(Allegato IV)
                             ALLEGATO IV 
 
         LINEE DIRETTRICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI ADDITIVI 
                  NELL'ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI 
                       CONSIDERAZIONI GENERALI 
 
   Le presenti linee  direttrici  rappresentanto  una  guida  per  la
costituzione dei fascicoli  concernenti  le  sostanze  potenzialmente
ammissibili come additivi negli alimenti per animali. Tali  fascicoli
devono permettere di valutare gli additivi in  base  alle  conoscenze
del  momento  e  di  accertare  che  essi  rispondano   ai   principi
fondamentali  cui  e'  subordinata  la  loro  ammissione,   a   norma
dell'articolo 9  del  presente  regolamento  relativo  agli  additivi
nell'alimentazione degli animali. 
   Tutti gli studi indicati in questo documento concernente le  linee
direttrici e, se del caso, anche informazioni supplementari  potranno
essere richiesti. 
   In linea di massima, dovranno  esere  forniti  i  risultati  degli
studi intesi a stabilire l'identita', le condizioni  di  impiego,  le
proprieta' fisico-chimiche,  i  metodi  di  controllo  e  l'efficacia
dell'additivo nonche' il suo metabolismo e i suoi effetti biologici e
tossicologici sulle  specie  bersaglio.  Gli  studi  necesssari  alla
valutazione  dei  rischi  per  la  salute  umana  e  per   l'ambiente
dipenderanno  essenzialmente  dalla  natura  dell'additivo  e   dalle
circostanze del suo impiego.  Sotto  questo  profilo,  non  prevarra'
alcuna regola rigorosa. 
   Non sarebbe sempre giustificato sottoporre gli additivi  destinati
esclusivamente agli alimenti per animali domestici ad un complesso di
prove  sulla  tossicita'  cronica,  sulle  proprieta'  mutageniche  e
cancerogene  quanto  quelle  imposte  per  gli   additivi   destinati
all'alimentazione degli animali da reddito, i  cui  prodotti  vengono
consumati dall'uomo. 
   Per  determinare   la   tossicita'   cronica   sono   generalmente
sufficienti studi della durata di un anno effettuati  su  due  specie
bersaglio oppure su una specie bersaglio e il  ratto.  In  genere  si
puo' fare a meno di procedere a studi sulle proprieta' mutageniche  e
cancerogene quando non vi sia alcuna indicazione di mutazioni in base
alla composizione chimica alle esperienze nell'utilizzazione o altro. 
Si puo' rinunciare a determinare i residui  nel  caso  degli  animali
familiari. 
   E'   di   fondamentale   importanza   conoscere   il   metabolismo
dell'additivo nell'organismo  degli  animali  da  reddito  nonche'  i
residui e  la  relativa  biodisponibilita'.  Questa  conoscenza  deve
consentire di stabilire  in  special  modo  la  portata  degli  studi
tossicologici da effettuare sugli animali da laboratorio al  fine  di
valutare gli eventuali rischi per il consumatore. Questa  valutazione
non potra' in alcun caso basarsi su dati limitati all'azione  diretta
dell'additivo sull'animale da laboratorio. Questi non permetterebbero
di ottenere alcuna informazione specifica  sugli  effetti  reali  dei
residui  derivanti  dal  metabolismo  nelle  specie  alle  quali   e'
destinato l'additivo. 
   Qualsiasi richiesta di ammissione di un additivo  o  di  un  nuovo
impiego di un additivo dovra' essere accompagnata da un fascicolo nel
quale  devono   figurare   relazioni   paticolareggiate,   presentate
nell'ordine e secondo la numerazione proposta  nelle  presenti  linee
direttrici. La mancanza nel fascicolo di uno  qualsiasi  degli  esami
previsti dovra' essere motivata. Le pubblicazioni citate a titolo  di
riferimento saranno allegate al fascicolo. Le  relazioni  concernenti
le sperimentazioni devono includere  il  programma  e  il  numero  di
riferimento della sperimentazione, la  descrizione  particolareggiata
delle prove, i loro risultati ed effetti nonche' il nome  l'indirizzo
e la firma del responsabile dello studio. Le relazioni devono  essere
corredate di una dichiarazione del responsabile per le  buone  prassi
di laboratorio relativa all'osservanza di queste ultime. 
