(all. 1 - art. 1)
            Comitato Tecnico per la gestione delle acque
                            di Basilicata


                   Nuovo Piano Regolatore Generale
                   degli acquedotti di Basilicata.

                              RELAZIONE

1. Premesse
   La Regione Basilicata, con direttive n. 569 del 2  febbraio  1983,
ha  istituito  il  comitato tecnico per la gestione delle acque della
Basilicata.
   Tra i compiti svolti da detto organismo e' quello di aggiornamento
del Piano Regolatore Generale degli  Acquedotti  di  cui  alla  legge
4.2.1963 n. 129.
   La   situazione   dell'approvvigionamento  idrico  potabile  della
Basilicata ha assunto, negli ultimi anni, aspetti preoccupanti.
   Le cause di tale fenomeno  dipendono  dai  sempre  piu'  crescenti
fabbisogni  delle  popolazioni,  dalla  inadeguatezza  delle fonti di
alimentazione e delle strutture poste a loro disposizione.
   L'Acquedotto  Pugliese,  quale  Ente  gestore  dei   piu'   grandi
acquedotti  della  Basilicata e di alcuni dei minori, redasse sin dal
1971, uno studio tendente a fornire le soluzioni atte a consentire la
normalizzazione dell'approvvigionamento idrico.
   Nel 1975 lo studio suddetto fu aggiornato ed  esteso,  su  precisa
volonta'  della  Regione  Basilicata,  anche ai Comuni che provvedono
direttamente alla gestione dei propri acquedotti e che  numericamente
costituiscono circa il 50% di tutti i Comuni della Regione.
   Con  il progetto che la presente relazione accompagna si e' inteso
ora  aggiornare  il  suddetto  piano   sulla   base   dell'esperienza
gestionale  degli  anni  trascorsi  e dei programmi di sviluppo della
Regione.
   Il gruppo di progettazione del piano, si e' avvalso degli  apporti
del  Genio  Civile di Potenza, della Cassa per il Mezzogiorno e delle
Amministrazioni Comunali che hanno fornito molti elementi.
   Dati utili per la relazione del piano sono  stati  ricavati  anche
dalle pubblicazioni dell'Istituto di Ricerche Economica e Sociale per
la   Basilicata   (I.B.R.E.S.),   del   Comitato   Regionale  per  la
Programmazione Economica della Basilicata (C.R.P.E.B.), della  Camera
di  Commercio  di  Potenza,  degli Enti Provinciali per il Turismo di
Potenza e Matera.
   Prima di passare alla trattazione particolareggiata  del  progetto
si   ritiene   necessario   indicare,   sinteticamente,   i   criteri
fondamentali che sono stati posti a base della sua elaborazione.
   Individuazione di tutte le necessita' idrico-potabili in relazione
al migliorato tenore di vita delle popolazioni, allo sviluppo  socio-
economico  della  Regione,  alla  presenza  di  numerosi insediamenti
sparsi abbisognevoli di  servizi  autonomi  indipendenti  del  centro
urbano,  alla  incidenza  sui  consumi determinata, in alcuni periodi
dell'anno, dal rientro in  massa,  nei  Comuni  lucani,  di  numerosi
emigrati.
   Priorita'  dell'uso  potabile  nella  utilizzazione  delle risorse
idriche.   Non   e'   infatti    ammissibile    registrare    carenze
nell'approvvigionamento   idrico-potabile,   sia  pure  per  limitati
periodi di tempo, in una  regione  ricca  di  acque  e  che  anzi  e'
tributaria di altre Regioni.
   Tutto  cio',  naturalmente,  inserito  nel  quadro  generale delle
necessita' idriche per uso industriale e per uso  irriguo  che  vanno
anche'esse   tenute  in  debito  conto.  tali  usi  vanno  ovviamente
disciplinati al fine di evitare qualsiasi spreco di acqua ad esempio,
l'irrigazione va fatta con impianti tubati e non con canalette o  con
canali in terra.
   Utilizzazione  delle  fonti  tradizionali,  sorgenti, in base alla
portata minima e non a quella media, perche' solo su tale portata  si
puo'  fare  sicuro  affidamento.  Per quanto attiene a queste fonti i
dati  sono  stati   rilevati   utilizzando   uno   studio   elaborato
dell'Acquedotto   Pugliese   nel   1974,   per  conto  della  Regione
Basilicata, contenente una accurata indagine  su  tutte  le  sorgenti
della  Basilicata,  nel quale sono catalogate 1.603 sorgenti con dati
di portata riferiti in piu' anni di osservazione.
   Utilizzazione per uso potabile anche delle  acque  di  invaso  per
integrare  quelle  di  sorgente che non sono piu' sufficienti per far
fronte, in tutti i periodi dell'anno, alle accresciute necessita'.
   Occorre infatti tener conto che in questi  ultimi  anni  e'  stato
rilevato  un  progressivo  allungamento  del  periodo  di magra delle
sorgenti ed una diminuzione dei valori delle portate. L'E.A.A.P., per
tutti gli acquedotti  che  gestisce,  ha  avuto  modo  di  accertare,
attraverso  le  rilevazioni sulle varie sorgenti, l'esistenza di tale
fenomeno dal 1967 in poi.
