(all. 3 - art. 1)
                 SCHEMA PREVISIONALE E PROGRAMMATICO
                         (art. 31 l. 183/89)
             Stralcio relativo al bacino del Fiume Toce
                         (art. 16 L. 102/90)
                    PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI E
                       AZIONI DI SALVAGUARDIA
1 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI E AZIONI DI SALVAGUARDIA
1.1 Programma degli interventi
  Ai  sensi  dell'  art.  16  comma 4 lettera b della legge 102/90 la
Regione Piemonte ha determinato i lavori  da  eseguire  con  assoluta
priorita'  nel  predetto bacino, nell' ambito degli interventi di cui
alla lettera c) dell' art.31 della legge 183/89.
  In  particolare  la  Regione  con  deliberazione  G.R.  4/12/90  n.
57-13957  ha  approvato  i criteri di riparto percentuale delle somme
stanziate, destinando il 50 % delle stesse, per un importo pari a  50
miliardi  di  lire,  agli  interventi  piu'  urgenti  di sistemazione
idrogeologica.
  Il programma finanziario e' il seguente:

ANNO          1990      1991      1992      1993      1994      Tot.

IMPORTO        13        9        7,8       9,9       10,3      50
(miliardi
di lire)

  Il quadro dei lavori da eseguire con assoluta priorita' risulta nel
dettaglio nelle delibere della G.R.  del  Piemonte  n.  218-3302  del
28/12/90,  n.  165-11770 del 16/12/91, n. 170-12565 del 3/02/1992, n.
177-28903 del 18/10/93, n.213-29191 del 25/10/93 (Allegato A1).  Come
si  puo'  rilevare,  nell'  elenco  non  compaiono  gli interventi in
corrispondenza del fondovalle del Toce  di  competenza  statale,  pur
essendo,  tale  area, stata interessata dall' evento alluvionale. Per
questo motivo si e' integrato il quadro  delle  proposte  della  G.R.
Piemonte  con  gli  interventi  necessari  a  garantire  la sicurezza
idraulica anche nel fondovalle del Toce, individuati con  i  medesimi
criteri   di   priorita'.   Inoltre,   nell'  elenco  si  prevede  il
finanziamento  di  alcuni  interventi  che  appaiono  appartenere  al
settore delle infrastrutture rurali per le quali la L. 102/90 precede
un' altra lina di finanziamento.
  Successivamente  la  C.M.  "Valle  Ossola" su mandato della Regione
Piemonte ha prodotto uno studio quale  contributo  all'  elaborazione
dello  S.P.P.  e  in  funzione  dell'  espressione  del  giudizio  di
compatibilita' ambientale di  cui  all'  art.7  della  legge  102/90.
Nell'  ambito di tale studio, sulla base di una analisi dei dissesti,
e' stato riesaminato anche l' insieme  dei  lavori  da  eseguire  con
assoluta  priorita'.  Il  programma  regionale e' stato in gran parte
confermato  ed  integrato  con  interventi  a  grado   di   priorita'
inferiore.
  L'  istruttoria  di merito e' stata condotta sul materiale prodotto
dalla C.M. (Allegato A3) integrato dalle risultanze  di  sopralluoghi
speditivi   successivamente   ai  quali  si  e'  ritenuto  necessario
acquisire ulteriori informazioni.
  In  primo  luogo,  in  funzione della necessita' di operare; per l'
insufficienza dei fondi disponibili  una  ulteriore  selezione  nell'
ambito  della  classe di priorita' piu' elevata, sono stati richiesti
per ogni intervento tutti gli elementi utili all' individuazione  dei
rapporti  di  connessione  esistenti  tra  le  opere  proposte  e  le
modalita' con cui queste concorrono  alla  diminuzione  del  rischio,
nonche'  l'  individuazione degli eventuali stralci funzionali in cui
l' intervento e' suddivisibile.
  E' stato inoltre prescritto  che  la  descrizione  della  tipologia
delle  opere proposte fosse condotta in modo dettagliato limitando al
massimo   la   gamma   di   alternative   progettuali,    descrivendo
dettagliatamente le opere esistenti, ni casi in cui ne fosse previsto
il completamento.