   Per   la   determinazione   delle   proprieta'    fisico-chimiche,
tossicologiche ed  ecotossicologiche  dovranno  essere  utilizzati  i
metodi stabiliti dal decreto  ministeriale  3  dicembre  1985  e  dal
decreto del Presidente della Repubblica  20  febbraio  1988,  n.  141
concernente  il  ravvicinamento   delle   disposizioni   legislative,
regolamentari  ed  amministrative  relative   alla   classificazione,
all'imballaggio e  all'etichettatura  delle  sostanze  pericolose,  o
altri   metodi   internazionalmente   riconosciuti   negli   ambienti
scientifici. L'impiego di altri metodi dovra' essere giustificato. 
   In ogni fascicolo figurera' un riassunto  adeguato.  Ai  fascicoli
concernenti gli antibiotici, i coccidiostatici e  le  altre  sostanze
medicamentose nonche' a quelli relativi ai fattori di crescita, sara'
inoltre necessario allegare una monografia conforme  al  modello  che
figura nel  capitolo  V  e  tale  da  consentire  di  identificare  e
caratterizzare l'additivo considerato dalla sua composizione, dal suo
grado di purezza  nonche'  dalle  sue  proprieta'  fisico-chimiche  e
biologiche. 
   Nel presente documento  il  termine  "additivo"  si  riferisce  ai
principi attivi o alle preparazioni contenenti principi attivi, nello
stato in cui questi ultimi saranno  incorporati  nelle  premiscele  e
negli alimenti per animali. 
   Qualsiasi  modifica  nel  procedimento  di  fabbricazione,   nella
composizione di un additivo, nelle condizioni e nei settori d'impiego
del  medesimo  dovra'  essere  notificata  in   tempo   debito   alla
Commissione dallo Stato membro che le  ha  presentato  il  fascicolo.
Potra'   inoltre   essere   richiesta   la   presentazione   di   una
documentazione idonea ad una  nuova  valutazione.  Queste  condizioni
dovranno essere rispettate in special modo per i prodotti ricavati da
microrganismi di cui sia stato modificato il patrimonio genetico o da
mutanti naturali. 
 
                             CAPITOLO I 
                  RIEPILOGO DEI DATI DEL FASCICOLO 
 
                             CAPITOLO II 
   IDENTITA', CARATTERISTICHE E CONDIZIONI D'IMPIEGO DELL'ADDITIVO 
                         METODI DI CONTROLLO 
 
1. Identita' dell'additivo. 
1.1. Denominazioni commerciali previste per la commercializzazione. 
1.2. Tipo di additivo in base all'azione principale (ad esempio 
       antibiotico, coccidiostatico,  istomonostatico,  conservativo,
ecc.). 
1.3. Stato fisico, dimensione delle particelle. 
1.4. Composizione qualitativa e quantitativa (principio attivo, 
       altri componenti, impurita'). 
1.5. Procedimento di fabbricazione. Eventuali trattamenti 
       specifici. 
2. Specificazioni concernenti il principio attivo. 
2.1. Denominazione generica, denominazione chimica secondo la 
       nomenclatura UICPA, altre denominazioni generiche e 
       abbreviazioni. Numero CAS  (Chemical  Abstracts  Service  Num-
ber). 
 2.2. Formula grezza e formula di struttura, peso molecolare. Se si 
       tratta di prodotti di fermentazione, composizione  qualitativa
e quantitativa dei principali elementi. 
2.3. Grado di purezza. Composizione qualitativa e quantitativa 
       delle impurita'. 
2.4. Proprieta' elettrostatiche, punto di fusione, punto di 
       ebollizione, temperatura di decomposizione, densita', tensione 
       di vapore, solubilita' nell'acqua e nei solventi organici, 
       spettri  di  massa  e  di  assorbimento  e   qualsiasi   altra
proprieta' fisica pertinente. 
2.5. Procedimenti di fabbricazione e di purificazione. Variazioni 
       della composizione delle partite nel corso della produzione. 
       NB: Se il principio attivo e' una miscela di componenti 
       attivi, ciascuno dei componenti principali definibile 
       chimicamente sara' descritto separatamente.  Saranno  altresi'
indicate le rispettive percentuali nella miscela. 
3. Proprieta' fisico-chimiche e tecnologie dell'additivo. 
3.1. Stabilita' rispetto agli agenti atmosferici (luce, 
       temperatura, umidita', ossigeno, ecc.). 
