Parte Generale
Si riportano qui di seguito le considerazioni generali e comuni
alle Parte I, cemento armato normale e precompresso e Parte II,
acciaio.
1. Modalita' operative
Nell'ambito delle presenti norme tecniche, possono essere seguite,
in alternativa, due diverse modalita' operative di verifica come
costruzioni, riportate rispettivamente nelle Sezioni II e III delle
Parti I (CA/CAP) e II (Acciaio).
La Sezione II fornisce le indicazioni da seguire per la verifica
delle strutture in cemento armato normale e precompresso e in
acciaio.
La Sezione III fornisce le indicazioni per l'uso degli Eurocodici
UNI ENV 1992-1-1: Progettazione di strutture in c.a. datato gennaio
1993 (EC2) ed UNI ENV 1993-1-1: Progettazione di strutture in acciaio
datato giugno 1994 (EC3) fornendo altresi' specifiche prescrizioni
integrative, sostitutive e soppressive delle indicazioni contenute
negli Eurocodici stessi. La Sezione III costituisce il (DAN)
Documento di applicazione nazionale, cosi' richiamato nei documenti
del CEN (Comitato europeo di normalizzazione).
Al successivo punto 7 si riportano le prescrizioni circa le azioni
di calcolo, che debbono essere seguite per l'impiego delle Sezioni II
e III delle Parti I e II.
2. Sezione I
Nella Sezione I sono riportate le prescrizioni comuni alle Sezioni
II e III. Tali prescrizioni comuni sostituiscono le corrispondenti
indicazioni riportate nel decreto ministeriale 14 febbraio 1992.
In particolare valgono le seguenti indicazioni comuni:
a) per le azioni si fara' riferimento a quanto indicato nelle
norme "Criteri generali per la verifica della sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" emanate ai sensi dell'art.
1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64;
b) per i materiali ed i prodotti si dovranno seguire le
indicazioni contenute nel Cap. 2 della Sezione I;
c) per il collaudo statico valgono le prescrizioni riportate nel
Cap. 3 della Sezione I.
3. Norme di riferimento
Le norme europee di riferimento citate nelle norme UNI ENV
1992-1-1 ed UNI ENV 1993-1-1 non sono al momento per la maggior parte
disponibili, o lo sono solo, in alcuni casi, in forma di norme
sperimentali.
Fermo restando l'obbligo di seguire le prescrizioni delle norme
sui materiali esplicitamente richiamate al punto 3 delle presenti
norme (Cap. 2 della Sezione I), per altre norme citate nelle norme
UNI ENV 1992-1-1 e UNI ENV 1993-1-1 possono adottarsi le norme citate
nel presente decreto, o, in mancanza, le norme nazionali pertinenti.
4. Norme tecniche: metodo delle tensioni ammissibili
Il metodo delle tensioni ammissibili puo' essere applicato cosi'
come previsto dall'art. 2 del presente decreto, riferendosi alle
norme tecniche di cui al decreto 14 febbraio 1992, che si debbono in
tal caso applicare integralmente, salvo per i materiali e prodotti,
le azioni e il collaudo statico per i quali valgono le indicazioni
riportate nella Sezione I del presente decreto, nonche' gli Allegati
per i quali valgono quelli uniti alle presenti norme tecniche.
In particolare si dovra' fare riferimento, per quanto concerne le
azioni, alle specifiche prescrizioni contenute nelle norme tecniche
"Criteri generali per la verifica della sicurezza delle costruzioni e
dei carichi e sovraccarichi" in vigore al momento dell'uso.
5. Norme tecniche: altri metodi di verifica
Nella progettazione si possono adottare metodi di verifica e
regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti nelle presenti
norme tecniche purche' fondati su ipotesi teoriche e risultati
sperimentali scientificamente comprovati e purche' sia comprovata una
sicurezza non inferiore a quella qui prescritta.
6. Indicazione della norma tecnica seguita
Negli elaborati di progetto previsti all'art. 4 punto b della
legge 1086/1971, deve essere indicata chiaramente la norma tecnica
alla quale si e' fatto riferimento.
