Comitato Tecnico per la gestione delle acque di Basilicata Nuovo Piano Regolatore Generale degli acquedotti di Basilicata. RELAZIONE 1. Premesse La Regione Basilicata, con direttive n. 569 del 2 febbraio 1983, ha istituito il comitato tecnico per la gestione delle acque della Basilicata. Tra i compiti svolti da detto organismo e' quello di aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti di cui alla legge 4.2.1963 n. 129. La situazione dell'approvvigionamento idrico potabile della Basilicata ha assunto, negli ultimi anni, aspetti preoccupanti. Le cause di tale fenomeno dipendono dai sempre piu' crescenti fabbisogni delle popolazioni, dalla inadeguatezza delle fonti di alimentazione e delle strutture poste a loro disposizione. L'Acquedotto Pugliese, quale Ente gestore dei piu' grandi acquedotti della Basilicata e di alcuni dei minori, redasse sin dal 1971, uno studio tendente a fornire le soluzioni atte a consentire la normalizzazione dell'approvvigionamento idrico. Nel 1975 lo studio suddetto fu aggiornato ed esteso, su precisa volonta' della Regione Basilicata, anche ai Comuni che provvedono direttamente alla gestione dei propri acquedotti e che numericamente costituiscono circa il 50% di tutti i Comuni della Regione. Con il progetto che la presente relazione accompagna si e' inteso ora aggiornare il suddetto piano sulla base dell'esperienza gestionale degli anni trascorsi e dei programmi di sviluppo della Regione. Il gruppo di progettazione del piano, si e' avvalso degli apporti del Genio Civile di Potenza, della Cassa per il Mezzogiorno e delle Amministrazioni Comunali che hanno fornito molti elementi. Dati utili per la relazione del piano sono stati ricavati anche dalle pubblicazioni dell'Istituto di Ricerche Economica e Sociale per la Basilicata (I.B.R.E.S.), del Comitato Regionale per la Programmazione Economica della Basilicata (C.R.P.E.B.), della Camera di Commercio di Potenza, degli Enti Provinciali per il Turismo di Potenza e Matera. Prima di passare alla trattazione particolareggiata del progetto si ritiene necessario indicare, sinteticamente, i criteri fondamentali che sono stati posti a base della sua elaborazione. Individuazione di tutte le necessita' idrico-potabili in relazione al migliorato tenore di vita delle popolazioni, allo sviluppo socio- economico della Regione, alla presenza di numerosi insediamenti sparsi abbisognevoli di servizi autonomi indipendenti del centro urbano, alla incidenza sui consumi determinata, in alcuni periodi dell'anno, dal rientro in massa, nei Comuni lucani, di numerosi emigrati. Priorita' dell'uso potabile nella utilizzazione delle risorse idriche. Non e' infatti ammissibile registrare carenze nell'approvvigionamento idrico-potabile, sia pure per limitati periodi di tempo, in una regione ricca di acque e che anzi e' tributaria di altre Regioni. Tutto cio', naturalmente, inserito nel quadro generale delle necessita' idriche per uso industriale e per uso irriguo che vanno anche'esse tenute in debito conto. tali usi vanno ovviamente disciplinati al fine di evitare qualsiasi spreco di acqua ad esempio, l'irrigazione va fatta con impianti tubati e non con canalette o con canali in terra. Utilizzazione delle fonti tradizionali, sorgenti, in base alla portata minima e non a quella media, perche' solo su tale portata si puo' fare sicuro affidamento. Per quanto attiene a queste fonti i dati sono stati rilevati utilizzando uno studio elaborato dell'Acquedotto Pugliese nel 1974, per conto della Regione Basilicata, contenente una accurata indagine su tutte le sorgenti della Basilicata, nel quale sono catalogate 1.603 sorgenti con dati di portata riferiti in piu' anni di osservazione. Utilizzazione per uso potabile anche delle acque di invaso per integrare quelle di sorgente che non sono piu' sufficienti per far fronte, in tutti i periodi dell'anno, alle accresciute necessita'. Occorre infatti tener conto che in questi ultimi anni e' stato rilevato un progressivo allungamento del periodo di magra delle sorgenti ed una diminuzione dei valori delle portate. L'E.A.A.P., per