   L'utilizzazione degli invasi oltre che  provvedere  alla  suddetta
integrazione,  consente,  in  caso  di  magre  eccezionali,  di poter
disporre di acqua con le prime piogge mentre le  sorgenti  richiedono
lungi tempi di corrivazione e fondamentalmente precipitazioni nevose.
   D'altra  parte gli invasi lucani, essendo in massima parte di alta
montagna, contengono acqua con caratteristiche molto vicine a  quelle
potabili e quindi potabilizzabili con costi relativamente bassi.
   Occorre  infine  tener  conto  che  la  presenza  di  invasi  gia'
costruiti consente di disporre,  in  tempi  relativamente  brevi,  di
acqua necessaria per realizzare alcune urgenti integrazioni.
   Creazione,  ove  possibile,  di una seconda via di adduzione, che,
oltre a provvedere alla integrazione  di  portata  necessaria,  possa
garantire  un'alimentazione  idrica,  sia  pure  ridotta,  in caso di
prolungata interruzione della  via  principale.  Cio'  in  Basilicata
avviene   con   frequenza  per  le  rotture  delle  condotte  che  si
determinano a causa della particolare natura dei terreni attraversati
e, per gli acquedotti alimentati con impianti di sollevamento, per le
interruzioni di energia elettrica causata dalle bufere di neve  e  di
vento.
   Creazione,  quanto  piu' possibile, di acquedotti basati su schemi
articolati di alimentazione comprendenti piu' Comuni e piu' fonti  di
alimentazione  allo  scopo  di  meglio garantire l'approvvigionamento
idrico  di  tutti  gli  abitati   escludendo   dal   bilancio   delle
disponibilita'   idriche  i  modestissimi  contributi  delle  piccole
sorgenti.
   Realizzazione  di  acquedotti rurali per alimentare le popolazioni
delle case  sparse  utilizzando  o  le  portate  derivante  da  altri
acquedotti o quelle, anche se modeste, delle sorgenti locali.
   Assegnazione, nella determinazione dei fabbisogni idrico-potabili,
di  portare  aggiuntive  alle zone in cui sgorgano le varie sorgenti,
dovendosi ritenere valido il principio che  le  esigenze  idriche  di
tali   zone  vanno  soddisfatte  prioritariamente  e  con  larghezza.
Larghezza pero' non significa spreco per cui occorre  disciplinare  e
razionalizzare qualsiasi tipo di utilizzazione.
   Da tutto quanto innanzi esposto deriva la necessita' di:
-    prevedere per tutti gli acquedotti della Basilicata una gestione
   il  piu'  possibile  unitaria  e   tecnicamente   efficiente   per
   utilizzare  in  maniera  razionale  le  risorse idriche a ciascuno
   assegnate e per eliminare inconcepibili  frontiere  fra  Comune  e
   Comune.
   L'acqua,  infatti,  e'  un  bene  che  non  va sprecato e che deve
   considerarsi a disposizione di coloro che ne  hanno  bisogno,  pur
   salvaguardando  naturalmente il principio, gia' innanzi enunciato,
   di riservare, alle zone delle sorgenti, portate tali da soddisfare
   innanzi tutto e con larghezza le loro necessita'.
- Apportare varianti  al  vigente  Piano  Regolatore  Generale  degli
   Acquedotti  le cui previsioni sono risultate inadeguate alle nuove
   necessita' idrico-potabili della Basilicata.
2 - Situazione attuale degli acquedotti in Basilicata.
2.1 Acquedotti gestiti dall'E.A.A.P.
    Nel 1942 lo Stato affido' all'E.A.A.P.  la  gestione  dei  grandi
acquedotti della Basilicata: l'Agri, il Basento e il Caramola.
    L'Ente   Acquedotto   Pugliese  ha  realizzato  un  altro  grande
acquedotto, quello del Frida, ed ha provveduto alla ricostruzione  ed
all'adeguamento  degli  altri  tre  per i quali ha contemporaneamente
provveduto alla immissione di nuove fonti di alimentazione.
    Nel contempo l'Ente medesimo ha assunto la gestione  anche  degli
acquedotti locali a servizio di Rionero, Trecchina, Maratea.
    Anche per tali acquedotti sono state realizzate opere integrative
e di ricostruzione.
    Tutti   gli   interventi   sono  stati  effettuati  nella  misura
consentita dai finanziamenti ottenuti.
    Lo stato dell'approvvigionamento idrico degli abitati gestiti  e'
andato  gradualmente  migliorando  raggiungendo nel 1970 livelli piu'
che soddisfacenti giacche' e'  stato  possibile  assicurare  a  quasi
tutti  gli  abitati  e  per  quasi  tutti  i  periodi  dell'anno  una
erogazione continua.
    Successivamente, a causa del notevole aumento  dei  consumi,  del
contemporaneo     progressivo     impoverimento    delle    sorgenti,
dell'inadeguatezza delle previsioni del P.R.G.A.,  della  limitatezza
dei finanziamenti ottenuti, a fronte delle necessita' prospettate nei
programmi  predisposti  dall'E.A.A.P.,  si  e' verificato un graduale
deterioramento  della   situazione   dell'approvvigionamento   idrico
raggiungendo nel 1975 punte di estrema gravita'.
