ALLEGATI COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI E PANORAMICHE DI CATANIA. (Verbale n. 51 del 15 luglio 1991). L'anno millenovecentonovantuno, il giorno quindici del mese di luglio, alle ore 16,30, in Catania, nella sede della soprintendenza per i beni culturali ed ambientali - Catania - via Luigi Sturzo, n. 80, si e' riunita - a seguito di accordi telefonici ed in conformita' all'avviso di convocazione del 5 luglio 1991, n. prot. 4807/II "R.A." - la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania, costituita in ordine all'art. 2 della legge 29 giugno 1939, n. 1497 e successive modifiche di cui al decreto del presidente della regione Sicilia 3 dicembre 1975, n. 805, art. 31, con D.A. n. 591 del 16 marzo 1991, registrato alla Corte dei conti il 17 aprile 1991, registro 2, foglio 239, per discutere il seguente Ordine del giorno: (Omissis). 3) Mascali - proposta di vincolo paesaggistico di parte del territorio comunale; (Omissis). Poiche' i quattro punti dell'ordine del giorno riguardano un solo argomento interessante comuni limitrofi che posseggono medesime caratteristiche panoramiche, paesaggistiche, naturalistiche e architettoniche, il presidente propone ai presenti di discutere unitariamente gli argomenti posti all'ordine del giorno, allo scopo di evitare successive ripetizioni di interventi; la votazione, invece, dovra' avvenire su ogni singolo argomento. Precisa, altresi', che al momento della votazione il dott. La Fico Cuzzo Franco dovra' allontanarsi. La proposta viene accolta da tutti i componenti la commissione. Il presidente, dott. Elena Tomasello, inizia la discussione dei punti all'ordine del giorno chiarendo che le aree prese in considerazione, ai fini della proposta di vincolo ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, occupano un ampio settore della zona pedemontana del versante est dell'Etna; dove, particolarmente vari e ancora sufficientemente conservati, sono quei valori ambientali-paesaggistici, naturalistici e architettonici. In particolare, le visuali panoramiche che si godono dai punti di vista piu' significativi riguardano: la fascia costiera da Fiumefreddo ad Acireale; le propagini meridionali dei Monti Peloritani con Castelmola e Taormina; il massiccio etneo; il basso versante etneo con i conetti avventizi, nonche' le stesse aree prese in esame come la "Timpa" di Nunziata e il Vallone "Salto del Corvo" tra Nunziata e Puntalazzo. Le aree, a vocazione spiccatamente agricola, non hanno ancora subito certe forme di aggressione che hanno colpito di contro il versante meridionale etneo. Ma i primi segni di un cambiamento in tale direzione cominciano, purtroppo, a verificarsi. L'arch. Mappa sottolinea l'importanza di controllare il territorio per apporre altri vincoli. Il presidente, a questo punto, illustra i vari aspetti delle zone dei comuni di S. Alfio, Giarre, Mascali e S. Venerina proposti per il vincolo in discussione e, successivamente, da' la parola al dott. La Fico per descrivere nel dettaglio gli aspetti geo-morfologici dei territori interessati. Aspetti geo-morfologici. Il dott. La Fico fa presente che le aree oggetto della proposta di vincolo sono caratterizzate, dal punto di vista morfologico, da una grande varieta' di aspetti che sono in relazione alla copertura lavica, piu' o meno recente e alla esistenza di scarpate piu' o meno pronunciate, dovute alla tettonica regionale. In particolare, questa parte del vulcano rientra in una fascia delimitata a monte dalle isoipsa di quota 900 e a valle della isoipsa di quota 100, caratterizzata da pendii dolci costantemente degradanti da ovest verso est interrotti da ripidi scoscendimenti localmente denominati "Timpe" che danno una particolare suggestione al paesaggio e costituiscono dei veri e propri balconi panoramici. La presenza, a margine nord dell'area, della colata lavica del 1928, crea con la sua morfologia, un'interessante elemento di rottura con l'andamento piu' dolce dell'orografia circostante. In tutte le aree e' presente un vero e proprio reticolo idrologico, rappresentato da torrenti in qualche caso profondamente incassati (localmente denominati "cave"), che si attiva in occasione di eventi meteorici di elevata intensita'. Aspetti