Al Presidente della Repubblica L'amministrazione comunale di Ugento (Lecce), rinnovatasi a seguito delle consultazioni elettorali del 6 maggio 1990, e' caratterizzata da un clima di diffusa illegalita'. Invero, a seguito di accertamenti compiuti dalle competenti autorita', sono emerse gravi e reinterate violazioni di legge nelle procedure adottate, negli ultimi anni, in materia di concessioni edilizie. In particolare, dall'esame di elaborati relativi all'affidamento in concessione di opere pubbliche da realizzarsi nelle marine di Ugento, e' emerso che la somma gia' stanziata dalla regione Puglia per le opere nel porto di Torre San Giovanni, ammontante a lire tre miliardi e ottocento milioni, sarebbe stata assorbita dalle spese di progettazione e consulenza delle opere medesime. Inoltre, in ordine al rilascio di autorizzazioni per la realizzazione del complesso residenziale "CRG Village", e' stata avviata un'inchiesta giudiziaria al termine della quale, con sentenza del Pretore di Lecce del 7 luglio 1993, sono stati condannati, tra gli altri, il sindaco Alessandro D'Ambrosio ed il consigliere Antonio Rovito, ritenuti responsabili di costruzioni abusive in zona vincolata, in quanto gli atti dai medesimi posti in essere, seppur giuridicamente inesistenti perche' illeciti, hanno avuto un'incidenza causale determinante e decisiva nella perpetrazione del reato edilizio. Nel quadro delle molteplici irregolarita' riscontrate, si inserisce l'espediente suggerito dal consigliere Oronzo Calabrese - che per tali fatti, con provvedimento del 29 ottobre 1993, e' stato rimosso dalla carica - di far figurare, come fittiziamente esistente su suolo agricolo sottoposto a vincolo, un vecchio fabbricato al fine di costruire in realta', in favore della moglie di un dipendente comunale, una nuova abitazione. Sempre correlata alla violazione delle disposizioni vigenti in tema di concessioni edilizie e' la rimozione, adottata in data 10 novembre 1993, nei confronti del consigliere Giovanni Franza, che, alterando il piano regolatore comunale, in abuso della carica ricoperta, ha posto in essere atti diretti in modo non equivoco a procurare a se stesso un ingiusto vantaggio in danno del comune di Ugento. La Procura Generale della Corte dei conti e la magistratura ordinaria stanno, infine, indagando in ordine a presunte irregolarita' nella gestione di rilevanti fondi pubblici per la realizzazione di un impianto industriale mai attivato. Sono inoltre, in corso ulteriori indagini per appurare se siano state commesse irregolarita' per realizzare costruzioni abusive con fini speculativi. Da quanto sopra, emerge una gestione del comune totalmente svincolata dal rispetto delle norme vigenti e legata ad un concezione utilitaristica e clientelare del pubblico potere, che prescinde dalla cura degli interessi della collettivita'. Si ritiene, pertanto, che il permanere in carica del predetto consiglio comunale sia di discredito alle istituzioni democratiche e che possa avere gravi riflessi anche sul mantenimento dell'ordine pubblico. Il prefetto di Lecce, verificato il concretizzarsi dell'ipotesi prevista dall'art. 39, comma 1, lettera a) della legge 8 giugno 1990, n. 142, ha proposto con relazione n. 2638/12.B.1/GAB. del 30 novembre 1993, lo scioglimento del consiglio comunale di Ugento. Ritenuto, per quanto esposto in narrativa, che ricorrono le condizioni indicate dal citato art. 39, comma 1, lettera a) della legge 8 giugno 1990, n. 142, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di Ugento (Lecce), si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore. Mi onoro, pertanto, di sottoporre alla firma della S.V. Ill.ma l'unito schema di decreto con il quale si provvede allo scioglimento del consiglio comunale di Ugento (Lecce) ed alla nomina del commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune nella persona del rag. Mario Miglietta. Roma, 10 gennaio 1994 Il Ministro dell'interno: MANCINO