SCHEMA PREVISIONALE E PROGRAMMATICO (art. 31 l. 183/89) Stralcio relativo al bacino del Fiume Toce (art. 16 L. 102/90) PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI E AZIONI DI SALVAGUARDIA 1 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI E AZIONI DI SALVAGUARDIA 1.1 Programma degli interventi Ai sensi dell' art. 16 comma 4 lettera b della legge 102/90 la Regione Piemonte ha determinato i lavori da eseguire con assoluta priorita' nel predetto bacino, nell' ambito degli interventi di cui alla lettera c) dell' art.31 della legge 183/89. In particolare la Regione con deliberazione G.R. 4/12/90 n. 57-13957 ha approvato i criteri di riparto percentuale delle somme stanziate, destinando il 50 % delle stesse, per un importo pari a 50 miliardi di lire, agli interventi piu' urgenti di sistemazione idrogeologica. Il programma finanziario e' il seguente: ANNO 1990 1991 1992 1993 1994 Tot. IMPORTO 13 9 7,8 9,9 10,3 50 (miliardi di lire) Il quadro dei lavori da eseguire con assoluta priorita' risulta nel dettaglio nelle delibere della G.R. del Piemonte n. 218-3302 del 28/12/90, n. 165-11770 del 16/12/91, n. 170-12565 del 3/02/1992, n. 177-28903 del 18/10/93, n.213-29191 del 25/10/93 (Allegato A1). Come si puo' rilevare, nell' elenco non compaiono gli interventi in corrispondenza del fondovalle del Toce di competenza statale, pur essendo, tale area, stata interessata dall' evento alluvionale. Per questo motivo si e' integrato il quadro delle proposte della G.R. Piemonte con gli interventi necessari a garantire la sicurezza idraulica anche nel fondovalle del Toce, individuati con i medesimi criteri di priorita'. Inoltre, nell' elenco si prevede il finanziamento di alcuni interventi che appaiono appartenere al settore delle infrastrutture rurali per le quali la L. 102/90 precede un' altra lina di finanziamento. Successivamente la C.M. "Valle Ossola" su mandato della Regione Piemonte ha prodotto uno studio quale contributo all' elaborazione dello S.P.P. e in funzione dell' espressione del giudizio di compatibilita' ambientale di cui all' art.7 della legge 102/90. Nell' ambito di tale studio, sulla base di una analisi dei dissesti, e' stato riesaminato anche l' insieme dei lavori da eseguire con assoluta priorita'. Il programma regionale e' stato in gran parte confermato ed integrato con interventi a grado di priorita' inferiore. L' istruttoria di merito e' stata condotta sul materiale prodotto dalla C.M. (Allegato A3) integrato dalle risultanze di sopralluoghi speditivi successivamente ai quali si e' ritenuto necessario acquisire ulteriori informazioni. In primo luogo, in funzione della necessita' di operare; per l' insufficienza dei fondi disponibili una ulteriore selezione nell' ambito della classe di priorita' piu' elevata, sono stati richiesti per ogni intervento tutti gli elementi utili all' individuazione dei rapporti di connessione esistenti tra le opere proposte e le modalita' con cui queste concorrono alla diminuzione del rischio, nonche' l' individuazione degli eventuali stralci funzionali in cui l' intervento e' suddivisibile. E' stato inoltre prescritto che la descrizione della tipologia delle opere proposte fosse condotta in modo dettagliato limitando al massimo la gamma di alternative progettuali, descrivendo dettagliatamente le opere esistenti, ni casi in cui ne fosse previsto il completamento. E' stata inoltre richiesta una trattazione specifica, corredata da cartografia a scala adeguata, dei vincoli urbanistici e di inedificabilita', compresi i vincoli transitori che dovranno agire, in attesa delle opere, al fine di garantire la sicurezza. Relativamente alle attivita' estrattive, e' stato richiesto l' avvio di una specifica pianificazione volta ad indirizzare le scelte localizzative e a fornire criteri di impostazione degli interventi di coltivazione e di recupero ambientale delle aree di discarica e dei numerosi impianti estrattivi esistenti. Le schede progettuali pervenute non riguardano l' intero insieme di interventi proposti dalla Comunita' Montana (Allegato A3). Accanto agli interventi di cui alla 1. 