(Allegato)
REGOLE TECNICHE RIGUARDANTI I GENERATORI ED I RECIPIENTI CONTENENTI 
   LIQUIDI SURRISCALDATI DIVERSI DALL'ACQUA. 
                             Capitolo I 
                        DISPOSIZIONI GENERALI 
1. Le presenti regole costituiscono le specificazioni tecniche appli-
cative del decreto ministeriale 1' dicembre 1975, titolo I, capo I  -
Liquidi  sotto  pressione  con  temperatura  superiore  a  quella  di
ebollizione a pressione atmosferica, e si applicano ai  generatori  e
ai recipienti contenenti liquidi surriscaldati diversi dall'acqua. 
I   suddetti   liquidi   surriscaldati   devono   essere    destinati
esclusivamente a scambiare calore in circuito chiuso e non utilizzati
come materia prima. 
1.1. Agli effetti dell'applicazione delle presenti regole per liquido
surriscaldato si intende una sostanza che alla  temperatura  ambiente
ed alla pressione atmosferica si presenta allo stato solido o liquido
e che durante  l'esercizio  degli  apparecchi  raggiunge  temperature
superiori a quella di ebollizione a pressione atmosferica. 
1.2. Nel caso di generatore costituito da  piu'  circuiti  nei  quali
circola  lo  stesso  fluido   surriscaldato,   gli   stessi   saranno
considerati come  unico  circuito  ai  fini  dell'applicazione  delle
presenti  regole,  a  condizione  che  i   singoli   circuiti   siano
reciprocamente   non   intercettabili   ed   in   comunicazione   non
intercettabile con uno stesso sistema di espansione. 
2. I  generatori  ed  i  recipienti  di  liquidi  surriscaldati  sono
soggetti, oltre che alle presenti regole, anche  a  quelle  stabilite
rispettivamente per i generatori ed i recipienti  di  vapore  con  il
regio decreto 12 maggio 1927,  n.  824,  e  successive  modifiche  ed
integrazioni, eccettuati gli articoli dal 16 al 33 e dal 36 al 42. In
particolare per quanto riguarda la costruzione valgono le regole  del
decreto ministeriale 21 novembre 1972, mentre per quanto riguarda gli
esoneri valgono, ove applicabili, le regole del titolo II del decreto
ministeriale 21 maggio 1974. 
3. I generatori ed i recipienti di liquidi surriscaldati ivi compresi
i vasi di espansione devono essere dimensionati per pressioni e  tem-
perature di progetto non inferiori ai  valori  massimi  raggiungibili
nelle diverse membrature. 
4. Non e' ammesso l'impiego di combustibile solido non polverizzato. 
5. Per i liquidi la cui temperatura di solidificazione  e'  superiore
alle piu' basse  temperature  raggiungibili  nell'impianto,  dovranno
essere adottati gli opportuni accorgimenti atti  ad  evitare  che  la
solidificazione  dei   liquidi   possa   pregiudicare   il   corretto
funzionamento  dell'impianto  stesso.  Tale  condizione  deve  essere
esplicitata nella relazione tecnica di cui al punto 6. 
6. Alla denuncia, oltre a quanto  previsto  dall'art.  47  del  regio
decreto 12 maggio 1927,  n.  824,  deve  essere  allegato  lo  schema
dell'impianto in cui sono inseriti gli apparecchi, con  l'indicazione
dei dispositivi di sicurezza, di protezione e di  controllo,  nonche'
degli altri componenti previsti, con la loro ubicazione rispetto agli
apparecchi stessi. 
La denuncia va corredata inoltre da una relazione tecnica firmata dal
progettista abilitato, nella quale devono  essere  indicati,  insieme
con gli elementi d'individuazione degli apparecchi  e  di  tutti  gli
altri  componenti,  anche   le   caratteristiche   di   funzionamento
dell'impianto   ivi   compreso   il   tempo   di   permanenza   delle
caratteristiche  fisico-chimiche   del   liquido   surriscaldato   in
relazione al fenomeno dell'invecchiamento. 
