- attuare politiche fiscali sull'energia, che mirino a contenere i consumi e a reperire risorse per lo sviluppo di tecnologie di risparmio e delle fonti rinnovabili; - realizzare il catalogo delle componenti italiane della diversita' biologica. 7.12 Cooperazione allo sviluppo L'Italia contribuira' al raggiungimento degli obiettivi di Rio, dedicandovi una parte dei propri programmi di cooperazione allo sviluppo e partecipando al finanziamento di organismi che operano anche per la tutela dell'ambiente. a) Negli ultimi anni la Cooperazione allo sviluppo ha erogato fondi per 47,5 milioni di dollari per attivita' nel settore ambientale e per altri 64 milioni di dollari per lo sviluppo di fonti di energia nuove e rinnovabili. b) Sul bilancio 1993 lo stanziamento per la cooperazione allo sviluppo e' stato di circa 3.000 miliardi di lire, pari allo 0,19 % del PNL, con una notevole riduzione rispetto allo 0,42 % raggiunto nel 1989. La riduzione degli stanziamenti per il 1993 ha inciso esclusivamente sui doni, ai quali sono stati destinati 450 miliardi, poi ridotti a 250 per finanziare la presenza italiana in Somalia e Mozambico, mentre ai crediti sono stati destinati 919 miliardi. In questo ambito, anche se non e' stato possibile avviare progetti specifici per l'attuazione dell'Agenda 21, il perseguimento di uno sviluppo sostenibile e la valenza ambientale sono stati criteri prioritari nella elaborazione dei nuovi progetti. Con il bilancio 1994 si cerca di ristabilire l'equilibrio fra doni (ai quali saranno verosimilmente destinati 806 miliardi), e crediti (ai quali andrebbero 304 miliardi). Resteranno pressoche' immutati gli stanziamenti per la quota italiana degli aiuti comunitari e per le partecipazioni al capitale di banche e fondi di sviluppo. Si procedera' ad un'ulteriore concentrazione degli interventi, nell'ambito anche di una revisione globale degli impegni gia' assunti. c) In prosieguo di tempo, una volta diminuito il peso degli impegni pregressi, si potranno meglio definire i settori ed i Paesi prioritari per gli aiuti italiani. d) In relazione alla riduzione dei debiti bilaterali dei Paesi a piu' basso reddito, raccomandata al Capitolo 2 (Punto 28) dell'Agenda 21, e' stato concluso con la Tanzania l'accordo per la remissione di un debito di 438 miliardi di lire derivante da un credito di aiuto. Analoghi negoziati sono in corso con altri PVS africani e centro- americani. 7.13 Adempimenti legislativi Il 22 dicembre 1993 il Senato ha approvato in seconda lettura il disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione sui cambiamenti climatici, approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 marzo, e dalla Camera il 13 ottobre. E' invece ancora all'esame del Parlamento il disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla conservazione della diversita' biologica, approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 luglio e dal Senato in prima lettura il 22 dicembre 1993. 7.14 Conclusioni Il carattere multilaterale delle iniziative per la protezione dell'ambiente naturale costituisce un dato di fatto acquisito, con il quale il nostro Paese dovra' obbligatoriamente misurarsi. Lo stretto collegamento stabilito a Rio fra i problemi ambientali e quelli dello sviluppo, nonche' la ormai evidente intersettorialita' ed interdipendenza dei problemi, accrescono il peso degli organismi multilaterali in tutti i programmi di intervento. Questo collegamento fra problemi ambientali e sviluppo e' stato pienamente avvertito dal Giappone, che ha assunto di recente iniziative tendenti a far convalidare a livello internazionale processi e prodotti della propria industria come i migliori per un'adeguata tutela ambientale, per assicurare al proprio sistema industriale una posizione di preminenza in un settore dalle grandi potenzialita'. La crescente tendenza alla multilateralizzazione e' stata messa in risalto anche dalla prima Sessione della Commissione per lo Sviluppo Sostenibile. Dal punto di vista italiano, vi e' interesse a sostenere l'azione multilaterale per l'ambiente e lo sviluppo, non solo per il maggior profilo che ne verrebbe alla nostra