102/90 sono stati inoltre esaminati gli interventi proposti dalla Regione Piemonte e dal Magistrato del Po nell' ambito dello S.P.P. ex art. 31 1. 183/89. Come si puo' rilevare dall ' allegato A3 citato, l' insieme degli interventi individuati come "urgenti" ammonta a 155 miliardi di lire circa. E' quindi necessario individuare le opere costituenti un primo stralcio di schema previsionale da finanziare con i fondi disponibili (50 Mld - L. 102/90 - 16,5 Mld - L. 183/89). A tal fine si e' ritenuto conveniente restringere l' analisi innanzitutto ai soli interventi appartenenti alla classe di rischio 1 (Allegato A4). Dal momento che anche tale insieme risulta superiore ai finanziamenti disponibili, al fine di limitare il campo di scelta, gli interventi sono stati classificati in relazione alla tipologia (nuove opere, interventi di completamento o di manutenzione di opere esistenti) e alla necessita' o meno di ulteriori approfondimenti tecnici e di studi di impatto ambientale, in base alle scelte progettuali operate dai tecnici incaricati e vagliate criticamente in sede istruttoria - per quanto possibile dagli elaborati trasmessi. In particolare, per quest' ultimo aspetto, le proposte d' intervento sono state distinte in tre gruppi: A) Proposte per le quali si avvisa conformita' delle soluzioni di intervento proposte a quelle contenute nel quaderno delle opere tipo. In alcune di queste proposte, la sistemazione e protezione dei versanti subito a monte delle sponde in dissesto per erosioni e, ottenibili anche e soprattutto mediante l' impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, sono indicati quali interventi di completamento dagli stessi tecnici incaricati della redazione del pi- ano. B) Proposte ritenute carenti dal punto di vista progettuale dagli stessi tecnici incaricati della redazione del piano per le quali, pertanto, non e' possibile fin d' ora stabilire se presentino o meno problemi dal punto di vista dell' impatto ambientale; C) Proposte che sembrano presentare problemi dal punto di vista dell' impatto ambientale e quindi necessitano di studi specifici di compatibilita' ambientale. In sintesi la situazione riscontrata e' la seguente: BACINO T. ANZA Il riassetto del bacino necessita di un totale di 12 interventi dei quali 11 in classe di rischio 1 e 1 in classe di rischio 2. Per quanto riguarda la prima classe si tratta di 4 nuovi interventi per un totale di 2.140 milioni in gruppo A e di 7 interventi di completamento in gruppo A per un totale di 5.140 milioni. L' unico intervento previsto in classe 2 e' un completamento di gruppo B per un importo di L. 350 milioni. BACINO T. BOGNA Gli interventi previsti in classe rischio 1 sono in tutto 3 di cui 2 nuovi sistemi in gruppo B per un totale di 1.100 milioni e 1 completamento in gruppo A per 200 milioni di lire. Per quanto riguarda la classe 2 sono previsti 1 nuovo sistema in gruppo B per 300 milioni di lire e 2 completamenti di cui 1 in B per 300 milioni e uno in C per 1.000. BACINO T. DIVERIA Su questo bacino sono previsti solo 2 interventi in classe di rischio 1 costituiti da 1 nuovo sistema in gruppo A per 300 milioni e 1 in gruppo C per 1700 milioni. BACINO T. ISORNO Sono previsti 7 interventi per un importo complessivo di 8.150 milioni; di questi 3 sono in classe di rischio 1, nell' ambito dei quali 2 si riferiscono a completamenti in gruppo A e uno a manutenzione. Per quanto riguarda i 3 interventi in classe di rischio 2 notiamo che uno si riferisce a nuovi sistemi di difesa in gruppo B e uno, per un importo di 7 miliardi, sempre a nuove opere in gruppo C, e uno a manutenzione per 100 milioni. In classe di rischio 3 e' infine considerato un solo intervento riferibile a nuovi sistemi di difesa in gruppo A. BACINO T. MELEZZO OCCIDENTALE Dei 5 interventi previsti in classe rischio 1, 3 si riferiscono a nuove opere di gruppo A e 2 a completamenti dei quali 1 in gruppo A e 1 in C. In classe di rischio 2 troviamo un solo intervento di completamento in gruppo B. BACINO T. MELEZZO ORIENTALE