  E'  stata inoltre richiesta una trattazione specifica, corredata da
cartografia  a  scala  adeguata,  dei  vincoli   urbanistici   e   di
inedificabilita',  compresi  i vincoli transitori che dovranno agire,
in attesa delle opere, al fine di garantire la sicurezza.
  Relativamente alle attivita'  estrattive,  e'  stato  richiesto  l'
avvio  di una specifica pianificazione volta ad indirizzare le scelte
localizzative e a fornire criteri di impostazione degli interventi di
coltivazione e di recupero ambientale delle aree di discarica  e  dei
numerosi impianti estrattivi esistenti.
  Le schede progettuali pervenute non riguardano l' intero insieme di
interventi proposti dalla Comunita' Montana (Allegato A3).
  Accanto  agli  interventi  di cui alla 1. 102/90 sono stati inoltre
esaminati gli  interventi  proposti  dalla  Regione  Piemonte  e  dal
Magistrato del Po nell' ambito dello S.P.P. ex art. 31 1. 183/89.
  Come  si  puo' rilevare dall ' allegato A3 citato, l' insieme degli
interventi individuati come "urgenti" ammonta a 155 miliardi di  lire
circa.
  E'  quindi  necessario  individuare  le  opere costituenti un primo
stralcio di schema previsionale da finanziare con i fondi disponibili
(50 Mld - L. 102/90 - 16,5 Mld - L. 183/89).
  A tal fine  si  e'  ritenuto  conveniente  restringere  l'  analisi
innanzitutto ai soli interventi appartenenti alla classe di rischio 1
(Allegato A4).
  Dal   momento   che   anche   tale  insieme  risulta  superiore  ai
finanziamenti disponibili, al fine di limitare il  campo  di  scelta,
gli  interventi  sono  stati classificati in relazione alla tipologia
(nuove opere, interventi di completamento o di manutenzione di  opere
esistenti)  e  alla  necessita'  o  meno di ulteriori approfondimenti
tecnici e di  studi  di  impatto  ambientale,  in  base  alle  scelte
progettuali operate dai tecnici incaricati e vagliate criticamente in
sede istruttoria - per quanto possibile dagli elaborati trasmessi.
  In   particolare,   per  quest'  ultimo  aspetto,  le  proposte  d'
intervento sono state distinte in tre gruppi:
    A) Proposte per le quali si avvisa conformita' delle soluzioni di
intervento proposte a quelle contenute nel quaderno delle opere tipo.
In alcune di  queste  proposte,  la  sistemazione  e  protezione  dei
versanti  subito  a  monte  delle  sponde in dissesto per erosioni e,
ottenibili anche e soprattutto mediante l'  impiego  di  tecniche  di
ingegneria   naturalistica,   sono   indicati   quali  interventi  di
completamento dagli stessi tecnici incaricati della redazione del pi-
ano.
    B) Proposte ritenute carenti dal punto di vista progettuale dagli
stessi  tecnici  incaricati  della  redazione del piano per le quali,
pertanto, non e' possibile fin d' ora stabilire se presentino o  meno
problemi dal punto di vista dell' impatto ambientale;
    C)  Proposte  che sembrano presentare problemi dal punto di vista
dell' impatto ambientale e quindi necessitano di studi  specifici  di
compatibilita' ambientale.
  In sintesi la situazione riscontrata e' la seguente:
BACINO T. ANZA
  Il riassetto del bacino necessita di un totale di 12 interventi dei
quali  11  in  classe  di  rischio  1 e 1 in classe di rischio 2. Per
quanto riguarda la prima classe si tratta di 4 nuovi  interventi  per
un  totale  di  2.140  milioni  in  gruppo  A  e  di  7 interventi di
completamento in gruppo A per un totale di 5.140  milioni.  L'  unico
intervento  previsto  in classe 2 e' un completamento di gruppo B per
un importo di L. 350 milioni.
BACINO T. BOGNA
  Gli interventi previsti in classe rischio 1 sono in tutto 3 di  cui
2  nuovi  sistemi  in  gruppo  B  per  un totale di 1.100 milioni e 1
completamento in gruppo  A  per  200  milioni  di  lire.  Per  quanto
riguarda  la  classe  2 sono previsti 1 nuovo sistema in gruppo B per
300 milioni di lire e 2 completamenti di cui 1 in B per 300 milioni e
uno in C per 1.000.