3.2. Stabilita' durante la preparazione delle premiscele e degli 
       alimenti, in particolare stabilita' nei confronti del calore, 
       della  pressione  e  dell'umidita'.  Eventuali   prodotti   di
decomposizione. 
3.3. Stabilita' durante la conservazione delle premiscele e degli 
       alimenti (durata di conservazione). 
3.4. Altre proprieta' fisico-chimiche e tecnologiche appropriate, 
       in particolare attitudine all'omogeneizzazione nelle 
       premiscele  e  negli  alimenti,   proprieta'   relative   alla
formazione di polveri. 
3.5. Interazioni fisico-chimiche (incompatibilita' con gli 
       alimenti, altri additivi o medicamenti, ecc.). 
4. Condizioni di impiego dell'additivo. 
4.1. Impieghi previsti nel campo dell'alimentazione animale (specie o
       categoria  animale,  categoria  dell'alimento   per   animali,
       periodi   di   utilizzazione   e    di    sospensione    della
       somministrazione, ecc.). 
4.2. Controindicazioni. 
4.3. Concentrazioni previste nelle premiscele e negli alimenti 
       (tenori di principio attivo, in percentuale ponderale  per  le
premiscele, in mg/kg per gli alimenti). 
 4.4. Altri impieghi noti del principio attivo o della preparazione 
       (nelle derrate alimentari, in medicina umana o veterinaria, in 
       agricoltura, ecc.). Per ogni impiego occorre indicare le 
       denominazioni    commerciali,    le    indicazioni    e     le
controindicazioni del prodotto. 
4.5. Se necessario, misure di prevenzione dai rischi e mezzi di 
       protezione nella produzione e nella manipolazione. 
5. Metodi di controllo. 
5.1. Descrizione dei metodi utilizzati per stabilire i criteri 
       enunciati nei punti 1.4, 2.3, 2.4, 3.1, 3.2, 3.3, 3.4 e 4.3. 
5.2. Descrizione dei metodi di analisi qualitativa e quantitativa 
       destinati   al   controllo   ordinario   dell'additivo   nelle
premiscele e negli alimenti. 
5.3. Descrizione dei metodi di analisi qualitativa e quantitativa 
       destinati all'individuazione dei residui degli  obiettivi  nei
prodotti di origine animale. 
       NB: La descrizione di questi metodi sara' accompagnata da 
       indicazioni sui tassi di recupero, sulla specificita', la 
       sensibilita', le eventuali interferenze, i limiti di 
       rilevamento, la riproducibilita' e i metodi di prelievo dei 
       campioni. Dovranno  inoltre  essere  disponibili  campioni  di
riferimento del preparato e del principio attivo. 
 
                            CAPITOLO III 
             STUDI CONCERNENTI L'EFFICACIA DELL'ADDITIVO 
 
1. Studi concernenti il miglioramento della qualita' degli 
       alimenti per animali. 
       Questi studi riguardano gli additivi tecnologici come, ad 
       esempio, gli antiossidanti, i conservativi, gli emulsionanti, 
       i gelificanti, ecc., che sono destinati a migliorare la 
       qualita' delle premiscele e degli alimenti  per  animali  o  a
prolungare la durata di conservazione. 
       Sara' opportuno sottolineare gli effetti ricercati con l'uso 
       dell'additivo mediante criteri appositi, confrontando gli 
       alimenti integrati nelle condizioni di impiego previste con 
       alimenti  di  riferimento  e,  se  necessario,  con   alimenti
contenenti additivi tecnologici la cui efficacia e' nota. 
       Per ogni studio occorrera' indicare la natura esatta del 
       principio attivo, delle preparazioni, delle premiscele e degli 
       alimenti esaminati, il numero di riferimento delle partite, la 
       concentrazione di principio attivo nelle premiscele e negli 
       alimenti, le condizioni delle prove (temperatura, umidita', 
       ecc.), le date e la durata delle prove nonche' gli effetti 
       sfavorevoli e altri inconvenienti riscontrati nel corso  delle
prove. 
2. Studi concernenti gli effetti sui prodotti animali. 
       Questi studi riguardano gli additivi zootecnici, cioe' gli 
       antibiotici, i fattori di crescita, i coccidiostatici e altre 
       sostanza medicamentose, ecc., che hanno effetti diretti sui 
       prodotti animali. Gli studi indicati qui di seguito verranno 
       effettuati su ciascuna specie bersaglio facendo un raffronto 
       con gruppi di animali di riferimento e, se del caso, con 
       gruppi di animali che ricevono alimenti contenenti additivi la
cui efficacia e' nota. 
