superiore a 150.000 cd. (Regolamenti ECE/ONU) corrispondenti a 240 lux su schermo posto a 25 m. dal proiettore. CAPO II PROCEDURE DI VERIFICA DELLE ATTREZZATURE C10. Controlli successivi sulle attrezzature Il C.S.R.P.A.D. o i C.P.A. autorizzati potranno effettuare in qualsiasi momento controlli sulle attrezzature al fine di accertare il permanere di requisiti tecnici anche presso le officine titolari di concessioni. In caso di esito negativo ne informeranno tempestivamente l'Ufficio Provinciale competente per i successivi adempimenti, oltreche' questa Sede. Gli Uffici Provinciali, nell'ambito dei compiti di controllo stabiliti dall'art. 80, sorveglieranno ed accerteranno che lo stato di efficienza e di attendibilita' dei risultati forniti dalle attrezzature in dotazione alle officine che hanno in concessione il controllo dei veicoli. Di ogni controllo dovranno redigere dettagliato verbale in contraddittorio con il titolare della officina opportunamente convocato, ed in sua assenza, se nonostante regolare avviso, non sia presente. 11. Taratura periodica delle attrezzature Tutti gli apparecchi tarati dalla casa costruttrice, all'atto della produzione dovranno essere sottoposti a taratura periodica secondo le istruzioni fornite dalla casa costruttrice stessa, e comunque almeno una volta l'anno. La taratura periodica sara' eseguita dalla stessa Casa Costruttrice o da tecnici da questa autorizzati, da tecnici del C.S.R.P.A.D. o da C.P.A. autorizzato, nonche' da Enti di cui questa Amministrazione si riserva di fornire l'elenco (Enti di certificazione riconosciuti). Di tali operazioni si dara' atto sul LIBRETTO METROLOGICO nel corso delle visite iniziali, periodiche o occasionali. Il LIBRETTO METROLOGICO, redatto secondo lo schema allegato alla presente circolare e approvato in sede di omologazione C.S.R.P.A.D., munito degli estremi di omologazione del singolo apparecchio, sara' esibito all'Ufficio Provinciale competente al rilascio della concessione per essere timbrato e firmato in ogni pagina. Su di essi saranno riportati gli esiti della visita iniziale nonche' delle visite periodiche e degli interventi di riparazione effettuati autonomamente o a seguito delle visite ispettive di cui al precedente punto 10. Copia conforme del libretto sara' tenuta agli atti dell'Ufficio Concedente. La visita iniziale, cosi' come le visite periodiche, comprenderanno in se anche le operazioni di taratura, che saranno pertanto effettuate dal Costruttore, da personale autorizzato dal Costruttore stesso, nonche' dal C.S.R.P.A.D., dal C.P.A. autorizzato o da Enti di certificazione riconosciuti. 12. Procedure per la verifica iniziale, periodica e occasionale delle attrezzature In linea con quanto anticipato ai precedenti paragrafi 10 e 11, si riportano di seguito le procedure per la effettuazione delle verifiche iniziali, da effettuare dopo l'omologazione del modello e prima della sua messa in esercizio, delle verifiche periodiche ed occasionali, relative alle attrezzature in esame. Gli esiti di tali visite saranno poi riportati sul libretto metrologico di ciascun apparecchio. a1) FRENOMETRO A RULLI A - VERIFICA INIZIALE - Lo strumento deve essere sottoposto a verifica iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve essere eseguita sulla apparecchiatura installata 1 - controllo globale, funzionale e messa a punto 2 - verifica della eventuale differenza di altezza fra assi dei rulli del frenometro 3 - verifica del rispetto della velocita' di rotazione minima dei rulli sotto carico 4 - verifica del corretto rilievo del numero di giri della ruota da parte del rullo ausiliario centrale 5 - verifica del rispetto della percentuale di scorrimento relativo che deve determinare l'arresto dei rulli 6 - verifica del rispetto della precisione della misura e della taratura dello zero almeno in corrispondenza dei valori di 1000N, 3000N, 5000N 7 - verifica della ripetibilita' delle prove 8 - verifica della precisione della misura del peso sugli assi (se ricorre) 9 - verifica della corretta espressione della efficienza frenante per valori del peso sull'asse di 2000N, 6000N, 10000N ed in corrispondenza a valori simulati dello sforzo frenante di 1000N, 3000N, 5000N, (se ricorre) 10 - taratura delle soglie di allarme 11 - verifica taratura misuratore sforzo al pedale 12 - verifica efficienza segnalatore allarme per differente velocita' rotazione rulli di un'asse su 4WD 13 - verifica sicurezze B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale (tranne quelle di cui al punto 2) e nel controllo della rispondenza della componentistica a quella originale nonche' del perdurare dei valori di aderenza minima anche per i rulli bagnati. a2) FRENOMETRI A PIASTRE A - VERIFICA INIZIALE - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve essere eseguita sulla apparecchiatura installata: 1 - controllo generale, funzionale e messa a punto 2 - verifica del rispetto della precisione delle misure e della taratura dello zero almeno in corrispondenza dei valori di 1000N, 3000N, 5000N 3 - verifica della ripetibilita' delle prove 4 - verifica della precisione della misura del peso sugli assi in fase statica e dinamica 5 - controlli taratura sensori velocita' iniziale 6 - verifica della corretta espressione della efficienza frenante per valori del peso sull'asse di 2000N, 6000N, 10000N ed in corrispondenza a valori simulati dello sforzo frenante di 1000N, 3000N, 5000N, (se ricorre) 7 - taratura delle soglie di allarme 8 - verifica taratura misuratore sforzo al pedale 9 - verifica sicurezze B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica a quella originale, nonche' nel controllo del perdurare dei valori di aderenza minima anche per piastre bagnate. b) OPACIMETRO A - VERIFICA INIZIALE - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti. 1 - Controllo generale, funzionale e messa a punto. Verificare che le prescrizioni indicate dal Costruttore sul manuale di uso e manutenzione sono eseguite puntualmente e che lo stato dell'opacimetro e degli accessori nonche' di tutte le parti mobili e degli elementi costituenti la tubazione di collegamento siano in buono stato. 2 - Dopo il riscaldamento dello strumento, eseguire il controllo della curva di calibrazione che comprende: verifica dello zero, di tre punti intermedi e del fondo scala. - Verifica dello zero. Operazione mediante la quale si verifica che in assenza totale di fumo l'indicatore rilevi il valore k = 0 + - 0 m elevato alla -1, nei limiti delle caratteristiche di risoluzione dell'indicatore stesso. - Controllo di valori intermedi della scala. Operazione mediante la quale si inserisce nella camera di fumo vuota un filtro che simula il passaggio nel percorso ottico di un aeriforme avente un coefficiente di assorbimento luminoso compreso negli intervalli (il coefficiente dei filtri dev'essere conosciuto con un'approssimazione pari di + - 0.025 m elevato alla -1) k = tra 0.8 e 1.0 m elevato alla -1 k = tra 1.6 e 1.8 m elevato alla -1 k = tra 2.5 e 3.0 m elevato alla -1 e si verifica che l'indicatore rilevi il valore del k con un errore non superiore a: k +- 0.05 per k minore o uguale 2.5 m elevato alla -1 k +- 0.09 per k maggiore 2.5 m elevato alla -1 - Controllo del fondo scala. Operazione mediante la quale si verifica che, in assenza di luce sul ricevitore ottenuta per interposizione di uno schermo opaco, l'indicatore rilevi il valore di fondo scala. B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica a quella originale. c) ANALIZZATORE A - Verifica iniziale - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti. 1 - Controllare l'attivazione dell'interdizione in fase di riscaldamento per uno strumento di Classe I, con avvio di una misurazione entro un minuto dall'accensione dello strumento. 