ALLEGATO II INFORMAZIONI DA RIPORTARE NELLA NOTIFICA La notifica di una emissione deliberata di cui all'articolo 5 e per l'immissione sul mercato di cui all'articolo 11 deve contenere le informazioni sottoindicate. Non tutte le informazioni indicate sono necessariamente richieste per ogni caso; pertanto le singole notifiche conterranno soltanto le informazioni sui problemi specifici delle singole situazioni. In ogni caso, se non e' tecnicamente possibile o se non sembra necessario fornire un'informazione, deve esserne specificato il motivo. Le risposte a ciascun gruppo di informazioni richieste devono essere sufficientemente particolareggiate in rapporto alla natura e alla dimensione dell'emissione proposta. Il fascicolo deve contenere anche una descrizione dei metodi utilizzati o il riferimento a metodi standardizzati o internazionalmente riconosciuti, nonche' il nome dell'ente o degli enti responsabili dell'esecuzione degli studi. I. INFORMAZIONI GENERALI. A. Nome e indirizzo del notificante B. Informazione sul personale e sulla sua formazione: 1. Nome della o delle persone responsabili della progettazione ed esecuzione dell'emissione, comprese quelle responsabili della supervisione, del controllo e della sicurezza, in particolare nome e qualifiche del responsabile scientifico. 2. Informazione sulla formazione e sulle qualifiche del personale che interviene nel processo dell'emissione. II. INFORMAZIONI SULL'OGM. A. Caratteristiche: a) dell'organismo o degli organismi donatori; b) dell'organismo ricevente; c) (se del caso) dell'organismo o degli organismi parentali: 1. Nome scientifico. 2. Tassonomia. 3. Altri nomi (nome comune, nome del ceppo, della cultivar, ecc ..). 4. Marcatori fenotipici e genotipici. 5. Grado di correlazione (tassonomia) di parentela tra organismi donatore e ricevente o tra organismi parentali. 6. Descrizione delle tecniche di indentificazione e rilevazione. 7. Sensibilita', affidabilita' (in termini quantitativi) e specificita' delle tecniche di rilevazione e di identificazione. 8. Descrizione della distribuzione geografica e dell'habitat naturale dell'organismo, ivi comprese le informazioni sui predatori naturali, sulle prede, sui parassiti, sugli organismi in competizione e sui simbionti e ospiti. 9. Potenzialita' di trasferimento e di scambio genetico con altri organismi. 10. Verifica della stabilita' genetica dell'organismo e dei fattori che la influenzano. 11. Caratteristiche patologiche, ecologiche e fisiologiche: a) classificazione del rischio secondo le vigenti norme comunitarie per la protezione della salute dell'uomo e/o dell'ambiente; b) tempo di generazione negli ecosistemi naturali, ciclo riproduttivo sessuato o asessuato; c) informazioni sulla sopravvivenza, inclusa la stagionalita' e la capacita' di formare strutture di sopravvivenza, come: semi, spore e sclerozi; d) patogenicita': infettivita', tossicita', virulenza, allergenicita', attivita' come vettore di agenti patogeni, eventuali vettori, gamma di possibili ospiti ivi compresi gli organismi non bersaglio. Eventuale attivazione di virus latenti (provirus), capacita' di colonizzare altri organismi; e) resistenza agli antibiotici e potenziale uso di questi antibiotici nell'uomo e negli animali domestici per profilassi e terapia; f) coinvolgimento in processi naturali: produzione primaria, ricambio nutritivo, decomposizione di materia organica, respirazione, etc. 12. Natura dei vettori endogeni: a) sequenza; b) frequenza di mobilita'; c) specificita'; d) presenza di geni conferenti resistenza. 13. Storia di precedenti modificazioni genetiche. B. Caratteristiche del vettore: 1. Natura e fonte del vettore. 2. Sequenza di trasposoni, vettori e altri segmenti genetici non codificanti usati per costruire l'OGM, e a fare in modo che il vettore e l'inserto introdotti funzionino nell'OGM. 3. Frequenza di mobilita' del vettore inserito e/o capacita' di trasferimento genetico e metodi di determinazione. 