BACINO T. DIVERIA
  Su questo bacino sono previsti  solo  2  interventi  in  classe  di
rischio 1 costituiti da 1 nuovo sistema in gruppo A per 300 milioni e
1 in gruppo C per 1700 milioni.
BACINO T. ISORNO
  Sono  previsti  7  interventi  per  un importo complessivo di 8.150
milioni; di questi 3 sono in classe di rischio 1,  nell'  ambito  dei
quali  2  si  riferiscono  a  completamenti  in  gruppo  A  e  uno  a
manutenzione. Per quanto riguarda i 3 interventi in classe di rischio
2 notiamo che uno si riferisce a nuovi sistemi di difesa in gruppo  B
e  uno,  per un importo di 7 miliardi, sempre a nuove opere in gruppo
C, e uno a manutenzione per 100 milioni. In classe di  rischio  3  e'
infine  considerato  un solo intervento riferibile a nuovi sistemi di
difesa in gruppo A.
BACINO T. MELEZZO OCCIDENTALE
  Dei 5 interventi previsti in classe rischio 1, 3 si  riferiscono  a
nuove opere di gruppo A e 2 a completamenti dei quali 1 in gruppo A e
1  in  C.  In  classe  di  rischio  2  troviamo un solo intervento di
completamento in gruppo B.
BACINO T. MELEZZO ORIENTALE
  In classe di rischio 1 sono stati previsti  13  interventi  per  un
totale  di 3.300 milioni; di questi 8 sono nuovi sistemi (7 in gruppo
A e 1 in B)  e  5  sono  completamenti  tutti  di  gruppo  A.  Dei  5
interventi  in  classe  2  (4.400 milioni) 4 sono nuovi sistemi, 1 in
gruppo A e 3 in B, e 1 di completamento di gruppo B.
BACINO T. OVESCA
  in questo bacino sono considerati 8 interventi tutti in  classe  di
rischio  1  per  un  totale  di  5.400  milioni. Si tratta di 3 nuovi
sistemi (2 in gruppo B e 1 in A) e 5 completamenti di cui 2 in gruppo
A e 3 in gruppo B.
BACINO T. STRONA
  Dei  24  interventi  previsti  in  classe  di  rischio  1, 9 sono i
completamenti e 15 le manutenzioni per un totale  di  5.013  milioni.
Per  quanto riguarda quelli di completamento 5 sono stati inseriti in
gruppo A e 4 in B.
In classe di rischio 2 sono previsti 7 interventi per  un  totale  di
2.365  milioni  dei  quali 4 sono nuovi sistemi (1 in gruppo A e 3 in
gruppo B), 1 e' un completamento in gruppo B e 2 sono manutenzioni.
BACINO FIUME TOCE
CLASSE DI RISCHIO 1
  Sono previsti 70 interventi per un importo  complessivo  di  48.675
milioni  di  lire.  Si tratta di 36 nuovi sistemi di difesa di cui 19
inseriti in gruppo A, 16  in  B  e  1  in  C,  di  32  interventi  di
completamento  dei  quali  18  in  gruppo  A e 14 in gruppo B, e di 2
interventi di manutenzione.
CLASSE DI RISCHIO 2
  Sono 16 per un totale di  12.818  milioni:  6  sono  nuovi  sistemi
equamente  suddivisi  nei gruppi A e B, 9 i completamenti dei quali 2
in gruppo A e 7 in gruppo B e solo una manutenzione.
CLASSE DI RISCHIO 3
  Questa classe conta un totale di 10 interventi. Di questi,  6  sono
nuovi  sistemi dei quali 3 in gruppo A per 650 milioni, 1 in gruppo B
per 100 milioni e 2 in gruppo C per 43.934 milioni; 4 sono interventi
di completamento per 1950 milioni, dei quali 3 in gruppo  A  e  1  in
gruppo C.
  I criteri utilizzati per l' individuazione degli interventi da ins-
erire nello stralcio di schema previsionale da finanziare con i fondi
disponibili  sia  in  relazione  alla  l.  183/89  sia alla l. 102/90
(Allegato  A4)  privilegiano,  oltre  che  il  livello  di  priorita'
segnalato, le proposte di manutenzione e di completamento delle opere
esistenti.  Ulteriore  criterio  di  selezione  e'  stato  quello  di
privilegiare le proposte per le  quali  risultavano  sufficientemente
definite le soluzioni d' intervento.