2 - Dopo il riscaldamento dello strumento, eseguire il controllo della curva di calibrazione. Dopo aver regolato lo strumento in conformita' con la procedura di regolazione descritta nelle istruzioni per l'uso dal costruttore, le prove devono essere eseguite alle condizioni operative nominali per diversi valori su tutto il campo di misurazione per determinarne gli errori. Le prove devono essere eseguite usando miscele gassose di almeno tre diverse frazioni volumetriche per uno strumento di Classe 1 e di almeno due frazioni volumetriche per uno strumento di Classe 2 all'interno del seguente campo nominale dei misurandi, miscelate in azoto. ____________________________________________________________________ | | | 1 | 2 | 3 | | |__________|________________|______________|______________| | | CO |da 0,5 a 1% vol |da 2 a 3% vol |da 4 a 5% vol | | |__________|________________|______________|______________| | Classe | CO2 |da 4 a 6% vol |da 10 a 12% |da 13 a 14% | | | | | vol | vol | | 1 |__________|________________|______________|______________| | |HC (esano)|da 100 a 200 ppm|da 300 a 800 |da 1500 a 1800| | | | vol | ppm vol |ppm vol | | |__________|________________|______________|______________| | | O2 | da 1 a 2% vol | da 3 a 5% vol|da 10 a 12% | | | | | | vol | |________|__________|________________|______________|______________| ______________________________________________ | | | 1 - 2 | | |________|_________________________| |Classe 2 | CO | da 1% vol a 7% vol | | |________|_________________________| | | CO2 | da 6% vol a 16% vol | |_________|________|_________________________| I gas di calibrazione devono essere forniti alla sonda a pressione ambiente (entro una variazione massima di + 750 Pa). Gli errori osservati in ogni misurazione devono rientrare nei limiti del massimo errore ammissibile, di cui al capo II, par. 9.3 punto 2.7. 3 Controllare la tenuta d'aria del sistema eseguendo un controllo delle fughe come descritto nelle istruzioni per l'uso del costruttore. 4 Controllare i residui di HC con la procedura descritta nelle istruzioni per l'uso del costruttore. 5 Controllare l'attivazione del dispositivo a basso flusso di gas diminuendo il flusso di gas fornito alla sonda durante il prelievo dell'aria ambiente. 6 Controllare il tempo di risposta dei canali CO e O2. B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al temine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato dalla prova ufficiale. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica a quella originale (ad eccezione delle verifiche previste al punto 2 dell'analizzatore di classe 1 con le miscele di gas 3 e delle verifiche previste al punto 6), d) PROVA GIOCHI A - Verifica iniziale - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve essere eseguita sulla apparecchiatura installata: 1 - controllo generale e funzionale dell'impianto 2 - controllo lampada spot 3 - controllo spostamento piastra in senso trasversale e longitudinale, anche in combinazione, per valori maggiori o uguali a 40 mm. 4 - controllo ritorno piastra a zero 5 - controllo inesistenza slittamento reciproco ruota/piastra 6 - controllo sicurezze B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica, a quella originale. e) FONOMETRO A - Verifica iniziale - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve essere eseguita sulla apparecchiatura completa: 1 - controllo generale, funzionale e messa a punto 2 - verifica della taratura elettrica e globale secondo quanto previsto dalla norma CEI 29-1 3 - controllo della risposta sulla gamma di frequenza 30-8000 HZ e fuori di tale campo, della tolleranza, della risposta in funzione delle proprieta' direzionali e della relativa tolleranza secondo quanto previsto dalla norma CEI 29-1 4 - verifica della taratura a mezzo pistonofono o calibratore sonoro. B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nel controllo della rispondenza della componentistica a quella originale e nel verificare il mantenimento delle caratteristiche di misura in conformita' alle norme IEC 651; lo scarto fra valore reale e valore rilevato nella gamma 70 - 120 db per suoni con frequenza compresa fra 2000 e 3150 Hz, deve essere minore o uguale a 0,5 db. f) CONTAGIRI A - Verifica iniziale - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti. 1 - controllo generale e funzionale e messa a punto 2 - controllo taratura mediante strumento di confronto B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale, nel caso in cui l'apparecchio sia associato ad opacimetro o analizzatore. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal C.S.R.P.A.D. di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica, a quella originale. g) PROVA FARI A - VERIFICA INIZIALE Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. n. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal Costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti: 1 - controllo generale e funzionale e messa a punto dell'apparecchio; 2 - misura della deviazione orizzontale del fascio luminoso con una precisione di +- 5 cm. a 10 m., corrispondente ad una precisione di +- 2,5 mm. all'interno del prova fari; 3 - misura della deviazione verticale del fascio luminoso con una precisione di +- 2 cm. a 10 m., corrispondente ad una precisione di +- 1 mm. all'interno del prova fari; 4 - verifica correttezza riproduzione forme geometriche; 5 - verifica invarianza figura del faro sullo schermo per variazioni distanza focale di +- 30 mm. fra il centro della lente e il centro del faro 6 - misura dell'illuminamento preferibilmente con fondo scala maggiore o uguale a 1,5 . 10 elevato alla 5 lux e precisione di +- 5% e risoluzione minima di minore o uguale a 3.000 lux; 7 - verifica rettilineita' rotaia e costanza allineamento. B - VERIFICA PERIODICA OD OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato della prova ufficiale, anche nel caso in cui l'apparecchio sia associato ad opacimetro o analizzatore. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, dal C.S.R.P.A.D. di Roma, da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione Civile e Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale salvo quella di cui al punto 4 e nel controllo della rispondenza della componentistica, a quella originale. h) PONTE SOLLEVATORE A - Verifica iniziale - Lo strumento deve essere sottoposto a visita iniziale dopo l'omologazione del modello; - la verifica iniziale va eseguita per verificare il rispetto dei requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94; - la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti di certificazione riconosciuti; - la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve essere eseguita sulla apparecchiatura installata: 1 - controllo generale e funzionale e messa a punto dell'attrezzatura 2 - controllo tempi salita e discesa a pieno carico 3 - controllo sicurezze B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE La verifica periodica deve essere effettuata al termine del periodo stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno. La verifica occasionale va effettuata dopo ogni intervento di riparazione. Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono scaduti i termini. Le verifiche periodiche od occasionali possono essere eseguite dal costruttore, da personale da questi autorizzato, nonche' da Enti di certificazione riconosciuti. Le verifiche periodiche consistono nella ripetizione di tutte le verifiche previste per la verifica iniziale e nel controllo della rispondenza della componentistica, a quella originale. N.B. L'apparecchiatura e' soggetta a controllo preventivo dell'I.S.P.E.S.L. CAPO III Procedure operative di prova sui veicoli Si riportano di seguito le procedure operative con le quali si effettuano le prove per le quali e' richiesto l'uso di ciascuna delle apparecchiature in esame. I rispettivi valori limite in rapporto ai quali la prova e' giudicata accettabile, sono riportati negli allegati n. 10, 11, 12, 16. I risultati delle prove saranno riportati su di un referto, la cui compilazione e' obbligatoria per le officine di autoriparazione. Si sono previsti modelli di referto negli allegati n. 13, 14, 15, 16, 17, rispettivamente per frenometro, opacimetro, analizzatore di gas di scarico, fonometro, provafari. Si e' escluso dall'obbligo della compilazione del referto il provagiochi, ove non esistono valori limite da rispettare in modo univoco, ed il contagiri, che e' normalmente sussidiario alle attrezzature. Il referto, preconfezionato a stampa, viene ordinariamente riempito manualmente. Ove la stampante sia obbligatoria o sia opzionalmente presente per scelta del costruttore, essa deve essere in grado di stampare i dati di identificazione dell'attrezzatura nonche' i risultati della prova. Se e' poi presente una tastiera di accesso al processore dell'attrezzatura, sara' possibile stampare anche i dati di identificazione del veicolo da provare nonche' le sue eventuali caratteristiche tecniche utili per la prova stessa, la data e l'ora di inizio e termine e di scadenza della prova, il nome dell'operatore che esegue la prova, la