(all. 16 - art. 1)
METODO 16
ESTRAZIONE, FRAMMENTAZIONE E DETERMINAZIONE
DEL CARBONIO ORGANICO ESTRATTO ED UMIFICATO
1. Oggetto e campo di applicazione
Descrizione di un metodo per:
1.1. Estrazione del carbonio organico in soda e sodio pirofosfato;
1.2.  Frazionamento  del  carbonio  organico umificato presente negli
estratti (1.1) mediante l'uso di apposito supporto cromatografico;
1.3. Determinazione per ossidazione con  bicromato  di  potassio  del
carbonio organico degli estratti e dei liquidi frazionati;
1.4. Definizione ed espressione dei parametri di umificazione.
Il metodo e' applicabile a tutti i tipi di suolo.
2. Principio
Le  sostanze  non  umificate  presenti  negli  estratti  organici del
terreno si ritrovano soprattutto nella frazione solubile in acidi, ma
sono  separabili  da  quelle  umificate  perche'  non  assorbite  dal
polivinilpirrolidone.    Le    sostanze    umiche    possono   essere
successivamente lisciviate con soluzione alcalina  e  mescolate  alla
frazione umica.
3. Reagenti
Nel  corso  dell'analisi  utilizzare  acqua  distillata  o di purezza
equivalente e reagenti di qualita' analitica riconosciuta.
Nel caso venga adottata la titolazione in automatico, i  reagenti  di
cui ai punti 3.10 e 3.11 non sono necessari.
3.1.  Soluzione  estraente  di  soda  e  sodio pirofosfato 0,1 mol/l:
pesare 44,6 g di Na4P2O7 per  10H2O  in  un  matraccio  da  1000  ml,
aggiungere 4 g di NaOH, sciogliere in circa 900 ml di acqua e portare
a volume.
3.2. Azoto gassoso.
3.3.  Acido  solforico, H2SO4, al 50% (v/v) a partire da H2SO4 al 96%
(m/m) (rho = 1,84).
3.4. Acido solforico, H2SO4, soluzione 0,005 mol/l: portare 10 ml  di
acido solforico 1 N prelevati con buretta a 1000 ml con acqua.
3.5.  Polivinilpirrolidone  resina  insolubile  (del  tipo  PVP  Cod.
85648/7 Aldrich, Germania).
3.6. Sodio idrossido, NaOH, soluzione 0,5 mol/l: pesare 20 g di sodio
idrossido gocce in un matraccio da 1000 ml. Sciogliere con circa  200
ml di acqua, raffredare e completare a volume.
3.7. Acido solforico, H2SO4, 96% (m/m) (rho = 1,84).
3.8.  Potassio bicromato, K2Cr2O7, soluzione 1/6 mol/l: porre 49,04 g
di K2Cr2O7, polverizzato ed essiccato per un'ora da 130 a 140 ›C,  in
un  matraccio  tarato da 1000 ml ed aggiungere circa 800 ml di acqua.
Agitare sino a diluzione completa, portare  a  volume  con  acqua  ed
omogeneizzare.
3.9. Acido fosforico, H3PO4, all'85% (rho = 1,7).
3.10.  Ferro  solfato  (II),  FeSO4  per  7H2O,  soluzione 0,2 mol/l:
sciogliere 55,6 g di solfato  ferroso  in  circa  500  ml  di  acqua,
agitare  fino  a  completa  dissoluzione ed aggiungere 10 ml di H2SO4
(3.7). Raffreddare, portare a volume con acqua ed  omogeneizzare.  La
soluzione deve essere preparata giornalmente.
3.11.   Acido   4-difenilammina   solfonato   sodico,   C12H10NaNO3S,
indicatore: porre 0,2 g di acido 4-difenilamminsolfonato sodico in un
matraccio tarato da 100 ml, sciogliere in H2SO4  (3.7)  e  portare  a
volume sempre in H2SO4 (3.7).
4. Apparecchiatura
Al  fine  di avere maggiore uniformita' nel procedimento analitico si
consiglia di usare vetreria tipo Duran.
Corrente attrezzatura da laboratorio e in particolare:
4.1. Stufa.
4.2. Agitatore a scosse in bagno  d'acqua  termoregolabile  a  65  ›C
(agitatore del tipo Dubnoff).
4.3. Centrifuga.
4.4. Tubi da centrifuga da 40 ml e da 150 ml.
4.5.  Unita'  filtrante  composta  da  beuta  per  vuoto, attacco per
filtrazione e pompa a vuoto (e' sufficiente anche una  normale  pompa
ad acqua).