  Nello specifico i criteri adottati sono i seguenti:
    a)   finanziare  gli  interventi  indicati  come  prioritari  sia
nell'elenco della Regione Piemonte  che  in  quello  della  Comunita'
Montana;
    b)  finanziare  gli  interventi  gia'  individuati  nello  schema
previsionale e programmatico di cui all' art. 31 della legge 183/89;
    c)  finanziare  gli  interventi   appartenenti   alla   categoria
"manutenzione" e "completamenti" dell' elenco;
    d)  privilegiare i nuovi interventi ricadenti nel gruppo A di cui
al  precedente  paragrafo  e,  in  seconda  battuta,  gli  interventi
compresi nel gruppo C.
1.2 Analisi vincoli
  Nell'  ambito  dello  studio prodotto dalla Comunita' Montana Valle
Ossola  e'  stata  condotta  un'  approfondita  analisi  dei  vincoli
esistenti nonche' delle aree che, a causa della situazione di rischio
a  cui  sono  soggette,  richiedono limitazioni all' uso urbanistico.
Innanzitutto, con riferimento alla legislazione  vigente  sono  stati
considerati i seguenti vincoli:
    - il vincolo idrogeologico(R.D. 30/12/23 n.3267);
    - il vincolo paesaggistico (legge Galasso L.8/8/85 n.431);
    - i vincoli naturalistici (aree a parco, oasi, riserve).
  Tali  vincoli  sono  stati  indicati su di una apposita cartografia
alla scala 1:25.000 per  quanto  attiene  il  vincolo  idrogeologico,
mentre  i  vincoli  della  legge Galasso sono stati richiamati in una
nota aggiuntiva, al fine di  evitare  sovrapposizioni  di  linee  che
limiterebbero  la  comprensibilita' della carta stessa e tenuto conto
della facilita' di identificazione di tale vincolo anche  sulla  base
della sola descrizione scritta. Sulle tavole alla scala 1:25.000 sono
state  inoltre  segnate  le  aree  a  parco  o  protette  nonche'  le
perimetrazioni considerate  nei  vari  piano  regolatori,  e,  per  i
territori  di  fondovalle,  sono state evidenziate le aree esposte al
rischio di esondazione in caso di piena con tempo  di  ritorno  dell'
ordine  dei  10  - 20 anni. L' individuaione delle aree allagabili e'
avvenuta prevalentemente sulla base delle osservazioni  eseguite  nel
corso  dei  vari  eventi  alluvionali. Per tali aree, se comprese nei
territori indicati come urbanizzabili e quindi edificabili  dai  vari
piani  regolatori  lo  studio  sottolinea  la  necessita'  di fornire
adeguata protezione dalle esondazioni.
  Questa impostazione non  e'  stata  successivamente  condivisa  dal
gruppo  di istruttoria dell' Autorita' di Bacino che, come illustrato
piu' avanti, propone nelle aree sottoposte a rischio  l'  apposizione
di  vincoli  transitori  di  inedificabilita',  anche  nei  perimetri
urbanizzati, ancorche' parzialmente edificati, con eventuali  succes-
sive  modificazioni  delle  destinazioni  d'  uso  attuali in sede di
revisione degli strumenti urbanistici vigenti.  Tale  vincolo  potra'
essere  revocato  solamente  dopo che saranno state realizzate idonee
protezioni  e  dopo  che  tali  opere  avranno  dimostrato  la   loro
efficacia.
  Nel  caso  in  cui  le  suddette aree esondabili non siano comprese
nelle perimetrazioni di piano, viene proposto invece  un  vincolo  di
inedificabilita'  con divieto di utilizzo per scopi diversi da quelli
agricoli o forestali eventualmente in atto.
  L' approfondita analisi  effettuata  dai  tecnici  della  Comunita'
Montana,  sulle caratteristiche fisiche, climatiche, morfologiche del
territorio,   sia   attraverso   osservazioni   dirette   sia   dalla
documentazione esistente, comprese le fotografie aeree ha permesso di
individuare:
    - aree instabili;
    - aree potenzialmente instabili;
    - aree a stabilita' incerta;
    - principali movimenti franosi;
    -  aste torrentizie caratterizzate da erosione e trasporto oppure
sovraccariche;
    - conoidi stabili o attive;
    - principali attivita' di valanga;
    -cave di versante attive e dismesse.
