(all. 1 - art. 1) (parte 1)
                                                             ALLEGATO
Istituti Professionali di Stato - Orari  e  programmi  d'insegnamento
dell'area    comune    e   modalita'   di   utilizzo   dell'area   di
approfondimento.
  I corsi di qualifica dell'istruzione professionale sono strutturati
in un biennio caratterizzato da:
  - un'area comune di formazione umanistica e scientifica  di  h.  22
settimanali;
  - un'area di indirizzo, differenziata, di h. 14 settimanali;
  - un'area di approfondimento di h. 4 settimanali.
  Con il biennio si possono raggiungere le seguenti finalita':
  - realizzare gli obiettivi generali indicati nella presentazione;
  -  permettere  ai  giovani,  dopo  il conseguimento del biennio, di
iscriversi in base alle proprie capacita' e attitudini:
  a - direttamente ad un terzo anno dell'istruzione professionale per
il conseguimento del diploma di qualifica;
  b - direttamente ai corsi  triennali  affini  di  altro  ordine  di
studi;
  c  -  con  esami  integrativi,  al  terzo  anno di qualsiasi scuola
secondaria di II grado.
  Il terzo anno e' caratterizzato da:
  -  un'area  comune  di  12-15  ore  settimanali,  a  seconda  degli
indirizzi;
  - un'area di indirizzo di 21-24 ore;
  - un'area di approfondimento di 4 ore.
  Al  termine  del  triennio  gli  allievi sosterranno l'esame per il
conseguimento del diploma di qualifica.
  Dopo il conseguimento di tale titolo di studio lo studente puo':
  - accedere al mondo del lavoro;
  -  iscriversi  ai  corsi  biennali  post-qualifica  degli  istituti
professionali;
  -  passare,  con  esami  integrativi,  al  quarto  anno  di  scuole
secondarie di II grado di altro tipo;
  - nei casi da definire con apposito provvedimento, accedere  previo
un  corso  complementare da tenersi nei mesi estivi (al termine degli
esami di qualifica) alla classe IV di istituto tecnico  di  indirizzo
coerente;
  -  frequentare  successivi  moduli anche realizzati nella scuola in
convenzione con la Regione per il conseguimento di un secondo livello
di qualifica, rispondente  a  piu'  elevati  contenuti  e  a  bisogni
formativi  professionali  propri  e  del territorio in conseguenza di
processi innovativi e tecnologico-produttivi.
                               BIENNIO
               STRUTTURA GENERALE DEL PIANO DI STUDIO
                         ORARIO SETTIMANALE
Materie di insegnamento                   cl. 1a    cl. 2a
AREA COMUNE
Italiano                                     5         5     s.o.
Storia                                       2         2       o.
Lingua straniera                             3         3     s.o.
Diritto ed Economia                          2         2       o.
Matematica ed informatica                    4         4     s.o.
Scienze della terra e biologia               3         3       o.
Educazione fisica                            2         2         p.
Religione (per coloro che se ne avvalgono)   1         1
                                         ____________________
                                            22        22
AREA DI INDIRIZZO
Discipline di indirizzo                     14        14
AREA DI APPROFONDIMENTO                      4         4
* S. = scritto
  O. = orale
  P. = pratico
                             TERZO ANNO
               STRUTTURA GENERALE DEL PIANO DI STUDIO
Materie di insegnamento                               cl. 3a
                                                ore settimanali (*)
AREA COMUNE                                            12/15
Italiano - Storia
Lingua straniera
Matematica ed informatica
Educazione fisica
Religione (per coloro che se ne avvalgono)
AREA DI INDIRIZZO                                      21/24
Materie tecniche e professionali
AREA DI APPROFONDIMENTO                                  4
                                               ____________________
                                                        40
(*) - Variabili nei diversi indirizzi
                        PROSPETTO RIASSUNTIVO
SETTORI           INDIRIZZI                  QUALIFICHE
AGRICOLTURA       AGRARIO               Operatore agricolo
                                        Operatore agro-industriale
INDUSTRIA E       ABBIGLIAMENTO         Operatore della moda
ARTIGIANATO       E MODA
                  CHIMICO E             Operatore chimico e
                  BIOLOGICO                biologico
                  EDILE                 Operatore edile
                  ELETTRICO ED          Operatore elettrico
                  ELETTRONICO           Op. elettronico industriale
                                        Op. per telecomunicazioni
                  MECCANICO-            Operatore meccanico
                  TERMICO               Operatore termico
SERVIZI           ALBERGHIERI           Op. ai servizi di cucina
                  E DELLA               Op. ai servizi di sala bar
                  RISTORAZIONE          Op. servizi di segreteria
                                           e ricevimento
                  ECONOMICO AZ.LE       Op. gestione aziendale
                  E TURISTICO           Op. impresa turistica
                  PUBBLICITA'           Op. grafico-pubblicitario
                  SERVIZI SOCIALI       Op. servizi sociali
SETTORI ATIPICI
                   AREA COMUNE E AREA DI INDIRIZZO
  Per   l'area  di  formazione  culturale  generale  nel  biennio  si
definiscono discipline comuni a tutti gli indirizzi tali  da  rendere
l'ordine  professionale  omogeneo  con  gli  altri  ordini  di scuola
secondaria superiore per la gran parte delle discipline curricolari.
  Agli allievi degli istituti professionali sara' cosi' non  soltanto
"consentita",   ma   anche   efficacemente   garantita   la   duplice
possibilita' di accedere, al compimento del biennio, al terzo anno di
qualifica o, senza  esami,  al  terzo  anno  di  istituto  secondario
affine.
  La  prima  opzione postula sottolineature degli aspetti strumentali
del sapere, in vista di una formazione  a  breve  termine  spendibile
direttamente nell'attivita' lavorativa.
  La  seconda  postula  il  completamento  degli aspetti culturali ed
espressivi delle discipline, in vista della prosecuzione degli  studi
per il conseguimento di una istruzione piu' avanzata.
  La  sintesi  delle  due  esigenze  corrisponde all'obiettivo di una
condizione  formativa  generale  dell'uomo,  del  cittadino   e   del
lavoratore,  che  si pone come domanda fondamentale dell'educazione e
come diritto costituzionalmente garantito.
  I programmi devono essere considerati cogenti per  quanto  riguarda
gli  obiettivi,  gli  standard di preparazione che ogni studente deve
raggiungere,  il  livello   della   capacita'   d'apprendimento,   la
padronanza  di principi e metodi; orientativi per quello che riguarda
gli specifici contenuti, che non possono, ma debbono essere trascelti
e completati attraverso moduli didattici dedicati, tra l'altro:
  - alla conoscenza  del  quadro  di  sviluppo  sociale  del  sistema
economico produttivo del territorio in cui opera la scuola;
  -  all'approfondimento  dei  contenuti  piu'  vicini  alla  cultura
propria dell'area di indirizzo.
  Il principio  dell'equivalenza  dei  percorsi  formativi  dei  vari
bienni  e  la  collocazione di alcune discipline nell'area comune non
dispensano,  infatti,  dal  considerare   che   esse   sono   esposte
all'influenza  di  fattori di varia natura i quali pur senza incidere
sul   loro   carattere   comune,   ne   condizionano   oggettivamente
l'esplicarsi,  tanto  dal  punto  di  vista  metodologico  quanto con
riferimento ai vari contenuti.
  E'  necessario  tenere  conto  della  contiguita'   delle   materie
d'indirizzo,
  Tale  contiguita'  e'  un  dato  di  fatto  e non puo' non produrre
effetti.
  Non   avrebbe   senso,   infatti,   ipotizzare   un    insegnamento
"indipendente"  dalle  discipline  di  formazione  generale dell'area
comune,  collocate  nel  limbo  di  una  loro  presunta  autonomia  e
universalita',  indifferenti  all'influenza  del  contesto didattico.
Sussistono, al  contrario,  condizioni  e  problemi  di  integrazione
pedagogica  e  di  integrazione  disciplinare,  che  non  possono non
conferire  all'insegnamento,  pur  nella  prospettiva  del  risultato
omogeneo,  coloriture particolari e "contaminazioni" dipendenti dalla
natura specifica delle discipline dell'indirizzo.
  Ferme restando, dunque, le indicazioni programmatiche  di  ciascuna
disciplina  e  i  relativi  suggerimenti  metodologici, si pone per i
docenti la necessita' di ulteriori riflessioni sulla specificita' dei
curricoli di ciascun corso di qualifica.
  I  programmi di seguito definiti si muovono infatti oltre che sulle
direttrici    dell'irrobustimento    dell'impianto    culturale     e
dell'ampliamento   della  valenza  degli  indirizzi  di  studio  (con
conseguente riconsiderazione  anche  quantitativa)  anche  sul  piano
dell'organizzazione modulare e flessibile dei percorsi con previsioni
di  uscite e rientri dal mondo del lavoro e da altri ordini di studi,
e su quello della organizzazione della didattica.
  Entrambi  gli  ultimi  due  aspetti,  costituiscono  la  condizione
necessaria,  ancorche'  non  sufficiente,  per il determinarsi di una
scolarizzazione nell'ambito dell'istruzione  professionale,  che  sia
meno di oggi sottoposta ad un forte condizionamento sociale: si pensi
al  primato  delle ripetenze in tale ordine formativo, che per giunta
si innesta su una sorta di auto-selezione negativa  dei  soggetti  al
momento  della  scelta  degli  indirizzi  di  studio  dopo  la scuola
dell'obbligo, fattore  questo  determinante  per  il  diffondersi  di
atteggiamenti negativi su tale tipo di formazione.
  La   scelta  del  percorso  scolastico  corto  dopo  il  compimento
dell'obbligo e' stata considerata in passato riservata, in  generale,
a  quei cittadini le cui aspirazioni si volgevano ad una preparazione
"pratica", mirata ad  una  attivita'  lavorativa  il  piu'  possibile
precoce.
  Da  qui la tradizionale aspettativa di questi allievi, di itinerari
di apprendimento limitati e "concreti" e la scarsa disponibilita'  ad
un  impegno approfondito nello studio; da qui ancora, la tradizionale
disposizione dei docenti ad  assecondare  tali  aspettative  mediante
l'offerta   di   percorsi   culturali  modesti,  fatti  di  contenuti
elementari   e   di   metodologie   d'insegnamento    prevalentemente
addestrative.
  In  presenza  di  siffatte  motivazioni e comportamenti consolidati
dalla tradizione, i presenti programmi pongono invece prospettive  di
elevazione  della  dignita' culturale del biennio di adeguamenti alle
nuove esigenze che emergono dal mondo produttivo.
  Tale mutamento non puo' che comportare  l'adozione  di  metodologie
congrue.
  Tanto  nel  caso, infatti, in cui le soggettive demotivazioni degli
alunni siano espressioni di fattori personali "naturali", quanto  nel
caso  in  cui  su esse influiscano i condizionamenti di natura socio-
culturale ed  economica  o  la  modesta  preparazione  conseguita  al
termine  della  scuola  media, si rende necessario disporre procedure
didattiche nuove, di valore precipuamente liberatorio e promozionale;
cioe' la messa in atto, nelle classi, di situazioni di  apprendimento
ricche,   stimolanti,  articolate,  irrituali,  provocatorie,  quindi
produttive della massima partecipazione di tutti gli allievi.
  Centrale, per  l'attuazione  di  programmi  e'  un  serio  discorso
programmatorio.
  La  programmazione  educativa  e didattica che la normativa vigente
(D.P.R. 416/74, ART. 4, comma III ed altri) prevede per le scuole  di
ogni  ordine  e  grado,  diventa  veicolo unico ed irrinunciabile per
garantire unita' didattica, articolazione  educativa,  finalizzazione
organica  di contenuti e metodi, con particolare riferimento a quella
dimensione di professionalita' che rappresenta  l'asse  portante  del
progetto stesso.