denominazione dell'Ente che esegue le misure. a) BANCO PROVA FRENI La verifica degli impianti frenanti deve comprendere: 1) - Controllo visivo generale dell'impianto e verifica della funzionalita'; 2) - Verifica della efficienza. La verifica di efficienza consiste nella misura delle grandezze fondamentali di cui al p.to 1.1 del D.M. 653/94. Prima di procedere alla verifica della efficienza occorre aver eseguito sul veicolo controlli complementari, anche con l'ausilio di strumentazione in dotazione dell'officina utili altresi' all'ottimizzazione del sistema veicolo-frenometro, come indicato di seguito: - controllo visivo dello stato d'uso del treno di pneumatici montati sul veicolo. Non sono ammesse lacerazioni e/o asportazioni della mescola, abrasioni con affioramento degli strati telati o altri danni che siano di pregiudizio alla sicurezza. Particolare attenzione in tal senso sara' prestata dall'operatore sia con riferimento al battistrada sia con riferimento ai fianchi del pneumatico; - verifica del corretto valore della pressione di gonfiaggio dei pneumatici montati sul veicolo; - verifica di esistenza dello spessore minimo di legge per il battistrada a mezzo di adatto calibro (v. attrezzo specifico n. 123 inserito nello elenco delle attrezzature di cui al D.M. 358/94); - verifica di rispondenza delle caratteristiche dimensionali, di carico e velocita' dei pneumatici effettivamente montati con quelle indicate sulla carta di circolazione del veicolo; - verifica di identicita' del disegno del battistrada dei pneumatici almeno sul medesimo asse. 1) CONTROLLO VISIVO GENERALE Esso si esegue secondo quanto prescritto dalla Direttiva 92/54 CEE. Si riportano di seguito alcuni punti salienti di tale controllo. L'impianto frenante deve poter essere azionato in modo graduale e deve mantenere nel tempo le caratteristiche di "continuita' e moderabilita'". Il controllo visivo riguarda le parti dell'impianto frenante rilevanti dal punto di vista della sicurezza, che sono accessibili senza utilizzo di attrezzi e senza un vero e proprio smontaggio. Tutti i particolari, compresi i dispositivi di segnalazione visiva, devono trovarsi in buono stato di funzionalita' e non debbono mostrare segni di danneggiamento o di usura che superi la tolleranza fornita dal costruttore. In particolare si deve verificare che: - le tubazioni e i tubi esternamente non siano danneggiati, non siano eccessivamente corrosi o invecchiati, siano posizionati e fissati in modo corretto; - le corde e i comandi ottenuti con cavi flessibili siano perfettamente funzionanti, non eccessivamente corrosi o rovinati; - i gruppi frenanti esternamente si presentino senza danneggiamenti e non siano eccessivamente corrosi, i dispositivi di azionamento siano facilmente accessibili e non deteriorati; - la tiranteria sia facilmente accessibile, non saldata per riparazioni, non danneggiata; - le articolazioni (snodi) siano facilmente accessibili; - gli accumulatori di energia (serbatoi aria compressa etc.) non siano eccessivamente corrosi, - i freni sulle ruote siano in corretto stato (es. ferodi, dischi, tamburi, guarnizioni dei cilindretti, cilindri frenanti) 1.1) IMPIANTO FRENANTE IDRAULICO - L'impianto, all'azionamento del pedale fino alla posizione di arresto, deve tenere la pressione. - Deve essere verificata anche la ermeticita' dei tubi di aspirazione degli amplificatori della forza frenante con controllo uditivo e visivo. - Controllo della funzionalita' degli amplificatori della forza frenante. - Verifica della corretta registrazione dei regolatori e dei limitatori della forza di frenatura. 1.2) IMPIANTO FRENANTE AD ARIA COMPRESSA Verifica della efficienza del compressore : portata, pressione di innesto e disinnesto, ermeticita', con verifica del valore corretto della pressione e suo mantenimento. 1.3) IMPIANTO FRENANTE MECCANICO - Controllo del funzionamento dei dispositivi di azionamento, chiusura o bloccaggio. (Arpionismi) 2 - VERIFICA DELLA EFFICIENZA 2.1 - BANCHI PROVA FRENI A RULLI 2.1.1 - PRELIMINARI 2.1.1.1 - Identificare se il freno di stazionamento sia anche di soccorso in quanto il giudizio finale potrebbe essere inficiato dai diversi limiti di tolleranza. 2.1.1.2 - Accertare se il veicolo e' dotato di trasmissione su di un solo asse (due ruote motrici) oppure se e' del tipo con trasmissione sulle quattro ruote non disinseribile o permanente; in questo ultimo caso la prova non deve essere eseguita se l'apparecchiatura non e' predisposta con lo specifico programma 4WD, pena il danneggiamento della trasmissione ed il pericolo di essere sbalzati fuori dalla sede dei rulli. 2.1.1.3 - Se il banco di prova non e' dotato di pesatura automatica il peso a vuoto del veicolo sara' inserito manualmente, al fine di ottenere il valore della decelerazione teorica finale. 2.1.1.4 - Se il banco prova dispone della scelta avviamento motori manuale e/o automatico e si sceglie l'avviamento automatico ricordare che i motori si metteranno in moto dopo pochi secondi ogni volta che il veicolo e' presente sulla sede rulli. 2.1.1.5 - Le prove devono essere eseguite con il veicolo scarico. (vedi punto 2.1.4.1) 2.1.2 - POSIZIONAMENTO DEL VEICOLO SUI RULLI 2.1.2.1 - Accertarsi che non vi siano persone nel raggio del veicolo; in particolar modo la distanza di sicurezza nella parte posteriore deve essere di almeno due metri. 2.1.2.2 - Occupare la sede dei rulli in posizione piu' ortogonale e centrata possibile. 2.1.2.3 - Non frenare durante l'avviamento dei rulli e attendere, se disponibile, il consenso d'avviamento avvenuto. 2.1.2.4 - Le vetture dotate di servofreno vanno provate con il motore in moto. 2.1.2.5 - Montare, se previsto, il misuratore di sforzo sul pedale del freno. 2.1.3 - EFFETTUAZIONE PROVE 2.1.3.1 - A rulli avviati lasciare che il veicolo si autocentri lateralmente sui rulli; in questa fase per nessun motivo togliere la chiave dal quadro che puo' provocare il blocco dello sterzo quale sistema antifurto. 2.1.3.2 - Se i pneumatici sono bagnati lasciare che le ruote girino sui rulli per alcuni secondi prima di iniziare il ciclo di prova. 2.1.3.3 - Ad avviamento e autocentraggio del primo asse avvenuto, tirare il freno a mano (se questo non agisce sul 1 asse); questo permette di aiutare il 2 asse a trattenere il veicolo in sede, in quanto le ruote posteriori frenano normalmente di meno. 2.1.3.4 - Agire sul pedale del freno lentamente e progressivamente, fino al raggiungimento del bloccaggio, effettuando una pausa interme- dia di pochi secondi per consentire il riscaldamento del sistema e l'eliminazione di eventuali tracce di umidita' sugli elementi frenanti. (vedi anche punto 2.1.4.4) 2.1.3.5 - Se una prova finisce con esito negativo, o dubbio, ripetere sempre il ciclo di prova. 2.1.3.6 - Porre attenzione durante la prova del freno a mano in quanto il veicolo puo' essere sbalzato, per reazione, all'indietro. 2.1.3.7 - Tenere presente che alcune vetture dotate di riduttore di frenata possono anche non raggiungere il bloccaggio delle ruote posteriori; la prova deve essere interrotta manualmente sul valore massimo raggiunto. 2.1.3.8 - Nel caso non si disponga di rulli con motori autofrenanti per uscire dalla sede rulli con le ruote motrici, riavviare il motore e uscire con cautela sempre nella direzione di marcia. 2.1.3.9 - Per le istruzioni specifiche e di dettaglio ci si atterra' a quanto previsto nel manuale di istruzioni per l'uso della casa costruttrice. 2.1.4 - PROCEDURA OPERATIVA 2.1.4.0 - Ove l'attrezzatura sia predisposta, l'operatore inserisce gli estremi del veicolo da provare, come previsto dal referto All. n. 13. 2.1.4.1 - Il veicolo deve essere presentato al "banco a rulli" con la massa corrispondente a quella in ordine di marcia (serbatoio pieno, ruota di scorta, attrezzi in dotazione) compreso il conducente. 2.1.4.2 - L'asse anteriore del veicolo, viene posto sui rulli. 2.1.4.3 - Si lascia allineare la vettura sui rulli mentre questi stanno ruotando senza toccare ne' il freno di servizio ne' quello di stazionamento. 2.1.4.4 - Si fanno riscaldare i freni per almeno cinque secondi facendo ruotare i rulli e agendo con gradualita' sul pedale del freno per evitare il bloccaggio dei rulli stessi. 2.1.4.5 - Si inizia la prova con la rotazione libera dei rulli ( senza agire sul pedale del freno): e' possibile valutare cosi' l'entita' delle forze di attrito (attrito volvente, aderenza ganasce e dischi). L'operatore valutera' se queste rientrano nella norma o se esistono motivi di sospensione della prova e controllo piu' approfondito degli organi meccanici interessati (cuscinetti etc.). 