(all. 1 - art. 1) (parte 1)
                                                             ALLEGATO
             METODI UFFICIALI DI ANALISI PER LE SEMENTI
                         1› - CAMPIONAMENTO

  Al  fine  di conseguire risultati di analisi validi e ripetibili e'
indispensabile che il campione sia rappresentativo del lotto di  seme
da  cui  viene  prelevato  e  che  nel  prelievo  dei  campioni venga
applicata la idonea metodologia.
  Le metodologie di campionamento,  per  l'applicazione  delle  leggi
vigenti  che  disciplinano  l'attivita' sementiera, sono indicate nel
presente capitolo.
1.1. LOTTO DI SEME
  Il lotto e' la  quantita'  di  seme  fisicamente  identificabile  e
uniforme,  di  peso  non superiore a quello indicato nella successiva
sezione 1.1.2., a cui si riferisce un certificato di analisi.
  1.1.1. Uniformita' del lotto
  Caratteristica distintiva del lotto e' la  sua  uniformita',  della
quale deve accertarsi il tecnico che effettua il campionamento.
  Qualora  egli  ritenga  che il lotto da campionare sia disforme, la
ditta deve procedere ad un rimescolamento  della  massa  al  fine  di
renderla  uniforme;  oppure, ove e' possibile, l'intera massa di seme
potra' anche essere  ripartita  in  due  o  piu'  frazioni,  ciascuna
costituente un lotto diverso.
  1.1.2. Peso del lotto
  Un  lotto  di  seme non deve superare i pesi indicati, per ciascuna
specie, nella colonna 3 delle tabelle di cui all'allegato I, con  una
tolleranza  in  piu'  del  5%.  I  quantitativi eccedenti tali limiti
costituiscono un nuovo lotto.
  Per le specie non indicate nell'allegato  I  il  peso  massimo  del
lotto e' uguale a quello delle specie con semi di analoghe dimensioni
citate nella tabella stessa.
  1.1.3. Identificazione del lotto
  Ogni  lotto  di seme deve essere opportunamente marcato per poterlo
identificare e distinguere da ogni altro lotto.
  All'atto del campionamento tutte le confezioni costituenti un lotto
devono essere  contrassegnate  mediante  l'apposizione  di  etichette
(anche  adesive)  o  mediante marcatura indelebile direttamente sulla
confezione e devono essere sigillate.
  Una  confezione  deve  essere  considerata  sigillata   quando   e'
chiaramente  impossibile aprirla senza che venga distrutto il sigillo
o rimanga evidente prova di  manomissione  (es.  sacchi  di  plastica
sigillati a caldo, barattoli di latta, ecc.).
1.2. CAMPIONAMENTO DEL LOTTO
  1.2.1. Definizioni
  a)  Campione  elementare:  e'  la quantita' di seme che proviene da
ogni singolo prelievo effettuato sul lotto.
  b) Campione globale: e' la quantita' di seme che si ottiene  unendo
e mescolando tutti i campioni elementari.
  c)  Campione medio finale di prelevamento: e' la quantita' di seme,
di peso non inferiore a quello indicato nella colonna 4 delle tabelle
di cui  all'allegato  I  che,  prelevata  con  opportuni  metodi  dal
campione  globale, viene inviata al laboratorio. Dal campione globale
si possono prelevare  piu'  campioni  medi  finali  a  seconda  della
finalita' del campionamento.
  d)  Campione  di  analisi:  e'  la quantita' di seme prescritta per
l'analisi, prelevata in laboratorio  dal  campione  medio  finale  di
prelevamento  che,  nel  caso  dell'analisi  della  purezza  e  della
determinazione del numero di semi estranei, deve essere di  peso  non
inferiore  a quello indicato nelle colonne 5 e 6 delle tabelle di cui
all'allegato I.
  1.2.2. Frequenza di campionamento
  Il numero minimo di campioni elementari  da  prelevare  da  ciascun
lotto, secondo le modalita' indicate nella successiva sezione 1.2.4.,
e' il seguente:
  a)  Se il seme e' in sacchi da 100 kg o in confezioni similari e di
dimensioni uniformi:
   fino a 5 confezioni: 1 campione ogni imballaggio, ma comunque  non
meno di 5 campioni elementari;
   fino  a  30  confezioni:  almeno  1  campione  ogni 3 confezioni e
comunque non meno di 5 campioni elementari;
   oltre le 30 confezioni: almeno 1  campione  ogni  5  confezioni  e
comunque non meno di 10 campioni elementari.
  b) Se le confezioni sono di peso inferiore a 100 kg, si raggruppano
piu'  confezioni  fino  a  raggiungere l'unita' di campionamento piu'
prossima per difetto a 100 kg, (es.: 4  confezioni  da  25  kg  o  30
confezioni  da 3 kg, o 1 confezione da 60 kg e una da 30 kg). Si pro-
cede poi come al punto a).
  c) Se il campionamento e' effettuato su seme sfuso (in mucchio,  in
cassoni,  in  vagoni,  ecc.)  o  che  si  muove in flusso continuo la
frequenza del campionamento e' la seguente:
   fino a 500 kg: almeno 5 campioni elementari, fatta eccezione per i
lotti inferiori a 50 kg dai quali occorre prelevare almeno 3 campioni
elementari;
   da 501 a 3000 kg: 1 campione elementare ogni 300 kg ma non meno di
5 campioni elementari;
   da 3001 a 40000 kg: 1 campione elementare ogni 500 kg ma non  meno
di 10 campioni elementari.
  d)   Per   documentata   carenza   o  elevato  costo  del  seme  il
campionamento  viene  effettuato  in  modo  che,  pur  mantenendo  le
frequenze  sopra  indicate,  si  pervenga  al  quantitativo  di  seme
previsto alla sezione 1.3.3 b).
  1.2.3. Strumenti di campionamento o sonde
  a) Sonda lunga (m 1) per sacchi:
  1) Tipo per semi grossi - (es. frumento, mais, bietola) a due  tubi
cilindrici   ruotanti  l'uno  internamente  all'altro,  divisi  in  6
compartimenti rettangolari; dimensioni come da fig. 1a.
  2) Tipo per semi piccoli - (es. medica, cipolla, loietto,  ecc.)  a
due  tubi cilindrici ruotanti l'uno internamente all'altro, divisi in
9 compartimenti rettangolari; dimensioni come da fig. 1b.
  b) Sonda  lunga  (m  2)  per  casse,  silos,  ecc.  -  a  due  tubi
cilindrici,  ruotanti  l'uno  internamente  all'altro,  divisi  in 11
compartimenti rettangolari; dimensioni come da fig.1c.
  c) Sonda corta (m 0,40) - a due tubi cilindrici  senza  partizioni,
ruotanti l'uno internamente all'altro, provvisti di un'unica apertura
rettangolare  lunga 230 mm, con una punta conica con vertice distante
70 mm dall'inizio della finestra e aperta all'impugnatura:
  1)  Tipo  per  semi  grossi  -  diametro  del  tubo  esterno 18 mm,
larghezza della finestra 13 mm (fig. 1d).
  2) Tipo per semi  piccoli  -  diametro  del  tubo  esterno  11  mm,
larghezza della finestra 7 mm (fig. 1e).

           ---->   Vedere figura a Pag. 10 del S.O   <----



  d) Sonda tipo Nobbe - tubo singolo lungo approssimativamente 500 mm
compresa  la impugnatura di 100 mm e una punta di 60 mm. Appena sopra
la punta essa presenta un'apertura ovale lunga 60 mm. Il diametro del
tubo deve essere di 14 mm per i semi grossi e di 10  mm  per  i  semi
piccoli.
  1.2.4. Metodi di campionamento
  a)  Sacchi  aperti:  si  usa  la  sonda  lunga  introducendola,  in
posizione chiusa, diagonalmente fino a toccare il fondo. Quindi viene
aperta, agitata  leggermente  per  facilitare  l'ingresso  del  seme,
richiusa ed estratta.
La  sonda  va poi vuotata su una superficie pulita e piana in modo da
poter osservare l'uniformita' del seme fra i singoli compartimenti.
  b) Sacchi chiusi: si usa la sonda corta sez. 1.2.3. c) o  la  sonda
Nobbe sez. 1.2.3. d).
  Queste  si  introducono  nel  sacco  in direzione ascendente con un
angolo di circa 30› con l'orizzontale.  La  prima  va  introdotta  in
posizione chiusa; poi si apre, si lascia entrare il seme, si richiude
e si estrae dal sacco.
  La  sonda  Nobbe  introduce  con  l'apertura ovale rivolta verso il
basso, si gira di circa 180› riportando il foro  verso  l'alto  e  si
ritira  lentamente in modo da conseguire un prelevamento uniforme per
tutta la sezione esplorata.
  L'introduzione della sonda nei sacchi  prescelti  deve  aver  luogo
alternativamente in alto, in mezzo e in basso.
  c)  Piccole  confezioni  chiuse (di carta, di plastica, metalliche,
ecc.)
  Ove possibile si procede al campionamento durante le operazioni  di
confezionamento del seme (sez. 1.2.4. e).
  Diversamente  si  apre un numero sufficiente di contenitori, previo
loro raggruppamento in unita' di campionamento (sez.  1.2.2.  b).  Il
seme  residuo  dei contenitori campionati puo' essere reintegrato nel
lotto.
  d) Semente alla rinfusa (mucchio, cassoni, ecc.)
  Il seme prima del prelevamento  va  sistemato  spianandolo  fino  a
ridurlo  ad  uno strato di spessore uniforme non superiore a 2 m ed a
base pressoche' rettangolare. Il prelevamento deve essere  effettuato
in non meno di 5 punti diversi, dei quali uno al centro e i rimanenti
4  lungo le diagonali a 2/3 di distanza dal centro (fig. 2) o ad ogni
2 m di distanza se le diagonali superano i 6 m di lunghezza (fig. 3).
  e) Semente in flusso
  I prelievi devono essere eseguiti con un recipiente di sezione tale
da  comprendere  quella  del  flusso,  interponendolo  a  questo.  La
periodicita'  del  prelevamento  e  il  quantitativo di ogni prelievo
saranno regolati in maniera da ottenere almeno 50 g di seme per  ogni
100 Kg fluiti.
  f) Sementi poco scorrevoli
  Per  le  sementi  per  le  quali non e' possibile l'uso della sonda
perche' poco scorrevoli, il prelievo dei campioni si fa con strumenti
diversi dalle sonde. In questi casi i  contenitori  prescelti  devono
essere  vuotati  per  consentire  il prelievo del campione elementare
procedendo come alla sezione 1.2.4. d).
  Il campionamento puo' essere fatto anche durante il confezionamento
del seme (sez. 1.2.4. e).
  g) Qualunque metodo si usi, i campioni elementari devono essere fra
loro confrontati per giudicare l'uniformita' del lotto.  In  caso  di
manifesta disformita' si opera come indicato alla sezione 1.1.1.

           ---->   Vedere figura a Pag. 12 del S.O.  <----



1.3. FORMAZIONE DEL CAMPIONE GLOBALE E MEDIO FINALE DI PRELEVAMENTO
  1.3.1. Campione globale
  Per  formare  il  campione  globale  si  riuniscono, rimescolandoli
accuratamente, tutti i campioni elementari.
  1.3.2. Campione medio finale di prelevamento
  Si ottiene disponendo il campione globale in uno strato di spessore
uniforme  su  una  superficie  piana  e  pulita.  Poi  si   prelevano
quantitativi  uguali  di  seme  da  non meno di 5 punti diversi dello
strato, fino ad ottenere la  quantita'  di  seme  prescritta  per  il
campione medio finale di prelevamento (1.3.3.).
  A  tale  scopo  si  impiega  uno  strumento  che renda possibile il
prelievo dell'intero spessore  dello  strato  di  semente  nei  punti
prescelti.
  Nel  caso  si  debbano  formare  piu' campioni medi finali si opera
altrettante volte nel  modo  descritto  previo  rimescolamento,  ogni
volta, del campione globale residuo.
  Per  la  determinazione  dell'umidita'  del  seme il campione medio
viene formato per primo  e  immediatamente  dopo  la  formazione  del
campione  globale;  esso  deve  essere subito chiuso in contenitori a
tenuta stagna, mentre i campioni per le altre  determinazioni  devono
essere posti in contenitori permeabili all'aria.
  1.3.3. Peso minimo del campione medio finale di prelevamento
  a)  I  campioni  destinati  alle  diverse  analisi,  esclusa quella
dell'umidita', devono avere un peso non inferiore a  quello  indicato
nella  colonna 4 delle tabelle di cui all'allegato I, salvo i casi in
cui particolari norme regolamentari indichino pesi differenti.
  b) Per sementi molto costose (linee parentali, ibridi F1,  ecc.)  o
per  lotti di seme di peso inferiore o uguale a 0,1% del peso massimo
indicato nella colonna 3 delle  tabelle  di  cui  all'allegato  1,  i
campioni  devono  avere un peso tale da contenere almeno 2500 semi ma
comunque non superiore  a  quello  indicato  nella  colonna  4  delle
tabelle   sopracitate,   sempre  che  non  si  debba  procedere  alla
determinazione del numero di semi estranei.
  c) I campioni destinati alla determinazione  dell'umidita',  devono
essere di peso non inferiore a:
  100 g per le specie che devono essere macinate
   50 g per tutte le altre specie.
  d)  I  campioni  di miscugli dovranno avere un peso non inferiore a
quello indicato nella colonna 4 delle tabelle di cui  all'allegato  I
per  la  specie  componente  miscuglio  avente  semi  di maggior peso
unitario.
  e)  Nel  caso  in cui il campione prelevato sia di peso inferiore a
quello minimo prescritto alla lettera a), per documentata  carenza  o
costo  elevato  del seme, puo' essere effettuata ugualmente l'analisi
purche' sia indicato sul certificato il peso del campione.
1.4. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE DI ANALISI
  I campioni di analisi devono presentare le  stesse  caratteristiche
del campione medio finale di prelevamento cui si riferiscono e devono
essere di peso non inferiore a quello indicato per ciascuna analisi.
  1.4.1. Metodi di preparazione
  Per  ogni analisi che deve essere effettuata in doppio, il campione
di analisi deve essere costituito da  due  sottocampioni  che  devono
essere prelevati indipendentemente l'uno dall'altro. Dopo il prelievo
del  primo  sottocampione,  il  restante seme deve essere rimescolato
prima di prelevare il secondo. Allo scopo deve essere usato  uno  dei
seguenti metodi:
  a) preparazione meccanica - si usano i seguenti apparecchi:
  Divisore  conico  (Tipo Boerner) - E' costituito da una tramoggia e
da  19  canali,  disposti  circolarmente,  che  indirizzano  il  seme
alternativamente  ad  uno  dei  due recipienti sottostanti, ottenendo
cosi'  due   sottocampioni   necessari   per   l'analisi.   Esso   e'
particolarmente indicato per i semi scorrevoli.
  Divisore  orizzontale  (Tipo Soil divider) - E' basato sullo stesso
principio del divisore conico, ma  i  canali  sono  disposti  su  uno
stesso piano orizzontale. E' particolarmente indicato per i semi poco
scorrevoli (graminacee, ecc.) e per le sementi ricoperte.
  Il  campione  medio finale di prelevamento versato nella tramoggia,
scorre lungo i canali dividendosi a meta'. Una delle due meta'  viene
poi ulteriormente  suddivisa e cosi' di seguito fino a raggiungere un
peso non inferiore alla meta' di quello prescritto. Il rimanente seme
viene  rimesso  tutto  nella  tramoggia  e si ripete l'operazione per
ottenere il secondo sottocampione.
  b) Preparazione a mano  -  Dopo  un  preliminare  mescolamento  del
campione medio finale di prelevamento, si versa il seme su un vassoio
con  un movimento oscillatorio e alternativamente in una direzione ed
in quella alla prima perpendicolare, fino a coprire uniformemente  la
superficie  del vassoio facendo attenzione di non scuotere il vassoio
stesso.  Con  l'ausilio di una spatola o di un cucchiaio si prelevano
poi piccole quantita' di seme da non meno  di  5  punti  diversi  del
vassoio, e, per ogni punto, da tutto lo spessore dello strato, fino a
raggiungere un peso non inferiore alla meta' di quello prescritto. Il
rimanente  seme viene nuovamente mescolato e versato sul vassoio come
in precedenza per la preparazione del secondo sottocampione.
1.5. CONSERVAZIONE DEI CAMPIONI IN LABORATORIO
  Quando si devono conservare  campioni  di  seme  occorre  porli  in
ambienti  climatizzati  a  temperatura  e umidita' relativa dell'aria
sufficientemente basse, comunque non superiori a 15›C ed  al  50%  di
U.R.
             2› - VERIFICA E DETERMINAZIONE DELLA SPECIE
  La  verifica e la determinazione della specie vengono effettuate in
base alle caratteristiche del seme e, ove idonee, della plantula.  Se
tale  verifica,  in laboratorio, risulta difficile o incerta occorre,
in ogni caso, determinare il genere. La determinazione della  specie,
qualora richiesta, puo' essere completata anche con prove colturali.
  Nel  certificato di analisi deve esse indicato il nome botanico del
genere e della specie e il nome volgare quando  sia  conosciuto.  Nel
caso in cui l'indicazione della specie risulti impossibile o incerta,
si deve indicare solo il nome botanico del genere. Nel caso di specie
difficili da distinguere si procede come indicato nella sez. 3.4.


                     3› - ANALISI DELLA PUREZZA
3.1. SCOPO
  L'analisi  della purezza ha lo scopo di determinare le quantita' di
seme puro, di semi estranei e di materie inerti che costituiscono  il
campione, per dedurre la composizione del lotto dal quale il campione
proviene.
3.2. PESO MINIMO DEL CAMPIONE DI ANALISI
  a)  Per  le  specie elencate nelle tabelle dell'allegato I, il peso
del campione di analisi non deve essere inferiore a  quello  indicato
nella colonna 5 di dette tabelle.
  b)  Per  le  specie  non  elencate  in  dette  tabelle,  esso  deve
corrispondere a quello delle specie  aventi  semi  di  peso  unitario
simile, salvo i casi con particolari norme regolamentari.
  c) Per i miscugli si seguiranno le norme seguenti:
  I  - Qualora una specie o un gruppo di specie con seme di pari peso
unitario  siano   dichiarate   o   valutate   orientativamente   come
costituenti  oltre  il  50%  del  miscuglio,  il peso del campione di
analisi deve corrispondere a quello indicato nella  colonna  5  delle
tabelle  dell'allegato  I per quella specie o per quel gruppo di spe-
cie.
  II - Qualora ciascuna specie o ciascun gruppo di specie con seme di
pari peso unitario siano  dichiarati  inferiori  od  orientativamente
presenti  nel  miscuglio  in  quantita' inferiori al 50%, il peso del
campione di analisi deve corrispondere alla media dei  pesi  indicati
nella  colonna  5  delle  tabelle dell'allegato I per ciascuna specie
componente il miscuglio (1).
  d) I due sottocampioni di analisi (sez. 1.4.1.)  devono  essere  di
peso  non  inferiore  alla meta' di quello prescritto nella colonna 5
delle tabelle dell'allegato I e devono essere pesati in grammi con un
numero di cifre decimali come indicato nel prospetto seguente:
   Peso del campione di               Numero di cifre decimali
    analisi in grammi                      da considerare
Inferiore a.........      1                      4
Da 1 a..............      9,999                  3
Da 10 a.............     99,99                   2
Da 100 a............    999,9                    1
Uguale o superiore a  1.000                      0
3.3. DEFINIZIONI
  Il campione di analisi va composto nelle seguenti frazioni:
  a) seme puro;
  b) semi estranei;
  c) materie inerti.