  E'  necessario  l'impegno a lavorare organicamente insieme da parte
di  tutto  il  corpo  docente,  evitando  particolarismi  e  chiusure
individuali che se sono senz'altro pericolose e nocive in istituzioni
scolastiche  a  valenza  culturale  generale, diventano distruttive e
definitivamente  pregiudicanti  in  curricoli  a  valenza tipicamente
professionale, in cui la formazione culturale e generale  deve  porsi
come supporto pregnante di qualunque momento didattico. I consigli di
classe  e,  successivamente,  il collegio dei docenti sono chiamati a
creare una rete di legami di contenuti e di  metodologie  sostanziali
tra le varie attivita' disciplinari giungendo in tal modo ad inserire
l'alunno  in  un  tessuto  che  presentandosi  a  lui come fortemente
unitario, gli agevoli la costruzione di una partecipazione  culturale
e professionale altrettanto unitaria.
  L'intero  impianto del programmi consente un incremento sostanziale
dell'autonomia decisionale dei docenti attraverso lo strumento  della
programmazione didattica.
  Con  esso  si  vuol dare risposta positiva al problema del rapporto
centralita'-autonomia nella pianificazione degli itinerari formativi.
Due sono le caratteristiche  che  devono  essere  conciliate  e  rese
compatibili:
  -  la  unitarieta'  dei  singoli  livelli  e  indirizzi  di  studio
(obiettivi formativi terminali identificati per il  perseguimento  di
una base culturale e di un'ampia valenza professionale comune e tutta
l'utenza),  garanzia  di  una  reale  uguaglianza  delle opportunita'
formative;
  -  una  maggiore  rispondenza  della   formazione   alle   esigenze
contestuali  proprie  di  ciascun  allievo,  di  ciascuna  scuola, di
ciascuna area geografica.
  Per questo si valorizza una struttura ed una formulazione  elastica
dei  programmi  che consentono di rendere compatibili le due esigenze
attraverso una organizzazione flessibile della didattica.
  Lo  svolgimento  dei  programmi  sara'  impostato  su  un  impianto
modulare; con esso:
  -  si  avra'  cura  di  non  disperdere il discente su una congerie
enciclopedica di contenuti tale da impedire una visione unitaria e di
metodo dei problemi;
  - si dovranno evidenziare, essenzialmente  gli  snodi  fondamentali
del  sapere  di  ogni  singola  disciplina,  le questioni di base, le
chiavi razionali per l'accesso ad ogni  ulteriore  approfondimento  e
sviluppo degli studi;
  -  contenuti  e  metodologie  si  dovranno  adattare agli obiettivi
propri dell'ordine di studi, degli specifici indirizzi professionali,
delle esigenze economico-sociali del territorio.
  In questo contesto anche i programmi delle discipline dell'area  di
indirizzo devono:
  -  privilegiare i punti di raccordo con i contenuti e gli obiettivi
delle altre discipline del curricolo onde concorrere a costituire una
organica cultura professionale;
  - essere  svolti  con  la  metodologia  che  piu'  si  adegua  alle
finalita'  generali di creazione nel discente di una professionalita'
polivalente, base per l'innesto di ogni ulteriore specializzazione;
  - essere supportati con una attivita' pratica che, costituisca  una
esperienza  che  consenta di seguire i processi produttivi tipici nel
settore di riferimento.
                       AREA DI APPROFONDIMENTO
  La  dimensione  dell'area  di  approfondimento  e' fissata in 4 ore
settimanali.
  La gestione di questa area e' affidata alla programmazione autonoma
di ciascun istituto,  in  vista  del  conseguimento  degli  obiettivi
generali individuati.
  Ferma  restando  la frequenza obbligatoria per tutti gli allievi, i
gruppi classe  potranno  essere  scissi,  individuando  come  momento
aggregante per gli allievi le specifiche mete formative.
  Tali  ore  possono  essere svolte in forma curricolare oppure esser
raggruppate in uno o  piu'  moduli,  opportunamente  collocati  nella
programmazione scolastica annuale.
  Le  materie possono essere indicate in concreto, sempre nell'ambito
della programmazione didattica, dai vari consigli di classe.
  Il collegio dei docenti, nell'individuare le materie  dell'area  di
approfondimento,  terra'  anche  conto  dell'opportunita' di attivare
collegamenti operativi con le specifiche realta' territoriali al fine
di accentuare  il  carattere  di  orientamento  pratico  del  settore
professionale proprio di ciascun tipo di biennio.
  Nel   primo   anno   del   biennio  l'utilizzazione  delle  ore  di
approfondimento  si  articolera'  per  fasi.  La  prima   fase   (che
corrispondera'  ai mesi iniziali dell'anno scolastico) sara' dedicata
alla verifica  delle  condizioni  di  ingresso  degli  allievi,  alla
chiarificazione della loro scelta di indirizzo. Nella seconda fase si
realizzera'  l'omogeneizzazione  dei  livelli  culturali  (attraverso
opportune strategie di sostegno) e la socializzazione  degli  allievi
stessi.  La  fase  di  avvio  sara'  gestita  avvalendosi  anche  dei
suggerimenti forniti dalle famiglie.
  Nel  secondo  anno  le  ore  di  approfondimento  potranno   essere
finalizzate  anche  per  dare  agli  allievi una dimensione culturale
tecnico-operativa direttamente legata alla  qualita'  socio-economica
del territorio.
  Tali  ore  possono essere destinate anche a fondare un raccordo tra
insegnamenti e  programmi  dell'istituto  tecnico  per  agevolare  le
scelte  degli  allievi che desiderino uscire lateralmente dall'ordine
professionale e proseguire diversamente gli studi.
  In questo secondo anno crescera', all'interno dei vari consigli  di
classe,  il  peso  degli  orientamenti e delle opzioni collegati alle
finalita' tecniche operative e ai  legami  con  il  territorio  delle
varie discipline.
  Nel  terzo anno l'area sara' essenzialmente destinata allo sviluppo
di moduli di approfondimento di specifiche competenze professionali:
  - interventi di rappresentanti altamente qualificati che esercitino
la professione nei rispettivi settori produttivi;
  - esercitazione di simulazione aziendale;
  - esperienze  di  alternanza  scuola-lavoro  da  gestire  anche  in
convenzione con le imprese.
                              PROGRAMMI
                    DELL'AREA COMUNE DEL BIENNIO
 I   programmi   dell'area   comune  del  biennio  riprendono  quelli
predisposti dalla "Commissione  ministeriale  per  la  revisione  dei
programmi del primo biennio della scuola secondaria superiore".  Tali
programmi  devono  essere  considerati  cogenti  per  quanto  attiene
l'individuazione delle discipline,  gli   obiettivi   generali,   gli
standard  di  preparazione degli allievi, la padronanza di principi e
metodi; orientativi per quanto riguarda contenuti e metodologie  che,
nell'ambito  della  programmazione  modulare, debbono essere adattati
alla  specificita'  dei singoli percorsi scolastici in accordo con le
caratteristiche  di  flessibilita'  e  continuo  adeguamento  proprie
dell'ordine professionale.
                              ITALIANO*
FINALITA' SPECIFICHE
  Finalita' specifiche del biennio sono:
  a) nel settore delle abilita' linguistiche:
1.  l'acquisizione della capacita' di usare la lingua nella ricezione
e nella produzione  orali  e  scritte,  in  maniera  sufficientemente
articolata, in relazione agli scopi e alle situazioni comunicative, e
secondo una dimensione propriamente "testuale";
2.  l'acquisizione, in particolare, dell'abitudine alla lettura, come
mezzo insostituibile per accedere a piu' vasti campi del sapere,  per
soddisfare  nuove  personali  esigenze di cultura, per la maturazione
delle capacita' di riflessione e per la maggiore partecipazione  alla
realta' sociale;
  b) nel settore della riflessione sulla lingua:
3.   l'acquisizione   di   una  conoscenza  riflessa  piu'  sicura  e
complessiva  dei  processi  comunicativi  e  della   natura   e   del
funzionamento  del  sistema  della  lingua, allo scopo sia di rendere
piu' consapevole  il  proprio  uso  linguistico  sia  di  cogliere  i
rapporti  tra  la lingua, il pensiero e il comportamento umano sia di
riconoscere, nella lingua, le testimonianze delle vicende storiche  e
culturali;
4. l'acquisizione di un metodo piu' rigoroso anche nell'analisi della
lingua,  in analogia con le esperienze che si compiono in altri campi
disciplinari:
________________
  * Le  finalita'  vengono  presentate  distinguendo  i  tre  settori
istituzionali  delle  abilita'  linguistiche, della riflessione sulla
lingua e dell'educazione letteraria. Tale partizione e  l'ordine  che
ne  consegue  non costituiscono indicazione di priorita' intrinseca o
di sequenza nella prassi didattica, la quale deve invece attuare  una
forte  circolarita' e una chiara interconnessione fra le attivita' di
ciascun settore.
________________
  c) nel settore dell'educazione letteraria:
5. la maturazione, attraverso l'accostamento a testi di vario  genere
e  significato e l'esperienza di analisi dirette condotte su di essi,
di un interesse piu' specifico per le  opere  letterarie,  che  porti
alla "scoperta" della letteratura come rappresentazione di sentimenti
e situazioni universali in cui ciascuno possa riconoscersi e luogo in
cui   anche  i  gruppi  sociali  inscrivano  e  riconoscano  le  loro
esperienze, aspirazioni e concezioni.
Riferimenti generali
  L'insegnamento dell'italiano  si  colloca  nel  quadro  piu'  ampio
dell'educazione  linguistica,  la  quale coinvolge tutti i linguaggi,
verbali e non verbali, e impegna tutte le discipline. La  connessione
fra  i  diversi  linguaggi  e  la  varieta'  dei  contenuti  e  delle
situazioni di apprendimento,  a  cui  la  pratica  dei  linguaggi  va
collegata,  costituiscono punti di riferimento obbligati in ogni fase
del percorso formativo.  In  particolare  la  lingua  primaria,  come
strumento   fondamentale   per  l'elaborazione  e  l'espressione  del
pensiero e per  l'ampliamento  dell'intero  patrimonio  personale  di
esperienze  e di cultura, si offre come terreno di intervento diretto
per tutti gli insegnamenti.
  In tale contesto, l'insegnamento dell'italiano assume come  oggetto
specifico   dell'azione   educativa  e  come  campo  di  acquisizioni
culturali i processi di produzione e comprensione in  questa  lingua,
facendosi  speciale carico di farne emergere la varieta' di caratteri
e di funzioni. In tale azione esso trova  particolari  attinenze  con
gli altri insegnamenti linguistici.
  Si   segnala  in  particolare  che  la  civilta'  contemporanea  ha
accresciuto il suo interesse per il  linguaggio,  del  quale  vengono
messi  sempre  piu'  in  evidenza  le  connessioni  con i processi di
sviluppo cognitivo e con  il  formarsi  di  una  coscienza  etnica  e
culturale  e  il  nesso  indissolubile con i contenuti del sapere. Il
linguaggio stesso, e in special modo la  lingua  primaria,  diventano
percio'  oggetto centrale di osservazione riflessa, anche in funzione
propedeutica nei riguardi di altre direzioni di studio,  come  quelle
della logica, della matematica, della filosofia.
L'osservazione  della  lingua  si  riconosce  oggi percorso obbligato
anche  per  l'approccio  ai  testi  letterari,  nei  quali  il  mezzo
linguistico esprime al massimo le sue potenzialita'.
                              ITALIANO
               OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
  Gli  obiettivi,  indicati  secondo  i  settori  istituzionali della
disciplina,  si  riferiscono  a  capacita'  che  lo   studente   deve
dimostrare di aver acquisito al termine del biennio.
Abilita' linguistiche
  Comunicazione orale
  a) Ricezione (ascolto).