2.1.4.6 - Successivamente, con gradualita' e controllando lo sforzo crescente applicato sul pedale del freno (mediante il trasduttore misuratore sforzo pedale), l'operatore agisce sul freno di servizio fino a che si verifichi per primo uno dei due eventi: 1) applicazione del max sforzo pedale = 500 N; 2) bloccaggio dei rulli per raggiunto slittamento di una o di tutte e due le ruote dell'asse. L'operatore e' in grado allora di misurare le seguenti grandezze: 1 forza frenante max ruota destra (Fdx max) 2 forza frenante max ruota sinistra (Fsx max) 3 sforzo minimo corrispondente al pedale Il sistema deve essere in grado di fornire, a richiesta, l'andamento della forza frenante in funzione dello sforzo al pedale. Le grandezze di cui ai punti 1 e 2 devono potersi leggere ai quadri di lettura analogici o digitali. Tali grandezze correlate con il peso del veicolo rilevato in automatico o manualmente, permettono di esprimere le grandezze fondamentali di cui al punto 1.1 dell'allegato tecnico del D.M. 653/94. 2.1.4.7 - Grandezze derivate: il processore del sistema computerizzato calcola: - la dissimmetria di frenatura del 1 asse (deve intendersi lo squilibrio dinamico come descritto nella circolare n. 270 del 30/11/1993): delta max (Fdx - Fsx) ----------------- x 100 Fmax - la irregolarita' della forzo di frenatura sul 1 asse; - la aderenza utilizzata per ciascuna ruota (se il frenometro e' dotato di pesa separata per ruota) 2.1.4.8. - L'operatore analogamente procede per le ruote del secondo asse 2.1.4.9 - L'operatore e' in grado di misurare le grandezze con riferimento al 2 asse come ai p.ti 2.1.4.6 e 2.1.4.7. 2.1.4.10 - Grandezze derivate. l'operatore e' ora in grado di conoscere: 2.1.4.10.1 - la differenza degli sforzi minimi al pedale che provocano le massime forze di frenatura sul primo e secondo asse: nel caso di eccessivo divario, l'operatore valutera' l'opportunita' di sospendere la prova per maggiori controlli sull'impianto (es. verifica registrazione correttore di frenata). 2.1.4.10.2 - la efficienza di frenatura del freno di servizio intesa quale rapporto della somma di tutte le forze frenanti di ciascuna ruota (assi ant. e post.) e la tara del veicolo, espressa il %, secondo l'espressione: Forze frenanti (Newton) efficienza freno serv. % = ----------------------- x 100 M (tara veicolo) x 9.81 Il processore del sistema computerizzato del banco calcola e memorizza almeno il valore della efficienza frenante del freno di servizio, della dissimmetria di frenatura, ed i valori della forza massima di frenatura di ciascuna ruota. Le grandezze memorizzate sono successivamente stampate sul referto cartaceo. Si ricorda che l'efficienza frenante per impianto di servizio in ordine deve risultare maggiore o uguale al 50% e la dissimmetria di frenatura deve essere contenuta entro il 30%. 2.1.4.10.3 - l'efficienza della frenatura del freno di soccorso I) - Caso di impianto frenante di soccorso attivo soltanto o sull'asse anteriore o su quella posteriore. Se gli organi frenanti di ciascuna ruota sono unici (es. unica pinza frenante agente), le stesse forze frenanti ottenute per ciascuna ruota nella fase di verifica della frenatura di servizio sono utilizzate per calcolare l'efficienza del freno di soccorso. L'operatore deve poter selezionare le ruote interessate dal freno di soccorso al fine di prelevare gli sforzi frenanti e rapportarne la somma alla tara del veicolo. Il processore del sistema computerizzato calcola e invia in memoria i valori della efficienza frenante di soccorso dell'asse anteriore o posteriore calcolati sulla base delle seguenti espressioni matematiche: Forze frenanti asse anteriore (N) eff. ant. % = --------------------------------- x 100 M (tara veicolo in Kg.) x 9.81 Forze frenanti asse posteriore (N) eff. ant. % = ---------------------------------- x 100 M (tara veicolo in Kg.) x 9.81 Per un impianto frenante in ordine, i risultati ricavati da entrambe le formule devono essere maggiori o uguali del 25%. Le grandezze calcolate sono successivamente stampate su referto cartaceo. II) - Caso di impianto di soccorso realizzato a ics, con ruote provviste di unico organo frenante analogamente al caso che precede. Si ritengono validi gli stessi valori di forza frenate alle ruote ottenuti nella verifica della efficienza del freno di servizio. Il processore del sistema computerizzato calcola e invia in memoria i valori dell'efficienza frenante calcolati eseguendo il rapporto fra somma delle forze frenanti delle ruote interessate e tara del veicolo. Per un impianto frenante in ordine rispondente al tipo in esame i risultati devono essere maggiori o uguali del 25%. Si considera tuttavia che le verifiche del freno di soccorso possono essere dedotte dalle verifiche del freno di servizio solo per taluni impianti, come quelli ai quali si e' fatto riferimento, di rilevante diffusione. Per altri casi puo' essere necessario, dopo la verifica del freno di servizio come precedentemente descritta, riportare gli assi del veicolo nuovamente sui rulli in quanto la simulazione del freno di soccorso implica ad esempio una necessaria sezionatura e/o scollegamento di parte dell'impianto frenante, incompatibile con le prime verifiche. Dato il notevole numero di impianti frenanti concepiti e realizzati diversamente, non risulta possibile generalizzare e standardizzare un'unica procedura di prova. Si rimanda ogni ulteriore definizione alla conoscenza specifica di ogni impianto che gli operatori devono acquisire prima di procedere alle prove, prelevando informazioni dettagliate dalle case costruttrici automobilistiche ed avvalendosi altresi' dei modelli DGM 405 di omologazione pubblicati dalla M.C.T.C.. III) - Nel caso particolare del freno di soccorso conglobato col freno di stazionamento agente o sull'asse posteriore o anteriore, esaurite le verifiche della frenatura di servizio e memorizzate le relative grandezze, si procede con le verifiche del freno di soccorso con comando "leva a mano". Si prova l'asse sul quale e' previsto il freno, tirando manualmente e gradualmente la leva e ponendo attenzione che l'arpionismo di ritenuta non esegua piu' del 70% della corsa, quale buona norma dettata dalla pratica corrente per impianti in ordine. L'operatore e' in grado di leggere la forza frenante max alle ruote. Il processore del sistema computerizzato calcola la disimmetria di frenatura e la efficienza frenante sull'asse interessato e manda i risultati in memoria per le successive stampe. 2.1.4.10.4 - la efficienza del freno di stazionamento. Il caso e' analogo a quello che precede. Il processore calcola la efficienza (maggiore o uguale a 15%) e la disimmetria di frenatura (minore o uguale a 50%) e le invia in memoria per la stampa successiva. 2.1.5 - VERIFICA DI IMPIANTI FRENANTI DI VEICOLI A TRAZIONE INTEGRALE PERMANENTE (4X4) I due motori elettrici azionanti il frenometro devono essere regolati per azionare le due coppie di rulli con movimento di rotazione opposto e con identica velocita' angolare in valore assoluto. Il cinematismo del sistema differenziale lascia immobile l'albero che si collega con il ponte dell'altro asse. Puo' essere evitato in tal modo lo slittamento non ammissibile sul piano di appoggio delle ruote fuori rullo. Sono ammissibili comunque differenze di velocita' delle coppie di rulli contenute nella tolleranza del 10%, sotto carico (trascurando possibili scorrimenti sul rullo delle ruote). Per la prova devono essere tenute in conto due importanti avvertenze: - qualsiasi rilievo di frenatura puo' essere ammissibile soltanto per la ruota dell'asse in prova che e' in rotazione nel verso corrispondente all'avanzamento del veicolo. Cio' comporta che nel rilievo completo di un asse si succedono fasi di inversione di rotazione delle coppie dei rulli; - la determinazione delle due forze massime della frenatura di servizio di ciascun asse o delle ruote interessate dalla frenatura di soccorso deve avvenire in corrispondenza di un medesimo sforzo frenante. Si ammette all'uopo valido l'uso del trasduttore di sforzo al pedale. 2.2 - BANCO PROVA FRENI A PIASTRE Ove l'attrezzatura sia predisposta, l'operatore memorizza gli estremi del veicolo da provare, come previsto dal referto allegato n. 13. 