Alla relazione tecnica dovranno essere allegate le certificazioni o i
cataloghi del produttore del liquido impiegato attestanti il  tipo  e
le caratteristiche chimico-fisiche del prodotto ed in particolare: 
  - la temperatura di ebollizione a pressione atmosferica; 
  - la temperatura di ebollizione alla pressione  di  progetto  degli
apparecchi,  quando  disponibile,  oppure   la   temperatura   limite
superiore di utilizzazione del liquido surriscaldato; 
  - i dati  necessari  per  il  dimensionamento  dei  dispositivi  di
sicurezza. 
Nella relazione tecnica il progettista dovra', inoltre, stabilire  in
base alle condizioni di funzionamento  previste  per  l'impianto,  la
periodicita' di esecuzione delle analisi che l'utente  e'  tenuto  ad
effettuare sul prodotto, per controllare che non si siano  verificati
fenomeni di degrado del prodotto stesso. 
7.  Sistemi,  dispositivi  od  apparecchiature  diversi   da   quelli
contemplati nelle presenti  regole  possono  essere  ammessi  purche'
provvisti  di  adeguata  certificazione   rilasciata   da   organismi
riconosciuti nel Paese CEE di origine che attesti la conformita' alle
finalita' del presente decreto. 
                             Capitolo II 
                        D E F I N I Z I O N I 
1. Generatore di liquido surriscaldato. 
Apparecchio  costituito  da  un  generatore  a  fuoco  diretto  o   a
riscaldamento elettrico, oppure da uno scambiatore di calore, in  cui
vengano riscaldati liquidi di cui al punto 1.1. del cap. I. 
2. Sistema di espansione. 
Sistema costituito da  vaso  di  espansione,  tubo  di  espansione  e
relativi accessori, avente la funzione di consentire le variazioni di
volume del  liquido  in  relazione  alle  variazioni  di  temperature
previste ed  allo  stesso  tempo  di  mantenere  la  pressione  negli
apparecchi entro i limiti stabiliti. 
2.1. Vaso di espansione. 
Recipiente avente capacita' utile a contenere la completa  variazione
di volume del liquido. 
2.2. Tubo di espansione. 
Tubazione  o  parte  di  impianto  che  mette  in  comunicazione   il
generatore con il vaso di espansione. 
3. Dispositivi di sicurezza. 
Dispositivi, non azionati da energia esterna, destinati  a  garantire
che la  pressione  e/o  la  temperatura  non  superino  i  limiti  di
progetto. 
Limitatamente ai dispositivi  di  sicurezza  termici  di  blocco,  e'
consentito che gli  stessi  siano  azionati  da  energia  esterna,  a
condizione che in caso di mancanza di detta energia,  il  dispositivo
intervenga  automaticamente  in  modo  che  non  venga  superata   la
temperatura di progetto. 
3.1. Dispositivi di sicurezza ad azione positiva. 
Dispositivi come sopra, atti ad intervenire anche in caso  di  avaria
dell'elemento sensibile e/o dei suoi  collegamenti  con  l'organo  di
comando. 
3.2. Valvola di sicurezza. 
Valvola azionata dalla spinta sull'otturatore del fluido in pressione
che  ne  provoca  l'apertura  vincendo  la  reazione  di  una   forza
antagonista applicata sull'otturatore stesso cosi'  da  scaricare  la
quantita' di fluido atta ad impedire che sia  superata  la  pressione
prestabilita. La valvola deve richiudersi quando  venga  ripristinata
detta pressione entro lo scarto di chiusura ammesso. 
3.3. Disco di rottura. 
Dispositivo di sicurezza costituito da un disco, e relativo  elemento
di supporto,  che  si  rompe  ad  una  determinata  pressione  e,  al
contrario di una valvola di sicurezza,  mantiene  aperto  lo  scarico
dopo l'intervento. 
3.4. Guardia idraulica. 
Dispositivo di sicurezza a tenuta di liquido. 