4.6.  Filtri  da 0,45 um del tipo HA della Millipore (comunque non in
cellulosa).
4.7. Siringhe ipodermiche da 10 ml.
4.8. Lana di vetro in fibre.
4.9. Matraccio del tipo illustrato nel metodo 14 (figura 14.1).
4.10. Termometro con scala fino a 200 ›C con  graduazioni  di  1›C  e
porta-termometro come illustrato nel metodo 14.
4.11.  Bunsen  con  piastre di protezione in vetroceramica tipo Ceran
della Duran.
4.12.  Titolatore  automatico  dotato  di  elettrodo   combinato   di
Pt-Ag/AgCl (opzionale).
5. Procedimento
5.1. Preparazione del campione per l'analisi
Preparare  il  campione come descritto nel metodo 2, setacciato a 0,5
mm.
5.2. Estrazione del carbonio organico
5.2.1. Pesare 10 g di terreno in provetta a chiusura ermetica da  250
ml, addizionare 100 ml di soluzione estraente (3.1), insufflare per 1
minuto  con  azoto (3.2), tappare ermeticamente, porre in agitatore a
scosse (regolato a 65 ›C e 80 scosse al minuto) per 24 ore.
5.2.2.  Raffreddare  il  matraccio  in  bagno  freddo   e   travasare
quantitativamente  in  tubo  da  centrifuga da 150 ml. Centrifugare a
2500-2700 giri/minuto per 20 minuti. Filtrare il surnatante su filtri
4.6.  Travasare  il  filtrato  in  recipiente  pulito  ed   asciutto,
insufflare   nuovamente   azoto   (3.2)   per  un  minuto  e  tappare
ermeticamente.
5.2.3. I campioni, se non vengono  analizzati  in  giornata,  possono
essere conservati in frigorifero a 4 ›C, ma solo per alcuni giorni.
5.3. Frazionamento del carbonio organico umificato
5.3.1. Preparazione del polivinilpirrolidone (PVP)
Introdurre  circa  50 g di polvere di polivinilpirrolidone insolubile
(3.5) in  un  contenitore  trasparente  almeno  da  1  a  1,5  litri,
aggiungere  acqua  di  rubinetto  ed  agitare  molto accuratamente la
miscela. Lasciare decantare le parti piu' grossolane per circa da  10
a  15  minuti e scartare le frazioni piu' fini. Ripetere l'operazione
con acqua di rubinetto per due volte. Lavare per due volte con  acqua
distillata  la frazione fine ancora in sospensione, quindi aggiungere
la soluzione di H2SO4 (3.4)  in  quantita'  tale  da  acidificare  la
resina.  Il PVP cosi' preparato deve essere conservato in contenitore
chiuso,  anche  a  temperatura  ambiente,  ma  sempre  ricoperto   di
soluzione.
5.3.2. Preparazione delle colonnine
Le  colonnine  possono  essere  preparate  utilizzando delle siringhe
ipodermiche in plastica da 10 ml (4.7), eliminando l'ago ed inserendo
al suo posto 10 cm circa  di  tubicino  di  gomma.  Alla  base  della
siringa  viene  posto  uno strato di circa 0,5 cm di fibre di lana di
vetro (4.8) opportunamente pressato per evitare  la  fuoriuscita  del
PVP.  Le  colonnine  devono  essere  fissate ad un supporto rigido in
posizione verticale e non  devono  essere  mosse  dopo  essere  state
caricate  con  la  resina.  Il  caricamento  di  PVP viene effettuato
versando  la  sospensione  acida  dall'estremita'   superiore   della
colonnina   stessa,   lasciando  sedimentare.     L'operazione  viene
interrotta quando il volume riempito e' attorno ai  4-6  ml,  facendo
attenzione  poi a non fare seccare la colonnina dopo aver concluso la
preparazione.
5.3.3. Frazionamento su resina di polivinilpirrolidone
5.3.3.1. Pipettare 25 ml di estratto totale (5.2), porlo in  provetta
da  centrifuga da 40 ml circa, aggiungere da 0,3 a 0,5 ml di H2SO4 al
50% (3.3) fino a pH < 2, tappare, agitare  accuratamente  e  lasciare
riposare per qualche minuto. Quindi mettere la provetta in centrifuga
da 2.500 a 2.700 giri/minuto, per 20 minuti, togliere il surnatante e
versarlo   sulla   colonnina  preventivamente  preparata.    Scartare
l'eluato e continuare il lavaggio della colonnina con circa 25 ml  di
H2SO4  (3.4).  Terminata  l'operazione  aggiungere  lentamente  sulla
sommita' della colonnina la soluzione di NaOH (3.6)  che  consentira'
al   materiale   adsorbito  sul  PVP  di  scendere.  Il  fenomeno  e'
solitamente  ben  visibile  in  quanto  le   sostanze   polifenoliche
adsorbite  sul  PVP  sono  di  colore  bruno  chiaro-arancio  e  sono
sufficienti da 3 a 4 ml  per  fare  arrivare  la  soluzione  colorata
all'estremita' della colonnina.