2.2.1) Il veicolo deve essere presentato al "Banco a piastre" con la medesima preparazione indicato al punto 2.1.4.1. E' opportuno operare preventivamente alcune operazioni di frenatura di riscaldamento a bassa velocita' (dell'ordine di 10 Km/h) con successione rapida nel tempo. 2.2.2) Immediatamente dopo si colloca il veicolo fermo nell'antizona delle piastre ad una distanza congruente con il necessario spazio di accelerazione per raggiungere la velocita' minima maggiore o uguale di 10 Km/h. Il veicolo fermo inoltre deve essere posto con il suo asse longitudinale di simmetria coincidente con quello di simmetria delle piastre. L'asse di simmetria delle piastre deve quindi essere materializzato a mezzo di striscia di vernice da applicare sulla pavimentazione. 2.2.3) Si monta il trasduttore di sforzo al pedale. 2.2.4) L'operatore lancia il veicolo sulle piastre e procede sulla verticale di esse alla frenatura graduale e all'arresto del veicolo ponendo attenzione a non superare il valore massimo dello sforzo al pedale di 500N. L'operatore e' in grado ora di leggere sugli strumenti le seguenti grandezze in corrispondenza al valore dello sforzo pedale minore o uguale 500N: - forza frenante max ruota ant. destra - forza frenante max ruota ant. sinistra - forza frenante max ruota post. destra - forza frenante max ruota post. sinistra - carichi dinamici, corrispondenti alla massima decelerazione, sugli assi e su ciascuna ruota - carico statico del veicolo (corrispondente alla tara o anche inteso come somma dei carichi dinamici del I e II asse) 2.2.5) Frenatura di servizio: il processore del sistema computerizzato calcola le grandezze caratteristiche della disimmetria di frenatura, dell'efficienza frenante, della forza massima di frenatura con riferimento al freno di servizio. Le formule matematiche sono analoghe a quelle indicate per i frenometri a rulli. 2.2.6) Frenatura di soccorso: la verifica corretta della frenatura di soccorso e la determinazione corretta dei relativi parametri caratteristici richiede da parte dell'operatore la conoscenza approfondita di ciascun impianto frenante. Si rimanda a quanto gia' esposto nel caso di frenometri a rulli evidenziando che puo' essere necessario ripetere il lancio del veicolo con impianto frenante opportunamente sezionato ed in parte scollegato per la simulazione corretta della frenatura di soccorso. 2.2.7) Frenatura di stazionamento: per la verifica del freno di soccorso conglobato con il freno a mano o del semplice freno di stazionamento, si colloca di nuovo il veicolo nella posizione di "inizio prova", quindi si lancia il veicolo sulle piastre azionando la leva del freno a mano rapidamente ma gradualmente sulle medesime, con le stesse modalita' di azionamento gia' descritte con riferimento al banco a rulli. L'operatore legge le forze frenanti massime alle ruote interessate. Il processore del sistema computerizzato calcola lo squilibrio di frenatura e la efficienza frenante. La stampante del frenometro stampa successivamente i valori di efficienza frenante e di dissimetria di frenatura. Si procede analogamente a quanto descritto per le procedure sul frenometro a rulli ove per il freno di stazionamento la relativa efficienza frenante deve risultare maggiore o uguale del 15%. 3 - RISULTATI Lo strumento, dotato di stampante, rilascera' un referto per ogni prova come indicato nell'allegato n. 13, completato manualmente per le parti per le quali la stampa non e' obbligatoria. La compilazione del referto e' obbligatoria per le prove eseguite dalle officine di autoriparazione. b - PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELL'OPACITA' DELLE EMISSIONI DALLO SCARICO DEI VEICOLI IN CIRCOLAZIONE CON MOTORE AD ACCENSIONE SPONTANEA MEDIANTE PROVA IN ACCELERAZIONE LIBERA. 1. DEFINIZIONI 1.1 Per regime di minimo si intende il regime di funzionamento del motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema di alimentazione (acceleratore ed arricchitore) in posizione di riposo, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si tratta di veicoli a cambio automatico. 1.2 Per regime al massimo si intende il regime di funzionamento del motore specificato dal costruttore con i comandi del sistema di alimentazione (acceleratore ed arricchitore) nella posizione per funzionare alla velocita' dichiarata, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di veicoli con il cambio manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si tratta di veicoli dotati di cambio automatico. 1.3 Per condizioni termiche normali si intendono le condizioni termiche di un motore in accordo con le specifiche del costruttore e comunque ad una temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi. Il controllo va effettuato con motore e carburante nello stato in cui si trovano all'atto dell'accertamento. 2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE 2.1 Un opacimetro omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.2 Apparecchi per il rilievo della temperature e della pressione ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado e un barometro con risoluzione 5 mbar. 2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.4 Un termometro a termocoppia per il rilievo della temperatura dell'olio motore. 3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA. 3.1 La temperatura ambiente deve essere compresa tra 5 gradi centigradi e 30 gradi centigradi e la pressione fra 945 e 1025 mbar. Per pressioni inferiori a 945 mbar e fino a 850 mbar il limite di opacita' massimo consentito per il tipo di veicolo viene aumentato di 0.25 m elevato alla -1. 3.2 L'accertamento deve essere effettuato, per quanto possibile, in assenza di vento; in ogni caso gli scarichi del veicolo e dell'opacimetro non devono essere disposti controvento. 3.3 Se le prove effettuate ad altezza superiore a 600 m s.l.m. il limite di opacita' massimo consentito per il tipo di veicolo viene aumentato di 0.25 m elevato alla -1 ogni 400 m di altezza. 4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO 4.1 Accertare che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta. Questa condizione va verificata occludendo ermeticamente lo scarico, mentre il motore funziona al minimo senza avvertire successivi sfiati di gas dalle giunzioni della tubazione di scarico. 4.2 Prima dell'accertamento devono essere disinseriti gli eventuali dispositivi miscelatori che possono diluire i gas e quindi ridurne la fumosita'. 4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda di prelievo dei gas per almeno 300 mm. Nel caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta. 5 OPERAZIONI PRELIMINARI 5.1 Preparare l'opacimetro secondo le norme contenute nel libretto d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare: 5.1.1 Nel caso di opacimetro a flusso parziale, controllare che la superficie della sezione della sonda sia compatibile con la superficie della sezione del terminale di scarico. A tale riguardo e' necessario consultare il manuale d'uso dell'apparecchio. 5.1.2 Posizionare la sonda di prelievo nel tubo di scarico avendo cura che la sua estremita' sia posta in una sezione del tubo rettilineo in cui il flusso dei gas sia uniformemente distribuito; il tratto di tubo interessato deve avere lunghezza di almeno 6 volte il diametro del tubo di scarico verso il motore, e 3 volte verso l'atmosfera. 5.1.3 Verificare che il tubo di prelievo, dal terminale di scarico dell'opacimetro, sia in pendenza ascendente e non presenti gomiti ad angolo acuto. 5.2 Determinare i dati nominali del veicolo: tipo di alimentazione, temperatura olio motore, numero di giri al minimo ed al massimo. Inserire tali dati nello strumento se e' predisposto per tale funzione. 5.3 Portare la temperatura dell'olio del motore ad un valore superiore a quello indicato al punto 1.3. Nel caso in cui la temperatura dell'olio sia inferiore, far funzionare il motore a circa la meta' dei giri di potenza massima a vuoto fino al raggiungimento della temperatura indicata al punto 1.3 citato. 