azione nell'ambito delle Nazioni Unite e per il potenziale ruolo stabilizzatore di tale azione in aree (Mediterraneo ed Europa centro-orientale) per noi cruciali, ma anche perche' la rarefazione delle risorse finanziarie accentua la necessita' di utilizzare al meglio la nostra presenza in sede multilaterale. Tale multilateralizzazione presenta tre aspetti: il primo implica l'esecuzione di impegni legislativi internazionali (Convenzioni sul clima, sulla biodiversita', sulla desertificazione, programmi per le foreste) e nazionali (piani d'intervento); - il secondo concerne la definizione e la razionalizzazione degli interventi, attraverso la composizione di un equilibrio fra iniziative auspicabili per risolvere i problemi ambientali globali e l'entita' dei mezzi finanziari disponibili; - il terzo riguarda l'elaborazione di progetti specifici per la partecipazione a gare internazionali. Mentre per gli adempimenti legati al primo aspetto l'Italia e' sostanzialmente allineata con i propri partners, per il secondo le esigenze di bilancio e la ristrutturazione della Direzione generale per la Cooperazione e lo Sviluppo limitano la nostra capacita' di intervento; sul terzo punto la mancanza di esperienza costituisce uno svantaggio che deve essere colmato. Sarebbe limitativo identificare lo sviluppo sostenibile solo con le esigenze dei PVS: le emergenze ambientali nei Paesi dell'area ex-COMECON non possono essere relegate in seconda fila, mentre i punti di vista della Cina o dell'India hanno importanza determinante (basti pensare agli incrementi delle emissioni di anidride carbonica che potranno verificarsi in quei Paesi). Una sintesi degli interessi nazionali deve tener conto anche degli elementi seguenti: - occorre rinforzare il ruolo delle Nazioni Unite come punto di sintesi e di coordinamento per la soluzione dei problemi a carattere globale, quali ad esempio quello dei cambiamenti climatici; - la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile deve assumere un ruolo centrale in tutte le iniziative multilaterali, per evitare duplicazioni di iniziative e dispersioni; - e' opportuno che le iniziative italiane trovino un riferimento ed un completamento in quelle dell'Unione Europea; - sono per noi aree prioritarie il Mediterraneo e l'Europa centro- orientale come zone contermini all'Unione Europea, mentre problemi settoriali implicheranno azioni prioritarie anche nell'Africa sub- sahariana, nell'America Latina e nell'Asia centrale; - il livello dei consumi energetici specifici (per abitante e per unita' di prodotto interno) e' in Italia gia' notevolmente piu' basso delle medie CEE ed OCSE e di quello di Paesi a noi confrontabili (Francia, Regno Unito, Germania); - le imprese e gli organismi scientifici italiani vanno incoraggiati ad un'attiva partecipazione alle gare ed alle iniziative delle istituzioni finanziarie internazionali, superando particolarismi accademici ed imprenditoriali; - per collocazione geografica e per disponibilita' di notevoli esperienze e competenze l'Italia e' particolarmente interessata allo sviluppo sostenibile dei piccoli Stati insulari e costieri; - i programmi di intervento nell'area mediterranea potrebbero, con il sostegno di un'adeguata volonta' politica, trovare collocazione nell'ambito di un Piano di Sviluppo Regionale; - maggiore attenzione va dedicata ai programmi delle Banche regionali di Sviluppo (vedi Allegato E), migliorando i processi di concertazione interministeriale. Allegato A Impegni multilaterali approvati a Rio 1. Dichiarazioni di principi. a) Dichiarazione sull'ambiente e lo sviluppo. Assegna ad ogni Stato il diritto sovrano di seguire proprie politiche nello sfruttamento delle risorse naturali, senza pregiudicare le esigenze delle generazioni future. b) Dichiarazione di principio sulle foreste. E' un solenne impegno alla conservazione del patrimonio forestale da parte dei Paesi in via di sviluppo, mentre i Paesi sviluppati devono limitare le emissioni dannose e fornire assistenza ai Paesi in via di sviluppo. c) "Global environmental facility".