tutti gli acquedotti che gestisce, ha avuto modo di accertare, attraverso le rilevazioni sulle varie sorgenti, l'esistenza di tale fenomeno dal 1967 in poi. L'utilizzazione degli invasi oltre che provvedere alla suddetta integrazione, consente, in caso di magre eccezionali, di poter disporre di acqua con le prime piogge mentre le sorgenti richiedono lungi tempi di corrivazione e fondamentalmente precipitazioni nevose. D'altra parte gli invasi lucani, essendo in massima parte di alta montagna, contengono acqua con caratteristiche molto vicine a quelle potabili e quindi potabilizzabili con costi relativamente bassi. Occorre infine tener conto che la presenza di invasi gia' costruiti consente di disporre, in tempi relativamente brevi, di acqua necessaria per realizzare alcune urgenti integrazioni. Creazione, ove possibile, di una seconda via di adduzione, che, oltre a provvedere alla integrazione di portata necessaria, possa garantire un'alimentazione idrica, sia pure ridotta, in caso di prolungata interruzione della via principale. Cio' in Basilicata avviene con frequenza per le rotture delle condotte che si determinano a causa della particolare natura dei terreni attraversati e, per gli acquedotti alimentati con impianti di sollevamento, per le interruzioni di energia elettrica causata dalle bufere di neve e di vento. Creazione, quanto piu' possibile, di acquedotti basati su schemi articolati di alimentazione comprendenti piu' Comuni e piu' fonti di alimentazione allo scopo di meglio garantire l'approvvigionamento idrico di tutti gli abitati escludendo dal bilancio delle disponibilita' idriche i modestissimi contributi delle piccole sorgenti. Realizzazione di acquedotti rurali per alimentare le popolazioni delle case sparse utilizzando o le portate derivante da altri acquedotti o quelle, anche se modeste, delle sorgenti locali. Assegnazione, nella determinazione dei fabbisogni idrico-potabili, di portare aggiuntive alle zone in cui sgorgano le varie sorgenti, dovendosi ritenere valido il principio che le esigenze idriche di tali zone vanno soddisfatte prioritariamente e con larghezza. Larghezza pero' non significa spreco per cui occorre disciplinare e razionalizzare qualsiasi tipo di utilizzazione. Da tutto quanto innanzi esposto deriva la necessita' di: - prevedere per tutti gli acquedotti della Basilicata una gestione il piu' possibile unitaria e tecnicamente efficiente per utilizzare in maniera razionale le risorse idriche a ciascuno assegnate e per eliminare inconcepibili frontiere fra Comune e Comune. L'acqua, infatti, e' un bene che non va sprecato e che deve considerarsi a disposizione di coloro che ne hanno bisogno, pur salvaguardando naturalmente il principio, gia' innanzi enunciato, di riservare, alle zone delle sorgenti, portate tali da soddisfare innanzi tutto e con larghezza le loro necessita'. - Apportare varianti al vigente Piano Regolatore Generale degli Acquedotti le cui previsioni sono risultate inadeguate alle nuove necessita' idrico-potabili della Basilicata. 2 - Situazione attuale degli acquedotti in Basilicata. 2.1 Acquedotti gestiti dall'E.A.A.P. Nel 1942 lo Stato affido' all'E.A.A.P. la gestione dei grandi acquedotti della Basilicata: l'Agri, il Basento e il Caramola. L'Ente Acquedotto Pugliese ha realizzato un altro grande acquedotto, quello del Frida, ed ha provveduto alla ricostruzione ed all'adeguamento degli altri tre per i quali ha contemporaneamente provveduto alla immissione di nuove fonti di alimentazione. Nel contempo l'Ente medesimo ha assunto la gestione anche degli acquedotti locali a servizio di Rionero, Trecchina, Maratea. Anche per tali acquedotti sono state realizzate opere integrative e di ricostruzione. Tutti gli interventi sono stati effettuati nella misura consentita dai finanziamenti ottenuti. Lo stato dell'approvvigionamento idrico degli abitati gestiti e' andato gradualmente migliorando raggiungendo nel 1970 livelli piu' che soddisfacenti giacche' e' stato possibile assicurare a quasi tutti gli abitati e per quasi tutti i periodi dell'anno una