          (1)  Per  esempio:  (I  valori  utilizzati  sono  puramente
          indicativi ai fini di un calcolo semplificato).
1.  Specie componenti il miscuglio (1)
2.  Percentuali dichiarate o valutate (2)
3.  Percentuali arrotondate delle specie o gruppi di specie di peso
    diverso (3)
4.  Pesi (g) desunti dalla colonna 5 delle tabelle dell'allegato I (4
5.  Col. (3) x (4)
1.  Agrostis gigantea
2.  5,80
3.  6
4.  0,5
5.  3
1.  Festuca rubra
2.  15,35
3.  40
4.  1,0
5.  40
1.  Trifolium repens
2.  24,48
3.
4.
5.
1.  Lolium multiflorum
2.  18,76
3.  40
4.  2,5
5.  100
1.  Medicago sativa
2.  21,37
3.
4.
5.
1.  Trifolium incarnatum
2.  11,54
3.  12
4.  5,0
5.  60
1.
2.
3.  98
4.
5.  203
Media ponderata = 203 = 2,07

                   98
Peso minimo del campione d'analisi del miscuglio = grammi 2
  3.3.1. Seme puro
  Il  seme  puro comprende i semi della o delle specie indicate sulla
confezione e/o  sulla  etichetta  o  trovate  come  predominanti  nel
campione  senza  distinzione  fra le varieta' botaniche e le cultivar
della o delle specie in esame.
  Esso e' costituito:
  a)  semi  intatti,  anche  se  immaturi,  raggrinziti,  ammalati  o
germinati,  purche'  possano  essere  chiaramente  identificati  come
appartenenti  alla  specie,  a  meno  che  non  siano  trasformati in
sclerozi, ricettacoli fungini o galle di nematodi;
  b) pezzi di  seme,  di  acheni,  di  mericarpi,  di  cariossidi  di
dimensioni superiori alla meta' delle loro dimensioni originarie;
  c)  semi  danneggiati  da  insetti, purche' la porzione rimasta sia
giudicata  dall'analista  superiore  alla  meta'   delle   dimensioni
originarie del seme. Non e' necessario comunque rigirare ogni singolo
seme  per  rilevare  la presenza o l'assenza di buchi o di altre zone
danneggiate anche nella parte sottostante del seme;
  d) acheni o frutti similari, schizocarpi o mericarpi  con  o  senza
perianzio, senza badare se contengono o meno un vero seme, a meno che
ne  sia, a prima vista, chiaramente evidente l'assenza; nel caso essi
vanno inclusi fra le materie inerti. Queste strutture seminali devono
essere  esaminate  soltanto  superficialmente,  senza  far   uso   di
pressioni, ingrandimenti, diafanoscopi ed altri speciali attrezzi;
  e)  glomeruli  di BETA, (eccetto le cultivar monogermi genetiche) e
pezzi di glomeruli con o senza un vero seme, che sono  trattenuti  su
un  setaccio  rettangolare  di 200 x 300 mm, con fori rettangolari di
1,5 x 20 mm, dopo setacciatura di un minuto;
  f) spighette uniflore di  LOLIUM,  FESTUCA,  AGROPYRON  REPENS  con
cariosside lunga almeno 1/3 della lunghezza della palea misurata alla
base  della  rachilla negli altri generi e specie invece le spighette
uniflore con cariosside di qualsiasi dimensione;
  g) fiori sterili attaccati a fiori  fertili  nei  seguenti  generi:
ARRHENATHERUM,  AVENA,  DACTYLIS,  FESTUCA, HOLCUS, POA e SORGHUM non
devono essere staccati; si considera il tutto come  seme  puro.  Tale
procedura  si  applica  anche  ai  fiori sterili attaccati del genere
Lolium quando non superano  l'apice  del  fiore  fertile  esclusa  la
resta;
  h) cariossidi nude;
  i)  per POA PRATENSIS e DACTYLIS GLOMERATA, qualora sia previsto il
metodo con corrente d'aria uniforme, vedere sez. 3.6.;
  l) semi alati di piante forestali allorche'  l'ala  o  porzione  di
essa  faccia parte integrante del seme o sia difficilmente staccabile
(ad esempio  rispettivamente,  ACER,  ALNUS,  BETULA,  CHAMAECYPARIS,
CUPRESSUS,  FRAXINUS, ABIES, LIBOCEDRUS, PSEUDOTSUGA, varie specie di
PINUS);
  m) unita'  seminali  multiple.  Nei  seguenti  generi,  DACTYLIS  e
FESTUCA,   le  unita'  seminali  multiple  possono  essere  pesate  e
riportate sul  certificato  quando  la  loro  presenza  e'  superiore
all'1%.
  Sono  definite unita' seminali multiple le seguenti strutture (fig.
4):
  - un solo fiore fertile con un fiore fertile  o  sterile  attaccato
che  si  estende  anche oltre l'apice del fiore fertile escludendo la
resta (8-12);
  - un solo fiore fertile con piu' di  un  fiore  fertile  o  sterile
attaccato di qualsiasi lunghezza (5-7);
  -  un  fiore  fertile  con  attaccato alla base un fiore sterile di
qualsiasi lunghezza (13).

           ---->   Vedere figura a Pag. 18 del S.O.  <----



  I  fiori  con  attaccati fiori singoli fertili o sterili che non si
estendono oltre l'apice del fiore fertile, escludendo la  resta  sono
considerati  unita'  seminali  singole  (1-2-3-4).  I fiori fertili o
sterili attaccati non vanno rimossi (da I.S.T.A. Rules 1985).
  3.3.2. Semi estranei
  In questa categoria si comprendono tutti  i  semi  e  le  strutture
seminali  di  tutte  le specie diverse da quella o da quelle in esame
costituenti il seme puro. Riguardo la loro classificazione nel gruppo
degli altri semi o delle  materie  inerti  si  applicano  gli  stessi
criteri  usati  per i semi puri (sez. 3.3.1.), fatta eccezione per il
caso della CUSCUTA spp. (sez. 3.3.3.i).
  3.3.3. Materie inerti
  A - Semi e strutture seminali:
  a)  Pezzi  di  semi,  acheni,  mericarpi  e  cariossidi   rotte   o
danneggiate  di  dimensioni  uguali o inferiori alla meta' delle loro
dimensioni originali;
  b) i semi di  LEGUMINOSAE,  CRUCIFERAE  e  CONIFERAE  completamente
privi di tegumento;
  c) semi danneggiati da insetti purche' sia evidente, a prima vista,
che  la porzione mancante supera la meta' delle dimensioni originarie
del seme (sez. 3.3.1.c);
  d) strutture definite nella  sezione  3.3.1.  d,  nelle  quali  sia
evidente l'assenza di un vero seme;
  e)  glomeruli  di  BETA (eccetto le cultivar monogermi genetiche) e
pezzi di glomeruli che passano attraverso fori rettangolari di 1,5  x
20  mm, di un setaccio rettangolare di 200 x 300 mm dopo setacciatura
di un minuto;
  f) spighette uniflore di  LOLIUM,  FESTUCA,  AGROPYRON  REPENS  con
cariosside lunga meno di un terzo della lunghezza della palea;
  g)  glume  vuote,  lemme,  palee,  fiori sterili staccati da quelli
fertili, spighette con cariossidi di dimensioni inferiori a 1/3 della
lunghezza della palea (sez. 3.3.1.f);
  h) per  POA  PRATENSIS  e  DACTYLIS  GLOMERATA,  per  le  quali  e'
prescritto  il  metodo della corrente d'aria uniforme, vedere sezione
3.6;
  i) semi di CUSCUTA, spp. che  siano  fragili  o  di  colore  grigio
cenere fino a bianco crema;
  l) ali ed altre espansioni seminali rotte e staccate;
  m) ali o porzioni d'ala attaccate che non facciano parte integrante
di semi forestali e che siano facilmente staccabili (2).
  B - Altri materiali:
  terra,  foglie, steli, paglie, squame, pezzi di corteccia, boccioli
fiorali, galle di nematodi, corpi fungini e ogni altro materiale  che
non sia seme.

          (2)  Le  ali devono essere rimosse completamente in CEDRUS,
          PICEA, TSUGA e PINUS e  parzialmente,  salvo  cioe'  quella
          parte  che  avvolge il seme ed e' di difficile distacco, in
          ABIES, LARIX, LIBOCEDRUS, PSEUDOTSUGA e alcuni PINUS.
3.4. SPECIE DIFFICILI DA DISTINGUERE
  Quando  e'  possibile  o difficile distinguere i semi di due o piu'
specie, si puo' procedere come segue:
  A - Si classificano come seme puro tutti  i  semi  appartenenti  al
genere  (ad  es.  i semi di LOLIUM sia mutici che aristati) indicando
sul certificato di analisi solo il nome del genere (LOLIUM spp.).
  B - Dal seme puro classificato come al punto  A,  vengono  presi  a
caso,  almeno  400  semi  sui  quali  si  esegue  una  piu'  accurata
separazione ai fini dell'individuazione della  specie.  Si  calcolano
poi  le proporzioni in peso delle frazioni separate rapportandole in-
fine al peso complessivo del campione di analisi secondo  la  formula
seguente:
                           m3 x m1
                      S =           x 100
                           m2 x m
dove: S = percentuale in peso di una specie o frazione separata
      m = peso di tutto il campione di analisi
     m1 = peso del seme puro
     m2 = peso dei 400 semi utilizzati per la separazione definitiva
     m3 = peso della specie o frazione separata da m2
  Se  e'  adottato  questo procedimento il risultato va riportato nel
certificato di  analisi  sotto  la  voce:  "altre  determinazioni  ed
osservazioni" indicando anche il numero di semi esaminati.
3.5. ESECUZIONE DELL'ANALISI
  L'analisi della purezza si esegue su ciascuno dei due sottocampioni
di analisi (sez. 3.2. d).
  L'esecuzione  dell'analisi consiste nella suddivisione del campione
nelle parti indicate nella sezione 3.3. Nella separazione  delle  di-
verse  parti  non  si  deve manipolare o rivoltare ciascuno elemento,
salvo i casi in cui si devono staccare le parti  considerate  materie
inerti (sez. 3.3.3.). E' consentito l'uso di dispositivi come la luce
riflessa  e  setacci  per  separare i fiori sterili di graminacee e i
frammenti di semi risultanti da rotture e da danni di  insetti  o  di
malattie.  E'  pure  ammesso  l'uso  dei  soffiatori  per  separare i
costituenti leggeri, come paglie, fiori vuoti  di  graminacee,  ecc.,
dai semi piu' pesanti.
3.6. METODO DELLA CORRENTE D'ARIA UNIFORME
  Questo  metodo  e'  previsto  per  POA  PRATENSIS  e  per  DACTYLIS
GLOMERATA. A tale scopo si usa un  "soffiatore"  per  semi  che  deve
fornire una corrente d'aria uniforme e graduabile per le singole spe-
cie, suscettibile di standardizzazione e in grado di trattenere tutte
le particelle separate.
  L'apparecchio  deve  essere  calibrato prima di ogni operazione per
mezzo di un campione di ciascuna specie standardizzato  dall'I.S.T.A.
(International  Seed  Testing  Association).  Il peso del campione di
analisi e' di 1 g per Poa pratensis e di 3 g per DACTYLIS GLOMERATA.
  3.6.1. Procedimento
  Sistemato il soffiatore al punto di  calibratura  ottenuto  con  il
campione  standard,  si sottopone il campione d'analisi alla corrente
d'aria per 3 minuti frazionandolo cosi' in due parti. Su ciascuna  di
queste si fa poi la valutazione dei costituenti come segue:
  A - Parte pesante: sono considerati:
  a) seme puro:
  spighette singole complete;
  tutti  i  fiori  intatti  multipli  di  POA  PRATENSIS  e le unita'
seminali multiple di DACTYLIS GLOMERATA (3.3.1. m);
  spighette  con  corpi  fungini, come sclerozi interamente rinchiusi
fra lemma e palea;
  spighette e cariossidi danneggiate da insetti o ammalate;
  spighette e cariossidi rotte di  dimensioni  superiori  alla  meta'
delle dimensioni originarie;
  b) materie inerti:
  spighette con sclerozi che escono dall'apice;
  spighette  e cariossidi rotte di dimensioni uguali o inferiori alla
meta' delle dimensioni originarie;
  c) gli  altri  semi  (compresi  altre  specie  di  POA),  frammenti
vegetali, granelli di sabbia ecc., devono essere classificati secondo
le sezioni 3.3.2. e 3.3.3. B.
  B - Parte leggera:
  tutte  le  spighette  e  le  cariossidi  di POA PRATENSIS, DACTYLIS
GLOMERATA e altro materiale devono essere  considerate  come  materia
inerte;
altri  semi  (comprese  altre  POA  spp.  in P. PRATENSIS), frammenti
vegetali, sabbia, ecc. devono essere classificati secondo le  sezioni
3.3.2.  e  3.3.3. B. Quando spighette fertili di alcune POA spp. (ex.
POA TRIVALIS e P. COMPRESSA) sono presenti  in  un  campione  di  POA
PRATENSIS  e'  necessario  esaminare  l'intera frazione leggera sotto
ingrandimento. Se i semi di queste specie  sono  presenti  in  misura
limitata  (1-3%)  e'  facile separarli sia dalla parte leggera sia da
quella pesante e calcolare la percentuale di altri  semi  sulla  base
del  peso  totale.  Se  essi  sono  invece presenti in maggior misura
(3-5%) si  puo'  usare  il  seguente  metodo  alternativo:  spighette
fertili  di  altre  POA  spp.  possono  essere  tolte  dalla porzione
pesante. Si prendono quindi a caso 400 spighette (ma  preferibilmente
800  o 1000) e con l'ausilio di lenti di ingrandimento si separano le
diverse specie di POA e quindi si determina la percentuale in peso di
ciascuna.
3.7. CALCOLO ED ESPRESSIONE DEL RISULTATO
  3.7.1. Calcolo
  Dopo la separazione si pesano le singole parti  con  il  numero  di
cifre decimali indicato nella sezione 3.2.d.
  La  percentuale  deve  essere  calcolata  sulla  somma dei pesi dei
singoli componenti dopo la separazione e non sul  peso  iniziale  del
campione  di  analisi;  ma  tale somma deve essere confrontata con il
peso originario per controllare un'eventuale perdita di  materiale  o
altri errori.
  Il  risultato  finale  e' rappresentato, per ogni componente, dalla
media dei valori delle due ripetizioni.
  Per valutare l'esattezza della  prova  si  deve  verificare  se  la
differenza tra i risultati delle analisi dei due sottocampioni eccede
o  meno  la tolleranza   ammessa. La verifica deve riguardare tutte e
tre le parti componenti.Allo scopo si utilizza la tabella 1.
  Se la differenza rientra nei limiti di tolleranza (3), per tutte le
frazioni, la prova  e'  da  ritenersi  valida,  diversamente  occorre
ripetere l'analisi finche' le differenze non rientrino nei limiti.
  3.7.2. Espressione del risultato
  Nel  certificato di analisi il risultato della determinazione della
purezza deve essere indicato, per ciascuna delle  parti  (seme  puro,
semi  estranei  e  materie  inerti) in percentuale del peso totale di
esse. Tali percentuali si calcolano alla seconda cifra decimale e  si
indicano  soltanto  con  la  prima arrotondata; i cinque centesimi si
arrotondano  per eccesso. I valori inferiori a 0,05 si esprimono come
"Tracce" (Tr.). Se il risultato di un componente  e'  zero,  esso  si
dovra'  indicare, nell'apposito spazio, come segue: "-0,0-". Nel caso
di miscugli, il risultato dell'analisi di  purezza  si  riferisce  al
miscuglio  nel  suo complesso. Inoltre, per tutte le specie, che sono
state dichiarate componenti di miscuglio, si deve  indicare  il  nome
botanico  e  volgare,  e per ciascuna di esse, la percentuale di seme
puro riferita al totale dei pesi di tutte le parti dell'analisi della
purezza del miscuglio.
  Nel certificato di analisi, per  quanto  e'  possibile,  si  devono
indicare  i  nomi  botanici  delle specie di semi estranei rinvenuti.
Inoltre, se tra questi vi e' una specie presente  in  misura  pari  o
superiore  all'1%, tale percentuale deve essere indicata a fianco del
nome  botanico.  Quando,  fra  le  materie  inerti,  si   riscontrino
organismi  nocivi (sclerozi, larve, ecc.), se ne dovra' fare menzione
nel certificato d'analisi.
  Quando viene trovato nell'analisi un tipo  particolare  di  materia
inerte  o  specie  di  altri  semi,  o  quando il contenuto in unita'
seminali multiple nei generi DACTYLIS, FESTUCA, e' superiore all'1% o
quando a  richiesta  di  chi  invia  il  campione  di  analisi  venga
rinvenuta  una  specie  per  piu'  dello 0,1%, la percentuale di tali
materiali puo' essere indicata sul certificato di analisi.

(3) Per esempio, i risultati dell'analisi in doppio  di  un  seme  di
Trifoglio incarnato siano i seguenti:
                      1› campione    2› campione    Risultato finale
                       g       %      g       %         % media
Seme puro . . . . .  4,941  98,62    5,342  97,10         97,9
Semi estranei . . .  0,042   0,84    0,110   2,00          1,4
Materie inerti. . .  0,027   0,54    0,050   0,90          0,7

                     5,010           5,502
Per  verificare  l'attendibilita' dei due dati relativi al seme puro,
ottenuti dalla analisi,  si  fa  riferimento  alla  colonna  A  della
tabella  1  in corrispondenza dei valori 97, 75-97, 99 fra i quali e'
compresa la percentuale 97,9 risultato  finale  dell'analisi  stessa.
La  differenza  massima  che  si  legge  nella colonna B della stessa
tabella e' di 1,54 ed e' maggiore della differenza (98,62 -  97,10  =
1,52) esistente fra le due percentuali di seme puro. Tale verifica si
ripete  per  i  semi  estranei  e  per  le materie inerti, accertando
l'attendibilita'  dei  risultati  ottenuti.  Infatti  le   differenze
massime   ammesse   nella   colonna   B  della  stessa  tabella  sono
rispettivamente 1,26 per i semi estranei (maggiore di 2,00 -  0,84  =
1,16)  e  di  0,95  per  le materie inerti (maggiore di 0,90 - 0,54 =
0,36).  Pertanto  i  dati  forniti  dall'analisi   in   doppio   sono
attendibili  e  il  risultato finale e' il seguente: Seme puro 97,9%;
semi estranei 1,4%; materie inerti 0,7%.

                              TABELLA 1

 DIFFERENZE MASSIME AMMESSE FRA I RISULTATI DELLE DUE PROVE PARALLELE
DI  ANALISI  VALEVOLI  PER QUALSIASI DATO DELL'ANALISI DELLA  PUREZZA
(p = 0,05) da I.S.T.A. Rules, 1985
    a.  Classi di percentuali medie (A)
    b.  Differenze massime ammesse fra le percentuali relative alle d
        prove (B)
    a.  99,95-100,0 oppure 0,00- 0,04
    b.  0,23
    a.  99,90-99,94   "    0,05- 0,09
    b.  0,34
    a.  99,85-99,89   "    0,10- 0,14
    b.  0,42
    a.  99,80-99,84   "    0,15- 0,19
    b.  0,49
    a.  99,75-99,79   "    0,20- 0,24
    b.  0,55
    a.  99,70-99,74   "    0,25- 0,29
    b.  0,59
    a.  99,60-99,64   "    0,35- 0,39
    b.  0,69
    a.  99,55-99,59   "    0,40- 0,44
    b.  0,74
    a.  99,50-99,54   "    0,45- 0,49
    b.  0,76
    a.  99,40-99,49   "    0,50- 0,59
    b.  0,82
    a.  99,30-99,39   "    0,66- 0,69
    b.  0,89
    a.  99,20-99,29   "    0,70- 0,79
    b.  0,95
    a.  99,10-99,19   "    0,80- 0,89
    b.  1,00
    a.  99,00-99,09   "    0,90- 0,99
    b.  1,06
    a.  98,75-99,99   "    1,00- 1,24
    b.  1,15
    a.  98,50-98,74   "    1,25- 1,49
    b.  1,26
    a.  98,25-98,49   "    1,50- 1,74
    b.  1,37
    a.  98,00-98,24   "    1,75- 1,99
    b.  1,47
    a.  97,75-97,99   "    2,00- 2,24
    b.  1,54
    a.  97,50-97,74   "    2,25- 2,49
    b.  1,63
    a.  97,25-97,49   "    2,50- 2,74
    b.  1,70
    a.  97,00-97,24   "    2,75- 2,99
    b.  1,78
    a.  96,50-96,99   "    3,00- 3,49
    b.  1,88
    a.  96,00-96,49   "    3,50- 3,99
    b.  1,99
    a.  95,50-95,99   "    4,00- 4,49
    b.  2,12
    a.  95,00-95,49   "    4,50- 4,99
    b.  2,22
    a.  94,00-94,99   "    5,00- 5,99
    b.  2,38
    a.  93,00-93,99   "    6,00- 6,99
    b.  2,56
    a.  92,00-92,99   "    7,00- 7,99
    b.  2,73
    a.  91,00-91,99   "    8,00- 8,99
    b.  2,90
    a.  90,00-90,99   "    9,00- 9,99
    b.  3,04
    a.  88,00-89,99   "   10,00-11,99
    b.  3,25
    a.  86,00-97,99   "   12,00-13,99
    b.  3,49
    a.  84,00-85,99   "   14,00-15,99
    b.  3,70
    a.  82,00-83,99   "   16,00-17,99
    b.  3,90
    a.  80,00-81,99   "   18,00-19,99
    b.  4,07
    a.  78,00-79,99   "   20,00-21,99
    b.  4,23
    a.  76,00-77,99   "   22,00-23,99
    b.  4,37
    a.  74,00-75,99   "   24,00-25,99
    b.  4,50
    a.  72,00-73,99   "   26,00-27,99
    b.  4,61
    a.  70,00-71,99   "   28,00-29,99
    b.  4,71
    a.  65,00-69,99   "   30,00-34,99
    b.  4,86
    a.  60,00-64,99   "   35,00-39,99
    b.  5,02
    a.  50,00-59,99   "   40,00-49,99
    b.  5,16


           4› - DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI SEMI ESTRANEI
  4.1. Scopo
  Scopo  dell'analisi  e'  di  determinare il numero di semi estranei
(sez. 3.3.2.). Tale determinazione puo' riferirsi ad una sola specie,
a piu' specie, o a tutte le specie presenti, e cio'  in  relazione  a
prescrizioni legislative o ad esigenze commerciali.
  4.2. Peso minimo del campione di analisi
  Il  peso  minimo  del  campione di analisi e' quello indicato nella
colonna 6 delle tabelle dell'allegato I. Nel caso di miscugli, per la
formazione del campione di analisi valgono le stesse  norme  indicate
per l'analisi della purezza (sez. 3.2.c). Nel caso tuttavia in cui le
norme   legislative   e  regolamentari  prescrivano  l'assenza  o  la
limitazione  di  determinate  specie  infestanti   riferita   ad   un
determinato  peso,  il peso del campione di analisi non dovra' essere
inferiore a quello indicato dalle norme stesse.
  4.3. Procedura
  L'analisi si effettua a mano, separando dal campione tutti  i  semi
della   specie   o   delle  specie  per  le  quali  e'  richiesta  la
determinazione. E' concesso l'uso di setacci  ed  altre  attrezzature
ausiliarie di laboratorio.
  4.4. Calcolo ed espressione del risultato
  Di  ciascuna  specie  ricercata  si  effettua il conteggio dei semi
rinvenuti  nel  campione.  Qualora  si  renda   necessario   ripetere
l'analisi  occorre  verificarne  la  validita'  con  il calcolo della
tolleranza prevista dalla tab. 2. Se la differenza riscontrata fra le
due stime supera quella indicata nella colonna B  della  tabella,  si
deve ripetere l'analisi.
  Il  risultato  finale  dell'analisi  e'  dato dal numero di semi di
ciascuna specie trovato nel campione di analisi.
  Nel caso di due prove riconosciute valide, il risultato  finale  e'
dato dalla media dei valori ottenuti.
  Il risultato viene espresso sul certificato indicando:
  a) il peso del campione analizzato;
  b)  il  nome  botanico  del  genere  e, ove possibile, della specie
ricercata e trovata e il corrispondente numero di semi.
  Se la ricerca di qualche specie, espressamente richiesta,  ha  dato
esito  negativo,  si  deve  ugualmente  indicare  sul  certificato il
risultato riportando accanto al nome della specie: "-0- semi".

