(parte 2)
superiore  a  150.000  cd. (Regolamenti ECE/ONU) corrispondenti a 240
lux su schermo posto a 25 m. dal proiettore.
                               CAPO II
              PROCEDURE DI VERIFICA DELLE ATTREZZATURE
C10. Controlli successivi sulle attrezzature
Il  C.S.R.P.A.D.  o  i  C.P.A.  autorizzati  potranno  effettuare  in
qualsiasi  momento  controlli sulle attrezzature al fine di accertare
il permanere di requisiti tecnici anche presso le  officine  titolari
di concessioni.
In  caso  di esito negativo ne informeranno tempestivamente l'Ufficio
Provinciale competente per i successivi adempimenti, oltreche' questa
Sede.
Gli  Uffici  Provinciali,  nell'ambito  dei  compiti   di   controllo
stabiliti  dall'art.  80, sorveglieranno ed accerteranno che lo stato
di  efficienza  e  di  attendibilita'  dei  risultati  forniti  dalle
attrezzature  in  dotazione alle officine che hanno in concessione il
controllo  dei  veicoli.  Di   ogni   controllo   dovranno   redigere
dettagliato verbale in contraddittorio con il titolare della officina
opportunamente  convocato,  ed in sua assenza, se nonostante regolare
avviso, non sia presente.
11. Taratura periodica delle attrezzature
Tutti gli apparecchi tarati dalla casa costruttrice,  all'atto  della
produzione dovranno essere sottoposti a taratura periodica secondo le
istruzioni  fornite dalla casa costruttrice stessa, e comunque almeno
una volta l'anno.
La taratura periodica sara' eseguita dalla stessa Casa Costruttrice o
da tecnici da questa autorizzati, da tecnici del  C.S.R.P.A.D.  o  da
C.P.A.  autorizzato, nonche' da Enti di cui questa Amministrazione si
riserva di fornire l'elenco (Enti di certificazione riconosciuti).
Di tali operazioni si dara' atto sul LIBRETTO METROLOGICO  nel  corso
delle visite iniziali, periodiche o occasionali.
Il  LIBRETTO  METROLOGICO,  redatto  secondo  lo schema allegato alla
presente circolare e approvato in sede di omologazione  C.S.R.P.A.D.,
munito  degli  estremi di omologazione del singolo apparecchio, sara'
esibito  all'Ufficio  Provinciale  competente   al   rilascio   della
concessione per essere timbrato e firmato in ogni pagina.
Su  di essi saranno riportati gli esiti della visita iniziale nonche'
delle visite periodiche e degli interventi di riparazione  effettuati
autonomamente o a seguito delle visite ispettive di cui al precedente
punto 10.
Copia  conforme  del  libretto  sara'  tenuta  agli atti dell'Ufficio
Concedente.
La visita iniziale, cosi' come le visite  periodiche,  comprenderanno
in   se  anche  le  operazioni  di  taratura,  che  saranno  pertanto
effettuate dal Costruttore, da personale autorizzato dal  Costruttore
stesso, nonche' dal C.S.R.P.A.D., dal C.P.A. autorizzato o da Enti di
certificazione riconosciuti.
12. Procedure per la verifica iniziale, periodica e occasionale delle
attrezzature
In  linea  con  quanto anticipato ai precedenti paragrafi 10 e 11, si
riportano  di  seguito  le  procedure  per  la  effettuazione   delle
verifiche  iniziali,  da effettuare dopo l'omologazione del modello e
prima della sua messa in esercizio,  delle  verifiche  periodiche  ed
occasionali, relative alle attrezzature in esame.
Gli   esiti  di  tali  visite  saranno  poi  riportati  sul  libretto
metrologico di ciascun apparecchio.
a1) FRENOMETRO A RULLI
A - VERIFICA INIZIALE
- Lo strumento  deve  essere  sottoposto  a  verifica  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
-  la  verifica  iniziale  va eseguita per verificare il rispetto dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve
  essere eseguita sulla apparecchiatura installata
1 - controllo globale, funzionale e messa a punto
2 - verifica della eventuale differenza di altezza fra assi dei rulli
    del frenometro
3 - verifica del rispetto della velocita'  di  rotazione  minima  dei
    rulli sotto carico
4  -  verifica del corretto rilievo del numero di giri della ruota da
    parte del rullo ausiliario centrale
5 - verifica del rispetto della percentuale di  scorrimento  relativo
    che deve determinare l'arresto dei rulli
6  -  verifica  del  rispetto  della  precisione della misura e della
    taratura dello zero almeno in corrispondenza dei valori di 1000N,
    3000N, 5000N
7 - verifica della ripetibilita' delle prove
8 - verifica della precisione della misura del peso  sugli  assi  (se
    ricorre)
9 - verifica della corretta espressione della efficienza frenante per
    valori   del  peso  sull'asse  di  2000N,  6000N,  10000N  ed  in
    corrispondenza a valori simulati dello sforzo frenante di  1000N,
    3000N, 5000N, (se ricorre)
10 - taratura delle soglie di allarme
11 - verifica taratura misuratore sforzo al pedale
12 - verifica efficienza segnalatore allarme per differente velocita'
     rotazione rulli di un'asse su 4WD
13 - verifica sicurezze
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto  stampato
della prova ufficiale.
Le  verifiche  periodiche  od occasionali possono essere eseguite dal
costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di  Roma,
da  C.P.A.  autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione
Civile  e  dei  Trasporti  in  Concessione,  nonche'   da   Enti   di
certificazione riconosciuti.
Le  verifiche  periodiche  consistono  nella  ripetizione di tutte le
verifiche previste per la verifica iniziale (tranne quelle di cui  al
punto  2)  e  nel controllo della rispondenza della componentistica a
quella originale nonche' del perdurare dei valori di aderenza  minima
anche per i rulli bagnati.
a2) FRENOMETRI A PIASTRE
A - VERIFICA INIZIALE
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
- la verifica iniziale va eseguita per  verificare  il  rispetto  dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve
  essere eseguita sulla apparecchiatura installata:
1 - controllo generale, funzionale e messa a punto
2  -  verifica  del  rispetto  della  precisione delle misure e della
    taratura dello zero almeno in corrispondenza dei valori di 1000N,
    3000N, 5000N
3 - verifica della ripetibilita' delle prove
4 - verifica della precisione della misura del  peso  sugli  assi  in
    fase statica e dinamica
5 - controlli taratura sensori velocita' iniziale
6 - verifica della corretta espressione della efficienza frenante per
    valori   del  peso  sull'asse  di  2000N,  6000N,  10000N  ed  in
    corrispondenza a valori simulati dello sforzo frenante di  1000N,
    3000N, 5000N, (se ricorre)
7 - taratura delle soglie di allarme
8 - verifica taratura misuratore sforzo al pedale
9 - verifica sicurezze
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto  stampato
della prova ufficiale.
Le  verifiche  periodiche  od occasionali possono essere eseguite dal
costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di  Roma,
da  C.P.A.  autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione
Civile  e  dei  Trasporti  in  Concessione,  nonche'   da   Enti   di
certificazione riconosciuti.
Le  verifiche  periodiche  consistono  nella  ripetizione di tutte le
verifiche previste per la verifica iniziale  e  nel  controllo  della
rispondenza  della  componentistica  a  quella originale, nonche' nel
controllo del perdurare dei  valori  di  aderenza  minima  anche  per
piastre bagnate.
                            b) OPACIMETRO
A - VERIFICA INIZIALE
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
- la verifica iniziale va eseguita per  verificare  il  rispetto  dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti.
1 - Controllo generale, funzionale e messa a punto.
    Verificare  che  le  prescrizioni  indicate  dal  Costruttore sul
    manuale di uso e manutenzione sono eseguite puntualmente e che lo
    stato dell'opacimetro e degli accessori nonche' di tutte le parti
    mobili e degli elementi costituenti la tubazione di  collegamento
    siano in buono stato.
2  -  Dopo  il  riscaldamento  dello strumento, eseguire il controllo
    della curva di calibrazione che comprende: verifica  dello  zero,
    di tre punti intermedi e del fondo scala.
 - Verifica dello zero.
Operazione  mediante  la  quale  si verifica che in assenza totale di
fumo l'indicatore rilevi il valore k = 0 + - 0 m elevato alla -1, nei
limiti delle caratteristiche di risoluzione dell'indicatore stesso.
- Controllo di valori intermedi della scala.
Operazione mediante la quale si inserisce nella camera di fumo  vuota
un filtro che simula il passaggio nel percorso ottico di un aeriforme
avente  un  coefficiente  di  assorbimento  luminoso  compreso  negli
intervalli (il coefficiente  dei  filtri  dev'essere  conosciuto  con
un'approssimazione pari di + - 0.025 m elevato alla -1)
         k = tra 0.8 e 1.0 m elevato alla -1
         k = tra 1.6 e 1.8 m elevato alla -1
         k = tra 2.5 e 3.0 m elevato alla -1
         e si verifica che l'indicatore rilevi il valore del k
         con un errore non superiore a:
       k +- 0.05   per   k minore o uguale 2.5 m elevato alla -1
       k +- 0.09   per  k  maggiore 2.5 m elevato alla -1
 - Controllo del fondo scala.
Operazione  mediante la quale si verifica che, in assenza di luce sul
ricevitore  ottenuta  per  interposizione  di  uno   schermo   opaco,
l'indicatore rilevi il valore di fondo scala.
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La  data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato
della prova ufficiale.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma,
da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale  della  Motorizzazione
Civile   e   dei   Trasporti  in  Concessione,  nonche'  da  Enti  di
certificazione riconosciuti.
Le verifiche periodiche consistono  nella  ripetizione  di  tutte  le
verifiche  previste  per  la  verifica iniziale e nel controllo della
rispondenza della componentistica a quella originale.
                           c) ANALIZZATORE
A - Verifica iniziale
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
-  la  verifica  iniziale  va eseguita per verificare il rispetto dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti.
1  -  Controllare  l'attivazione   dell'interdizione   in   fase   di
riscaldamento  per  uno  strumento  di  Classe  I,  con  avvio di una
misurazione entro un minuto dall'accensione dello strumento.