7. Azioni di calcolo
Le verifiche debbono essere condotte nei riguardi degli stati
limite di esercizio e degli stati limite ultimi.
Le azioni sulla costruzione devono essere cumulate in modo da
determinare condizioni di carico tali da risultare piu' sfavorevoli
ai fini delle singole verifiche, tenendo conto della probabilita'
ridotta di intervento simultaneo di tutte le azioni con i rispettivi
valori piu' sfavorevoli, come consentito dalle norme vigenti.
Per gli stati limite ultimi si adotteranno le combinazioni del
tipo:
VEDI FORMULA A PAG. 8
essendo:
Gk il valore caratteristico delle azioni permanenti;
Pk il valore caratteristico delle forza di precompressione;
Qlk il valore caratteristico dell'azione di base di ogni
combinazione;
Qik i valori caratteristici delle azioni variabili tra loro
indipendenti;
(gamma)g = 1,4 (1,0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);
(gamma)p = 0,9 (1,2 se il suo contributo diminuisce la sicurezza);
(gamma)q = 1,5 (0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);
(psi)oi = coefficiente di combinazione allo stato limite ultimo da
determinarsi sulla base di considerazioni statistiche.
Qualora le deformazioni impresse esercitino una azione
significativa sullo stato limite ultimo considerato se ne deve tener
conto applicando loro un coefficiente di 1,2.
Il contributo delle deformazioni impresse, non imposte
appositamente, deve essere trascurato se a favore della sicurezza.
Per gli stati limite di esercizio si devono prendere in esame le
combinazioni rare, frequenti e quasi permanenti con
(gamma)g=(gamma)p=(gamma)q=1, e applicando ai valori caratteristici
delle azioni variabili adeguati coefficienti (psi)0, (psi)1, (psi)2.
In forma convenzionale le combinazioni possono essere espresse nel
modo seguente:
combinazioni rare:
VEDI FORMULA A PAG. 8
combinazioni frequenti:
VEDI FORMULA A PAG. 8
combinazioni quasi permanenti:
VEDI FORMULA A PAG. 8
(psi)1i coefficiente atto a definire i valori delle azioni
assimilabili ai frattili di ordine 0,95 delle distribuzioni
dei valori istantanei;
(psi)21 coefficiente atto a definire i valori quasi permanenti delle
azioni variabili assimilabili ai valori medi delle
distribuzioni dei valori istantanei.
In mancanza di informazioni adeguate si potranno attribuire ai
coefficienti (psi)0, (psi)1, (psi)2 i valori seguenti:
PROSPETTO 1
___________________________________________________________________
| | | | |
| Azione | (psi)0| (psi)1 | (psi)2|
|_________________________________________|_______|_________|_______|
| | | | |
| Carichi variabili nei fabbricati per: | | | |
| | | | |
| abitazioni | 0,7 | 0,5 | 0,2 |
| | | | |
| uffici, negozi, scuole, ecc. | 0,7 | 0,6 | 0,3 |
| | | | |
| autorimesse | 0,7 | 0,7 | 0,6 |
| | | | |
| Vento, neve | 0,7 | 0,2 | 0 |
|_________________________________________|_______|_________|_______|
Parte I
CEMENTO ARMATO NORMALE E PRECOMPRESSO
SIMBOLOGIA
A - Simboli
A area
E modulo di elasticita' longitudinale
F azioni in generale (carichi e deformazioni
imposte)
G azioni permanenti; modulo di elasticita'
tangenziale
I momento di inerzia
L limite di fatica
M momento flettente
N forza normale; numero di piegamenti nella prova
di piegamento (per armature di precompressione)
P forza di precompressione
Q azioni variabili
S effetto delle azioni (sollecitazione agente)
T momento torcente
V forza di taglio
b larghezza
c spessore (di ricoprimento)
d diametro (granulometria); altezza utile
e eccentricita'
f resistenza di un materiale
g carico permanente ripartito; accelerazione di
gravita'
h altezza totale di una sezione
i raggio di inerzia
j numero di giorni
l lunghezza di un elemento; allungamento a rottura
per acciaio da c.a.p.