                              Tabella 2

  DIFFERENZE MASSIME AMMESSE TRA LE DUE  PROVE  DELLA  DETERMINAZIONE
DEL  NUMERO   DI  SEMI  ESTRANEI PER CAMPIONI DI ANALISI DEL MEDESIMO
PESO (p = 0,05) da ISTA Rules, 1985
        1)  Media di 2 determinazioni (A)
        2)  Differenza massima ammessa (B)
        3)  Media di 2 determinazioni (A)
        4)  Differenza massima ammessa (B)
        5)  Media di 2 determinazioni (A)
        6)  Differenza massima ammessa (B)
        1)  3
        2)  5
        3)  76-81
        4)  25
        5)  253-264
        6)  45
        1)  4
        2)  6
        3)  82-88
        4)  26
        5)  265-276
        6)  46
        1)  5-6
        2)  7
        3)  89-95
        4)  27
        5)  277-288
        6)  47
        1)  7-8
        2)  8
        3)  96-102
        4)  28
        5)  289-300
        6)  48
        1)  9-10
        2)  9
        3)  103-110
        4)  29
        5)  301-313
        6)  49
        1)  11-13
        2)  10
        3)  111-117
        4)  30
        5)  314-326
        6)  50
        1)  14-15
        2)  11
        3)  118-125
        4)  31
        5)  327-339
        6)  51
        1)  16-18
        2)  12
        3)  126-133
        4)  32
        5)  340-353
        6)  52
        1)  19-22
        2)  13
        3)  134-142
        4)  33
        5)  354-366
        6)  53
        1)  23-25
        2)  14
        3)  143-151
        4)  34
        5)  367-380
        6)  54
        1)  26-29
        2)  15
        3)  152-160
        4)  35
        5)  381-394
        6)  55
        1)  30-33
        2)  16
        3)  161-169
        4)  36
        5)  395-409
        6)  56
        1)  34-37
        2)  17
        3)  170-178
        4)  37
        5)  410-424
        6)  57
        1)  38-42
        2)  18
        3)  179-188
        4)  38
        5)  425-439
        6)  58
        1)  43-47
        2)  19
        3)  189-198
        4)  39
        5)  440-454
        6)  59
        1)  48-52
        2)  20
        3)  199-209
        4)  40
        5)  455-469
        6)  60
        1)  53-57
        2)  21
        3)  210-219
        4)  41
        5)  470-485
        6)  61
        1)  58-63
        2)  22
        3)  220-230
        4)  42
        5)  485-501
        6)  62
        1)  64-69
        2)  23
        3)  231-241
        4)  43
        5)  502-518
        6)  63
        1)  70-75
        2)  24
        3)  242-252
        4)  44
        5)  519-534
        6)  64


                    5› ANALISI DI GERMINABILITA'
  5.1. Scopo
  Scopo  della prova di germinazione in laboratorio e' di determinare
la percentuale in numero di semi puri capaci di  produrre  germinelli
normali  potenzialmente  in grado di svilupparsi in piante normali in
condizioni favorevoli di coltura.
  Le condizioni di germinazione descritte nel presente capitolo  sono
standardizzate  in  modo  che  i risultati di analisi, per uno stesso
campione, possano essere riproducibili e fra loro comparabili.
  5.2. Categorie di semi e loro definizioni
  Le categorie dei semi, in  base  alla  prova  di  germinazione,  si
distinguono in:
  1) semi germinati con germinelli normali;
  2) semi duri;
  3) semi freschi non germinati;
  4) semi con germinelli anormali;
  5) semi morti o vani.
  5.2.1. Semi germinati con germinelli normali.
  Sono  considerati  germinelli  normali  quelli  provvisti di organi
essenziali alla vita della futura pianta. Essi si distinguono in  tre
categorie:
  A. Germinelli intatti
  A  seconda  della  specie  in  esame,  i germinelli intatti debbono
possedere le seguenti strutture armoniosamente sviluppate:
  a) SISTEMA RADICALE ben sviluppato e costituito da:
  - RADICE PRIMARIA lunga e  ben  formata,  generalmente  coperta  da
numerosi peli radicali e finemente appuntita;
  - RADICI SECONDARIE prodotte entro il periodo di prova prescritto;
  -  diverse  RADICI  SEMINALI invece di una radice primaria in certi
generi comprendenti AVENA, HORDEUM, SECALE, TRITICUM,  TRITICOSECALE,
CYCLAMEN;
  b) ASSE VEGETATIVO ben sviluppato e costituito da:
  -  IPOCOTILE  diritto  e  generalmente  ben  formato  e  allungato,
(ingrossato alla base a formare il tubero in CYCLAMEN) nei germinelli
provenienti da germinazione ipogea;
  -  EPICOTILE  ben  sviluppato   nei   germinelli   provenienti   da
germinazione epigea;
  -  sia  IPOCOTILE  che  EPICOTILE  allungati  in  alcuni generi con
germinazione epigea (ad es. PHASEOLUS);
  - MESOCOTILE allungato in certi generi di GRAMINACEAE (ad es. ZEA);
  c) COTILEDONI in numero appropriato alla specie e cioe':
  -  UN  COTILEDONE  nelle  monocotiledoni  o  eccezionalmente  nelle
dicotiledoni  (puo' essere verde e foglioso o modificato e totalmente
o parzialmente interno al seme). In certi generi (ad es. ALLIUM) esso
e' lungo e foglioso e deve formare una "ginocchiatura" ben definita;
  - DUE COTILEDONI nelle dicotiledoni (nelle  specie  a  germinazione
epigea  sono verdi e simili a foglia, di forma e dimensione diversa a
seconda  della  specie.  Nelle  specie  a  germinazione  ipogea  sono
emisferici e carnosi e rimangono avvolti dal tegumento);
  - COTILEDONI IN NUMERO VARIANTE (2-18) nelle conifere, generalmente
lunghi e sottili;
  d) FOGLIE PRIMARIE, verdi e distese:
  -  UNA  FOGLIA  PRIMARIA,  talvolta  preceduta  da alcune squame in
germinelli con foglie alterne;
  - DUE FOGLIE PRIMARIE, in germinelli con foglie opposte;
  e) GEMMA TERMINALE  o  apice  vegetativo,  di  sviluppo  diverso  a
seconda della specie in esame;
  f)   COLEOPTILE   diritto   e  ben  sviluppato  nelle  GRAMINACEAE,
avvolgente una foglia verde che si estende fino all'apice o  da  esso
emergente.
  B. Germinelli con lievi difetti
  I seguenti difetti sono considerati lievi:
  -   RADICE  PRIMARIA  con  danni  limitati  o  crescita  lievemente
ritardata;
  -  RADICE  PRIMARIA  (difettosa  ma  con  RADICI   SECONDARIE   ben
sviluppate  nelle  LEGUMINOSAE  (ad  es.  PHASEOLUS,  PISUM, VICIA) e
GRAMINACEAE (ad es. ZEA) a  seme  grosso  e  in  tutti  i  generi  di
CUCURBITACEAE  (ad  es. CUCUMIS, CUCURBITA, CITRULLUS) e di MALVACEAE
(ad es. GOSSYPIUM);
  -  soltanto  due  RADICI  SEMINALI  in:  AVENA,  HORDEUM,   SECALE,
TRITICUM,   TRITICOSECALE   e   CYCLAMEN  purche',  in  quest'ultimo,
l'ipocotile presenti un ingrossamento basale formante il tubero;
  - IPOCOTILE, EPICOTILE o MESOCOTILE con danni limitati;
  - COTILEDONI con danni limitati, cioe' interessanti una  superficie
inferiore  al  50%  dell'area  totale  (= "regola del 50%") e purche'
l'apice vegetativo e i tessuti circostanti risultino intatti;
  - un solo COTILEDONE normale nelle  dicotiledoni,  purche'  l'apice
vegetativo e i tessuti circostanti risultino intatti;
  -  tre  COTILEDONI  invece  di  due (nel rispetto della "regola del
50%");
  - FOGLIE PRIMARIE con danni limitati (nel  rispetto  della  "regola
del 50%");
  -  una sola FOGLIA PRIMARIA normale ad es. in PHASEOLUS, purche' la
gemma apicale e i tessuti circostanti risultino intatti;
  - tre FOGLIE PRIMARIE invece di due,  ad  es.  in  PHASEOLUS,  (nel
rispetto della "regola del 50%");
  - COLEOPTILE con danni limitati;
  - COLEOPTILE con una fenditura che si estende dall'apice a non piu'
di un terzo della sua lunghezza;
  -  COLEOPTILE lievemente contorto o ad anello, perche' imprigionato
tra lemma e palea o sotto il pericarpo;
  - COLEOPTILE con una FOGLIA VERDE interna non estesa fino all'apice
ma raggiungente almeno la meta' della sua lunghezza.
  C. Germinelli con infezioni secondarie
  I germinelli seriamente  deteriorati  da  funghi  o  batteri  vanno
classificati  come  normali  se  risulta  evidente  che  la  sorgente
dell'infezione non e' nel seme che li ha prodotti e se  e'  possibile
accertare che tutti gli organi essenziali erano presenti.
  5.2.2. Semi duri.
  Sono  i  semi  che al termine della prova di germinazione, non sono
germinati ne' rigonfiati, per non aver assorbito acqua.
  Semi di questo tipo sono frequenti nelle  leguminose  VICIA  ed  in
altre famiglie o generi come ad esempio GOSSYPIUM e HIBISCUS.
  5.2.3. Semi freschi non germinati.
  Sono  i  semi  che,  anche  dopo  i trattamenti per interrompere la
dormienza (sez. 5.5.2.), rimangono intatti ed  apparentemente  vitali
senza  manifestare  marcescenza o ammuffimento al termine della prova
di germinazione.
  5.2.4. Semi con germinelli anormali (4).
  Semi che, pur essendo germinati, non presentano germinelli tali  da
poter  essere  considerati normali ai termini della sezione 5.2.1., e
cioe':
  a)  GERMINELLI  DANNEGGIATI:  germinelli  con   organi   essenziali
mancanti  o  cosi'  gravemente  ed  irreparabilmente  danneggiati  da
impedirne uno sviluppo equilibrato;
  b)  GERMINELLI   DEFORMATI:   germinelli   con   sviluppo   debole,
fisiologicamente  non equilibrato o con organi essenziali deformati o
sproporzionati;
  c) GERMINELLI DETERIORATI: germinelli con organi  essenziali  cosi'
ammalati  o  deteriorati a causa di infezione "primaria" (proveniente
cioe' dal seme che  li  ha  prodotti),  da  pregiudicare  un  normale
sviluppo.
  In  particolare uno o piu' dei seguenti difetti rende il germinello
anormale.
  I. RADICE PRIMARIA: (1) tozza, (2)  troncata,  (3)  ritardata,  (4)
assente,  (5)  rotta, (6) divisa a partire dall'apice, (7) strozzata,
(8) aghiforme,  (9)  trattenuta  dai  tegumenti  seminali,  (10)  con
geotropismo negativo, (11) acquosa o vitrea, (12) deteriorata a causa
di infezione primaria.
  RADICI  SECONDARIE: (13) una sola o assenti. Le radici secondarie o
quelle seminali aventi i difetti sopra indicati sono anormali  e  non
possono rimpiazzare una radice primaria anormale anche se presenti in
numero elevato (ad es. CUCUMIS) o di due (ad es. TRITICUM).
  II.  IPOCOTILE,  EPICOTILE E MESOCOTILE: (1) corto e tozzo (eccetto
CYCLAMEN), (2) non formante un tubero in CYCLAMEN, (3)  profondamente
fessurato  o  rotto,  (4)  profondamente  diviso,  (5)  assente,  (6)
strozzato, (7) strettamente contorto, (8) ricurvo,  (9)  formante  un
anello  o  una  spirale,  (10) aghiforme, (11) acquoso o vitreo, (12)
deteriorato a causa di infezione primaria.
  III. COTILEDONI (si applica la  "regola  del  50%"):  (1)  molli  e
arrotolati,  (2)  deformati, (3) spezzati o comunque danneggiati, (4)
staccati o assenti, (5)  alterati  nel  colore,  (6)  necrotici,  (7)
acquosi o vitrei, (8) deteriorati a causa di infezione primaria.
  Danni  o  deterioramenti  al  punto  di  attacco dei cotiledoni con
l'asse vegetativo o nelle adiacenze di esso,  rendono  il  germinello
anormale indipendentemente dalla "regola del 50%").
  Difetti  particolari  nel  cotiledone  di  ALLIUM spp.: (9) corto e
tozzo, (10) strozzato,  (11)  ricurvo,  (12)  formante  un  anello  o
spirale, (13) senza una "ginocchiatura" ben definita, (14) aghiforme.
  IV. FOGLIE PRIMARIE (si applica la "regola del 50%": (1) deformate,
(2)   danneggiate,   (3)   assenti,  (4)  alterate  nel  colore,  (5)
necrotiche, (6) deteriorate a causa di  infezione  primaria,  (7)  di
forma normale ma di dimensioni inferiori ad 1/4 di quella normale.
  V.   GEMMA  APICALE  e  tessuti  circostanti:  (1)  deformata,  (2)
danneggiata, (3) mancante,  (4)  deteriorata  a  causa  di  infezione
primaria.
  Se  la  gemma  apicale  e'  difettosa  o  assente, il germinello e'
anormale anche se  si  sono  sviluppate  una  o  due  gemme  (ad  es.
PHASEOLUS) o germogli ascellari (ad es. PISUM).
  VI. COLEOPTILE e PRIMA FOGLIA (GRAMINACEAE)
  COLEOPTILE:  (1)  deformato,  (2) danneggiato, (3) assente, (4) con
l'apice  danneggiato  o  assente,  (5)  decisamente  ripiegato,   (6)
formante  un  anello  o  una  spirale, (7) strettamente contorto, (8)
diviso a partire dall'apice per oltre 1/3 della lunghezza, (9) diviso
alla base, (10) aghiforme, (11)  deteriorato  a  causa  di  infezione
primaria;
  PRIMA FOGLIA (interna al coleoptile): (12) allungata per meno della
meta'   del  coleoptile,  (13)  assente,  (14)  lacerata  o  comunque
deformata.
  VII. GERMINELLO nel suo insieme: (1) deformato, (2) fratturato, (3)
cotiledoni emergenti prima della radice,  (4)  due  germinelli,  fusi
insieme,  (5) avvolgimento persistente dell'endosperma (collare), (6)
giallo o bianco, (7) aghiforme, (8) acquoso o vitreo, (9) deteriorato
a causa di infezione primaria.

          (4)  Per   una   piu'   particolareggiata   descrizione   e
          valutazione   dei  germinelli  anormali  si  suggerisce  la
          consultazione dei testi specializzati  editi  dall'I.S.T.A.
          (International Seed Testing Association).
  5.2.5. Semi morti o vani.
  Sono  i  semi  che al termine della prova di germinazione non hanno
prodotto germinelli e non possono essere considerati come semi duri o
semi freschi non germinati.
  5.3. Attrezzature
  Per l'esecuzione  delle  prove  di  germinazione  si  impiegano  le
seguenti attrezzature di laboratorio.
  5.3.1. Substrati
  I  substrati  devono  essere  di natura tale da assorbire l'acqua e
cederla  ai  semi  nella  quantita'  ad  essi   necessaria   per   la
germinazione.  Essi  possono  essere  di  carta da filtro o di sabbia
silicea.
  a) Carta da filtro:
  la carta da filtro non deve essere resistente alla  rottura,  avere
adeguato  spessore  (0,25 mm), elevata capacita' di assorbimento (una
striscia della larghezza di 10 mm sospesa verticalmente con il  lembo
inferiore  immerso  in  acqua  per  20 mm, l'acqua deve risalire in 2
minuti per non meno di 30 mm), un contenuto di ceneri  non  superiore
al   2%,  deve  essere  esente  da  sostanze  chimiche  dannose  alla
germinazione; deve avere un pH = 6,5 - 7,5 ed essere sterilizzata.
  b) Sabbia:
  la sabbia deve esser formata da particelle di diametro compreso tra
0,05 e 0,8 mm. Deve  inoltre  essere  chimicamente  e  biologicamente
inerte,  priva  di  sostanze tossiche, avere pH = 6,5 - 7,5 ed essere
sterilizzata.
  5.3.2. Germinatoi, armadi e camere di germinazione
  A - I germinatoi  hanno  la  funzione  di  mantenere  il  grado  di
umidita'  del  substrato  il  piu'  costante  possibile.  Pertanto e'
opportuno che siano muniti di coperchio o altri dispositivi,  atti  a
prevenire perdite di umidita' verso l'esterno. Essi possono essere:
  a)   recipienti  tipo  capsule  Petri,  di  vetro  o  di  plastica,
particolarmente indicati per  semi  piccoli  e  quando  si  usa  come
substrato la carta da filtro;
  b)   recipienti  di  altro  tipo,  materiale,  forma  e  dimensioni
opportune, in relazione anche alle dimensioni del seme  da  porre  in
germinazione.  Sono  particolarmente  indicati  per  i  semi grossi e
quando si usa come substrato la sabbia o la carta da filtro;
  c) banchi di germinazione tipo germinatoio Jacobsen od attrezzature
similari nelle quali sia assicurato  il  mantenimento  del  grado  di
umidita' e di temperatura necessari.
  B - Armadi o camere di germinazione
  Sono  armadi  o camere nelle quali vengono realizzate le condizioni
ambientali necessarie per  la  germinazione  dei  semi.  Essi  devono
rispondere ai seguenti requisiti:
  a)  essere  forniti  di  termostato regolatore con una oscillazione
massima di +-  1›C  e  di  consentire,  nei  casi  di  alternanza  di
temperatura,  di  raggiungere  le  temperature prescritte nel termine
massimo di due ore;
  b) avere la possibilita' di ottenere, per le prove  che  richiedono
la  luce,  una illuminazione di intensita' regolabile tra 250 e 1.250
lux.
  La presenza di dispositivi atti a  mantenere  un'umidita'  relativa
prossima  alla saturazione all'interno degli armadi o delle camere di
germinazione possono contribuire a ridurre le perdite di umidita' dei
substrati.
5.4. CAMPIONE DI ANALISI.
  a) L'analisi di germinazione deve essere eseguita su 400 semi presi
dalla frazione di seme puro dell'analisi di purezza eseguita  secondo
le  prescrizioni del cap. 3›. Allo scopo si mescolano i semi puri dei
due sottocampioni dell'analisi di purezza e si contano 4  ripetizioni
di 100 semi ciascuna da porre nei germinatoi.
  b)  Quando  e'  richiesta  soltanto  la  prova  di  germinazione si
prelevano 2 sottocampioni di analisi con le stesse modalita' indicate
nella sezione 1.4. e ciascuno di peso non  inferiore  alla  meta'  di
quello indicato per l'analisi di purezza (colonna 5 dell'allegato I).
Si  effettua  la  separazione dei semi puri dai semi estranei e dalle
impurita' inerti con le stesse modalita' indicate nella  sez.  3.3.1,
fino a contare 4 ripetizioni di 100 semi ciascuna.
  c)  Quando  le  dimensioni  dei semi non consentono una sufficiente
spaziatura nei germinatoi, ogni ripetizione puo' essere suddivisa  in
2 sottoripetizioni di 50 semi ciascuna o in 4 di 25 semi ciascuna.
  d)  Per  le  specie  che  sono poco rappresentate nei MISCUGLI puo'
accadere di non  trovare  tra  i  semi  puri  dei  due  sottocampioni
dell'analisi  della  purezza  i  400  semi  necessari per la prova di
germinazione.
  In questo caso si  dovranno  separare  anche  dalla  rimanenza  del
campione  medio  finale  di  prelevamento  tanti  semi  puri  fino ad
ottenere il numero di semi prescritto. Nel caso che tale  numero  non
venga  raggiunto,  la  prova  di  germinazione  e'  effettuata  sulla
totalita' dei semi ottenuti, suddivisi in 4  ripetizioni  uguali;  in
questo caso sul certificato di analisi deve essere indicato il numero
effettivo di semi di ciascun componente sottoposto alla prova.