  Lo  studente,  superando  il  livello  della comprensione globale e
generica dei discorsi altrui, deve saper:
1.  individuare  nel  discorso  altrui   i   nuclei   concettuali   e
l'organizzazione    testuale,    specialmente    nelle    esposizioni
argomentate;
2.  evincere  con  chiarezza  il  punto  di  vista  e  le   finalita'
dell'emittente.
  b) Produzione (parlato).
  Lo  studente,  superando  il  livello  dell'esposizione casualmente
sequenziale e indifferenziata, deve saper:
3. pianificare e organizzare il proprio discorso, tenendo conto delle
caratteristiche   del   destinatario,   delle   diverse    situazioni
comunicative,  delle  diverse  finalita'  del  messaggio  e del tempo
disponibile;
4. regolare con consapevolezza il registro linguistico (usi formali e
informali), i tratti prosodici (intonazione, volume di voce, ritmo) e
gli elementi che conferiscono efficacia al discorso.
  Gli obiettivi indicati riguardano anche la comunicazione a distanza
attraverso mezzi fonici e fonico-visivi, nella quale l'uso  orale  ha
assunto  aspetti  particolari  e  svolge funzioni culturali e sociali
nuove.
  Lettura
  Nella pratica della lettura, tenuto conto delle diverse modalita' e
funzioni che caratterizzano la lettura silenziosa e quella a voce, si
segnalano separatamente due ordini di obiettivi.
  Nella lettura silenziosa lo studente deve saper:
5.  compiere  letture  diversificate,  nel  metodo  e  nei  tempi, in
rapporto a scopi diversi, quali la ricerca di dati e informazioni, la
sommaria  esplorazione,  la  comprensione  globale,  la  comprensione
approfondita, l'uso del testo per le attivita' di studio;
6. condurre l'analisi e l'interpretazione dei testi, sapendo:
  6.1.  individuare le strutture e le convenzioni proprie dei diversi
tipi di testo,
  6.2. usare le proprie conoscenze per compiere inferenze,
  6.3. integrare le informazioni del  testo  con  quelle  fornite  da
altre fonti.
  Nella lettura a voce lo studente deve saper:
7.  rendere  l'esecuzione  funzionale  alla situazione, regolando gli
aspetti fonici, prosodici e di direzione comunicativa.
  Scrittura
  Nella pratica della scrittura lo studente deve raggiungere:
8.  una  adeguata  consapevolezza  e  capacita'  di  controllo  delle
differenze tra formulazione orale e formulazione scritta del pensiero
con  particolare  riferimento  ai  rapporti  tra  fatti  prosodici  e
punteggiatura, tra  sintassi  ellittica  e  sintassi  esplicita,  tra
lessico comune e lessico preciso o tecnico;
9. la  capacita' di realizzare forme di scrittura diverse in rapporto
all'uso,  alle  funzioni e alle situazioni comunicative, distinguendo
tra scritture piu' strumentali e di uso personale e scritture di piu'
ampia diffusione e di diversa funzione, che richiedono  piu'  attenta
pianificazione;
10. la consapevolezza della flessibilita' del progetto di scrittura e
la conseguente capacita' di modificarlo quando occorra;
11.  la  capacita'  di  utilizzare  intelligentemente e correttamente
informazioni, stimoli e  modelli  di  scrittura,  ricavati  da  altri
testi.
Riflessione sulla lingua
  Gli  obiettivi  della  riflessione  sulla  lingua  si  rapportano a
finalita' sia applicative, sia cognitive. Lo studente deve saper:
12. analizzare con metodi di adeguato rigore scientifico  la  lingua,
sapendo   collegare  i  fenomeni  dei  vari  livelli  del  sistema  e
istituendo confronti tra alcuni elementi  fondamentali  della  lingua
italiana  e  quelli  di  altre  lingue  studiate  o  note, compresi i
dialetti;
13.  riconoscere  la  diversa  utilizzazione  che  hanno  le   stesse
strutture linguistiche in diversi tipi di testo;
14. cogliere l'interrelazione tra i contenuti del pensiero e le forme
linguistiche;
15. istituire rapporti tra l'ambito delle lingue verbali, i linguaggi
formalizzati,  quali  quelli  della  matematica, della logica e delle
tecnologie  dell'informazione,  e  le  realizzazioni  nei   linguaggi
visivi;
16.   cogliere   il  rapporto  tra  le  tradizioni  linguistiche,  le
tradizioni culturali e  le  vicende  della  societa',  rilevando  gli
aspetti  della  storicita'  della lingua e della varieta' linguistica
nello spazio geografico.
Educazione letteraria
  Lo studente deve saper:
17.  riconoscere  gli  aspetti formali del testo letterario nelle sue
varie realizzazioni, rilevando  la  funzione  che  in  esso  assumono
l'ordine  interno  di  costruzione,  le  scelte  linguistiche  e,  in
particolare nella poesia, i tratti ritmici e prosodici  e  la  stessa
configurazione grafica;
18.   cogliere   in   termini  essenziali,  attraverso  elementi  del
linguaggio e  riferimenti  di  contenuto,  il  rapporto  tra  l'opera
letteraria  e il contesto culturale e storico generale in cui essa si
situa;
19.  fornire,  sulla  base  degli  elementi  testuali  e  contestuali
rilevati,  un'interpretazione complessiva e metodologicamente fondata
del testo;
20. formulare giudizi motivati che esplicitino  il  rapporto  tra  il
messaggio  dell'opera  e  l'esperienza  culturale  e  la sensibilita'
estetica del lettore.
                              CONTENUTI
Abilita' linguistiche
  Lo sviluppo delle abilita'  linguistiche  trova  i  suoi  contenuti
nelle  specifiche  attivita' che lo studente deve svolgere sulla base
di motivazioni e spunti concreti.
  Per la ricezione e la produzione orale tali attivita' sono:
- la pratica dei diversi generi di scambio  comunicativo,  quali:  la
conversazione,    la   discussione,   il   dibattito,   l'intervista,
l'esposizione libera o sulla base  di appunti e scalette;
- rilevamenti e registrazioni  della  produzione  di  altri  e  degli
studenti  stessi  in  situazioni extrascolastiche, anche attraverso i
mezzi radiofonici e televisivi;
- l'utilizzazione consapevole  delle  caratteristiche  strutturali  e
testuali  del  parlato,  che  lo  rendono funzionale alla particolare
modalita' comunicativa e lo differenziano dall'uso scritto.
  Per la lettura i  contenuti  fanno  riferimento  sia  all'ulteriore
necessario  sviluppo  dell'abilita' specifica, sia al soddisfacimento
dei bisogni di cultura e di partecipazione alla vita sociale presenti
nello studente. Le attivita' di  analisi  e  comprensione  dei  testi
devono:
-  riguardare  un'ampia  varieta'  di testi, riferibili a tipologie e
tematiche  diverse:  da  testi  espositivi  e  informativi  a   testi
argomentativi, da testi scientifici e tecnici a testi letterari;
-  portare  a individuare i caratteri specifici della "testualita'" e
il loro vario manifestarsi nelle diverse forme di testo;
- realizzarsi anche in letture strumentali, eseguite in situazioni di
uso concreto (a fini di studio, per  preparare  dibattiti,  relazioni
ecc.).
  Per  la  scelta  e  le  attivita'  riguardanti i testi propriamente
letterari si rinvia a quanto e' detto nel  paragrafo  sull'educazione
letteraria.
  Per  la  scrittura le attivita' consistono nella produzione di vari
tipi di testo, allo scopo di accostarsi  alle  utilizzazioni  e  alle
finalita'  che  la  scrittura  trova  nella  vita reale e che possono
essere cosi' indicate:
- dare, registrare e chiedere informazioni, in forme  testuali  quali
appunti di lezioni e di conferenze, verbali di discussione, annunci e
comunicazioni di carattere privato o pubblico, ecc.;
- dare istruzioni per eseguire operazioni o regolare attivita';
-  descrivere  in  termini  oggettivi  o  soggettivi luoghi, oggetti,
persone, eventi;
-  sviluppare  argomentazioni  su  tema  dato,   secondo   istruzioni
compositive indicate;
-  trasferire  contenuti di testi in altra forma, mediante parafrasi,
riscritture, riassunti di varia dimensione e secondo prospettive  di-
verse;
-  interpretare  e  commentare  testi, redigendo recensioni di libri,
film, spettacoli,  note  esplicative  e  osservazioni  valutative  "a
margine" di testi;
-  rielaborare  in  modo  creativo esperienze personali, informazioni
oggettive ed  elementi  fantastici,  in  forma  di  diari,  dialoghi,
racconti, sceneggiature ecc.
  Sono  altresi' contenuto specifico della didattica della scrittura,
per ogni forma da praticare, tutti gli aspetti, le fasi e le tecniche
del processo di composizione, riguardanti  l'ideazione,  l'ordine  di
costruzione   e   la   graduale   definizione   formale   del   testo
(articolazione,  correttezza  e  registro  della  lingua,   ampiezza,
impostazione  grafica)  in rapporto alla sua funzione e destinazione,
nonche' al tempo di elaborazione.
  Le varie forme  di  produzione  scritta  vanno  il  piu'  possibile
riferite alle attivita' scolastiche, affinche' tale pratica non abbia
puro  carattere  di  esercizio  fine a se stesso.   Riflessione sulla
lingua
  I contenuti della riflessione sono dati dalla materia  relativa  ai
processi  di  comunicazione  e  al  funzionamento  del  sistema della
lingua. Tale quadro, parzialmente gia' noto allo studente,  deve  ora
acquistare   decisiva   chiarezza   e   completezza  e  percio'  deve
ricomprendere tutti i principali nuclei tematici. Diventano argomenti
di particolare o nuova trattazione:
- le caratteristiche fondamentali di un "testo" (unita', completezza,
coerenza, coesione che  ne  realizzano  l'informativita')  e  le  sue
possibili articolazioni, sia nelle forme dell'oralita', sia in quelle
della scrittura;
-  la varieta' dei tipi di testo ("tipologia dei testi"), che conduce
ad esaminare il rapporto tra la forma del testo e il suo contenuto;
- gli aspetti retorici, legati particolarmente  a  valori  semantici,
nei diversi usi della lingua;
-  le  implicazioni  principali del rapporto tra semantica e sintassi
nella struttura della frase:  legami  tra  i  costituenti,  reggenze,
concordanze modali, temporali e aspettuali dei verbi;
-  punti  fondamentali  nella  vicenda storica della lingua italiana,
dalle sue origini latine ad oggi, e dei suoi rapporti con i  dialetti
e con altre lingue;
-  le  varieta'  sociali e funzionali della lingua (standard scritto,
uso medio, usi regionali, linguaggi settoriali)  anche  in  relazione
alle esperienze presenti negli studenti.
Educazione letteraria
  L'educazione  letteraria  trova  i  suoi  contenuti  nella  diretta
lettura ed analisi dei testi letterari, affiancata da una  conoscenza
essenziale   delle   istituzioni   (modelli   tematici   e   formali,
procedimenti retorici, circuiti sociali e culturali) che ne  regolano
la  produzione  e  da  iniziali esperienze di contestualizzazione dei
testi.  L'analisi  di  tali  testi  permette  di  rilevare  anche  le
inesauribili risorse della lingua e offre occasione privilegiata  per
lo sviluppo di abilita' linguistiche generali.