(Fondo mondiale per la protezione dell'ambiente, GEF). - Creata nel novembre 1990 entro la Banca Mondiale, con il mandato di finanziarie interventi in quattro aree prioritarie: - riduzione delle emissioni dei gas che provocano l'effetto serra; - protezione della biodiversita'; - protezione dall'inquinamento delle acque internazionali; - protezione dello strato di ozono. - A Rio e' stato stabilito di potenziare e rifinanziare la GEF in modo da farne il principale organismo di finanziamento dei programmi multilaterali per uno sviluppo sostenibile. 2. Convenzioni siglate. a) Convenzione sui cambiamenti climatici. Mira alla stabilizzazione delle emissioni dei gas provocanti un effetto serra. b) Convenzione sulla diversita' biologica. Mira a favorire un accesso equilibrato alle risorse biologiche degli ecosistemi (in particolare le foreste tropicali), l'assistenza ai Paesi in via di sviluppo ed il trasferimento di biotecnologie. 3. Convenzioni da negoziare entro il 1994. a) Convenzione per la lotta alla desertificazione. Prevista per la promozione dello sviluppo delle popolazioni minacciate e per la applicazione di tecnologie per combattere la desertificazione, sopratutto nel Sahel e nell'Africa settentrionale. 4. Documenti. a) Documento di analisi sullo sviluppo sostenibile (Agenda 21). Indica le linee direttrici per uno Sviluppo sostenibile, affrontando, oltre alle tematiche specifiche (foreste, oceani, clima globale, deserti, aree montane), anche quelle generali (demografia, poverta', fame, risorse idriche, urbanizzazione) ed intersettoriali (trasferimenti di tecnologie). Allegato B Commissione per lo sviluppo sostenibile 1. Costituzione a) La Commissione e' costituita nell'ambito del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite per: - registrare i progressi degli Stati nell'assolvere gli impegni dell'Agenda 21; - valutare l'adeguatezza dei finanziamenti; - ricevere ed analizzare contributi di organismi non governativi, ivi compresi i settori della scienza e delle imprese private. b) La Commissione e' formata da 53 Stati membri dell'ONU sulla base di rappresentanze regionali, nonche' da organismi internazionali e non governativi operanti nella protezione dell'ambiente. La rappresentanza degli Stati occidentali e' composta da 13 Stati, con possibilita' di rotazione. L'Italia e' stata eletta a far parte della Commissione per i primi quattro anni. L'Unione Europea partecipa ai lavori nell'ambito delle sue aree di competenza, senza diritto di voto. c) La Commissione si avvarra' di due istituti: - un organo di coordinamento di tutte le Agenzie ed Organismi delle Nazioni Unite che si occupano di ambiente e sviluppo; - un comitato consultivo formato da 15-25 scienziati di alto livello, che fornira' consulenze, sottoporra' al Segretario Generale e a tutti gli Organismi coinvolti proposte e raccomandazioni. 2. Prima Sessione a) Risultati principali della Prima Sessione: - riconoscimento dell'inadeguatezza delle risorse finanziarie finora disponibili per una efficace realizzazione dell'Agenda 21; - affermazione dell'importanza dei trasferimenti di tecnologie; - richiamo dei punti critici per uno sviluppo sostenibile: una congiuntura economica favorevole, la lotta alla poverta', stili di vita e sviluppi produttivi sostenibili; limitazione dell'impatto demografico sulle capacita' di sostegno del pianeta; - necessita' di conciliare commercio internazionale e tutela dell'ambiente e di affrontare con efficacia il problema del debito dei Paesi meno sviluppati; - necessita' che gruppi di lavoro ad hoc inter-sessionali contribuiscano ad una adeguata preparazione delle Sessioni; - apprezzamento per l'intenzione espressa da alcuni Governi di dare la precedenza ai temi ritenuti piu' critici, come la salute, gli insediamenti umani, l'approvvigionamento dell'acqua, i rifiuti tossici e pericolosi; - realizzazione dei Principi sulle Foreste. b) E' stato approvato un programma di lavoro pluriennale, con orizzonte temporale al 1997. Tematiche annuali. - Elementi critici per uno sviluppo sostenibile: - cooperazione internazionale e politiche nazionali per uno sviluppo nei Paesi sviluppati; - lotta alla poverta'; - modifiche dei consumi; - dinamica