5.4 Prima di eseguire le misure, debbono essere effettuate almeno 6 accelerate a fondo portando il motore a regime di massima potenza oppure al regime massimo del regolatore; tale regime va mantenuto per un tempo di almeno 2s (+1s, -0); successivamente si torna al regime minimo che deve essere mantenuto per un tempo di 3s (+1s, -0s) 5.5 Le misure sono eseguite nel corso di accelerazioni successive nei modi indicati al punto 5.4. Le accelerazioni sono eseguite agendo sul pedale "rapidamente ma con dolcezza" e comunque in un tempo non superiore a 0,4 sec. in modo da ottenere la massima mandata della pompa di iniezione. Questa posizione viene mantenuta fino ad ottenere la velocita' massima di rotazione del motore oppure l'intervento del regolatore, per un tempo di almeno 2s (+1s, -0s). Si lascia poi andare l'acceleratore finche' il motore riprende la sua velocita' di rotazione al minimo che va mantenuta per un tempo di 3s (+1s, -Os). Per ogni accelerazione il valore della misura corrisponde al massimo valore del coefficiente di assorbimento "k" letto sull'opacimetro; deve essere esclusa la lettura dell'opacita' nella fase di rilascio dell'acceleratore. Le accelerazioni vanno ripetute sino a raggiungere la stabilita' dei valori misurati. I valori sono considerati stabili quando gli ultimi 4 non formano una serie decrescente e si trovano in un intervallo minore o uguale 0.25 m elevato alla -1. Nel caso non si ottengano le due condizioni dette si ripetono ulteriori accelerate fino ad un massimo di 10. 5.6 Durante le prove si puo' verificare che, effettuati 10 rilievi, i risultati non formino una serie decrescente e che si trovino in intervallo delta K = K max - K min maggiore 0.25 m elevato alla -1. In tal caso si possono avere due condizioni: 1. Se fra gli ultimi 4 valori almeno 3 sono sotto i limiti di cui all'allegato n. 11 la prova e' favorevole. La prova e' sfavorevole negli altri casi. Si consiglia in tal caso d'interrompere la prova, di scaldare ulteriormente il motore, e di ripetere il ciclo di prova. 5.7 Il risultato della prova si ricava dalla media aritmetica degli ultimi 4 valori. 6. RISULTATI. Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per ogni prova come indicato nell'allegato n. 14. Nel caso ne fosse sprovvisto, saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato stesso. La compilazione del referto e' obbligatoria per le prove eseguite dalle officine di autoriparazione. c1 PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE DI CO AL MINIMO PER AUTOVEICOLI IN CIRCOLAZIONE CON MOTORE AD ACCENSIONE COMANDATA CON O SENZA CONVERTITORE CATALITICO 1) DEFINIZIONI 1.1 Per regime di minimo si intende il regime di funzionamento del motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema di alimentazione (accelerazione ed arricchitore) in posizione di riposo, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si tratta di veicoli a cambio automatico. 1.2 Per condizioni termiche normali si intendono le condizioni termiche di un motore in accordo con le specifiche del costruttore e comunque ad una temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi. 1.3 Per percentuale in volume di ossido di carbonio si intende la percentuale in volume di ossido di carbonio dopo condensazione del vapore d'acqua, corretta secondo la formula: ________________________________________ | | | (CO) | | (CO) corr = 15 (*) ------------ | | (CO) + (CO2) | | | | | | ( ) = % vol | | | | (*) 17 per veicoli alimentati a CH4 | |______________________________________| da assumere nel caso in cui la somma di (CO) e (CO2) sia inferiore a 15; diversamente si assume come risultato della prova quello indicato dallo strumento. 2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE 2.1 Un analizzatore di classe 1 o 2 omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.2 Apparecchi per il rilievo della temperatura e della pressione ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado e un barometro con risoluzione 5 mbar. 2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.4 Un termometro a termocoppia per il rilievo della temperatura dell'olio motore. 3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA. 3.1 La temperatura ambiente deve essere compresa tra 5 gradi centigradi e 30 gradi centigradi e la pressione fra 850 e 1025 mbar. 4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO 4.1 Accertare che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta e che il sistema di controllo delle emissioni, se esiste, sia costituito dell'equipaggiamento indispensabile. 4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda di prelievo dei gas per almeno 300 mm. Nel caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta. 5 OPERAZIONI PRELIMINARI 5.1 Preparare l'analizzatore secondo le norme contenute nel libretto d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare: 5.1.1 Verificare l'efficienza delle trappole di condensa. 5.1.2 Verificare, in caso di dubbio, la tenuta del circuito di prelievo. 5.2 Determinare i dati nominali del veicolo: tipo di alimentazione, temperatura motore, giri al minimo. Inserire tali dati nello strumento se ne e' predisposto. 5.3 Portare la temperatura dell'olio del motore ad un valore superiore a quello indicato al punto 1.2. 5.4 Condizionare il motore al regime di minimo come indicato al punto 1.1 Rilevare almeno dopo 20 secondi i valori stabilizzati di CO e CO2. 5.5 Nel caso in cui il dispositivo di scarico termini con piu' tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle singole tubazioni mediante la formula seguente ________________________________________________ | Sigma 1 | | elevato i (CO) corr singoli scarichi | | (CO) = ----------------------------------- | | i | | | | i = numero degli scarichi | | | | ( ) = % vol | |______________________________________________| 6. RISULTATI. Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per ogni prova come indicato nell'allegato n. 15. Nel caso ne fosse sprovvisto saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato stesso. La compilazione del referto e' obbligatoria per le prove eseguite dalle officine di autoriparazione. c2 PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE DI CO E DEL VALORE LAMBDA RELATIVO AGLI AUTOVEICOLI IN CIRCOLAZIONE CON MOTORE AD ACCENSIONE COMANDATA E CONVERTITORE CATALITICO CON REGOLAZIONE LAMBDA. 1) DEFINIZIONI 1.1 Per regime di minimo si intende il regime di funzionamento del motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema di alimentazione (acceleratore ed arricchitore) in posizione di riposo, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si tratta di veicoli a cambio automatico. 1.2 Per regime di minimo accelerato si intende il regime di funzionamento del motore specificato dal costruttore (o compreso fra 2000 e 2500 giri) con i comandi del sistema di alimentazione (acceleratore ed arricchitore) nella posizione per funzionare alla velocita' dichiarata, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con il cambio a comando manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si tratta di veicoli a cambio automatico. 1.3 Per condizioni termiche normali si intendono le condizioni termiche di un motore in accordo con le specifiche del costruttore e comunque ad una temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi. 1.4 Per percentuale in volume di ossido di carbonio si intende la percentuale in volume di ossido di carbonio dopo condensazione del vapore d'acqua corretta secondo la formula: _________________________________________ | | | (CO) | | (CO) corr = 15 (*) -------------- | | (CO) + (CO2) | | | | ( ) = % vol | | | | (*) = 17 per veicoli alimentati a CH4 | |_______________________________________| da utilizzare nel caso in cui la somma di (CO) e (CO2) sia inferiore a 15; diversamente si assume come risultato della prova quello indicato dallo strumento. 1.5 Per valore lambda si intende il rapporto fra il valore reale e quello teorico della quantita' di aria riferita alla quantita' di carburante, quest'ultima misurata per via indiretta attraverso le concentrazioni di CO, CO2, HC e O2. Il valore lambda si calcola come indicato al capo I paragrafo 9.3 punto 2.22. 2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE 2.1 Un analizzatore classe 1 omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.2 Apparecchi per il rilievo della temperatura e della pressione ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado e un barometro con risoluzione 5 mbar. 2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94. 2.4 Un termometro a termocoppia per il rilievo della temperatura dell'olio motore. 3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA 3.1 La temperatura ambiente deve essere compresa tra 5 gradi centigradi e 30 gradi centigradi e la pressione fra 850 e 1025 mbar. 4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO 4.1 Accertare che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta e che sia presente l'equipaggiamento richiesto per il controllo delle emissioni. 