  La  scelta  dei  testi deve tener conto sia degli interessi e delle
motivazioni culturali degli studenti, sia di obiettivi  piu'  ampi  e
organici  dell'educazione  letteraria,  dei quali si fa interprete il
docente in base alla programmazione. Mediante  tale  scelta  si  deve
proporre   un   orizzonte   abbastanza   largo   di   cultura,  senza
pregiudiziali restrizioni di tempo, di spazio e di genere,  e  quindi
tenendo conto dei seguenti criteri:
-  accanto ad opere di epoche relativamente recenti e piu' affini con
la cultura degli studenti, non devono mancare adeguati  contatti  con
testimonianze  di altre epoche, anche antiche, per attingere a motivi
culturali profondi (memoria di miti e di  figure,  luoghi  ed  eventi
emblematici);
-  la  prevedibile maggiore presenza di opere letterarie italiane non
deve ridurre  eccessivamente la presenza delle altre culture  europee
ed   extraeuropee.   Per   il  panorama  italiano  non  deve  mancare
l'interesse per quanto e' stato prodotto dalla nostra  cultura  anche
in  altre  lingue  (latino,  dialetti,  altri idiomi) e a tal fine si
possono utilizzare buone traduzioni affiancate agli originali;
- occorre attingere alla varieta' di forme e generi della  produzione
letteraria,  poiche'  questa  si  configura come un sistema dotato di
proprie istituzioni portatrici di  significato;  va  dato  il  dovuto
spazio  alla  poesia,  nella  quale  anche la funzione creativa della
lingua trova la sua massima espressione.
  Una  lettura  varia  e  articolata  di  testi  letterari   richiede
anzitutto  il ricorso ad adeguate scelte antologiche, come terreno di
esercitazione intensiva delle competenze letterarie  ed  occasione  e
stimolo  alla  scoperta  di  opere  intere.  La scelta dei testi deve
essere organizzata in modo significativo  mediante  raggruppamenti  e
percorsi,  al  fine  di  far rilevare la persistenza e l'evolversi di
temi, motivi e forme nel tempo, nelle diverse culture e nei vari tipi
di rappresentazione.
  La  lettura  di  opere  intere   costituisce   scopo   fondamentale
dell'educazione  letteraria.  Quanto  alla loro dimensione, la scelta
deve essere tale da consentire  per  ogni  anno,  d'obbligo,  sia  la
lettura collettiva e guidata di almeno un'opera narrativa intera, sia
la  lettura  piu'  rapida  e individuale di altre opere. Circa i loro
requisiti di qualita', si  deve  tenere  responsabilmente  conto  dei
seguenti criteri, che sono tra loro interconnessi:
- la riconosciuta dignita' letteraria delle opere;
-  la  significativita' tematica, in rapporto agli interessi presenti
ed educabili negli studenti;
- le caratteristiche formali e gli aspetti linguistico-espressivi, in
relazione alle  possibilita'  di  accesso  iniziale  e  a  quelle  di
crescita e di affinamento della comprensione.
  Si  pone  altresi'  l'esigenza  di accostare lo studente anche alle
espressioni letterarie di maggiore rilievo per valore artistico e per
il contributo dato al patrimonio di memorie e  di  figure  simboliche
della  collettivita'. In tale ambito, la lettura dei "Promessi Sposi"
e' tradizionalmente presente in questa fascia scolastica per il ruolo
svolto dal romanzo nelle vicende della letteratura italiana moderna e
per ragioni di prima accessibilita'  della  forma  e  di  varieta'  e
ricchezza  di  temi.  La  lettura  di  questa, come di altre opere di
particolare ampiezza e complessita', non  va  condotta  ne'  in  modo
estensivo  e  globale  (tanto  meno per riassunti) per giungere ad un
generico inquadramento di contenuto, ne' perseguendo  il  disegno  di
una piena contestualizzazione storico-culturale, obiettivo proprio di
una  fase  piu'  matura:  tale  lettura  deve  seguire opportunamente
itinerari selettivi che mettano  in  evidenza  aspetti  significativi
dell'opera  e  integrarsi  nelle  altre  esperienze  di  lettura e di
educazione letteraria proprie del biennio.
                              ITALIANO
INDICAZIONI SPECIFICHE
  L'azione educativa da svolgere nel biennio,  in  ciascuno  dei  tre
settori  in  cui  si articola la disciplina, costituisce una coerente
continuazione di quella svolta nei precedenti gradi scolastici:  essa
ripropone  in  un  nuovo ciclo gli stessi percorsi fondamentali della
disciplina, con lo scopo non solo di  consolidare  i  risultati  gia'
conseguiti  dagli  studenti,  ma  di  far  loro  raggiungere  livelli
chiaramente piu' avanzati, in relazione alle accresciute capacita'  e
ai maggiori bisogni della loro eta'.
  Per  il raggiungimento degli obiettivi indicati si richiede in ogni
caso che  preliminarmente  si  compia  la  verifica  dei  livelli  di
partenza  nei  vari  ambiti  di  attivita', rilevando in particolare:
quali abitudini linguistiche il singolo studente abbia  derivato  dal
suo   contesto  socio-culturale,  quale  grado  di  competenza  abbia
raggiunto nella comprensione e nella produzione  dei  testi  e  nelle
conoscenze metalinguistiche.
  Considerata  la  collocazione  dell'insegnamento  dell'italiano nel
quadro piu' ampio dell'educazione linguistica e la trasversalita' che
questa assume nell'intero processo formativo e di istruzione, in sede
di programmazione collegiale vanno  stabiliti  concreti  collegamenti
con  tutte  le  discipline,  in  termini  di  obiettivi  comuni  e di
procedimenti operativi, per  lo  sviluppo  delle  capacita'  e  delle
conoscenze   relative   al   linguaggio.   Intese  particolari  vanno
instaurate tra l'insegnamento  dell'italiano  e  quello  delle  altre
discipline  linguistiche  per  gli  obiettivi  di  apprendimento,   i
contenuti e i metodi che ne accomunano la didattica.
  Per quanto riguarda la distribuzione della materia nei due anni, si
segnala  che non sono stati proposti percorsi vincolanti: spetta alla
programmazione indicare quali strategie adottare  e  quali  itinerari
seguire   per   garantire   la   gradualita',   l'organicita'   e  la
produttivita' dell'azione  didattica.  Spetta  parimenti  al  docente
stabilire  raccordi e connessioni tra singole attivita', per evitarne
la rigida separazione e per non frammentare gli apprendimenti.
Abilita' linguistiche
  Tutte le attivita' per lo sviluppo delle abilita' linguistiche, sia
orali che scritte, vanno specificamente previste e programmate.
A tale scopo vanno pienamente utilizzate  l'interazione  comunicativa
in  classe e le attivita' di studio, in quanto occasioni concrete per
un esercizio finalizzato delle abilita'.
  Riguardo alla comunicazione orale, e'  necessario  che  il  docente
faccia  emergere  l'importanza  che  in  questa  hanno i vari fattori
situazionali,  facendone  oggetto  di  osservazione  e   guidando   i
comportamenti   degli   studenti   nelle  diverse  forme  di  scambio
comunicativo. Tutti i componenti della classe vanno coinvolti in tali
scambi.   E'  particolarmente  importante  utilizzare  la  cosiddetta
"interrogazione"  innanzitutto   come   occasione   per   l'esercizio
dell'esposizione  orale,  distinguendo  percio' tale aspetto dal fine
della valutazione.
  Si  richiama  l'attenzione  sul  fatto  che,  nell'uso  orale,   il
comportamento  comunicativo  e  linguistico  tenuto dai docenti nello
svolgimento delle attivita' didattiche  costituisce  la  fonte  e  il
modello piu' diretto per gli studenti.
  Nella  pratica  della  lettura  e'  essenziale  attivare le diverse
strategie e  modalita',  alternandole  e  sottolineandone  i  diversi
caratteri,  e  accertarsi  che  lo  studente  acquisisca la capacita'
autonoma di applicare tali modalita' alle diverse tipologie dei testi
e alle finalita' della lettura.
  Si segnala che e' particolarmente  utile  avviare  gli  studenti  a
frequentare  strutture  e  luoghi  (biblioteche,  librerie, archivi e
simili)  che  favoriscono  la  lettura  come  attivita'  autonoma   e
permettono anche di soddisfare interessi personali.
  Per  quanto  riguarda la scrittura si sottolinea che le tecniche di
produzione sono oggetto di  insegnamento  esplicito  e  che  pertanto
occorre  mettere  al centro dell'attenzione didattica il complesso di
fasi e di operazioni  attraverso  le  quali  il  testo  prende  forma
definitiva  e  adeguata  agli scopi comunicativi. Anche la correzione
dei  testi  prodotti  va  considerata  come  parte  del  processo  di
addestramento  alla  scrittura  e  a tal fine lo studente deve essere
educato altresi' all'autocorrezione.
Ai fini della valutazione vanno considerati  tutti  gli  aspetti  del
processo di scrittura sopra indicati, e percio' negli elaborati vanno
verificate   sia   la   presenza   di   informazioni,  conoscenze  ed
elaborazioni  personali,  sia  la   correttezza   formale,   sia   la
rispondenza alle istruzioni compositive impartite.
Riflessione sulla lingua
  La riflessione sulla lingua, nelle sue molteplici direzioni, non va
concepita  a  fini  meramente  normativi  o sussidiari all'uso, ma va
invece rivalutata come fondamentale forma di  indagine  sul  rapporto
fra  i  contenuti di pensiero e le forme linguistiche e sulla realta'
della comunicazione. Tale attivita' deve  ora  mettere  a  frutto  le
maggiori  capacita'  di  astrazione  e  le  potenzialita' di pensiero
ipotetico-deduttivo dello studente, perche'  l'analisi  della  lingua
sia  anche  sede  e occasione per accostarsi a problemi piu' generali
riguardanti i processi di conoscenza e di simbolizzazione  affrontati
in  altri  campi disciplinari, compreso, in prospettiva, quello della
filosofia.
  Sotto il profilo  del  metodo  e'  necessario  porre  come  oggetto
concreto di osservazione il sistema linguistico, attraverso itinerari
ordinati   e   collegamenti  con  l'uso,  evitando  il  prevalere  di
esposizioni di teorie e l'assunzione rigida di un unico modello.
  E'  indispensabile  altresi'  confrontare  e  raccordare  metodi  e
terminologie   con   quanto   si   apprende   nella  scuola  media  e
nell'insegnamento delle altre lingue.
Educazione letteraria
  La lettura e  l'interpretazione  dei  testi  letterari  si  fondano
prioritariamente  sull'analisi diretta delle forme del testo. Bisogna
pertanto educare lo studente a  cogliere  una  parte  essenziale  del
significato  del  testo osservandone concretamente la lingua nei suoi
diversi  livelli  e  gli  altri  aspetti  formali.  Nel condurre tale
analisi sono da evitare sia l'esposizione di teorie fine a se stessa,
sia gli eccessi di tecnicismo  che  la  condurrebbero  ad  operazione
meccanica.
  E'  altresi'  necessario  collocare l'opera nel suo contesto, ossia
"storicizzarla",   senza   tuttavia   ricorrere   ad    inquadramenti
storiografici  ingombranti.  Partendo  dai  segnali interni all'opera
stessa, vanno introdotti riferimenti alla  personalita'  e  ad  altre
opere   dell'autore  e  sviluppati  essenziali  confronti  con  altre
testimonianze coeve e di altra epoca, nonche' con  la  cultura  e  le
esperienze proprie del lettore e del suo tempo.
  Per  le opere in traduzione risulta molto utile mettere a confronto
diverse traduzioni di uno stesso originale, specialmente se questo e'
in una lingua nota allo studente.
  L'esperienza sui testi letterari si avvantaggia  e  si  arricchisce
notevolmente   tramite   opportuni   collegamenti   e  raffronti  con
manifestazioni artistiche di altro  tipo,  quali  quelle  figurative,
musicali  e  filmiche:  vengono  cosi'  in  evidenza  le  analogie  e
differenze e i reciproci apporti di forme,  temi  e  rappresentazioni
simboliche.