In classe di rischio 1 sono stati previsti 13 interventi per un totale di 3.300 milioni; di questi 8 sono nuovi sistemi (7 in gruppo A e 1 in B) e 5 sono completamenti tutti di gruppo A. Dei 5 interventi in classe 2 (4.400 milioni) 4 sono nuovi sistemi, 1 in gruppo A e 3 in B, e 1 di completamento di gruppo B. BACINO T. OVESCA in questo bacino sono considerati 8 interventi tutti in classe di rischio 1 per un totale di 5.400 milioni. Si tratta di 3 nuovi sistemi (2 in gruppo B e 1 in A) e 5 completamenti di cui 2 in gruppo A e 3 in gruppo B. BACINO T. STRONA Dei 24 interventi previsti in classe di rischio 1, 9 sono i completamenti e 15 le manutenzioni per un totale di 5.013 milioni. Per quanto riguarda quelli di completamento 5 sono stati inseriti in gruppo A e 4 in B. In classe di rischio 2 sono previsti 7 interventi per un totale di 2.365 milioni dei quali 4 sono nuovi sistemi (1 in gruppo A e 3 in gruppo B), 1 e' un completamento in gruppo B e 2 sono manutenzioni. BACINO FIUME TOCE CLASSE DI RISCHIO 1 Sono previsti 70 interventi per un importo complessivo di 48.675 milioni di lire. Si tratta di 36 nuovi sistemi di difesa di cui 19 inseriti in gruppo A, 16 in B e 1 in C, di 32 interventi di completamento dei quali 18 in gruppo A e 14 in gruppo B, e di 2 interventi di manutenzione. CLASSE DI RISCHIO 2 Sono 16 per un totale di 12.818 milioni: 6 sono nuovi sistemi equamente suddivisi nei gruppi A e B, 9 i completamenti dei quali 2 in gruppo A e 7 in gruppo B e solo una manutenzione. CLASSE DI RISCHIO 3 Questa classe conta un totale di 10 interventi. Di questi, 6 sono nuovi sistemi dei quali 3 in gruppo A per 650 milioni, 1 in gruppo B per 100 milioni e 2 in gruppo C per 43.934 milioni; 4 sono interventi di completamento per 1950 milioni, dei quali 3 in gruppo A e 1 in gruppo C. I criteri utilizzati per l' individuazione degli interventi da ins- erire nello stralcio di schema previsionale da finanziare con i fondi disponibili sia in relazione alla l. 183/89 sia alla l. 102/90 (Allegato A4) privilegiano, oltre che il livello di priorita' segnalato, le proposte di manutenzione e di completamento delle opere esistenti. Ulteriore criterio di selezione e' stato quello di privilegiare le proposte per le quali risultavano sufficientemente definite le soluzioni d' intervento. Nello specifico i criteri adottati sono i seguenti: a) finanziare gli interventi indicati come prioritari sia nell'elenco della Regione Piemonte che in quello della Comunita' Montana; b) finanziare gli interventi gia' individuati nello schema previsionale e programmatico di cui all' art. 31 della legge 183/89; c) finanziare gli interventi appartenenti alla categoria "manutenzione" e "completamenti" dell' elenco; d) privilegiare i nuovi interventi ricadenti nel gruppo A di cui al precedente paragrafo e, in seconda battuta, gli interventi compresi nel gruppo C. 1.2 Analisi vincoli Nell' ambito dello studio prodotto dalla Comunita' Montana Valle Ossola e' stata condotta un' approfondita analisi dei vincoli esistenti nonche' delle aree che, a causa della situazione di rischio a cui sono soggette, richiedono limitazioni all' uso urbanistico. Innanzitutto, con riferimento alla legislazione vigente sono stati considerati i seguenti vincoli: - il vincolo idrogeologico(R.D. 30/12/23 n.3267); - il vincolo paesaggistico (legge Galasso L.8/8/85 n.431); - i vincoli naturalistici (aree a parco, oasi, riserve). Tali vincoli sono stati indicati su di una apposita cartografia alla scala 1:25.000 per quanto attiene il vincolo idrogeologico, mentre i vincoli della legge Galasso sono stati richiamati in una nota aggiuntiva, al fine di evitare sovrapposizioni di linee che limiterebbero la comprensibilita' della carta stessa e tenuto conto della facilita' di identificazione di tale vincolo anche sulla base della sola descrizione scritta. Sulle tavole alla scala 1:25.000 sono state inoltre segnate le aree a parco o protette nonche' le perimetrazioni considerate nei vari piano regolatori, e, per i territori di fondovalle, sono state evidenziate le