    L'Ente  Acquedotto  Pugliese  ha  fronteggiato in ogni momento le
situazioni con la sua organizzazione tecnica specializzata, il che ha
consentito di utilizzare nel  migliore  dei  modi  tutte  le  risorse
idriche  di  cui  poteva  disporre,  realizzando  il  maggior  numero
possibile di ore di erogazione e cercando di  limitare  al  minimo  i
disagi  alle popolazioni e di evitare squilibri fra i vari abitanti e
fra  le  varie  zone di questi ultimi, la maggior parte dei quali, ha
una altimetria variabilissima.  Dall'allegato 1b si puo' rilevare per
ciascuno degli acquedotti la situazione relativa alle  attuali  fonti
di  alimentazione,  alle  portate disponibili, alle ore di erogazione
assicurate negli abitati nei periodi di  morbida  e  di  magra  delle
sorgenti.
    Dall'esame  dei  dati,  in  esso allegato riportati, si rileva la
necessita' di provvedere in tempi brevi alla realizzazione  di  opere
integrative  sia  per  quanto attiene alle fonti di alimentazione sia
alle strutture per l'adduzione dell'acqua ai punti di utilizzazione.
    I successivi allegati contengono lo studio e  le  previsioni  per
pervenire   a   tale   realizzazione,   che   potra'   consentire  la
normalizzazione dell'approvvigionamento.
2.2 Acquedotti gestiti direttamente dai Comuni
    I Comuni che provvedono direttamente  alla  gestione  dei  propri
acquedotti sono in numero di 67.
    La  quasi  totalita'  e' servita da piccoli acquedotti locali, la
maggior parte dei quali e' in condizioni di  estrema  precarieta'  il
che  determina  una  erogazione di poche ore al giorno come si rileva
dall'allegato 1b.
    Tale situazione deriva da una parte  da  strutture  inadeguate  e
fatiscenti, nonche' dalla non piu' accettabile presa di posizione dei
Comuni  di  voler  utilizzare solo le sorgenti del loro agro anche se
queste come spesso avviene  hanno  portate  veramente  insignificanti
specialmente  in  alcuni  periodi dell'anno, dall'altra dall'assoluta
mancanza da una gestione adeguata e di interventi manutentori, il che
fa rapidamente degradare anche opere da poco realizzate.
    La carenza nella gestione e' dovuta:
-   alla mancanza di attrezzature, mezzi e personale numericamente  e
    tecnicamente  capace  (in  alcuni  Comuni i compiti di fontaneria
    sono  affidati  a  personale  non  idoneo  e  che  assolve  altri
    incarichi);
-      alla  mancanza  del  necessario  controllo  dell'acqua erogata
    (mancanza di contatori alle utenze o, se vi sono, mancanza  delle
    relative   sistematiche  letture)  e  di  un  razionale  addebito
    dell'acqua fornita agli utenti (in alcuni Comuni le eccedenze non
    vengono addebitate o lo sono con tariffe addirittura inferiori  a
    quelle dell'impegnativo);
-      ad irrazionale sistema di costruzione degli impianti e tronchi
    idrici che spesso si  prolungano  anche  fuori  dell'abitato  per
    chilometri   senza   essere   inquadrati   in   schemi   generali
    opportunamente studiati e calcolati;
-     ad  adozione  di  diametri  inadeguati  che  provocano  durante
    l'erogazione notevoli abbassamenti dei carichi;
-      ad  adozione,  per  le  condotte,  di materiale non idoneo che
    provocano numerose perdite;
-   alla mancanza di apparecchiature di registrazione e di controllo.
    Tali  fatti,  comuni  a  quasi  tutti   gli   abitati,   assumono
particolare  rilevanza  per  la citta' di Potenza dove le conseguenze
delle carenze si fanno sentire in  maniera  piu'  accentuata  e  piu'
drammatica stante la sua prorogativa di citta' capoluogo di provincia
e di regione.
    Una conseguenza grave di tali carenze e' costituita, per esempio,
dalla  enorme  disparita'  di  ore  di  erogazione  tra le varie zone
dell'abitato, la cui altimetria e' notevolmente variabile.
    Da quanto precede risulta evidente la  necessita'  di  provvedere
con  urgenza alla creazione di nuove strutture, intese sia come fonti
di alimentazione che come opere  di  adduzione  e  di  distribuzione,
inserite  in  schemi organici e tecnicamente efficienti, unitamente e
contemporaneamente alla creazione di  una  efficiente  organizzazione
gestionale atta ad eliminare le carenze innanzi enunciate.
    Dall'allegato  1b  si  puo'  rilevare  come  per alcuni Comuni la
situazione dell'approvvigionamento idrico e' leggermente migliore  di
altri;  trattasi  di  Comuni  nei quali sono stati operati di recenti
interventi con la costruzione di nuove opere o con  la  ricostruzione
di quelle esistenti.
3 - Fabbisogni Idrico-Potabili.