                               STORIA
FINALITA' SPECIFICHE
  L'insegnamento   di   Storia   e'  finalizzato  a  promuovere  e  a
sviluppare:
 1. la capacita' di recuperare la memoria del passato in quanto tale;
 2. la capacita' di orientarsi nella complessita' del presente;
 3. l'apertura verso le problematiche della pacifica convivenza tra i
popoli della solidarieta' e del rispetto reciproco;
 4. l'ampliamento  del  proprio  orizzonte  culturale  attraverso  la
conoscenza di culture diverse;
 5.  la  capacita' di riflettere, alla luce dell'esperienza acquisita
con lo studio di societa'  del  passato,  sulla  trama  di  relazioni
sociali, politiche ecc. nella quale si e' inseriti;
 6. la capacita' di razionalizzare il senso del tempo e dello spazio;
 7.  la  consapevolezza  della  necessita'  di selezionare e valutare
criticamente le testimonianze.
                               STORIA
               OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
  Alla fine del biennio lo studente deve dimostrare di sapere:
 1. esporre in forma chiara e coerente fatti e problemi relativi agli
eventi storici studiati;
 2. usare con  proprieta'  alcuni  fondamentali  termini  e  concetti
propri del linguaggio storiografico (ad esempio, cambiamento, cesura,
ciclo, congiuntura, continuita', decadenza, progresso, restaurazione,
rivoluzione, sottosviluppo, sviluppo);
 3.  distinguere  i  molteplici aspetti di un evento e l'incidenza in
esso dei diversi soggetti storici (individui, gruppi sociali ecc.);
 4. interpretare  e  valutare,  in  casi  semplici  le  testimonianze
utilizzate,   distinguere   in   esse   fatti,  ragioni,  opinioni  e
pregiudizi, individuare inconsistenze e incoerenze ecc.;
 5.  confrontare, in casi semplici, le differenti interpretazioni che
gli storici danno di un medesimo fatto  o  fenomeno,  in  riferimento
anche alle fonti usate.
 6.  ricostruire le concessioni sincroniche e gli sviluppi diacronici
riferiti ad un determinato problema storico studiato.
                        STORIA CONTEMPORANEA
                             Primo anno
1. L'EREDITA' DEL SECOLO XVIII E DELLE RIVOLUZIONI
  a) Modificazioni nelle strutture demografiche e produttive.
  b) Impatto  delle  rivoluzioni  industriale  inglese,  americana  e
francese  sulle  relazioni  fra  gli  stati e sul rapporto cittadini-
istituzioni.
2. 1815-1870
2.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI
  a) L'assetto politico internazionale stabilito a Vienna  e  le  sue
crisi  in  rapporto alle vicende di politica interna e alle dinamiche
economiche dei singoli stati.
  b) Trasformazioni della carta geopolitica europea ed  extraeuropea:
affermazione  dei  liberali in Francia e in Inghilterra e crisi della
Santa Alleanza. Indipendenza dell'America Latina. La formazione degli
stati nazionali, con particolare riguardo all'Italia e alla Germania,
nelle dinamiche dei rapporti  internazionali.  Gli  imperi  coloniali
britannico, francese e russo in Africa e in Asia. Gli Stati Uniti: la
frontiera e la conquista dell'ovest.
2.2. DINAMICHE POLITICHE INTERNE
  a) Modelli di stato, trasformazioni istituzionali e amministrative,
partecipazione politica, forme di rappresentanza.
  b) Correnti ideali e movimenti politici.
  c) Istruzione, stampa e opinione pubblica.
  d) Correnti politico culturali in Italia dagli inizi del
Risorgimento  al governo della Destra Storica. I problemi dello stato
unitario:   rapporto   Stato-Chiesa,   le   scelte    costituzionali,
amministrative, economiche e le loro conseguenze.
2.3. DINAMICHE ECONOMICHE
  a)  L'industrializzazione:  consolidamento  in  Inghilterra  e  sua
diffusione in alcuni paesi occidentali. Nuovi mezzi  di  trasporto  e
nuove rotte. Graduale unificazione del mercato mondiale e centralita'
inglese.
  b)   Conseguenze   socio-economiche   e   ambientali   della  prima
rivoluzione  industriale:  sviluppo  e  sottosviluppo  come  problemi
interni  agli  stati  e  come  elemento di differenziazione fra stati
diversi.   Questione    sociale.    Urbanesimo    e    trasformazioni
dell'organizzazione del territorio.
  c) Conseguenze socio-politiche della prima rivoluzione industriale:
i  nuovi  soggetti storici (imprenditori e proletariato industriale).
Il movimento operaio.
3. 1870-1914
3.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI
  a) Il concetto di imperialismo e le sue interpretazioni.
  b) Gli imperi  coloniali  e  le  nuove  modificazioni  della  carta
geopolitica  mondiale.  Origine  del  Commonwealth  britannico. Crisi
dell'impero ottomano.
  c)  Conseguenze  dell'imperialismo  nelle  relazioni internazionali
delle  grandi  potenze  europee:   l'affermarsi   dei   nazionalismi.
Alleanze  e  loro  modificazioni  in  conseguenza  dell'acuirsi delle
tensioni politiche internazionali.
  d)  Reazioni  all'egemonia  europea  nei  paesi  extraeuropei,   in
particolare in Cina e in Giappone.
  e) L'Italia: la politica estera; la politica coloniale.
3.2. DINAMICHE ECONOMICHE
  a)  La "Grande depressione"; la seconda rivoluzione industriale; le
modificazioni nell'agricoltura.
  b) Le conseguenze socio-economiche: il protezionismo; la  conquista
dei  nuovi  mercati  e  l'imperialismo;  l'incremento demografico; le
grandi migrazioni internazionali; sviluppo e sottosviluppo  nell'eta'
della II rivoluzione industriale.
  c)  Interazioni  tra economia e fenomeni socio-culturali: scienza e
tecnica; istruzione e sviluppo.
  d)  L'industrializzazione  in  Italia  e  le  sue  conseguenze:  la
questione meridionale; la crisi agraria; l'emigrazione.
3.3. DINAMICHE POLITICHE INTERNE
  a)  Nuove  forme di pressione e rivendicazione dei diritti sociali:
sviluppo dei sindacati e di altri movimenti (per es., il femminismo);
nascita dei partiti di massa;  intervento  delle  chiese  nella  vita
sociale e politica.
  b) Conseguente modifica del rapporto stato-cittadini nei vari stati
europei:  l'allargamento  del suffragio; l'intervento in campo socio-
assistenziale.
  c)  Movimenti  di  opinione  e  affermazione  di  nuove   ideologie
politiche:  l'internazionalismo  socialista;  il  nuovo nazionalismo;
origini del razzismo. Modificazioni nella mentalita' e nella cultura:
affermazione e crisi dell'idea di "progresso".
  d) Movimenti, correnti politico-culturali,  forme  di  pressione  e
istituzioni  in  Italia  fra  il  governo della Sinistra storica e la
prima guerra mondiale
4. 1914-1918: LA PRIMA GUERRA MONDIALE
  a) Cause remote e prossime. Gli schieramenti di partenza.
  b)   Fasi   essenziali   del   conflitto.   La   svolta   provocata
dall'intervento  degli  Stati  Uniti e dalla rivoluzione russa. Esito
della guerra.
  c) L'Italia dalla neutralita' alla guerra.
  d) Novita' della I guerra mondiale: carattere mondiale e di  massa;
le  nuove  tecnologie;  espansione  dell'intervento  dello  stato nei
confronti dell'economia e della societa'.
                            Secondo anno
1. 1918-1939
1.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI
  a) La conferenza per la pace del 1918 e  i  progetti  di  un  nuovo
ordine  internazionale.  I  14  punti  di  Wilson.  La Societa' delle
nazioni.
  b) I trattati di pace e i problemi aperti.  Spinta  alla  revisione
dei trattati nei paesi vinti.
  c)  La  sconfitta  di Wilson e l'isolazionismo americano. La svolta
degli anni 30. Il fascismo come fenomeno internazionale.  Le  origini
della seconda guerra mondiale.
1.2. DINAMICHE POLITICHE INTERNE
  a)  Crisi  del  dopoguerra:  incidenza  del  modello  sovietico sui
movimenti  operai  nei  vari  paesi;  tensioni   sociali,   tentativi
rivoluzionari  e  loro sconfitta. L'emergere di ideologie e movimenti
controrivoluzionari.
  b) Crisi del  dopoguerra  in  Italia:  movimenti  sociali,  partiti
politici;  crisi  dello  stato  liberale.  Il fascismo da movimento a
partito, a regime.
  c) Sistemi democratici e  sistemi  totalitari.  La  Germania  dalla
repubblica di Weimar al nazismo. La Russia dalla NEP allo stalinismo.
  d) L'organizzazione del consenso nella societa' di massa
  e)  L'atteggiamento  verso  il  dissenso: i mass-media; tolleranza,
discriminazione, persecuzione delle  opposizioni  e  delle  minoranze
etniche; i campi di concentramento sovietici; i lager nazisti.
1.3. DINAMICHE ECONOMICHE
  a)  Nuove forme di interdipendenza economica: crisi e ripresa post-
bellica. Crisi del  1929  e  sua  diffusione  internazionale.  Alcune
"risposte"  alla  crisi.  Il  New Deal americano. Le socialdemocrazie
scandinave.
  b) La Russia post rivoluzionaria:  dal  "Comunismo  di  guerra"  ai
piani  quinquennali:  collettivizzazione  dell'agricoltura e sviluppo
dell'industria pesante.
  c) L'economia italiana.
2. 1939-1945: LA SECONDA GUERRA MONDIALE
  a) Cause remote e prossime.
  b)  Gli  schieramenti  iniziali  e  le  loro  modificazioni,  fatti
essenziali ed esito finale. Costo umano ed economico della guerra.
  c)  Carattere  di  novita'  della  II  guerra  mondiale: estensione
mondiale della guerra. Il coinvolgimento delle popolazioni civili.
Le ideologie in  conflitto.  Esasperazione  dell'ideologia  razzista:
l'olocausto.  La resistenza come fenomeno internazionale. Uso bellico
dell'energia nucleare.
  d) Modificazioni nella politica interna degli  stati:  aumento  del
potere  dell'esecutivo anche nei paesi democratici. La censura; l'uso
della propaganda e dei mass-media.
  e) Espansione dell'intervento pubblico sull'economia per lo  sforzo
bellico.
  f)  I rapporti fra i paesi alleati durante il conflitto. I progetti
per il dopoguerra:  la  Carta  Atlantica;  la  nascita  dell'ONU;  le
conferenze di Yalta e di Postdam.
  g)  L'Italia  in guerra. L'antifascismo e la crisi del fascismo. La
resistenza. Le vicende italiane fra il 1943 e la fine del conflitto.
3. 1945-1989
3.1. DINAMICHE POLITICHE INTERNAZIONALI
  a) La nuova carta geopolitica d'Europa. La decolonizzazione.
  b) Conseguenze politiche dell'energia  atomica.  Il  nuovo  assetto
della  politica  internazionale.  Il  bipolarismo  e l'equilibrio del
terrore.
  c) Crisi regionali e loro  riflessi  nei  rapporti  fra  le  grandi
potenze:   la   nascita   dello  stato  di  Israele  e  la  questione
palestinese, la Corea; il Vietnam; l'Afganistan.
  d)  Nuovi  poli  di  aggregazione   internazionale:   il   processo
dell'unificazione  europea;  il movimento dei paesi non allineati; la
lega araba.
  e) La svolta del 1989 e la fine del bipolarismo.
3.2. DINAMICHE ECONOMICHE
  a)  Le grandi trasformazioni nell'agricoltura, nell'industria e nel
settore terziario. Scienza e nuove tecnologie. Le conquiste spaziali.