aree esposte al rischio di esondazione in caso di piena con tempo di ritorno dell' ordine dei 10 - 20 anni. L' individuaione delle aree allagabili e' avvenuta prevalentemente sulla base delle osservazioni eseguite nel corso dei vari eventi alluvionali. Per tali aree, se comprese nei territori indicati come urbanizzabili e quindi edificabili dai vari piani regolatori lo studio sottolinea la necessita' di fornire adeguata protezione dalle esondazioni. Questa impostazione non e' stata successivamente condivisa dal gruppo di istruttoria dell' Autorita' di Bacino che, come illustrato piu' avanti, propone nelle aree sottoposte a rischio l' apposizione di vincoli transitori di inedificabilita', anche nei perimetri urbanizzati, ancorche' parzialmente edificati, con eventuali succes- sive modificazioni delle destinazioni d' uso attuali in sede di revisione degli strumenti urbanistici vigenti. Tale vincolo potra' essere revocato solamente dopo che saranno state realizzate idonee protezioni e dopo che tali opere avranno dimostrato la loro efficacia. Nel caso in cui le suddette aree esondabili non siano comprese nelle perimetrazioni di piano, viene proposto invece un vincolo di inedificabilita' con divieto di utilizzo per scopi diversi da quelli agricoli o forestali eventualmente in atto. L' approfondita analisi effettuata dai tecnici della Comunita' Montana, sulle caratteristiche fisiche, climatiche, morfologiche del territorio, sia attraverso osservazioni dirette sia dalla documentazione esistente, comprese le fotografie aeree ha permesso di individuare: - aree instabili; - aree potenzialmente instabili; - aree a stabilita' incerta; - principali movimenti franosi; - aste torrentizie caratterizzate da erosione e trasporto oppure sovraccariche; - conoidi stabili o attive; - principali attivita' di valanga; -cave di versante attive e dismesse. Per le aree non perimetrate nei piani regolatori come edificabili e soggette ad uno o piu' fenomeni che danno luogo a situazioni di rischio comprese fra quelle sopra descritte, il progetto propone il divieto all' utilizzo del territorio per scopi diversi da quelli agricoli o forestali in atto. Il vincolo permane, di conseguenza, fino al momento in cui, per esigenze pubbliche, non si ritenga di intervenire per eliminare le cause che determinano il rischio stesso. Inoltre la presenza di emergenze naturalistiche, evidenziate da uno studio di impatto, e' da considerarsi fattore vincolante rispetto alle possibili varianti urbanistiche. Nella cartografia sono indicate le opere attualmente in corso di progettazione o di prossima esecuzione, che rivestono grande rilevanza per quanto attiene l' impatto ambientale che determinano. 1.3 Indicazioni sulle modalita' di intervento urbanistico relativamente ai terriotori soggetti a rischio idrogeologico Le disposizioni delle leggi regionali in materia di tutela ed uso del suolo, oltre ai disposti delle leggi e dei regolamenti considerati riguardano: -Tutela dei beni ambientali e paesaggistici (L.431/85)(L.1497/39) -Compatibilita' ambientale (DPR 616/77) -Vincolo idrogeologico (RD 3267/23) -Variante PRG acquedotti (L. 129/63) -Servitu' militari (L. 1849/52) -Parere Cons. I.L.PP. (DPR 218/78) -Parere C.T.A. regionale (L.R. 18/75) - Vincolo usi civici (L. 1766/27) -Concessioni uso acque (RD 1775/33) -Tutela dei Beni di interesse artistico e storico (L. 1089/39) -Tutela acque dall' inquinamento (L. 319/76) -Concessione edilizia (L. 11/77) Dalle analisi e dagli studi fatti, a vari livelli, sul territorio in esame e dall' istruttoria condotta in sede di Autorita' di Bacino, emerge la necessita' di un adeguamento della normativa vigente (attualmente operante sul territorio) allo scopo di tutelare e garantire l'equilibrio vitale tra l'uomo e il suo ambiente. E' necessaria, a tal fine, una revisione, da parte degli enti locali, della strumentazione urbanistica attuale con approfondimenti e studi a scala maggiore ove richiesto e reso necessario da particolari situazioni di rischio. In attesa di tale revisione, in questa sede vengono