(all. 1 - art. 1)
                   Al Presidente della Repubblica
   L'amministrazione comunale di  Cervino  (Caserta),  rinnovatasi  a
seguito  delle  consultazioni  elettorali  del  25  maggio  1990,  e'
caratterizzata da un clima di diffusa illegalita'.
   Invero, a seguito di accertamenti compiuti presso il predetto ente
locale, sono emerse gravi e reiterate violazioni di legge nelle  pro-
cedure  adottate,  negli  ultimi dieci anni, in materia di appalti di
opere pubbliche.
   In particolare, il numero delle imprese  invitate  alle  gare  per
l'affidamento  delle  predette  opere e' risultato sempre limitato e,
comunque, circoscritto in prevalenza a ditte della provincia mentre i
ribassi sui prezzi  a  base  d'asta  risultano,  in  generale,  molto
contenuti,  lasciando  trasparire  la  possibilita'  di  accordi  tra
imprese.
   Inoltre, le ditte aggiudicatarie, una volta ottenuto l'appalto del
primo lotto di un progetto, risultano aver ottenuto  sistematicamente
dal  comune l'appalto dei lavori relativi a lotti successivi mediante
trattativa privata, ai sensi dell'art. 12 della legge 3 gennaio 1978,
n. 1, che prescrive che i lavori del lotto precedente  devono  essere
ancora in corso.
   Le  indagini  condotte  hanno rilevato, infatti, che, con studiate
riprese e sospensioni  dei  lavori,  l'amministrazione  comunale,  la
direzione dei lavori e le imprese sono riuscite a fare in modo che il
lavoro  del lotto precedente fosse ancora in corso nel momento in cui
si rendeva disponibile il finanziamento per il lotto  successivo,  al
fine  di  ottenere,  mediante  trattativa  privata,  l'aggiudicazione
dell'appalto per l'esecuzione dei lotti successivi.
   E' avvenuto,  pertanto,  che  alcuni  lavori,  che  per  contratto
dovevano  durare pochi mesi, si sono, invece, protratti anche per due
o tre anni, mediante opportune sospensioni  e  riprese,  al  fine  di
soddisfare il requisito "di lotto precedente in corso".
   Vi sono, infine, lavori, in realta' ultimati, ma che, a livello di
documentazione, risultano ancora sospesi.
   Da   quanto  sopra  emerge  una  gestione  del  comune  totalmente
svincolata dal rispetto delle norme vigenti  e  non  improntata  alla
cura degli interessi della collettivita'.
   Si  ritiene,  pertanto,  che  il  permanere in carica del predetto
consiglio comunale sia di discredito alle istituzioni democratiche  e
potrebbe  avere  anche  gravi  riflessi  sul mantenimento dell'ordine
pubblico.
   A conferma della situazione di  palesi  violazioni  di  legge  che
caratterizzano la gestione amministrativa del comune di Cervino e' la
vicenda   giudiziaria  in  cui  e'  coinvolto  il  consigliere  Carlo
Piscitelli, che ricopre, altresi', la carica di sindaco dal 9  giugno
1990.
   Infatti,  il  predetto, in data 25 maggio 1993, e' stato tratto in
arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare  in  carcere
emessa  dal  G.I.P.  presso  il  tribunale  di S. Maria Capua Vetere,
sussistendo a suo carico gravi indizi di colpevolezza per il reato di
concussione.
   La vicenda, che ha visto coinvolto il Piscitelli,  e'  relativa  a
tangenti  richieste  dal  medesimo  per  la  realizzazione della rete
fognaria del comune.
   Il  prefetto  di  Caserta,  ritenendo essersi verificata l'ipotesi
prevista dall'art. 39, comma 1, lettera  a),  della  legge  8  giugno
1990,  n.  142,  ha  proposto, con relazione n. 2094/12B.7/GAB. del 5
maggio 1993, lo scioglimento del consiglio comunale di Cervino.
   Ritenuto, per  quanto  esposto  in  narrativa,  che  ricorrano  le
condizioni  indicate  dal  citato art. 39, comma 1, lettera a), della
legge 8 giugno 1990, n. 142,  che  legittimano  lo  scioglimento  del
consiglio  comunale di Cervino (Caserta), si formula rituale proposta
per l'adozione della misura di rigore.
   Mi onoro, pertanto, di sottoporre alla  firma  della  S.V.  Ill.ma
l'unito  schema di decreto con il quale si provvede allo scioglimento
del consiglio comunale  di  Cervino  (Caserta)  ed  alla  nomina  del
commissario  straordinario  per  la  provvisoria  gestione del comune
nella persona del dott. Alberto Cifelli.
    Roma, 21 giugno 1993
                                    Il Ministro dell'interno: MANCINO