    Come gia' detto nelle premesse uno dei criteri fondamentali posti
a   base  del  presente  progetto  e'  stato  quello  di  determinare
innanzitutto   gli   effettivi   fabbisogni   idrico-potabili   della
Basilicata.
    Infatti  i  dati  che  a  tale  riguardo furono fissati dal Piano
Regolatore Generale degli Acquedotti e sui quali si e' dovuta  basare
la   recente   progettazione   si   sono   dimostrati   assolutamente
insufficienti  e  non  adeguati  alle  effettive   necessita'   delle
popolazioni servite.
    Tale  insufficienza  ed inadeguatezza sono derivate dal fatto che
nella determinazione dei fabbisogni idrici  non  si  tenne  conto  di
alcuni  fattori  di  sviluppo  che negli ultimi anni hanno portato un
miglioramento nel tenore di vita delle popolazioni cui e' seguito con
immediatezza un aumento nei consumi di acqua potabile.  Altri fattori
di cui non si tenne conto sono quelli connessi  ad  alcune  attivita'
della Basilicata ed alle sue strutture socio-economiche.
    I  dati relativi ai consumi mostrano come questi ultimi, in molti
abitati, hanno gia' raggiunto i valori fissati dal P.R.G.A.  al  2015
ed in alcuni li hanno addirittura superati.
    Nel  rinviare all'allegato 2 ed in particolare alla sua Relazione
per i dettagli relativi a questo argomento si fa qui presente che, in
relazione  alle  considerazioni  che   procedono,   l'analisi   delle
necessita'   idrico-potabili  e'  stata  effettuata  esaminando,  con
opportuni criteri,  separatamente  quelle  strettamente  legate  alle
esigenze  civili  degli  agglomerati  urbani,  quelle connesse con le
attivita' industriali, quelle per le attivita'  turistiche  e  quelle
connesse con l'agricoltura.
    Infine si e' tenuto conto che tramite le condotte che convogliano
acqua  per  uso  potabile  vengono  immesse  al  consumo  anche acque
utilizzate da piccole industrie per le quali  l'acqua  necessaria  ai
cicli di lavorazione deve avere caratteristiche potabili; nonche' per
quelle  industrie  di  piccola entita' che, pur non richiedendo acque
potabili per i loro processi, per la loro ubicazione non possono  non
attingere dagli acquedotti potabili non essendovi alcuna possibilita'
o   convenienza   di   costruire   apposite   condotte  per  la  loro
alimentazione.
    Tenendo conto di tutti i fattori innanzi citati si  e'  pervenuti
alla   individuazione,  per  ciascun  Comune  dei  fabbisogni  idrici
globali. I dati ottenuti si sono riportati nell'allegato 2 b.
    Complessivamente il fabbisogno di acqua potabile previsto dal pi-
ano e' risultato di mc/s 7.862.
    Di  cui mc/s 3.374 da sorgenti, mc/s 4.239 da invasi e mc/s 0.249
da pozzi.
    Nel rinviare agli allegati 3b e 3c per i particolari relativi  ai
prelievi previsti dai vari invasi, si ritiene qui opportuno precisare
che  la  portata  di  mc/s 4.234 tiene conto dei valori massimi delle
portate da prelevare dagli invasi: in realta' tali prelievi subiranno
delle riduzioni man mano che  aumentano  le  portate  delle  sorgenti
rispetto ai minimi considerati.
    Pertanto  i  volumi  annui  che  saranno  attinti dai vari invasi
dipenderanno dall'andamento delle portate delle sorgenti.
    Individuati cosi' i fabbisogni si e' passati alla  determinazione
delle  fonti  da destinare ai vari Comuni e degli schemi tecnicamente
piu' validi per addurvi le portate necessarie.
4  -  Fonti  di  alimentazione  e  schemi  del  nuovo  assetto  degli
acquedotti.
    Nei  paragrafi che precedono e' stato posto in evidenza come, per
assicurare alla  Basilicata  l'acqua  necessaria  per  il  fabbisogno
idrico-potabile  al  2015,  si rende necessario utilizzare oltre alle
acque di sorgente anche quelle di invaso.
    I criteri con cui tali utilizzazioni sono  state  previste,  sono
stati   ampiamente  esposti  in  precedenza  per  cui,  nel  presente
paragrafo, si provvede  alla  descrizione  dei  vari  acquedotti  con
riferimento alle loro fonti di alimentazione ed ai Comuni che da essi
acquedotti saranno alimentati.
    In tale descrizione si fara' riferimento all'elenco dell'allegato
3b  il quale, per gli acquedotti alimentati piu' abitati, utilizzanti
piu' fonti ed aventi sistemi  di  distribuzione  piu'  complessi,  e'
stato integrato con gli schemi grafici riportati nell'allegato 4.
    Completano  l'allegato  3  due  elenchi:  il  primo (allegato 3a)
riporta in ordine alfabetico, divisi per provincia,  tutti  i  Comuni
della  Basilicata  con i relativi fabbisogni idrico-potabili al 2015,
le fonti di alimentazione, il riferimento all'elenco allegato  3b  ed
agli  schemi  dell'allegato 4; il secondo (allegato 3c) riporta tutti
gli invasi che si e' previsto di utilizzare con  l'indicazione  delle
portate  massime  e  dei  volumi  annui  da  utilizzare  e  quindi da
riservare.
