(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
                   Al Presidente della Repubblica
   Il  consiglio  comunale  di Riesi (Caltanissetta), rinnovato nelle
consultazioni elettorali del 6  maggio  1990,  presenta  fenomeni  di
infiltrazione  della  criminalita'  organizzata  che  condizionano la
libera   determinazione   degli   amministratori   e    compromettono
l'imparzialita'    dgli    organi   elettivi,   il   buon   andamento
dell'amministrazione ed il regolare funzionamento  dei  servizi,  con
grave   pregiudizio  per  lo  stato  dell'ordine  e  della  sicurezza
pubblica.
   Invero dal prefetto di Caltanissetta, con  relazione  in  data  24
agosto  1992, e' stato evidenziato che il comune di Riesi si pone, in
quel territorio dominato dalla presenza  di  una  forte  criminalita'
organizzata,  come  obiettivo  privilegiato  di  illecite ingerenze e
pressioni.
   In particolare in quel territorio, interessato gia'  da  tempo  da
episodi  riconducibili  all'attivita'  criminale, si sono susseguiti,
nell'ultimo quinquennio, una serie di episodi di violenza  diretti  a
creare  un  clima  di  intimidazione all'interno dell'amministrazione
comunale, di cui sono  state  vittime  sia  esponenti  politiche  che
dipendenti dell'ente locale.
   Inoltre  anche la situazione amministrativa risulta caratterizzata
da forte instabilita' politica che ha portato tra il 1985 e il  1990,
all'avvicendamento  di sindaci con giunte di coalizione che hanno una
durata media di poco piu' di un anno.
   In quel periodo la scena politica comunale e' stata dominata dalla
presenza di Di Cristina Antonio, dotato di forte ascendente personale
e  di  grande  forza  politica  derivante  dall'appartenenza  ad  una
famiglia mafiosa da anni operante nella zona di Riesi.
   Il  predetto,  ucciso  il 7 settembre 1987 in un agguato di stampo
mafioso, con i suoi interventi, palesi o indiretti,  da  lungo  tempo
condizionava  l'attivita' politica di quel comune e la gestione della
locale amministrazione.
   Significativa e' la circostanza che sindaco della giunta eletta il
3 gennaio 1986 sia stato Di Legami Giuseppe, cognato  del  citato  Di
Cristina   Antonio,  in  contrapposizione  a  Butera  Filippo,  altro
esponente politico locale che si era allontanato dal  gruppo  facente
capo al Di Cristina.
   Nel   consiglio   comunale   eletto   nelle  ultime  consultazioni
amministrative, tra i trentadue consiglieri, quindici  facevano  gia'
parte del precedente consesso eletto nel 1985.
   Anche  nei  confronti  dei  componenti  il nuovo consiglio si sono
verificati atti di violenza  e  di  intimidazione,  culminati  il  23
giugno  1992  con l'uccisione da parte di sconosciuti del consigliere
ed ex sindaco Napolitano Vincenzo.
   Il suddetto fatto criminoso, commesso ai danni di  un  personaggio
politico  di  rilievo  nell'ambito  locale,  che  per qualche anno ha
svolto le funzioni di sindaco e che, anche dopo le dimissioni da tale
carica, continuava ad avere forte influenza sulla gestione  politico-
amministrativa  del  comune, e' sintomatico dell'esistenza di pesanti
pressioni criminali nei confronti dell'amministrazione.
