(all. 1 - art. 1)
                   Al Presidente della Repubblica
   Il consiglio  comunale  di  Partanna  (Trapani),  rinnovato  nelle
consultazioni  elettorali  del  29  maggio 1988, presenta fenomeni di
infiltrazione  della  criminalita'  orgnaizzata   che   compromettono
l'imparzialita'    dell'organo    elettivo,    il    buon   andamento
dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi.
   Invero, dal prefetto di Trapani, con relazione in  data  20  marzo
1993,  e'  stata  evidenziata  la  sussistenza  di  gravi  indizi  di
compromissione  dell'attivita'  amministrativa  dell'ente  locale,  a
causa  dei  condizionamenti  derivanti  dalle infiltrazioni dirette e
indirette della criminalita' organizzata  all'interno  dello  stesso,
emerse a seguito di recenti indagini, condotte dai competenti organi,
sulla mafia della Valle del Belice.
   Il  comune  di  Partanna  risulta  caratterizzato da un sistema di
immobilismo  politico-amministrativo,  particolarmente  legato   alla
presenza  per  oltre  un trentennio degli stessi rappresentanti nella
carica di sindaco e in quella  di  vice  sindaco.  E'  significativo,
altesi',  che  all'ex  sindaco,  sig.  Vincenzino  Culicchia,  che ha
ricoperto detta carica, salvo brevi  interruzioni,  dal  1962  al  16
giugno   1992,   allorche'   si   e'   dimesso  prima  da  sindaco  e
successivamente da consigliere comunale a seguito  di  gravi  vicende
giudiziarie   per   associazione   mafiosa,   omicidio  e  corruzione
continuata in concorso, sia subentrato un suo uomo  di  fiducia,  che
per lo stesso trentennio e' stato vice sindaco.
   Detta  circostanza  palesa  il permanere dell'influenza esercitata
sull'attivita'  dell'ente  locale  anche  tramnite  altri  assessori,
consiglieri    e   impiegati   assunti   e   sistemati   nei   gangli
dell'organizzazione comunale.
   Elemento  di  collegamento  tra  l'amministazione  comunale  e  la
criminalita' organizzata e' Rosario Cascio, imprenditore, personaggio
legato alle cosche della Valle del Belice, il quale si e' aggiudicato
numerosi   appalti   di   importo  plurimiliardario,  direttamente  o
indirettamente tramite imprese a lui facenti capo.
   I  piu'  rilevanti  sono  gli  appalti  relativi  ai   lavori   di
normalizzazione   e   di   approvvigionamento   della   rete   idrica
dell'abitato, finanziati per lire  dieci  miliardi,  quelli  relativi
alla   realizzazione   della   rete  fognante  e  degli  impianti  di
depurazione delle acque reflue, finanziati per  lire  otto  miliardi,
nonche'  quelli  relativi  ai  lavori di costruzione della sede degli
uffici giudiziari, finanziati per lire tre  miliardi  e  quattrocento
milioni.
   Il  Cascio  e'  stato fino a poco tempo addietro un personaggio di
spicco a Partanna, sia per le sue  amicizie  con  gli  amministratori
comunali, - e segnatamente, con l'ex sindaco -, sia, soprattutto, per
i  rapporti  di affari che lo legavano a Francesco Accardo, esponente
della omonima, famiglia mafiosa, con cui era in  societa'  in  alcune
attivita'  economiche.  Lo  stesso  Cascio  e'  stato arrestato il 17
febbraio 1992, in esecuzione di un'ordinanza di custodia  emessa  dal
G.I.P.  di  Palermo  per  associazione per delinquere di tipo mafioso
finalizzata  al  controllo   delle   attivita'   economiche   e   dei
finanziamenti pubblici in ambito regionale.
   Se  anche  la  penetrazione nel campo degli appalti pubblici delle
imprese del Cascio risulta favorita dall'uso di sistemi  intimidatori
nei  confronti  di altre imprese, ruolo determinante assume sempre la
decisione dell'amministrazione, che, nell'escludere  illegittimamente
altre  imprese,  si  appalesa  infiltrata  e  condizionata  da  forze
estranee, alle quali si piega.
   A delineare ulteriormente il quadro di inquinamento in  cui  versa
l'amministrazione  di Partanna concorre l'esistenza di procedimenti e
pregiudizi penali per vari reati contro la pubblica amministrazione a
carico di Antonino Passalacqua, attuale sindaco, e di numerosi  altri
assessori e consiglieri.
   Dall'analisi   dei   fatti  suesposti,  dalle  verifiche  e  dagli
accertamenti effettuati, emerge inconfutabilmente l'incapacita' degli
organi comunali di determinarsi liberamente, la devianza dei medesimi
dalla  osservanza  dei   princi'pi   di   legalita',   imparzialita',
trasparenza   e  buon  andamento  dell'amministrazione,  ed  il  loro
condizionamento  da  parte  della  criminalita'  organizzata  per  il
perseguimento dei fini contrastanti con l'interesse pubblico.
   Anche    lo   stato   dell'ordine   pubblico   appare   gravemente
pregiudicato,  come  testimoniano  gli  episodi  sopra  citati  e  la
sfiducia della popolazione nelle istituzioni e nelle leggi.
   Per  le  suesposte considerazioni si ritiene necessario provvedere
con  urgenza  ad  eliminare  ogni  deterioramento  ed   inquinamento,
presente  e  potenziale,  della  vita  amministrativa  e  democratica
dell'ente, mediante provvedimenti incisivi dello Stato  in  direzione
dell'amministrazione comunale di Partanna (Trapani).
   Il  prefetto  di  Trapani,  ai  sensi  dell'art.  1,  comma 2, del
decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con  modificazioni,
nella legge 22 luglio 1991, n. 221, ha dato l'avvio alla procedura di
scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Partanna  con  la  citata
relazione.
   Ritenuto per quanto esposto che ricorrono le  condizioni  indicate
nell'art.   1   del  decreto-legge  31  maggio  1991,  n.  164,  come
convertito, con modificazioni, nella legge 22 luglio  1991,  n.  221,
che  legittimano  lo  scioglimento del consiglio comunale di Partanna
(Trapani), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di
rigore.
    Roma, 7 aprile 1993
                                    Il Ministro dell'interno: MANCINO