  Per le aree non perimetrate nei piani regolatori come edificabili e
soggette ad uno o piu' fenomeni  che  danno  luogo  a  situazioni  di
rischio  comprese  fra quelle sopra descritte, il progetto propone il
divieto all' utilizzo del territorio  per  scopi  diversi  da  quelli
agricoli  o  forestali  in  atto. Il vincolo permane, di conseguenza,
fino al momento in cui, per esigenze pubbliche,  non  si  ritenga  di
intervenire per eliminare le cause che determinano il rischio stesso.
Inoltre  la  presenza di emergenze naturalistiche, evidenziate da uno
studio di impatto, e' da  considerarsi  fattore  vincolante  rispetto
alle possibili varianti urbanistiche. Nella cartografia sono indicate
le  opere  attualmente  in  corso  di  progettazione  o  di  prossima
esecuzione, che rivestono grande  rilevanza  per  quanto  attiene  l'
impatto ambientale che determinano.
1.3   Indicazioni   sulle   modalita'   di   intervento   urbanistico
relativamente ai terriotori soggetti a rischio idrogeologico
  Le disposizioni delle leggi regionali in materia di tutela  ed  uso
del   suolo,   oltre  ai  disposti  delle  leggi  e  dei  regolamenti
considerati riguardano:
-Tutela dei beni ambientali e paesaggistici   (L.431/85)(L.1497/39)
-Compatibilita' ambientale                    (DPR 616/77)
-Vincolo idrogeologico                        (RD 3267/23)
-Variante PRG acquedotti                      (L. 129/63)
-Servitu' militari                            (L. 1849/52)
-Parere Cons. I.L.PP.                         (DPR 218/78)
-Parere C.T.A. regionale                      (L.R. 18/75)
- Vincolo usi civici                          (L. 1766/27)
-Concessioni uso acque                        (RD 1775/33)
-Tutela dei Beni di interesse artistico
 e storico                                    (L. 1089/39)
-Tutela acque dall' inquinamento              (L. 319/76)
-Concessione edilizia                         (L. 11/77)
  Dalle analisi e dagli studi fatti, a vari livelli, sul territorio
in esame e dall' istruttoria condotta in sede di Autorita' di
Bacino, emerge la necessita' di un adeguamento della normativa
vigente (attualmente operante sul territorio) allo scopo di tutelare
e garantire l'equilibrio vitale tra l'uomo e il suo ambiente.
  E' necessaria, a tal fine,  una  revisione,  da  parte  degli  enti
locali,  della strumentazione urbanistica attuale con approfondimenti
e  studi  a  scala  maggiore  ove  richiesto  e  reso  necessario  da
particolari situazioni di rischio.
  In  attesa  di  tale  revisione, in questa sede vengono individuati
degli ambiti ad alto rischio sui  quali  si  prevede  il  vincolo  di
inedificabilita'.
  L'individuazione  di  tali  ambiti, sulla base dell'art.4, comma 2,
della legge 102/1990, scaturisce dall' approfondita analisi a livello
territoriale, condotta dalla Comunita' Montana "Valle  Ossola"  nello
Studio   denominato  "Schema  previsionale  e  programmatico  per  il
riassetto idrogeologico e la ricostruzione nei comuni della provincia
di Novara colpiti dalle avversita' atmosferiche dell' agosto 1987  di
cui  al  D.L.  n.  384  del  19/09/87 ed ai sensi dell' art. 16 legge
102/90" e dalla Comunita' Montana  "Valle  Antigoro  Formazza"  nello
studio  denominato  "Piano  per l' assetto idrologico del fiume Toce,
che  e'  stata  utilizzata   come   base   conoscitiva   e   supporto
cartografico;  e  dalla  quale  sono  emerse  particolari  situazioni
attualmente   a   rischio   che   richiedono   la    previsione    di
inedificabilita'.