2 - Dopo il riscaldamento  dello  strumento,  eseguire  il  controllo
della curva di calibrazione.
Dopo  aver  regolato  lo strumento in conformita' con la procedura di
regolazione descritta nelle istruzioni per l'uso dal costruttore,  le
prove  devono  essere eseguite alle condizioni operative nominali per
diversi valori su tutto il campo di misurazione per determinarne  gli
errori.
Le  prove devono essere eseguite usando miscele gassose di almeno tre
diverse frazioni volumetriche per uno strumento  di  Classe  1  e  di
almeno  due  frazioni  volumetriche  per  uno  strumento  di Classe 2
all'interno del seguente campo nominale dei misurandi,  miscelate  in
azoto.
____________________________________________________________________
|        |          |        1       |       2      |       3      |
|        |__________|________________|______________|______________|
|        |    CO    |da 0,5 a 1% vol |da 2 a 3% vol |da 4 a 5% vol |
|        |__________|________________|______________|______________|
| Classe |    CO2   |da 4 a 6% vol   |da 10 a 12%   |da 13 a 14%   |
|        |          |                | vol          | vol          |
|   1    |__________|________________|______________|______________|
|        |HC (esano)|da 100 a 200 ppm|da 300 a 800  |da 1500 a 1800|
|        |          | vol            | ppm vol      |ppm vol       |
|        |__________|________________|______________|______________|
|        |    O2    | da  1 a 2% vol | da 3 a 5% vol|da 10 a 12%   |
|        |          |                |              | vol          |
|________|__________|________________|______________|______________|
______________________________________________
|         |        |          1 - 2          |
|         |________|_________________________|
|Classe 2 |  CO    | da 1% vol a 7% vol      |
|         |________|_________________________|
|         |  CO2   | da 6% vol a 16% vol     |
|_________|________|_________________________|
I  gas  di calibrazione devono  essere forniti alla sonda a pressione
ambiente (entro una variazione massima di +  750  Pa).    Gli  errori
osservati in ogni misurazione devono rientrare nei limiti del massimo
errore ammissibile, di cui al capo II, par.  9.3 punto 2.7.
3  Controllare  la  tenuta  d'aria del sistema eseguendo un controllo
delle  fughe  come  descritto  nelle   istruzioni   per   l'uso   del
costruttore.
4  Controllare  i  residui  di  HC  con  la procedura descritta nelle
istruzioni per l'uso del costruttore.
5 Controllare l'attivazione del dispositivo a  basso  flusso  di  gas
diminuendo  il  flusso  di gas fornito alla sonda durante il prelievo
dell'aria ambiente.
6 Controllare il tempo di risposta dei canali CO e O2.
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La verifica periodica deve essere effettuata al  temine  del  periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove  ufficiali  sino  a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La  data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato
dalla prova ufficiale.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma,
da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale  della  Motorizzazione
Civile   e   dei   Trasporti  in  concessione,  nonche'  da  Enti  di
certificazione riconosciuti.
Le verifiche periodiche consistono  nella  ripetizione  di  tutte  le
verifiche  previste  per  la  verifica iniziale e nel controllo della
rispondenza della componentistica a quella  originale  (ad  eccezione
delle verifiche previste al punto 2 dell'analizzatore di classe 1 con
le miscele di gas 3 e delle verifiche previste al punto 6),
                           d) PROVA GIOCHI
A - Verifica iniziale
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
- la verifica iniziale va eseguita per  verificare  il  rispetto  dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve
  essere eseguita sulla apparecchiatura installata:
1 - controllo generale e funzionale dell'impianto
2 - controllo lampada spot
3   -   controllo   spostamento   piastra   in  senso  trasversale  e
    longitudinale, anche  in  combinazione,  per  valori  maggiori  o
    uguali a 40 mm.
4 - controllo ritorno piastra a zero
5 - controllo inesistenza slittamento reciproco ruota/piastra
6 - controllo sicurezze
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di Roma,
da C.P.A. autorizzato dalla Direzione Generale  della  Motorizzazione
Civile   e   dei   Trasporti  in  Concessione,  nonche'  da  Enti  di
certificazione riconosciuti.
Le verifiche periodiche consistono  nella  ripetizione  di  tutte  le
verifiche  previste  per  la  verifica iniziale e nel controllo della
rispondenza della componentistica, a quella originale.
                            e) FONOMETRO
A - Verifica iniziale
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
-  la  verifica  iniziale  va eseguita per verificare il rispetto dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve
  essere eseguita sulla apparecchiatura completa:
1 - controllo generale, funzionale e messa a punto
2 - verifica  della  taratura  elettrica  e  globale  secondo  quanto
    previsto dalla norma CEI 29-1
3  -  controllo  della risposta sulla gamma di frequenza 30-8000 HZ e
    fuori di tale campo, della tolleranza, della risposta in funzione
    delle proprieta' direzionali e della relativa tolleranza  secondo
    quanto previsto dalla norma CEI 29-1
4 - verifica della taratura a mezzo pistonofono o calibratore sonoro.
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto  stampato
della prova ufficiale.
Le  verifiche  periodiche  od occasionali possono essere eseguite dal
costruttore, da personale da questi autorizzato, dal CSRPAD di  Roma,
da  C.P.A.  autorizzato dalla Direzione Generale della Motorizzazione
Civile  e  dei  Trasporti  in  Concessione,  nonche'   da   Enti   di
certificazione riconosciuti.
Le  verifiche  periodiche  consistono nel controllo della rispondenza
della  componentistica  a  quella  originale  e  nel  verificare   il
mantenimento  delle  caratteristiche  di  misura  in conformita' alle
norme IEC 651; lo scarto fra valore reale  e  valore  rilevato  nella
gamma  70  -  120 db per suoni con frequenza compresa fra 2000 e 3150
Hz, deve essere minore o uguale a 0,5 db.
                            f) CONTAGIRI
A - Verifica iniziale
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
-  la  verifica  iniziale  va eseguita per verificare il rispetto dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti.
1 - controllo generale e funzionale e messa a punto
2 - controllo taratura mediante strumento di confronto
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La verifica periodica deve essere effettuata al termine  del  periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo strumento non puo' essere utilizzato per prove  ufficiali  sino  a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La  data di scadenza deve essere riportata anche sul referto stampato
della prova ufficiale, nel caso in cui l'apparecchio sia associato ad
opacimetro o analizzatore.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da personale da questi autorizzato, dal C.S.R.P.A.D. di
Roma,  da  C.P.A.  autorizzato   dalla   Direzione   Generale   della
Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione, nonche' da Enti
di certificazione riconosciuti.
Le  verifiche  periodiche  consistono  nella  ripetizione di tutte le
verifiche previste per la verifica iniziale  e  nel  controllo  della
rispondenza della componentistica, a quella originale.
                            g) PROVA FARI
A - VERIFICA INIZIALE
Lo   strumento   deve   essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
l'omologazione del modello;
- la verifica iniziale va eseguita per  verificare  il  rispetto  dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. n. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal Costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti:
1 - controllo generale e funzionale e messa a punto dell'apparecchio;
2  -  misura della deviazione orizzontale del fascio luminoso con una
    precisione di +- 5 cm. a 10 m., corrispondente ad una  precisione
    di +- 2,5 mm. all'interno del prova fari;
3  -  misura  della  deviazione verticale del fascio luminoso con una
    precisione di +- 2 cm. a 10 m., corrispondente ad una  precisione
    di +- 1 mm. all'interno del prova fari;
4 - verifica correttezza riproduzione forme geometriche;
5  - verifica invarianza figura del faro sullo schermo per variazioni
    distanza focale di +- 30 mm. fra  il  centro  della  lente  e  il
    centro del faro
6   -  misura  dell'illuminamento  preferibilmente  con  fondo  scala
    maggiore o uguale a 1,5 . 10 elevato alla 5 lux e  precisione  di
    +- 5% e risoluzione minima di minore o uguale a 3.000 lux;
7 - verifica rettilineita' rotaia e costanza allineamento.
B - VERIFICA PERIODICA OD OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
La data di scadenza deve essere riportata anche sul referto  stampato
della  prova  ufficiale,  anche  nel  caso  in  cui l'apparecchio sia
associato ad opacimetro o analizzatore.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da personale da questi autorizzato, dal C.S.R.P.A.D. di
Roma,  da  C.P.A.  autorizzato   dalla   Direzione   Generale   della
Motorizzazione  Civile e Trasporti in Concessione, nonche' da Enti di
certificazione riconosciuti.
Le verifiche periodiche consistono  nella  ripetizione  di  tutte  le
verifiche  previste  per  la verifica iniziale salvo quella di cui al
punto 4 e nel controllo della rispondenza  della  componentistica,  a
quella originale.
                        h) PONTE SOLLEVATORE
A - Verifica iniziale
-  Lo  strumento  deve  essere  sottoposto  a  visita  iniziale  dopo
  l'omologazione del modello;
- la verifica iniziale va eseguita per  verificare  il  rispetto  dei
  requisiti e condizioni previsti dal D.P.R. 653/94;
- la verifica iniziale deve essere eseguita dal costruttore o da Enti
  di certificazione riconosciuti;
- la verifica iniziale deve includere almeno le prove seguenti e deve
  essere eseguita sulla apparecchiatura installata:
1 - controllo generale e funzionale e messa a punto dell'attrezzatura
2 - controllo tempi salita e discesa a pieno carico
3 - controllo sicurezze
B - VERIFICA PERIODICA O OCCASIONALE
La  verifica  periodica deve essere effettuata al termine del periodo
stabilito dal costruttore e comunque almeno una volta l'anno.
La  verifica  occasionale  va  effettuata  dopo  ogni  intervento  di
riparazione.
Lo  strumento  non  puo' essere utilizzato per prove ufficiali sino a
che non sia intervenuta la verifica periodica od occasionale, se sono
scaduti i termini.
Le verifiche periodiche od occasionali possono  essere  eseguite  dal
costruttore,  da  personale da questi autorizzato, nonche' da Enti di
certificazione riconosciuti.