m momento flettente per unita' di lunghezza
n forza normale per unita' di lunghezza;
coefficiente di omogeneizzazione delle armature;
numero
q carico variabile ripartito
r raggio; rilassamento
s scarto quadratico medio
t tempo; momento torcente per unita' di lunghezza
u perimetro
v forza di taglio per unita' di lunghezza o
larghezza
w apertura delle fessure
x altezza dell'asse neutro
y altezza del diagramma rettangolare delle tensioni
normali
z braccio delle forze interne
(gamma) coefficiente di sicurezza (gamma)m per i
materiali, (gamma)f per le azioni); peso
specifico
(delta) coefficiente di variazione
(epsilon) deformazione
(theta) deformazione
(mi) coefficiente di attrito
(lamda) snellezza
(ro) rapporto geometrico di armatura
(sigma) tensione normale
(taf) tensione tangenziale
(fi) coefficiente di deformazione viscosa
(omega) coefficiente di amplificazione dei carichi nel
carico di punta; rapporto meccanico di armatura
* (diametro) diametro di una barra o di un cavo
(sigma maiuscolo) sommatoria
B - Indici
b aderenza
c calcestruzzo
d valore di calcolo
e limite di elasticita' di un materiale; effettivo;
efficace
f forze ed altre azioni; flessione
g carico permanente
i iniziale
h orizzontale
k valore caratteristico
l longitudinale
m valore medio; materiale; momento flettente
n sforzo normale
p precompressione
q carico variabile
s acciaio; ritiro
r rilassamento; fessurazione
t trazione; torsione
u ultimo (stato limite)
w anima
y snervamento
C - Simboli speciali
(infinito) come indice di un simbolo = valore asintotico
D - Simboli frequenti
Calcestruzzo
fc resistenza cilindrica a compressione
Rc resistenza cubica
Rcm resistenza media cubica
fcm resistenza media cilindrica
Rck resistenza caratteristica cubica
fck resistenza caratteristica cilindrica
fck
fcd resistenza di calcolo cilindrica = ---------
(gamma)c
fct resistenza a trazione
fctk resistenza caratteristica a trazione
fctk
fctd resistenza di calcolo a trazione = ----------
(gamma)c
Acciaio per cemento armato
fy tensione di snervamento
ft tensione di rottura
fyk tensione caratteristica di snervamento
ftk tensione caratteristica di rottura
f(0,2) tensione allo 0,2% di deformazione residua
f(0,2)k tensione caratteristica allo 0,2% di deformazione
residua
Acciaio per precompressione
fpy tensione di snervamento (barre)
fp(1) tensione all'1% di deformazione sotto carico
fp(0,2) tensione allo 0,2% di deformazione residua
fpt tensione di rottura
fpyk tensione caratteristica di snervamento (barre)
fp(1)k tensione caratteristica all'1% di deformazione
sotto carico
fp(0,2)k tensione caratteristica allo 0,2% di deformazione
residua
fptk tensione caratteristica di rottura
Sezione I
Prescrizioni generali e comuni
1. OGGETTO.
Formano oggetto delle presenti norme tutte le opere di
conglomerato cementizio armato normale e di conglomerato cementizio
armato precompresso, eccettuate quelle per le quali vige una
regolamentazione apposita a carattere particolare.
I dati sulle azioni da considerare nei calcoli sono quelli
contenuti nelle norme "Criteri generali per la verifica della
sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" emanate ai
sensi dell'art. 1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64.
Nell'ambito di uno stesso organismo strutturale non e' consentito
adottare regole progettuali ed esecutive provenienti in parte dalla
Sez. II e in parte dalla Sez. III ovvero in parte derivanti dall'uso
del metodo delle tensioni ammissibili.
Le presenti norme non sono applicabili ai calcestruzzi
confezionati con aggregati leggeri. Tali calcestruzzi possono essere
impiegati purche', con adeguata documentazione teorica e
sperimentale, venga garantita una sicurezza non inferiore a quella
prevista dalle presenti norme.
2. MATERIALI E PRODOTTI.
I materiali ed i prodotti debbono rispondere ai requisiti indicati
nell'Allegato 1.