geologici, sismotettonici e idrogeologici. L'area in esame si inquadra perfettamente nell'apparato vulcanico etneo, costituito dalla sovrapposizione di attivita' di piu' edifici vulcanici formati in eta' diverse a partire dal pleistocene i cui prodotti effusivi, per successive sovrapposizioni, poggiano su un substrato sedimentario depositatosi nel pleistocene inferiore-medio. Tale substrato, mai affiorante nell'area in esame, e' rappresentato, prevalentemente, dalle argille marnose azzurre del pleistocene inferiore - medio (siciliano). Nell'area in esame esso determina la circolazione idrica sotterranea, grazie alle paleovallate fossili in esso presenti. I prodotti presenti nell'area (lave, tufiti, piroclastiti, brecce e lahars) sono tutti riconducibili all'attivita' vulcanica dei centri eruttivi alcalini antichi, dei centri del "Trifoglietto", del "Leone", dell'"Ellittico" e del "Mongibello Antico e Recente". Fra i litopiti affioranti le lave basaltiche hanno tessitura massiccia in banchi potenti da 2 a 10 mt., e con intercalati livelli di scorie e di piroclastiti dello spessore da 0,50 a 2 mt. Gli spessori di tali formazioni possono raggiungere anche i 200 metri. Tali banconi sono suddivisi in grossi blocchi da fratture diversamente orientate, talora beanti riconducibili a sforzi di tensione lungo allineamenti tettonici ben definiti. A queste si associano fessure di dimensioni millimetriche collegabili al raffreddamento magnetico. I tufi sabbioso-cineritici presenti nell'area hanno colore giallastro e sono spesso associate a brecce vulcanoclastiche ad elementi spigolosi; hanno spessore da qualche metro a 30-40 metri e mostrano una evidente stratificazione in livelli di 10-15 verso est. L'insieme di questi prodotti piroclastici (tufiti) e vulcanoclastici (brecce) testimoniano una imponente fase esplosiva con probabile distruzione dell'apparato vulcanico da cui erano derivate le sottostanti colate laviche. Di particolare significato e' la presenza dei lahars (salice, moscarello e monachella), prodotti costituiti da brecce caotiche ben cementate di colore giallo brunastro contenenti grossi elementi lavici eterogenei a spigoli vivi e originatesi da eruzioni freatiche e dalla distruzione di un centro eruttivo. Altri elementi di grande interesse geologico sono i "Domi" di S. Alfio (Cava Grande) e di Macchia (Torrente Nespola) originatesi da effusioni laviche, attraverso forme lineari, che all'atto della fuoruscita dovevano presentare una forte viscosita' dando luogo ad accumuli di lava autobrecciata. In atto il secondo domo e' in fase di distruzione in quanto vi e' stata impostata una cava per l'estrazione di grossi blocchi da utilizzare nelle opere di difesa del porto di Riposto. Nell'area sono presenti diverse colate recenti: del 1651 (Montargano), 1689 (Monacella-Cerza Spirdo), 1928 (Ripe della Naca-Mascali) e 1971 (Cava Grande-Formazzo). Queste danno luogo ad una morfologia aspra e caratteristica, diversamente colonizzate in riferimento alle epoche di formazione. Nella zona fa spicco la colata del 1928, sia per la freschezza della superficie scoriacea sia per la lunghezza che supera i 10 km. Infatti e' giunta a breve distanza dalla costa distruggendo lungo il percorso l'abitato di Mascali. I lineamenti tettonici della regione studiata sono riconducibili all'evoluzione strutturale subita dall'area etnea e dall'intera fascia orientale della Sicilia. Elemento fondamentale della tettonica e' il sistema di faglie a gradinata, sismicamente attivo, con andamento all'incirca parallelo alla costa e che ha determinato scarpate con notevoli rigetti denominate "Timpe". Sotto il profilo idrogeologico esiste una importante circolazione idrica sotterranea con falde fra le piu' ricche del massiccio etneo, sviluppate nella parte settentrionale nell'area compresa tra Vena, Presa, Nunziata e Puntalazzo e nella parte centro-meridionale nell'area compresa tra Milo, S. Alfio, Monacella e Macchia. Il bacino di alimentazione di quest'ultima si spinge fino alla Valle del Bove. Esaminata la descrizione degli aspetti morfologici, il presidente prega l'arch. Caffo di mostrare le parti di territorio sottoposte alla proposta di vincolo spiegandone gli aspetti