Interdipendenza planetaria delle economie nazionali.
  b) Modelli di economia: economie di mercato, pianificate e miste.
  c) Ripresa economica europea: la ricostruzione e il piano Marshall;
le fasi di espansione prima e dopo la crisi petrolifera.
  d) Fasi e caratteristiche dello sviluppo italiano.
  e) Lo sviluppo del Giappone e di altri paesi dell'Asia orientale.
  f) Organizzazioni economiche  internazionali  e  sovranazionali  di
iniziativa   governativa   (CEE,   OPEC,   COMECON)   e  privata  (le
multinazionali).
  g) Sviluppo  e  sottosviluppo:  neocapitalismo  e  neocolonialismo,
terzo e quarto mondo, nuove grandi migrazioni internazionali.
  h)  Il  problema  della  gestione delle risorse mondiali: questione
ambientale, esplosione demografica e limiti dello sviluppo.
3.3. DINAMICHE POLITICHE INTERNE
  a)  I  grandi  modelli  politico  ideologici  (Stati  Uniti,   Gran
Bretagna,  Russia,  Cina)  con  particolare riferimento alle forme di
rappresentanza e di organizzazione del consenso, alla politica socio-
assistenziale e alle forme di integrazione etnica.
  b) Azione dei grandi modelli  sulle  vicende  di  almeno  un  paese
appartenente  alle diverse aree di influenza: democrazie occidentali,
democrazie popolari, repubbliche latino-americane,  nuovi  stati  del
terzo mondo.
  c)  Le  religioni  di  fronte  ai  processi  di modernizzazione: il
Concilio  Vaticano  II;  il  risveglio  islamico.  I  fondamentalismi
religiosi.
  d)  Societa'  di massa, nuovi consumi, mass media. I nuovi soggetti
storico sociali: ecologisti, pacifisti, federalisti, donne, giovani.
  e)  L'Italia  nel  II   dopoguerra:   la   Repubblica;   la   nuova
Costituzione; correnti politiche e d'opinione, movimenti e governi.
Note generali
1.  Il programma di storia contemporanea, predisposto per i corsi non
quinquennali, individua le radici che alcuni dei massimi problemi del
mondo attuale  hanno  nella  storia  degli  ultimi  due  secoli.  Gli
argomenti    riguardano    diversi    ambiti   spaziali   (nazionali,
sovranazionali,  planetari),  nella  ricerca  di  un  equilibrio  fra
l'esigenza    di    sottolineare    il    carattere    di   crescente
planetarizzazione proprio della storia contemporanea e l'esigenza  di
salvaguardare  un'informazione  appropriata  soprattutto sulla storia
italiana,   con   particolare   riguardo   agli   aspetti   politico-
istituzionali.
2. Il programma e' suddiviso in punti, sottopunti e temi.
3. Il primo punto del primo anno recupera il quadro informativo sulle
grandi  trasformazioni  che  concludono la storia moderna e aprono la
contemporanea. I punti  successivi,  corrispondenti  ai  periodi  nei
quali  si  suole  suddividere  la  storia  contemporanea  (1815-1870;
1870-1914; 1918-1939; 1945-1989) sono articolati  in  sottopunti  che
rispecchiano   tre   aspetti   fondamentali  dello  sviluppo  storico
complessivo  (dinamiche  di  politica  internazionale,  dinamiche  di
politica  interna, dinamiche economiche). Entrambi gli anni prevedono
un punto, relativo a ciascuna delle due guerre  mondiali,  nel  quale
invece  i  tre aspetti sono affrontati contestualmente. Cio' consente
di vedere  in  essi  l'esito  di  processi  precedenti  ad  un  tempo
economici,  politici,  sociali  e  culturali  e la svolta che produce
conseguenze di  non  breve  durata  in  tutti  i  campi  suaccennati.
All'interno   dei   diversi   punti   sono   elencati,   con  lettere
dell'alfabeto, i temi ritenuti essenziali  alla  loro  illustrazione,
che  ovviamente  possono  essere  svolti a livelli di approfondimento
molto vario.
4. Spetta al docente scegliere i  temi  da  presentare  a  titolo  di
semplice  informazione e i temi da approfondire. Si puo' privilegiare
uno dei tre aspetti, senza  tuttavia  trascurare  gli  altri,  oppure
intrecciare i sottopunti relativi ad un periodo piu' limitato secondo
il modello proposto per le due guerre mondiali.
                               STORIA
INDICAZIONI SPECIFICHE
  La presentazione dei tratti salienti delle culture e delle civilta'
che  nel  tempo  si  sono  susseguite  o  nel tempo sono coesistite e
coesistono, consente allo studente di arrivare a  riconoscerne  e  ad
apprezzarne   correttamente  caratteri  e  valori,  sapendo  cogliere
differenze e analogie che intercorrono tra di esse.
Lo studente puo' essere portato a rendersi conto  del  fatto  che  lo
studio  della  storia,  non  importa  quanto  remota,  ben  lungi dal
comportare il rischio di una fuga dal presente, offre  sussidi  utili
per  una  corretta  lettura  di  esso,  se  non  altro  nel  senso di
predisporre ad accettare il diverso. E' anche  opportuno  far  capire
che  il  privilegio accordato alla civilta' classica nella storia del
mondo antico e alla civilta' europea nella storia  contemporanea  non
hanno  alcun  sottinteso  etnocentrico,  ma  mirano  a  consentire il
riconoscimento della cultura di appartenenza come fatto  prezioso  di
memoria collettiva, meglio evidenziato proprio dal confronto con cul-
ture diverse nel tempo e nello spazio.
  Il  confronto  fra miti, leggende, diari, memorie ecc. da un lato e
ricostruzioni storiche dall'altro, e' importante per far  capire  che
il  carattere specifico della conoscenza storica risiede nel fatto di
essere  fondata  sull'esame  critico  delle  testimonianze.   Bisogna
distinguere il "racconto storico" dalle altre forme di narrazione, la
cui  attendibilita'  non  e'  riscontrabile  sulle fonti. E' altresi'
necessario distinguere nella trattazione  di  un  fatto  storico  ben
circoscritto  il momento dell'accertamento dell'accaduto, il punto di
vista dello storico narratore e le argomentazioni di  cui  questo  si
vale per coonestare la propria ricostruzione.
  Attraverso  il confronto tra le diverse ricostruzioni di uno stesso
fatto si puo' condurre lo studente a comprendere che tale  diversita'
e'  riconducibile  non  solo  ai differenti orientamenti metodologici
culturali  e  ideali  o,   piu'   semplicemente,   alle   propensioni
soggettive, spesso storicamente datate, degli storici, ma che in piu'
casi  essa  riflette  anche  un  ampliamento  ed  un  approfondimento
oggettivi  delle  conoscenze  in  materia.   Percio'   la   possibile
compresenza di diverse e spesso anche contraddittorie interpretazioni
dello  stesso  fatto non e' frutto di arbitrarieta', ma rispecchia la
difficolta' insita nell'esercizio del "mestiere  di  storico"  e  non
giustifica  quindi l'insorgere di un atteggiamento di scetticismo nei
confronti della possibilita'  di  conoscere  il  passato  anche  piu'
lontano  e  meno  documentato  e il passato anche piu' recente per il
quale  la  documentazione  diventa  disponibile  solo col trascorrere
degli anni. Allo studente vanno presentate  le  ragioni  che  possono
motivare la diversita' delle opinioni fra gli storici.
Esse   sono   da   cercare  sia  nella  varieta'  degli  orientamenti
metodologici culturali e  ideali  sia  nel  diverso  peso  che  viene
attribuito,  a  seconda  dei  casi,  all'una o all'altra categoria di
testimonianze (ad esempio, alle testimonianze archeologiche  rispetto
a  quelle  linguistiche,  nella  ricostruzione  dei  grandi movimenti
migratori  dell'antichita'  o,  per  la  storia   contemporanea,   ai
documenti riservati rispetto alla pubblicistica).
  Nella  presentazione  degli  snodi  fondamentali  della  storia (ad
esempio, per  quanto  riguarda  la  storia  antica  e  altomedievale,
l'espansione di Roma in Occidente e in Oriente, o l'espansione arabo-
musulmana nel bacino del Mediterraneo; per la storia contemporanea la
formazione  degli  imperi coloniali o l'avvento dell'era nucleare) e'
necessario  distinguere  i  diversi   aspetti   (politici,   sociali,
culturali,  economici,  religiosi,  ambientali  ecc.)  di  un  evento
storico complesso e le relazioni che intercorrono fra essi. Va  messa
in evidenza la diversa incidenza e l'interazione di distinti soggetti
storici  (gruppi  sociali,  singoli individui, etnie, nazioni, stati)
nello  svolgersi  di  avvenimenti   di   grande   importanza,   anche
utilizzando  risultati  e concetti derivati da altre scienze sociali,
in particolare la geografia, il diritto e l'economia.
  Il linguaggio della storiografia attinge largamente e piu' di altre
discipline al linguaggio comune,  ma  alcuni  termini  che  esso  usa
(continuita',  cesura,  decadenza  ecc.) hanno un significato tecnico
specifico. Di questo linguaggio, che comprende concetti, espressioni,
descrizioni di mutamenti  storici  attraverso  modelli  (ad  esempio,
continuita',  cesura, rivoluzione/restaurazione, decadenza/progresso,
ciclo/congiuntura) lo studente deve essere guidato a servirsi in modo
corretto.   Puo'   risultare   utile   a   tale   scopo   valorizzare
l'interrogazione,  il  dialogo,  il  confronto  e  la  discussione in
gruppo.
  Un  punto  importante  dello  studio  della  storia  va  certamente
individuato  nel  saper  cogliere le relazioni che intercorrono fra i
diversi fenomeni storici e i tempi piu' o meno lunghi (lunga,  media,
breve  durata)  in cui sono osservati. A questo proposito si puo' far
notare che la cronologia utilizzata per la  storia  politica  non  si
adatta  di  per se' a tutti gli altri aspetti della vicenda umana (ad
esempio, per  la  storia  antica,  la  cronologia  che  scandisce  le
trasformazioni  culturali  avvenute  in  eta' preistorica e' a maglie
molto piu' larghe di quella che registra la successione  delle  varie
civilta'  protostoriche del vicino Oriente, e la cronologia di queste
ultime e' molto  piu'  approssimativa  di  quella  della  guerra  del
Peloponneso)  e  che queste differenze non dipendono solo dallo stato
delle fonti, ma  anche  dalla  natura  dei  fatti  studiati  e  dalla
velocita'  maggiore  o  minore  con  cui  avvengono i cambiamenti nei
differenti campi (ad esempio, per la storia contemporanea, mentre  la
prima  rivoluzione  industriale si e' estesa ai vari paesi europei in
tempi diversi, i moti del '48 hanno interessato vari paesi a distanza
di giorni o di settimane). Analogamente, un altro punto importante va
individuato nel saper cogliere le relazioni che  intercorrono  fra  i
diversi  fenomeni  storici e gli spazi piu' o meno estesi (ambito lo-
cale, regionale, continentale) in cui sono  analizzati.  Per  rendere
evidente  questa  connessione  e'  vantaggioso  servirsi  di  sussidi
cartografici, ricorrendo caso per caso a  scale  rappresentative  di-
verse.
                       PROGRAMMA DI MATEMATICA
                           ED INFORMATICA
1. FINALITA' DELL'INSEGNAMENTO
La  matematica, parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore
dello stesso pensiero filosofico, ha in ogni  tempo  operato  su  due
fronti:  da  una  parte  si  e'  rivolta  a  risolvere  problemi ed a
rispondere ai grandi interrogativi che man mano l'uomo si poneva  sul
significato  della realta' che lo circonda; dall'altra, sviluppandosi
autonomamente, ha posto affascinanti interrogativi sulla portata,  il
significato e la consistenza delle sue stesse costruzioni culturali.