Potranno inoltre essere impiegati materiali e prodotti conformi ad
una norma armonizzata o ad un benestare tecnico europeo cosi' come
definiti nella Direttiva 89/106/CEE, ovvero conformi a specifiche
nazionali dei Paesi della Comunita' europea, qualora dette specifiche
garantiscano un livello di sicurezza equivalente e tale da soddisfare
i requisiti essenziali della Direttiva 89/106/CEE. Tale equivalenza
sara' accertata dal Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2.1. Calcestruzzo.
Per quanto applicabile e non in contrasto con le presenti norme si
potra' fare utile riferimento alla UNI 9858 (maggio 1991).
2.1.1. RESISTENZA A COMPRESSIONE SEMPLICE.
Le presenti norme sono basate sulla resistenza a compressione
misurata su cubi di spigolo 15, 16 o 20 cm. La resistenza a
compressione del calcestruzzo verra' valutata secondo le indicazioni
dell'Allegato 2.
2.1.2. RESISTENZA A TRAZIONE SEMPLICE.
Il valore medio della resistenza a trazione semplice (assiale) in
mancanza di diretta sperimentazione puo' essere assunto pari a:
VEDI FORMULA A PAG. 14
I valori caratteristici corrispondenti ai frattili 5% e 95%
possono assumersi rispettivamente pari a 0,7 fctm ed 1,3 fctm.
Il valore medio della resistenza a trazione per flessione si as-
sume, in mancanza di sperimentazione diretta, pari a:
VEDI FORMULA A PAG. 14
2.1.3. MODULO ELASTICO.
Per modulo elastico istantaneo, tangente all'origine, in mancanza
di diretta sperimentazione da eseguirsi secondo la norma UNI 6556
(marzo 1976), si assume in sede di progetto il valore:
VEDI FORMULA A PAG. 15
Tale formula non e' applicabile ai calcestruzzi maturati a vapore.
Essa non e' da considerarsi vincolante nell'interpretazione dei
controlli sperimentali delle strutture.
2.1.4. COEFFICIENTE DI POISSON.
Per il coefficiente di Poisson puo' addottarsi, a seconda dello
stato di sollecitazione, un valore compreso tra 0 e 0,2.
2.1.5. COEFFICIENTE DI DILATAZIONE TERMICA.
In mancanza di una determinazione sperimentale diretta il
coefficiente di dilatazione termica del conglomerato puo' assumersi
pari a 10 X 10 alla -6 (gradi centigradi) -1.
2.1.6. RITIRO.
In mancanza di sperimentazione diretta e quando non si ricorra ad
additivi speciali, si ammetteranno per il ritiro finale (epsilon)cs
(t(infinito), to) i seguenti valori:
a) Atmosfera con umidita' relativa di circa 75%
__________________________________________________________________
| | | |
| to | (alfa) =< 20 cm | (alfa) => 60 cm |
|__________________________|___________________|____________________|
| | | |
| 1 (da a) 7 giorni | 0,26 X 10 -3 | 0,21 X 10 -3 |
| | | |
| 8 ( da a) 60 giorni | 0,23 X 10 -3 | 0,21 X 10 -3 |
| | | |
| > 60 giorni | 0,16 X 10 -3 | 0,20 X 10 -3 |
|__________________________|___________________|____________________|
b) Atmosfera con umidita' relativa di circa 55%
__________________________________________________________________
| | | |
| to | (alfa) =< 20 cm | (alfa) => 60 cm |
|__________________________|___________________|____________________|
| | | |
| 1 (da a) 7 giorni | 0,43 X 10 -3 | 0,31 X 10 -3 |
| | | |
| 8 (da a) 60 giorni | 0,32 X 10 -3 | 0,30 X 10 -3 |
| | | |
| > 60 giorni | 0,19 X 10 -3 | 0,28 X 10 -3 |
|__________________________|___________________|____________________|
in cui:
to = eta' conglomerato a partire dalla quale si considera
l'effetto del ritiro;
2 Ac
(alfa) = dimensione fittizia = --------;
u
Ac = area della sezione del conglomerato;
u = perimetro della sezione di conglomerato a contatto con
l'atmosfera.
Per valori intermedi si interpolera' linearmente.