Le verifiche periodiche consistono  nella  ripetizione  di  tutte  le
verifiche  previste  per  la  verifica iniziale e nel controllo della
rispondenza della componentistica, a quella originale.
N.B.   L'apparecchiatura   e'   soggetta   a   controllo   preventivo
dell'I.S.P.E.S.L.
                              CAPO III
              Procedure operative di prova sui veicoli
Si riportano di seguito  le  procedure  operative  con  le  quali  si
effettuano le prove per le quali e' richiesto l'uso di ciascuna delle
apparecchiature in esame.
I rispettivi valori limite in rapporto ai quali la prova e' giudicata
accettabile, sono riportati negli allegati n. 10, 11, 12, 16.
I  risultati  delle  prove saranno riportati su di un referto, la cui
compilazione e' obbligatoria per le officine di autoriparazione.
Si sono previsti modelli di referto negli allegati n. 13, 14, 15, 16,
17, rispettivamente per frenometro, opacimetro, analizzatore  di  gas
di  scarico,  fonometro,  provafari. Si e' escluso dall'obbligo della
compilazione del referto il  provagiochi,  ove  non  esistono  valori
limite  da  rispettare  in  modo  univoco,  ed  il  contagiri, che e'
normalmente    sussidiario    alle    attrezzature.    Il    referto,
preconfezionato a stampa, viene ordinariamente riempito manualmente.
Ove  la  stampante  sia obbligatoria o sia opzionalmente presente per
scelta del costruttore, essa deve essere in grado di stampare i  dati
di identificazione dell'attrezzatura nonche' i risultati della prova.
Se   e'   poi   presente   una  tastiera  di  accesso  al  processore
dell'attrezzatura,  sara'  possibile  stampare  anche   i   dati   di
identificazione  del  veicolo  da  provare  nonche'  le sue eventuali
caratteristiche tecniche utili per la prova stessa, la data  e  l'ora
di inizio e termine e di scadenza della prova, il nome dell'operatore
che esegue la prova, la denominazione dell'Ente che esegue le misure.
a) BANCO PROVA FRENI
La verifica degli impianti frenanti deve comprendere:
1)  -  Controllo  visivo  generale  dell'impianto  e  verifica  della
     funzionalita';
2) - Verifica della efficienza. La verifica  di  efficienza  consiste
     nella misura delle grandezze fondamentali di cui al p.to 1.1 del
     D.M. 653/94.
Prima  di  procedere  alla  verifica  della  efficienza  occorre aver
eseguito sul veicolo controlli complementari, anche con l'ausilio  di
strumentazione    in    dotazione    dell'officina   utili   altresi'
all'ottimizzazione del sistema veicolo-frenometro, come  indicato  di
seguito:
-  controllo visivo dello stato d'uso del treno di pneumatici montati
sul veicolo. Non sono  ammesse  lacerazioni  e/o  asportazioni  della
mescola, abrasioni con affioramento degli strati telati o altri danni
che  siano  di  pregiudizio alla sicurezza. Particolare attenzione in
tal senso  sara'  prestata  dall'operatore  sia  con  riferimento  al
battistrada sia con riferimento ai fianchi del pneumatico;
-  verifica  del  corretto  valore  della pressione di gonfiaggio dei
pneumatici montati sul veicolo;
-  verifica  di  esistenza  dello  spessore  minimo  di  legge per il
battistrada a mezzo di adatto calibro (v. attrezzo specifico n.   123
inserito nello elenco delle attrezzature di cui al D.M.  358/94);
-  verifica  di  rispondenza  delle  caratteristiche dimensionali, di
carico e velocita' dei pneumatici effettivamente montati  con  quelle
indicate sulla carta di circolazione del veicolo;
-  verifica di identicita' del disegno del battistrada dei pneumatici
almeno sul medesimo asse.
1) CONTROLLO VISIVO GENERALE
Esso si esegue secondo quanto prescritto dalla Direttiva  92/54  CEE.
Si riportano di seguito alcuni punti salienti di tale controllo.
L'impianto  frenante  deve  poter  essere azionato in modo graduale e
deve  mantenere  nel  tempo  le  caratteristiche  di  "continuita'  e
moderabilita'".
Il   controllo   visivo  riguarda  le  parti  dell'impianto  frenante
rilevanti dal punto di vista della sicurezza,  che  sono  accessibili
senza utilizzo di attrezzi e senza un vero e proprio smontaggio.
Tutti  i  particolari, compresi i dispositivi di segnalazione visiva,
devono trovarsi  in  buono  stato  di  funzionalita'  e  non  debbono
mostrare  segni di danneggiamento o di usura che superi la tolleranza
fornita dal costruttore.
In particolare si deve verificare che:
- le tubazioni e i tubi esternamente non siano danneggiati, non siano
  eccessivamente corrosi o invecchiati, siano posizionati  e  fissati
  in modo corretto;
-   le   corde  e  i  comandi  ottenuti  con  cavi  flessibili  siano
  perfettamente funzionanti, non eccessivamente corrosi o rovinati;
- i gruppi frenanti esternamente si presentino senza danneggiamenti e
  non siano eccessivamente  corrosi,  i  dispositivi  di  azionamento
  siano facilmente accessibili e non deteriorati;
-   la   tiranteria  sia  facilmente  accessibile,  non  saldata  per
  riparazioni, non danneggiata;
- le articolazioni (snodi) siano facilmente accessibili;
- gli accumulatori di energia  (serbatoi  aria  compressa  etc.)  non
  siano eccessivamente corrosi,
-  i  freni  sulle ruote siano in corretto stato (es. ferodi, dischi,
  tamburi, guarnizioni dei cilindretti, cilindri frenanti)
1.1) IMPIANTO FRENANTE IDRAULICO
- L'impianto, all'azionamento  del  pedale  fino  alla  posizione  di
  arresto, deve tenere la pressione.
- Deve essere verificata anche la ermeticita' dei tubi di aspirazione
  degli  amplificatori  della  forza frenante con controllo uditivo e
  visivo.
- Controllo  della  funzionalita'  degli  amplificatori  della  forza
  frenante.
-   Verifica  della  corretta  registrazione  dei  regolatori  e  dei
  limitatori della forza di frenatura.
1.2) IMPIANTO FRENANTE AD ARIA COMPRESSA
Verifica della efficienza del compressore  :  portata,  pressione  di
innesto  e  disinnesto, ermeticita', con verifica del valore corretto
della pressione e suo mantenimento.
1.3) IMPIANTO FRENANTE MECCANICO
-  Controllo  del  funzionamento  dei  dispositivi  di   azionamento,
  chiusura o bloccaggio. (Arpionismi)
2 - VERIFICA DELLA EFFICIENZA
2.1 - BANCHI PROVA FRENI A RULLI
2.1.1 - PRELIMINARI
2.1.1.1  -  Identificare  se  il  freno di stazionamento sia anche di
soccorso in quanto il giudizio finale potrebbe essere  inficiato  dai
diversi limiti di tolleranza.
2.1.1.2  - Accertare se il veicolo e' dotato di trasmissione su di un
solo asse (due ruote motrici) oppure se e' del tipo con  trasmissione
sulle  quattro ruote non disinseribile o permanente; in questo ultimo
caso la prova non deve essere eseguita se  l'apparecchiatura  non  e'
predisposta  con  lo  specifico programma 4WD, pena il danneggiamento
della trasmissione ed il pericolo di essere sbalzati fuori dalla sede
dei rulli.
2.1.1.3 - Se il banco di prova non e' dotato di  pesatura  automatica
il  peso  a  vuoto del veicolo sara' inserito manualmente, al fine di
ottenere il valore della decelerazione teorica finale.
2.1.1.4 - Se il banco prova dispone della  scelta  avviamento  motori
manuale e/o automatico e si sceglie l'avviamento automatico ricordare
che  i motori si metteranno in moto dopo pochi secondi ogni volta che
il veicolo e' presente sulla sede rulli.
2.1.1.5 - Le prove devono essere eseguite  con  il  veicolo  scarico.
(vedi punto 2.1.4.1)
2.1.2 - POSIZIONAMENTO DEL VEICOLO SUI RULLI
2.1.2.1 - Accertarsi che non vi siano persone nel raggio del veicolo;
in  particolar  modo  la distanza di sicurezza nella parte posteriore
deve essere di almeno due metri.
2.1.2.2 - Occupare la sede dei rulli in posizione piu'  ortogonale  e
centrata possibile.
2.1.2.3  - Non frenare durante l'avviamento dei rulli e attendere, se
disponibile, il consenso d'avviamento avvenuto.
2.1.2.4 - Le vetture dotate di servofreno vanno provate con il motore
in moto.
2.1.2.5 - Montare, se previsto, il misuratore di  sforzo  sul  pedale
del freno.
2.1.3 - EFFETTUAZIONE PROVE
2.1.3.1  -  A  rulli  avviati  lasciare  che il veicolo si autocentri
lateralmente sui rulli; in questa fase per nessun motivo togliere  la
chiave  dal  quadro  che  puo' provocare il blocco dello sterzo quale
sistema antifurto.
2.1.3.2 - Se i pneumatici sono bagnati lasciare che le  ruote  girino
sui rulli per alcuni secondi prima di iniziare il ciclo di prova.
2.1.3.3  -  Ad  avviamento  e autocentraggio del primo asse avvenuto,
tirare il freno a mano (se questo non  agisce  sul  1  asse);  questo
permette  di  aiutare  il  2 asse a trattenere il veicolo in sede, in
quanto le ruote posteriori frenano normalmente di meno.
2.1.3.4 - Agire sul pedale del freno lentamente  e  progressivamente,
fino al raggiungimento del bloccaggio, effettuando una pausa interme-
dia  di  pochi  secondi per consentire il riscaldamento del sistema e
l'eliminazione  di  eventuali  tracce  di  umidita'  sugli   elementi
frenanti. (vedi anche punto 2.1.4.4)
2.1.3.5 - Se una prova finisce con esito negativo, o dubbio, ripetere
sempre il ciclo di prova.