  Sono sottoposte a questa disciplina:
    a)  le  aree  individuate  graficamente  nella  tavola  allegata:
"Carta stabilita' dei versanti" in scala  1:25.000,  che  costituisce
parte integrante e sostanziale delle presenti disposizioni, e denomi-
nate:
    - "aree instabili",
    - "aree potenzialmente instabili",
    - "aree a stabilita' incerta",
    - "valanga ricorrente",
    - "valanga insolita",
    - "conoide di deiezione attualmente stabilizzato",
    - "conoide di deiezione attualmente attivo",
    - "movimento franoso di importanza rilevante",
    - "area in frana di estensioni limitate"
    b)  le  aree  individuate  come esondabili nella carta alla scala
1:10.000 denominata "Carta dei Vincoli".
    c) le fasce fluviali lungo le sponde del fiume  Toce  cosi'  come
segue:
    1.  dalla localita' Canza a Crevoladossola per una profondita' di
50 metri a partire dalla linea di sponda dell' alveo attivo;
    2. a valle di Crevoladossola fino al ponte di Pieve Vergonte  per
una  profondita'  di  100 metri a partire dalla linea di sponda dell'
alveo attivo;
    3. a valle del  ponte  ferroviario  di  Pieve  Vergonte  per  una
profondita'  di 150 metri a partire dalla linea di sponda dell' alveo
attivo.
    d) le fasce fluviali lungo le sponde degli  affluenti  del  fiume
Toce per un profondita' di 20 metri a partire dalla linea dell' alveo
attivo.
  Tutte  le  disposizoni  di  cui  sopra  potranno  essere modificate
secondo quanto previsto dalla L.R. 56/77 e successive  modifiche  con
particolare riguardo agli art.9 e 9bis sulla base di indagini e studi
idraulici geologici e geotecnici conformi alle norme di settore.
  Qualora  fosse necessario occupare tali aree con infrastrutture, e'
indispensabile prevedere un'apposita relazione geologica,  geotecnica
ed ambientale, che dia elementi per la verifica di fattibilita' delle
opere e di compatibilita' ambientale.
1.4   Prescrizioni   di   carattere  tecnico  inerenti  le  attivita'
estrattive
  La presenza di numerose cave nella zona (dismesse o  in  esercizio)
suggerisce  una adeguata analisi del problema anche in relazione alle
evidenti  influenze  delle  attivita'  estrattive  sui  fenomeni   di
dissesto presenti nella zona.
  Sulla  base  delle  considerazioni  emerse durante la realizzazione
dello studio geologico-morfologico  del  bacino  del  Fiume  Toce  si
ritiene   necessario   integrare  la  normativa  che  regolamenta  l'
attivita' estrattiva con alcune prescrizioni di carattere tecnico:
    a) Con riferimento  alla  carta  della  stabilita'  dei  versanti
citata:
    -  nelle  aree  definite,  instabili,  e' vietata l' apertura, l'
ampliamento  e  la  prosecuzione  dell'  attivita'  estrattiva  e  la
creazione di corpi di discarica
    -  nelle  aree definite potenzialmente instabili, l' apertura, l'
ampliamento  e  la  prosecuzione  dell'   attivita'   estrattiva   e'
subordinata  all'  esito  di un adeguato studio geologico tecnico che
esamini le  problematiche  di  stabilita'  esistenti  e  previste  in
seguito  all'  intervento  estrattivo  e  alle opere ad esso connesse
(discariche, piste, ecc.) e l'entita' degli eventuali  interventi  di
bonifica richiesti;
    b)  L'  intera  area di cava deve essere delimitata con capisaldi
stabili e facilmente identificabili  e  lungo  il  perimetro  esterno
dovranno essere posti adeguati cartelli ammonitori.
    c)  Tutte  le  attivita' di coltivazione non dovranno interferire
negativamente con i manufatti artificiali e con i terminali  naturali
esistenti lungo il perimetro esterno dell'area di cava.
    d)  Compatibilmente  con  le  condizioni  morfologico-strutturali
dell' ammasso lapideo da sfruttare, si  consiglia  di  effettuare  la
coltivazione  delle  cave  in  parete  praticando gradoni. Qualora le
condizioni locali non permetessero questo  tipo  di  coltivazione  si
consiglia  di contenere entro valori accettabili e compatibili con la
morfologia circostante  lo  sviluppo  altimetrico  dei  fronti  e  le
pendenze degli stessi.