4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda di prelievo dei gas per almeno 300 mm. Nel caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta. 5 OPERAZIONI PRELIMINARI. 5.1 Preparare l'analizzatore secondo le norme contenute nel libretto d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare: 5.1.1 Verificare l'efficienza delle trappole di condensa. 5.1.2 verificare, in caso di dubbio, la tenuta del circuito di prelievo. 5.1.3 verificare che gli HC residui siano inferiori a 20 ppm. Durante il controllo accertare che la sonda prelevi aria ambiente non inquinata. 5.2 Determinare i dati nominali del veicolo: tipo di alimentazione, temperatura motore, giri al minimo, giri al minimo accelerato. Inserire tali dati nello strumento se e' predisposto per tale funzione. 5.3 Portare la temperatura dell'olio del motore ad un valore superiore a quello indicato al punto 1.3 6. RILIEVO DELLE EMISSIONI. 6.1 Condizionare il motore al regime di minimo come indicato al punto 1.1. Rilevare almeno dopo 30 secondi i valori stabilizzati di CO e CO2. 6.1.1 nel caso in cui il dispositivo di scarico termini con piu' tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle singole tubazioni mediante la formula seguente ____________________________________________________ | Sigma 1 | | elevato i (CO) corr singoli scarichi | | --------------------------------------- = (CO) | | i | | | | i = numero degli scarichi | | | | ( ) = % vol | |__________________________________________________| 6.2 Condizionare il motore al regime di minimo accelerato come indicato al punto 1.2. Rilevare almeno dopo 30 s i valori stabilizzati di CO, CO2 e LAMBDA. 6.2.1 Nel caso in cui il dispositivo di scarico termini con piu' tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle singole tubazioni mediante la formula seguente ___________________________________________________ | Sigma 1 | | elevato i (CO) corr singoli scarichi | | --------------------------------------- = (CO) | | i | | | | i = numero degli scarichi | | | | ( ) = % vol | |_________________________________________________| __________________________________________________ | Sigma 1 | | elevato i Lambda singoli scarichi | | ------------------------------------ = Lambda | | i | | | | i = numero degli scarichi | |________________________________________________| 7 - RISULTATI Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per ogni prova come indicato nell'allegato n. 15. Nel caso ne fosse sprovvisto saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato n. 15. La compilazione del referto e' obbligatoria per le prove eseguite dalle officine di autoriparazione. d - BANCO PROVA GIOCHI 1 - PRELIMINARI Premessa: per l'evidenziazione dei giochi e di rotture di parti portanti dalla scocca, la capacita'ed esperienza dell'operatore circa il modo di azionare opportunamente le piastre simulatrici, assumono fondamentale importanza. 1.1 - I pneumatici devono essere gonfiati alla pressione prescritta, devono essere dello stesso tipo e usurati uniformemente. 1.2 - Posizionare il veicolo con l'asse interessato sulle pedane mobili che saranno disposte su ponte sollevatore o su fossa per l'ispezione sottostante. 1.3 - Applicare l'apposito premipedale del freno affinche' le ruote non scorrano nel senso di marcia. 1.4 - Valutare, agendo sul volante, una prima impressione di gioco eventuale sugli ingranaggi della scatola guida. 2 - EFFETTUAZIONE PROVE La verifica degli impianti deve comprendere: a) - Controllo generale visivo e funzionale degli impianti b) - Controllo visivo particolare degli impianti con azione delle piastre mobili del banco. a) Il controllo visivo comprende le parti accessibili del sistema di sospensione e di sterzo, con l'eventuale utilizzo di semplici attrezzi di officina (quali ad esempio chiavi per il controllo del serraggio di dadi, bulloni etc.). Durante tale fase si verifica: 1 - l'integrita' delle varie articolazioni (es. bracci oscillanti, aste, puntoni, molle, balestre, barre stabilizzatrici, barre di torsione, organi dello sterzo etc.) e del relativo stato di corrosione; 2 - l'integrita' del telaio e/o della scocca che hanno funzione di supporto e vincolo per gli organi di cui al p.to 1 3 - il mutuo collegamento tra i vari elementi degli organi della sospensione ponendo attenzione visiva sullo stato di usura delle guarnizioni, soffietti, cappucci e completezza della bulloneria di serraggio. 4 - prova della efficienza degli ammortizzatori; questi possono essere verificati in due modi diversi: - con apparecchiatura d'officina costituita da piastre in moto sussultorio (per la quale attualmente non e' previsto il rilascio di omologazione), - imprimendo manualmente al veicolo (con particolare riferimento ai veicoli M1) azioni verticali. In tal caso e' sufficiente verificare che il moto di oscillazione si smorzi rapidamente. b) - Controllo al banco 2.1 - Accendere la lampada di ispezione, normalmente incorporata nel telecomando di azionamento delle piastre mobili. 2.2 - Azionamento movimento piastre a scatti rapidi a corsa breve per evidenziare: 2.2.1 giochi di tipo meccanico quali: cuscinetti ruota teste sferiche tiranti guida articolazioni montanti di tipo sferico La mano libera dal telecomando va appoggiata sulle parti in esame. 2.3 - Azionamento movimento piastre a corsa lunga per evidenziare: 2.3.1 boccole elastiche (silent-block) dei bracci boccole elastiche barre stabilizzatrici eventuali lesioni delle lamiere della scocca portante ancoraggi dell'ammortizzatore molla tipo Mc Pherson lamiere di ancoraggio bracci oscillanti di tipo trasversale 2.4 - Azionamento movimento piastre lento, lungo ed a scatti brevi ripetuto con ruote sterzate evidenziano e confermano: 2.1.4 gioco su elementi elastici e relativi ancoraggi, bracci di reazione longitudinale (lento per le parti elastiche comprese le lamiere di ancoraggio ed a scatti per accoppiamenti meccanici o sferici). 2.5 - Ispezione di eventuali ancoraggi e fessurazioni lamiere sotto il passaruota per macchine che si suppongono accidentate e quindi con saldature dubbie dei rinforzi della scocca portante. 2.6 - Non vi e' alcun pericolo di provocare danni al veicolo in quanto il limite di aderenza delle ruote sulle piastre non e' superiore a quello stradale; pertanto le sollecitazioni ispettive non possono superare quelle che si possono verificare nelle condizioni reali su strada. 2.7 - Per le istruzioni specifiche e di dettaglio ci si atterra' a quanto previsto nel manuale di istruzioni per l'uso della casa costruttrice. e) Fonometro A - Rilievo rumorosita' esterna 1 - Modalita' di prova 1.1 Per gli autoveicoli rispondenti alle direttive: 81/334 CEE omologazione successiva al 01.01.87 84/372 CEE " " al 01.01.87 84/424 CEE " " al 01.01.90 92/97 CEE " " al 01.01.95 la prova va' condotta a 50 cm. dall'orifizio di scarico con le modalita' sotto riportate: - posizionare l'autoveicolo in ordine di marcia come indicato nella figura (all. n. 20). Il terreno di prova deve avere forma di rettangolo i cui lati siano lontani almeno tre metri dai punti piu' esterni del veicolo; - sistemare lo strumento di misura (fonometro) in modo che la membrana del microfono si trovi ad una distanza di 50 cm. dall'orifizio di scarico ed in asse con lo stesso, comunque a non meno di 0,20 metri dal piano del terreno; - l'asse del microfono, su cui si ha la massima sensibilita', deve essere parallelo al piano del terreno e formare con il piano passante per la direzione di uscita del gas di scarico un angolo di 45 piu' o meno 10 gradi; - per gli autoveicoli con due orifizi di scarico le prove devono essere eseguite per ciascuna uscita con misurazioni separate. Se la distanza tra le uscite e' minore o uguale 0,30 metri le prove vanno effettuate rispetto all'orifizio di uscita piu' vicino al profilo del veicolo. 1.2 Per gli autoveicoli rispondenti alle direttive - 70/157 CEE - 73/350 CEE - 77/212 CEE - Regolamento numero 9 ECE-ONU la prova va condotta a 7 metri +- 0,20 metri dall'asse del tubo di scarico sul lato sinistro rispetto alla direzione della circolazione e perpendicolarmente all'asse longitudinale del veicolo con il microfono posto a 1,20 m. +- 0,10 metri di altezza dal suolo. La zona di prova e' costituita da uno spazio aperto di 50 metri di raggio, nella cui parte centrale si effettuano le prove, oppure, riconosciuta idonea acusticamente, tale cioe' che il rumore di fondo sul luogo di misura sia inferiore di almeno 10 db al livello sonoro da misurare. 