2.1.3.6  -  Porre  attenzione  durante  la  prova del freno a mano in
quanto il veicolo puo' essere sbalzato, per reazione, all'indietro.
2.1.3.7  -  Tenere presente che alcune vetture dotate di riduttore di
frenata possono anche  non  raggiungere  il  bloccaggio  delle  ruote
posteriori;  la  prova  deve essere interrotta manualmente sul valore
massimo raggiunto.
2.1.3.8 - Nel caso non si disponga di rulli con  motori  autofrenanti
per uscire dalla sede rulli con le ruote motrici, riavviare il motore
e uscire con cautela sempre nella direzione di marcia.
2.1.3.9  - Per le istruzioni specifiche e di dettaglio ci si atterra'
a quanto previsto nel manuale di  istruzioni  per  l'uso  della  casa
costruttrice.
2.1.4 - PROCEDURA OPERATIVA
2.1.4.0  -  Ove l'attrezzatura sia predisposta, l'operatore inserisce
gli estremi del veicolo da provare, come previsto dal referto All. n.
13.
2.1.4.1 - Il veicolo deve essere presentato al "banco a rulli" con la
massa corrispondente a quella in ordine di marcia  (serbatoio  pieno,
ruota di scorta, attrezzi in dotazione) compreso il conducente.
2.1.4.2 - L'asse anteriore del veicolo, viene posto sui rulli.
2.1.4.3  -  Si  lascia  allineare  la vettura sui rulli mentre questi
stanno ruotando senza toccare ne' il freno di servizio ne' quello  di
stazionamento.
2.1.4.4  -  Si  fanno  riscaldare  i  freni per almeno cinque secondi
facendo ruotare i rulli e agendo con gradualita' sul pedale del freno
per evitare il bloccaggio dei rulli stessi.
2.1.4.5 - Si inizia la prova con la  rotazione  libera  dei  rulli  (
senza  agire  sul  pedale  del  freno):  e'  possibile valutare cosi'
l'entita' delle forze di attrito (attrito volvente, aderenza  ganasce
e dischi). L'operatore valutera' se queste rientrano nella norma o se
esistono   motivi   di  sospensione  della  prova  e  controllo  piu'
approfondito degli organi meccanici interessati (cuscinetti etc.).
2.1.4.6 - Successivamente, con gradualita' e controllando  lo  sforzo
crescente  applicato  sul  pedale  del freno (mediante il trasduttore
misuratore sforzo pedale), l'operatore agisce sul freno  di  servizio
fino a che si verifichi per primo uno dei due eventi:
   1) applicazione del max sforzo pedale = 500 N;
   2)  bloccaggio  dei  rulli  per  raggiunto slittamento di una o di
      tutte e due le ruote dell'asse.
L'operatore e' in grado allora di misurare le seguenti grandezze:
   1 forza frenante max ruota destra (Fdx max)
   2 forza frenante max ruota sinistra (Fsx max)
   3 sforzo minimo corrispondente al pedale
Il sistema deve essere in grado di fornire, a richiesta,  l'andamento
della forza frenante in funzione dello sforzo al pedale.
Le  grandezze  di cui ai punti 1 e 2 devono potersi leggere ai quadri
di lettura analogici o digitali. Tali grandezze correlate con il peso
del veicolo rilevato  in  automatico  o  manualmente,  permettono  di
esprimere le grandezze fondamentali di cui al punto 1.1 dell'allegato
tecnico del D.M. 653/94.
2.1.4.7   -   Grandezze   derivate:   il   processore   del   sistema
computerizzato calcola:
- la dissimmetria  di  frenatura  del  1  asse  (deve  intendersi  lo
  squilibrio  dinamico  come  descritto  nella  circolare  n. 270 del
  30/11/1993):
        delta max (Fdx - Fsx)
         ----------------- x 100
                Fmax
   - la irregolarita' della forzo di frenatura sul 1 asse;
   -  la  aderenza utilizzata per ciascuna ruota (se il frenometro e'
  dotato di pesa separata per ruota)
2.1.4.8. - L'operatore analogamente procede per le ruote del  secondo
asse
2.1.4.9  -  L'operatore  e'  in  grado  di  misurare le grandezze con
riferimento al 2 asse come ai p.ti 2.1.4.6 e 2.1.4.7.
2.1.4.10 -  Grandezze  derivate.  l'operatore  e'  ora  in  grado  di
conoscere:
2.1.4.10.1  -  la  differenza  degli  sforzi  minimi  al  pedale  che
provocano le massime forze di frenatura sul primo e secondo asse: nel
caso di eccessivo divario, l'operatore  valutera'  l'opportunita'  di
sospendere   la  prova  per  maggiori  controlli  sull'impianto  (es.
verifica registrazione correttore di frenata).
2.1.4.10.2 - la efficienza di frenatura del freno di servizio  intesa
quale  rapporto  della  somma  di tutte le forze frenanti di ciascuna
ruota (assi ant. e post.) e la  tara  del  veicolo,  espressa  il  %,
secondo l'espressione:
                           Forze frenanti (Newton)
efficienza freno serv. % = ----------------------- x 100
                           M (tara veicolo) x 9.81
Il   processore  del  sistema  computerizzato  del  banco  calcola  e
memorizza almeno il valore della efficienza  frenante  del  freno  di
servizio,  della  dissimmetria  di frenatura, ed i valori della forza
massima di frenatura di ciascuna ruota.
Le grandezze memorizzate sono successivamente  stampate  sul  referto
cartaceo.
Si  ricorda  che  l'efficienza  frenante  per impianto di servizio in
ordine deve risultare maggiore o uguale al 50% e la  dissimmetria  di
frenatura deve essere contenuta entro il 30%.
2.1.4.10.3 - l'efficienza della frenatura del freno di soccorso
   I)  -  Caso  di  impianto  frenante  di soccorso attivo soltanto o
sull'asse anteriore o su quella posteriore.
Se gli organi frenanti di ciascuna ruota sono unici (es. unica  pinza
frenante  agente),  le  stesse  forze  frenanti ottenute per ciascuna
ruota nella  fase  di  verifica  della  frenatura  di  servizio  sono
utilizzate   per   calcolare  l'efficienza  del  freno  di  soccorso.
L'operatore deve poter selezionare le ruote interessate dal freno  di
soccorso  al  fine  di prelevare gli sforzi frenanti e rapportarne la
somma alla tara del veicolo.
Il processore del sistema computerizzato calcola e invia in memoria i
valori della efficienza frenante di soccorso  dell'asse  anteriore  o
posteriore   calcolati   sulla   base   delle   seguenti  espressioni
matematiche:
              Forze frenanti asse anteriore (N)
eff. ant. % = --------------------------------- x 100
               M (tara veicolo in Kg.) x 9.81
              Forze frenanti asse posteriore (N)
eff. ant. % = ---------------------------------- x 100
               M (tara veicolo in Kg.) x 9.81
Per  un impianto frenante in ordine, i risultati ricavati da entrambe
le formule devono essere maggiori o uguali del 25%.
Le grandezze  calcolate  sono  successivamente  stampate  su  referto
cartaceo.
   II)  -  Caso  di  impianto di soccorso realizzato a ics, con ruote
provviste di unico organo frenante analogamente al caso che precede.
Si ritengono validi gli stessi valori di  forza  frenate  alle  ruote
ottenuti nella verifica della efficienza del freno di servizio.
Il processore del sistema computerizzato calcola e invia in memoria i
valori  dell'efficienza  frenante calcolati eseguendo il rapporto fra
somma delle  forze  frenanti  delle  ruote  interessate  e  tara  del
veicolo.
Per  un  impianto  frenante  in ordine rispondente al tipo in esame i
risultati devono essere maggiori o uguali del 25%.
Si considera tuttavia che le verifiche del freno di soccorso  possono
essere  dedotte dalle verifiche del freno di servizio solo per taluni
impianti, come quelli ai quali si e' fatto riferimento, di  rilevante
diffusione.
Per  altri casi puo' essere necessario, dopo la verifica del freno di
servizio come  precedentemente  descritta,  riportare  gli  assi  del
veicolo  nuovamente  sui  rulli in quanto la simulazione del freno di
soccorso  implica  ad  esempio   una   necessaria   sezionatura   e/o
scollegamento  di  parte dell'impianto frenante, incompatibile con le
prime verifiche.
Dato il notevole numero di impianti frenanti concepiti  e  realizzati
diversamente,  non  risulta  possibile generalizzare e standardizzare
un'unica procedura di prova. Si rimanda  ogni  ulteriore  definizione
alla  conoscenza  specifica di ogni impianto che gli operatori devono
acquisire prima di  procedere  alle  prove,  prelevando  informazioni
dettagliate  dalle  case costruttrici automobilistiche ed avvalendosi
altresi'  dei  modelli  DGM  405  di  omologazione  pubblicati  dalla
M.C.T.C..
   III)  -  Nel caso particolare del freno di soccorso conglobato col
freno di stazionamento agente o  sull'asse  posteriore  o  anteriore,
esaurite  le  verifiche  della frenatura di servizio e memorizzate le
relative grandezze, si procede con le verifiche del freno di soccorso
con comando "leva a mano".
Si prova l'asse sul quale e' previsto il freno, tirando manualmente e
gradualmente  la  leva  e  ponendo  attenzione  che  l'arpionismo  di
ritenuta  non  esegua  piu'  del  70%  della corsa, quale buona norma
dettata dalla pratica corrente per impianti in ordine.
L'operatore e' in grado di leggere la forza frenante max alle  ruote.
Il  processore  del  sistema computerizzato calcola la disimmetria di
frenatura e la efficienza frenante sull'asse interessato  e  manda  i
risultati in memoria per le successive stampe.
2.1.4.10.4 - la efficienza del freno di stazionamento.
Il  caso  e'  analogo  a quello che precede. Il processore calcola la
efficienza (maggiore o uguale a 15%) e la  disimmetria  di  frenatura
(minore  o  uguale  a  50%)  e  le  invia  in  memoria  per la stampa
successiva.
