattere personale e immaginativo, anche con errori e interferenze dall'italiano, dal dialetto o da altre lingue, purche' la comprensibilita' non ne venga compromessa; 7. identificare l'apporto dato alla comunicazione dagli elementi paralinguistici (intonazione, ritmo, accento ecc.) ed extralinguistici (gestualita', mimica, postura, prossemica ecc.); 8. individuare l'apporto culturale specifico implicito nella lingua straniera e confrontarlo con quello della lingua italiana o di altre lingue; 9. individuare e sistematizzare strutture e meccanismi linguistici che operano ai diversi livelli: pragmatico, testuale, semantico- lessicale, morfo-sintattico e fonologico. CONTENUTI Comprensione e produzione orale I testi orali per lo sviluppo dell'ascolto, monologhi e dialoghi presentati a viva voce o registrati, devono: - riguardare situazioni comunicative di vita quotidiana: comunicazione personale (conversazioni, interviste ecc.) e comunicazione di massa (notiziari radiofonici e televisivi, spot pubblicitari, cronache sportive ecc.); - essere espressi a velocita' normale; - presentare una varieta' di pronuncie. La produzione orale deve: - riguardare situazioni quotidiane; - riferirsi alle esperienze e agli interessi degli studenti; - essere finalizzata inizialmente alla comunicazione di informazioni e successivamente all'espressione, all'argomentazione e alla giustificazione delle opinioni; - tenere conto delle regole dell'interazione, anche in presenza di piu' interlocutori. Comprensione e produzione scritta I testi per la lettura sono prevalentemente di tipo funzionale (lettere, istruzioni, pubblicita', annunci, facili articoli ecc.) e devono rappresentare via via una gamma sempre piu' ampia fino ad includere testi di tipo immaginativo (brevi racconti, semplici poesie, canzoni ecc.). I testi scritti devono: - riguardare argomenti di attualita' relativi ai vari aspetti della vita e della cultura dei paesi stranieri; - offrire occasioni di confronto con la realta' italiana; - essere possibilmente rappresentati da materiali autentici. I testi prodotti dagli studenti devono: - essere orientati alla comunicazione (lettere di vario tipo, resoconti ecc.) e all'espressione (diari, brevi composizioni ecc.); - rispettare le convenzioni determinate dal contesto comunicativo: tipo di destinatario, scopo della comunicazione ecc.; - riguardare argomenti precedentemente trattati in classe. Riflessione sulla lingua Nell'arco del biennio la riflessione sulla lingua deve essere condotta in un'ottica interculturale e interlinguistica e riguardare: - apporti dei linguaggi non verbali alla comunicazione: - variabilita' della lingua: registro formale/informale, varieta' geografiche e sociali ecc.; - caratteristiche della lingua in relazione ai diversi mezzi: parlato, scritto, forme multimediali; - diversita' di realizzazione linguistica di uno stesso atto comunicativo o di una stessa nozione; - coesione e coerenza del testo e struttura dei diversi tipi testuali; - lessico: formazione delle parole, significato degli affissi, rapporto tra elementi lessicali appartenenti alla stessa area semantica ecc.; - strutture morfosintattiche (caratteristiche fondamentali della frase e dei suoi costituenti, costruzione del periodo, aspetti della morfologia delle diverse categorie di parole); - sistema fonologico. Note generali 1. Gli obiettivi elencati riguardano in generale la competenza comunicativo-relazionale; l'obiettivo 9 si riferisce alla riflessione sulla lingua. 2. La lingua straniera come disciplina comune e', secondo la norma, la stessa iniziata nella scuola media. 3. Base dell'insegnamento linguistico e' il testo nelle sue varieta'. E' importante che le tematiche presentate siano significative sotto il profilo culturale, motivanti per gli studenti ed espresse in modo da presentare un livello di difficolta' linguistica adeguata alla loro competenza. Una puntuale articolazione dei contenuti, individuati in funzioni, nozioni e forme linguistiche e riconducibili nelle grandi linee alle proposte del Consiglio d'Europa, spetta al docente in sede di programmazione. LINGUA STRANIERA INDICAZIONI SPECIFICHE Gli obiettivi prefissati possono essere meglio raggiunti facendo ricorso ad attivita' di carattere comunicativo condotte abitualmente in lingua straniera e in cui le abilita' linguistiche di base siano usate in una varieta' di situazioni adeguate alla realta' dello studente. La lingua puo' essere acquisita in modo operativo mediante lo svolgimento di attivita' su compiti specifici perche' in tal modo viene percepita come strumento e non come fine immediato di apprendimento. Per sviluppare nello studente una competenza comunicativa che lo porti a formulare messaggi chiari occorre considerare il testo come minima unita' significativa. Il docente puo' facilitare