erogazione continua. Successivamente, a causa del notevole aumento dei consumi, del contemporaneo progressivo impoverimento delle sorgenti, dell'inadeguatezza delle previsioni del P.R.G.A., della limitatezza dei finanziamenti ottenuti, a fronte delle necessita' prospettate nei programmi predisposti dall'E.A.A.P., si e' verificato un graduale deterioramento della situazione dell'approvvigionamento idrico raggiungendo nel 1975 punte di estrema gravita'. L'Ente Acquedotto Pugliese ha fronteggiato in ogni momento le situazioni con la sua organizzazione tecnica specializzata, il che ha consentito di utilizzare nel migliore dei modi tutte le risorse idriche di cui poteva disporre, realizzando il maggior numero possibile di ore di erogazione e cercando di limitare al minimo i disagi alle popolazioni e di evitare squilibri fra i vari abitanti e fra le varie zone di questi ultimi, la maggior parte dei quali, ha una altimetria variabilissima. Dall'allegato 1b si puo' rilevare per ciascuno degli acquedotti la situazione relativa alle attuali fonti di alimentazione, alle portate disponibili, alle ore di erogazione assicurate negli abitati nei periodi di morbida e di magra delle sorgenti. Dall'esame dei dati, in esso allegato riportati, si rileva la necessita' di provvedere in tempi brevi alla realizzazione di opere integrative sia per quanto attiene alle fonti di alimentazione sia alle strutture per l'adduzione dell'acqua ai punti di utilizzazione. I successivi allegati contengono lo studio e le previsioni per pervenire a tale realizzazione, che potra' consentire la normalizzazione dell'approvvigionamento. 2.2 Acquedotti gestiti direttamente dai Comuni I Comuni che provvedono direttamente alla gestione dei propri acquedotti sono in numero di 67. La quasi totalita' e' servita da piccoli acquedotti locali, la maggior parte dei quali e' in condizioni di estrema precarieta' il che determina una erogazione di poche ore al giorno come si rileva dall'allegato 1b. Tale situazione deriva da una parte da strutture inadeguate e fatiscenti, nonche' dalla non piu' accettabile presa di posizione dei Comuni di voler utilizzare solo le sorgenti del loro agro anche se queste come spesso avviene hanno portate veramente insignificanti specialmente in alcuni periodi dell'anno, dall'altra dall'assoluta mancanza da una gestione adeguata e di interventi manutentori, il che fa rapidamente degradare anche opere da poco realizzate. La carenza nella gestione e' dovuta: - alla mancanza di attrezzature, mezzi e personale numericamente e tecnicamente capace (in alcuni Comuni i compiti di fontaneria sono affidati a personale non idoneo e che assolve altri incarichi); - alla mancanza del necessario controllo dell'acqua erogata (mancanza di contatori alle utenze o, se vi sono, mancanza delle relative sistematiche letture) e di un razionale addebito dell'acqua fornita agli utenti (in alcuni Comuni le eccedenze non vengono addebitate o lo sono con tariffe addirittura inferiori a quelle dell'impegnativo); - ad irrazionale sistema di costruzione degli impianti e tronchi idrici che spesso si prolungano anche fuori dell'abitato per chilometri senza essere inquadrati in schemi generali opportunamente studiati e calcolati; - ad adozione di diametri inadeguati che provocano durante l'erogazione notevoli abbassamenti dei carichi; - ad adozione, per le condotte, di materiale non idoneo che provocano numerose perdite; - alla mancanza di apparecchiature di registrazione e di controllo. Tali fatti, comuni a quasi tutti gli abitati, assumono particolare rilevanza per la citta' di Potenza dove le conseguenze delle carenze si fanno sentire in maniera piu' accentuata e piu' drammatica stante la sua prorogativa di citta' capoluogo di provincia e di regione. Una conseguenza grave di tali carenze e' costituita, per esempio, dalla enorme disparita' di ore di erogazione tra le varie zone dell'abitato, la cui altimetria e' notevolmente variabile. Da quanto precede risulta evidente la necessita' di provvedere con urgenza alla creazione di nuove strutture, intese sia come fonti di alimentazione che come opere di adduzione e di distribuzione, inserite in schemi organici e tecnicamente efficienti, unitamente e contemporaneamente alla creazione di una efficiente organizzazione gestionale atta ad eliminare le carenze innanzi enunciate. Dall'allegato 1b si puo' rilevare come per alcuni Comuni la situazione dell'approvvigionamento idrico e' leggermente migliore di altri; trattasi di Comuni nei quali sono stati operati di recenti interventi con la costruzione di nuove opere o con la ricostruzione di quelle esistenti. 