individuati degli ambiti ad alto rischio sui quali si prevede il vincolo di inedificabilita'. L'individuazione di tali ambiti, sulla base dell'art.4, comma 2, della legge 102/1990, scaturisce dall' approfondita analisi a livello territoriale, condotta dalla Comunita' Montana "Valle Ossola" nello Studio denominato "Schema previsionale e programmatico per il riassetto idrogeologico e la ricostruzione nei comuni della provincia di Novara colpiti dalle avversita' atmosferiche dell' agosto 1987 di cui al D.L. n. 384 del 19/09/87 ed ai sensi dell' art. 16 legge 102/90" e dalla Comunita' Montana "Valle Antigoro Formazza" nello studio denominato "Piano per l' assetto idrologico del fiume Toce, che e' stata utilizzata come base conoscitiva e supporto cartografico; e dalla quale sono emerse particolari situazioni attualmente a rischio che richiedono la previsione di inedificabilita'. Sono sottoposte a questa disciplina: a) le aree individuate graficamente nella tavola allegata: "Carta stabilita' dei versanti" in scala 1:25.000, che costituisce parte integrante e sostanziale delle presenti disposizioni, e denomi- nate: - "aree instabili", - "aree potenzialmente instabili", - "aree a stabilita' incerta", - "valanga ricorrente", - "valanga insolita", - "conoide di deiezione attualmente stabilizzato", - "conoide di deiezione attualmente attivo", - "movimento franoso di importanza rilevante", - "area in frana di estensioni limitate" b) le aree individuate come esondabili nella carta alla scala 1:10.000 denominata "Carta dei Vincoli". c) le fasce fluviali lungo le sponde del fiume Toce cosi' come segue: 1. dalla localita' Canza a Crevoladossola per una profondita' di 50 metri a partire dalla linea di sponda dell' alveo attivo; 2. a valle di Crevoladossola fino al ponte di Pieve Vergonte per una profondita' di 100 metri a partire dalla linea di sponda dell' alveo attivo; 3. a valle del ponte ferroviario di Pieve Vergonte per una profondita' di 150 metri a partire dalla linea di sponda dell' alveo attivo. d) le fasce fluviali lungo le sponde degli affluenti del fiume Toce per un profondita' di 20 metri a partire dalla linea dell' alveo attivo. Tutte le disposizoni di cui sopra potranno essere modificate secondo quanto previsto dalla L.R. 56/77 e successive modifiche con particolare riguardo agli art.9 e 9bis sulla base di indagini e studi idraulici geologici e geotecnici conformi alle norme di settore. Qualora fosse necessario occupare tali aree con infrastrutture, e' indispensabile prevedere un'apposita relazione geologica, geotecnica ed ambientale, che dia elementi per la verifica di fattibilita' delle opere e di compatibilita' ambientale. 1.4 Prescrizioni di carattere tecnico inerenti le attivita' estrattive La presenza di numerose cave nella zona (dismesse o in esercizio) suggerisce una adeguata analisi del problema anche in relazione alle evidenti influenze delle attivita' estrattive sui fenomeni di dissesto presenti nella zona. Sulla base delle considerazioni emerse durante la realizzazione dello studio geologico-morfologico del bacino del Fiume Toce si ritiene necessario integrare la normativa che regolamenta l' attivita' estrattiva con alcune prescrizioni di carattere tecnico: a) Con riferimento alla carta della stabilita' dei versanti citata: - nelle aree definite, instabili, e' vietata l' apertura, l' ampliamento e la prosecuzione dell' attivita' estrattiva e la creazione di corpi di discarica - nelle aree definite potenzialmente instabili, l' apertura, l' ampliamento e la prosecuzione dell' attivita' estrattiva e' subordinata all' esito di un adeguato studio geologico tecnico che esamini le problematiche di stabilita' esistenti e previste in seguito all' intervento estrattivo e alle opere ad esso connesse (discariche, piste, ecc.) e l'entita' degli eventuali interventi di bonifica richiesti; b) L' intera area di cava deve essere delimitata con capisaldi stabili e facilmente identificabili e lungo il perimetro esterno dovranno essere posti adeguati cartelli ammonitori. c) Tutte le attivita' di coltivazione