ALLEGATO Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Roghudi (Reggio Calabria), rinnovato nelle consultazioni amministrative del 7 giugno 1992, presenta gravi fenomeni di infiltrazione della criminalita' organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialita' dell'organo elettivo, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi. Invero, il prefetto di Reggio Calabria, con relazione in data 15 dicembre 1994, ha evidenziato influenze della criminalita' organizzata nella gestione della cosa pubblica, determinata dalla presenza nel consiglio comunale di amministratori essi stessi esponenti di cosche di tipo mafioso. In particolare le indagini svolte dai competenti organi hanno sottolineato l'attiva presenza sul territorio della consorteria mafiosa denominata "Cosca dei roghudesi", il cui capo fondatore, Sebastiano Zavettieri, personaggio di primo piano della 'ndrangheta reggina, e' stato assassinato nel corso di un recente agguato mafioso assieme al figlio Mario, rappresentante del comune di Roghudi in seno alla comunita' montana del Versante Jonico Meridionale. Nonostante il colpo subito con l'eliminazione del "capo", il gruppo Zavettieri conserva il predominio territoriale di Roghudi in lotta con le famiglie Pangallo-Maesano-Favasuli. Nella seduta del consiglio comunale del 25 giugno furono eletti alla carica di sindaco Domenico Stelitano, e a componenti della giunta i signori Domenico Pangallo, Antonio Pangallo, Giacomino Stelitano e Domenico Tripodi. Con decreto ministeriale del 27 luglio 1993 il predetto sindaco Domenico Stelitano e' stato rimosso dalle cariche di consigliere e sindaco, ai sensi dell'art. 40 della legge 8 giugno 1990, n. 142, a seguito del suo arresto, avvenuto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere resa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Torino in data 26 maggio 1993, perche' ritenuto responsabile di importazione, detenzione e cessione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Il consiglio comunale di Roghudi, nella seduta del 4 ottobre 1993 ha quindi eletto alla carica di sindaco il sig. Domenico Tripodi, il quale e' stato poi raggiunto di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa in data 18 agosto 1994 dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria, per il reato di associazione mafiosa alla cui esecuzione si e' sottratto per diversi mesi rendendosi latitante. Il medesimo e' rientrato allorche' il tribunale della liberta', con propria ordinanza in data 15 ottobre 1994, ha annullato, il predetto provvedimento di custodia cautelare. Dalle informazioni fornite dalle Forze dell'ordine, il predetto amministratore risulta inserito nella cosca dei roghudesi nell'ambito della quale si occuperebbe di traffico di stupefacenti. A suo carico risulta una sentenza di condanna per il reato di falsa dichiarazione sulla propria identita', nonche' la pendenza di due procedimenti penali presso la pretura circondariale di Reggio Calabria, per violazione della normativa in materia di rifiuti tossici e nocivi e presso il tribunale di Reggio Calabria, in quanto imputato del reato di abuso d'ufficio in concorso. L'assessore Domenico Pangallo, fratello di Annunziato, ucciso nella faida tra le famiglie roghudesi, risulta rappresentare gli interessi della famiglia Pangallo in seno alla amministrazione comunale. L'assessore Giacomino Stelitano, gia' diffidato di P.S., si e' reso latitante a seguito dell'emissione di ordine di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa; pende, inoltre, a suo carico un procedimento presso il tribunale di Reggio Calabria per il reato contro la pubblica amministrazione. Dalle informazioni risulta che il predetto amministratore fosse molto vicino al deceduto Annunziato Pangallo e che e' tutt'ora legato a Vincenzo Iamonte, fratello del noto capomafia Natale Iamonte. L'assessore Francesco Maesano, subentrato nella carica al posto di Giacomino Stelitano, e' fratello del pluripregiudicato Santo Maesano, noto quale trafficante di sostanze stupefacenti, legato alle famiglie mafiose Latella-Paviglianiti. Anche nella attuale amministrazione, come nella precedente in cui evidenti erano i legami con la cosca Zavettieri, figurano persone legate al gruppo Pangallo-Maesano-Favasuli, che hanno attuato un vero e proprio inserimento della componente criminale nella vita politica ed amministrativa del comune. Nel comune di Roghudi non si assiste ad una sottomissione degli amministratori alla volonta' della cosca dominante, quanto, piuttosto, ad una vera e propria occupazione dell'ente da parte di affiliati della stessa cosca. Risulta evidente che il perseguimento del pubblico interesse e' subordinato all'interesse della cosca dominante e che sono violati i principi di legalita' e di imparzialita' che debbono contraddistinguere l'azione della pubblica amministrazione. Il clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il consiglio comunale di Roghudi (Reggio Calabria), la cui determinazione risulta assoggettata alle scelte delle locali organizzazioni criminali, la palese inosservanza del principio di legalita' nella gestione dell'ente e l'uso distorto della cosa pubblica, utilizzata per il perseguimento di fini contrari al pubblico interesse, hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica e, nel compromettere le legittime aspettative della popolazione ad essere garantita nella fruizione dei diritti fondamentali, hanno ingenerato diffusa sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini. La descritta condizione di assoggettamento alla criminalita' organizzata, esige un intervento risolutore da parte dello Stato, mirato non solo a rimuovere i legami tra esponenti dell'ente locale e la criminalita' organizzata, ma anche a prevenire il grave pericolo di turbativa dell'ordine pubblico. Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario provvedere, con urgenza, ad eliminare ogni ulteriore deterioramento ed inquinamento, della vita amministrativa e democratica dell'ente, mediante provvedimenti incisivi dello Stato in direzione dell'amministrazione comunale di Roghudi. Il prefetto di Reggio Calabria, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, nella legge 22 luglio 1991, n. 221, ha dato l'avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale di Roghudi, con la citata relazione. La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza e all'estensione dell'influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate nell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, come convertito, con modificazioni, nella legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di Roghudi, si formula rituale proposta per l'adozione della misura di rigore. Roma, 9 gennaio 1995 Il Ministro dell'interno: MARONI