-  Acquedotto n. 1 dell'allegato 3b - schema 4/1
Acquedotto del Basento.
   Alimentera' n. 21 Comuni della Provincia di Potenza e n.  2  della
provincia  di Matera; inoltre e' stata prevista l'alimentazione della
zona  industriale  del  Comune  di  Tito  e  le  integrazioni   degli
acquedotti  di  Avigliano  e  Ruoti (schema 4/9), dell'Agri (4/2), di
Marsico N. (4/15) e di Paterno (4/16).
   Utilizza alcune delle sorgenti dell'Alta Val  d'Agri,  quelle  del
gruppo  S. Michele, quelle del gruppo Fossa Cupa e la sorgente Linise
nonche'   l'invaso   del   Camastra.   Il   fabbisogno    complessivo
dell'acquedotto e' di l/s 1921.
   La  portata complessiva dei gruppi sorgentizi di S. Michele, Fossa
Cupa e Linise valutata sulla base dei Tributi minimi, e'  di  l/s  80
nei  periodi non irrigui e di 140 nei periodi irrigui; occorre quindi
una portata integrativa che sara' fornita  dalle  sorgenti  dell'Alta
Val D'Agri e dall'invaso del Camastra.
   Per  le  portate  da  prelevare e le modalita' di prelievo da tali
fonti integrative  sono  state  previste  due  fasi,  cio'  anche  in
relazione  alla  condizione prevista dal P.R.G.A. (1968), di limitare
il prelievo dalle sorgenti dell'Alta Val d'Agri alla portata  di  250
1/s.
   Nella prima fase, e cioe' fino all'entrata in esercizio della diga
di  Marsico  Nuovo,  sara' attinta dalle dette sorgenti la portata di
250 l/s che, aggiunta a quelle di l/s 80 nei periodi  non  irrigui  o
140  l/s  nei  periodi  irrigui  fornite  dalle altre sorgenti, porta
rispettivamente a 330 e  390  l/s  la  disponibilita';  pertanto  per
saturare  il  fabbisogno  di  circa 1.000 l/s prevedibili nella prima
fase sara' prelevata dall'invaso del Camastra una portata massima  di
circa  700  l/s. Il volume complessivo annuo relativo a tale prelievo
che si estendera' nei prossimi 10 anni, e' stato valutato in 20 X  10
(6)  mc.  giacche'  si e' tenuto conto dell'andamento variabile delle
portate delle sorgenti nel  corso  dell'anno  e  dei  fabbisogni  nel
periodo di tempo della prima fase.
   Nella  seconda  fase, cioe' dopo la messa in esercizio dell'invaso
di Marsico Nuovo, si potra' prelevare dalle  sorgenti  dell'Alta  Val
d'Agri, nei periodi non irrigui, una portata massima di l/s 600.
   Tale portata, unitamente a quelle destinate agli acquedotti locali
e  rurali  nonche'  alle industrie, e' ampiamente coperta dai tributi
minimi delle sorgenti della zona.  Nei  periodi  irrigui,  sempre  in
questa  seconda  fase, sara' prelevata dall'Alta Val d'Agri la stessa
portata della prima fase e cioe' di 250 l/s al fine di  garantire  la
disponibilita' per tutti gli usi plurimi della zona.
   La  portata  massima  da  prelevare  dall'invaso  del Camastra per
saturare, in questa seconda fase, il fabbisogno dei  1921  l/s  sara'
pertanto  di 1531 l/s, mentre il volume annuo diventera' di 40 X 10 6
mc. valutato sempre con i criteri innanzi esposti.
   Il prelievo  di  acqua  per  uso  potabile  dal  Camastra  non  e'
d'altronde  in contrasto con altri programmi; infatti detto invaso ha
una capacita' di mc. 40 X 10 6 e puo' regolarne 100  milioni  di  mc.
Con  il  previsto  prelievo  di  40  milioni  di  mc. annui rimangono
disponibili 60 milioni di mc., previsti per alimentare gli invasi  di
Acerenza e Genzano.
-  Acquedotto n. 2 dell'allegato 3/b - schema 4/2
Acquedotti dell'Agri.
   Alimentera'  n.  8  Comuni  con  un  fabbisogno idrico di 116 l/s.
Provvede inoltre ad integrare gli schemi idrici  degli  acquedotti  a
servizio  dei comuni di Montemurro, S. Chirico R., Viggiano, Spinoso,
Paterno e lo schema idrico  dell'acquedotto  di  Marsico  Vetere.  Il
Fabbisogno  complessivo  dello  schema  e'  di  174  l/s. Le fonti di
alimentazione   sono   costituite   dalle   sorgenti:   Chiasciumara,
Sorgitora,  Nuova  raccolta,  Bassa,  Amoruso che danno un contributo
minimo di 124 l/s.
   Per soddisfare il fabbisogno previsto  di  114  l/s,  occorre  una
integrazione dall'acquedotto del Basento di 50 l/s.
- Acquedotto n. 3 - dell'allegato 3/b - schema 4/3
Acquedotto del Frida - S. Giovanni.