  5.5. ESECUZIONE DELL'ANALISI
  I  semi  devono  essere messi nel germinatoio in modo da evitare il
contatto  reciproco  dei  germinelli  e  devono  essere  posti  nelle
condizioni   di   germinazione   generali  e  particolari  prescritte
(allegato II).
  I semi devono essere messi  nel  germinatoio  nello  stato  in  cui
pervengono al laboratorio.
  5.5.1. Condizioni generali:
  A - Substrato.
  Per  ogni  tipo  di  seme  deve  essere  usato  un adeguato tipo di
substrato, come indicato nella col. 2 delle tabelle dell'allegato II.
  a) Carta da filtro.
  Puo' essere usata nei seguenti modi:
  C ( su carta da filtro). I semi sono messi a  germinare  su  uno  o
piu' dischi di carta da filtro posti nei germinatoi (sez. 5.3.2.);
  TC  (tra  carta  da  filtro). I semi sono messi a germinare tra due
dischi o strati di carta da filtro posti in germinatoi come sopra;
  CP (carta da filtro pieghettata). I semi sono messi a germinare tra
le pieghe di una striscia di carta da filtro lunga 200 cm,  larga  11
cm.  Ogni  striscia  porta  50  pieghe alte 2 cm. Disposti i semi, il
tutto puo' essere avvolto in un'altra striscia  di  carta  da  filtro
lunga  58  cm  e  larga  11  cm  e  posto  in  germinatoio.  La carta
pieghettata deve avere un peso di 100-200  g  per  m2  ed  un  potere
assorbente  di acqua del 220-240%. La striscia avvolgente deve pesare
60 g per m2 ed avere potere assorbente di acqua del 220-240%.
  b) Sabbia silicea.
  Puo' essere usata come segue:
  S (in sabbia). I semi sono posti su uno strato uniforme  di  sabbia
umida e coperti con un altro strato di 10-20 mm di sabbia;
  SS  (su  sabbia).  I  semi sono posti e leggermente pressati su uno
strato uniforme di sabbia umida.
  B - Umidita'.
  Per tutta la durata della prova  il  substrato  deve  contenere  un
grado di umidita' sufficiente per la germinazione dei semi e non deve
mai essere in eccesso.
  Tre  sono i gradi di umidita' raccomandati: elevato (e), medio (m),
scarso (s). Nella colonna  3  delle  tabelle  dell'allegato  II  sono
indicati, per ciascuna specie e per il relativo substrato, i gradi di
umidita' da mantenere per la prova di germinazione.
  Per  la  CARTA  DA  FILTRO  il grado elevato di umidita' si ottiene
immergendo il disco o il foglio completamente in acqua e disponendolo
subito, senza sgocciolarlo, sul fondo del germinatoio; il grado medio
di umidita' si ottiene immergendo completamente il disco o il  foglio
nell'acqua  contenuta  in una vaschetta, indi si estrae strisciandolo
lungo la parete del recipiente per eliminare l'eccesso di acqua prima
di disporlo sul fondo del germinatoio; il  grado  scarso  si  ottiene
immergendo  il  disco  o  il foglio a meta' nell'acqua e disponendolo
senza sgocciolarlo sul fondo del germinatoio.
  Per la SABBIA i  tre  livelli  di  umidita'  corrispondono  al  60%
(elevato),  50%  (medio),  40%  (scarso)  della  capacita'  idrica di
ritenuta della sabbia usata.
  Il  grado  di umidita' del substrato deve essere mantenuto costante
per  tutta  la  durata  della  prova;  bisogna  quindi   controllarlo
frequentemente   e   ripristinarlo,  se  necessario,  con  successive
aggiunte di acqua.
  C - Temperatura.
  Le temperature prescritte per ogni specie  di  seme  sono  indicate
nella  col. 4 delle tabelle dell'allegato II e devono essere uniformi
in tutto l'ambiente di germinazione (armadi termostatici,  camere  di
germinazione, ecc.).
  Le temperature possono essere:
  a)  costanti  durante le 24 ore giornaliere: esse sono indicate con
un solo numero;
  b) alternate nelle 24 ore giornaliere: esse sono indicate  con  due
numeri  separati  da una lineetta. In questo caso la temperatura piu'
alta viene usata per 8  ore  giornaliere  e  la  piu'  bassa  per  le
rimanenti 16 ore.
  D - Luce
  Le  specie  che,  per  germinare, richiedono la luce, devono essere
poste in ambienti con luce naturale o artificiale.
  Nella colonna 5 delle tabelle dell'allegato II sono contraddistinte
con una L le specie per le quali e' prescritta la luce. Si raccomanda
in proposito l'uso di lampade a luce bianca e fredda. I  semi  devono
essere esposti alla luce per almeno 8 ore al giorno e in concomitanza
con   la   temperatura   piu'  alta  per  le  specie  che  richiedono
l'alternanza di temperatura.
  L'intensita' della luce deve essere di circa 750-1.250 lux;  per  i
semi  non  dormienti  puo' essere sufficiente anche una intensita' di
250 lux.
  5.5.2. Trattamenti speciali
  Per i campioni che presentano semi freschi o dormienti si  adottano
uno  o  piu'  dei  seguenti trattamenti speciali, come indicato nella
colonna 8 delle tabelle dell'allegato II.
  L'impiego di questi trattamenti speciali deve essere  indicato  sul
certificato di analisi.
  I trattamenti speciali sono:
  a) Prerefrigerazione.
  Essa  consiste  nell'esporre preventivamente i semi, gia' posti sul
substrato umido, alle temperature e per i periodi di  tempo  indicati
per ciascuna specie nella colonna 8 delle tabelle dell'allegato II.
  I  giorni  della prerefrigerazione non devono essere conteggiati ai
fini della durata della prova. Talvolta puo' anche essere  necessario
prolungare  il  periodo  di  prerefrigerazione o refrigerare di nuovo
dopo il primo conteggio dei semi germinati:
  b) Nitrato potassico (KNO3).
  All'inizio  della  prova  il  grado  di  umidita'  richiesto  viene
raggiunto  inumidendo  il  substrato  con  una  soluzione  di nitrato
potassico allo 0,2% di acqua distillata. Per le aggiunte  successive,
necessarie al ripristino dell'umidita', si impiega acqua normale.
  c) Acido gibberellico (GA3).
  Il  substrato di germinazione e' inumidito con una soluzione di GA3
a 500 ppm, preparato sciogliendo 500 mg di GA3 in un litro  di  acqua
distillata. Quando la dormienza e' piu' debole la concentrazione puo'
essere  limitata  a  200  ppm;  quando  essa  e'  piu'  accentuata la
concentrazione puo' arrivare a 1000 ppm.
  Se  la concentrazione supera 800 ppm, si puo' sostiture l'acqua con
una soluzione  tampone  0,01M,  preparata  sciogliendo  1,7799  g  di
Na2HPO4 e 1,3799 g di NaH2PO4.H2O in un litro di acqua distillata.
  d) Prova a temperature diverse.
  Talvolta   puo'  essere  necessario  effettuare  la  prova  ad  una
temperatura diversa da quella normalmente prescritta. Queste sono in-
dicate  nella  colonna  8  delle  tabelle  dell'allegato  II.  Se   a
temperatura  piu'  bassa,  il  processo  germinativo  si  svolge piu'
lentamente la durata della prova puo' quindi essere prolungata fino a
7 giorni.
  e) Prelavaggio.
  Quando i semi contengono sostanze naturali che possono  inibire  la
germinazione, e' necessario rimuoverle immergendo e lavando i semi in
acqua  alla temperatura di 20-25›C per i tempi indicati nella colonna
8 delle tabelle dell'allegato II.
  f) Preessiccamento.
  Prima  di  essere  posti  nelle  condizioni   prescritte   per   la
germinazione, i semi delle ripetizioni sono tenuti ad una temperatura
non superiore a 40›C con libera circolazione di aria e per un periodo
massimo di 7 giorni. In alcuni casi puo' essere necessario prolungare
la durata del preessiccamento.
  Sul  certificato  d'analisi  dovra'  essere  indicata,  oltre  alla
temperatura, anche la durata di tale trattamento.
  g) Prova con substrato diverso.
  Per certe varieta' di determinate  specie  l'uso  di  un  substrato
diverso   da   quello   indicato   nella   colonna  2  delle  tabelle
dell'allegato II risulta piu' efficace.
  Questo e' indicato nella colonna 8 delle tabelle dell'allegato II.
  5.5.3. Durata dell'analisi.
  I giorni della  prima  e  dell'ultima  conta  sono  indicati  nelle
colonne 6 e 7 delle tabelle dell'allegato II.
  Quando  i semi sono sottoposti a refrigerazione, i giorni richiesti
per il trattamento sono esclusi dal conteggio dei  giorni  prescritti
per l'analisi.
  Se  al  termine  del  periodo  di  analisi alcuni semi hanno appena
iniziato la germinazione, l'analisi puo' essere prolungata per  altri
sette giorni al massimo.
  L'analisi  puo'  essere conclusa anche prima del termine prescritto
quando nessun altro seme, fra quelli rimasti, risulta suscettibile di
germinare ulteriormente.
  I giorni indicati per il primo conteggio possono subire  variazioni
a discrezione dell'analista; l'importante e' che i germinelli abbiano
raggiunto  uno  stadio  di  sviluppo  tale  da  poter  consentire una
corretta osservazione e valutazione delle loro strutture essenziali.
  Possono essere  fatti  anche  conteggi  intermedi  per  togliere  i
germinelli  che hanno raggiunto un sufficiente stadio di sviluppo, ma
il loro numero deve essere ridotto al minimo  per  evitare  danni  ai
germinelli in incipiente accrescimento.
  In  certi casi, ad es. prova in sabbia (S), puo' essere conveniente
eseguire solo il conteggio finale.
  Se  le  sementi  arboree  ed  arbustive  al  termine  della   prova
presentano  ancora  semi  dormienti,  si  deve o prolungare la durata
della prova o sezionare il seme ed osservare lo stato dell'embrione e
dei  tessuti  circostanti  o  ricorrere  alla  prova  biochimica   al
tetrazolo (cap. 6›).
  Il  numero  effettivo di giorni impiegato per giungere al risultato
finale deve essere indicato nel certificato di analisi.
  5.5.4. Valutazione dei semi germinati e non germinati.
  Per    un'esatta    determinazione    della    percentuale    della
germinabilita',  e'  necessario valutare attentamente i semi in prova
ricordando le definizioni date alla sezione 5.2.
  Nel corso del primo conteggio e di quelli intermedi  (sez.  5.5.3.)
devono essere rimossi solo i semi che hanno dato germinelli normali e
quelli  evidentemente  morti  e ammuffiti che possono essere fonte di
contaminazione per quelli  sani.  Una  esatta  valutazione  dei  semi
germinati  puo' essere fatta solo quando i germinelli hanno raggiunto
uno stadio di sviluppo sufficiente  per  accertare  se  posseggono  i
requisiti  necessari  per  essere  considerati  normali.  Talvolta e'
necessario rimuovere il tegumento del seme per esaminare la  piumetta
ed  i  cotiledoni  che,  al  momento del conteggio finale, vi fossero
inclusi. In particolare, l'esame dei cotiledoni in alcune specie (per
es. PHASEOLUS), deve essere fatto previo divaricamento degli  stessi,
quando  siano  ancora  a contatto fra loro, per controllare eventuali
manifestazioni di necrosi interne e le condizioni della piumetta.
  I campioni trattati chimicamente  che  presentano  nelle  prove  su
carta  anomalie  dei  germinelli, per probabile fitotossicita', vanno
riesaminati ripetendo la prova con sabbia.
  Le strutture a semi multipli (ad esempio semi polispermi, glomeruli
di barbabietola e spighette pluriflore di graminacee) comprese  nella
frazione  del  seme  puro (sez. 3.3.1.) devono essere considerate, ai
fini dell'analisi di germinabilita', cone singoli semi. Il  risultato
dell'analisi  indica  la  percentuale di strutture che hanno prodotto
almeno un germinello normale.
  Un seme di pianta forestale che produce piu' germinelli per effetto
della poliembrionia deve essere contato come un singolo seme.  Quando
i  semi  a  piu'  embrioni  superano  il  5%,  si  deve  indicare  la
percentuale esatta sul certificato d'analisi.
  Per le specie con strutture a seme multiplo, qualora sia  richiesta
anche  la  determinazione  del  grado  di  germia (es. barbabietole),
nell'analisi di germinazione si deve adottare un metodo (es. CP)  che
consenta, per il sufficiente distanziamento delle strutture seminali,
il conteggio di tutti i germinelli da esse prodotti.
  Si  determina  cosi' il numero di strutture che hanno prodotto uno,
due o piu' germinelli normali e di ciascun gruppo viene  indicata  la
percentuale sul numero complessivo di strutture germinate.
  5.6. CALCOLO ED ESPRESSIONE DEL RISULTATO.
  5.6.1. Calcolo del risultato.
  Il  risultato  dell'analisi  di  germinabilita'  e' dato dal valore
medio dei risultati ottenuti dalle quattro ripetizioni (sez. 5.4.a.).
  Nel caso in cui si  devono  eseguire  piu'  sottoripetizioni  (sez.
5.4.c.),  queste  si raggruppano in modo da ottenere le 4 ripetizioni
di 100 semi ciascuna.
  Si verifica poi l'attendibilita' della prova usando la tabella 3.
  Quando la differenza fra il risultato piu' elevato  e  quello  piu'
basso  delle  quattro  ripetizioni,  rispetto  al  loro valore medio,
rientra nei limiti indicati nella colonna 3 della  tabella  suddetta,
la  prova  risulta  statisticamente  valida  e la media dei risultati
delle  quattro  ripetizioni rappresenta il valore definitivo che deve
essere riportato sul certificato di analisi.
  Il risultato non e' considerato valido e  le  prove  devono  essere
ripetute quando:
  a) le differenze fra le ripetizioni escono dai limiti di tolleranza
indicati nella tabella 3;
  b)  quando  e'  evidente  che  i risultati non sono soddisfacenti a
causa di errate condizioni di analisi, intervenute  anche  per  brevi
periodi,  o  di  errate valutazioni dei germinelli o di altri fattori
accidentali;
  c) quando e' evidente che il risultato non puo' essere  accettabile
a  causa  di dormienza dei semi, di fitotossicita' o di diffusione di
funghi e batteri.
  Nel caso di ripetizione dell'analisi, se il  secondo  risultato  e'
compatibile con il primo, la media di entrambe le analisi rappresenta
il risultato definitivo che deve essere riportato sul certificato.
  I  due  risultati  sono fra loro compatibili se la loro differenza,
rispetto alla loro media, rientra nei limiti di tolleranza prescritti
nella colonna 3 della tabella 4. Nel caso di incompatibilita' si deve
fare un'altra analisi e tenere valido, come risultato definitivo,  la
media fra i due compatibili.

                              TABELLA 3

TOLLERANZE  MASSIME  AMMESSE  FRA LA PERCENTUALE DI GERMINAZIONE PIU'
ALTA E QUELLA PIU' BASSA, DI QUALSIASI  CATEGORIA  DI  SEMI  OTTENUTE
NELLE  QUATTRO RIPETIZIONI DELLA PROVA DI GERMINAZIONE (p = 0.025) da
I.S.T.A. Rules, 1985

            a)  Percentuale media di germinazione
            b)  Tolleranza massima
            c)  Percentuale media di germinazione
            d)  Tolleranza massima
            a)  99 2
            b)  5
            c)  87-88 13-14
            d)  13
            a)  98 3
            b)  6
            c)  84-86 15-17
            d)  14
            a)  97 4
            b)  7
            c)  81-83 18-20
            d)  15
            a)  96 5
            b)  8
            c)  78-80 21-23
            d)  16
            a)  95 6
            b)  9
            c)  73-77 24-28
            d)  17
            a)  93-94 7-8
            b)  10
            c)  67-72 29-34
            d)  18
            a)  91-92 9-10
            b)  11
            c)  56-66 35-45
            d)  19
            a)  89-90 11-12
            b)  12
            c)  51-55 46-50
            d)  20

                              TABELLA 4

TOLLERANZE  MASSIME  AMMESSE  NELLE  DIFFERENZE  DI RISULTATI FRA DUE
ANALISI ESEGUITE SULLO  STESSO  CAMPIONE  (p  =  0.025)  da  I.S.T.A.
Rules, 1985

                i.  Percentuale media di germinazione
                ii. Tolleranza
                iii. Percentuale media di germinazione
                iv. Tolleranza
                i.  98-99 2-3
                ii. 2
                iii. 77-84 17-24
                iv. 6
                i.  95-97 4-6
                ii. 3
                iii. 60-76 25-41
                iv. 7
                i.  91-94 7-10
                ii. 4
                iii. 51-59
                iv. 42-50
                i.  8
                ii. 85-90 11-16
                iii. 5
                iv.
  5.6.2. Espressione del risultato.
  Il  risultato  dell'analisi  di  germinazione  deve essere espresso
indicando sul certificato di analisi la durata effettiva della  prova
(in   giorni),  escludendo  dal  conteggio  i  giorni  richiesti  per
eventuali pretrattamenti, nonche' il dato percentuale dei  germinelli
normali, dei germinelli anormali, dei semi duri, dei semi freschi non
germinati  e dei semi morti. Dette percentuali devono essere espresse
da numeri interi,  arrotondando  per  eccesso  i  decimali  uguali  o
superiori a 0,5 e per difetto quelli inferiori.
  Nel  caso di miscugli, accanto al nome botanico di ciascuna specie,
che e' stata  dichiarata  come  componente  del  miscuglio,  si  deve
indicare   la   corrispondente  percentuale  di  semi  germinati  con
germinelli normali e, per le specie che ne contengono, la percentuale
di semi duri. Quando la prova e' stata eseguita su un numero di  semi
minore di 400 (sez. 5.4.d.) questo numero dovra' essere precisato nel
certificato di analisi.
  Quando  sia  necessario  ricorrere  a  trattamenti  speciali  (sez.
5.5.2.)  bisogna indicare nel certificato di  analisi  i  trattamenti
effettuati.
  Nel  caso  di  semi  forestali si deve riportare sul certificato di
analisi, la percentuale di semi vani.


                 6› - DETERMINAZIONE DELLA VITALITA'
                   DEL SEME CON SAGGIO BIOCHIMICO
                        (Prova al Tetrazolo)
  Questa determinazione (5) ha per scopo la stima della vitalita' dei
semi  di  alcune  specie  arbustive  ed  arboree che germinano troppo
lentamente, (oltre 2 mesi incluso il  periodo  di  prerefrigerazione)
quando vengono analizzate con le normali prove di germinazione, o che
presentano, al termine della prova di germinazione, semi dormienti di
cui si deve determinare la vitalita' (sez. 5.5.2.).
  Le  specie per le quali e' ammessa questa determinazione sono: ACER
spp., CARPINUS spp., CELTIS AUSTRALIS, CHAMAECYPARIS THYOIDES, CORNUS
MAS  e  C.  SANGUINEA,  CORYLUS  spp.,  CRATAEGUS   spp.,   ELAEAGNUS
ANGUSTIFOLIA,  EVONYMUS  EUROPAEA,  FAGUS  SYLVATICA,  FRAXINUS spp.,
JUNIPERUS spp., LIBOCEDRUS DECURRENS, LIGUSTRUM VULGARE, LIRIODENDRON
TULIPIFERA, MALUS spp., OSTRYA spp., PINUS spp., PRUNUS  spp.,  PYRUS
spp.,  ROSA  spp., SORBUS spp., TAXODIUM DISTICUM, TAXUS spp. e TILIA
spp.
  6.1. CAMPIONE D'ANALISI.
  La prova viene eseguita su 4 ripetizioni, ciascuna di 100  semi  (o
frutti) puri, prelevate secondo le direttive date per l'analisi della
germinabilita' (sez. 5.4.).
  6.2. ESECUZIONE DELL'ANALISI.
  6.2.1. Indicazioni generali.
  Per  questa  determinazione si impiega una soluzione acquosa all'1%
di 2,3,5,cloruro-trifenil-tetrazolo.  I  semi  di  ciascuna  delle  4
ripetizioni  devono  venire  immersi  nella  soluzione al tetrazolo e
conservati al buio alla temperatura di 30›C +- 1, a meno che  non  si
tratti  di  specie per le quali le direttive particolari prevedano un
grado di temperatura diverso, e per un periodo di tempo  variabile  a
seconda della specie (sez. 6.2.2.).
  Terminato il trattamento al tetrazolo, la soluzione viene decantata
ed  i semi vengono risciacquati con acqua per procedere poi all'esame
della colorazione  assunta  dall'embrione  e  dall'endosperma.    Per
questo esame e' necessario stendere i semi di ciascuna ripetizione su
una  piastra,  per  meta'  bianca e per meta' nera e mantenerli umidi
durante il corso dell'operazione.