2.1.5 - VERIFICA DI IMPIANTI FRENANTI DI VEICOLI A TRAZIONE INTEGRALE
         PERMANENTE (4X4)
I due motori elettrici azionanti il frenometro devono essere regolati
per  azionare  le  due  coppie  di  rulli  con movimento di rotazione
opposto e con identica velocita'  angolare  in  valore  assoluto.  Il
cinematismo del sistema differenziale lascia immobile l'albero che si
collega  con  il  ponte dell'altro asse.   Puo' essere evitato in tal
modo lo slittamento non ammissibile sul piano di appoggio delle ruote
fuori rullo. Sono ammissibili comunque differenze di velocita'  delle
coppie  di  rulli  contenute  nella  tolleranza del 10%, sotto carico
(trascurando possibili scorrimenti sul rullo delle ruote).
Per la prova devono essere tenute in conto due importanti avvertenze:
- qualsiasi rilievo di frenatura puo' essere ammissibile soltanto per
la  ruota  dell'asse  in  prova  che  e'  in  rotazione   nel   verso
corrispondente  all'avanzamento  del  veicolo.  Cio' comporta che nel
rilievo completo di un  asse  si  succedono  fasi  di  inversione  di
rotazione delle coppie dei rulli;
-  la  determinazione  delle  due  forze  massime  della frenatura di
servizio di ciascun asse o delle ruote interessate dalla frenatura di
soccorso deve  avvenire  in  corrispondenza  di  un  medesimo  sforzo
frenante.
Si ammette all'uopo valido l'uso del trasduttore di sforzo al pedale.
2.2 - BANCO PROVA FRENI A PIASTRE
Ove l'attrezzatura sia predisposta, l'operatore memorizza gli estremi
del veicolo da provare, come previsto dal referto allegato n. 13.
2.2.1)  Il veicolo deve essere presentato al "Banco a piastre" con la
medesima preparazione indicato al punto 2.1.4.1. E' opportuno operare
preventivamente alcune operazioni di  frenatura  di  riscaldamento  a
bassa  velocita'  (dell'ordine di 10 Km/h) con successione rapida nel
tempo.
2.2.2) Immediatamente dopo si colloca il veicolo fermo  nell'antizona
delle  piastre ad una distanza congruente con il necessario spazio di
accelerazione per raggiungere la velocita' minima maggiore  o  uguale
di 10 Km/h.
Il   veicolo  fermo  inoltre  deve  essere  posto  con  il  suo  asse
longitudinale di simmetria coincidente con quello di simmetria  delle
piastre.  L'asse  di  simmetria  delle  piastre  deve  quindi  essere
materializzato a mezzo di striscia  di  vernice  da  applicare  sulla
pavimentazione.
2.2.3) Si monta il trasduttore di sforzo al pedale.
2.2.4)  L'operatore  lancia  il veicolo sulle piastre e procede sulla
verticale di esse alla frenatura graduale e all'arresto  del  veicolo
ponendo  attenzione  a non superare il valore massimo dello sforzo al
pedale di 500N.
L'operatore e' in grado ora di leggere sugli  strumenti  le  seguenti
grandezze  in  corrispondenza  al valore dello sforzo pedale minore o
uguale 500N:
- forza frenante max ruota ant. destra
- forza frenante max ruota ant. sinistra
- forza frenante max ruota post. destra
- forza frenante max ruota post. sinistra
-  carichi dinamici, corrispondenti alla massima decelerazione, sugli
  assi e su ciascuna ruota
- carico statico del veicolo (corrispondente alla tara o anche inteso
  come somma dei carichi dinamici del I e II asse)
2.2.5)   Frenatura   di   servizio:   il   processore   del   sistema
computerizzato calcola le grandezze caratteristiche della disimmetria
di  frenatura,  dell'efficienza  frenante,  della  forza  massima  di
frenatura  con  riferimento  al  freno  di   servizio.   Le   formule
matematiche sono analoghe a quelle indicate per i frenometri a rulli.
2.2.6) Frenatura di soccorso: la verifica corretta della frenatura di
soccorso   e   la  determinazione  corretta  dei  relativi  parametri
caratteristici  richiede  da  parte  dell'operatore   la   conoscenza
approfondita  di  ciascun impianto frenante. Si rimanda a quanto gia'
esposto nel caso di frenometri a rulli evidenziando che  puo'  essere
necessario  ripetere  il  lancio  del  veicolo  con impianto frenante
opportunamente sezionato ed in parte scollegato  per  la  simulazione
corretta della frenatura di soccorso.
2.2.7)  Frenatura  di  stazionamento:  per  la  verifica del freno di
soccorso conglobato con il freno a  mano  o  del  semplice  freno  di
stazionamento,  si  colloca  di  nuovo  il veicolo nella posizione di
"inizio prova", quindi si lancia il veicolo sulle  piastre  azionando
la  leva del freno a mano rapidamente ma gradualmente sulle medesime,
con le stesse modalita' di azionamento gia' descritte con riferimento
al banco a rulli.
L'operatore legge le forze frenanti massime alle  ruote  interessate.
Il  processore  del  sistema  computerizzato calcola lo squilibrio di
frenatura e la efficienza frenante.
La stampante  del  frenometro  stampa  successivamente  i  valori  di
efficienza frenante e di dissimetria di frenatura.
Si  procede  analogamente  a  quanto  descritto  per le procedure sul
frenometro a rulli ove per il  freno  di  stazionamento  la  relativa
efficienza frenante deve risultare maggiore o uguale del 15%.
3 - RISULTATI
Lo  strumento,  dotato  di  stampante, rilascera' un referto per ogni
prova come indicato nell'allegato n. 13, completato  manualmente  per
le parti per le quali la stampa non e' obbligatoria.
La  compilazione  del  referto  e' obbligatoria per le prove eseguite
dalle officine di autoriparazione.
b - PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELL'OPACITA' DELLE EMISSIONI  DALLO
    SCARICO  DEI  VEICOLI  IN  CIRCOLAZIONE  CON MOTORE AD ACCENSIONE
    SPONTANEA MEDIANTE PROVA IN ACCELERAZIONE LIBERA.
1. DEFINIZIONI
1.1 Per regime di minimo si intende il regime  di  funzionamento  del
motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema
di  alimentazione  (acceleratore  ed  arricchitore)  in  posizione di
riposo, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle  e
frizione  innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale o
semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta"
se si tratta di veicoli a cambio automatico.
1.2 Per regime al massimo si intende il regime di  funzionamento  del
motore  specificato  dal  costruttore  con  i  comandi del sistema di
alimentazione (acceleratore  ed  arricchitore)  nella  posizione  per
funzionare   alla   velocita'   dichiarata,   utilizzatori  elettrici
disinseriti, con il cambio in  folle  e  frizione  innestata,  se  si
tratta  di veicoli con il cambio manuale o semiautomatico, ovvero con
il selettore in posizione "zero" o "sosta" se si  tratta  di  veicoli
dotati di cambio automatico.
1.3  Per  condizioni  termiche  normali  si  intendono  le condizioni
termiche di un motore in accordo con le specifiche del costruttore  e
comunque  ad  una  temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi.
Il controllo va effettuato con motore e carburante nello stato in cui
si trovano all'atto dell'accertamento.
2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE
2.1 Un opacimetro omologato ai sensi del D.M. 653/94.
2.2 Apparecchi per il rilievo della  temperature  e  della  pressione
ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado
e un barometro con risoluzione 5 mbar.
2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94.
2.4  Un  termometro  a  termocoppia  per il rilievo della temperatura
dell'olio motore.
3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA.
3.1  La  temperatura  ambiente  deve  essere  compresa  tra  5  gradi
centigradi  e 30 gradi centigradi e la pressione fra 945 e 1025 mbar.
Per pressioni inferiori a 945 mbar e fino a 850  mbar  il  limite  di
opacita' massimo consentito per il tipo di veicolo viene aumentato di
0.25 m elevato alla -1.
3.2  L'accertamento  deve essere effettuato, per quanto possibile, in
assenza  di  vento;  in  ogni  caso  gli  scarichi  del   veicolo   e
dell'opacimetro non devono essere disposti controvento.
3.3  Se  le  prove effettuate ad altezza superiore a 600 m s.l.m.  il
limite di opacita' massimo consentito per il tipo  di  veicolo  viene
aumentato di 0.25 m elevato alla -1 ogni 400 m di altezza.
4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO
4.1  Accertare  che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta.  Questa
condizione va verificata occludendo ermeticamente lo scarico,  mentre
il motore funziona al minimo senza avvertire successivi sfiati di gas
dalle giunzioni della tubazione di scarico.
4.2  Prima  dell'accertamento devono essere disinseriti gli eventuali
dispositivi miscelatori che possono diluire i gas e quindi ridurne la
fumosita'.
4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda  di  prelievo  dei
gas per almeno 300 mm.
Nel  caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di
scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo
scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta.
5 OPERAZIONI PRELIMINARI
5.1 Preparare l'opacimetro secondo le norme  contenute  nel  libretto
d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare:
5.1.1  Nel  caso  di opacimetro a flusso parziale, controllare che la
superficie  della  sezione  della  sonda  sia  compatibile   con   la
superficie della sezione del terminale di scarico. A tale riguardo e'
necessario consultare il manuale d'uso dell'apparecchio.
5.1.2  Posizionare  la  sonda  di prelievo nel tubo di scarico avendo
cura che la  sua  estremita'  sia  posta  in  una  sezione  del  tubo
rettilineo in cui il flusso dei gas sia uniformemente distribuito; il
tratto  di tubo interessato deve avere lunghezza di almeno 6 volte il
diametro del tubo di  scarico  verso  il  motore,  e  3  volte  verso
l'atmosfera.
5.1.3  Verificare  che  il tubo di prelievo, dal terminale di scarico
dell'opacimetro, sia in pendenza ascendente e non presenti gomiti  ad
angolo acuto.
5.2 Determinare i dati nominali del veicolo:
tipo  di  alimentazione,  temperatura  olio motore, numero di giri al
minimo ed al massimo.
Inserire tali  dati  nello  strumento  se  e'  predisposto  per  tale
funzione.