3 - Fabbisogni Idrico-Potabili. Come gia' detto nelle premesse uno dei criteri fondamentali posti a base del presente progetto e' stato quello di determinare innanzitutto gli effettivi fabbisogni idrico-potabili della Basilicata. Infatti i dati che a tale riguardo furono fissati dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti e sui quali si e' dovuta basare la recente progettazione si sono dimostrati assolutamente insufficienti e non adeguati alle effettive necessita' delle popolazioni servite. Tale insufficienza ed inadeguatezza sono derivate dal fatto che nella determinazione dei fabbisogni idrici non si tenne conto di alcuni fattori di sviluppo che negli ultimi anni hanno portato un miglioramento nel tenore di vita delle popolazioni cui e' seguito con immediatezza un aumento nei consumi di acqua potabile. Altri fattori di cui non si tenne conto sono quelli connessi ad alcune attivita' della Basilicata ed alle sue strutture socio-economiche. I dati relativi ai consumi mostrano come questi ultimi, in molti abitati, hanno gia' raggiunto i valori fissati dal P.R.G.A. al 2015 ed in alcuni li hanno addirittura superati. Nel rinviare all'allegato 2 ed in particolare alla sua Relazione per i dettagli relativi a questo argomento si fa qui presente che, in relazione alle considerazioni che procedono, l'analisi delle necessita' idrico-potabili e' stata effettuata esaminando, con opportuni criteri, separatamente quelle strettamente legate alle esigenze civili degli agglomerati urbani, quelle connesse con le attivita' industriali, quelle per le attivita' turistiche e quelle connesse con l'agricoltura. Infine si e' tenuto conto che tramite le condotte che convogliano acqua per uso potabile vengono immesse al consumo anche acque utilizzate da piccole industrie per le quali l'acqua necessaria ai cicli di lavorazione deve avere caratteristiche potabili; nonche' per quelle industrie di piccola entita' che, pur non richiedendo acque potabili per i loro processi, per la loro ubicazione non possono non attingere dagli acquedotti potabili non essendovi alcuna possibilita' o convenienza di costruire apposite condotte per la loro alimentazione. Tenendo conto di tutti i fattori innanzi citati si e' pervenuti alla individuazione, per ciascun Comune dei fabbisogni idrici globali. I dati ottenuti si sono riportati nell'allegato 2 b. Complessivamente il fabbisogno di acqua potabile previsto dal pi- ano e' risultato di mc/s 7.862. Di cui mc/s 3.374 da sorgenti, mc/s 4.239 da invasi e mc/s 0.249 da pozzi. Nel rinviare agli allegati 3b e 3c per i particolari relativi ai prelievi previsti dai vari invasi, si ritiene qui opportuno precisare che la portata di mc/s 4.234 tiene conto dei valori massimi delle portate da prelevare dagli invasi: in realta' tali prelievi subiranno delle riduzioni man mano che aumentano le portate delle sorgenti rispetto ai minimi considerati. Pertanto i volumi annui che saranno attinti dai vari invasi dipenderanno dall'andamento delle portate delle sorgenti. Individuati cosi' i fabbisogni si e' passati alla determinazione delle fonti da destinare ai vari Comuni e degli schemi tecnicamente piu' validi per addurvi le portate necessarie. 