Oggi   queste   due   attivita'  si  sono  ancor  piu'  accentuate  e
caratterizzate. La prima per la maggiore capacita' di interpretazione
e di previsione che la matematica  ha  acquistato  nei  riguardi  dei
fenomeni  non  solo naturali, ma anche economici e della vita sociale
in genere, e che l'ha portata ad accogliere e a valorizzare,  accanto
ai  tradizionali  processi  deduttivi, anche i processi induttivi. La
seconda per lo  sviluppo  del  processo  di  formalizzazione  che  ha
trovato  nella  logica e nell'informatica un riscontro significativo.
Sono due spinte divergenti, ma che  determinano  con  il  loro  mutuo
influenzarsi, il progresso del pensiero matematico.
Coerentemente  con questo processo l'insegnamento della matematica si
e' sempre estrinsecato e continua ad  esplicitarsi  in  due  distinte
direzioni:  a  "leggere  il libro della natura" ed a matematizzare la
realta' esterna da una  parte,  a  simboleggiare  e  a  formalizzare,
attraverso   la  costruzione  di  modelli  interpretativi,  i  propri
strumenti di lettura dall'altra, direzioni  che  pero'  confluiscono,
intrecciandosi  ed  integrandosi con reciproco vantaggio, in un unico
risultato: la formazione e la crescita dell'intelligenza dei giovani.
Infatti lo studio della matematica:
- promuove le facolta' sia intuitive che logiche,
- educa ai procedimenti euristici, ma anche ai processi di astrazione
e di formazione dei concetti,
- esercita a ragionare induttivamente e deduttivamente,
- sviluppa le attitudini sia analitiche che sintetiche,
_ determinando cosi' nei giovani abitudine alla sobrita' e precisione
del linguaggio, cura  della  coerenza  argomentativa,  gusto  per  la
ricerca della verita'.
Ed  e'  appunto  nella  fase adolescenziale, nel biennio della Scuola
secondaria superiore, che l'insegnamento della matematica enuclea  ed
affina  queste  varie  attivita',  caratterizzandole, ma nello stesso
tempo fondendole in un unico processo culturale e formativo.
Queste finalita' sono comuni a tutti gli indirizzi di studio  perche'
concorrono,  in  armonia  con  l'insegnamento delle altre discipline,
alla promozione culturale ed alla formazione umana dei giovani, anche
se intendono  intraprendere  studi  non  scientifici  o  decidono  di
orientarsi nel mondo del lavoro.
2. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del biennio lo studente dovra' essere in grado di:
 1. individuare proprieta' invarianti per trasformazioni semplici;
 2. dimostrare proprieta' di figure geometriche;
 3.  utilizzare consapevolmente le tecniche e le procedure di calcolo
studiate;
 4. riconoscere e costruire semplici relazioni e funzioni;
 5. comprendere il senso dei formalismi matematici introdotti;
 6. cogliere analogie strutturali;
 7. matematizzare semplici situazioni problematiche in vari  ambienti
disciplinari;
 8. riconoscere le regole della logica e del corretto ragionare;
 9.  adoperare  i  metodi,  i  linguaggi  e gli strumenti informatici
introdotti;
10.   inquadrare   storicamente   qualche    momento    significativo
dell'evoluzione del pensiero matematico.
3. CONTENUTI
Tema n› 1. - Geometria del piano e dello spazio
a) Piano euclideo: figure e loro proprieta'; congruenze (isometrie) e
loro  composizione;  poligoni  equisconponibili; teorema di Pitagora;
teorema di Talete.
b)  Piano  cartesiano:  retta,  parabola,   iperbole   equilatera   e
circonferenza.
c)  Coseno e seno degli angoli convessi. Relazione fra lati ed angoli
nei triangoli rettangoli.
d) Esempi significativi di trasformazioni geometriche nello spazio.
Individuazione di simmetrie in particolari solidi geometrici.
Lo studio della geometria nel biennio ha  come  finalita'  preminente
quella  di  condurre  progressivamente  l'allievo  dalla intuizione e
scoperta di proprieta' geometriche alla loro descrizione razionale, e
rappresenta come tale  una  guida  privilegiata  alla  consapevolezza
argomentativa. A cio' il docente potra' pervenire adottando un metodo
che,  facendo  leva  sulle  conoscenze induttive apprese dall'allievo
nella Scuola media,  proceda  allo  sviluppo  razionale  di  limitate
catene  di  deduzione;  e'  tuttavia  necessario  che  ogni ipotesi o
ammissione cui  si  fara'  ricorso  sia  chiaramente  riconosciuta  e
formulata  in modo esplicito, quali che siano le ragioni che inducono
ad assumerla tra i punti di partenza del ragionamento.
Il docente potra' cioe' condurre l'allievo a familiarizzarsi  con  il
metodo  ipotetico-deduttivo  su  parti  circoscritte dalla geometria,
senza la preoccupazione di pervenire alla costruzione di  un  sistema
globale  di  assiomi.  Un  traguardo  importante  dello  studio della
geometria sara' il piano cartesiano, come modello del piano euclideo.
Con la sua introduzione saranno disponibili, per la  risoluzione  dei
problemi  geometrici,  sia  il  metodo  della  geometria classica che
quello della geometria analitica,  e  l'allievo  sara'  stimolato  ad
usare   l'uno   o   l'altro   in  relazione  alla  naturalezza,  alla
espressivita' e alla semplicita' che l'uno o l'altro offre  nel  caso
particolare   in   esame.   La   rappresentazione  della  parabola  e
dell'iperbole equilatera verra'  effettuata  rispetto  a  sistemi  di
riferimento scelti opportunamente.
Il  coseno  e  seno  di un'angolo sono introdotti, limitatamente agli
angoli convessi,  in  relazione  allo  studio  delle  proprieta'  dei
triangoli  e per le necessita' proprie delle altre scienze; lo studio
delle funzioni e' riservato al periodo successivo.
Gli elementi di geometria dello spazio hanno lo scopo di alimentare e
sviluppare  l'intuizione  spaziale.  E'  in  facolta'   del   docente
presentare prima la geometria piana e poi quella dello spazio, oppure
fondere, in relazione agli argomenti comuni, le due esposizioni.
Tema n› 2 - Insiemi numerici e calcolo
a) Operazioni, ordinamento e loro proprieta' negli insiemi dei numeri
naturali, interi; razionali.
b) Valori approssimati e loro uso nei calcoli elementari.
Introduzione intuitiva dei numeri reali.
c) Calcolo letterale: monomi, polinomi, frazioni algebriche.
d) Equazioni, disequazioni e sistemi di primo e secondo grado.
I  numeri  naturali,  interi,  razionali,  gia'  noti  agli studenti,
saranno ripresi in forma piu' sistematica  e  si  perverra'  ai  vari
ampliamenti a partire da effettive necessita' operative.
Il  numero  reale  sara'  introdotto  in via intuitiva, come processo
costruttivo che puo' nascere sia da esigenze di calcolo numerico, sia
da un confronto fra  grandezze  omogenee.  E'  importante  premettere
esempi  di  calcolo  approssimato, in cui sara' posto l'accento sulla
significativita' delle cifre.
Il docente programmera' lo sviluppo da dare al calcolo letterale  per
abituare  l'allievo  alla  corretta  manipolazione di formule, sempre
sostenuta  dalla  comprensione  delle  procedure   da   seguire.   Si
sottolinea,  a  questo  proposito,  l'inopportunita'  del  ricorso ad
espressioni inutilmente complesse, tenendo presente che la  sicurezza
nel calcolo si acquisisce gradualmente nell'arco del biennio.
Lo  studio  delle  equazioni,  delle disequazioni e dei sistemi sara'
connesso alla loro rappresentazione sul piano cartesiano,  con  rela-
tive  applicazioni  a  problemi di varia natura; nella risoluzione il
docente si limitera' a  considerare  le  soluzioni  nell'insieme  dei
numeri reali.
Tema n› 3 - Relazioni e funzioni
a) Insiemi ed operazioni su di essi.
b) Prodotto cartesiano.
c) Funzioni x->ax+b, x->ax(alla seconda)+bx+c, x->a/x e loro grafici.
Il  docente,  dopo aver riorganizzato le conoscenze sugli insiemi che
gli allievi hanno gia' acquisito nella Scuola media,  avra'  cura  di
stabilire  opportuni  collegamenti  tra  le  nozioni logiche e quelle
insiemistiche: connettivi logici ed operazioni tra insiemi, predicato
con un solo argomento e sotto-insiemi dell'insieme universo.
Il concetto di funzione,  fondamentale  per  stabilire  relazioni  di
dipendenza,   consentira'   di   visualizzare  leggi  e  fenomeni  di
connessione interdisciplinare con altri ambiti.
L'introduzioni delle funzioni x->ax+b, x->ax(alla  seconda)+bx+c,  x-
>a/x  trovera' un naturale collegamento con la rappresentazione della
retta,  della  parabola  e   dell'iperbole   equilatera   nel   piano
cartesiano.
Tema n› 4 - Elementi di probabilita' e statistica
a) Eventi aleatori. Frequenza e probabilita'.
Al  concetto  di  probabilita'  si perverra' avvalendosi di opportune
esemplificazioni tratte da situazioni reali.
L'analisi   dei   problemi   sara'    facilitata    da    appropriate
rappresentazioni: diagrammi di Eulero-Venn e, soprattutto, grafici di
vario tipo.
Tema n› 5 - Elementi di logica e di informatica
a)  Proposizioni  elementari,  connettivi,  valore  di verita' di una
proposizione composta, predicati.
b) Costruzione di semplici algoritmi e loro rappresentazione.
c) Prima introduzione ai linguaggi formali.
Gli  elementi  di  logica  non  devono essere visti come una premessa
metodologica all'attivita' dimostrativa (quasi che occoresse imparare
le "regole del ragionamento" prima di mettersi a fare matematica), ma
come una riflessione che si sviluppa man mano che matura l'esperienza
matematica dello studente. Fin dall'inizio si abituera'  lo  studente
all'uso  appropriato  del  linguaggio,  a  esprimere correttamente le
proposizioni  matematiche  e   a   concatenarle   "logicamente"   per
dimostrare teoremi.
Sara'  dato  opportuno  risalto  alle  analogie e alle differenze che
intercorrono tra il linguaggio naturale e i linguaggi formali.
I  contenuti  proposti   troveranno   il   loro   naturale   sviluppo
nell'integrazione con l'attivita' di laboratorio.
Quest'ultima, distribuita lungo tutto l'arco del biennio, integra gli
elementi  di  contenuto  dei  vari  temi e costituisce essa stessa un
momento di riflessione teorica.
Essa consistera' in:
- analisi dei problemi e loro soluzione informatica attraverso sia la
costruzione di un programma e il controllo della sua esecuzione,  sia
l'utilizzo di programmi gia' disponibili.
-    esplorazioni    e    verifiche    di   proprieta'   matematiche,
rappresentazioni grafiche e calcoli,  come  momenti  costitutivi  del
processo  di  apprendimento  della  matematica e delle sue successive
sistematizzazioni.
4. INDICAZIONI METODOLOGICHE
Il  programma,  in  analogia  con  quello  della  scuola  media,   e'
distribuito in cinque grandi "temi".
L'ordine  con  cui sono proposti i cinque temi non e' da interpretare
come ordine di svolgimento; anzi si  suggerisce  che  il  docenti  li
presenti   in  modo  parallelo,  mettendone  in  luce  le  reciproche
relazioni e connessioni, senza comunque che ciascun  argomento  perda
la propria identita' e caratteristica.
Fermo  restando  per  tutti l'acquisizione dei contenuti indicati, e'
auspicabile che il docente trovi il modo di curare l'introduzione dei
concetti   e   degli   aspetti    esemplificativi    e    applicativi
tendenzialmente  orientati  secondo gli interessi preminenti dei vari
indirizzi.