   Alimentera'  n.  32  Comuni  della  Basilicata,  di  cui  n.  6 in
provincia di Potenza  e  n.  26  in  provincia  di  Matera,  la  zona
industriale   della   Val  Basento  ed  integrera'  l'acquedotto  del
Caramola.
   E' prevista inoltre l'alimentazione di alcuni comuni della Regione
Calabria  attraverso  due  diramazioni;  la  prima che ha origine dal
partitore  di  Farneta  e  la  seconda  con  origine  dal   nodo   di
Montecoppola.
   Il  fabbisogno  totale  dello  schema e' di 1.248 l/s. Le fonti di
approvvigionamento previste sono: le sorgenti Frida con la portata di
570 l/s, le sorgenti S. Giovanni e Mangosa con 328 l/s  e  l'impianto
di  potabilizzazione della Val Basento con 100 l/s. Per far fronte al
fabbisogno di 1.274 l/s e' stata inoltre prevista la  costruzione  di
un  invaso sul torrente Frida capace di fornire una ulteriore protata
di 250 l/s.
Acquedotto n. 4 dell'allegato 3/b - schema 4/4
Acquedotto del Sinni
   E' destinato a servire la fascia costiera  Jonica  dei  comuni  di
Nova Siri, Rotondella, Policoro, Scanzano, Pisticci, Bernalda.
   Alimentera'  inoltre,  alcuni  Comuni  della  Regione  Calabria, e
Ginosa Marina in prov. di Taranto.
   Il fabbisogno dello schema e' stato valutato in 1.175 l/s e  tiene
conto,  inoltre che dei fabbisogni delle popolazioni residenti, anche
di quelli connessi con le attivita'  turistiche  e  produttive  della
zona.
   Lo  schema  verra'  alimentato prelevando la portata necessaria di
l/s. 1.175 dell'adduttore irriguo del Sinni,  e  potabilizzandola  in
apposito  impianto  da  costruire,  a  quota  150  circa,  in agro di
Montalbano Jonico.
Acquedotto n. 5 dell'allegato 3/b schema 4/5
Acquedotto del Pertusillo
   L'acquedotto  di  Pertusillo  dovra'   provvedere   ad   integrare
l'approvvigionamento  idrico dei Comuni di Matera, Montescaglioso, la
frazione  S.  Brancato  del  comune  di  S.  Arcangelo.  La   portata
complessiva  di  803  l/s verra' prelevato dall'invaso del Pertusillo
attraverso l'acquedotto omonimo esistente. La citta' di Matera che ha
un fabbisogno totale di 985 l/s verra' alimentata dall'acquedotto del
Pertusillo  con  la  portata  708  l/s  e   dal   canale   principale
dell'Acquedotto Pugliese con una portata di 277 l/s.
   Montescagliosoo  verra'  alimentato dall'acquedotto del Pertusillo
con una portata di 57 l/s e dall'acquedotto del Frida con la  portata
di 18 l/s.
Acquedotto n. 6 dell'allegato 3/b schema 4/6
Acquedotto del Caramola
   Alimentera'  8  Comuni  della Provincia di Potenza. Utilizzera' le
sorgenti  del  "Caramola".  Poiche'  queste  possono  assicurare  una
portata  di  10  l/s,  il  fabbisogno  di 89 l/s Sara' coperto con il
prelievo della portata integrativa  di  79  l/s  dall'acquedotto  del
Frida.
Acquedotto n. 7 dell'allegato 3/b schema 4/7
Acquedotto del Vulture.
   Alimentera'  n.  8  Comuni  della  Provincia di Potenza, ed alcune
frazioni di S. Fele per i quali e' previsto un fabbisogno di 471 l/s.
Utilizzera'  le  sorgenti  "Pierno"  e  "La  Francesca",  nonche'  le
sorgenti  locali  dei  vari  Comuni  elencati nell'allegato 3/b. Tali
sorgenti possono assicurare una portata di 126 l/s;  pertanto  si  e'
previsto di prelevare la portata integrativa dai pozzi della piana di
Atella  (60  l/s),  e  dall'invaso  del  Vonghia  (255  l/s). Poiche'
quest'ultimo dovra' costruirsi, si e'  previsto,  qualora  sorgessero
difficolta',  che  ne  imedissero  la  costruzione,  di prelevare dal
canale principale dell'E.A.A.P. la portata  integrativa  che  in  tal
modo verrebbe a mancare.
Acquedotto n. 8 dell'allegato 3/b schema 4/8
   Questo  schema  riguarda  l'alimentazione  dei  comuni di Lavello,
Matera, Montemilone, Palazzo S. Gervasio Venosa e le zone industriali
di Melfi, Lavello e Palazzo S. Gervasio  che  continuera'  ad  essere
assicurata  dal  canale  principale  dell'E.A.A.P.  con  un  prelievo
complessivo di 567 l/s.
   Tale portata copre per intero le  esigenze  di  tutti  i  suddetti
Comuni  escluso  Matera,  cui  verra'  fornita  la portata di 277 l/s
mentre i rimanenti 708  l/s  occorrenti  per  coprire  il  fabbisogno
totale di 985 l/s verranno prelevati dall'acquedotto del Pertusillo.