4 - Fonti di alimentazione e schemi del nuovo assetto degli acquedotti. Nei paragrafi che precedono e' stato posto in evidenza come, per assicurare alla Basilicata l'acqua necessaria per il fabbisogno idrico-potabile al 2015, si rende necessario utilizzare oltre alle acque di sorgente anche quelle di invaso. I criteri con cui tali utilizzazioni sono state previste, sono stati ampiamente esposti in precedenza per cui, nel presente paragrafo, si provvede alla descrizione dei vari acquedotti con riferimento alle loro fonti di alimentazione ed ai Comuni che da essi acquedotti saranno alimentati. In tale descrizione si fara' riferimento all'elenco dell'allegato 3b il quale, per gli acquedotti alimentati piu' abitati, utilizzanti piu' fonti ed aventi sistemi di distribuzione piu' complessi, e' stato integrato con gli schemi grafici riportati nell'allegato 4. Completano l'allegato 3 due elenchi: il primo (allegato 3a) riporta in ordine alfabetico, divisi per provincia, tutti i Comuni della Basilicata con i relativi fabbisogni idrico-potabili al 2015, le fonti di alimentazione, il riferimento all'elenco allegato 3b ed agli schemi dell'allegato 4; il secondo (allegato 3c) riporta tutti gli invasi che si e' previsto di utilizzare con l'indicazione delle portate massime e dei volumi annui da utilizzare e quindi da riservare. - Acquedotto n. 1 dell'allegato 3b - schema 4/1 Acquedotto del Basento. Alimentera' n. 21 Comuni della Provincia di Potenza e n. 2 della provincia di Matera; inoltre e' stata prevista l'alimentazione della zona industriale del Comune di Tito e le integrazioni degli acquedotti di Avigliano e Ruoti (schema 4/9), dell'Agri (4/2), di Marsico N. (4/15) e di Paterno (4/16). Utilizza alcune delle sorgenti dell'Alta Val d'Agri, quelle del gruppo S. Michele, quelle del gruppo Fossa Cupa e la sorgente Linise nonche' l'invaso del Camastra. Il fabbisogno complessivo dell'acquedotto e' di l/s 1921. La portata complessiva dei gruppi sorgentizi di S. Michele, Fossa Cupa e Linise valutata sulla base dei Tributi minimi, e' di l/s 80 nei periodi non irrigui e di 140 nei periodi irrigui; occorre quindi una portata integrativa che sara' fornita dalle sorgenti dell'Alta Val D'Agri e dall'invaso del Camastra. Per le portate da prelevare e le modalita' di prelievo da tali fonti integrative sono state previste due fasi, cio' anche in relazione alla condizione prevista dal P.R.G.A. (1968), di limitare il prelievo dalle sorgenti dell'Alta Val d'Agri alla portata di 250 1/s. Nella prima fase, e cioe' fino all'entrata in esercizio della diga di Marsico Nuovo, sara' attinta dalle dette sorgenti la portata di 250 l/s che, aggiunta a quelle di l/s 80 nei periodi non irrigui o 140 l/s nei periodi irrigui fornite dalle altre sorgenti, porta rispettivamente a 330 e 390 l/s la disponibilita'; pertanto per saturare il fabbisogno di circa 1.000 l/s prevedibili nella prima fase sara' prelevata dall'invaso del Camastra una portata massima di circa 700 l/s. Il volume complessivo annuo relativo a tale prelievo che si estendera' nei prossimi 10 anni, e' stato valutato in 20 X 10 (6) mc. giacche' si e' tenuto conto dell'andamento variabile delle portate delle sorgenti nel corso dell'anno e dei fabbisogni nel periodo di tempo della prima fase. Nella seconda fase, cioe' dopo la messa in esercizio dell'invaso di Marsico Nuovo, si potra' prelevare dalle sorgenti dell'Alta Val d'Agri, nei periodi non irrigui, una portata massima di l/s 600. Tale portata, unitamente a quelle destinate agli acquedotti locali e rurali nonche' alle industrie, e' ampiamente coperta dai tributi minimi delle sorgenti della zona. Nei periodi irrigui, sempre in questa seconda fase, sara' prelevata dall'Alta Val d'Agri la stessa portata della prima fase e cioe' di 250 l/s al fine di garantire la disponibilita' per tutti gli usi plurimi della zona. La portata massima da prelevare dall'invaso del Camastra per saturare, in questa seconda fase, il fabbisogno dei 1921 l/s sara' pertanto di 1531 l/s, mentre il volume annuo diventera' di 40 X 10 6 mc. valutato sempre con i criteri innanzi esposti. Il prelievo di acqua per uso potabile dal Camastra non e' d'altronde in contrasto con altri programmi; infatti detto invaso ha una capacita' di mc. 40 X 10 6 e puo' regolarne 100 milioni di mc. Con il previsto prelievo di 40 milioni di mc. annui rimangono disponibili 60 milioni di mc., previsti per alimentare