5.3  Portare  la  temperatura  dell'olio  del  motore  ad  un  valore
superiore a quello  indicato  al  punto  1.3.  Nel  caso  in  cui  la
temperatura dell'olio sia inferiore, far funzionare il motore a circa
la  meta'  dei giri di potenza massima a vuoto fino al raggiungimento
della temperatura indicata al punto 1.3 citato.
5.4 Prima di eseguire le misure, debbono essere effettuate  almeno  6
accelerate  a  fondo  portando  il motore a regime di massima potenza
oppure al regime massimo del regolatore; tale regime va mantenuto per
un tempo di almeno 2s (+1s, -0); successivamente si torna  al  regime
minimo che deve essere mantenuto per un tempo di 3s (+1s, -0s)
5.5 Le misure sono eseguite nel corso di accelerazioni successive nei
modi indicati al punto 5.4. Le accelerazioni sono eseguite agendo sul
pedale  "rapidamente  ma  con  dolcezza"  e  comunque in un tempo non
superiore a 0,4 sec. in modo da ottenere  la  massima  mandata  della
pompa di iniezione. Questa posizione viene mantenuta fino ad ottenere
la  velocita' massima di rotazione del motore oppure l'intervento del
regolatore, per un tempo di almeno 2s (+1s, -0s).
Si lascia poi andare l'acceleratore finche' il motore riprende la sua
velocita' di rotazione al minimo che va mantenuta per un tempo di  3s
(+1s, -Os).
Per ogni accelerazione il valore della misura corrisponde al  massimo
valore  del  coefficiente  di assorbimento "k" letto sull'opacimetro;
deve essere esclusa la lettura dell'opacita' nella fase  di  rilascio
dell'acceleratore. Le accelerazioni vanno ripetute sino a raggiungere
la stabilita' dei valori misurati.
I valori sono considerati stabili quando gli ultimi 4 non formano una
serie  decrescente e si trovano in un intervallo minore o uguale 0.25
m elevato alla -1.
Nel caso non  si  ottengano  le  due  condizioni  dette  si  ripetono
ulteriori accelerate fino ad un massimo di 10.
5.6 Durante le prove si puo' verificare che, effettuati 10 rilievi, i
risultati  non  formino  una  serie  decrescente  e che si trovino in
intervallo
  delta K = K max - K min maggiore 0.25 m elevato alla -1.
In tal caso si possono avere due condizioni:
1. Se fra gli ultimi 4 valori almeno 3 sono sotto  i  limiti  di  cui
all'allegato n. 11 la prova e' favorevole.
La  prova  e'  sfavorevole negli altri casi. Si consiglia in tal caso
d'interrompere la prova, di scaldare ulteriormente il  motore,  e  di
ripetere il ciclo di prova.
5.7  Il  risultato della prova si ricava dalla media aritmetica degli
ultimi 4 valori.
6. RISULTATI.
Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per  ogni
prova   come   indicato  nell'allegato  n.  14.  Nel  caso  ne  fosse
sprovvisto, saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato
stesso.
La compilazione del referto e' obbligatoria  per  le  prove  eseguite
dalle officine di autoriparazione.
c1  PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELLA CONCENTRAZIONE DI CO AL MINIMO
PER AUTOVEICOLI IN CIRCOLAZIONE CON MOTORE  AD  ACCENSIONE  COMANDATA
CON O SENZA CONVERTITORE CATALITICO
1) DEFINIZIONI
1.1  Per  regime  di minimo si intende il regime di funzionamento del
motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema
di alimentazione (accelerazione  ed  arricchitore)  in  posizione  di
riposo,  utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle e
frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale  o
semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta"
se si tratta di veicoli a cambio automatico.
1.2  Per  condizioni  termiche  normali  si  intendono  le condizioni
termiche di un motore in accordo con le specifiche del costruttore  e
comunque ad una temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi.
1.3  Per  percentuale  in  volume di ossido di carbonio si intende la
percentuale in volume di ossido di carbonio  dopo  condensazione  del
vapore d'acqua, corretta secondo la formula:
         ________________________________________
         |                                      |
         |                        (CO)          |
         | (CO) corr = 15 (*) ------------      |
         |                    (CO) + (CO2)      |
         |                                      |
         |                                      |
         | ( ) = % vol                          |
         |                                      |
         | (*) 17 per veicoli alimentati a CH4  |
         |______________________________________|
da  assumere nel caso in cui la somma di (CO) e (CO2) sia inferiore a
15; diversamente si assume come risultato della prova quello indicato
dallo strumento.
2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE
2.1 Un analizzatore di classe 1 o  2  omologato  ai  sensi  del  D.M.
653/94.
2.2  Apparecchi  per  il  rilievo della temperatura e della pressione
ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado
e un barometro con risoluzione 5 mbar.
2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94.
2.4 Un termometro a termocoppia  per  il  rilievo  della  temperatura
dell'olio motore.
3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA.
3.1  La  temperatura  ambiente  deve  essere  compresa  tra  5  gradi
centigradi e 30 gradi centigradi e la pressione fra 850 e 1025 mbar.
4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO
4.1 Accertare che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta e  che  il
sistema  di  controllo  delle  emissioni,  se  esiste, sia costituito
dell'equipaggiamento indispensabile.
4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda  di  prelievo  dei
gas per almeno 300 mm.
Nel  caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di
scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo
scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta.
5 OPERAZIONI PRELIMINARI
5.1 Preparare l'analizzatore secondo le norme contenute nel  libretto
d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare:
5.1.1 Verificare l'efficienza delle trappole di condensa.
5.1.2  Verificare,  in  caso  di  dubbio,  la  tenuta del circuito di
prelievo.
5.2 Determinare i dati nominali del veicolo:
tipo di alimentazione, temperatura motore, giri al minimo.   Inserire
tali dati nello strumento se ne e' predisposto.
5.3  Portare  la  temperatura  dell'olio  del  motore  ad  un  valore
superiore a quello indicato al punto 1.2.
5.4 Condizionare il motore al regime di minimo come indicato al punto
1.1
Rilevare almeno dopo 20 secondi i valori stabilizzati di CO e CO2.
5.5  Nel  caso  in  cui  il  dispositivo  di scarico termini con piu'
tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle
singole tubazioni mediante la formula seguente
         ________________________________________________
         |       Sigma 1                                |
         |       elevato i (CO) corr singoli scarichi   |
         | (CO) = -----------------------------------   |
         |                        i                     |
         |                                              |
         | i = numero degli scarichi                    |
         |                                              |
         | ( ) = % vol                                  |
         |______________________________________________|
6. RISULTATI.
Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per  ogni
prova come indicato nell'allegato n. 15. Nel caso ne fosse sprovvisto
saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato stesso.
La  compilazione  del  referto  e' obbligatoria per le prove eseguite
dalle officine di autoriparazione.
c2 PROCEDURA PER L'ACCERTAMENTO DELLA  CONCENTRAZIONE  DI  CO  E  DEL
VALORE LAMBDA RELATIVO AGLI AUTOVEICOLI IN CIRCOLAZIONE CON MOTORE AD
ACCENSIONE   COMANDATA  E  CONVERTITORE  CATALITICO  CON  REGOLAZIONE
LAMBDA.
1) DEFINIZIONI
1.1 Per regime di minimo si intende il regime  di  funzionamento  del
motore (comunque non superiore a 1000 giri) con i comandi del sistema
di  alimentazione  (acceleratore  ed  arricchitore)  in  posizione di
riposo, utilizzatori elettrici disinseriti, con il cambio in folle  e
frizione  innestata, se si tratta di autoveicoli con cambio manuale o
semiautomatico, ovvero con il selettore in posizione "zero" o "sosta"
se si tratta di veicoli a cambio automatico.
1.2  Per  regime  di  minimo  accelerato  si  intende  il  regime  di
funzionamento  del motore specificato dal costruttore (o compreso fra
2000 e  2500  giri)  con  i  comandi  del  sistema  di  alimentazione
(acceleratore  ed  arricchitore)  nella posizione per funzionare alla
velocita' dichiarata,  utilizzatori  elettrici  disinseriti,  con  il
cambio in folle e frizione innestata, se si tratta di autoveicoli con
il cambio a comando manuale o semiautomatico, ovvero con il selettore
in  posizione  "zero"  o  "sosta"  se  si  tratta di veicoli a cambio
automatico.
1.3 Per  condizioni  termiche  normali  si  intendono  le  condizioni
termiche  di un motore in accordo con le specifiche del costruttore e
comunque ad una temperatura dell'olio motore superiore a 80 gradi.
1.4 Per percentuale in volume di ossido di  carbonio  si  intende  la
percentuale  in  volume  di ossido di carbonio dopo condensazione del
vapore d'acqua corretta secondo la formula:
         _________________________________________
         |                                       |
         |                         (CO)          |
         | (CO) corr = 15 (*) --------------     |
         |                     (CO) + (CO2)      |
         |                                       |
         | ( ) = % vol                           |
         |                                       |
         | (*) = 17 per veicoli alimentati a CH4 |
         |_______________________________________|
da  utilizzare nel caso in cui la somma di (CO) e (CO2) sia inferiore
a 15; diversamente  si  assume  come  risultato  della  prova  quello
indicato dallo strumento.
1.5  Per  valore  lambda si intende il rapporto fra il valore reale e
quello teorico della quantita' di aria  riferita  alla  quantita'  di
carburante,  quest'ultima  misurata  per  via indiretta attraverso le
concentrazioni di CO, CO2, HC e O2.
Il valore lambda si calcola come indicato al  capo  I  paragrafo  9.3
punto 2.22.
2 STRUMENTAZIONE NECESSARIA PER LE PROVE
2.1 Un analizzatore classe 1 omologato ai sensi del D.M. 653/94.
2.2  Apparecchi  per  il  rilievo della temperatura e della pressione
ambiente: un termometro con sensibilita' di almeno 1 grado centigrado
e un barometro con risoluzione 5 mbar.
2.3 Un contagiri omologato ai sensi del D.M. 653/94.
2.4 Un termometro a termocoppia  per  il  rilievo  della  temperatura
dell'olio motore.