4. Informazione sulla precisione con cui il vettore viene limitato al DNA richiesto per svolgere la funzione voluta. C. Caratteristiche dell'organismo modificato: 1. Informazioni relative alla modificazione genetica: a) Metodi per la modificazione. b) Metodi usati per costruire e introdurre lo o gli inserti nel ricevente o per eliminare una sequenza c) Descrizione dell'inserto e/o della costruzione del vettore. d) Assenza di sequenze incognite nell'inserto e informazioni sulla precisione con cui la sequenza inserita viene limitata al DNA richiesto per svolgere la funzione voluta. e) Sequenza, identita' funzionale e localizzazione del o dei segmenti di acido nucleico modificati/inseriti/eliminati, con particolare riferimento a sequenze nocive note. 2. Informazione sull'OGM finale: a) Descrizione dei caratteri genetici o fenotipici e, in particolare, di nuovi caratteri che possono o non possono manifestarsi. b) Struttura e quantita' di acido nucleico del vettore e/o donatore che rimane nella costruzione finale dell'organismo modificato. c) Stabilita' dell'organismo in termini di caratteri genetici. d) Ritmo e livello di espressione del nuovo materiale genetico. Metodo e sensibilita' della misurazione. e) Attivita' della (e) proteina (e) espressa (e). f) Descrizione del metodo di identificazione e delle tecniche di rilevazione, comprese le tecniche di identificazione e di rilevazione delle sequenze dei vettori inseriti. g) Sensibilita', affidabilita' (in termini quantitativi) e specificita' delle tecniche di rilevazione e identificazione. h) Storia delle precedenti emissioni o utilizzazioni dell'OGM. i) Considerazioni sanitarie: 1) effetti tossici o allergenici di OGM non vitali e/o dei loro prodotti metabolici; 2) pericolosita' dei prodotti; 3) confronto dell'organismo modificato con l'organismo donatore, ricevente o (se del caso) parentale, per quanto riguarda la patogenicita'; 4) capacita' di colonizzazione; 5) se l'organismo e' patogeno per esseri umani immunocompetenti: - malattie causate e meccanismo di patogenicita', comprese invasivita' e virulenza, - trasmissibilita', - dose infettiva, - gamma di organismi ospiti e sue possibili variazioni, - possibilita' di sopravvivenza al di fuori dell'ospite umano, - presenza di vettori o mezzi di disseminazione, - stabilita' biologica, - caratteristiche di resistenza agli antibiotici, - allergenicita', - disponibilita' di terapie appropriate. III. INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI IN CUI AVVIENE L'EMISSIONE DELIBERATA E SULL'AMBIENTE RICEVENTE. A. Informazione sull'emissione: 1. Descrizione dell'emissione deliberata progettata, compreso lo o gli scopi e i prodotti previsti. 2. Date previste dell'emissione e previsto calendario dell'esperimento, comprese la frequenza e la durata delle emissioni. 3. Preparazione della zona prima dell'emissione. 4. Superficie della zona. 5. Metodo o metodi impiegati per l'emissione. 6. Quantita' di OGM da emettere. 7. Perturbazione della zona (tipo e metodo di coltivazione, attivita' minerarie, irrigazione, altre attivita'). 8. Metodi di protezione dei lavoratori durante l'emissione. 9. Trattamento della zona dopo l'emissione. 10. Tecniche previste per eliminare o rendere inattivi lo o gli OGM alla fine dell'esperimento. 11. Informazioni e risultati di precedenti emissioni degli OGM, specialmente se fatte su scala diversa e in ecosistemi differenti. B. Informazioni sull'ambiente (zona d'emissione e ambiente circostante): 1. Localizzazione geografica e coordinate della o delle zone (in caso di notifica ai sensi della parte C per zone di emissione si intendono le localita' previste per l'uso del prodotto). 2. Vicinanza fisica o biologica a persone e a importanti siti floro-faunistici. 3. Vicinanza a significativi biotopi o localita' protette. 4. Entita' della popolazione locale. 5. Attivita' economiche delle popolazioni locali basate sulle risorse naturali della localita'. 6. Distanza dalle piu' vicine localita' protette per l'acqua potabile e/o altri scopi ambientali. 7. Caratteristiche climatiche della o delle regioni interessate. 8. Caratteristiche geografiche, geologiche e pedologiche. 9. Flora e fauna, ivi comprese colture, bestiame d'allevamento e specie migratorie. 10. Descrizione degli ecosistemi, bersaglio o meno, che possono essere colpiti. 11. Confronto dell'habitat naturale dell'organismo ricevente con la zona proposta per l'emissione. 