gli invasi di Acerenza e Genzano. - Acquedotto n. 2 dell'allegato 3/b - schema 4/2 Acquedotti dell'Agri. Alimentera' n. 8 Comuni con un fabbisogno idrico di 116 l/s. Provvede inoltre ad integrare gli schemi idrici degli acquedotti a servizio dei comuni di Montemurro, S. Chirico R., Viggiano, Spinoso, Paterno e lo schema idrico dell'acquedotto di Marsico Vetere. Il Fabbisogno complessivo dello schema e' di 174 l/s. Le fonti di alimentazione sono costituite dalle sorgenti: Chiasciumara, Sorgitora, Nuova raccolta, Bassa, Amoruso che danno un contributo minimo di 124 l/s. Per soddisfare il fabbisogno previsto di 114 l/s, occorre una integrazione dall'acquedotto del Basento di 50 l/s. - Acquedotto n. 3 - dell'allegato 3/b - schema 4/3 Acquedotto del Frida - S. Giovanni. Alimentera' n. 32 Comuni della Basilicata, di cui n. 6 in provincia di Potenza e n. 26 in provincia di Matera, la zona industriale della Val Basento ed integrera' l'acquedotto del Caramola. E' prevista inoltre l'alimentazione di alcuni comuni della Regione Calabria attraverso due diramazioni; la prima che ha origine dal partitore di Farneta e la seconda con origine dal nodo di Montecoppola. Il fabbisogno totale dello schema e' di 1.248 l/s. Le fonti di approvvigionamento previste sono: le sorgenti Frida con la portata di 570 l/s, le sorgenti S. Giovanni e Mangosa con 328 l/s e l'impianto di potabilizzazione della Val Basento con 100 l/s. Per far fronte al fabbisogno di 1.274 l/s e' stata inoltre prevista la costruzione di un invaso sul torrente Frida capace di fornire una ulteriore protata di 250 l/s. Acquedotto n. 4 dell'allegato 3/b - schema 4/4 Acquedotto del Sinni E' destinato a servire la fascia costiera Jonica dei comuni di Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano, Pisticci, Bernalda. Alimentera' inoltre, alcuni Comuni della Regione Calabria, e Ginosa Marina in prov. di Taranto. Il fabbisogno dello schema e' stato valutato in 1.175 l/s e tiene conto, inoltre che dei fabbisogni delle popolazioni residenti, anche di quelli connessi con le attivita' turistiche e produttive della zona. Lo schema verra' alimentato prelevando la portata necessaria di l/s. 1.175 dell'adduttore irriguo del Sinni, e potabilizzandola in apposito impianto da costruire, a quota 150 circa, in agro di Montalbano Jonico. Acquedotto n. 5 dell'allegato 3/b schema 4/5 Acquedotto del Pertusillo L'acquedotto di Pertusillo dovra' provvedere ad integrare l'approvvigionamento idrico dei Comuni di Matera, Montescaglioso, la frazione S. Brancato del comune di S. Arcangelo. La portata complessiva di 803 l/s verra' prelevato dall'invaso del Pertusillo attraverso l'acquedotto omonimo esistente. La citta' di Matera che ha un fabbisogno totale di 985 l/s verra' alimentata dall'acquedotto del Pertusillo con la portata 708 l/s e dal canale principale dell'Acquedotto Pugliese con una portata di 277 l/s. Montescagliosoo verra' alimentato dall'acquedotto del Pertusillo con una portata di 57 l/s e dall'acquedotto del Frida con la portata di 18 l/s. Acquedotto n. 6 dell'allegato 3/b schema 4/6 Acquedotto del Caramola Alimentera' 8 Comuni della Provincia di Potenza. Utilizzera' le sorgenti del "Caramola". Poiche' queste possono assicurare una portata di 10 l/s, il fabbisogno di 89 l/s Sara' coperto con il prelievo della portata integrativa di 79 l/s dall'acquedotto del Frida. Acquedotto n. 7 dell'allegato 3/b schema 4/7 Acquedotto del Vulture. Alimentera' n. 8 Comuni della Provincia di Potenza, ed alcune frazioni di S. Fele per i quali e' previsto un fabbisogno di 471 l/s. Utilizzera' le sorgenti "Pierno" e "La Francesca", nonche' le sorgenti locali dei vari Comuni elencati nell'allegato 3/b. Tali sorgenti possono assicurare una portata di 126 l/s; pertanto si e' previsto di prelevare la portata integrativa dai pozzi della piana di Atella (60 l/s), e dall'invaso del Vonghia (255 l/s). Poiche' quest'ultimo dovra' costruirsi, si e' previsto, qualora sorgessero difficolta', che ne imedissero la costruzione, di prelevare dal canale principale dell'E.A.A.P. la portata integrativa