   Inoltre alcuni componenti il nuovo  consiglio  comunale  risultano
frequentare elementi malavitosi o sono con essi imparentati:
    Pistone  Rosario,  attuale  vice sindaco e assessore all'igiene e
sanita',  e'  cugino  di  Pistone  Felice,  pregiudicato,   indiziato
mafioso;
    Giuliana  Salvatore,  consigliere comunale. La madre e' legata da
vincoli di parentela a Giuseppe Di Cristina, noto elemento  criminale
rimasto  vittima  di  un  agguato  mafioso  e fratello del piu' volte
citato Di Cristina Antonio;
    Patermo Gaetano, consigliere comunale. Ha rapporti  di  parentela
con  l'indiziato  mafioso Marazzotta Gaspare, ritenuto dai competenti
organi elemento  della  cosca  "Riggio-Marazzotta".  Il  predetto  e'
stato, inoltre, notato in compagnia di altri pregiudicati;
    Federico  Vincenzo, consigliere comunale. La moglie Naso Maria e'
imparentata con l'indiziato mafioso Naso  Giovanni,  appartenente  al
clan "Riggio-Marazzotta";
    Napolitano  Vincenzo,  consigliere comunale ed ex sindaco, ucciso
il 23 giugno 1992. Lo stesso era fratello di Napolitano Carlo, ucciso
in data 21 novembre 1977, uomo  di  fiducia  ed  autista  del  citato
Giuseppe  Di  Cristina.  Intratteneva  inoltre legami di amicizia con
elementi della criminalita' organizzata riesina.
   L'attivita' amministrativa del comune di Riesi e'  gia'  da  lungo
tempo  caratterizzata  da totale immobilismo, essendosi limitata alla
trattazione  di  affari  di  ordinaria  amministrazione  diretti   ad
assicurare il funzionamento degli uffici e dei servizi elementari.
   Maggiore dinamismo si e' invece riscontrato nel settore dei lavori
pubblici, ove sono stati aggiudicati, nell'ultimo biennio, lavori per
importanti  opere  pubbliche  per  un importo complessivo di circa 19
miliardi.
   In un comune ad alto indice di criminalita' mafiosa  quale  quello
di  Riesi,  i  lavori  pubblici  costituiscono  un  settore che forma
oggetto di illecite ingerenze per il controllo dell'affidamento delle
opere appaltate e per la gestione di tutte le altre  varie  attivita'
tecnico-amministrative  connesse  al  settore  stesso, sulle quali e'
possibile realizzare profitti illegali.
   Invero, risulta che numerose  imprese  aggiudicatarie  di  appalti
sono  gestite,  a  vario  titolo,  da  imprenditori  collegati con le
famiglie mafiose della zona. Alcune imprese, altresi',  sono  oggetto
di  particolari  indagini  in  quanto  i  titolari  risultano  essere
indiziati di associazione a delinquere di stampo mafioso.  Si  rileva
inoltre  la  sussistenza  di organizzazioni finalizzate alla illecita
ripartizione  degli  appalti  pubblici  controllate   da   personaggi
segnalati all'autorita' giudiziaria come responsabili di associazione
di tipo mafioso in qualita' di fiduciari del boss Madonia.
   Nel  perseguire  finalita'  contrastanti  con quelle istituzionali
dell'ente, gli amministratori comunali di Riesi non solo  sono  stati
destinatari  di  intimidazioni  e minacce che ne hanno compromesso la
libera determinazione, ma altresi' hanno operato  direttamente  nelle
scelte  di  gestione  in palese violazione dei principi di legalita',
buon andamento e trasparenza della pubblica amministrazione.
   Per le suesposte considerazioni si ritiene  necessario  provvedere
con urgenza ad eliminare ogni deterioramento ed inquinamento presente
e  potenziale  della  vita  amministrativa  e  democratica dell'ente,
mediante   provvedimenti   incisivi   dello   Stato   in    direzione
dell'amministrazione comunale di Riesi.
   Il  prefetto  di  Caltanissetta ai sensi dell'art. 1, comma 2, del
decreto-legge 31 maggio 1991,  n.  164,  convertito  nella  legge  22
luglio  1991,  n. 221, ha dato l'avvio alla procedura di scioglimento
del consiglio comunale di Riesi con relazione n. 1497/GAB.  13/3  del
24 agosto 1992 e nelle more, ritenuti sussistenti i motivi di urgente
necessita'  richiesti  dalla legge, ne ha disposto la sospensione con
decreto n. 1497/GAB.13/1 datato 7 settembre 1992.
   Ritenuto, per  quanto  esposto  in  narrativa,  che  ricorrano  le
condizioni  indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n.
164, come  convertito  nella  legge  22  luglio  1991,  n.  221,  che
legittimano  lo scioglimento del consiglio comunale di Riesi, si for-
mula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore.
    Roma, 13 ottobre 1992
                                    Il Ministro dell'interno: MANCINO