2.1. Per gli antibiotici e i fattori di crescita, studio degli 
       effetti dell'additivo sull'efficacia alimentare, sulla 
       crescita degli animali e sulla resa delle produzioni  animali.
Determinazione dei raporti dosi/effetti. 
2.2. Per i coccidiostatici e le altre sostanze medicamentose 
       bisognerebbe dare importanza in primo luogo all'accertamento 
       degli effetti specifici, soprattutto il potere profilattico 
       (per esempio morbilita', numero delle oocisti, valutazioni 
       delle lesioni, ecc.). Dovrebbero essere fornite congiuntamente 
       informazioni concernenti gli effetti sull'assimilazione 
       dell'alimento, sulla crescita degli animali, nonche' sulla 
       quantita' e  qualita'  commerciale  dei  prodotti  di  origine
animale. 
2.3. Condizioni sperimentali. 
       Descrivere dettagliatamente e singolarmente le prove 
       effettuate. Il verbale dovra' consentire di effettuare 
       un'analisi statistica dei  risultati.  E'  necessario  fornire
indicazioni precise riguardanti: 
2.3.1. La specie, la razza, l'eta' e il sesso degli animali nonche' 
       il modo di identificazione dei medesimi. 
2.3.2. Il numero di gruppi sotto prova e di riferimento; il numero di
       animali di ciascun gruppo. Per entrambi i sessi dovra'  essere
       scelto un numero sufficiente di cavie per scopi statistici. 
2.3.3. La concentrazione dell'additivo negli alimenti ottenuta 
       mediante un'analisi di controllo. Il numero di riferimento 
       della partita utilizzata. Sul piano della tecnica 
       dell'alimentazione la composizione qualitativa e  quantitativa
della razione giornaliera. 
2.3.4. Il luogo delle prove, lo stato fisiologico e sanitario degli 
       animali e le diverse tecniche e condizioni di alimentazione  e
di allevamento secondo le pratiche in uso nella Comunita'. 
2.3.5. Le date e la durata esatta delle prove, le date degli esami 
       effettuati. 
2.3.6. Gli effetti sfavorevoli e altri inconvenienti manifestatisi 
       nel corso delle prove ed il momento della loro comparsa. 
3. Controlli della qualita' dei prodotti di origine animale. 
       Esame delle proprieta' organolettiche, fisiologico-alimentari, 
       igieniche e tecnologiche di prodotti commestibili di animali 
       ai  quali  e'  stato  somministrato  mangime  arricchito   con
l'additivo. 
 
                             CAPITOLO IV 
      STUDI CONCERNENTI LA SICUREZZA DELL'IMPIEGO DELL'ADDITIVO 
 
Gli studi elencati in questo capitolo sono destinati a valutare: 
   - la sicurezza dell'impiego dell'additivo per le specie bersaglio, 
   - i rischi per il consumatore che possono derivare dal consumo  di
prodotti alimentari contenenti residui dell'additivo, 
   - i rischi dovuti all'inalazione e  al  contatto  cutaneo  per  le
persone che devono manipolare l'additivo in quanto tale o incorporato
nelle premiscele o negli alimenti, 
   - i rischi di contaminazione dell'ambiente ad  opera  di  prodotti
provenienti dall'additivo, escreti dagli animali. 
Questi studi saranno obbligatori in tutto  o  in  parte  in  funzione
della natura dell'additivo e delle condizioni d'impiego proposte.  La
conoscenza del metabolismo del principio attivo  nelle  varie  specie
bersaglio nonche' della composizione e  della  biodisponibilita'  dei
residui tessutali del medesimo sara' di fondamentale  importanza  per
definire la portata degli studi sugli animali da laboratorio che sono
necessari per valutare i rischi per il consumatore. 
Peraltro, la conoscenza della composizione e delle proprieta' fisico-
chimiche e biologiche dei prodotti escreti provenienti  dall'additivo
sara' indispensabile per stabilire i limiti degli studi  destinati  a
valutare i rischi di contaminazione dell'ambiente. 