che in tal modo verrebbe a mancare. Acquedotto n. 8 dell'allegato 3/b schema 4/8 Questo schema riguarda l'alimentazione dei comuni di Lavello, Matera, Montemilone, Palazzo S. Gervasio Venosa e le zone industriali di Melfi, Lavello e Palazzo S. Gervasio che continuera' ad essere assicurata dal canale principale dell'E.A.A.P. con un prelievo complessivo di 567 l/s. Tale portata copre per intero le esigenze di tutti i suddetti Comuni escluso Matera, cui verra' fornita la portata di 277 l/s mentre i rimanenti 708 l/s occorrenti per coprire il fabbisogno totale di 985 l/s verranno prelevati dall'acquedotto del Pertusillo. Acquedotto n. 9 dell'allegato 3/b Schema 4/9 Acquedotto per Avigliano e Ruoti. Il fabbisogno dei due Comuni e' di 120 l/s e sara' coperto per 17 l/s dalle sorgenti locali elencate nell'allegato 3/b e per i restanti 103 l/s con integrazione dall'acquedotto del Basento. Acquedotto n. 10 dell'allegato 3/b schema 4/10 Acquedotto del Marmo Alimentera' i comuni di Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Rapone, Ruvo del Monte, S. Fele, Bella, Baragiano. Il fabbisogno complessivo dello schema e' di 220 l/s. Esso sara' fornito da sorgenti a servizio dei singoli acquedotti locali per l/s 47, dalla sorgente "Acqua che nasce", in agro di Laviano per 50 l/s e dall'invaso di Lago Saetta per 123 l/s. Acquedotto n. 11 dell'allegato 3/b schema 4/11 Acquedotto del Melandro Alimentera' i comuni di Balvano, Picerno, S. Angelo le Fratte, Savoia e Vietri di Potenza. Il fabbisogno complessivo dello schema e' di 117 l/s. Esso verra' soddisfatto con l/s 36 da sorgenti locali e servizio dei singoli comuni, con 50 l/s dai pozzi S. Nicola ed Airella e con 31 l/s da prelevare da un invaso da costruire sul torrente Melandro. Acquedotto n. 12 dell'allegato 3/b schema 4/12 Acquedotto di Satriano Il fabbisogno di l/s 11 sara' coperto dalle sorgenti Stagliata e Manca dei Nibbi la quale alimentera' anche la zona delle sorgenti con ulteriori 11 l/s. Acquedotto n. 13 dell'allegato 3/b schema 4/13 Acquedotto per Tito Il fabbisogno di questo Comune e' di 100 l/s in relazione alla presenza nel suo agro di una zona industriale. Per integrare la portata di 13 l/s da prelevare dalle sorgenti locali si e' previsto l'allacciamento dall'acquedotto del Basento Camastra. Acquedotto n. 14 dell'allegato 3/b schema 4/14 Acquedotto per Abriola Anzi Calvello Laurenzana Il fabbisogno dei 4 abitati e' di 75 l/s. Le fonti locali di alimentazione forniscono 23 l/s pertanto viene prevista l'integrazione dall'acquedotto del Camastra per una portata di 52 l/s. Acquedotto n. 15 dell'allegato 3/b schema 4/15 Acquedotto per Marsico Nuovo. Il fabbisogno dell'abitato e' di 40 l/s e' sara' assicurato dalle sorgenti Capo d'Agri 1 Betina etc. le quali potranno fornire una portata di 25 l/s. Lo schema verra' inoltre integrato dall'acquedotto del Basento con una portata di 15 l/s. Acquedotto n. 16 dell'allegato 3/b schema 4/16 Acquedotto di Paterno. Il fabbisogno di Paterno, di 30 l/s sara' assicurato dalle sorgenti Amoruso e S. Miele per complessivi 12 l/s. Lo schema sara' inoltre integrato dagli acquedotti del Basento con 10 l/s e dell'Agri con 18 l/s. Sara' inoltre riservata una portata di 10 l/s alla zona sorgenti. Acquedotto n. 17 dell'allegato 3/b schema 4/17 Acquedotto per Tramutola Il fabbisogno di 50 l/s sara' soddisfatto dalla sorgente Capo d'Acqua, Caranna Pietra Grattare e Vattiniere e dai pozzi Peschiera. Acquedotto n. 18 dell'allegato 3/b schema 4/18 Acquedotto di Marsico Vetere Alimentera' i comuni di Marsico Vetere con la frazione di Villa D'Agri per un bisogno complessivo di 40 l/s. A tale fabbisogno si fara' fronte con le portate delle sorgenti elencate nella scheda 4/18. dell'all. 3/b. E' prevista inoltre l'integrazione dall'acquedotto dell'Agri con 5 l/s. Acquedotto n. 19 dell'allegato 3/b schema 4/19 Acquedotto di Viggiano e Grumento Il fabbisogno dello schema di 52 l/s e' assicurato da sorgenti locali che alimentano i singoli abitati per 39 l/s. Lo schema e' inoltre integrato dall'acquedotto dell'Agri con la portata di 13 