demografica. - Risorse e meccanismi per il finanziamento: - Istruzione, scienza e tecnologia: - governo ecologicamente efficace delle biotecnologie; - trasferimento di tecnologie di tutela ambientale e formazione di capacita'; - promozione della formazione. - Strutture decisionali: - integrazione di ambiente e sviluppo nei processi decisionali; - meccanismi nazionali e cooperazione internazionale per la formazione di capacita' nei Paesi in via di sviluppo; - Organismi internazionali. - Ruolo dei gruppi sociali piu' importanti: - preambolo; - donne; - bambini e giovani; - comunita' locali; - organizzazioni non statali; - autorita' locali; - lavoratori e sindacati; - industriali e uomini d'affari: - comunita' scientifiche e tecnologiche; - agricoltori. Tematica da esaminare nel 1994. - Territorio, foreste e biodiversita': - pianificazione e governo del territorio; - lotta alla deforestazione; - ecosistemi fragili: desertificazione e siccita'; - ecosistemi fragili: territori montani; - agricoltura e sviluppo rurale; - conservazione della biodiversita'. Tematica da esaminare nel 1995. - Atmosfera, mari e acque dolci: - atmosfera; - mari ed aree costiere; -acqua e risorse idriche. Tematiche da esaminare nel 1996. - Sanita' ed insediamenti umani: - sanita'; - insediamenti umani; - scarichi e rifiuti solidi. - Rifiuti tossici e nocivi: - rifiuti chimici; - rifiuti nocivi e radioattivi. c) Sono in corso di costituzione due gruppi di lavoro ad hoc, per il finanziamento e per il trasferimento delle tecnologie. Allegato C Contributi italiani ad istituzioni finanziarie Istituzione Provvedim. Bilanci milioni di dollari Int. Fin. Corp. d.d.l. 1993-1995 24 I.D.A. legge 1993 245 " d.d.l. 1994-1995 500 Rain Forest Fund d.d.l. 1993 5 G.E.F. legge 1993 25 G.E.F. prev. 1994-1995 140 Capacity 21 CICS 1993 2 F.A.O. CICS 1993-1995 20 Int. Fund f.Agr Dev. CICS 1993-1995 30 UNDP CICS 1993-1995 160 UNEP CICS 1993-1995 6 Org. Met. Mond CICS 1993 2,5 Org. Mond. San. CICS 1993 6 Conf. Popolaz. CICS 1993 0,3 Desertificazione CICS 1993 0,1 Habitat CICS 1993 0,4 CEE per Svil. Sost. (quota italiana) prev. 1993 83 Totale 1.250 E' in fase di approfondimento la partecipazione ai programmi di collaborazione internazionale che richiedano l'assunzione di impegni di bilancio: - stanziamento del contributo italiano nell'IDA: 1.124 miliardi di lire da erogare in otto anni (il finanziamento globale per l'IDA 10 e' stato aumentato da 11 a 13 miliardi di diritti speciali di prelievo e l'aliquota italiana e' stata ridotta dal 5,3 al 5,09 %); - negoziato per il potenziamento ed il rifinanziamento della GEF (l'attuale gestione scade alla fine del 1993); - finanziamento per il seguito del Protocollo di Montreal, in prosieguo del finanziamento 1991-1993; - contributo diretto dell'Italia per quella parte dei 3 miliardi di ECU promessi dalla Comunita' per la realizzazione dell'Agenda 21 e che non possono essere reperiti nel bilancio comunitario; - contributo italiano al fondo per il progetto pilota di Capacity 21 (e' stata proposto un contributo di 2 milioni di dollari). Allegato D Contributi italiani a istituzioni finanziarie regionali Istituzione Provv. Bilanci Milioni di dollari Fondo Africano d.d.l. 1993-1994 288 Fondo Asiatico d.d.l. 1993-1996 45 Fondo Caraibico d.d.l. 1993-1995 11 Banca Interamer. legge 1993 3 Banca dei Caraibi legge 1993-1995 2 Oss. Sahara Sahel cics 1993 0,2 Totale 450 Appendice A Summary Tables of Selected Published National Environment Plans and Strategy Documents Table 1 Australia's National Strategy for Ecologically Sustainable Development Table 2 Canada's Green Plan Table 3 Denmark: Our Common Future, the Danish Government's Action Plan Table 4 EC: Towards Sustainability, the 5th Environmental Action Programme Table 5 France: Le Plan Vert Table 6 Ireland: An Environmental Action Programme Table 7 Netherlands: National Environmental Policy Plan and National Environmental Policy Plan Plus Table 8 Norway: Report to the Storting No. 46 and The Future is Now| Table 9 United Kingdom: This Common Inheritance, Britain's Environmental Strategy ----> Vedere tabelle da pag. 151 a pag. 159 del S.O. <----