Per valutare la caduta di tensione nelle armature da c.a.p.
conseguente al ritiro del calcestruzzo si terra' conto delle
prescrizioni contenute al punto 4.3.4.8. a).
2.1.7. VISCOSITA'.
In mancanza di sperimentazione diretta, per il coefficiente finale
di viscosita' (fi)(t infinito, to), di un conglomerato sottoposto ad
una tensione al piu' uguale a 0,3 Rckj al tempo to=j di messa in
carico, si ammetteranno i seguenti valori:
a) Atmosfera con umidita' relativa di circa 75%
__________________________________________________________________
| | | |
| to | (alfa) =< 20 cm | (alfa) => 60 cm |
|__________________________|___________________|____________________|
| | | |
| 3 (da a) 7 giorni | 2,7 | 2,1 |
| | | |
| 8 (da a) 60 giorni | 2,2 | 1,9 |
| | | |
| > 60 giorni | 1,4 | 1,7 |
|__________________________|___________________|____________________|
b) Atmosfera con umidita' relativa di circa 55%
__________________________________________________________________
| | | |
| to | (alfa) =< 20 cm | (alfa) => 60 cm |
|__________________________|___________________|____________________|
| | | |
| 3 (da a) 7 giorni | 3,8 | 2,9 |
| | | |
| 8 (da a) 60 giorni | 3,0 | 2,5 |
| | | |
| > 60 giorni | 1,7 | 2,0 |
|__________________________|___________________|____________________|
Il significato dei simboli e' riportato al precedente punto 2.1.6.
Per i valori intermedi si interpolera' linearmente.
Per valutare la caduta di tensione delle armature da c.a.p.
conseguente alla viscosita' del calcestruzzo, si terra' conto delle
prescrizioni contenute al punto 4.3.4.8. b).
2.1.8. DURABILITA'.
Al fine di garantire la durabilita' del conglomerato
particolarmente in ambiente aggressivo, cosi' come in presenza di
cicli di gelo e disgelo, e' necessario studiarne adeguatamente la
composizione.
Si potra' anche fare riferimento alla norma UNI 9858 (Maggio 1991)
citata al punto 2.1.
2.2. Acciaio da cemento armato normale.
L'uso di acciai forniti in rotoli e' ammesso per diametri
(inferiore o pari) 14 mm.
Per diametri superiori ne e' ammesso l'uso previa autorizzazione
del Servizio tecnico centrale, sentito il Consiglio superiore dei
lavori pubblici.
2.2.1. ACCERTAMENTO DELLE PROPRIETA' MECCANICHE.
Per l'accertamento delle proprieta' meccaniche vale quanto
indicato nelle EN 10002/1a (marzo 1990), UNI 564 (febbraio 1960) e
UNI 6407 (marzo 1969), salvo indicazioni contrarie o complementari.
Per acciai deformati a freddo, ivi compresi i rotoli, le
proprieta' meccaniche si intendono determinate su provette mantenute
per 30 minuti a 250 gradi centigradi e successivamente raffreddate in
aria.
In ogni caso, qualora lo snervamento non sia chiaramente
individuabile, si sostituisce fy con f(0,2).
2.2.2. ACCIAI IN BARRE TONDE LISCE.
Le barre di acciaio tonde lisce devono possedere le proprieta' in-
dicate nel successivo prospetto 1-I.
PROSPETTO 1-I
___________________________________________________________________
| | | |
| Tipo di acciaio | Fe B 22 k| Fe B 32 k|
|_____________________________________________|__________|__________|
| | | |
| Tensione caratteristica di snervamento | | |
| .......................... fyk N/mm2 | >= 215 | >= 315 |
| | | |
| Tensione caratteristica di rottura | | |
| .......................... ftk N/mm2 | >= 335 | >= 490 |
| | | |
| Allungamento ............................. | | |
| .......................... A5 % | >= 24 | >= 23 |
| | | |
| Piegamento a 180 gradi su mandrino avente | 2 * | 3 * |
| diametro ................. D | | |
|_____________________________________________|__________|__________|
Si devono usare barre di diametro compreso tra 5 e 30 mm.