naturalistici, architettonici, nonche' gli aspetti sulla viabilita'. L'arch. Caffo prende la parola e chiarisce che, dal punto di vista naturalistico-vegetazionale, le zone dei comuni presi in esame rientrano nella fascia della "Quercion Ilicis" caratterizzata da varie associazioni di quercie sempreverdi e decidue con altre specie arboree quali "frassini, begolari" ed arbustive. Di tale vegetazione spontanea, permangono relitti piu' o meno consistenti nelle zone piu' scoscese specie lungo il corso di alcuni torrenti particolarmente profondi quale il torrente "Guddi", vero campionario di specie vegetali anche rare. Il resto del territorio e' uniformemente interessato da colture che alle quote piu' basse constano essenzialmente di agrumeti associati ad altri alberi da frutto, quali nespole e soprattutto ciliegi, presenti con esemplari anche di grandi dimensioni. La fioritura primaverile contribuisce in maniera notevole alla bellezza del paesaggio delle aree considerate. Alle quote superiori, la coltura piu' diffusa, anche se attualmente in parziale fase di regresso, e' il "vigneto", rappresentato nella sua tipica forma colturale "dell'alberello basso". Nella parte superiore della delimitazione proposta e' gia' presente qualche castagneto coltivato. Singoli esemplari di quercie, begolari o castagni sono sporadicamente presenti anche con esemplari monumentali, quali il famoso "Castagno dei 100 Cavalli", peraltro vincolato ai sensi della legge n. 1089/39, e il vicino castagno di S. Agata. In quest'ultima analisi emerge abbastanza chiaramente che la vocazione delle aree proposte e' spiccatamente agricola e il paesaggio umano in passato si e' conformato a questa vocazione. In particolare, la diffusione nel secolo scorso del vigneto alle quote piu' alte ha favorito, oltre al sorgere degli stessi agglomerati, un diffuso popolamento delle campagne e di numerose abitazioni rurali di varie tipologie. Aspetti architettonici. Le tipologie rurali che formano delle aggregazioni, presenti nelle zone in esame, si esprimono attraverso spazi concatenati e strutturalmente semplici destinati ad uso esclusivamente abitativo e produttivo. Il tipo di tecnica costruttiva adoperata, il colore che la pietra e l'intonaco hanno assunto con il passare del tempo, imprimono un segno molto forte sul territorio, contribuendo cosi' a rendere piu' alto il valore paesaggistico. Le altre tipologie, invece, sono costituite da edifici isolati, a carattere sempre abitativo, ma dall'aspetto, signorile, denominate "Ville"; cio' e' riferito alla connotazione degli spazi piu' articolati e alla introduzione di elementi strutturali, quale il portico, che restituiscono, in rapporto alla campagna circostante, una immagine di altissimo pregio. E' opportuno segnalare nelle zone di: Moscarello, Favazza e tra S. Giovanni e Nunziata, edifici che tutt'oggi mantengono, sia per l'aspetto tipologico che per la loro composizione architettonica, soprattutto per il "sito" su cui insistono, un notevole interesse ambientale; essi sono rappresentati dai: palmenti, le masserie e le ville padronali, diffusi capillarmente su tutto il territorio. Tra gli agglomerati caratteristici abbiamo: il centro abitato di S. Alfio, che sorge su un forte pendio, il quale offre all'abitato una posizione di assoluta panoramicita' e la viabilita', che ancor oggi e' caratterizzata da strade strette; segue l'orografia naturale del sito. Una emergenza architettonica molto forte che si rivela, arrivando al comune di S. Alfio, e' rappresentata dalla Chiesa Madre, realizzata in pietra lavica e mattoni che da', insieme agli edifici residenziali, un carattere di uniformita' materica e cromatica, all'ambiente circostante. Cosi' come costituisce un forte segno la settecentesca chiesa del Calvario che si incontra venendo da nord. Un altro interessante centro abitato e' quello di Nunziata che conserva i caratteri tipici del paese etneo e che tutt'oggi non ha subito particolari modifiche. Di notevole interesse paesistico e' il quartiere di Nunziata, disposto all'interno di uno stretto e ripido pendio. L'agglomerato, con i colori e le tipologie tipiche, accompagna tale dislivello che diventa l'elemento morfologicamente piu' significativo del contesto