    e)  Le  operazioni di coltivazione dovranno essere effettuate con
abbattimento ottenuto tramite fori ravvicinati e con moderate cariche
di esplosivo o con altre tecniche idonee per  ottenere  superfici  di
distacco  piane  e  regolari  e  per  non  innescare fessurazioni nel
versante.
    f) I corpi delle discariche dovranno essere strutturati  in  modo
da  garantire,  in ogni situazione, condizioni di stabilita' adeguate
in base alla normativa tecnica esistente.
    g) Al termine della coltivazione si dovra' provvedere a sistemare
il fronte della cava con andamento regolare ed in perfette condizioni
di stabilita'.
    h) Al termine della  coltivazione,  entro  la  scadenza  indicata
dalle  autorizzazioni,  si  dovra'  provvedere al completamento della
realizzazione degli interventi atti al recupero ambientale dell' area
sottoposta a cava secondo quanto previsto nel  progetto  di  recupero
ambientale  e  nelle  eventuali  prescrizioni dettate dagli organismi
competenti.
  E' opportuno che, al fine di ridurre il quantitativo di  scarto  da
porre  in discarica, siano agevolati gli interventi e le richieste di
imprese  che  volessero  utilizzare  i   materiali   costituenti   le
discariche per la produzione di pietrisco, per opere di muratura e di
arginatura ovvero per produzioni piu' pregiate (feldspato).
  Le  cave esaurite, modellate nella roccia in posto e caratterizzate
da  una  conformazione  morfologica   favorevole,   potranno   essere
utilizzate  per  lo  stoccaggio  di materiali inerti, non inquinanti,
derivanti dalle altre attivita' produttive. Questo tipo di intervento
potrebbe costituire la fase preparatoria per un successivo definitivo
recupero ambientale della zona di escavazione.
  Per quanto riguarda gli interventi di  ripristino  le  possibilita'
nell'  ambito  delle  cave  di  versante  sono  per  la maggior parte
limitate alle scarpate di discarica collocate in generale a valle dei
piazzali di cava. La sezione tipo n. 26  del  "Quaderno  delle  opere
tipo" propone la seguente tipologia di intervento:
    -  consolidamento  al  piede, ove necessario, con muro a secco in
massi di scarto con inserimento nelle fughe di talee di salice previo
intasamento delle stesse con materiale terroso;
    - sistemazione morfologica della discarica  e  naturale  pendenza
degli inerti (in genere sui 35o);
    - ricopertura con materiale terroso;
    - formazione di cotico erboso da semina, in generale idrosemina;
    -  messa  a  dimora di specie arbustive autoctone a comportamento
pioniero incluse talee di salice.
  Vanno evitate in ogni caso possibili interferenze tra l' inerte  da
discarica  e  i  dinamismi  erosivi  e di arricchimento del trasporto
solido dei corsi d' acqua sottostanti.
2 CONCLUSIONI
  Al fine di predisporre lo Schema previsionale e  programmatico  del
bacino del Fiume Toce ai sensi del D.P.C.M. 23/3/90, e' stata operata
dal  gruppo  di lavoro, costituito presso la Segreteria Tecnica dell'
Autorita' di bacino del Po  (comprendente  anche  rappresentanti  dei
Ministeri  dell'  Ambiente  e  dei  Beni Culturali ed Ambientali) una
revisione critica delle  proposte  di  intervento  predisposte  dalla
Regione  Piemonte  e  dalla  C.M:  "Valle  Ossola",  quest'ultima  su
incarico della Regione.
  L'impostazione generale ed i contenuti degli studi di base condotti
per la conoscenza  delle  caratteristiche  fisiche,  dello  stato  di
dissesto  e  di  rischio idrogeologico del bacino sono stati ritenuti
sufficientemente approfonditi e adeguati per la predisposizione delle
conseguenti azioni,  comprendenti  sia  misure  di  salvaguardia  sia
interventi strutturali di difesa attiva e passiva.
  Una  sintesi  delle  risultanze dei sovracitati, studi di base e la
condivisa classificazione in classi di rischio sono stati,  pertanto,
inseriti nel presente documento di S.P.P..
  Si  sono  ritenuti,  inoltre,  condivisibili  i criteri generali di
intervento ed i criteri ed i  parametri  proposti  per  stabilire  il
campo  di  applicazione  delle  soluzioni di intervento contenute nel
quaderno delle opere - tipo.