3 CONDIZIONI AMBIENTALI DI PROVA
3.1  La  temperatura  ambiente  deve  essere  compresa  tra  5  gradi
centigradi e 30 gradi centigradi e la pressione fra 850 e 1025 mbar.
4 CONTROLLO DELL'AUTOVEICOLO
4.1 Accertare che lo scarico dell'autoveicolo sia a tenuta e che  sia
presente   l'equipaggiamento   richiesto   per   il  controllo  delle
emissioni.
4.2 Introdurre nella tubazione di scarico la sonda  di  prelievo  dei
gas per almeno 300 mm.
Nel  caso in cui, per la particolare conformazione della tubazione di
scarico, cio' non sia possibile, occorre prolungare opportunamente lo
scarico, verificando che il collegamento sia a tenuta.
5 OPERAZIONI PRELIMINARI.
5.1 Preparare l'analizzatore secondo le norme contenute nel  libretto
d'uso e manutenzione dello strumento ed in particolare:
5.1.1 Verificare l'efficienza delle trappole di condensa.
5.1.2  verificare,  in  caso  di  dubbio,  la  tenuta del circuito di
prelievo.
5.1.3 verificare che gli HC residui siano inferiori a 20 ppm.
Durante il controllo accertare che la sonda prelevi aria ambiente non
inquinata.
5.2 Determinare i dati nominali del veicolo:
tipo di alimentazione, temperatura motore, giri al  minimo,  giri  al
minimo accelerato.
Inserire  tali  dati  nello  strumento  se  e'  predisposto  per tale
funzione.
5.3  Portare  la  temperatura  dell'olio  del  motore  ad  un  valore
superiore a quello indicato al punto 1.3
6. RILIEVO DELLE EMISSIONI.
6.1 Condizionare il motore al regime di minimo come indicato al punto
1.1.
Rilevare almeno dopo 30 secondi i valori stabilizzati di CO e CO2.
6.1.1  nel  caso  in  cui  il dispositivo di scarico termini con piu'
tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle
singole tubazioni mediante la formula seguente
         ____________________________________________________
         |    Sigma 1                                       |
         |    elevato i (CO) corr singoli scarichi          |
         |  --------------------------------------- = (CO)  |
         |                        i                         |
         |                                                  |
         | i = numero degli scarichi                        |
         |                                                  |
         | ( ) = % vol                                      |
         |__________________________________________________|
6.2 Condizionare il  motore  al  regime  di  minimo  accelerato  come
indicato al punto 1.2.
Rilevare almeno dopo 30 s i valori stabilizzati di CO, CO2 e LAMBDA.
6.2.1  Nel  caso  in  cui  il dispositivo di scarico termini con piu'
tubazioni, occorre mediare i valori rilevati in tempi successivi alle
singole tubazioni mediante la formula seguente
         ___________________________________________________
         |   Sigma 1                                       |
         |   elevato i (CO) corr singoli scarichi          |
         | --------------------------------------- = (CO)  |
         |                      i                          |
         |                                                 |
         | i = numero degli scarichi                       |
         |                                                 |
         | ( ) = % vol                                     |
         |_________________________________________________|
         __________________________________________________
         |   Sigma 1                                      |
         |   elevato i Lambda singoli scarichi            |
         | ------------------------------------ = Lambda  |
         |                    i                           |
         |                                                |
         | i = numero degli scarichi                      |
         |________________________________________________|
7 - RISULTATI
Lo strumento, se dotato di stampante, rilascera' un referto per  ogni
prova come indicato nell'allegato n. 15. Nel caso ne fosse sprovvisto
saranno annotati i valori su modulo conforme all'allegato n. 15.
La  compilazione  del  referto  e' obbligatoria per le prove eseguite
dalle officine di autoriparazione.
d - BANCO PROVA GIOCHI
1 - PRELIMINARI
Premessa:  per  l'evidenziazione  dei  giochi  e  di rotture di parti
portanti dalla scocca, la capacita'ed esperienza dell'operatore circa
il modo di azionare opportunamente le piastre  simulatrici,  assumono
fondamentale importanza.
1.1  - I pneumatici devono essere gonfiati alla pressione prescritta,
devono essere dello stesso tipo e usurati uniformemente.
1.2 - Posizionare il veicolo  con  l'asse  interessato  sulle  pedane
mobili  che  saranno  disposte  su  ponte  sollevatore o su fossa per
l'ispezione sottostante.
1.3 - Applicare l'apposito premipedale del freno affinche'  le  ruote
non scorrano nel senso di marcia.
1.4  -  Valutare,  agendo sul volante, una prima impressione di gioco
eventuale sugli ingranaggi della scatola guida.
2 - EFFETTUAZIONE PROVE
La verifica degli impianti deve comprendere:
a) - Controllo generale visivo e funzionale degli impianti
b) - Controllo visivo particolare degli  impianti  con  azione  delle
     piastre mobili del banco.
a)  Il controllo visivo comprende le parti accessibili del sistema di
   sospensione e di sterzo,  con  l'eventuale  utilizzo  di  semplici
   attrezzi di officina (quali ad esempio chiavi per il controllo del
   serraggio di dadi, bulloni etc.).
Durante tale fase si verifica:
1  -  l'integrita'  delle varie articolazioni (es. bracci oscillanti,
aste, puntoni,  molle,  balestre,  barre  stabilizzatrici,  barre  di
torsione,   organi  dello  sterzo  etc.)  e  del  relativo  stato  di
corrosione;
2 - l'integrita' del telaio e/o della scocca che  hanno  funzione  di
supporto e vincolo per gli organi di cui al p.to 1
3  -  il  mutuo  collegamento  tra i vari elementi degli organi della
sospensione ponendo attenzione visiva  sullo  stato  di  usura  delle
guarnizioni,  soffietti,  cappucci  e completezza della bulloneria di
serraggio.
4 - prova  della  efficienza  degli  ammortizzatori;  questi  possono
essere verificati in due modi diversi:
   -  con  apparecchiatura  d'officina  costituita da piastre in moto
     sussultorio  (per  la  quale  attualmente  non  e'  previsto  il
     rilascio di omologazione),
   -  imprimendo  manualmente al veicolo (con particolare riferimento
     ai veicoli M1) azioni verticali.  In  tal  caso  e'  sufficiente
     verificare che il moto di oscillazione si smorzi rapidamente.
b) - Controllo al banco
2.1  - Accendere la lampada di ispezione, normalmente incorporata nel
telecomando di azionamento delle piastre mobili.
2.2 - Azionamento movimento piastre a scatti rapidi a corsa breve per
evidenziare:
2.2.1 giochi di tipo meccanico quali:
        cuscinetti ruota
        teste sferiche tiranti guida
        articolazioni montanti di tipo sferico
La mano libera dal telecomando va appoggiata sulle parti in esame.
2.3 - Azionamento movimento piastre a corsa lunga per evidenziare:
2.3.1 boccole elastiche (silent-block) dei bracci
      boccole elastiche barre stabilizzatrici
      eventuali lesioni delle lamiere della scocca portante
      ancoraggi dell'ammortizzatore molla tipo Mc Pherson
      lamiere di ancoraggio bracci oscillanti di tipo trasversale
2.4  -  Azionamento  movimento piastre lento, lungo ed a scatti brevi
ripetuto con ruote sterzate evidenziano e confermano:
2.1.4 gioco su elementi elastici  e  relativi  ancoraggi,  bracci  di
reazione  longitudinale  (lento  per  le  parti elastiche comprese le
lamiere di ancoraggio ed  a  scatti  per  accoppiamenti  meccanici  o
sferici).
2.5  -  Ispezione di eventuali ancoraggi e fessurazioni lamiere sotto
il passaruota per macchine che si suppongono accidentate e quindi con
saldature dubbie dei rinforzi della scocca portante.
2.6 - Non vi e' alcun pericolo  di  provocare  danni  al  veicolo  in
quanto  il  limite  di  aderenza  delle  ruote  sulle  piastre non e'
superiore a quello stradale; pertanto le sollecitazioni ispettive non
possono superare quelle che si possono  verificare  nelle  condizioni
reali su strada.
2.7  -  Per  le istruzioni specifiche e di dettaglio ci si atterra' a
quanto previsto nel  manuale  di  istruzioni  per  l'uso  della  casa
costruttrice.
e) Fonometro
A - Rilievo rumorosita' esterna
1 - Modalita' di prova
1.1 Per gli autoveicoli rispondenti alle direttive:
   81/334 CEE omologazione successiva al 01.01.87
   84/372 CEE      "            "     al 01.01.87
   84/424 CEE      "            "     al 01.01.90
   92/97  CEE      "            "     al 01.01.95
la  prova  va'  condotta  a  50  cm.  dall'orifizio di scarico con le
modalita' sotto riportate:
- posizionare l'autoveicolo in ordine di marcia come  indicato  nella
figura  (all.  n.  20).  Il  terreno  di  prova  deve  avere forma di
rettangolo i cui lati siano lontani almeno tre metri dai  punti  piu'
esterni del veicolo;
-  sistemare  lo  strumento  di  misura  (fonometro)  in  modo che la
membrana  del  microfono  si  trovi  ad  una  distanza  di   50   cm.
dall'orifizio  di  scarico  ed  in asse con lo stesso, comunque a non
meno di 0,20 metri dal piano del terreno;
- l'asse del microfono, su cui si ha la  massima  sensibilita',  deve
essere parallelo al piano del terreno e formare con il piano passante
per  la direzione di uscita del gas di scarico un angolo di 45 piu' o
meno 10 gradi;
- per gli autoveicoli con due orifizi  di  scarico  le  prove  devono
essere  eseguite  per ciascuna uscita con misurazioni separate. Se la
distanza tra le uscite e' minore o uguale 0,30 metri le  prove  vanno
effettuate rispetto all'orifizio di uscita piu' vicino al profilo del
veicolo.