1. Studi sulle specie bersaglio. 
1.1. Studi tossicologici dell'additivo: 
       Prove di tolleranza. Studio degli effetti biologici, 
       tossicologici, macroscopici e istologici. Determinazione del 
       coefficiente di sicurezza (margine fra la dose massima 
       proposta e al dose che provoca effetti negativi). Qualora sia 
       dimostrato che la dose che provoca effetti negativi supera 
       ampiamente la  dose  massima  proposta,  del  coefficiente  si
protra' indicare un valore minimo o approssimativo. 
1.2. Studi microbiologici dell'additivo. 
1.2.1. Studio del campo d'azione microbiologico dell'additivo tramite
       accertamento della concentrazione minima di resistenza in spe-
       cie batteriche patogene e non patogene gram-negative  e  gram-
       positive. 
1.2.2. Studio della resistenza incrociata ad antibiotici terapeutici 
       tramite accertamento della concentrazione minima di resistenza 
       in mutanti prodotti in vitro aventi una resistenza cromosomica
al principio attivo. 
1.2.3. Studi volti ad accertare se l'additivo e' in grado di 
       selezionare fattori di resistenza. Questi studi vanno svolti 
       in condizioni naturali sulle specie animali cui l'additivo e' 
       in primo luogo destinato. Va inoltre accertato se i fattori di 
       resistenze  eventualmente  rilevati   hanno   una   resistenza
multipla e se sono trasferibili. 
1.2.4. Studi volti a rilevare l'effetto dell'additivo sulla normale 
       flora intestinale e sulla colonizzazione del tubo digerente  e
l'escrezione di microrganismi patogeni. 
1.2.5. Indagini sul campo volte ad accertare la percentuale di 
       batteri resistenti all'additivo. Questi studi vanno svolti 
       prima  e  durante  la   somministrazione   dell'additivo,   ad
intervalli abbastanza distanziati (controllo). 
 1.3. Studio del metabolismo e dei residui del principio attivo (1) 
       (2). 
1.3.1. Studio del bilancio metabolico: tasso di escrezione urinaria, 
       fecale e, se del  caso,  respiratoria  del  principio  attivo;
tassi residui nell'organismo. 
1.3.2. Studio del metabolismo: assorbimento, distribuzione, 
       biotrasformazione, eliminazione. Se del caso, dati relativi 
       all'escrezione   biliare,   all'esistenza    di    un    ciclo
enteropatico, all'influenza della cecotrofia. 
1.3.3. Studio analitico dei residui: composizione qualitativa e 
       quantitativa dei residui (principio attivo, metaboliti) nei 
       vari organi e tessuti dell'animale nonche' dei prodotti 
       commestibili provenienti dall'animale, dopo la prova 
       dell'equilibrio metabolico  e  nelle  condizioni  pratiche  di
impiego dell'additivo. 
1.3.4. Studio farmocinetico dei residui (dopo ingestione ripetuta 
       dell'additivo in base alle condizioni d'impiego proposte): 
       persistere del principio attivo e dei principali metaboliti 
       nei vari organi  e  tessuti  una  volta  eliminato  l'alimento
contenente l'additivo. 
1.3.5. Studio della biodisponibilita' dei residui nei tessuti e nelle
produzioni delle specie bersaglio (vedi punto 3.8.). 
1.3.6. Metodi di controllo: descrizione dei metodi di determinazione 
       qualitativa e quantitativa utilizzati negli studi richiesti ai 
       punti da 1.3.1. a 1.3.5., con indicazione dei tassi di 
       recupero, della specificita' e dei limiti di rilevamento. I 
       metodi di analisi dei residui devono essere sufficientemente 
       sensibili per consentire  di  rilevare  i  residui  a  livello
tossicologicamente trascurabili. 
2. Studio dei residui escreti. 
2.1. Natura e concentrazione dei residui derivati dall'additivo 
       (principio attivo, metaboliti) negli escrementi. 
2.2. Persistenza (durata di semi-vita) e cinetica di eliminazione  di
questi residui nei liquami, nei letami e nelle lettiere. 
2.3. Effetti sulla metanogenesi. 
 2.4. Degradazione, persistenza (durata di semi-vita) e cinetica di 
       eliminazione nei suoli (diversi tipi di suoli). 
2.5. Effetti sulla fauna del suolo e sui processi microbici di 
       trasformazione (decomposizione dei residui vegetali e animali,
trasformazioni dell'azoto, ecc.). 