12. Eventuali programmi conosciuti di sviluppi o modifiche dell'uso del territorio nella regione che possono influenzare l'impatto ambientale dell'emissione. IV. INFORMAZIONI SULLE INTERAZIONI TRA GLI OGM E L'AMBIENTE. A. Caratteristiche che influenzano la sopravvivenza, la moltiplicazione e la dispersione: 1. Caratteristiche biologiche che influenzano la sopravvivenza, la moltiplicazione e la disseminazione. 2. Condizioni ambientali note o previste che possono influenzare la sopravvivenza, la moltiplicazione e la dispersione (vento, acqua, suolo, temperatura, ph, etc.). 3. Sensibilita' ad agenti specifici. B. Interazioni con l'ambiente: 1. Habitat prevedibile degli OGM. 2. Studi del comportamento, delle caratteristiche e dell'impatto ecologico degli OGM in ambienti naturali simulati, come microcosmi, stanze di crescita, serre. 3. Capacita' di trasferimento genetico: a) trasferimento, dopo l'emissione, di materiale genetico degli OGM ad organismi negli ecosistemi coinvolti; b) trasferimento, dopo l'emissione, di materiale genetico da organismi indigeni agli OGM. 4. Probabilita' di selezione, dopo l'emissione, che comporti la manifestazione di caratteri imprevisti e/o indesiderabili nell'organismo modificato. 5. Metodi applicati per garantire e verificare la stabilita' genetica. Descrizione dei caratteri genetici che possono impedire o ridurre al minimo la dispersione di materiale genetico. Metodi di verifica della stabilita' genetica. 6. Vie di disseminazione biologica, interazione note o potenziali con l'agente di disseminazione, incluse inalazione, ingestione, contatto di superficie, annidamento, etc. 7. Descrizione di ecosistemi in cui gli OGM possono essere disseminati. C. Impatto ambientale potenziale. 1. Possibilita' di incremento eccessivo della popolazione nell'ambiente. 2. Maggiore competivita' degli OGM rispetto allo o agli organismi riceventi o parentali non modificati. 3. Individuazione e descrizione degli organismi bersaglio. 4. Meccanismo previsto e osservato di interazione tra gli OGM emessi e l'organismo bersaglio. 5. Individuazione e descrizione di organismi non bersaglio che possono essere colpiti involontariamente. 6. Probabilita' di variazioni, dopo l'emissione, delle interazioni biologiche o della gamma di ospiti. 7. Effetti noti o previsti sugli organismi non bersaglio presenti nell'ambiente, impatto sui livelli di popolazione degli organismi competitori, prede, ospiti, simbionti, predatori, parassiti e patogeni. 8. Coinvolgimento noto o previsto in processi biogeochimici. 9. Altre interazioni con l'ambiente potenzialmente significative. V. INFORMAZIONI SUI PIANI DI SORVEGLIANZA, DI CONTROLLO E DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI E SUI PIANI DI INTERVENTO IN CASO DI EMERGENZA. A. Tecniche di sorveglianza. 1. Metodi per rintracciare gli OGM e per controllarne gli effetti. 2. Specificita' (per individuare gli OGM e distinguerli dagli organismi donatori, riceventi o, se del caso, parentali), sensibilita' e affidabilita' delle tecniche di controllo. 3. Tecniche per rilevare in altri organismi il trasferimento del materiale genetico donato. 4. Durata e frequenza del controllo. B. Controllo dell'emissione. 1. Metodi e procedure per evitare e/o ridurre al minimo la diffusione degli OGM al di fuori della zona d'emissione o della localita' designata per l'uso. 2. Metodi e procedure per proteggere la zona dell'intrusione di persone non autorizzate. 3. Metodi e procedure per impedire che altri organismi penetrino nella zona. C. Trattamento dei rifiuti. 1. Tipi di rifiuti prodotti. 2. Volumi di rifiuti previsti. 3. Eventuali rischi. 4. Descrizione del trattamento previsto. D. Piani di intervento in caso di emergenza. 1. Metodi e procedure per controllare gli OGM in caso di diffusione non prevista. 2. Metodi di decontaminazione delle aree colpite, per esempio eliminazione degli OGM. 3. Metodi di eliminazione o di disinfezione per piante, animali, terreni, ecc. che sono stati esposti durante e dopo la diffusione. 4. Metodi per l'isolamento della zona colpita dalla diffusione. 5. Piani per la protezione della salute umana e dell'ambiente in caso di manifestazioni di effetti non desiderabili.