l/s. Acquedotto n. 20 dell'allegato 3/b schema 4/20 Acquedotto di Spinoso Per coprire il fabbisogno di questo Comune pari a 12 l/s si utilizzeranno le sorgenti locali Sorgitara e Raparo per 6 l/s. Lo schema verra' inoltre integrato dall'acquedotto dell'Agri con la portata di 6 l/s. Acquedotto n. 21 dell'allegato 3/b schema 4/21 Acquedotto di Montemurro. Per coprire il fabbisogno di questo abitato pari a 14 l/s si utilizzeranno le sorgenti locali di S. Salvatore e Petto di Gemma. Lo schema verra' inoltre alimentato dall'acquedotto dell'Agri con la portata di 8 l/s. Acquedotto n. 22 dell'allegato 3/b schema 4/22 Acquedotto di Moliterno e Sarconi. Alimentera' i comuni di Moliterno e Sarconi. A soddisfare il fabbisogno complessivo di 52 l/s si provvedera' utilizzando le sorgenti locali elencate nella scheda 4/21 dell'allegato 3b. Acquedotto n. 23 dell'allegato 3/b schema 4/23 Acquedotto per Castelsaraceno e S. Chirico Raparo. Il fabbisogno dei due abitati e' di 27 l/s. Si utilizzeranno le sorgenti Cugno di Viggiano e S. Giovanni; la seconda delle quali dovra' alimentare entrambi gli abitati. Poiche' la portata delle sorgenti non copre il fabbisogno si e' previsto l'allacciamento di S. Chirico Raparo all'acquedotto dell'Agri. Acquedotto n. 24 dell'allegato 3/b schema 4/24 Acquedotto di Maratea. Alimentera' Maratea e le sue frazioni rivierasche e montane. Utilizzera' le sorgenti S. Maria, S. Basilio, Sorgitura, la cui portata complessiva si prevede in 80 l/s. Pertanto stante l'importanza della zona in esame e le previsioni di sviluppo turistico ed industriale, si e' ritenuto necessario per coprire il fabbisogno dello schema (160 l/s) peraltro prevedere una seconda via di adduzione che consenta di avere a disposizione una riservata atta ad assicurare in ogni caso l'alimentazione della zona stessa. Tale seconda via e' stata prevista utilizzando le acque dell'invaso da realizzare sul torrente Noce con un prelievo di 80 l/s. Acquedotto n. 25 dell'allegato 3/b schema 4/25 Acquedotto per Trecchina Rivello Lagonegro Nemoli. Alimentera' i Comuni suddetti il cui fabbisogno e' di 169 l/s. Varie sorgenti alimenteranno lo schema con una portata di 166 l/s in cui e' compresa anche la portata di 30 l/s destinata all'integrazione dello schema 4/26 al fabbisogno totale di 199 l/s si fara' fronte con una ulteriore portata di 33 l/s da prelevare dall'invaso del Noce. Acquedotto n. 26 dell'allegato 3/b schema 4/26. Acquedotto per Lauria Latronico Episcopia. Alimentera' i tre comuni suddetti cui compete un fabbisogno di 141 l/s. Le fonti da utilizzare sono le sorgenti che attualmente alimentano i suddetti comuni, elencati nella scheda dell'allegato 3/b, capaci di un tributo di 50 l/s. Lo schema verra' integrato dalla sorgente Torbido (schema 4/24) con 30 l/s e dall'invaso da costruire sul torrente Noce con 61 l/s. Acquedotto n. 27 dell'allegato 3/b schema 4/27 Acquedotto per Castelluccio Inferiore. Il fabbisogno dell'abitato e' di 22 l/s. Le sorgenti S. Giovanni e Mangosa e Pantanelle possono largamente coprire tale fabbisogno. Per ulteriori future esigenze della zona e' stato previsto di destinare ad essa una ulteriore portata di 100 l/s da prelevare dalla sorgente S. Giovanni. Acquedotto n. 28 dell'allegato 3/b schema 4/28 Acquedotto per Castelluggio Superiore. Il fabbisogno di l/s 11 sara' coperto dalle sorgenti locali elencate nella scheda 4/28 dell'allegato 3/b. Acquedotto n. 29 dell'allegato 3/b schema 4/29 Acquedotto di Rotonda. Il fabbisogno di l/s 29 sara' coperto ampiamente con le acque che si e' previsto di riservare dalle sorgenti locali: Iannace e Sciartaglia. Acquedotto n. 30 dell'allegato 3/b schema 4/30 Acquedotto per Viggianello. Il fabbisogno di l/s 30 interamente coperto dalle sorgenti Mercure ed Acqua delle Vene. Per ulteriori future esigenze della zona e' stata prevista la destinazione di 150 l/s dalla sorgente Mercure. Acquedotto n. 31 dell'allegato 3/b schema 4/31. Acquedotto per Terranova di Pollino. Il fabbisogno di l/s 23 sara' coperto dalle sorgenti locali elencate nella scheda 4/30 dell'allegato 3/b.