2.6. Effetti sui vegetali terrestri (germinazione delle sementi, 
       crescita delle piante, assorbimento da parte della pianta, 
       ecc.). Questi studi vanno effettuati in serra e all'aperto  su
varie specie vegetali. 
2.7. Solubilita' e stabilita' nell'acqua dei prodotti derivati 
       dall'additivo (principio attivo, metaboliti). 
2.8. Effetti sulla vita acquatica. 
2.8.1. Effetti sulla flora (ad esempio, Chlorella). 
2.8.2. Tossicita' su invertebrati (ad esempio, Daphnia magna). 
2.8.3. Tossicita' sui pesci (almeno due specie scelte fra le specie 
       selvatiche viventi nel territorio della Comunita'). 
3. Studi su animali da laboratorio. 
       Questi studi dovranno essere effettuati sul principio attivo e 
       sui suoi principali metaboliti se questi ultimi sono pure 
       presenti nei prodotti alimentari di origine animale e se sono 
       biodisponibili. Nella misura del possibile si dovra' cercare 
       di scegliere animali da laboratorio che nei confronti 
       dell'additivo probabilmente  presentano  analogie  metaboliche
con l'uomo. 
Occorrera' fornire una descrizione esauriente delle prove  effettuate
precisando la  specie  ed  il  ceppo  degli  animali  utilizzati,  le
dimensioni ed il numero dei gruppi sottoposti alla sperimentazione  e
dei gruppi di riferimento, le  dosi  somministrate,  la  composizione
quantitativa e qualitativa del regime alimentare e i risultati  delle
analisi degli alimenti,  le  condizioni  di  allevamento,  la  durata
esatta delle prove, le date dell'esecuzione delle varie prove e della
mortalita'.  Gli  eventi   macroscopici   di   tipo   patologico   ed
istopatologico  osservati  negli  animali  sottoposti  alle  prove  e
l'indicazione  del  momento  dell'apparizione  di  tutte  le  lesioni
patologiche dovranno essere esposti in relazioni particolareggiate. 
Tutti i risutalti devono essere illustrati  in  modo  dettagliato  ed
essere accompagnati da una valutazione statistica. 
 
   (1) Gli studi di cui ai punti 1.3.1.,  1.3.2.,  1.3.4.,  e  1.3.5.
verranno eseguiti utilizzando, preferibilmente, molecole marcate.  La
marcatura deve essere adeguata all'obiettivo perseguito. 
   (2) Per i  prodotti  di  fermentazione,  questi  studi  dovrebbero
riguardare anche le sostanze affini al principio  attivo  e  ottenute
con il procedimento di produzione. 
 
3.1. Tossicita' acuta. 
3.1.1. Gli studi sulla tossicita' acuta per via orale dovranno essere
       effettuati su almeno due specie animali, una delle quali sara'
       preferibilmente il ratto. La dose massima non dovrebbe  super-
       are 2.000 mg/kg di peso corporeo. Saranno riferiti  gli  esiti
       di osservazioni particolareggiate sugli effetti biologici  nel
       corso di un periodo di almeno due settimane dopo l'ingestione.
       3.1.2. Saranno effettuati studi  sulla  tossicita'  acuta  per
       inalazione e sul potere irritante nei confronti della cute  e,
       se  necessario,   delle   mucose,   nonche'   sul   potenziale
       allergogeno procedendo a  prove  adeguate  che  consentano  di
       valutare gli eventuali rischi connessi  con  la  manipolazione
       dell'additivo. 
3.2. Mutagenesi. 
       Per identificare le sostanze attive o i relativi metaboliti 
       che hanno proprieta' mutagene, sara' opportuno effettuare una 
       serie di prove combinate e selettive di mutagenesi basate su 
       differenti meccanismi genetici. Queste prove dovranno essere 
       effettuate per  l'attivazione  metabolica  in  presenza  e  in
assenza di un preparato di microsomi di mammiferi. 
       Si raccomanda di procedere all'insieme delle seguenti prove: 
       a) prova di mutazione genetica in un sistema procariota, 
       b) prova di mutazione genetica in un sistema eucariota in 
       vitro o  prova  letale  recessiva  collegata  al  sesso  nella
Drosophila melanogaster, 
       c) prova concernente i danni cromosomici in vitro e in vivo. 
       La serie di indagini summenzionata non implica tuttavia che 
       altre prove, segnatamente prove in vivo, siano inadeguate o 
       che i risultati di altre ancora non possano essere considerati
come una soluzione alternativa. 