          (5) Il saggio biochimico si basa sui processi di  riduzione
          che  avvengono  nei tessuti viventi del seme a carico di un
          indicatore,  il  2,  3,  5,   trifeniltetrazolo-cloruro   o
          bromuro,   che,  per  idrogenazione,  da'  origine  ad  una
          sostanza,  il  trifenilformazano,  rossa,  stabile  e   non
          diffusibile;  cio' permette di distinguere le parti vitali,
          colorate in rosso, da quelle non vitali, senza colore.   La
          posizione   e   la   proporzione   delle   aree  necrotiche
          dell'embrione    e    dell'endosperma     permettono     la
          determinazione  della vitalita' del seme. Per questi motivi
          il  metodo  e'  anche  chiamato   Metodo   Topografico   al
          Tetrazolo.
  6.2.2. Indicazioni particolari.
  Oltre  alle  direttive  generali teste' descritte ve ne sono altre,
particolari, per ciascuna delle specie sottoindicate,  che  precisano
le tecniche da seguire e i criteri di valutazione dei risultati:
  a) ACER spp.
  Si  rimuove  dal seme il pericarpo con l'ala. I semi vengono quindi
tenuti in acqua per 18-20 ore, quando il seme e' secco  si  consiglia
un  trattamento  di  prerefrigerazione  a  3-5›C per sette giorni. Si
libera l'embrione dalla pellicola  servendosi  di  una  lancetta  per
dissezione.  Con  un  bisturi  sottile si tagliano 0,5 mm della punta
della  radichetta  e  dei  cotiledoni  dalla   parte   opposta   alla
radichetta.  I  semi  cosi' preparati si immergono nella soluzione al
tetrazolo per 24 ore.
  Si considerano vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta,
se questo non oltrepassa la meta' della lunghezza della radichetta;
  3) embrione con macchie incolori sulla meta' dei cotiledoni opposta
alla radichetta;
  4) embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche  in-
dicate in 2 e 3.
  b) CARPINUS spp. e OSTRYA spp.
  Si  devono  tenere  i  frutti  in acqua per 18-20 ore. Per mezzo di
piccole e robuste cesoie si rimuove il terzo inferiore  dell'achenio,
cioe'  la  porzione  piu' slargata al di sopra della cicatrice basale
che e' opposta alla radichetta. Si immerge la parte dell'achenio  che
contiene  la  radichetta  nella soluzione al tetrazolo per 24 ore. Si
estrae poi l'embrione dai tegumenti per  mezzo  di  una  lancetta  da
dissezione.
  Si considerano vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta;
  3)  embrione con macchie incolori sulla porzione dei cotiledoni che
e' opposta alla radichetta, se queste non oltrepassano la  meta'  del
cotiledone nel caso di necrosi superficiale e il terzo del cotiledone
quando si tratti di necrosi profonda;
  4)  embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche in-
dicate in 2 e 3.
  c) CELTIS AUSTRALIS L.
  Si liberano i semi dalla polpa, quando  questa  e'  presente,  dopo
averli  tenuti in acqua per 18-20 ore, asciugandoli poi sommariamente
con carta da filtro. Si rompe il guscio con una morsa ad  alveoli  di
dimensione  opportuna.  Si  tengono i semi, cosi' preparati, in acqua
per 18-20 ore. Si libera l'embrione dalla  pellicola,  servendosi  di
una  lancetta  da  dissezione,  se  l'operazione  precedente non l'ha
completamente rimossa. Si immergono gli embrioni nella  soluzione  di
tetrazolo per 24 ore.
  Sono  da  considerare  vitali  i  semi  che  presentano  l'embrione
completamente colorato. Sono tollerate piccole  necrosi  superficiali
nella meta' dei cotiledoni opposta alla radichetta.
  d) CHAMAECYPARIS THYOIDES L. (B.S.P.)
  Si  tengono i semi in acqua per 18-20 ore. Si rimuove un quarto del
seme dalla parte basale, opposta alla radichetta, mediante un bisturi

sottile. I semi cosi' trattati  vengono  immersi  per  24  ore  nella
soluzione al tetrazolo. Si libera l'endosperma dai tegumenti seminali
mediante una lancetta da dissezione e si separa l'embrione.
  Vanno   considerati  vitali  i  semi  con  embrione  ed  endosperma
completamente colorati.
  e) CORNUS MAS L. e CORNUS SANGUINEA L.
  Si tengono i semi in acqua per circa 48 ore. Con l'aiuto di piccole
e robuste cesoie si taglia un  terzo  del  seme  dalla  parte  basale
opposta  alla  radichetta.  Si immergono i semi cosi' preparati nella
soluzione al tetrazolo per 48 ore.  Servendosi  di  una  lancetta  da
dissezione  si  estrae  l'embrione  dagli  involucri  seminali  e dal
sottile endosperma.
  Sono da considerare vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta.
  f) CORYLUS spp.
  Si tengono le nocciole in acqua per 18-20 ore. Si rompe  il  guscio
con  una  morsa  o  con una pinza per liberare i semi che vengono poi
immersi in acqua per 18-20 ore. Si  rimuovono  i  tegumenti  seminali
scuri con una lancetta da dissezione e si divide il seme in due parti
lungo  la  linea  di  separazione  dei cotiledoni. Si immergono nella
soluzione di tetrazolo per 24 ore solo i  cotiledoni  che  presentano
radichetta e piumetta.
  Si considerano vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta;
  3)  embrione  con  macchie  scolorate  sul cotiledone se queste non
superano la meta'  del  cotiledone  opposto  alla  radichetta  e  con
necrosi nel centro della parte ventrale del cotiledone se il diametro
della macchia non supera il raggio del cotiledone;
  4)  embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche 2 e
3.
  g) COTONEASTER spp., CRATAEGUS spp. e ROSA spp.
  Si fanno rigonfiare i semi in acqua per 18-20  ore.  Per  mezzo  di
fini e robuste cesoie si rimuove la parte basale del seme, un terzo o
poco  piu',  cioe'  la  parte  piu' larga che contiene l'ilo e che e'
opposta alla radichetta. Si immergono i semi  cosi'  preparati  nella
soluzione  di  tetrazolo  per  24  ore.  Si  estrae, per mezzo di una
lancetta, l'embrione dagli invogli seminali.
  I semi da considerare vitali con quelli che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta;
  3) embrione con  macchie  bianche  nella  porzione  dei  cotiledoni
opposta  alla  radichetta, se queste non interessano piu' della meta'
del cotiledone quando si tratti di necrosi superficiali o piu' di  un
terzo del cotiledone nel caso di necrosi profonda;
  4)  embrione che riunisce contemporaneamente le caratteristiche 2 e
3.
  h) ELEAGNUS ANGUSTIFOLIA L.
  Si mettono i semi in acqua per 18-20 ore. Mediante  piccole  cesoie
si  taglia  un  terzo  del  seme  dalla  parte  basale  opposta  alla
radichetta. Si immerge il seme cosi'  preparato  nella  soluzione  al
tetrazolo per 24 ore.
  Si  rimuove  l'embrione  dai  tegumenti  seminali e dal rudimentale
endosperma con una lancetta da dissezione.
  Si considerano vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta;
  3)  embrione  con  macchie  scolorate  sulla  meta'  superiore  dei
cotiledoni opposta alla radichetta;
  4)  embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche 2 e
3.
  i) EVONYMUS EUROPAEA L.
  Si mettono i frutti in acqua per 18-20 ore. Si rimuove la polpa dal
seme e con piccole cesoie si  taglia  un  terzo  della  parte  basale
opposta  alla  radichetta.  Si  mette  il  seme cosi' preparato nella
soluzione  di  tetrazolo  per  48  ore.  Mediante  una  lancetta   da
dissezione  si  rimuove il tegumento seminale e si pone il seme senza
tegumento in acqua ancora per 3 ore.
  Indi si rimuove la sottile pellicola procedendo  dal  taglio  verso
l'estremita' del seme. Si apre l'endosperma e si libera l'embrione.
  I semi da considerare vitali sono quelli che presentano embrione ed
endosperma colorati completamente.
  k) FAGUS SYLVATICA L.
  Si  immergono  i  frutti  nell'acqua  per  18-20 ore. Si rimuove il
pericarpo e si pongono i semi in acqua per un  ulteriore  periodo  di
almeno 6 ore. Con l'aiuto di una lancetta da dissezione si rimuove il
tegumento  e  si  pongono  i semi nella soluzione di tetrazolo per 24
ore.
  Si considerano vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2)  embrione  con  macchia  non   colorata   all'estremita'   della
radichetta   superiore   ad  un  terzo  della  parte  visibile  della
radichetta;
  3) embrione con macchie non  colorate  sulla  meta'  superiore  dei
cotiledoni  opposta alla radichetta, senza macchie non colorate sulla
superficie esterna ed interna della meta' inferiore  dei  cotiledoni.
I  cotiledoni  devono  essere  aperti  per rilevare eventuali macchie
senza colore;
  4) embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche 2  e
3.
  l) FRAXINUS spp.
  Si  rimuove il pericarpo con l'ala. I semi vengono quindi tenuti in
acqua per 18-20 ore. Si asporta una striscetta  di  endosperma  larga
circa  1 mm da entrambi i fianchi del seme. Si immergono i semi cosi'
trattati  nella  soluzione  di  tetrazolo  per  24-48  ore.  Si  apre
l'endosperma  nelle sue due meta' per mezzo di una lancetta, mettendo
allo scoperto l'embrione.
  Sono da considerare vitali i semi che presentano:
  1) embrione ed endosperma completamente colorati;
  2) embrione completamente colorato, ma endosperma con  macchie  non
colorate alla sua periferia e quindi in zone distanti dall'embrione.
  m) JUNIPERUS spp.
  Si  deve  rimuovere la polpa della pseudobacca per liberare i semi,
che vengono poi immersi in acqua per 18-20 ore. Si rimuove un  quarto
del  seme  dalla  parte  basale,  opposta  alla  radichetta, mediante
piccole robuste cesoie. I semi cosi' trattati vengono  immersi  nella
soluzione  di tetrazolo per 24 ore. Si libera l'endosperma includente
l'embrione   dai   tegumenti   seminali   mediante  una  lancetta  da
dissezione. Si apre l'endosperma e si scopre l'embrione.
  Sono da considerare vitali soltanto i semi che presentino  embrione
ed endosperma completamente colorati.
  n) LIBOCEDRUS DECURRENS TORR.
  Si  rimuove  l'ala  del  seme secco. Si tagliano 1-2 mm dalla parte
terminale del seme opposta all'ala. Si fanno rigonfiare i semi  cosi'
preparati  in acqua per 18-20 ore, indi si pongono nella soluzione di
tetrazolo per 48 ore. Con l'aiuto di una lancetta  da  dissezione  si
tolgono  i  tegumenti  seminali,  si  apre  l'endosperma  e si scopre
l'embrione.
  Sono da considerare  vitali  i  semi  che  presentino  embrione  ed
endosperma completamente colorati.
  o) LIGUSTRUM VULGARE L.
  Si immergono i semi in acqua per 18-20 ore. Mediante piccole cesoie
si  taglia un quarto di seme dalla parte opposta alla radichetta ed i
semi cosi' preparati si pongono nella soluzione di tetrazolo  per  24
ore.  Con  una  lancetta  si  rimuovono  endosperma  ed  embrione dai
tegumenti seminali, si apre l'endosperma e si scopre l'embrione.
  Si  considerano  vitali  i  semi   con   embrione   ed   endosperma
completamente colorati.
  p) LIRIODENDRON TULIPIFERA L.
  Si taglia l'ala dal frutto secco e si immergono i semi in acqua per
18-20 ore. Si asportano 2-3 mm dalla parte terminale del seme opposta
all'ala.  I  semi  cosi'  preparati  vengono posti nella soluzione di
tetrazolo per 48 ore. Rimossi pericarpo e tegumenti seminali si  apre
l'endosperma e si scopre l'embrione.
  Sono  da  considerare  vitali  i  semi  con  embrione ed endosperma
completamente colorati.
  q) MALUS spp., PYRUS spp. e SORBUS spp.
  Si rimuove la polpa, se presente, per liberare i semi, che  vengono
poi  fatti  rigonfiare  in  acqua  per  18-20  ore.  Per mezzo di una
lancetta da dissezione si rimuovono entrambi i tegumenti seminali, in
modo da mettere a nudo l'embrione. Si immergono quindi  gli  embrioni
nella soluzione di tetrazolo per 18-20 ore.
  Vanno considerati vitali i semi aventi:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'estremita' della radichetta;
  3)  embrione con macchie non colorate sulla porzione dei cotiledoni
opposta alla radichetta purche' esse non superino la meta' o un terzo
del cotiledone, a seconda che si tratti  rispettivamente  di  necrosi
superficiale o profonda;
  4)  embrione che presenta contemporaneamente le caratteristiche 2 e
3.
  r) PINUS CEMBRA L., P. COULTERI D. Don e  P.  KORAIENSIS  Sieb.  et
Zucc.
  Si rompe e si rimuove il guscio legnoso per mezzo di una pinza o di
una  morsa. Si tengono i semi cosi' preparati in acqua per 18-20 ore.
Si libera l'endosperma dal sottile tegumento seminale interno con una
lancetta da dissezione.  I  semi  cosi'  trattati  vengono  messi  in
soluzione  di  tetrazolo per 48 ore. Si apre l'endosperma e si separa
l'embrione.
  Sono  da  considerare  vitali  i semi aventi embrione completamente
colorato e ben sviluppato, cioe'  occupante  almeno  la  meta'  della
cavita' embrionale, nonche' l'endosperma completamente colorato.
  s)  PINUS  HELDREICHII  Christ.,  P.  JEFFREYI  Grev.  et Balf., P.
LAMBERTIANA Dougl., P.  MONTICOLA  Dougl.,  P.  PARVIFLORA  Sieb.  et
Zucc., P. PEUCE Griseb., P. PUMILA Beg. e P. STROBUS L.
  Con  l'aiuto  di  un piccolo bisturi si tagliano 2-3 mm della parte
terminale della radichetta del seme secco. Si fanno rigonfiare i semi
cosi' trattati  in  acqua  per  18-20  ore,  indi  si  mettono  nella
soluzione   di  tetrazolo  per  48  ore.  Mediante  una  lancetta  da
dissezione si tolgono i tegumenti seminali, si apre l'endosperma e si
scopre l'embrione.
  Vanno  considerati  vitali  i  semi  che  presentano  embrione   ed
endosperma completamente colorati.
  t) PRUNUS spp.
  Si  rimuove la polpa se e' presente, poi si rompe il guscio con una
morsa. I semi vengono immersi in acqua per 18-20 ore.  I  semi  molto
secchi  non  vanno  immersi in acqua, ma debbono essere posti per una
notte fra due fogli di carta da filtro bagnata o  su  sabbia  bagnata
per   permetterne   il   graduale   rigonfiamento.  E'  consigliabile
scarificare i semi dalla parte  opposta  della  radichetta  prima  di
passarli  in  acqua  o  su substrati bagnati per farli rigonfiare. Si
rimuovono i tegumenti residui che avvolgono l'embrione per  mezzo  di
una  lancetta da dissezione e si mettono gli embrioni nella soluzione
di tetrazolo per 18-20 ore.
  Vanno considerati vitali i semi che presentano:
  1) embrione completamente colorato;
  2) embrione con punto non colorato all'apice della radichetta;
  3) embrione con macchie non colorate nella porzione dei  cotiledoni
opposta alla radichetta purche' esse non superino la meta' o un terzo
del  cotiledone,  rispettivamente  nel caso di necrosi superficiale o
profonda;
  4) embrione con le caratteristiche 2 e 3 riunite.
  u) TAXODIUM DISTICUM Rich.
  Si immergono i semi in acqua per 18-20  ore.  Mediante  un  piccolo
bisturi  si  asporta  un  quarto  del seme nella parte terminale piu'
larga. I semi  cosi'  preparati  vengono  messi  nella  soluzione  di
tetrazolo  per  48  ore.  Con  un  bisturi  si  taglia  il  tegumento
longitudinalmente e si rimuove l'endosperma con l'embrione.  Si  apre
l'endosperma e si scopre l'embrione.
  Vanno   considerati  vitali  i  semi  con  embrione  ed  endosperma
completamente colorati.
  v) TAXUS spp.
  I semi vanno tenuti in acqua per 18-20 ore. Si  rinuove  un  quarto
del  seme  dalla  parte  basale  per mezzo di piccole e forti cesoie.
Quindi si  immergono  i  semi  cosi'  preparati  nella  soluzione  di
tetrazolo  per  48  ore.  Con  una  lancetta  si estrae l'endosperma,
racchiudente  l'embrione,  dai  tegumenti  seminali.  Si   apre   poi
l'endosperma,    e   si   scopre   l'embrione,   oppure   si   taglia
longitudinalmente il seme a meta'.
  Sono da considerare  vitali  i  semi  con  embrione  ed  endosperma
completamente colorati.
  Se  l'endosperma mostra una manifesta insufficienza di colorazione,
il trattamento va ripetuto con le  seguenti  modalita':  dopo  essere
stati preliminarmente tagliati, i semi vanno tenuti sotto vuoto per 4
ore  a  45›C in una soluzione di tetrazolo dove poi rimarranno ancora
durante la notte a 30›C.
  w) TILIA spp.
  Si  rimuove  il  pericarpo dai frutti secchi e si tengono i semi in
acqua per 18-20 ore. Si liberano  i  semi  dal  rivestimento  che  li
avvolge  coll'aiuto di una lancetta da dissezione e si pongono, cosi'
preparati, nella soluzione di tetrazolo per 24 ore.  Si  apre  quindi
l'endosperma per mettere a nudo l'embrione.
  Vanno considerati vitali i semi che presentano:
  1) embrione ed endosperma completamente colorati;
  2)  embrione  completamente  colorato,  ma  endosperma  con qualche
piccola macchia superficiale sulla parte esterna.
6.3. CALCOLO ED ESPRESSIONE DEL RISULTATO.
  6.3.1. Calcolo del risultato.
  Per   il   calcolo   del   risultato   finale   e    la    verifica
dell'attendibilita'  della  prova si procede nel modo indicato per la
determinazione  della  germinabilita'  (sez.  5.6.),   adottando   le
differenze massime ammesse nella tabella 4.
  Se  la  prova e' risultata statisticamente attendibile il risultato
finale e' dato dalla media  delle  percentuali  di  semi  considerati
vitali ottenute nelle quattro ripetizioni.
  6.3.2. Espressione del risultato.
  Nel  certificato  di  analisi il risultato di questa determinazione
viene indicato in percento senza decimali.


                  7› - DETERMINAZIONE DELL'UMIDITA'
  7.1. Scopo
  Scopo  della determinazione dell'umidita' e' quello di accertare il
contenuto in acqua dei semi. Essa si  esegue  impiegando  i  seguenti
metodi  appropriati  onde  evitare,  nel  corso della determinazione,
processi ossidativi, decomposizioni o perdite  di  sostanze  volatili
che possono alterare il risultato di analisi.
  Essa  va  effettuata quanto prima possibile dopo il ricevimento del
campione che deve essere conforme a  quanto  indicato  nella  sezione
1.3.3.
  Si  utilizza il metodo di essiccamento in stufa per le specie indi-
cate nelle tabelle 6 e 7.
  Il grado di umidita' e'  determinato  dalla  perdita  di  peso  del
campione, espressa come percentuale in peso.
  7.2. Attrezzature
  Per  la  determinazione  dell'umidita'  dei  semi sono richieste le
seguenti attrezzature di laboratorio:
  a) bilancia analitica sensibile al milligrammo;
  b) pesafiltri cilindrici di forma bassa di diametro non inferiore a
55 mm;
  c)  stufa  a  riscaldamento  elettrico  e  a  circolazione  d'aria,
provvista  di  regolatore  termostatico  che  consente di raggiungere
rapidamente, entro 1 ora, la temperatura di 130›C e di  mantenerla  a
+- 2›C;
  d)  essiccatore  di  vetro  contenete  gel  di  silice colorato con
cloruro di cobalto;
  e) macinino per la triturazione dei semi, costruito  con  materiali
che non assorbano o cedano umidita'. Deve operare la triturazione dei
semi  in  ambiente  chiuso  senza  riscaldare il materiale durante la
macinazione; deve consentire una facile pulizia delle  diverse  parti
meccaniche  che lo compongono e infine deve essere graduabile in modo
da permettere sia una  macinazione  fine  che  una  grossolana  (sez.
7.3.2.).
  7.3. Campione di analisi
  L'analisi  deve  essere  fatta  su  due  ripetizioni, separatamente
prelevate dal campione ricevuto, ciascuna del peso di 4-5  g  per  il
metodo in stufa.
  Prima di prelevare i campioni di analisi, il campione ricevuto deve
essere rimescolato accuratamente con uno dei seguenti metodi:
  a) agitare con un cucchiaio il campione nel suo contenitore;
  b) collocare l'apertura del contenitore originale contro l'apertura
di  un altro contenitore similare e versare il seme piu' volte avanti
e indietro fra i due contenitori.
  Il prelievo dei campioni di  analisi  deve  essere  fatto  il  piu'
rapidamente  possibile,  in  modo che i campioni stessi non rimangano
esposti all'aria per piu' di 30 secondi.
  7.4. Triturazione dei semi
  I semi grossi, prima della determinazione in stufa,  devono  essere
triturati  a  meno  che  il  loro  elevato  contenuto  in  olio renda
difficile la triturazione (es. semi di lino) o provochi un aumento di
peso per effetto dell'ossidazione.
  Le  specie  per  le  quali  e'  obbligatoria  la  triturazione sono
elencate nella tabella 5.
  La triturazione prescritta puo' essere:
  a) FINE:  almeno  il  50%  del  materiale  triturato  deve  passare
attraverso  un  vaglio  con  maglie di 0,5 mm e non piu' del 10% deve
rimanere sopra un vaglio  con  maglie  di  1,0  mm;  questo  tipo  di
triturazione e' prescritta per i semi di cereali e di cotone;
  b)  GROSSOLANA:  almeno il 50% del materiale triturato deve passare
attraverso  un  vaglio  con  maglie  di  4,0  mm;  questo   tipo   di
triturazione  e'  prescritto per i semi grossi di leguminose quali ad
es. LUPINUS spp., PHASEOLUS spp., PISUM spp. e VICIA spp. e di specie
legnose.
La triturazione va in ogni  caso  effettuata  separatamente  sui  due
campioni di lavoro, ciascuno di circa 10 g di seme.