2.2.3. ACCIAI IN BARRE AD ADERENZA MIGLIORATA.
Le barre di acciaio ad aderenza migliorata si differenziano dalle
barre lisce per la particolarita' di forma atta ad aumentare
l'aderenza al conglomerato cementizio e sono caratterizzate dal
diametro * della barra tonda equipesante, calcolato nell'ipotesi che
la densita' dell'acciaio sia pari a 7,85 kg/dm3.
Le barre ad aderenza migliorata devono avere diametro:
5 (inferiore o pari) * (inferiore o pari) 30 mm per acciaio Fe B
38 k;
5 (inferiore o pari) * (inferiore o pari) 26 mm per acciaio Fe B
44 k, salvo quanto specificato al punto 2.2.7.
2.2.3.1. Caratteristiche meccaniche e tecnologiche.
Gli acciai in barre ad aderenza migliorata devono possedere le
caratteristiche indicate nel prospetto 2-I, valutando le tensioni di
snervamento e di rottura come grandezze caratteristiche secondo
quanto indicato al punto 2.2.8.
La prova di piegamento e raddrizzamento si esegue alla temperatura
di 20 (piu' o meno) 5 gradi centigradi piegando la provetta a 90
gradi centigradi, mantenendola poi per 30 minuti in acqua bollente e
procedendo, dopo raffreddamento in aria, al parziale raddrizzamento
per almeno 20 gradi. Dopo la prova il campione non deve presentare
cricche.
PROSPETTO 2-I
___________________________________________________________________
| | | |
| Tipo di acciaio | Fe B 38 k| Fe B 44 k|
|_____________________________________________|__________|__________|
| | | |
| Tensione caratteristica di snervamento ... | | |
| .......................... fyk N/mm2 | >= 375 | >= 430 |
| | | |
| Tensione caratteristica di rottura ...... | | |
| .......................... ftk N/mm2 | >= 450 | >= 540 |
| | | |
| Allungamento A5 .......................... | | |
| .......................... % | >= 14 | >= 12 |
| | | |
| Piegamento a 180 (gradi)| | |
| fino a 12 mm - su mandrino | | |
| avente diametro | | |
| D | 3 * | 4 * |
| | | |
| oltre 12 mm | | | |
| fino a 18 mm | | 6 * | 8 * |
| Per barre | Piegamento e | | |
| ad aderenza oltre 18 mm | raddrizzamento | | |
| migliorata fino a 25 mm | su mandrino | 8 * | 10 * |
| aventi | avente diametro | | |
| oltre 25 mm | D | | |
| fino a 30 mm | | 10 * | 12 * |
|_____________________________________________|__________|__________|
(*) Il diametro * e' quello della barra tonda liscia equipesante.
Poiche' gli acciai, pur rispettando le limitazioni delle
caratteristiche indicate nel prospetto 2-II, possono presentare
valori sensibilmente diversi, per costruzioni in zona sismica, e,
comunque, quando si opera la ridistribuzione delle sollecitazioni di
cui al punto 4.1. il progettista deve dichiarare nella relazione sui
materiali i limiti dei rapporti fy/fyk e (ft/fy) medio posti a base
del calcolo e che dovranno essere soddisfatti dall'acciaio impiegato.
I limiti precedentemente definiti saranno controllati nello
stabilimento di produzione e si riferiranno agli stessi campioni di
cui alle prove di qualificazione (Allegato n 4, punto 1.1).
In tali limiti fy rappresenta il singolo valore di snervamento,
fyk il valore nominale di riferimento ed ft il singolo valore della
tensione di rottura.
2.2.3.2. Prova di aderenza.
Le barre ed i fili trafilati ad aderenza migliorata devono super-
are con esito positivo le prove di aderenza secondo il metodo "Beam-
test" conformemente a quanto previsto nell'allegato 6; nell'allegato
stesso sono pure indicate le modalita' di controllo del profilo da
eseguirsi in cantiere o in stabilimento.
2.2.4. FILI DI ACCIAIO TRAFILATO O LAMINATO A FREDDO DI DIAMETRO
COMPRESO FRA 5 E 12 MM.
L'acciaio per fili deve rispondere alle proprieta' indicate nel
prospetto 3-I.