3.5. Dispositivo termico di blocco dell'apporto di calore. 
Dispositivo di sicurezza ad azione positiva, autoazionato  ed  agente
su una valvola di intercettazione o un  interruttore  elettrico  (nel
caso di generatori a riscaldamento elettrico), che ha la funzione  di
interrompere automaticamente l'apporto di calore al generatore  o  al
recipiente, al raggiungimento del limite  prefissato  di  temperatura
del liquido surriscaldato, limite che in ogni caso  non  deve  essere
superiore alla temperatura di progetto; il ripristino dell'apporto di
calore deve avvenire solo con intervento manuale. 
Nel caso in cui il dispositivo sia azionato da energia  esterna  esso
e' dotato di una coppia di elementi sensibili ciascuno  in  grado  di
fare interrompere automaticamente l'apporto di calore al generatore o
al recipiente. 
4. Dispositivi di protezione. 
Dispositivi  destinati  a  prevenire  l'entrata   in   funzione   dei
dispositivi di sicurezza. 
4.1. Dispositivi di protezione ad azione positiva. 
Dispositivi di protezione il cui intervento si verifica non  soltanto
al raggiungimento di un determinato valore del parametro  controllato
ma anche in caso di guasto del sistema sensibile. 
4.2. Termostato di blocco. 
Dispositivo  che  ha  la  funzione  di  interrompere  automaticamente
l'apporto di  calore  al  generatore  al  raggiungimento  del  limite
prefissato di temperatura del liquido  surriscaldato;  il  ripristino
dell'apporto di calore deve avvenire solo con intervento manuale. 
4.3. Flussostato di blocco. 
Dispositivo  che  ha  la  funzione  di  interrompere  automaticamente
l'apporto di calore al  generatore  quando  la  portata  del  liquido
surriscaldato in circolazione scende sotto il  minimo  stabilito;  il
ripristino dell'apporto di calore deve avvenire solo  con  intervento
manuale. 
4.4. Livellostato di blocco. 
Dispositivo  che  ha  la  funzione  di  interrompere  automaticamente
l'apporto di calore al  generatore  nel  caso  in  cui  nel  vaso  di
espansione  il  livello  scenda  al  valore  minimo   stabilito;   il
ripristino dell'apporto di calore deve avvenire solo  con  intervento
manuale. 
4.5. Pressostato di blocco. 
Dispositivo  che  ha  la  funzione  di  interrompere  automaticamente
l'apporto di calore al generatore al  raggiungimento  del  limite  di
pressione prefissato;  il  ripristino  dell'apporto  di  calore  deve
avvenire solo con intervento manuale. 
5. Mezzo di alimentazione. 
Apparecchiatura che ha la funzione di reintegrare 
le perdite di liquido e gli eventuali prelievi dall'impianto. 
6. Dispositivo indicatore. 
Dispositivo atto a consentire la  lettura  immediata  dei  valori  di
temperatura, pressione, livello. 
7. Sistema di circolazione. 
Sistema atto a trasferire all'esterno o dall'esterno  del  generatore
il liquido surriscaldato. 
8. Potenza termica nominale del generatore. 
Massima quantita' di  calore  dichiarata  dal  progettista  che  puo'
essere ceduta in modo  continuo  al  liquido  nell'unita'  di  tempo,
espressa in kW (kcal/h). 
9. Potenza termica nominale del focolare. 
Quantita' di calore sensibile che deve essere prodotta nell'unita' di
tempo nel focolare del generatore a fuoco  diretto,  espressa  in  kW
(kcal/h) e riferita al p.c.i.  convenzionale  del  combustibile,  per
conseguire la potenza termica nominale del generatore stesso. 
10. Recipiente di liquido surriscaldato. 
Recipiente contenente liquido surriscaldato  destinato  a  riscaldare
per via indiretta prodotti in elaborazione. 
11. Temperatura di ebollizione di una miscela di liquidi. 
La temperatura di ebollizione di una miscela  di  liquidi  si  assume
convenzionalmente pari alla temperatura corrispondente al 2% in  peso
di distillato. 
                            Capitolo III 
                        SISTEMA D'ESPANSIONE 
1. Ogni generatore deve essere in  comunicazione  non  intercettabile
con un sistema d'espansione, dimensionato dal  progettista  abilitato
in  base  al  volume  del  liquido  contenuto  nell'impianto  ed   al
coefficiente  di  espansione  corrispondente  alla   temperatura   di
progetto del generatore. Non sono ammessi vasi di espansione aperti. 