1.3 Per i veicoli riconosciuti idonei ai sensi dell'art. 47 del T.U. 343/59 e degli artt. 214, 215, 283, 284, 285, 286, 289, 240 del Regolamento di cui al D.P.R. 420/59, la prova va condotta a 7,5 metri sul lato posteriore con il microfono posto a 1,20 +- 0,10 metri di altezza dal suolo. 2 - Ambiente di prova I rilievi fonometrici vanno effettuati su spazi liberi privi di ostacoli che possano perturbare il campo sonoro e costituiti da superfici del terreno asciutte e rivestite di materiale duro e altamente riflettente (cemento, asfalto). La temperatura ambientale deve essere compresa tra -5 gradi centigradi e 35 gardi centigradi e la verifica del vento misurato a 1,2 metri dal suolo, non deve superare i 5 metri al secondo. In presenza di vento e' preferibile usare la sfera contro vento da installare sulla capsula microfonica. 3 - Preparazione dello strumento per le misurazioni Prima della prova si deve verificare l'efficienza della batteria interna del fonometro; successivamente si deve tarare lo strumento secondo le istruzioni del costruttore (calibrazione interna e pistonofono esterno). La taratura deve essere ricontrollata a fine misura e se il periodo di prove e prevedibilmente lungo e' utile eseguire una o piu' tarature intermedie. Nelle varie tarature, i valori indicati dallo strumento non deve differire piu' di 1 db, altrimenti le verifiche devono ritenersi nulle e debbono quindi essere ripetute dopo aver sistemato il fonometro. Il dispositivo di protezione contro il vento non deve influenzare la misura e pertanto e' usabile solo quello a corredo dello strumento. 4 - Programmazione del fonometro per iniziare le misure - Disporre il commutatore (se previsto) sulla curva di ponderazione A per gli autoveicoli di cui ai punti 1.1 e 1.2, o B per i veicoli di cui al punto 1.3. - disporre il comando sulla caratteristica dinamica FAST (veloce) - commutare l'attenuatore del fonometro sulla posizione corrispondente al livello di pressione sonora da misurare 5 - Sistemazione dell'autoveicolo per la prova Il motore deve essere portato alla sua temperatura di funzionamento con cambio in folle e frizione innestata. Il filtro di aspirazione deve essere posto in posizione "estate". La velocita' di rotazione del motore dovra' essere quella indicata sulla carta di circolazione, da individuare mediante contagiri. In mancanza del dato, dovra' prendersi: - il regime di rotazione corrispondente a 3/4 del regime di potenza massima (per motori senza regolazione di velocita') - il regime di rotazione corrispondente a quella massima consentita dal regolatore (per motori con regolatore di velocita'). 6 - Effettuazione delle misure e accettabilita' dell'autoveicolo in prova Devono essere effettuate almeno quattro misure. I risultati sono validi se tra due misure consecutive lo scarto non e' superiore a 2 db. Il piu' alto valore rilevato non deve superare il livello massimo riportato sulla carta di circolazione dell'autoveicolo in esame. I dati rilevati devono essere riportati su scheda per documentazione, pari a quella allegata (all. n. 16). B) - Verifica di efficienza dell'avvisatore acustico La misura e' effettuata davanti al veicolo, a 7 m. di distanza da esso. L'intensita' sonora deve essere minore o uguale a 93 db (A). Per gli autoveicoli approvati secondo il T.U. 393/59 la misura e' effettuata davanti al veicolo, a 30 m. di distanza da esso e l'intensita' sonora deve essere minore o uguale a 80 db (B). f) CONTAGIRI Per l'uso corretto del contagiri si dovranno seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dal costruttore a corredo dell'apparecchio. Il contagiri potra' essere abbinato ad altri apparecchi, come opacimetro o analizzatore di gas di scarico; in tal caso le prescrizioni potranno essere contenute in un unico libretto di uso e manutenzione. g) PROVA FARI 1 - Posizionamento veicolo L'autovettura deve essere posta con asse longitudinale perpendicolare alle rotaie direzionali del prova fari, e comunque parallela all'asse ottico dello strumento; tale predisposizione puo' essere facilitata prendendo a riferimento una striscia longitudinale predisposta sul pavimento perpendicolare alle rotaie. La vettura deve essere scarica, il terreno pianeggiante e livellato, i pneumatici gonfi alla pressione prescritta, le sospensioni, se idropneumatiche, registrate. 2 - Posizionamento prova fari Una volta posizionata l'autovettura di fronte al prova fari, si potra' agire sul sistema di traslazione trasversale per portare il prova fari sull'asse ottico del proiettore, sul sistema di controllo ottico per allineare l'asse dello strumento con quello longitudinale della vettura, sul sistema di allineamento orizzontale per garantire la orizzontalita' della camera di misura. La distanza fra l'apparecchio e il proiettore deve essere quella indicata dal manuale del prova fari. Allineare il centro ottico della lente della camera ottica con il centro di riferimento del proiettore. Per quanto e' possibile misurare l'altezza dal pavimento al centro del faro o porre la camera ottica del prova fari all'altezza corrispondente servendosi della scala graduata dell'apparecchio stesso. Per ulteriori prescrizioni per la regolazione dell'apparecchio controllare il manuale d'istruzione fornito dal costruttore. 3 - Effettuazione prove - Una volta ottenuto l'allineamento, la orizzontalita', la coassialita' e la messa a fuoco si potra' eseguire la misura e controllare: a) con i proiettori anabbaglianti: - che la differenza di quota fra centro del proiettore e linea di demarcazione luce/ombra, sia almeno pari a 10 cm. (per proiettori con centro ottico minore o uguale 80 cm. da terra) ed a 15 cm. (per proiettori con centro ottico maggiore 80 cm. da terra) a 10 m., per vettura scarica (per proiettori approvati ai sensi della direttiva 89/517/CEE o dai Regolamenti ECE/ONU); - che la predetta differenza di quota sia almeno pari a 1/10 dell'altezza del centro del proiettore da terra (per proiettori approvati secondo norme DGM); - che la deviazione sul piano orizzontale del fascio di luce non rappresenti sullo schermo un valore superiore al 1,5 gradi verso l'esterno (corrispondente a circa 1 cm. sullo schermo); - che l'illuminamento del proiettore anabbagliante sia compreso fra 6 lux e 144 lux a 25 m.. b) Con proiettori abbaglianti: - che il centro della macchia di luce a piu' alto illuminamento sia coassiale al centro ottico dello strumento o spostata sul piano orizzontale e verticale per non piu' di 1,5 gradi sullo schermo; - che l'illuminamento del proiettore abbagliante sia compreso fra 32 lux e 240 lux a 25 m.. CAPO IV CONSIDERAZIONI FINALI Con la presente circolare, al Capo I, si sono quindi descritte le modalita' per il rilascio dell'omologazione delle singole attrezzature nonche' le prescrizioni e i chiarimenti tecnici necessari per procedere alle relative prove. Con il Capo II si sono dettate norme uniformi per procedere alle visite iniziali, periodiche ed occasionali delle singole attrezzature, ivi comprese le operazioni di taratura periodica, al fine di conseguire la maggiore possibile omogeneita' e correttezza delle misure effettuate, nel tempo e nello spazio. Con il Capo III si sono indicate le procedure di prova da impiegare nell'utilizzazione delle singole attrezzature nel corso delle operazioni di revisione periodica del parco circolante da parte delle officine di autoriparazione nonche' degli Uffici periferici di questa Amministrazione. Il complesso di prescrizioni e chiarimenti sopra indicati si prefigge il fine principale ed inderogabile di uniformare le modalita' di prova e di garantire la massima possibile ripetibilita' e precisione delle misure fornite dalle attrezzature in esame, per garantire nel modo migliore la obiettivita' a coerenza del giudizio tecnico, indipendentemente dal tempo e dal luogo nel quale la prova viene effettuata. Nel raccomandare la piu' stretta e puntuale osservanza di quanto prescritto, si rammenta che sara' cura degli Uffici periferici di questa Amministrazione effettuare la vigilanza sul rispetto delle norme a riferimento, nel corso delle visite che saranno predisposte ai sensi degli artt. 77 e 80 del Nuovo Codice della Strada. Il direttore generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione BERRUTI