PROSPETTO 3-I
___________________________________________________________________
| | |
| Tensione fyk, ovvero f(0,2)k ....... N/mm2 | >= 390 |
| | |
| Tensione caratteristica ftk ........ N/mm2 | >= 440 |
| | |
| Allungamento A10 ....................... % | >= 8 |
| | |
| Piegamento a freddo a 180 gradi su | |
| mandrino avente diametro D | 2 * |
|_____________________________________________|_____________________|
Per la prova di aderenza vale quanto precisato al precedente punto
2.2.3.2.
2.2.5. RETI E TRALICCI DI ACCIAIO ELETTROSALDATI.
Le reti ed i tralicci devono avere fili elementari di diametro *
compreso tra 5 e 12 mm e devono rispondere alle caratteristiche
riportate nel prospetto 4-I.
PROSPETTO 4-I
___________________________________________________________________
| | |
| Tensione fyk, ovvero f(0,2)k ....... N/mm2 | >= 390 |
| | |
| Tensione caratteristica ftk ........ N/mm2 | >= 440 |
| | |
| Rapporto dei diametri dei fili dell'ordito | |
| * min | |
| ______ | >= 0,60 |
| * max | |
| | |
| Allungamento A10 ....................... % | >= 8 |
| | |
| Rapporto ftk/fyk ......................... | >= 1,10 |
|_____________________________________________|_____________________|
La tensione di rottura, quella di snervamento e l'allungamento
devono essere determinati con prova di trazione su campione che
comprenda almeno uno dei nodi saldati.
Il trattamento termico di cui al punto 2.2.1. non si applica per
la determinazione delle proprieta' meccaniche di reti e tralicci di
acciaio elettrosaldato.
Dovra' inoltre essere controllata la resistenza al distacco
offerta dalla saldatura del nodo, determinata forzando con idoneo
dispositivo il filo trasversale nella direzione di quelli maggiore
posto in trazione; tale resistenza dovra' risultare maggiore di:
0,3 X 400 X Ao (N)
Nella quale Ao e' l'area della sezione del filo di diametro
maggiore misurata in millimetri quadrati.
La distanza assiale tra i fili elementari non deve superare 35 cm.
2.2.6. SALDATURE.
Gli acciai saldabili saranno oggetto di apposita marchiatura
depositata secondo quanto indicato nel punto 2.2.9., che li
differenzia dagli acciai non saldabili.
Sono proibite le giunzioni mediante saldatura in opera o fuori op-
era, nonche' il fissaggio delle gabbie di armatura tramite punti di
saldatura per tutti i tipi di acciaio per i quali il produttore non
abbia garantito la saldabilita' all'atto del deposito di cui al punto
2.2.9.
Per tali acciai l'analisi chimica effettuata su colata e
l'eventuale analisi chimica di controllo effettuata sul prodotto
finito dovranno inoltre soddisfare le limitazioni sotto riportate:
___________________________________________________________________
| |
| Massimo contenuto di elementi chimici in % |
|___________________________________________________________________|
| | | | |
| | |Analisi su prodotto|Analisi di colata|
| | |___________________|_________________|
| | | | |
| carbonio | C | 0,24 | 0,22 |
| | | | |
| fosforo | P | 0,055 | 0,050 |
| | | | |
| zolfo | S | 0,055 | 0,050 |
| | | | |
| azoto | N | 0,013 | 0,012 |
|_______________________|_____|___________________|_________________|
| | | | |
| Carbonio equivalente | Ceq | 0,52 | 0,50 |
|_______________________|_____|___________________|_________________|
Il calcolo del carbonio equivalente Ceq sara' effettuato con la
seguente formula:
Mn Cr + Mo + V Ni + Cu
Ceq = C + ----- + ------------ + --------
6 5 15
in cui i simboli chimici denotano il contenuto degli elementi stessi
espresso in percentuale.
2.2.7. DEROGA ALLE LIMITAZIONI DIMENSIONALI.
Le limitazioni riguardanti i massimi diametri ammessi di cui al
punto 2.2.3. non si applicano alle armature ad aderenza migliorata
destinate a strutture in conglomerato cementizio armato di
particolari caratteristiche e dimostrate esigenze costruttive.