5.3.3.2.  Inserire  sotto  la  colonnina  la  provetta nella quale e'
precipitata la frazione umica e proseguire il lavaggio utilizzando da
20 a 25 ml (o,  se  necessario,  volumi  superiori)  di  NaOH  (3.6).
Travasare  quantitativamente  la soluzione contenente gli acidi umici
ora disciolti e gli acidi fulvici,  provenienti  dal  lavaggio  della
colonnina,   in   un   matraccio  da  50  ml  (talvolta  per  terreni
particolarmente ricchi di acidi umici come istosuoli e mollisuoli, e'
necessario utilizzare matracci di volume superiore) e portare a volu-
me con NaOH (3.6). Agitare e conservare estratto totale e acidi umici
+  fulvici  in  frigorifero  per  la  successiva  determinazione  del
carbonio organico.
5.4. Preparazione della soluzione per la titolazione
5.4.1.  Dalle  soluzioni,  ottenute  secondo  quanto  descritto nelle
sezioni 5.2 e 5.3, prelevare un'aliquota contenente una quantita'  di
carbonio  compresa  tra 5 e 25 mg e comunque non superiore a 10 ml di
volume e trasferirla in un matraccio da attacco (4.9).  Per  prelievi
inferiori a 10 ml aggiungere, a seconda dei casi, soluzione estraente
(3.1) o acqua fino a raggiungere il volume di 10 ml.
5.4.2.  Addizionare  all'estratto,  per  mezzo  di  una buretta, 5 ml
esatti di soluzione di  K2Cr2O7  (3.2)  e  successivamente  goccia  a
goccia,  o  comunque  molto  lentamente, 20 ml esatti di H2SO4 (3.7),
raffreddando in bagno di acqua e ghiaccio in modo che la  temperatura
della  soluzione  venga  mantenuta  tra  40  e  50  ›C.  Inserire  il
termometro (4.10) in modo che  il  bulbo  non  tocchi  il  fondo  del
matraccio.
5.4.3.  Posizionare  il  matraccio su bunsen su piastra di tipo Ceran
(4.11) precedentemente riscaldata  e  portare  la  temperatura  della
soluzione  il piu' rapidamente possibile alla temperatura di 160 piu'
o meno 2 ›C.  Mantenere  queste  condizioni  per  10  minuti  esatti,
agitando  di  tanto  in  tanto.  Al termine raffreddare a temperatura
ambiente, trasferire quantitativamente in beuta da  250  ml,  lavando
piu' volte il matraccio d'attacco, fino circa 100 ml, quindi lasciare
raffreddare.
5.5. Prove in bianco
Le soluzioni per le prove in bianco sono:
5.5.1.  Carbonio organico estraibile (5.2): soluzione di soda e sodio
pirofosfato (3.1).
5.5.2. Carbonio umico  +  fulvico  (5.3):  soluzione  di  NaOH  (3.6)
acidificata a pH da 1 a 1,5 con H2SO4 al 50% (3.3).
5.5.3.  Prova  in  bianco a caldo: prelevare 10 ml della soluzione in
esame e trasferirla in un matraccio da attacco (4.9). Addizionare poi
alla soluzione per mezzo di una buretta 5 ml esatti di K2Cr2O7 (3.8),
procedendo poi come indicato al punto 5.4.
5.5.4. Prova in bianco a freddo: prelevare 10 ml della  soluzione  in
esame e trasferirla in un matraccio da attacco (4.9). Addizionare poi
all'estratto,  per  mezzo di una buretta, 5 ml esatti di soluzione di
K2Cr2O7 (3.8) e successivamente goccia a  goccia,  o  comunque  molto
lentamente,  20  ml  esatti  di H2SO4 (3.7), raffreddando in bagno di
acqua e ghiaccio in modo che la  temperatura  della  soluzione  venga
mantenuta  tra  40 e 50 ›C. Non scaldare la soluzione, ma trasferirla
quantitativamente e direttamente in beuta da  250  ml,  lavando  piu'
volte  il  matraccio  d'attacco  fino a circa 100 ml, quindi lasciare
raffreddare.