Consapevole che il carattere fondamentale dell'educazione  matematica
e'  il porre e risolvere problemi, il docente riconoscera' l'utilita'
che l'insegnamento sia condotto per problemi e portera'  l'allievo  a
scoprire  le relazioni matematiche che sottostanno a ciascun problema
e quindi a collegare razionalemente e a sistemare progressivamente le
nozioni teoriche che avra' via  via  apprese.  In  questo  itinerario
didattico  le nozioni piu' astratte non saranno proposte a priori, ma
si faranno scaturire come sintesi di situazioni  incontrate  in  vari
settori.
E'  evidente  che  il  termine problema va inteso nella sua eccezione
piu' ampia, riferito cioe' non solo a problemi attinenti  a  fenomeni
naturali,  o  della  vita  reale  in  genere,  ma  anche a quelli che
scaturiscono dall'interno della stessa  matematica.  In  questo  caso
potra'  essere  utile  sviluppare l'argomento seguendone l'evoluzione
storica: potrebbe essere una buona occasione  per  fare  vedere  agli
allievi  come  il  progresso  della matematica sia stato spesse volte
determinato dalla necessita' di risolvere antinomie e difficolta' che
man  mano  si  presentavano  nel  suo interno e far loro percepire il
gusto della ricerca storica, anche in ambito  matematico.  In  questa
prospettiva   potranno  essere  trattate,  ad  esempio,  l'evoluzione
storica  dei  concetti  di  numerazione  e  di  numero,  la   nascita
dell'algebra.  Si sottolinea infine l'opportunita' che il docente dia
particolare  importanza  all'uso   dell'elaboratore   che   via   via
potenziara'  nei  contesti  matematici  che verranno progressivamente
sviluppati  (ad   esempio,   calcolo   approssimato,   soluzione   di
un'equazione o di un sistema, eventi probabilistici). Con esso potra'
anche   ottenere,   attraverso   la   visualizzazione   di   processi
algoritmici, non attuabile con elaborazione  manuale,  che  l'allievo
verifichi   sperimentalmente   le   nozioni  teoriche  gia'  apprese.
Mediante l'approfondimento delle  conoscenze,  dei  linguaggi  e  dei
metodi  propri  dell'informatica  il  docente potra' cosi' rafforzare
negli allievi l'attitudine ad astrarre ed a formalizzare,  per  altra
via conseguita.
5. MODALITA' DI VALUTAZIONE
Le  fasi  di  verifica e valutazione dell'apprendimento devono essere
strettamente correlate e coerenti, nei contenuti e  nei  metodi,  col
complesso  di  tutte  le  attivita'  svolte  durante  il  processo di
insegnamento-apprendimento della matematica.  La valutazione non deve
quindi ridursi ad un controllo formale sulla  padronanza  delle  sole
abilita'  di  calcolo  o  di  particolare conoscenze mnemoniche degli
allievi;  deve  invece  vertere  in  modo  equilibrato  su  tutte  le
tematiche  e  tenere  conto  di  tutti  gli obiettivi evidenziati nel
presente  programma.    A  tale  fine  l'insegnante  si  avvarra'  di
verifiche  scritte  e  orali.    Le verifiche scritte potranno essere
articolate  sia  sotto  forma  di  problemi  ed  esercizi   di   tipo
tradizionale, sia sotto forma di "test"; potranno anche consistere in
brevi  relazioni  su argomenti specifici proposti dal docente o nella
stesura (individuale  o  a  piccoli  gruppi)  di  semplici  programmi
costruiti   nell'ambito   del   "laboratorio   di   informatica".  Le
interrogazioni  orali  saranno  volte  soprattutto  a   valutare   le
capacita'  di  ragionamento e i progressi raggiunti nella chiarezza e
nella proprieta' di espressione degli allievi.
Nel corso delle verifiche scritte si consiglia  di  consentire  l'uso
degli   stessi   sussidi   didattici   utilizzati  nell'attivita'  di
insegnamento-apprendimento  (calcolatrici  tascabili,  strumenti   da
disegno e - se ritenuto opportuno - manuali e testi scolastici).
Si   raccomanda  altresi'  un'attenta  ricognizione  dei  livelli  di
partenza ed intermedi  dei  singoli  allievi,  mediante  accertamenti
opportunamenti  calibrati,  anche  al  fine  di  intraprendere azioni
mirate di consolidamento e,  se  necessaio,  di  recupero,  prima  di
procedere oltre con lo sviluppo del programma.
                          LINGUA STRANIERA
FINALITA' SPECIFICHE
  Le   finalita'   dell'insegnamento  di  lingua  straniera  sono  le
seguenti:
1. l'acquisizione di una  competenza  comunicativa  che  permetta  di
servirsi della lingua in modo adeguato al contesto;
2.  la formazione umana, sociale e culturale mediante il contatto con
altre  realta',  in  una  educazione  interculturale  che   porti   a
ridefinire i propri atteggiamenti nei confronti del diverso da se';
3.  l'educazione  al cambiamento, derivante dal fatto che ogni lingua
recepisce e riflette le modificazioni culturali della  comunita'  che
la usa;
4. il potenziamento  della  flessibilita'  delle strutture cognitive,
attraverso  il confronto con i diversi modi di organizzare la realta'
che sono propri di altri sistemi linguistici;
5. l'ampliamento della  riflessione  sulla  propria  lingua  e  sulla
propria  cultura, attraverso l'analisi comparativa con altre lingue e
culture;
6. lo sviluppo delle modalita' generali del pensiero,  attraverso  la
riflessione sulla lingua.
                          LINGUA STRANIERA
               OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E CONTENUTI
                     OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
  Al  termine  del  biennio  lo studente deve dimostrare di essere in
grado di:
1. comprendere una varieta' di messaggi orali di  carattere  generale
finalizzati  a scopi diversi e prodotti a velocita' normale cogliendo
la   situazione,   l'argomento   e   gli   elementi   del   discorso:
atteggiamenti,  ruoli  e intenzioni degli interlocutori, informazioni
principali, specifiche e di supporto;
2. individuare il senso globale di brevi messaggi dei mass-media (ra-
dio, cinema, TV) su  argomenti  di  interesse  generale,  spettacoli,
notiziari ecc.;
3.  esprimersi  su argomenti di carattere generale in modo efficace e
appropriato, adeguato al contesto  e  alla  situazione,  pur  se  non
sempre corretto dal punto di vista formale;
4. comprendere il senso e lo scopo di testi scritti per usi diversi;
5.  inferire  il  significato  di elementi non noti di un testo sulla
base  delle  informazioni  ricavabili  dalle  caratteristiche   degli
elementi stessi e dal contesto;
6.  produrre semplici testi scritti di tipo funzionale e di carattere
personale  e  immaginativo,   anche   con   errori   e   interferenze
dall'italiano,   dal   dialetto   o   da  altre  lingue,  purche'  la
comprensibilita' non ne venga compromessa;
7. identificare l'apporto  dato  alla  comunicazione  dagli  elementi
paralinguistici     (intonazione,    ritmo,    accento    ecc.)    ed
extralinguistici (gestualita', mimica, postura, prossemica ecc.);
8. individuare l'apporto culturale specifico implicito  nella  lingua
straniera  e confrontarlo con quello della lingua italiana o di altre
lingue;
9. individuare e sistematizzare strutture  e  meccanismi  linguistici
che  operano  ai  diversi  livelli:  pragmatico, testuale, semantico-
lessicale, morfo-sintattico e fonologico.
                              CONTENUTI
Comprensione e produzione orale
  I testi orali per lo sviluppo dell'ascolto,  monologhi  e  dialoghi
presentati a viva voce o registrati, devono:
-    riguardare   situazioni   comunicative   di   vita   quotidiana:
comunicazione   personale   (conversazioni,   interviste   ecc.)    e
comunicazione  di  massa  (notiziari  radiofonici  e televisivi, spot
pubblicitari, cronache sportive ecc.);
- essere espressi a velocita' normale;
- presentare una varieta' di pronuncie.
  La produzione orale deve:
- riguardare situazioni quotidiane;
- riferirsi alle esperienze e agli interessi degli studenti;
-  essere finalizzata inizialmente alla comunicazione di informazioni
e  successivamente   all'espressione,   all'argomentazione   e   alla
giustificazione delle opinioni;
-  tenere  conto  delle regole dell'interazione, anche in presenza di
piu' interlocutori.
Comprensione e produzione scritta
  I testi per la lettura  sono  prevalentemente  di  tipo  funzionale
(lettere,  istruzioni,  pubblicita', annunci, facili articoli ecc.) e
devono rappresentare via via una gamma  sempre  piu'  ampia  fino  ad
includere  testi  di  tipo  immaginativo  (brevi  racconti,  semplici
poesie, canzoni ecc.).
  I testi scritti devono:
- riguardare argomenti di attualita' relativi ai vari  aspetti  della
vita e della cultura dei paesi stranieri;
- offrire occasioni di confronto con la realta' italiana;
- essere possibilmente rappresentati da materiali autentici.
  I testi prodotti dagli studenti devono:
-  essere  orientati  alla  comunicazione  (lettere  di  vario  tipo,
resoconti ecc.) e all'espressione (diari, brevi composizioni ecc.);
- rispettare le convenzioni determinate  dal  contesto  comunicativo:
tipo di destinatario, scopo della comunicazione ecc.;
- riguardare argomenti precedentemente trattati in classe.
Riflessione sulla lingua
Nell'arco  del  biennio  la  riflessione  sulla  lingua  deve  essere
condotta in un'ottica interculturale e interlinguistica e riguardare:
- apporti dei linguaggi non verbali alla comunicazione:
- variabilita' della  lingua:  registro  formale/informale,  varieta'
geografiche e sociali ecc.;
-  caratteristiche  della  lingua  in  relazione  ai  diversi  mezzi:
parlato, scritto, forme multimediali;
-  diversita'  di  realizzazione  linguistica  di  uno  stesso   atto
comunicativo o di una stessa nozione;
-  coesione  e  coerenza  del  testo  e  struttura  dei  diversi tipi
testuali;
-  lessico:  formazione  delle  parole,  significato  degli  affissi,
rapporto   tra  elementi  lessicali  appartenenti  alla  stessa  area
semantica ecc.;
-  strutture  morfosintattiche  (caratteristiche  fondamentali  della
frase  e dei suoi costituenti, costruzione del periodo, aspetti della
morfologia delle diverse categorie di parole);
- sistema fonologico.
Note generali
1. Gli  obiettivi  elencati  riguardano  in  generale  la  competenza
comunicativo-relazionale; l'obiettivo 9 si riferisce alla riflessione
sulla lingua.
2.  La  lingua straniera come disciplina comune e', secondo la norma,
la stessa iniziata nella scuola media.
3. Base dell'insegnamento linguistico e' il testo nelle sue varieta'.
E' importante che le tematiche presentate siano  significative  sotto
il  profilo culturale, motivanti per gli studenti ed espresse in modo
da presentare un livello di  difficolta'  linguistica  adeguata  alla
loro   competenza.   Una   puntuale   articolazione   dei  contenuti,
individuati in funzioni, nozioni e forme linguistiche e riconducibili
nelle grandi linee alle proposte del Consiglio  d'Europa,  spetta  al
docente in sede di programmazione.
                          LINGUA STRANIERA
INDICAZIONI SPECIFICHE
  Gli  obiettivi  prefissati  possono essere meglio raggiunti facendo
ricorso ad attivita' di carattere comunicativo condotte  abitualmente
in  lingua  straniera e in cui le abilita' linguistiche di base siano
usate in una varieta'  di  situazioni  adeguate  alla  realta'  dello
studente.  La lingua puo' essere acquisita in modo operativo mediante
lo svolgimento di attivita' su compiti specifici perche' in tal  modo
viene   percepita  come  strumento  e  non  come  fine  immediato  di
apprendimento.
  Per sviluppare nello studente una competenza  comunicativa  che  lo
porti  a  formulare messaggi chiari occorre considerare il testo come
minima   unita'   significativa.   Il   docente    puo'    facilitare