       Dovranno comunque essere indicati i motivi della scelta di una 
       determinata prova. Le prove dovranno essere effettuate 
       conformemente alle procedure comprovate vigenti. In funzione 
       dei risultati ottenuti e tenuto conto dello spettro di 
       tossicita' della sostanza nonche' dell'uso che si intende fare
della medesima, potranno essere opportuni ulteriori esami. 
3.3. Aspetti metabolici e farmacocinetici. 
       Occorrera' effettuare studi del bilancio metabolico e 
       procedere all'identificazione dei metaboliti utilizzando 
       molecole opportunamente contrassegnate e dopo somministrazione 
       di dosi singole e multiple del principio attivo per un 
       adeguato periodo di tempo. Gli studi del metabolismo devono 
       comprendere quelli sugli aspetti farmacocinetici del principio 
       attivo e dei principali metaboliti. Per la scelta delle specie 
       piu' adatta su cui effettuare le ricerche tossicologiche 
       ulteriori   si   terra'   conto   delle    differenze    nella
metabolizzazione del principio attivo tra le specie. 
3.4. Tossicita' a breve termine. 
       Come regola generale, queste prove verranno effettuate su due 
       specie animali, una delle quali sara' preferibilmente il 
       ratto. La seconda specie potra' essere, in taluni casi, una 
       specie bersaglio. La sostanza sara' somministrata per via 
       orale e si dovra' inoltre valutare la relazione dose-risposta. 
       La durata della prova effettuata con roditori dovra' essere di
almeno 90 giorni. 
       In taluni casi saranno auspicabili studi della durata di 6 
       mesi - 2 anni sul cane e su altri animali diversi dai 
       roditori, per stabilire la variazione di sensibilita'  di  di-
verse specie animali nei confronti della sostanza in causa. 
3.5. Tossicita' cronica o a lungo termine/potere concerogeno. 
       Gli studi sulla tossicita' cronica saranno effettuati su una 
       specie appartenente all'ordine dei roditori (preferibilmente 
       il ratto) mentre quelli sul potere cancerogeno saranno 
       effettuati di preferenza su due specie di roditori. La 
       sostanza sara' somministrata per via orale a differenti 
       dosaggi. E' inoltre possibile ricorrere a uno studio associato 
       sulla tossicita' cronica e sul potere cancerogeno con 
       esposizione in utero. La durata degli esperimenti sara' di 
       almeno due anni nel caso del ratto e di almeno 80 settimane 
       nel caso del topo. Se continuano oltre il termine previsto, 
       gli esperimenti saranno considerati conclusi quando il numero 
       di animali sopravvissuti di ciascun gruppo, fatta eccezione 
       per quello che ha ricevuto la dose piu' elevata, sara' ridotto 
       al 20%. Esami completi clinico-chimici, ematologici e delle 
       urine saranno effettuati ad intervalli appropriati nel corso 
       dell'esperimento. Dovranno inoltre essere effettuati completi 
       studi macroscopici e istologici su tutti gli animali morti 
       durante  la  sperimentazione  e  su  quelli  sopravvissuti  al
termine della medesima. 
3.6. Effetti sulla riproduzione. 
       Gli studi riguardanti la riproduzione saranno effettuati 
       preferibilmente sul ratto e si estenderanno su almeno due 
       generazioni in linea diretta; essi potranno essere associati a 
       studi di embriotossicita', ivi compresa la teratogenesi. 
       Particolare attenzione sara' accordata alla gestazione, alla 
       fecondita', alla fertilita', all'osservazione delle figliate 
       nel corso della loro evoluzione ed i risultati dovranno essere 
       registrati. Gli studi specifici sulla teratogenesi saranno 
       effettuati su almeno due specie adatte, una delle quali  sara'
il coniglio. 
3.7. Biodisponibilita'. 
       Per chiarire l'evoluzione dei residui del principio attivo 
       marcato presenti nei tessuti e nelle produzioni della specie 
       bersaglio, occorrera' effettuare uno studio di 
       biodisponibilita' comprendente almeno uno studio del bilancio 
       dei residui  dopo  l'ingestione  da  parte  degli  animali  da
laboratorio. 
3.8. Tossicologia dei metabolici. 
       E' richiesta una documentazione per poter calcolare la 
       concentrazione di residui quale base per una  valutazione  dei
rischi per l'uomo. 