                              TABELLA 5

         SPECIE PER LE QUALI E' OBBLIGATORIA LA TRITURAZIONE

ARACHYS HYPOGAEA             ORYZA SATIVA
AVENA spp.                   PHASEOLUS SPP.
CICER ARIETINUM              PISUM SATIVUM
CITRULLUS LANATUS            QUERCUS SPP.
FAGOPYRUM ESCULENTUM         RICINUS communis
FAGUS spp.                   SECALE CEREALE
GLYCINE max                  SORGHUM SPP.
GOSSYPIUM spp.               TRITICOSECALE
HORDEUM VULGARE              TRITICUM SPP.
LATHYRUS spp.                VICIA SPP.
LUPINUS spp.                 ZEA MAYS
  7.5. Preessiccazione
  Se  la  specie  in  esame  richiede  di  essere  macinata ed il suo
contenuto in umidita' e' tale (superiore al 17%, 10% per la soia)  da
non  consentire  una buona triturazione occorre la preessiccazione. I
due sottocampioni, ciascuno di peso sufficiente in modo d'avere, dopo
preessiccazione, il quantitativo di  seme  prescritto  nella  sezione
7.3.,  sono  pesati  e  posti  in contenitori di peso noto in stufa a
105›C per 30-60 minuti.
  Si tiene quindi conto della perdita di peso  avvenuta  in  ciascuno
dei  due  sottocampioni e si procede poi alla triturazione col metodo
indicato alla sezione 7.4.
  7.6. Esecuzione delle analisi
  La determinazione in stufa e' fatta secondo due metodi:
  a) BASSA TEMPERATURA COSTANTE:
  105›C +- 2›C per 17 ore a +- 1 ora per  le  specie  elencate  nella
tabella 6;
  b) ALTA TEMPERATURA COSTANTE:
  130-133›C  per 4 ore per Zea mays, 2 ore per gli altri cereali ed 1
ora per le altre specie indicate nella tabella 7.
  Per le specie non elencate nelle tabelle 6 e 7 si  procede  con  il
metodo  indicato  per  le  specie  affini,  o, nei casi dubbi, con il
metodo a bassa temperatura costante.
  Per  entrambi  i  metodi  si  procede come segue: 5 g circa di seme
appena prelevato o di materiale appena triturato  vengono  messi  nel
pesafiltro, previamente tarato col suo coperchio (peso a), in modo da
formare  uno  strato  di spessore uniforme che ricopra tutto il fondo
del pesafiltro stesso.
  Il pesafiltro viene quindi chiuso col coperchio e pesato nuovamente
(peso b).
  Si porta la stufa alla temperatura voluta  e  vi  si  introduce  il
pesafiltro ponendo accanto ad esso il relativo coperchio.
  Si  chiude  subito  la stufa e si attende che la temperatura, scesa
durante la introduzione del pesafiltro, raggiunga nuovamente il grado
desiderato.
  Da questo momento si calcola il tempo di riscaldamento indicato  in
a) e b).
  Al  termine  il  pesafiltro viene immediatamente chiuso col proprio
coperchio e messo nell'essiccatore per 40 minuti circa, dopo  di  che
viene nuovamente pesato (peso c).

                              TABELLA 6

SPECIE PER LE QUALI DEVE ESSERE USATA LA TEMPERATURA COSTANTE DI
+ 105›C

ALLIUM spp.              HELIANTHUS ANNUUS
ARACHIS HYPOGAEA         LINUS USITATISSIMUM
BRASSICA spp.            RAPHANUS SATIVUS
CAMELINA SATIVA          RICINUS COMMUNIS
CAPSICUM spp.            SESAMUM INDICUM (S. orientale)
GLYCINE max              SINAPIS spp.
GOSSYPIUM spp.           SOLANUM MELONGENA

                              TABELLA 7

SPECIE PER LE QUALI DEVE ESSERE USATA LA TEMPERATURA COSTANTE DI
+ 130›C

AGROSTIS spp.             LEPIDIUM SATIVUM
ALOPECURUS PRATENSIS      LOLIUM spp.
ANETHUM GRAVEOLENS        LOTUS spp.
ANTHOXANTHUM ODORATUM     LUPINUS spp.
ANTHRISCUS spp.           LYCOPERSICON LYCOPERSICUM (L. ESCULENTUM)
APIUM GRAVEOLENS          MEDICAGO spp.
ARRHENATHERUM spp.        MELITOTUS spp.
ASPARAGUS OFFICINALIS     NICOTIANA TABACUM
AVENA spp.                ONOBRYCHIS VICIAEFOLIA
BETA VULGARIS             ORNITHOPUS SATIVUS
BROMUS spp.               ORYZA SATIVA
CANNABIS SATIVA           PANICUM spp.
CARUM CARVI               PAPAVER SOMNIFERUM
CHLORIS GAVANA            PASPALUM DILATATUM
CICER ARIETINUM           PASTINACA SATIVA
CICHORIUM spp.            PETROSELINUM CRISPUM
CITRULLUS LANATUS         PHALARIS spp.
CUCUMIS spp.              PHASEOLUS spp.
CUCURBITA spp.            PHLEUM spp.
CUMINUM CYMINUM           PISUM SATIVUM
CYNODON DACTYLON          POA spp.
CYNOSURUS CRISTATUS       SCORZONERA HISPANICA
DACTYLIS GLOMERATA        SECALE CEREALE
DAUCUS CAROTA             SORGHUM spp.
DESCHAMPSIA spp.          SPINACIA spp.
FAGOPYRUM ESCULENTUM      TRIFOLIUM spp.
FESTUCA spp.              TRISETUM FLAVESCENS
HOLCUS LANATUS            TRITICUM spp.
HORDEUM VULGARE           VALERIANELLA LOCUSTA
LACTUCA SATIVA            VICIA spp.
LATHYRUS spp.             ZEA MAYS
7.7. Calcolo ed espressione del risultato
  7.7.1. Calcolo del contenuto in umidita'
  Il  contenuto in umidita' deve essere calcolato come percentuale in
peso con una cifra decimale secondo la formula seguente:
                                b - c
                 Umidita' % =           x 100
                                b - a
dove:
a = peso del pesafiltro vuoto e del suo coperchio;
b  =  peso  del  pesafiltro  col  seme  e  del  suo  coperchio  prima
dell'essiccamento;
c   =  peso  del  pesafiltro  col  seme  e  del  suo  coperchio  dopo
l'essiccamento.
Se il materiale  e'  stato  sottoposto  anche  a  preessiccamento  il
risultato finale sara' calcolato secondo la seguente formula:
                                         S1 x S2
                Umidita' % = S1 + S2 -
                                           100
dove:
S1 = umidita' persa nella prima fase (preessiccamento);
S2 = umidita' persa nella seconda fase.
  7.7.2. Tolleranze
  La  determinazione  deve  essere sempre fatta su due ripetizioni ed
essa si deve ritenere esatta se la differenza fra le due  ripetizioni
non supera lo 0,2%.
  Diversamente  si  deve  ripetere  la  determinazione  sempre su due
ripetizioni.
  7.7.3. Espressione del risultato
  Nel  certificato  di  analisi  si  riporta  la  media   delle   due
percentuali, espressa con una sola cifra decimale per arrotondamento.


             8› - DETERMINAZIONE DEL PESO DI 1.000 SEMI
  Scopo  di  questa  determinazione e' quello di accertare il peso di
1.000 semi del campione.
  8.1. Procedura
  Da ciascuna delle due frazioni di seme puro del campione di analisi
per la determinazione della purezza, si contano 4 ripetizioni di  100
semi ognuna.
  Ogni  ripetizione  viene  pesata  in grammi con lo stesso numero di
decimali di un'analisi di purezza (sez. 3.2.d).
  Si calcola  quindi  la  varianza,  la  deviazione  standard  ed  il
coefficiente di variazione come segue:
                                 n (sigmax2) - (sigmax)2
                   varianza =
                                       n (n - 1)
dove:
x = peso di ogni ripetizione in grammi;
n = numero di ripetizioni;
sigma = sommatoria di
         Deviazione standard (S) = radice quadrata varianza
             Coefficiente di variazione = S x 100

                                          -x
dove:
-x = peso medio di 100 semi.
  Il  coefficiente  di  variazione  non  deve eccedere 6,0 per i semi
vestiti di graminacee, 4,0 per gli altri semi.
  In  caso  contrario  occorre  eseguire  altre  otto  ripetizioni  e
calcolare  la  deviazione  standard delle 16 ripetizioni; si scartano
poi tutte le ripetizioni che si discostano dalla media  per  piu'  di
due volte la deviazione standard calcolata.
  8.2. Calcolo ed espressione del risultato
  Si  calcola  il peso medio di tutte le ripetizioni valide secondo i
calcoli di cui alla sezione 8.1. e si  moltiplica  per  10  ottenendo
cosi' il peso di 1.000 semi.
  Il  risultato deve essere espresso in grammi con un numero di cifre
decimali come per l'analisi di purezza (sez. 3.2.d.).


             9› - DETERMINAZIONE DEL PESO PER ETTOLITRO
  Questa  determinazione  viene effettuata in doppio con una bilancia
di Tipo Schopper. La differenza tra i due pesi per ettolitro ottenuti
non deve essere superiore a 500 g,  altrimenti  occorre  ripetere  la
prova in doppio.
  Il  risultato e' dato dalla media dei due pesi e viene espresso nel
certificato di analisi in kg con una sola cifra decimale.
   10› - DETERMINAZIONE IN NUMERO DELLE CARIOSSIDI ROSSE NEL RISO
  Questa determinazione viene effettuata su un campione di 500  g  di
seme,  che  viene  sottoposto  ad  una  operazione  di sbramatura per
liberare le cariossidi dalle glumelle.
  Dalle cariossidi cosi' svestite vengono separate e  contate  quelle
che presentano il pericarpo totalmente o parzialmente rosso.
  Qualora  si renda necessario ripetere l'analisi occorre verificarne
la validita' operando nel modo indicato per la ricerca del numero  di
semi  estranei  (sez.  4.4.).  Il  risultato  di questa ricerca viene
espresso nello stesso modo indicato per la determinazione del  numero
di semi estranei (sez. 4.4.).


                  11› - ANALISI DEI SEMI RICOPERTI
  Le  norme qui di seguito riportate si applicano a sementi ricoperte
con materiali che rendono impossibile  l'identificazione  di  ciascun
seme o di materie inerti ivi contenute senza una preventiva rimozione
del  materiale  stesso. I semi possono essere rivestiti con materiali
diversi, sia singolarmente (es. confetti) sia in nastri, in  tappeti,
ecc.  Invece  i semi soltanto trattati o conciati non rientrano tra i
semi rivestiti e devono pertanto essere analizzati secondo  i  metodi
prescritti negli altri capitoli.
  Quando  nel presente capitolo si fa riferimento a seme "confettato"
cio' e' valido anche per il seme  "incrostato"  o  per  il  seme  "in
granuli".
  Se  si  fa  riferimento a seme "in nastri" esso e' valido anche per
seme "in tovaglie o tappeti". In assenza di  specifiche  indicazioni,
ci si deve attenere alle prescrizioni dei capitoli precedenti.
  11.1. Definizioni
  SEME  CONFETTATO. Confetti piu' o meno sferici idonei per semine di
precisione,  comprendenti  di  norma  un  singolo  seme  di  forma  e
dimensione   non   evidenti.   Il   confetto,  assieme  al  materiale
confettante, puo' contenere fitofarmaci, coloranti od altri additivi.
  SEME INCROSTATO. Semi ricoperti di  materiale  incrostante  ma  che
mantengono  in  modo  piu' o meno evidente la forma del seme, seppure
con peso e dimensioni piu' o meno aumentati. Il materiale incrostante
puo' contenere fitofarmaci, coloranti od altri additivi.
  SEME IN GRANULI. Granuli di forma piu' o meno cilindrica,  compreso
granuli  con  piu'  di un seme uniti insieme. Il materiale granulante
puo' contenere fitofarmaci, coloranti od altri additivi.
  SEME IN NASTRI. Strisce strette o nastri di materiale  degradabile,
come  la  carta  o altro, con semi variamente spaziati in gruppi o in
unica fila.
  SEME IN TAPPETI. Strisce larghe tovaglie  o  tappeti  di  materiale
degradabile  come carta o altro, con semi disposti a file, a gruppi o
a spaglio.
  SEME TRATTATO. Semi conciati ai quali cioe'  sono  stati  applicati
fitofarmaci,  coloranti  od  altri additivi soltanto e che, pertanto,
non hanno modificato sostanzialmente forma,  dimensione  o  peso  del
seme  originale,  per  cui possono essere analizzati secondo i metodi
prescritti negli altri capitoli.
  11.2. Campionamento
  11.2.1. Dimensioni del lotto
  Il peso del lotto non deve superare  la  quantita'  indicata  nella
colonna  2  delle tabelle dell'Allegato I con una tolleranza del 5% e
puo' contenere un numero massimo di 1.000 milioni (es. 10.000  unita'
di  100.000  semi  ciascuna)  di semi confettati o di semi in nastri.
Comunque il peso del lotto al lordo del materiale ricoprente il  seme
non  deve  superare  i  42.000 kg (piu' 5%). Quando la dimensione del
lotto e' espressa sul certificato in unita'  di  semi,  va  riportato
anche il peso totale del lotto.
  11.2.2. Frequenza di campionamento e precauzioni
  Il campionamento di lotti di seme confettato va eseguito secondo le
norme  prescritte  nella  sezione 1.2.2. Il campionamento di lotti di
seme in nastri va eseguito prelevando a caso  pacchetti  o  pezzi  di
nastro  (dai  rotoli)  analogamente a quanto prescritto nella sezione
1.2.4., purche' i pacchetti o i rotoli, contenenti fino a  2  milioni
di semi (es. 20 unita' da 100.000 semi), possano essere raggruppati a
formare l'unita' di campionamento voluta.
  Poiche'  i  campioni  di  seme  confettato contengono meno semi dei
corrispondenti campioni di  seme  non  confettato,  occorre  prestare
particolare   cura   nel  prelievo  al  fine  di  avere  un  campione
rappresentativo del lotto e  di  evitare  danni  o  modificazione  ai
confetti  o ai semi in nastri durante il prelievo, la manipolazione e
il trasporto. I campioni  vanno  posti  entro  contenitori  idonei  a
proteggerli.
  11.2.3. Campione medio finale di prelevamento
  Il  campione  medio finale di prelevamento deve contenere un numero
di confetti o di semi in nastri non inferiore a quello indicato nella
colonna 2 della tabella 8. Se  il  campione  e'  di  dimensioni  piu'
piccole  ci  si  comporta  in  modo  analogo  a quanto previsto nella
sezione 1.3.3. B e E, indicando sul certificato il numero di confetti
o di semi in nastri in esso contenuti.
  11.2.4. Campione d'analisi
  Il campione d'analisi deve contenere un numero  di  confetti  o  di
semi  in nastri non inferiore a quello indicato nella colonna 3 della
tabella 8. Se viene usato un campione piu' piccolo si  deve  indicare
sul  certificato il numero effettivo di confetti o di semi impiegato.
Per i semi confettati il campione d'analisi puo' essere prelevato con
un divisore meccanico (sez. 1.4.1.a.), purche'  l'altezza  di  caduta
non  superi  0,25 m. Per i semi in nastri si prendono a caso pezzi di
nastro in quantita'  sufficiente  a  fornire  i  semi  necessari  per
l'analisi.

                              Tabella 8
              Dimensioni dei campioni di semi ricoperti


Determinazioni (1)       Campione medio di      Campione di analisi
                         prelevamento non       non inferiore a (3)
                         inferiore a (2)

I. SEMI CONFETTATI       N. DI CONFETTI         N. DI CONFETTI
   Analisi della
   purezza compresa
   la verifica della
   specie                    7.500                  2.500
   Determinazione
   del peso                  7.500              la frazione dei
                                                confetti puri
   Analisi della
   germinabilita'             7.500                    400
   Ricerca di altre
   specie                   10.000                  7.500
   Ricerca di altre
   specie (in semi
   incrostati o in
   granuli)                 25.000                 25.000
   Calibratura              10.000                  2.000
II. SEMI IN NASTRI       NUMERO DI SEMI         NUMERO DI SEMI
    Analisi della
    purezza                  2.500                  2.500
    Verifica della
    specie                   2.500                    100
    Analisi della
    germinabilita'            2.500                    400
    Ricerca di altre
    specie                  10.000                  7.500
11.3. Verifica e determinazione della specie
  Al  fine  di  controllare  se  i  semi confettati sono della specie
indicata, occorre rimuovere, mediante lavaggio o allo stato secco, il
materiale confettante da 100 confetti puri e determinare il nome e il
numero di semi di ogni specie trovata. Per i semi in  nastri  occorre
rimuovere ed esaminare 100 semi, separandoli dal materiale avvolgente
o dissolvendolo, e indicare poi il nome ed il numero dei semi di ogni
specie.
11.4. Analisi della purezza
  L'analisi   della   purezza   in  senso  stretto  (cioe'  del  seme
all'interno dei confetti o dei nastri) non e' necessaria a  meno  che
non  sia espressamente richiesta. In questo caso occorre deconfettare
i semi o rimuoverli dai nastri secondo le  procedure  riportate  alla
sezione 11.4.3. e procedere secondo quanto indicato al capitolo 3.
  Per  l'analisi  del seme confettato si osservano le definizioni qui
di seguito date (sez. 11.4.1.). Per il seme in  nastri  non  esistono
definizioni particolari diverse da quelle del capitolo 3.
  11.4.1. Definizioni per il seme confettato
  Le  componenti  in  cui deve essere suddiviso il campione d'analisi
sono cosi' definite:
  a) CONFETTI PURI:
  - confetti interi sia che contengano o no un seme;
  - confetti rotti o danneggiati nei quali  piu'  della  meta'  della
superficie del seme sia coperta dal materiale confettante, a meno che
non  sia  evidente  che il seme non appartiene alla specie indicata o
che esso non sia presente.
  b) SEMI NON CONFETTATI:
  - semi non confettati di qualsiasi specie;
  - confetti rotti contenenti semi che non appartengono  alla  specie
indicata;
  -  confetti  rotti  contenenti  semi  della  specie indicata ma non
includibili nella frazione dei confetti puri.
  c) MATERIE INERTI:
  - materiale confettante libero;
  - confetti rotti senza seme;
  - ogni altro materiale definito come materia inerte  nella  sezione
3.3.3.
  11.4.2. Esecuzione dell'analisi ed espressione del risultato
  L'analisi  viene  effettuata  su  due  sottocampioni  di  peso  non
inferiore alla meta' di quello indicato nella colonna 3 della tabella
8. Per il seme confettato, ciascun sottocampione viene  separato  nei
tre   componenti   come   indicato  nella  sezione  11.4.1.  Dopo  la
separazione ogni componente deve  essere  pesato  in  grammi  con  un
numero  di  decimali  necessario per calcolare la percentuale con una
cifra  decimale  (sez.  3.2.d.).  Il  calcolo delle percentuali delle
singole  componenti,   la   verifica   dell'attendibilita',   nonche'
l'espressione  del  risultato  finale  viene  eseguito secondo quanto
indicato nelle sezioni 3.7.1. e 3.7.2.
  11.4.3. Analisi della  purezza  di  semi  deconfettati  e  di  semi
rimossi dai nastri
  Se   occorre   procedere   ad  una  analisi  di  purezza  del  seme
deconfettato, il campione di analisi di non meno di  2.500  confetti,
deve  essere  deconfettato  agitandolo  entro  un setaccio immerso in
acqua e a maglie fini tali da impedire perdite  di  seme  e  lasciare
disperdere il materiale confettante nell'acqua.
  Il  materiale trattenuto dal setaccio viene essiccato per 16-20 ore
su carta da filtro poi in una  stufa  a  circolazione  di  aria  come
indicato   nella   sezione   7.5  per  la  specie  in  oggetto.  Dopo
l'essiccamento il materiale deve  essere  sottoposto  all'analisi  di
purezza,  in  conformita'  al  capitolo 3. Le percentuali delle parti
componenti (seme puro, altri semi, materie inerti) vengono  calcolate
rispetto al totale dei loro pesi, ignorando il materiale confettante.
La  percentuale  del  materiale  confettante  deve  essere  riportata
separatamente e viene desunta per differenza dal  peso  iniziale  del
campione di analisi.
  Se  occorre  procedere  ad un'analisi della purezza di semi rimossi
dai nastri, il materiale ricoprente i nastri di  carta  contenenti  i
semi viene cautamente separato ed allontanato. Il nastro di materiale
solubile  in  acqua  viene bagnato fino a liberare il seme.  Se vi e'
seme confettato si procede come al precedente comma. Il seme liberato
viene essiccato e sottoposto all'analisi della  purezza,  come  sopra
indicato.
  Le  percentuali  dei  singoli  componenti vengono calcolate, sempre
come sopra, ignorando il peso del materiale avvolgente il seme.
  Il risultato di queste analisi va riportato nel  certificato  nello
spazio  riservato  a  "altre  determinazioni"  annotando  il peso del
materiale ricoprente eliminato.
11.5. Determinazione del numero di semi di altre specie
  Questa determinazione viene fatta solo se  richiesta.  Il  campione
d'analisi non deve essere inferiore a quello indicato nella colonna 3
della  tabella 8. Il materiale ricoprente il seme deve essere rimosso
dall'intero campione d'analisi nel modo indicato nella sez.  11.4.3.,
ma l'essiccamento del seme non e' obbligatorio.
  Dal campione di seme cosi' ottenuto vengono separati  e  contati  i
semi  di  tutte  le  specie  rinvenute  estranee o soltanto di quelle
richieste.
  Il  peso  effettivo   del   campione   esaminato   ed   il   numero
approssimativo  di confetti in esso contenuto ovvero la lunghezza del
nastro o l'area del tappeto esaminata, il nome latino e il numero  di
semi  di  ciascuna specie ricercata in questo peso, lunghezza o area,
devono essere riportati nel certificato di analisi. In  aggiunta,  il
risultato  puo' essere riportato in altro modo (ad es. numero di semi
per chilogrammo, per metro o per metro quadrato).
  Qualora si renda necessario ripetere l'analisi occorre  verificarne
la validita' con il calcolo della tolleranza prevista nella tabella 2
e  procedere  come  indicato  nella  sezione  4.4.  I  due campioni a
confronto  devono  essere  approssimativamente  dello  stesso   peso,
lunghezza o area.
11.6. Analisi di germinabilita'
  L'analisi  di  germinabilita'  per  il  seme confettato deve essere
fatta sui confetti puri dell'analisi della purezza. I confetti devono
essere posti sul substrato nelle condizioni in  cui  sono  pervenuti,
cioe'  senza  alcun pretrattamento. L'analisi del seme in nastri deve
essere fatta sui nastri senza rimuoverne i semi e senza  trattare  in
alcun modo il materiale che li ricopre.
  Se  richiesta  o  come  controllo  dell'analisi  dei confetti o dei
nastri, si puo' fare  in  aggiunta  l'analisi  su  semi  rimossi  dai
confetti  o dai nastri. In questo caso e' necessario che la rimozione
del materiale ricoprente  avvenga  in  modo  da  non  danneggiare  la
capacita'  germinativa  del  seme (ad es. come indicato nella sezione
11.4.3. ma senza essiccamento del seme rimosso).
  11.6.1. Campione di analisi
  Per il seme confettato  si  usano  400  confetti  puri  in  quattro
repliche  da  100  confetti  ciascuna. Per il seme in nastri si usano
pezzi di nastro presi a caso e in quantita' tale da  formare  quattro
repliche di almeno 100 semi ciascuna.
  11.6.2. Materiali e procedure d'analisi
  Per  l'analisi  dei  semi  ricoperti  si  usano  gli stessi metodi,
substrati, temperature, condizioni  di  illuminazione  e  trattamenti
speciali  descritti  nel  capitolo 5 e prescritti per ciascuna specie
nelle tabelle dell'Allegato II.
  Poiche' il substrato piu'  appropriato  e'  risultato,  in  genere,
essere  la  carta da filtro pieghettata (CP) per il seme confettato e
tra due carte da  filtro  (TC)  per  il  seme  in  nastri,  ne  viene
raccomandato  l'uso e, particolarmente, quando i substrati prescritti
nelle  tabelle  dell'Allegato  II  risultano   non   dare   risultati
soddisfacenti.
  La  quantita'  di  acqua  puo'  variare  a  seconda  del  materiale
ricoprente e  della  specie  di  seme,  in  modo  da  raggiungere  le
condizioni  ottimali per la germinazione. Se il materiale confettante
aderisce ai cotiledoni al momento del conteggio,  si  deve  spruzzare
cautamente dell'acqua per allontanarlo.
  A  causa del materiale ricoprente puo' essere necessaria una durata
del periodo d'analisi superiore a quella prescritta nelle colonne 6 e
7 delle tabelle  dell'Allegato  II.  In  tal  caso  di  procede  come
indicato alla sezione 5.5.3.
  11.6.3. Valutazione dei germinelli
  La  distinzione  dei  germinelli in normali ed anormali deve essere
fatta secondo le indicazioni della sezione 5.5.4. Le anomalie possono
essere dovute anche al materiale confettante. Qualora ci fosse questo
sospetto e la prova fosse stata fatta in carta, si deve fare un'altra
prova in sabbia.
  Strutture a semi multipli possono essere inglobate nei  confetti  o
nei  nastri,  o  piu'  di un seme in un confetto. In ogni caso queste
vanno considerate come un solo seme e  come  germinate  se  producono
almeno  un  germinello  normale della specie indicata. I confetti o i
semi in nastri che producono due o piu'  di  tali  germinelli  devono
essere annotati. Se e' richiesto, il grado di germia dei confetti che
hanno  prodotto  uno,  due  o piu' germinelli normali, viene espresso
come percentuale del numero totale dei confetti che hanno dato almeno
un germinello normale.
  I  confetti  o  i  semi  in  nastro  che  hanno prodotto germinelli
chiaramente non appartenenti alla specie indicata non  devono  essere
considerati germinati. Il loro numero pero' deve essere riportato sul
certificato.
  11.6.4. Calcolo ed espressione del risultato
  Il  risultato dell'analisi e' espresso come media delle percentuali
in numero di confetti o di semi in  nastri  con  germinelli  normali,
germinelli anormali o senza germinelli delle quattro repliche, previa
verifica dell'attendibilita' della prova secondo le indicazioni della
sezione   5.6.1.,   e  viene  riportato  sul  certificato  unitamente
all'indicazione del metodo usato  e  della  durata  dell'analisi.  In
aggiunta,  per  il  seme in nastri, si deve calcolare e riportare sul
certificato il numero di germinelli normali per metro di nastro o per
metro quadrato di tappeto o tovaglia.
  Il risultato di una analisi di germinazione dei  semi  rimossi  dai
confetti o dai nastri va riportato sotto "altre determinazioni".
11.7. Determinazione del peso e del calibro dei confetti
  A  causa  delle  esigenze tecniche della semina di precisione, puo'
essere necessaria la  determinazione  del  peso  e  del  calibro  dei
confetti.
  La  determinazione  del  peso  deve essere fatta con confetti presi
dalla frazione del seme puro dell'analisi di purezza (sez.  11.4.1.a)
e fatta secondo le prescrizioni del capitolo 9.
  La  calibratura  deve  essere  fatta  secondo  le  prescrizioni del
capitolo 12, fatta eccezione per il campione di analisi che non  deve
contenere  un  numero  di  confetti inferiore a quello indicato nella
colonna 3 della tabella 8  e  che  deve  essere  pesato  prima  della
vagliatura.  I  risultati  sono  espressi  come  percentuale del peso
totale dei confetti del campione di analisi.
11.8. Prescrizioni particolari per il certificato di analisi
  Sul  certificato  di  analisi  per  semi  rivestiti   deve   essere
chiaramente  riportata,  possibilmente a fianco della voce "Risultati
d'analisi" la dicitura SEME  CONFETTATO,  SEME  INCROSTATO,  SEME  IN
GRANULI, SEME IN NASTRI, SEME IN TAPPETI o SEME IN TOVAGLIE.