non dovranno interferire negativamente con i manufatti artificiali e con i terminali naturali esistenti lungo il perimetro esterno dell'area di cava. d) Compatibilmente con le condizioni morfologico-strutturali dell' ammasso lapideo da sfruttare, si consiglia di effettuare la coltivazione delle cave in parete praticando gradoni. Qualora le condizioni locali non permetessero questo tipo di coltivazione si consiglia di contenere entro valori accettabili e compatibili con la morfologia circostante lo sviluppo altimetrico dei fronti e le pendenze degli stessi. e) Le operazioni di coltivazione dovranno essere effettuate con abbattimento ottenuto tramite fori ravvicinati e con moderate cariche di esplosivo o con altre tecniche idonee per ottenere superfici di distacco piane e regolari e per non innescare fessurazioni nel versante. f) I corpi delle discariche dovranno essere strutturati in modo da garantire, in ogni situazione, condizioni di stabilita' adeguate in base alla normativa tecnica esistente. g) Al termine della coltivazione si dovra' provvedere a sistemare il fronte della cava con andamento regolare ed in perfette condizioni di stabilita'. h) Al termine della coltivazione, entro la scadenza indicata dalle autorizzazioni, si dovra' provvedere al completamento della realizzazione degli interventi atti al recupero ambientale dell' area sottoposta a cava secondo quanto previsto nel progetto di recupero ambientale e nelle eventuali prescrizioni dettate dagli organismi competenti. E' opportuno che, al fine di ridurre il quantitativo di scarto da porre in discarica, siano agevolati gli interventi e le richieste di imprese che volessero utilizzare i materiali costituenti le discariche per la produzione di pietrisco, per opere di muratura e di arginatura ovvero per produzioni piu' pregiate (feldspato). Le cave esaurite, modellate nella roccia in posto e caratterizzate da una conformazione morfologica favorevole, potranno essere utilizzate per lo stoccaggio di materiali inerti, non inquinanti, derivanti dalle altre attivita' produttive. Questo tipo di intervento potrebbe costituire la fase preparatoria per un successivo definitivo recupero ambientale della zona di escavazione. Per quanto riguarda gli interventi di ripristino le possibilita' nell' ambito delle cave di versante sono per la maggior parte limitate alle scarpate di discarica collocate in generale a valle dei piazzali di cava. La sezione tipo n. 26 del "Quaderno delle opere tipo" propone la seguente tipologia di intervento: - consolidamento al piede, ove necessario, con muro a secco in massi di scarto con inserimento nelle fughe di talee di salice previo intasamento delle stesse con materiale terroso; - sistemazione morfologica della discarica e naturale pendenza degli inerti (in genere sui 35o); - ricopertura con materiale terroso; - formazione di cotico erboso da semina, in generale idrosemina; - messa a dimora di specie arbustive autoctone a comportamento pioniero incluse talee di salice. Vanno evitate in ogni caso possibili interferenze tra l' inerte da discarica e i dinamismi erosivi e di arricchimento del trasporto solido dei corsi d' acqua sottostanti. 2 CONCLUSIONI Al fine di predisporre lo Schema previsionale e programmatico del bacino del Fiume Toce ai sensi del D.P.C.M. 23/3/90, e' stata operata dal gruppo di lavoro, costituito presso la Segreteria Tecnica dell' Autorita' di bacino del Po (comprendente anche rappresentanti dei Ministeri dell' Ambiente e dei Beni Culturali ed Ambientali) una revisione critica delle proposte di intervento predisposte dalla Regione Piemonte e dalla C.M: "Valle Ossola", quest'ultima su incarico della Regione. L'impostazione generale ed i contenuti degli studi di base condotti per la conoscenza delle caratteristiche fisiche, dello stato di dissesto e di rischio idrogeologico del bacino sono stati ritenuti sufficientemente approfonditi e adeguati per la predisposizione delle conseguenti azioni, comprendenti sia misure di salvaguardia sia interventi strutturali di difesa attiva e passiva. Una