1.1. Nel caso in cui le pompe di circolazione  siano  interposte  fra
generatore e vaso di espansione, devono essere rispettate le seguenti
condizioni: 
  a) le pompe siano di tipo centrifugo; 
  b) vengano sigillati in posizione aperta, secondo le  procedure  di
cui al successivo punto 1.2., gli organi di intercettazione di una  o
piu' pompe le cui  bocche  dovranno  avere  sezione  complessiva  non
inferiore a quella di calcolo del tubo di espansione; 
  c) non siano interposte valvole di non ritorno. 
1.2. Eventuali  valvole  di  intercettazione  non  devono  comportare
restringimenti di sezione rispetto alla sezione di calcolo  del  tubo
di espansione e devono  essere  piombate  in  posizione  di  completa
apertura  dall'organismo  di  controllo,  al  quale  dovranno  essere
segnalate  tempestivamente  le   manovre   che   abbiano   comportato
manomissioni della piombatura. Alla ditta utente e' fatto  carico  di
tenere un apposito registro per l'annotazione di ogni  operazione  di
piombatura o spiombatura delle predette valvole. 
1.3. Negli impianti con generatori in batteria  un  solo  sistema  di
espansione puo' essere comune a tutti i generatori. 
1.4. Nel dimensionamento del tubo di espansione si deve tenere  conto
della potenza termica del (dei) generatore, delle sue caratteristiche
geometriche, del coefficiente di dilatazione termica  e  delle  altre
caratteristiche fisiche del liquido surriscaldato. 
Il diametro interno del tubo di espansione deve comunque  essere  non
inferiore a 25 mm. 
1.5. Il vaso d'espansione deve essere  munito  di  un  indicatore  di
livello con segno di minimo. 
1.6. Il vaso deve essere costruito, installato e dotato di  accessori
in conformita' alle norme vigenti sugli apparecchi a pressione. 
Gli accessori di sicurezza devono essere installati sul lato gas. Per
pressioni di progetto  non  superiori  a  1  bar  e'  ammesso,  quale
dispositivo di sicurezza, la guardia idraulica purche' il liquido  di
tenuta sia compatibile con il liquido contenuto nell'impianto  e  sia
protetto dal gelo e,  inoltre,  il  diametro  interno  del  tubo  del
dispositivo sia non inferiore a 25 mm. 
                             Capitolo IV 
                      DISPOSITIVI DI SICUREZZA 
1. Valvole di sicurezza. 
1.1. Ogni generatore e recipiente di liquido surriscaldato,  salvo  i
recipienti previsti dall'ultimo comma  dell'art.  1  del  decreto  1'
dicembre 1975, deve essere dotato di almeno una valvola di  sicurezza
avente le seguenti caratteristiche. 
1.2. Le valvole di sicurezza devono essere costruite, dimensionate ed
installate in conformita' alle  specificazioni  tecniche  applicative
del decreto ministeriale 21 maggio 1974 (Gazzetta  Ufficiale  n.  179
del 10 luglio 1974), salvo quanto appresso specificato. In ogni  caso
il diametro  minimo  dell'orifizio  delle  valvole  deve  essere  non
inferiore a 15 mm. 
1.3. Le valvole devono essere di tipo omologato e dichiarate  idonee,
da parte del  fabbricante  delle  valvole,  a  scaricare  il  liquido
surriscaldato previsto o, nel caso di impianti esistenti, dal tecnico
abilitato. 
1.4. Le valvole di sicurezza devono  essere  installate  direttamente
sulla parte superiore del generatore oppure sulla  mandata,  il  piu'
vicino possibile all'attacco del generatore stesso, senza  organi  di
intercettazione. 
E' ammessa l'installazione della valvola di  sicurezza  sul  vaso  di
espansione quando tra generatore e vaso di  espansione  non  vi  sono
organi di intercettazione o interposizione di pompe e  sempreche'  le
tubazioni di collegamento fra generatore e vaso di  espansione  siano
adeguatamente dimensionate per la portata massima da  scaricare.  Per
eventuali organi di intercettazione installati  a  monte  e  a  valle
delle valvole di sicurezza vale quanto prescritto  dall'art.  22  del
decreto ministeriale  21  maggio  1974  e  dalla  relativa  specifica
tecnica applicativa. 