circostante. Inoltre, e' interessante segnalare, nella zona compresa tra Nunziata, S. Giovanni e Macchia, tracce di necropoli e insediamenti di epoca greco-ellenistica, romana e bizantina. Di epoca bizantina ne danno testimonianza l'impianto e gli affreschi presenti nella chiesa detta della Nunziatella. Altri agglomerati rurali spontanei, oltre a godere di una posizione estremamente panoramica offerta dalla morfologia del terreno in cui sorgono (quota 476 e 538 dell'I.G.M.), mantengono nel loro centro storico interessanti esempi di architetture '700-'800, sono essi rappresentati dalle frazioni di Moscarello, Monacella, Montargano e S. Giovanni. L'agglomerato di Paoli, ad esempio, nonostante il tentativo di inserimento attuale, presenta elementi tipici della architettura rurale siciliana, al suo interno e' ancora individuabile il sistema tipologico della "corte", con gli edifici intorno e conserva ancor oggi, come elementi di arredo urbano, il "pozzo". L'uniformita' dei "tipi edilizi" e' data dal colore degli intonaci a base di sabbia vulcanica e terra. Vanno, altresi', ricordati negli agglomerati presenti l'importanza di testimonianze architettoniche significative, riferite non tanto al pregio artistico quanto al valore di bene come "memoria collettiva". Dall'analisi e dalle considerazioni svolte, in generale, si puo' affermare che il filo conduttore che unisce le varie e diversificate espressioni architettoniche, anche dal punto di vista figurativo e compositivo, e' dato dal loro completo e armonioso inserimento nell'ambiente circostante gia' peraltro ricco di valenze paesaggisticoambientali. Aspetti religiosi - votivi - simbolici. Notevoli sono anche le presenze di edicole votive, in stile popolare di architettura spontanea, sparse tutto il territorio, collocate lungo le strade dei centri abitati. Tra questi e' da segnalare: l'edicola votiva nella localita' "Pedata di S. Agata" legata alla leggenda della vita della Santa. Altre edicole altrettanto significative sorgono lungo le vecchie "mulattiere" legate a fatti simbolici accaduti sui luoghi dove sorgono. Ad esempio, tra gli elementi simbolici, vi e' da citare la chiesa di Maria SS. Bambina a Tagliaborsa la cui origine e' legata alla leggenda popolare della conversione di un celebre brigante del '700. Altri elementi di architettura votiva popolare sono rappresentati dalle cappelle rurali, che sorgono lungo la strada Nunziata-Puntalazzo, come: la Madonna del Rosario e la cappella privata sulla Timpa di Nunziata. Aspetti sulla viabilita'. La viabilita' comprende arterie di collegamento tra i centri piu' importanti che presentano caratteristiche di notevole panoramicita' e di utilita' ai fini dello scambio socio-economico delle popolazioni presenti in zona. Strettamente correlata a tale viabilita' vi e' la fitta rete di "carreggiabili e mulattiere" che mantengono il capillare collegamento con la campagna e che ancora presentano caratteristiche di naturalita' con originali pavimentazioni in selciato e lastre di pietra lavica e con i tipici "muri a secco". Da non trascurare all'interno di una parte delle aree la presenza della ferrovia circumetnea molto bene inserita nel paesaggio con i suoi manufatti in pietra locale risalenti ai primi del secolo. In conclusione, le aree prese in esame oggetto della proposta di vincolo, costituiscono, sotto il profilo paesaggistico-ambientale, un interessante ed ancor ben conservato, nonostante il tentativo di aggressione rappresentato da un certo e indiscriminato uso del territorio, ecosistema da tutelare e salvaguardare. La direzione di uno sviluppo sociale e produttivo dovra' tenere conto delle attuali peculiarita' ambientali rispettando gli attuali e positivi livelli di correlazione che contraddistinguono gli aspetti maggiormente significativi quali quelli naturalistici, geo-morfologici, ecc. Tutto cio' potrebbe rappresentare il modello di partenza per segnalare il corretto rapporto tra lo sviluppo del territorio e l'uomo che di tale sviluppo ne e' "l'artefice". A questo punto il presidente, dopo aver chiarito che il vincolo proposto ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497 - commi 3 e 4 dell'art. 1 - non vuole significare divieto assoluto di nuove costruzioni ma soltanto la loro necessaria regolamentazione, cosicche' esse possano essere realizzate in modo armonico tale da inserirsi convenientemente nel paesaggio, constatato che non sono state sollevate obiezioni da parte degli intervenuti, prega i componenti la commissione, dopo aver invitato il dott. La Fico Guzzo Franco di allontanarsi dalla sala riunione, di esprimere singolarmente il proprio voto su ciascuno degli argomenti trattati. Esaurito il 2 punto dell'ordine del giorno si passa al 3 punto dell'ordine del giorno. (Omissis). 