5.6. Titolazione
5.6.1. Titolazione manuale: aggiungere alla soluzione da titolare  10
ml  di acido fosforico (3.9) e 4 gocce di indicatore (3.11). Titolare
l'eccesso di K2Cr2O7 con ferro solfato (3.10) fino  al  viraggio  dal
violetto  al  verde,  usando  una sorgente luminosa al di sotto della
beuta. Titolare allo stesso modo sia la prova in bianco a freddo, sia
quella a caldo.
5.6.2.  Titolazione  in  automatico:  si  procede  allo  stesso  modo
descritto al punto precedente, ma in questo caso si omette l'aggiunta
al campione dell'acido fosforico e dell'indicatore.
6. Espressione dei risultati
6.1.  I  contenuti  in  carbonio organico si esprimono in g/kg, senza
cifre decimali.
6.2. I parametri dell'umificazione si esprimono in  percentuale,  con
una cifra decimale.
6.3. Il contenuto in carbonio organico, espresso in g/kg, determinato
nelle  soluzioni  ottenute  secondo  la  sezione 5.2 e 5.3, si ricava
dalla relazione:
                  (B - Bl) per N1 per D per 3
              C = ----------------------------
                               P
data da:
                  (B - Bl) per N1 per D per 0,003 per 1000
              C = -----------------------------------------
                                   P
dove:
B e' il volume, espresso in millilitri, di soluzione di ferro solfato
(3.10) consumata per titolare la prova in bianco a caldo;
Bl  e'  il  volume,  espresso  in  millilitri,  di soluzione di ferro
solfato (3.10) consumata per titolare il campione;
N1 e' la normalita' reale di  ferro  solfato,  calcolata  facendo  il
rapporto  fra  i  5 ml di K2Cr2O7 1N presenti nella prova in bianco a
freddo (5.5.4) ed i ml di FeSO4 utilizzati per titolarli, cioe':
                                 5
            ------------------------------------------------
              ml FeSO4 per tiolare prova in bianco a freddo
La sua determinazione e' richiesta per eliminare sia l'errore  dovuto
alla minima decomposizione del K2Cr2O7 durante il riscaldamento a 160
›C,  sia per normalizzare la soluzione di FeSO4. Fare attenzione alla
differenza tra le quantita' di FeSO4 utilizzate  per  la  titolazione
della prova in bianco a freddo e quelle utilizzate per la titolazione
della  prova  in bianco a caldo. Se tale differenza supera 0,4 ml, e'
opportuno ripetere sia le prove in bianco,  sia  verificare  l'esatta
normalita' del FeSO4.
D  e'  il  fattore  di  diluizione,  calcolato  in  base all'aliquota
prelevata  per  la   determinazione   rispetto   al   volume   totale
dell'estratto;
0,003 e' il peso equivalente del carbonio;
P e' la massa del terreno sottoposto ad analisi, in grammi.
6.4. Parametri dell'umificazione
6.4.1. Dati necessari
Per  il  calcolo  dei  parametri  dell'umificazione  sono necessari i
seguenti dati:
Carbonio organico totale presente  nel  materiale  tal  quale  (TOC),
determinato  con il metodo Springer e Klee (metodo 14);
Carbonio  organico  dell'estratto  totale  (TEC),  determinato con il
presente metodo (5.2);
Carbonio organico estratto umificato (acidi umici  +  fulvici,  HA  +
FA), determinato con il presente metodo (5.3);
Carbonio  organico  estratto  e  non  umificato  (NH),  ottenuto  per
differenza:
                       NH = (TEC - (HA + FA))
6.4.2. Calcolo dei parametri dell'umificazione
6.4.2.1. Il grado di umificazione (DH%), ovvero la percentuale del  C
organico   umico   presente   nell'estratto   rispetto  al  C  totale
dell'estratto, si ricava dalla relazione:
                     (HA + FA)
        DH% = 100 . -----------
                        TEC
6.4.2.2.  Il tasso di umificazione (HR%), ovvero la percentuale del C
organico umico presente nell'estratto rispetto al C  totale  presente
nel campione, si ricava dalla relazione:
                     (HA + FA)
         HR% = 100 . ----------
                        TOC
6.4.2.3.  L'indice  di  umificazione  (HI), ovvero il rapporto fra il
carbonio non umico dell'estratto e  quello  umico,  si  ricava  dalla
relazione:
                       NH
              HI = -----------
                    (HA + FA)