  Si rileva, in proposito che l' entita' dei fenomeni e  l'  esigenza
primaria   di  sicurezza,  comporteranno  in  questa  prima  fase  di
intervento, l'adozione quasi esclusiva di opere strutturali  di  tipo
rigido e di tipo misto.
  Si  ritiene,  comunque, che il quaderno debba avere un'applicazione
generale che vada, pertanto, oltre questa prima  fase  di  attuazione
del  piano  e  che  nelle  fasi successive possano trovare piu' ampia
applicazione, soprattutto nel fondovalle, interventi di tipo misto  e
tecniche di ingegneria naturalistica.
INTERVENTI STRUTTURALI DI DIFESA ATTIVA E PASSIVA
  Condivisibile e' risultata la proposta di dare la priorita' massima
agli interventi previsti nella classe di rischio piu' elevata (classe
I)   corrispondente   alle   aree   ove   sorgono  centri  abitati  o
infrastrutture  di  rilievo  e  dove  e',   pertanto,   primaria   ed
indifferibile la necessita' di messa in sicurezza.
  Essendo  i  finanziamenti-disponibili  (50  mld di lire - L.102/90,
16,5 mld di lire - L. 183/89) non sufficienti a coprire i  fabbisogni
d'  interventi  in  tutte  le zone ricomprese in classe I, sono state
privilegiate le seguenti categorie di interventi:
    1. manutenzioni di opere esistenti danneggiate;
    2. completamento di opere esistenti, per le  quali  le  soluzioni
progettuali proposte risultano definite a livello di progettazione di
massima  e  riconducibili alle tipologie contenute sul quaderno delle
opere tipo predisposto;
    3.  nuove  opere  per  le quali le soluzioni progettuali proposte
risultano  definite  a  livello  di  progettazione   di   massima   e
riconducibili alle tipologie contenute nel quaderno delle opere tipo;
  Nell'ambito  delle  categorie 2 e 3, si evidenziano due sottogruppi
di interventi:
    gruppo A - interventi per i quali si  riterrebbe  sufficiente  la
conformita'  delle  soluzioni  di intervento alle tipologie contenute
nel quaderno delle opere-tipo, salvo prescrivere, nei casi nei  quali
la   necessita'   e'   evidenziata   dagli   stessi   proponenti,  la
contemporanea attuazione delle sistemazioni e protezioni dei versanti
subito a monte delle sponde in erosione. Nella proposta  si  prevede,
infatti,  il  consolidamento  e  la  protezione  dell' erosione delle
sponde,  differendo  le  suddette  sistemazioni,   realizzabili   con
tecniche   di  ingegneria  naturalistica,  ad  una  seconda  fase  di
intervento;
    gruppo C - interventi per i quali,  in  considerazione  del  loro
ambito  di  inserimento  o  dell'  entita' o della singolarita' delle
soluzioni proposte, sarebbe necessaria la predisposizione di appositi
studi ambientali e successive verifiche di compatibilita' ambientale.
  Sono  state,  conseguentemente  rimandate  a  successive  fasi   di
intervento,   quelle   proposte  (comprese  nel  gruppo  B)  che  non
risultano, anche sulla base delle valutazioni fatte  dai  proponenti,
sufficientemente  definite dal punto di vista tecnico e per le quali,
pertanto, non e' a maggior  ragione  possibile  prevederne  l'impatto
ambientale.
PRESCRIZIONI
  -  impegno dei fondi di accantonamento, ribassi d'asta, ecc. per la
sistemazione dei versanti subito a monte delle sponde con tecniche di
ingegneria naturalistica;
MISURE DI SALVAGUARDIA
  E' risultata pienamente condivisibile la scelta di non  intervenire
con  opere strutturali nelle aree a rischio di esondazione o di frana
laddove non si sono nuclei abitati o infrastrutture.
  Sulla base della individuazione  effettuata  dai  proponenti  delle
aree a rischio idrogeologico, sono stati pertanto previsti vincoli di
inedificabilita'  e  misure inibitorie di uso del suolo, che dovranno
essere recepite nei P.R.G.C..
  Eventuali destinazioni d' uso nei piani vigenti,  conflittuali  con
aree a riconosciuto rischio idrogeologico, dovranno essere oggetto di
riesame da parte degli organi competenti.