Acquedotto n. 9 dell'allegato 3/b Schema 4/9
Acquedotto per Avigliano e Ruoti.
   Il  fabbisogno dei due Comuni e' di 120 l/s e sara' coperto per 17
l/s dalle sorgenti locali elencate nell'allegato 3/b e per i restanti
103 l/s con integrazione dall'acquedotto del Basento.
Acquedotto n. 10 dell'allegato 3/b schema 4/10
Acquedotto del Marmo
   Alimentera' i comuni di Castelgrande,  Muro  Lucano,  Pescopagano,
Rapone,  Ruvo  del  Monte,  S.  Fele, Bella, Baragiano. Il fabbisogno
complessivo dello schema  e'  di  220  l/s.  Esso  sara'  fornito  da
sorgenti  a  servizio dei singoli acquedotti locali per l/s 47, dalla
sorgente "Acqua  che  nasce",  in  agro  di  Laviano  per  50  l/s  e
dall'invaso di Lago Saetta per 123 l/s.
Acquedotto n. 11 dell'allegato 3/b schema 4/11
Acquedotto del Melandro
   Alimentera'  i  comuni  di  Balvano, Picerno, S. Angelo le Fratte,
Savoia e Vietri di Potenza.
   Il fabbisogno complessivo dello schema e' di 117 l/s. Esso  verra'
soddisfatto  con  l/s  36  da  sorgenti locali e servizio dei singoli
comuni, con 50 l/s dai pozzi S. Nicola ed Airella e  con  31  l/s  da
prelevare da un invaso da costruire sul torrente Melandro.
Acquedotto n. 12 dell'allegato 3/b schema 4/12
Acquedotto di Satriano
   Il  fabbisogno  di l/s 11 sara' coperto dalle sorgenti Stagliata e
Manca dei Nibbi la quale alimentera' anche la zona delle sorgenti con
ulteriori 11 l/s.
Acquedotto n. 13 dell'allegato 3/b schema 4/13
Acquedotto per Tito
   Il fabbisogno di questo Comune e' di 100  l/s  in  relazione  alla
presenza  nel  suo  agro  di  una  zona industriale. Per integrare la
portata di 13 l/s da prelevare dalle sorgenti locali si  e'  previsto
l'allacciamento dall'acquedotto del Basento Camastra.
Acquedotto n. 14 dell'allegato 3/b schema 4/14
Acquedotto per Abriola Anzi Calvello Laurenzana
   Il  fabbisogno  dei  4  abitati  e'  di 75 l/s. Le fonti locali di
alimentazione   forniscono   23   l/s   pertanto    viene    prevista
l'integrazione  dall'acquedotto  del  Camastra  per una portata di 52
l/s.
Acquedotto n. 15 dell'allegato 3/b schema 4/15
Acquedotto per Marsico Nuovo.
   Il  fabbisogno dell'abitato e' di 40 l/s e' sara' assicurato dalle
sorgenti Capo d'Agri 1 Betina etc.  le  quali  potranno  fornire  una
portata di 25 l/s. Lo schema verra' inoltre integrato dall'acquedotto
del Basento con una portata di 15 l/s.
Acquedotto n. 16 dell'allegato 3/b schema 4/16
Acquedotto di Paterno.
   Il  fabbisogno  di  Paterno,  di  30  l/s  sara'  assicurato dalle
sorgenti Amoruso e S. Miele per complessivi 12 l/s.
   Lo schema sara' inoltre integrato dagli acquedotti del Basento con
10 l/s e dell'Agri con 18 l/s. Sara' inoltre riservata una portata di
10 l/s alla zona sorgenti.
Acquedotto n. 17 dell'allegato 3/b schema 4/17
Acquedotto per Tramutola
   Il fabbisogno di 50 l/s sara' soddisfatto dalla sorgente Capo
 d'Acqua, Caranna Pietra Grattare e Vattiniere e dai pozzi Peschiera.
Acquedotto n. 18 dell'allegato 3/b schema 4/18
Acquedotto di Marsico Vetere
   Alimentera' i comuni di Marsico Vetere con la  frazione  di  Villa
D'Agri per un bisogno complessivo di 40 l/s.
   A  tale  fabbisogno  si fara' fronte con le portate delle sorgenti
elencate nella  scheda  4/18.  dell'all.  3/b.  E'  prevista  inoltre
l'integrazione dall'acquedotto dell'Agri con 5 l/s.
Acquedotto n. 19 dell'allegato 3/b schema 4/19
Acquedotto di Viggiano e Grumento
   Il  fabbisogno  dello  schema  di 52 l/s e' assicurato da sorgenti
locali che alimentano i singoli abitati per 39 l/s.
   Lo schema e' inoltre integrato dall'acquedotto  dell'Agri  con  la
portata di 13 l/s.
Acquedotto n. 20 dell'allegato 3/b schema 4/20
Acquedotto di Spinoso
   Per  coprire  il  fabbisogno  di  questo  Comune  pari a 12 l/s si
utilizzeranno le sorgenti locali Sorgitara e Raparo per 6 l/s.