                     12› - CALIBRATURA DEI SEMI
  Le  seguenti  norme sono applicabili esclusivamente ai semi di Beta
spp. ed ai semi confettati.
  Il controllo del calibro e' fatto su un campione di  almeno  250  g
che deve essere inviato al laboratorio in un contenitore di materiale
impermeabile.
  L'analisi  deve essere fatta su due campioni di analisi di circa 50
g ciascuno, comunque non meno di 45 g e non piu' di 55 g.
  I due campioni di analisi vengono sottoposti separatamente  ad  una
vagliatura.
  Devono essere usati i seguenti vagli a fori rotondi:
  -  uno con fori di 0,25 mm di diametro inferiore al valore nominale
piu' basso delle dimensioni del seme;
  - una serie di setacci con intervallo di calibro di 0,25 mm;
  - un setaccio con fori di 0,25 mm di diametro superiore  al  valore
nominale maggiore delle dimensioni del seme.
  L'ampiezza  di oscillazione dei vagli deve essere compresa fra 45 e
50 mm.
  La durata della vagliatura deve essere di  un  minuto  per  i  semi
confettati e di 3 minuti per quelli non confettati.
  Le  frazioni  ottenute  dalla vagliatura, compresa quella che passa
attraverso il setaccio inferiore, sono pesate ed il peso e'  indicato
con due cifre decimali.
  I  pesi delle frazioni sono espressi come percentuali, ad una cifra
decimale, del peso totale. La  media  dei  valori  ottenuti  dai  due
campioni  di  analisi  rappresenta  il  risultato  finale  purche' la
differenza tra le percentuali rispetto alla media, non superi l'1,5%.
  Se tale limite e' superato deve essere analizzato un altro campione
di 50 g e, se necessario, anche un quarto.
  In ogni caso si deve riportare sul certificato di analisi la  media
di due calibrature che rientrino nei limiti di tolleranza ammessi.
                  13› - DETERMINAZIONE DELLO STATO
                       SANITARIO DELLE SEMENTI
13.1. Scopo
  Scopo  dell'analisi  sanitaria  delle  sementi e' la determinazione
dello stato sanitario di un campione rappresentativo del lotto cui si
riferisce, al fine  di  contribuire  alla  valutazione  agronomica  e
commerciale del lotto stesso.
L'analisi sanitaria e' importante per le seguenti ragioni:
  1.  l'inoculo  portato  dal  seme  puo' causare malattie in campo e
ridurre il valore commerciale della coltura;
  2. lotti di semente importati possono introdurre malattie in  nuove
aree. Possono pertanto essere necessarie analisi per ottemperare alle
norme di quarantena;
  3.  l'analisi  sanitaria  della  semente  puo' fornire informazioni
sull'andamento  delle  prime  fasi  di   sviluppo   delle   plantule,
integrando i risultati ottenuti nelle prove di germinazione.
13.2. Definizioni
  13.2.1.  STATO  SANITARIO:  lo  stato  sanitario  del seme riguarda
principalmente la presenza o  assenza  di  organismi  patogeni  quali
funghi,  batteri,  virus  e  di  animali  comunque dannosi (nematodi,
insetti). In qualche caso puo' riguardare anche disturbi di carattere
fisiologico del seme quali le carenze di microelementi.
  13.2.2.  INCUBAZIONE:  e'  il  mantenimento  del seme in condizioni
favorevoli allo sviluppo di patogeni o di sintomi.
  13.2.3. PRETRATTAMENTO: viene cosi' definito qualsiasi  trattamento
chimico   o   fisico   del   campione  di  analisi,  applicato  prima
dell'incubazione allo scopo di semplificare o comunque migliorare  le
procedure analitiche.
  13.2.4.  TRATTAMENTO:  e'  considerato  trattamento ogni intervento
fisico o chimico cui sia stato sottoposto il lotto di semente.
13.3. Principio
  Nell'analisi sanitaria delle sementi viene determinata la  presenza
o  assenza  di  patogeni o altri organismi nocivi, nonche' di anomale
condizioni fisiologiche. Il numero di semi del campione,  interessati
da  ciascuno  dei  citati  aspetti  negativi,  viene  stimato  con la
precisione permessa dal metodo applicato.
  Le determinazioni possono essere influenzate dai trattamenti subiti
dal lotto. E' pertanto importante che sia  indicato  se  il  seme  e'
stato  trattato  e con quali modalita', prodotti e relativa classe di
tossicita'.
13.4. Esecuzione delle analisi
  13.4.1. Campione di analisi
  Quando non sia diversamente richiesto, il campione di analisi  deve
essere costituito da almeno 400 semi puri presi dal campione medio di
prelevamento (sez. 1.2.1.c.).
  13.4.2. Indicazioni generali
  Importante  fonte  di informazioni sulle malattie trasmissibili per
seme e' costituita dal Manuale sull'analisi sanitaria  delle  sementi
dell'ISTA  (ISTA  Handbook  on  Seed Health Testing), con particolare
riguardo alla Sez. 1.1.
  Ulteriori utili riferimenti sono reperibili  in:  Richardson,  M.J.
(1990). An annotated list of seed borne diseases, ISTA.
  E'  raccomandabile,  ai fini dell'uniformita' nell'applicazione dei
metodi e nel rilevamento dei risultati, che  gli  operatori  i  quali
dovranno  applicare  un  metodo,  lo  apprendano  per pratica diretta
accanto ad esperti dei vari settori.
  Per l'esecuzione delle analisi si adottano metodi basati sull'esame
dei semi senza incubazione o  dopo  incubazione  e  sull'esame  delle
plantule  con  tecniche particolari. La scelta del metodo dipende dal
tipo di patogeno, dalle condizioni in cui si opera, dalla  specie  di
seme in esame e dallo scopo dell'analisi.
  a) Esame senza incubazione
  Queste  prove  non  danno  alcuna  indicazione  sulla vitalita' del
patogeno:
  1) Esame del seme secco
  Viene  esaminato  il  campione  medio  di  prelevamento  o  un  suo
sottocampione,  con  o senza microscopio stereoscopico, per ricercare
sclerozi del genere CLAVICEPS o altri sclerozi,  galle  di  nematodi,
sori  di  carboni,  insetti,  acari,  segni evidenti di malattie e di
danni da insetti sui semi o su materiali  inerti,  come  anche  corpi
fruttiferi  di microrganismi, alterazioni di colore e qualsiasi altro
danno.
  2) Esame di semi imbibiti
  Il  campione  di  analisi viene immerso in acqua o in altro liquido
per rendere piu' facilmente visibili  corpi  fruttiferi,  sintomi  di
alterazioni o parassiti animali, oppure per facilitare la liberazione
delle spore. Dopo l'imbibizione i semi vengono esaminati esternamente
o internamente, preferibilmente al microscopio stereoscopico.
  3) Esame di organismi rimossi mediante lavaggio
  Il  campione  di  analisi viene immerso in acqua con aggiunta di un
bagnante, oppure in alcool, agitato energicamente per rimuovere spore
fungine, ife, nematodi, ecc., presenti nella semente  o  aderenti  al
seme.   Il   liquido  in  eccesso  viene  quindi  eliminato  mediante
filtrazione, centrifugazione o evaporazione e il  materiale  estratto
viene esaminato al microscopio.
  b) Esame dopo incubazione
  Dopo  un  determinato periodo di incubazione il campione di analisi
viene esaminato per rilevare la presenza di microrganismi patogeni  o
sintomi  di  malattia,  parassiti  animali e alterazioni di carattere
fisiologico nei semi o nei germinelli. Comunemente vengono usati  due
tipi di substrati:
  1)  Substrati di carta umida (vedi sez. 13.4.3.) nei casi in cui si
deve osservare lo sviluppo di  microrganismi  patogeni  o  quando  si
devono  esaminare  le  plantule.  I semi, con o senza pretrattamento,
vengono disposti sulla carta e distanziati  in  modo  da  evitare  la
diffusione  per  contatto  di  saprofiti.  Quando  e'  necessario  si
applicano  particolari  condizioni  di  luce  atte  a  stimolare   la
sporificazione  dei  funghi. In alcuni casi puo' essere utile inibire
la germinazione con sostanze  chimiche  o  con  altri  mezzi.  Alcuni
patogeni  possono essere identificati senza ingrandimento, ma il piu'
delle volte e'  necessario  lo  stereomicroscopio  o  il  microscopio
composto per l'identificazione delle spore fungine.
  2) Substrati agarizzati, quando e' necessario per l'identificazione
dei  microrganismi che si sviluppano dai semi. In questo caso si deve
operare  in  condizioni  di  sterilita'.  I  semi,  di  solito   dopo
pretrattamento,  sono deposti sulla superficie dell'agar sterilizzato
e incubati. E' possibile identificare le colonie  che  si  sviluppano
sull'agar dalle loro caratteristiche, con l'osservazione macroscopica
o  microscopica. Spesso puo' essere utile l'azione della luce durante
l'incubazione;  inoltre,  possono  essere   usati   inibitori   della
germinazione del seme.
  c) Esame delle plantule
  In alcuni casi l'osservazione di determinati sintomi sulle plantule
e'  il  metodo  piu'  pratico per determinare la presenza di batteri,
funghi o virus nel campione di semi. Allo scopo, si puo'  o  seminare
semi  del campione in prova, oppure usare l'inoculo ottenuto dai semi
del  campione  per  effettuare  prove  di  infezione  artificiale  su
plantule  sane  o  su  parti di piante sane. In questo caso le piante
devono   essere   protette   da   possibili   infezioni   provenienti
dall'esterno   e   puo'   essere  necessario  operare  in  condizioni
accuratamente controllate.
  d) Altre tecniche
  Per alcuni particolari agenti  patogeni  (batteri,  virus)  vengono
adottati  appositi  metodi  specifici  come reazioni sierologiche, od
altro.
  Per  stimolare  la  sporificazione  e favorire l'identificazione si
raccomanda l'uso di luce alternata durante l'incubazione, con periodi
di 12 ore  di  buio  e  12  ore  di  esposizione  a  luce  NUV  (luce
ultravioletta  ottenibile  da  lampade fluorescenti a "luce nera" con
picco a 360 nm). Possono  dare  risultati  soddisfacenti  anche  tubi
fluorescenti a luce diurna.
  13.4.3. Indicazioni specifiche
  Nella  presente  Sezione  vengono descritte le metodiche di analisi
gia' standardizzate per la ricerca di alcuni patogeni per  le  specie
di  semi o gruppi di specie. Per altre metodiche, relative a specie o
patogeni non riportati nel presente  elenco,  si  rimanda  ai  metodi
internazionali di analisi delle sementi.
  I  metodi  messi  a punto nelle indicazioni specifiche non sono, di
norma, idonei  per  semi  conciati;  fanno  eccezione  i  metodi  per
USTILAGO NUDA.
  Quando   non  e'  diversamente  stabilito,  il  pretrattamento  con
ipoclorito di sodio consiste nell'immersione dei semi per  10  minuti
in  una  soluzione  di  ipoclorito di sodio all'1% di cloro attivo, e
successiva decantazione del liquido.
  Qualora non sia diversamente previsto, il  substrato  da  impiegare
per  il metodo su carta dovra' essere costituito da uno o piu' dischi
di carta da filtro o di carta bibula esente da sostanze tossiche e da
microrganismi contaminanti per i  patogeni  oggetto  di  ricerca.  Le
caratteristiche  del  substrato  dovranno essere tali da garantire un
apporto di almeno 3,4 g di  acqua  per  capsula  Petri  di  9  cm  di
diametro  dopo imbibizione per immersione e successivo sgocciolamento
per gravita'. Per tutta  la  durata  della  prova,  la  carta  dovra'
apparire umida, ma esente da velo liquido apprezzabile ad occhio nudo
sulla  sua  superficie. Per mantenere tali condizioni potra' rendersi
necessaria l'aggiunta periodica di acqua.
  Per il metodo su carta umida e substrati agarizzati  si  usa  acqua
distillata o deionizzata.
  Quando  viene  indicato  il  numero di semi da porre in una capsula
Petri, ci si riferisce ad una capsula di 9 cm di diametro.
  Qualora i semi debbano essere  esaminati  piu'  di  una  volta,  si
dovra'  indicare, nei risultati, soltanto la percentuale di infezione
totale.
  13.4.3.1. Compositae
  A) BOTRYTIS CINEREA Pers. ex Pers. su HELIANTHUS ANNUUS.
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta da filtro Whatman n. 1.
  METODO: preparare 80 capsule Petri e porre in ciascuna di esse  due
dischi  di carta da filtro, aggiungere 5 ml di una soluzione al 3% di
estratto di malto. Togliere il liquido in eccesso e porre 5  semi  in
ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 9 giorni a 20›C al buio.
  ESAME:  dopo  5,  7  e 9 giorni esaminare i semi ad occhio nudo per
osservare le radichette che presentano marciume molle e sono  coperte
da  micelio  grigio,  abbondante.  Nei  casi  dubbi puo' essere utile
esaminare il micelio a un ingrandimento di 200 x per osservare le ife
settate, nastriformi e i conidiofori ramificati.
  B) Virus del mosaico della lattuga su LACTUCA SATIVA:
   a) ESAME DELLE PLANTULE
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO:  terreno  torboso con aggiunta di una adeguata quantita'
di elementi nutritivi per ottenere uno sviluppo  soddisfacente  delle
plantule.
  METODO:  i  semi  vengono seminati ad una distanza di almeno 2,5 cm
uno dall'altro e ricoperti con uno strato di terra di circa 1 mm.
  INCUBAZIONE: 5 giorni a 5-10›C al buio, e successivamente per 13-19
giorni a 20›C a luce continua. Il numero  di  giorni  necessario  per
ottenere  lo  sviluppo  di  almeno  3  foglie  varia  a seconda della
varieta'. Come sorgente di luce si usano lampade fluorescenti, alter-
nate nello  spazio,  rispettivamente  con  emissione  di  luce  rossa
(699-700  nm)  e  luce blu (400-510 nm). Sono sufficienti 8 tubi tipo
Sylvania "Gro Lux" da 40 watt per ogni 0,6  m2:  120  x  50  cm),  da
collocarsi  ad  una  distanza  di  circa  30  cm dalla superficie del
substrato.
  ESAME: contare le  piantine  che  presentano  a  vista  sintomi  di
mosaico  sulle  prime  3 foglie vere. L'osservazione dei sintomi puo'
essere facilitata esaminando le piantine per  trasparenza,  tenendole
sollevate verso una sorgente di luce diffusa.
  b) Metodo su: CHENOPODIUM QUINOA
  CRESCITA  DELLE PIANTE: si seminano in terreno i semi di C. QUINOA.
Successivamente si trapiantano le  singole  piante,  allo  stadio  di
sviluppo  dei  cotiledoni o di 2 foglie, in vasi di 10 cm di diametro
contenenti terra. Le piante cosi' preparate sono tenute a temperatura
da 18›C a 20›C, con esposizione a luce artificiale (cicli di  16  ore
di luce e 8 ore di buio).
  Se  non  e' possibile ottenere queste condizioni le piante, dopo la
crescita a luce continua, dovrebbero essere poste al buio per 24  ore
prima  delle  inoculazioni.  Le  piante  sono  pronte  quando si sono
sviluppate da 4 a 6 foglie. Non si devono usare piante con fiori.
  PREPARAZIONE  DELL'INOCULO:  prelevare  10  campioni  di  semi   di
lattuga,  ciascuno  costituito da 700 semi; frantumare i semi di ogni
campione in 5 ml di una soluzione tampone a pH 7 di (Na2HPO4 . 12H2O)
0,03  M,  con  aggiunta  di  una  soluzione  allo  0,2%  di   dietil-
ditiocarbammato  di  sodio  (C5H10NNaS2 . 3 H2O) e una soluzione allo
0,5% di NaHSO3.   Aggiungere 375  mg  di  carbone  attivato  e  usare
l'impasto, come inoculo, entro 10 minuti dalla preparazione.
  INOCULAZIONE:  l'inoculo  preparato  da ciascun campione di semi di
lattuga viene usato per inoculare le foglie di C.  QUINOA  dopo  aver
livemente  cosparso  la superficie fogliare con carborundum. Per ogni
campione inoculare 3 foglie giovani di 3 piante. Dopo  l'inoculazione
le  foglie  vengono  risciacquate leggermente con acqua di rubinetto.
Le piante devono quindi essere coperte con buste di plastica  per  24
ore  per  mantenere  le  foglie  inoculate  in  condizioni di elevata
umidita'.
  INCUBAZIONE: le piante inoculate devono essere  poste  in  serra  o
preferibilmente  in  una  camera di crescita a 25›C con esposizione a
luce artificiale (cicli di 16 ore di luce e 8 ore di buio), oppure  a
luce continua, per un periodo da 5 a 14 giorni.
  ESAME:  le piante vengono  esaminate  dopo un periodo che va da 6 a
20 giorni  per  rilevare  i   sintomi   che possono  comparire  sulle
foglie inoculate, come macchie clorotiche localizzate e, sulle foglie
apicali  come macchie sistemiche di mosaico. I sintomi sono di facile
rilevamento a vista.
13.4.3.2. Coniferae
  FUSARIUM  MONILIFORME var. SUBGLUTINANS Wollenw. et Reink. su PINUS
TAEDA e P. ELLIOTTII
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi
  SUBSTRATO: carta bibula blu in scatole di plastica (133x133x32  mm)
con coperchio trasparente.
  METODO:  mettere  i  semi  sulla  carta  disposta  nei contenitori,
adagiando in ciascuno di questi 25 semi  egualmente  distanziati  tra
loro.  Schiacciare  i semi con una lastrina di plastica sterilizzata,
di  dimensioni  adeguate  ad  essere  contenuta  nell'interno   delle
scatole.  Irrorare  quindi  semi  e  carta  con  una  soluzione cosi'
preparata:
  15 g di peptone, 5 g di Mg SO4 . 7 H2O, 1 g KH2PO4, 1 g di  polvere
bagnabile  al  75%  di  PCNB (pentacloronitrobenzene), sono disciolti
accuratamente in un litro di acqua  distillata.  La  soluzione  viene
quindi   sterilizzata  in  autoclave  (120›C,  15  min),  e  lasciata
raffreddare a temperatura ambiente. Vengono quindi aggiunti  1  g  di
solfato di streptomicina e 0,12 g di solfato di neomicina.
  Le piastre vengono quindi coperte ed incubate.
  INCUBAZIONE:  10-16 giorni a 20›C sotto luce fluorescente alternata
al buio sino a quando le colonie raggiungono il diametro di  circa  2
cm.
  ESAME:    osservare    ogni   colonia   al   microscopio   (100-400
ingrandimenti) per ricercare i polifialidi, microconidi e macroconidi
caratteristici del fungo. Le colonie  con  microconidi  catenulati  o
piriformi,  o  con clamidospore, non saranno conteggiate, anche se in
esse sono presenti polifialidi.
13.4.3.3. Cruciferae
  A)  LEPTOSPHAERIA  MACULANS  (Desm.)  Ces.  et   de   Not.,   stato
imperfetto: PHOMA LINGAM (Tode ex Fr.) Desm. su CRUCIFERAE.
  CAMPIONE DI LAVORO: 1000 semi.
  SUBSTRATO: carta da filtro (Whatman n. 1).
  METODO:  porre  3 dischi di carta da filtro in ogni capsula Petri e
aggiungere 5 ml  di  una  soluzione  allo  0,2%  del  sale  di  sodio
dell'acido 2-4 dicloro-fenossiacetico per inibire la germinazione del
seme.  Togliere l'eccesso della soluzione di (2-4D), lavare i semi in
acqua sterile e porre 50 di essi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 11 giorni a 20›C con cicli alternati di 12 ore di luce
e 12 ore di buio.
  ESAME: dopo 6  giorni  esaminare  ad  ingrandimento  di  25  x  per
osservare  la  crescita di micelio bianco-argento, aereo e i primordi
dei picnidi di PHOMA LINGAM sul seme e sul substrato. Dopo 11  giorni
fare  un  secondo  esame  per  osservare i picnidi sui semi infetti e
sulla carta da filtro vicino ai semi infetti. Sono  conteggiati  come
infetti i semi dai quali si sono sviluppati picnidi di P. LINGAM.
  B) ALTERNARIA BRASSICICOLA (Schw.) Wilts. su BRASSICA spp.
   a) CAMPIONE DI LAVORO: 1000 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:  porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo rapida
immersione in un recipiente contenente acqua. Togliere  l'eccesso  di
acqua e porre 50 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE:  6  giorni a 18-20›C con esposizione a luce NUV, cicli
di 12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME:  individuare  la  presenza  di  macchie  scure allungate sui
cotiledoni e sull'ipocotile e, conidi di  colore  da  verde  oliva  a
bruno  scuro, disposti in catene e provvisti di rostro corto, non ben
visibile. La misura dei conidi  e'  di  18-120  x  8-20  m.  I  setti
verticali  sono  meno  frequenti  che  in  A. BRASSICAE e i conidi di
colore piu' scuro. Il corpo del conidio e' molto piu' lungo di quello
di A. TENUIS.
   b) CAMPIONE DI LAVORO: 1000 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: agar malto.
  METODO: deporre 25 semi  sulla  superficie  dell'agar  in  ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE:  5  giorni a 18-20›C preferibilmente con esposizione a
luce NUV, cicli di 12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME: ricercare le colonie con micelio aereo di colore verde oliva
chiaro, aspetto vellutato, con fruttificazioni conidiche  disposte  a
cerchi concentrici.
  C) ALTERNARIA BRASSICAE (Berk.) Sacc. su BRASSICA spp.
   a) CAMPIONE DI LAVORO: 1000 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:  porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo rapida
immersione in un recipiente contenente acqua. Togliere  l'eccesso  di
acqua e porre 50 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE:  6  giorni a 18-20›C con esposizione a luce NUV, cicli
di 12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME: individuare la presenza  di  macchie  scure  e  strisce  sui
cotiledoni   e   sull'ipocotile,   non   cosi'   scure   come  in  A.
BRASSICICOLA. Conidi di colore da verde oliva  chiaro  a  bruno,  con
setti  longitudinali  e  trasversali,  provvisti  di rostro. I conidi
misurano 75-350 x 20-30 m. Il rostro e' lungo  da  1/3  a  1/2  della
lunghezza totale del conidio.
   b) CAMPIONE DI LAVORO: 1000 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorico di sodio.
  SUBSTRATO: agar malto.
  METODO:  deporre  25  semi  sulla  superficie dell'agar in ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 5 giorni a 18-20›C preferibilmente con  esposizione  a
luce NUV, cicli di 12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME:  ricercare  le colonie con micelio aereo cotonoso, di colore
bianco o rosa, con  zone  di  fruttificazione  conidiche  disposte  a
cerchi,  di  colore  da  verde chiaro a verde oliva scuro. Il micelio
sommerso non colorato o di  colore  verde  scuro,  presenta  crescita
radiale o ondulata. La fruttificazione conidica e' abbondante.