1.2 Per gli autoveicoli rispondenti alle direttive
  - 70/157 CEE
  - 73/350 CEE
  - 77/212 CEE
- Regolamento numero 9 ECE-ONU
la  prova  va  condotta a 7 metri +- 0,20 metri dall'asse del tubo di
scarico sul lato sinistro rispetto alla direzione della  circolazione
e  perpendicolarmente  all'asse  longitudinale  del  veicolo  con  il
microfono posto a 1,20 m. +- 0,10 metri di altezza dal suolo.
La  zona  di  prova e' costituita da uno spazio aperto di 50 metri di
raggio, nella cui parte centrale  si  effettuano  le  prove,  oppure,
riconosciuta  idonea acusticamente, tale cioe' che il rumore di fondo
sul luogo di misura sia inferiore di almeno 10 db al  livello  sonoro
da misurare.
1.3  Per i veicoli riconosciuti idonei ai sensi dell'art. 47 del T.U.
    343/59 e degli artt. 214, 215, 283, 284, 285, 286, 289,  240  del
    Regolamento  di  cui al D.P.R. 420/59, la prova va condotta a 7,5
    metri sul lato posteriore con il microfono posto a 1,20  +-  0,10
    metri di altezza dal suolo.
2 - Ambiente di prova
I  rilievi  fonometrici  vanno  effettuati  su  spazi liberi privi di
ostacoli che possano perturbare  il  campo  sonoro  e  costituiti  da
superfici  del  terreno  asciutte  e  rivestite  di  materiale duro e
altamente riflettente (cemento, asfalto).
La  temperatura  ambientale  deve  essere  compresa  tra   -5   gradi
centigradi  e  35 gardi centigradi e la verifica del vento misurato a
1,2 metri dal suolo, non deve superare  i  5  metri  al  secondo.  In
presenza  di  vento  e'  preferibile  usare  la sfera contro vento da
installare sulla capsula microfonica.
3 - Preparazione dello strumento per le misurazioni
Prima della prova si  deve  verificare  l'efficienza  della  batteria
interna  del  fonometro;  successivamente si deve tarare lo strumento
secondo  le  istruzioni  del  costruttore  (calibrazione  interna   e
pistonofono esterno).
La  taratura  deve essere ricontrollata a fine misura e se il periodo
di prove e  prevedibilmente  lungo  e'  utile  eseguire  una  o  piu'
tarature intermedie.
Nelle  varie  tarature,  i  valori  indicati dallo strumento non deve
differire piu' di 1 db,  altrimenti  le  verifiche  devono  ritenersi
nulle  e  debbono  quindi  essere  ripetute  dopo  aver  sistemato il
fonometro.
Il dispositivo di protezione contro il vento non deve influenzare  la
misura e pertanto e' usabile solo quello a corredo dello strumento.
4 - Programmazione del fonometro per iniziare le misure
- Disporre il commutatore (se previsto) sulla curva di ponderazione A
per  gli  autoveicoli di cui ai punti 1.1 e 1.2, o B per i veicoli di
cui al punto 1.3.
- disporre il comando sulla caratteristica dinamica FAST (veloce)
-   commutare   l'attenuatore   del   fonometro    sulla    posizione
corrispondente al livello di pressione sonora da misurare
5 - Sistemazione dell'autoveicolo per la prova
Il  motore  deve essere portato alla sua temperatura di funzionamento
con cambio in folle e frizione innestata.
Il filtro di aspirazione deve essere posto in posizione "estate".
La velocita' di rotazione del motore dovra'  essere  quella  indicata
sulla carta di circolazione, da individuare mediante contagiri.
In mancanza del dato, dovra' prendersi:
-  il  regime di rotazione corrispondente a 3/4 del regime di potenza
massima (per motori senza regolazione di velocita')
- il regime di rotazione corrispondente a quella  massima  consentita
dal regolatore (per motori con regolatore di velocita').
6  -  Effettuazione delle misure e accettabilita' dell'autoveicolo in
prova
Devono essere effettuate almeno quattro misure.
I risultati sono validi se tra due misure consecutive lo  scarto  non
e' superiore a 2 db.
Il  piu'  alto  valore  rilevato non deve superare il livello massimo
riportato sulla carta di circolazione dell'autoveicolo in esame.
I dati rilevati devono essere riportati su scheda per documentazione,
pari a quella allegata (all. n. 16).
B) - Verifica di efficienza dell'avvisatore acustico
La misura e' effettuata davanti al veicolo, a 7  m.  di  distanza  da
esso.
L'intensita' sonora deve essere minore o uguale a 93 db (A).
Per  gli  autoveicoli  approvati  secondo il T.U. 393/59 la misura e'
effettuata davanti al  veicolo,  a  30  m.  di  distanza  da  esso  e
l'intensita' sonora deve essere minore o uguale a 80 db (B).
f) CONTAGIRI
Per  l'uso corretto del contagiri si dovranno seguire scrupolosamente
le indicazioni fornite dal costruttore a corredo dell'apparecchio.
Il  contagiri  potra'  essere  abbinato  ad  altri  apparecchi,  come
opacimetro  o  analizzatore  di  gas  di  scarico;  in  tal  caso  le
prescrizioni potranno essere contenute in un unico libretto di uso  e
manutenzione.
g) PROVA FARI
1 - Posizionamento veicolo
L'autovettura deve essere posta con asse longitudinale perpendicolare
alle rotaie direzionali del prova fari, e comunque parallela all'asse
ottico  dello  strumento; tale predisposizione puo' essere facilitata
prendendo a riferimento una striscia  longitudinale  predisposta  sul
pavimento perpendicolare alle rotaie.
La  vettura deve essere scarica, il terreno pianeggiante e livellato,
i pneumatici gonfi alla  pressione  prescritta,  le  sospensioni,  se
idropneumatiche, registrate.
2 - Posizionamento prova fari
Una  volta  posizionata  l'autovettura  di  fronte  al prova fari, si
potra' agire sul sistema di traslazione trasversale  per  portare  il
prova  fari sull'asse ottico del proiettore, sul sistema di controllo
ottico per allineare l'asse dello strumento con quello  longitudinale
della  vettura, sul sistema di allineamento orizzontale per garantire
la orizzontalita' della camera di misura.
La distanza fra l'apparecchio e  il  proiettore  deve  essere  quella
indicata dal manuale del prova fari.
Allineare  il  centro  ottico  della lente della camera ottica con il
centro  di  riferimento  del  proiettore.  Per  quanto  e'  possibile
misurare l'altezza dal pavimento al centro del faro o porre la camera
ottica  del  prova  fari  all'altezza corrispondente servendosi della
scala graduata dell'apparecchio stesso.
Per  ulteriori  prescrizioni  per  la  regolazione   dell'apparecchio
controllare il manuale d'istruzione fornito dal costruttore.
3 - Effettuazione prove
-   Una   volta   ottenuto   l'allineamento,  la  orizzontalita',  la
coassialita' e la messa a  fuoco  si  potra'  eseguire  la  misura  e
controllare:
a) con i proiettori anabbaglianti:
-  che  la  differenza  di quota fra centro del proiettore e linea di
demarcazione luce/ombra, sia almeno pari a 10 cm. (per proiettori con
centro ottico minore o uguale 80 cm. da  terra)  ed  a  15  cm.  (per
proiettori  con  centro ottico maggiore 80 cm. da terra) a 10 m., per
vettura scarica (per proiettori approvati ai  sensi  della  direttiva
89/517/CEE o dai Regolamenti ECE/ONU);
-  che  la  predetta  differenza  di  quota  sia  almeno  pari a 1/10
dell'altezza del centro  del  proiettore  da  terra  (per  proiettori
approvati secondo norme DGM);
-  che  la  deviazione  sul  piano orizzontale del fascio di luce non
rappresenti sullo schermo un valore  superiore  al  1,5  gradi  verso
l'esterno (corrispondente a circa 1 cm. sullo schermo);
- che l'illuminamento del proiettore anabbagliante sia compreso fra 6
lux e 144 lux a 25 m..
b) Con proiettori abbaglianti:
-  che  il centro della macchia di luce a piu' alto illuminamento sia
coassiale al centro ottico  dello  strumento  o  spostata  sul  piano
orizzontale e verticale per non piu' di 1,5 gradi sullo schermo;
-  che l'illuminamento del proiettore abbagliante sia compreso fra 32
lux e 240 lux a 25 m..
                               CAPO IV
                        CONSIDERAZIONI FINALI
Con la presente circolare, al Capo I, si  sono  quindi  descritte  le
modalita'   per   il   rilascio   dell'omologazione   delle   singole
attrezzature  nonche'  le  prescrizioni  e  i   chiarimenti   tecnici
necessari per procedere alle relative prove.
Con  il  Capo  II  si  sono dettate norme uniformi per procedere alle
visite   iniziali,   periodiche   ed   occasionali   delle    singole
attrezzature,  ivi  comprese  le operazioni di taratura periodica, al
fine di conseguire la maggiore possibile  omogeneita'  e  correttezza
delle misure effettuate, nel tempo e nello spazio.
Con  il  Capo III si sono indicate le procedure di prova da impiegare
nell'utilizzazione  delle  singole  attrezzature  nel   corso   delle
operazioni di revisione periodica del parco circolante da parte delle
officine di autoriparazione nonche' degli Uffici periferici di questa
Amministrazione.
Il complesso di prescrizioni e chiarimenti sopra indicati si prefigge
il  fine  principale  ed  inderogabile  di uniformare le modalita' di
prova e di garantire la massima possibile ripetibilita' e  precisione
delle  misure  fornite dalle attrezzature in esame, per garantire nel
modo migliore  la  obiettivita'  a  coerenza  del  giudizio  tecnico,
indipendentemente  dal  tempo  e  dal  luogo nel quale la prova viene
effettuata.
Nel raccomandare la piu' stretta  e  puntuale  osservanza  di  quanto
prescritto,  si  rammenta  che  sara' cura degli Uffici periferici di
questa Amministrazione effettuare la  vigilanza  sul  rispetto  delle
norme  a  riferimento, nel corso delle visite che saranno predisposte
ai sensi degli artt. 77 e 80 del Nuovo Codice della Strada.
          Il direttore generale della motorizzazione civile
                   e dei trasporti in concessione
                               BERRUTI