1.5. Le valvole di sicurezza devono essere  del  tipo  con  coperchio
chiuso e prive di leve di sollevamento; l'eventuale  foro  di  sfiato
deve scaricare in posizione di sicurezza. 
1.6. Nel caso in cui le caratteristiche del  liquido  siano  tali  da
pregiudicare il regolare funzionamento  delle  valvole,  deve  essere
prevista l'installazione di un disco di rottura a monte. 
1.7. Le valvole di sicurezza, nel caso siano sprovviste di  disco  di
rottura a monte, devono essere, a cura dell'utente,  smontate  almeno
una volta all'anno, per la loro manutenzione e taratura. In ogni caso
la taratura delle valvole di sicurezza  deve  essere  effettuata,  in
presenza dell'organo di controllo, con cadenza biennale. 
2. Dischi di rottura. 
2.1. I dischi di rottura devono  essere  di  tipo  omologato  tenendo
conto anche della temperatura di impiego ed installati in conformita'
alle specificazioni del decreto ministeriale 21 maggio 1974,  nonche'
dimensionati con i criteri previsti per le valvole di sicurezza. 
3. Scarico dei dispositivi di sicurezza. 
Gli scarichi dei dispositivi di sicurezza devono  essere  convogliati
in modo da non arrecare danno alle persone ed il  convogliamento  non
deve  pregiudicare  il  regolare  funzionamento  del  dispositivo  di
sicurezza. 
Dette  condizioni  devono  essere  esplicitamente  dichiarate   nella
relazione tecnica di cui al cap. I, punto 6. 
4. Dispositivo termico di blocco dell'apporto di calore. 
4.1. Ogni generatore la cui temperatura di progetto  e'  inferiore  a
quella di ebollizione del liquido corrispondente  alla  pressione  di
progetto, o per il quale viene indicata la  sola  temperatura  limite
superiore di utilizzazione del  liquido  surriscaldato,  deve  essere
dotato di un  dispositivo  di  sicurezza  termico  omologato  atto  a
bloccare l'apporto di calore  al  generatore.  Esso  deve  essere  ad
azione positiva e riarmo manuale. 
L'elemento  sensibile  alla  temperatura,  ovvero  i   due   elementi
sensibili alla  temperatura,  in  caso  di  dispositivi  azionati  da
energia esterna, devono agire: 
- su una valvola d'intercettazione del combustibile, nel caso di 
   generatori a fuoco diretto; nel caso  di  alimentazione  con  piu'
   tipi di combustibile, la  valvola  d'intercettazione  deve  essere
   prevista per ogni combustibile; 
- su un interruttore dell'energia elettrica di alimentazione, nel 
   caso di generatori a riscaldamento elettrico; 
- su una valvola d'intercettazione del fluido primario, nel caso di 
   generatori costituiti da scambiatori di calore. 
4.2. Ogni recipiente la cui temperatura di progetto  e'  inferiore  a
quella  di  progetto  del  generatore  da  cui  riceve   il   liquido
surriscaldato,  deve  essere  protetto  dal  dispositivo  di  cui  al
precedente punto 4.1., avente la valvola d'intercettazione installata
sulla tubazione d'ingresso del liquido surriscaldato. 
La presente disposizione non si applica ai vasi di espansione, per  i
quali la temperatura di progetto non deve essere inferiore  a  quella
di ebollizione,  corrispondente  alla  pressione  di  taratura  della
relativa valvola di sicurezza. 
4.3. Gli elementi sensibili del dispositivo termico di blocco  devono
essere installati: 
- per i generatori, sui generatori o immediatamente all'uscita di 
   essi, in ogni caso a monte di eventuali organi d'intercettazione; 
- per i recipienti, sulla tubazione d'ingresso del liquido 
   surriscaldato. 