       Devono essere presentati i dati relativi al calcolo dei  tempi
di attesa proposti. 
3.9. Altri studi appropriati. 
       Potra' essere presentato qualsiasi altro studio che fornisca 
       informazioni supplementari utili  ai  fini  della  valutazione
della sostanza in questione. 
 
                             CAPITOLO V 
                      MODELLO DI UNA MONOGRAFIA 
 
1. Identita' dell'additivo. 
1.1. Tipo di additivo in base all'azione principale (ad esempio 
       antibiotico,  coccidiostatico,  istomonostatico,  fattore   di
crescita, ecc.). 
1.2. Stato fisico, dimensione delle particelle. 
1.3. Composizione qualitativa e quantitativa (principio attivo, 
       altri componenti, impurita'). 
1.4. Eventuale trattamento specifico. 
2. Specificazioni inerenti al principio attivo. 
2.1. Denominazione generica, denominazione chimica secondo la 
       nomenclatura IUPAC, altre definizioni generiche e 
       abbreviazioni. Numero CAS  (Chemical  Abstracts  Service  Num-
ber). 
2.2. Formula grezza e formula di struttura, peso molecolare. Per 
       quanto concerne  i  prodotti  di  fermentazione,  composizione
qualitativa e quantitativa dei principali elementi. 
2.3. Grado di purezza. Composizione qualitativa e quantitativa 
       delle impurita'. 
2.4. Proprieta' fisiche rilevanti, in particolare proprieta' 
       elettrostatiche, punto di fusione, punto di ebollizione, 
       temperatura di decomposizione, densita', pressione di vapore, 
       solubilita' nell'acqua e nei  solventi  organici,  spettro  di
assorbimento, ecc. 
 NB: Se il principio attivo e'  una  miscela  di  componenti  attivi,
ciascuno dei  componenti  principali  definibile  chimicamente  sara'
descritto separatamente.  Saranno  altresi'  indicate  le  rispettive
percentuali nella miscela. 
3. Proprieta' fisico-chimiche e tecnologiche dell'additivo. 
3.1. Stabilita' rispetto agli agenti atmosferici (luce, 
       temperatura, umidita', ossigeno, ecc.). 
3.2. Stabilita' durante la preparazione delle premiscele e degli 
       alimenti, in particolare nei confronti del calore, della 
       pressione   e    dell'umidita'.    Eventuali    prodotti    di
decomposizione. 
3.3. Stabilita' durante la conservazione delle premiscele degli 
       alimenti (durata di conservazione). 
3.4. Altre proprieta' fisico-chimiche e tecnologiche appropriate, 
       in particolare attitudine all'omogeneizzazione nelle 
       premiscele  e  negli  alimenti,   proprieta'   relative   alla
formazione di polveri. 
3.5. Interazioni fisico-chimiche (incompatibilita' con alimenti, 
       altri additivi o medicinali, ecc.). 
4. Metodi di controllo. 
4.1. Descrizione dei metodi utilizzati per stabilire i criteri 
       enunciati nei punti 1.3., 2.3., 2.4., 3.1., 3.2., 3.3. e  3.4.
del presente capitolo. 
4.2. Descrizione dei metodi di analisi qualitativa e quantitativa 
       destinati all'individuazione dei residui  degli  additivi  nei
prodotti di origine animale. 
4.3. Se i metodi sopraddetti sono pubblicati e' sufficiente 
       indicare i riferimenti alla letteratura. 
5. Proprieta' biologiche dell'additivo. 
5.1. Per i coccidiostatici e altri medicinali, indicazione degli 
effetti profilattici (morbilita', numero delle oocisti,  ecc.).  5.2.
       Per gli antibiotici e i fattori di crescita, indicazione degli
       effetti  sull'assimilazione  degli  alimenti,  sulla  crescita
       degli  animali  e  sulla  qualita'  dei  prodotti  di  origine
       animale. 
5.3. Eventuali controindicazioni o avvertenze, comprese le 
       incompatibilita' biologiche con l'indicazione  delle  relative
giustificazioni. 
6. Indicazione della qualita' e della quantita' dei residui 
       eventuali nei prodotti di  origine  animale  nelle  condizioni
dell'impiego previsto. 
7. Altre caratteristiche rilevanti per l'identificazione 
       dell'additivo.