  13.4.3.4. Graminaceae
  A) LEPTOSPHAERIA NODORUM Muller, stato imperfetto: SEPTORIA NODORUM
Berk. su TRITICUM AESTIVUM:
   a) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:  porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo rapida
immersione in un recipiente contenente acqua. Togliere  l'eccesso  di
acqua e porre 25 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 14 giorni a 10›C al buio.
  ESAME: individuare la presenza di macchie brune sul coleoptile, con
o  senza attorcigliamento del germinello. Il coleoptile appare spesso
accorciato e piccole protuberanze scure possono essere  presenti  sul
germinello, specie se l'umidita' e' scarsa. In condizioni di umidita'
elevata,  dopo 2 giorni, si sviluppano sul coleoptile i picnidi di S.
NODORUM. Se il periodo di incubazione e' piu' breve e la  temperatura
piu' elevata, le protuberanze sono meno evidenti.
   b) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO:  agar malto o agar patate-destrosio, contenente 100 mg/1
di solfato di streptomicina.
  METODO: deporre 10 semi  sulla  superficie  dell'agar  in  ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 22›C al buio.
  ESAME:  ricercare  le  colonie rotonde, a crescita lenta, finemente
lanose, con micelio aereo bianco che spesso ricopre il seme. Il retro
della colonia e' di colore giallo, giallo scuro, tendente  al  colore
oliva, molto variabile. I picnidi difficilmente si sviluppano durante
il periodo della prova.
  B)  MONOGRAPHELLA  NIVALIS  (Schaffn.)  Muller sin. MICRONECTRIELLA
NIVALIS (Schaffn.) Booth, stato imperfetto: GERLACHIA NIVALIS (Ces.ex
Sacc.) Gams et Muller, sin. FUSARIUM NIVALE (Fr.) Ces.,  su  TRITICUM
AESTIVUM:
   a) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:   porre  i  dischi  in  ogni  capsula  Petri,  dopo  averli
rapidamente immersi  in  un  recipiente  contenente  acqua.  Togliere
l'eccesso di acqua e porre 25 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 14 giorni a 8-10›C al buio.
  ESAME:  esaminare  ogni seme per reperire il caratteristico micelio
poco abbondante, accompagnato da  masse  conidiche  di  colore  rosa-
arancio. Piccole masse conidiche sparse possono apparire su un seme e
sulla  carta  in  prossimita'  di  questo. Sui semi germinati si puo'
osservare una colorazione scura del coleoptile, diffusa  o  ristretta
in piccole zone. Le radici sono imbrunite alla base.
  b) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: agar patate-destrosio.
  METODO:  deporre  10  semi  sulla  superficie dell'agar in ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE:  8  giorni a 22›C a luce diurna o fluorescente, oppure
al buio.
  ESAME: ricercare le colonie a crescita rapida, di colore da  bianco
a  rosa pallido, con formazione di cordoni o filamenti miceliali. Con
esposizione alla luce si producono, durante la prova, conidi  ialini,
1-3 settati, curvi, 10-30 x 2,5-5 m.
C) USTILAGO NUDA (Ojens.) Rostr. su HORDEUM VULGARE:
  a)  CAMPIONE  DI  LAVORO:  2  ripetizioni  di 100-120 g di semi che
contengono, in relazione al peso dei 1000 semi, da 2000 a 4000 semi.
  METODO: porre il campione di lavoro in 1  litro  di  una  soluzione
acquosa  al  5%  di  idrato  di  sodio  (NaOH),  preparata di fresco.
Mantenere in immersione a 20›C per 24 ore.
  Trascorso questo tempo trasferire l'intero campione  in  un  adatto
contenitore  e  lavare  i  semi  in  acqua  tiepida  per separare gli
embrioni che fuoriescono dai pericarpi ammorbiditi.  Raccogliere  gli
embrioni  in  un setaccio con fori di 1 mm. Se necessario, si possono
usare setacci con fori piu' grandi per separare i pezzi di endosperma
e la pula. Trasferire gli embrioni in una miscela in parti uguali  di
lattofenolo  (un terzo di glicerolo, un terzo di fenolo e un terzo di
acido lattico) e  acqua,  nella  quale  si  potra'  fare  l'ulteriore
separazione di embrioni e pula.
  Trasferire  gli  embrioni in un becker contenente lattofenolo privo
di acqua  e  rischiararli  mantenendo  il  lattofenolo  al  punto  di
ebollizione per circa 30 secondi sotto cappa.
  Trasferire  gli  embrioni  in  glicerina,  leggermente tiepida, per
l'esame.
  ESAME:  esaminare  1000  embrioni  per  ciascuna  replicazione  con
ingrandimento  di 16-25 x e con adeguato apparecchio di illuminazione
per osservare il micelio caratteristico di  colore  bruno  chiaro  di
USTILAGO NUDA.
  b)  CAMPIONE  DI  LAVORO:  2  ripetizioni  di 100-120 g di semi che
contengono, in relazione al peso dei 1000 semi, da 2000 a 4000 semi.
  METODO: porre il campione di lavoro in un litro  di  una  soluzione
acquosa  al  5%  di  idrato  di sodio (NaOH) preparata di fresco alla
quale sia stato aggiunto  1,5/l  di  blu  di  tripano  (trypan  blu).
Mantenere in immersione a 20›C per 2 ore.
  Trascorso  questo  tempo, trasferire l'intero campione in un adatto
contenitore e lavorare i semi  in  acqua  tiepida  per  separare  gli
embrioni  che  fuoriescono dai pericarpi ammorbiditi. Raccogliere gli
embrioni in un setaccio con fori di 1 mm. Se necessario,  si  possono
usare setacci con fori piu' grandi per separare i pezzi di endosperma
e la pula. Gli embrioni vengono riuniti in un adatto contenitore (es:
colino  metallico)  con  maglie uguali o inferiori ad un mm e vengono
immersi per 2 minuti in alcol etilico, scolati, quindi trasferiti  in
una  miscela  di  acido lattico, glicerina ed acqua (1:2:1 in volume)
nella quale si potra' fare l'ulteriore separazione di embrioni e pula
utilizzando un imbuto di vetro collegato a un  tubo  di  gomma  lungo
circa 10 cm, chiudibile con pinze di Mohr.
  Trasferire  gli  embrioni in un becker contenente una miscela (1:2)
di acido lattico e glicerina, portata  all'ebollizione  e  mantenerla
per  circa  2 minuti, trasferire in glicerina leggermente tiepida per
l'esame.
  ESAME: come per il metodo descritto al precedente punta a).
  D)   PYRENOPHORA   GRAMINEA  Ito  et  Kuribay.,  stato  imperfetto:
DRECHSLERA GRAMINEA (Rabenh.  ex  Schlecht.)  Shoemaker,  su  HORDEUM
VULGARE:
  a) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:  porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo rapida
immersione in un recipiente contenente acqua. Togliere  l'eccesso  di
acqua e porre 25 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 8 giorni a 20›C alla luce NUV, cicli di 12 ore di luce
e  12 ore di buio, oppure 12 ore a 20›C alla luce (NUV o diurna) e 12
ore a 5-10›C al buio.
  ESAME: ricercare i conidiofori corti, di colore bruno scuro. Conidi
piu' scuri dei conidiofori,  50-80  x  14-20  m,  prevalentemente  in
catene  di  2-3  conidi. In condizioni di elevata umidita' si possono
formare catene di 5-6 conidi.
  b) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: agar patate-destrosio o agar malto.
  METODO: deporre 10 semi  sulla  superficie  dell'agar  in  ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 8 giorni a 22›C alla luce NUV, cicli di 12 ore di luce
e 12 ore di buio.
  ESAME:  ricercare  le colonie di colore grigio o verde oliva scuro,
con sfumature di  colore  arancio,  di  solito  senza  produzione  di
conidi. Qualche volta si formano picnidi sul seme.
  E) PYRICULARIA ORYZAE Cav. su ORYZA SATIVA:
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO:  porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo rapida
immersione in un recipiente contenente acqua. Togliere  l'eccesso  di
acqua e porre 25 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE:  a)  7  giorni  a  20›C preferibilmente alla luce NUV,
cicli di 12 ore di luce e 12 ore di buio;  b)  1  giorno  a  20›C,  1
giorno a -20›C e 5 giorni a 20oC preferibilmente alla luce NUV, cicli
di 12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME:   esaminare   i   semi   allo  stereomicroscopio,  12-50  x.
Generalmente il fungo produce  colonie  piccole,  di  colore  grigio,
localizzate sulle glume. I conidiofori sono corti, delicati e portano
un  grappolo  di  conidi  all'apice.  Raramente lo sviluppo del fungo
riesce  a  coprire  l'intero  seme.  Nei  casi  dubbi  e'  necessario
osservare  i  conidi  a  piu'  forte  ingrandimento (200-400 x): essi
appaiono tipicamente  piriformi,  ialini,  con  la  base  troncata  e
provvista  di  un  piccolo  dente,  2-settati,  di  solito  con apice
appuntito 20-25 x 9-12 m.
  F) COCHLIOBOLUS MIYABEANUS (Ito e  Kuribay.)  Drechsl.  ex  Dastur,
stato  imperfetto:  DRECHSLERA ORYZAE (van Breda de Haan) Subramanian
et Jain su ORYZA SATIVA:
  a) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO: porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo  rapida
immersione  in  un recipiente contenente acqua. Togliere l'eccesso di
acqua e porre 25 semi in ciascuna capsula.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 22›C alla luce NUV, cicli di 12 ore di luce
e 12 ore di buio.
  ESAME: ricercare i conidiofori prodotti non solamente sul tegumento
del  seme  ma  anche  su micelio aereo, di colore grigio, che ricopre
tutto o una parte del seme. Il fungo puo' invadere la carta. Nei casi
dubbi, la conferma si puo'  avere  osservando  i  conidi  a  maggiore
ingrandimento  (200 x). I conidi, di colore da giallo a bruno chiaro,
di solito curvi, piu' larghi nella parte mediana  e  progressivamente
assottigliati verso gli apici arrotondati, misurano 35-170 x 11-17 m.
Si puo' osservare, a volte, anche marciume dei germinelli.
  b) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: agar patate-destrosio.
  METODO:  deporre  10  semi  sulla  superficie dell'agar in ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 22›C alla luce NUV, cicli di 12 ore di luce
e 12 ore di buio.
  ESAME: ricercare le colonie  di  colore  bruno  scuro,  a  crescita
rapida,  con  margini  regolarmente  circolari  e  produzione di poco
micelio aereo di  colore  bianco  o  grigio.  Rapida  fruttificazione
conidica.
  13.4.3.5. Leguminosae
  A) ASCOCHYTA PISI Lib. su PISUM SATIVUM:
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: agar malto o agar patate-destrosio.
  METODO:  deporre  10  semi  sulla  superficie dell'agar in ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 20›C al buio.
  ESAME: dopo 7  giorni  esaminare  ogni  seme  ad  occhio  nudo  per
osservare  l'abbondante  micelio  bianco  che  spesso  ricopre i semi
infetti. L'identificazione delle colonie  fungine  in  dubbio  potra'
essere  confermata  dalla  presenza di ife ondulate nella parte aerea
della colonia, quando osservate con ingrandimento di 25 x.
  B) COLLETOTRICHUM LINDEMUTHIANUM (Sacc. et Magn.) Bri. et  Cav.  su
PHASEOLUS VULGARIS:
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: ipoclorito di sodio.
  SUBSTRATO: carta in fogli di almeno 35 x 45 cm.
  METODO:  distribuire  i  semi in replicazioni di 50 su due fogli di
carta, che e' stata prima bagnata in acqua. Coprire  i  semi  con  un
altro  foglio  dello stesso tipo di carta bagnata in acqua. Ripiegare
la carta due volte nel senso della lunghezza e coprire con un  foglio
di polietilene per mantenere l'umidita' durante l'incubazione.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 20›C al buio.
  ESAME: dopo 7 giorni rimuovere il tegumento dei semi e osservare la
presenza  di  macchie  scure con margini ben definiti sui cotiledoni.
Per le osservazioni usare lo stereomicroscopio con ingrandimento 25 x
e conteggiare i semi che presentano acervuli con sete nere, settate.
  13.4.3.6 Linaceae
  A) ALTERNARIA LINICOLA Groves, et Skolko su LINUM USITATISSIMUM:
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  PRETRATTAMENTO: nessuno.
  SUBSTRATO: carta.
  METODO: porre i dischi di carta in ogni capsula Petri, dopo  averli
rapidamente  immersi  in  un  recipiente  contenente  acqua  sterile.
Togliere l'eccesso di acqua e  porre  25  semi  in  ciascuna  capsula
Petri.
  INCUBAZIONE: 6-8 giorni a 20›C con esposizione a luce NUV, cicli di
12 ore di luce e 12 ore di buio.
  ESAME:  l'osservazione  delle fruttificazioni sviluppatesi sui semi
va  effettuata  allo  stereomicroscopio,  (12-40  x),   talvolta   su
cotiledoni  ed  ipocotili  si  formano  lesioni  scure.  Nella  parte
terminale dei conidiofori, di colore  scuro,  si  inserisce  un  solo
conidio  (150-300  x  17-24  m)  caratterizzato  da  un lungo rostro;
quest'ultimo carattere e l'assenza di catenelle di conidi differenzia
questo micete da altre specie di ALTERNARIA.
  B) BOTRYTIS CINEREA Pers. su LINUM USITATISSIMUM:
  CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.
  SUBSTRATO: agar malto al 2% di agar e 1% di estratto di malto.
  METODO: deporre 10 semi  sulla  superficie  dell'agar  in  ciascuna
capsula Petri.
  INCUBAZIONE: 7 giorni a 20›C al buio.
  ESAME:  dopo  5  e  7  giorni  osservare  le  radichette affette da
marciume molle e coperte da abbondante micelio grigio. Nei casi dubbi
si puo' avere conferma mediante l'osservazione con  ingrandimento  di
200  x,  per  individuare  le  ife settate, nastriformi e i ciuffi di
conidiofori ramificati.
  13.4.3.7 Umbelliferae
  A) ALTERNARIA DAUCI (Kuhn) Groves et Skolko su DAUCUS CAROTA:
  a) CAMPIONE DI LAVORO: 400 semi.