ALLEGATO Al Presidente della Repubblica Il consiglio comunale di Pomigliano d'Arco (Napoli) e' stato sciolto con decreto del Presidente della Repubblica in data 16 agosto 1993, per la durata di mesi diciotto, ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalita' organizzata. Dalle risultanze degli interventi di risanamento effettuati emerge, come evidenziato dal prefetto di Napoli con relazione in data 28 febbraio 1995, che la radicata situazione di illegalita', che ha permeato per lunghi anni la gestione politico-amministrativa del comune di Pomigliano d'Arco, ed il degrado ambientale e culturale, che caratterizza il territorio e lo stesso tessuto sociale del paese, hanno rallentato l'azione di recupero dell'amministrazione della cosa pubblica ai criteri di legalita' e di buon andamento, gia' assolutamente disattesi dal disciolto consiglio comunale. Infatti, sulla base degli accertamenti svolti dai competenti organi, risulta che permangono frange di popolazione ancora fedeli alla criminalita' organizzata; tale legame espone quella realta' locale al rischio che si ristabilisca, nell'imminenza delle consultazioni elettorali, quell'intreccio tra malavita, tessuto sociale e forze politiche che lo scioglimento del consiglio comunale ha inteso recidere. A fronte dei timidi segnali di ripresa della cultura della legalita' da parte della collettivita', dovuti alla costante attenzione rivolta dalla commissione straordinaria alla tutela degli interessi pubblici, i settori vitali nei quali si e' intervenuti nel corso della gestione straordinaria risultano ancora essere nelle mire della criminalita' organizzata per i rilevanti aspetti economici dai quali e' stata estromessa e che intende riconquistare. In proposito costituisce fase fondamentale per il ripristino della legalita' l'avvenuta approvazione del piano di priorita' che prevede investimenti in relazione a settori importanti, quali l'edilizia scolastica, la rete viaria, la rete fognaria. E' essenziale, pertanto, che all'approvazione delle relative progettazioni provveda la stessa commissione straordinaria, per scongiurare il rischio che, nell'immediato, si ripropongano influenze, collusioni e strumentalizzazioni della criminalita' organizzata, che vanificherebbero i risultati sinora ottenuti. L'analisi della realta' locale evidenzia, per il conseguimento dell'obiettivo di riorganizzazione e risanamento dell'amministrazione di Pomigliano d'Arco, la necessita' di un maggior lasso di tempo per far emergere la parte sana della comunita', che sia in grado di esprimere, attraverso i propri organi rappresentativi, la propria libera determinazione ed il programma di rinnovamento. Per le suesposte considerazioni, si ritiene necessario un ulteriore intervento dello Stato per assicurare il buon andamento della amministrazione di Pomigliano d'Arco e il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, mediante l'applicazione dell'istituto della proroga della gestione commissariale, finalizzata ad attestare la rispondenza dell'azione amministrativa alle esigenze della collettivita' ed alla tutela degli interessi primari, nonche', a consentire l'effettuazione di nuove elezioni libere da ogni condizionamento malavitoso. La valutazione della situazione in concreto riscontrata in relazione alla persistenza dell'influenza criminale rende necessario che il periodo di proroga della gestione commissariale sia protratto fino al massimo consentito dalla legge. Ritenuto, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'applicazione dell'art. 2 del decreto-legge 20 dicembre 1993, n. 529, convertito, senza modificazioni, dalla legge 11 febbraio 1994, n. 108, vista la citata relazione del prefetto di Napoli, si formula rituale proposta per la proroga della durata dello scioglimento del consiglio comunale di Pomigliano d'Arco (Napoli) per il periodo di sei mesi. Roma, 2 marzo 1995 Il Ministro dell'interno: BRANCACCIO