sintesi delle risultanze dei sovracitati, studi di base e la condivisa classificazione in classi di rischio sono stati, pertanto, inseriti nel presente documento di S.P.P.. Si sono ritenuti, inoltre, condivisibili i criteri generali di intervento ed i criteri ed i parametri proposti per stabilire il campo di applicazione delle soluzioni di intervento contenute nel quaderno delle opere - tipo. Si rileva, in proposito che l' entita' dei fenomeni e l' esigenza primaria di sicurezza, comporteranno in questa prima fase di intervento, l'adozione quasi esclusiva di opere strutturali di tipo rigido e di tipo misto. Si ritiene, comunque, che il quaderno debba avere un'applicazione generale che vada, pertanto, oltre questa prima fase di attuazione del piano e che nelle fasi successive possano trovare piu' ampia applicazione, soprattutto nel fondovalle, interventi di tipo misto e tecniche di ingegneria naturalistica. INTERVENTI STRUTTURALI DI DIFESA ATTIVA E PASSIVA Condivisibile e' risultata la proposta di dare la priorita' massima agli interventi previsti nella classe di rischio piu' elevata (classe I) corrispondente alle aree ove sorgono centri abitati o infrastrutture di rilievo e dove e', pertanto, primaria ed indifferibile la necessita' di messa in sicurezza. Essendo i finanziamenti-disponibili (50 mld di lire - L.102/90, 16,5 mld di lire - L. 183/89) non sufficienti a coprire i fabbisogni d' interventi in tutte le zone ricomprese in classe I, sono state privilegiate le seguenti categorie di interventi: 1. manutenzioni di opere esistenti danneggiate; 2. completamento di opere esistenti, per le quali le soluzioni progettuali proposte risultano definite a livello di progettazione di massima e riconducibili alle tipologie contenute sul quaderno delle opere tipo predisposto; 3. nuove opere per le quali le soluzioni progettuali proposte risultano definite a livello di progettazione di massima e riconducibili alle tipologie contenute nel quaderno delle opere tipo; Nell'ambito delle categorie 2 e 3, si evidenziano due sottogruppi di interventi: gruppo A - interventi per i quali si riterrebbe sufficiente la conformita' delle soluzioni di intervento alle tipologie contenute nel quaderno delle opere-tipo, salvo prescrivere, nei casi nei quali la necessita' e' evidenziata dagli stessi proponenti, la contemporanea attuazione delle sistemazioni e protezioni dei versanti subito a monte delle sponde in erosione. Nella proposta si prevede, infatti, il consolidamento e la protezione dell' erosione delle sponde, differendo le suddette sistemazioni, realizzabili con tecniche di ingegneria naturalistica, ad una seconda fase di intervento; gruppo C - interventi per i quali, in considerazione del loro ambito di inserimento o dell' entita' o della singolarita' delle soluzioni proposte, sarebbe necessaria la predisposizione di appositi studi ambientali e successive verifiche di compatibilita' ambientale. Sono state, conseguentemente rimandate a successive fasi di intervento, quelle proposte (comprese nel gruppo B) che non risultano, anche sulla base delle valutazioni fatte dai proponenti, sufficientemente definite dal punto di vista tecnico e per le quali, pertanto, non e' a maggior ragione possibile prevederne l'impatto ambientale. PRESCRIZIONI - impegno dei fondi di accantonamento, ribassi d'asta, ecc. per la sistemazione dei versanti subito a monte delle sponde con tecniche di ingegneria naturalistica; MISURE DI SALVAGUARDIA E' risultata pienamente condivisibile la scelta di non intervenire con opere strutturali nelle aree a rischio di esondazione o di frana laddove non si sono nuclei abitati o infrastrutture. Sulla base della individuazione effettuata dai proponenti delle aree a rischio idrogeologico, sono stati pertanto previsti vincoli di inedificabilita' e misure inibitorie di uso del suolo, che dovranno essere recepite nei P.R.G.C.. Eventuali destinazioni d' uso nei piani vigenti, conflittuali con aree a riconosciuto rischio idrogeologico, dovranno essere oggetto di riesame da parte degli organi competenti.