   Lo schema verra' inoltre integrato dall'acquedotto  dell'Agri  con
la portata di 6 l/s.
Acquedotto n. 21 dell'allegato 3/b schema 4/21
Acquedotto di Montemurro.
   Per  coprire  il  fabbisogno  di  questo  abitato pari a 14 l/s si
utilizzeranno le sorgenti locali di S. Salvatore e Petto di Gemma.
   Lo schema verra' inoltre alimentato dall'acquedotto dell'Agri  con
la portata di 8 l/s.
Acquedotto n. 22 dell'allegato 3/b schema 4/22
Acquedotto di Moliterno e Sarconi.
   Alimentera'  i  comuni  di  Moliterno  e  Sarconi. A soddisfare il
fabbisogno complessivo  di  52  l/s  si  provvedera'  utilizzando  le
sorgenti locali elencate nella scheda 4/21 dell'allegato 3b.
Acquedotto n. 23 dell'allegato 3/b schema 4/23
Acquedotto per Castelsaraceno e S. Chirico Raparo.
   Il  fabbisogno  dei  due abitati e' di 27 l/s. Si utilizzeranno le
sorgenti Cugno di Viggiano e S.  Giovanni;  la  seconda  delle  quali
dovra'  alimentare  entrambi  gli  abitati.  Poiche' la portata delle
sorgenti non copre il fabbisogno si e' previsto l'allacciamento di S.
Chirico Raparo all'acquedotto dell'Agri.
Acquedotto n. 24 dell'allegato 3/b schema 4/24
Acquedotto di Maratea.
   Alimentera'  Maratea  e  le  sue  frazioni  rivierasche e montane.
Utilizzera' le sorgenti S.  Maria,  S.  Basilio,  Sorgitura,  la  cui
portata complessiva si prevede in 80 l/s.
   Pertanto  stante  l'importanza della zona in esame e le previsioni
di sviluppo turistico ed industriale, si e' ritenuto  necessario  per
coprire  il  fabbisogno dello schema (160 l/s) peraltro prevedere una
seconda via di adduzione che consenta di  avere  a  disposizione  una
riservata  atta ad assicurare in ogni caso l'alimentazione della zona
stessa. Tale seconda via  e'  stata  prevista  utilizzando  le  acque
dell'invaso  da  realizzare  sul  torrente Noce con un prelievo di 80
l/s.
Acquedotto n. 25 dell'allegato 3/b schema 4/25
Acquedotto per Trecchina Rivello Lagonegro Nemoli.
   Alimentera' i Comuni suddetti il cui fabbisogno  e'  di  169  l/s.
Varie  sorgenti alimenteranno lo schema con una portata di 166 l/s in
cui e' compresa anche la portata di 30 l/s destinata all'integrazione
dello schema 4/26 al fabbisogno totale di 199 l/s si fara' fronte con
una ulteriore portata di 33 l/s da prelevare dall'invaso del Noce.
Acquedotto n. 26 dell'allegato 3/b schema 4/26.
Acquedotto per Lauria Latronico Episcopia.
   Alimentera' i tre comuni suddetti cui compete un fabbisogno di 141
l/s.  Le  fonti  da  utilizzare  sono  le  sorgenti  che  attualmente
alimentano  i  suddetti  comuni,  elencati nella scheda dell'allegato
3/b, capaci di un tributo di 50 l/s. Lo schema verra' integrato dalla
sorgente Torbido (schema 4/24) con 30 l/s e dall'invaso da  costruire
sul torrente Noce con 61 l/s.
Acquedotto n. 27 dell'allegato 3/b schema 4/27
Acquedotto per Castelluccio Inferiore.
   Il fabbisogno dell'abitato e' di 22 l/s. Le sorgenti S. Giovanni e
Mangosa e Pantanelle possono largamente coprire tale fabbisogno.
   Per  ulteriori  future  esigenze  della  zona e' stato previsto di
destinare ad essa una ulteriore portata di 100 l/s da prelevare dalla
sorgente S. Giovanni.
Acquedotto n. 28 dell'allegato 3/b schema 4/28
Acquedotto per Castelluggio Superiore.
   Il fabbisogno di  l/s  11  sara'  coperto  dalle  sorgenti  locali
elencate nella scheda 4/28 dell'allegato 3/b.
Acquedotto n. 29 dell'allegato 3/b schema 4/29
Acquedotto di Rotonda.
   Il  fabbisogno di l/s 29 sara' coperto ampiamente con le acque che
si  e'  previsto  di  riservare  dalle  sorgenti  locali:  Iannace  e
Sciartaglia.
Acquedotto n. 30 dell'allegato 3/b schema 4/30
Acquedotto per Viggianello.
   Il fabbisogno di l/s 30 interamente coperto dalle sorgenti Mercure
ed Acqua delle Vene.
   Per  ulteriori  future  esigenze  della  zona e' stata prevista la
destinazione di 150 l/s dalla sorgente Mercure.
Acquedotto n. 31 dell'allegato 3/b schema 4/31.
Acquedotto per Terranova di Pollino.
   Il fabbisogno di  l/s  23  sara'  coperto  dalle  sorgenti  locali
elencate nella scheda 4/30 dell'allegato 3/b.