3 Argomento: proposta di vincolo paesaggistico di parte del territorio comunale di Mascali. (Omissis). La commissione: considerato l'elevato interesse paesaggistico ed ambientale della zona del territorio comunale di Mascali, di cui alla odierna proposta, fortemente caratterizzata da notevoli valenze naturalistiche, geo-morfologiche ed architettoniche, nonche' da ampie e complete visuali panoramiche; condivisa ed apprezzata la relazione introduttiva; esaminata la ricca ed esauriente documentazione fotografica approntata dalla Soprintendenza, Delibera all'unanimita' con il voto favorevole dei signori: dott. Elena Tomasello - presidente; arch. Giancarlo Mappa - componente; ing. Giuseppe Di Puglia - componente; dott. Gabriele Scrimali - componente - rappresentante dell'Ispettorato ripartimentale foreste - Catania, di sottoporre a vincolo, ai sensi dell'art. 1 - numeri 3 e 4, della legge 29 giugno 1939, n. 1497 - l'estensione del territorio comunale di Mascali secondo i confini qui di seguito trascritti ed evidenziati sulla cartografla in scala 1:25.000 dell'I.G.M. con contorno in rosso e colore giallo all'interno. In localita' Cutula, in corrispondenza con il limite amministrativo con il comune di Giarre, in direzione nord lungo la strada Tagliaborsa s.p. n. 2/III fino all'imbocco con la s.p. n. 2/III (Riposto - Carrabba - Nunziata - S. Venere - Piedimonte Etneo). Il limite prosegue lungo questa strada in direzione N.O., oltrepassando il bivio per Mascali, e con un sottopasso l'autostrada A18, giungendo all'abitato di Nunziata; prosegue poi lungo la via Risorgimento e in direzione nord, lungo la via Piedimonte (sempre tratto dalla s.p. n. 2/III), incrociando il bivio per Mascali (s.p n. 65), fino alla frazione Portosalvo in corrispondenza con l'incrocio con la strada per S. Venera e Puntalazzo. Il confine procede in direzione ovest lungo questa strada (via D. Nicolosi), oltrepassando la linea della FCE fino all'incrocio con la strada per S. Venera. Prosegue, quindi, in direzione nord-ovest, costeggiando la Sciara di Scorviavacca, fino all'incrocio con la strada Puntalazzo - Presa e con la mulattiera congiungente il punto suddetto con la s.p. n. 59/III Fornazzo - Linguaglossa. Il vincolo procede lungo questa mulattiera, in direzione nord-ovest fino alla strada Puntalazzo - Montargano s.p. n. 155 e da li' lungo la suddetta strada fino ad incrociare il limite amministrativo col comune di S. Alfio. Da qui' procede in direzione sud-est lungo tale limite amministrativo e quindi col limite amministrativo con il comune di Giarre fino ad incrociare la strada Tagliaborsa - s.p. n. 2/III. Il limite del vincolo proposto si intende esteso per una fascia di 100 metri ad eccezione del limite corrispondente con quello dell'area gia' vincolata, ai sensi della legge n. 1457/39, a monte dell'area in oggetto e con quello coincidente con i limiti amministrativi con altri comuni. Si intendono esclusi dalla presente delimitazione le aree di "Puntalazzo - S. Alfio" (zona Calvario) e "Montargano", ricadenti nel comune di Mascali gia' sottoposte a vincolo, ai sensi della legge n. 1457/39 - con decreto del presidente della regione n. 4590/S.G. del 31 dicembre 1965 e decreto del presidente della regione n. 6486/S.G. del 18 novembre 1966. Si intende inclusa nella presente delimitazione la perimetrazione della frazione Tagliaborse. Esaurito il 3 punto dell'ordine del giorno si passa al 4 punto dell'ordine del giorno. (Omissis). Il presidente, esauriti gli argomenti all'ordine del giorno, ringrazia gli intervenuti per la serena e costruttiva partecipazione e dichiara sciolta la seduta alle ore 19. (Omissis). ----> Vedere PLANIMETRIA a Pag. 50 della G.U. <----