                             Capitolo V 
                      DISPOSITIVI DI PROTEZIONE 
1. Ogni  generatore  di  liquidi  surriscaldati  a  fuoco  diretto  o
riscaldamento elettrico deve essere dotato dei  seguenti  dispositivi
di protezione: 
  - un termostato di blocco indipendente da quello eventualmente 
   incluso nel termostato di regolazione; 
  - un livellostato di blocco al vaso di espansione; 
  - un flussostato di blocco; 
  - un pressostato di blocco. 
2. I dispositivi di protezione comportano: 
  - un elemento sensibile alla grandezza da controllare; 
  - un organo di comando che trasmette le variazioni rilevate 
   dall'elemento sensibile all'organo finale di controllo; 
  - un organo finale di controllo che interviene sulle grandezze da 
   controllare. 
  Nel caso di generatori alimentati da  piu'  tipi  di  combustibile,
tali organi finali di  controllo  devono  essere  previsti  per  ogni
combustibile. 
Gli organi di  comando  dei  dispositivi  di  protezione  di  cui  al
precedente punto 1 devono  operare  su  almeno  due  distinti  organi
finali  di  controllo.  In  ogni  caso,  i  diversi  dispositivi  che
controllano la stessa grandezza (pressione, temperatura, livello) non
devono operare su un solo organo di controllo. 
Nel caso di bruciatori alimentati con circuiti elettrici monofase, e'
ammesso il collegamento in serie dei termostati di regolazione  e  di
blocco  e  del  pressostato  di  blocco,  purche'  detti  dispositivi
interrompano direttamente il circuito elettrico e  svolgano  pertanto
contemporaneamente la funzione di organo di comando e controllo. 
Nel  caso  dei  generatori  a  riscaldamento  elettrico,  l'eventuale
mancanza  dell'energia  elettrica  ai  sistemi  di  protezione,  deve
comportare  l'automatico  distacco  dell'alimentazione   di   energia
elettrica al generatore. 
3. Generatori costituiti da scambiatori di calore. 
3.1.  I  generatori  costituiti  da  scambiatori  di  calore   aventi
pressioni e temperature di progetto del secondario  non  inferiori  a
quelle del primario devono essere dotati almeno di un flussostato  di
blocco. 
3.2. Gli scambiatori che  non  ricadano  nel  precedente  punto  3.1.
dovranno essere dotati di almeno: 
- un termostato di blocco; 
- un pressostato di blocco; 
- un flussostato di blocco. 
3.3.  Tutti  i  dispositivi  devono  operare  su   una   valvola   di
intercettazione del fluido primario indifferentemente sulla tubazione
d'ingresso o su quella di uscita dello scambiatore. 
4. L'intervento dei dispositivi di protezione deve  essere  segnalato
mediante allarme acustico e segnalazione luminosa. 
                             Capitolo VI 
                      DISPOSITIVI DI CONTROLLO 
1. Indicatori di pressione (manometri). 
1.1. Ogni generatore deve essere munito di un indicatore di pressione
con scala graduata  in  bar  sulla  quale  sia  indicata,  con  segno
facilmente visibile,  la  pressione  di  taratura  delle  valvole  di
sicurezza. Il fondo scala degli indicatori di pressione  deve  essere
compreso tra 1,25 e 2 volte la pressione di taratura delle valvole di
sicurezza. 
1.2. Il controllo dell'indicatore di pressione puo' essere effettuato
sull'impianto o su un banco appositamente attrezzato. 
Per il  controllo  sull'impianto  deve  essere  previsto  un  attacco
filettato da 1/2" gas. 
La differenza tra la lettura dell'indicatore di  pressione  e  quella
dello strumento di controllo non puo' discostarsi  oltre  il  3%  del
valore di fondo scala dell'indicatore di pressione. 
2. Indicatori di temperatura (termometri). 
2.1.  Ogni  generatore  deve  essere  munito  di  un  indicatore   di
temperatura  con  scala  graduata  in  ›C,  immerso  nel   fluido   o
direttamente  o  in  un  pozzetto  ed  installato  sul  generatore  o
immediatamente all'uscita di esso, in ogni caso a monte di  eventuali
organi di intercettazione. 
In prossimita' dell'indicatore di temperatura deve essere previsto un
pozzetto del diametro di 10 mm per l'applicazione dello strumento  di
controllo. 
2.2. Il fondo scala  degli  indicatori  di  temperatura  deve  essere
compreso  fra  1,1  e  1,5   volte   la   temperatura   di   progetto
dell'apparecchio a pressione. 
2.3. La differenza tra la lettura dell'indicatore  di  temperatura  e
quella dello strumento di controllo non puo' superare (Piu'  o  Meno)
1% del valore di fondo scala. 
3. Indicatore di livello. 
3.1. L'indicatore di livello sul vaso di espansione di  cui  al  cap.
III, punto 1.5. puo' essere anche del tipo a indicazione riportata. 
                            Capitolo VII 
                       APPARECCHIATURE DIVERSE 
1. Mezzi di alimentazione. 
1.1.  Ogni  generatore  deve  essere  provvisto  di   un   mezzo   di
alimentazione  del  liquido  avente  prevalenza  e  portata  tali  da
assicurare  il  completo   reintegro   delle   perdite   di   liquido
dell'impianto. 
Nel caso di piu' generatori ubicati nella stessa centrale termica che
alimentano  uno  stesso  impianto  e'  ammesso  un  unico  mezzo   di
alimentazione. 
1.2. Sulla tubazione  di  alimentazione  deve  essere  applicata  una
valvola automatica di non ritorno. 
Tra il generatore stesso e la valvola di non ritorno va inserita  una
valvola di intercettazione. 
2. Sistemi di circolazione. 
2.1. La circolazione del liquido surriscaldato deve essere assicurata
da un sistema costituito da almeno due pompe di cui una costantemente
di riserva, fatta eccezione per gli scambiatori di cui al punto  3.1.
del capitolo V per i quali e' ammessa l'installazione sul  secondario
di una sola pompa. 
Nel caso in cui la  portata  sia  ripartita  su  due  pompe,  occorre
prevedere una terza pompa, usata  come  riserva,  che  abbia  portata
almeno pari alla maggiore delle due pompe in servizio. 
2.2. Il flussostato di blocco deve interrompere l'apporto  di  calore
nel caso di arresto della circolazione o di diminuzione della portata
sotto un minimo prestabilito. 
2.3. A monte del sistema di circolazione deve  essere  installato  un
filtro di caratteristiche adeguate al tipo di  liquido  surriscaldato
impiegato. 
2.4. Guarnizioni. 
Le guarnizioni, i premistoppa e gli altri  organi  di  tenuta  devono
avere caratteristiche di idoneita'  in  relazione  al  tipo  ed  alle
caratteristiche di pressione e temperatura del liquido  surriscaldato
impiegato. 
2.5. Le pompe di circolazione devono  essere  mantenute  in  funzione
mediante  opportuno  dispositivo  temporizzatore,  fintanto  che   la
temperatura  del  liquido  non  scenda  al  di  sotto  di  un  limite
prestabilito, quando,  per  qualsiasi  motivo,  venga  interrotto  il
funzionamento dell'impianto. 
La  presente  prescrizione  non  si  applica  nel  caso  in  cui   il
progettista verifichi e dichiari nella relazione tecnica che le  tem-
perature delle singole membrature non possono superare in alcun caso,
per  azione  del  calore  irradiato  dalla  muratura,   la   relativa
temperatura di progetto. 
3. Serbatoio di raccolta. 
L'impianto deve essere dotato di  un  serbatoio  di  raccolta  avente
capacita' atta a consentire lo svuotamento dell'impianto stesso. 
 
          Note:
          Nota al capitolo I, punto 1, dell'allegato:
          - Per il D.M. 1' dicembre 1985 si veda nelle premesse al
          presente decreto.
          Nota al capitolo IV, punto 2.1, dell'allegato:
          -  Il  D.M.  21  maggio  1974,  pubblicato nella Gazzetta
          Ufficiale  n.    179  del  10  luglio  1974,  reca:  "Norme
          integrative  del  regolamento  approvato con R.D. 12 maggio
          1927, n.  824,  e  disposizioni  per  l'esonero  da  alcune
          verifiche   e   prove   stabilite   per  gli  apparecchi  a
          pressione".