L'impiego di tali armature di maggior diametro deve essere
autorizzato dal Servizio tecnico centrale del Ministero dei lavori
pubblici, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2.2.8. CONTROLLI SULLE ARMATURE.
2.2.8.1. Modalita' di prelievo e metodi di prova.
Il prelievo dei campioni e le prove saranno effettuati secondo la
norma UNI 6407-69, salvo quanto stabilito ai punti 2.2.8.2., 2.2.8.3.
per quanto riguarda la determinazione dei valori caratteristici fyk o
f(0,2)k e ftk.
2.2.8.2. Controlli in stabilimento.
I produttori di barre lisce e ad aderenza migliorata, di fili
trafilati, di reti e di tralicci elettrosaldati debbono sottoporre la
loro produzione, presso i propri stabilimenti, a prove di carattere
statistico seguendo le prescrizioni sotto riportate.
In tale caso i valori caratteristici fyk o f(0,2)k e ftk e, per
barre e fili ad aderenza migliorata l'indice di aderenza, vengono
determinati secondo le modalita' indicate negli allegati 4, 5 e 6.
Ai produttori di acciaio di cui al primo comma e' fatto obbligo di
tenere depositato presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio
tecnico centrale, il catalogo aggiornato della loro produzione
contenente tutti i dati tecnici previsti dalle presenti norme, ivi
compresa l'eventuale saldabilita' di cui al punto 2.2.6.
Per la qualificazione della produzione i produttori devono
sottoporsi agli adempimenti qui di seguito specificati e produrre la
documentazione relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio
tecnico centrale che notifica al produttore l'avvenuto deposito ed
accerta la validita' e la rispondenza della documentazione stessa
anche attraverso sopralluoghi, rilasciando apposito attestato:
1) Dimostrazione dell'idoneita' del processo produttivo:
- il tipo di prodotti (tipo, dimensioni, composizione chimica);
- le condizioni generali della fabbricazione e
dell'approvvigionamento dell'acciaio e del prodotto intermedio
(billette, vergella);
- la descrizione degli impianti di produzione;
- l'organizzazione del controllo interno di qualita' con
l'indicazione dei responsabili aziendali;
- il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di controllo.
2) Controllo continuo interno di qualita' della produzione
condotto su basi statistiche.
3) Verifica periodica della qualita' da parte dei Laboratori
Ufficiali.
Ogni 6 mesi i produttori di cui al primo comma sono tenuti inoltre
ad inviare al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, i seguenti documenti:
a) una dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni
iniziali di idoneita' del processo produttivo e dell'organizzazione
del controllo interno di qualita' o le eventuali modifiche;
b) i risultati dei controlli interni eseguiti negli ultimi 6 mesi,
per ciascun tipo di prodotto, da cui risulti il quantitativo di
produzione, il numero delle prove e l'elaborazione statistica delle
tensioni di snervamento e di rottura;
c) i risultati dei controlli eseguiti dal Laboratorio Ufficiale
(certificati e loro elaborazione) nello stesso periodo di cui al
punto b), per le prove meccaniche e chimiche;
d) il controllo della rispondenza degli indici di aderenza di cui
ai punti b) e c) alle prescrizioni delle presenti norme;
e) la documentazione di conformita' statistica, secondo una
metodologia che deve essere dichiarata, delle tensioni di snervamento
e di rottura di cui ai punti b) e c) tra loro e con le prescrizioni
contenute nelle presenti norme tecniche.
Il mancato rispetto delle condizioni sopra indicate, accertato
anche attraverso sopralluoghi, puo' comportare la decadenza della
qualificazione.
Tutte le forniture di acciaio debbono essere accompagnate da un
certificato di Laboratorio Ufficiale riferentesi al tipo di armatura
di cui trattasi e marchiate secondo quanto prescritto in 2.2.9. La
data del certificato deve essere non anteriore di 3 mesi a quella di
spedizione. Tale periodo puo' essere prolungato fino a 6 mesi qualora
il produttore abbia comunicato ufficialmente al Laboratorio Ufficiale
incaricato del controllo di avere sospeso la produzione, nel qual
caso il certificato dovra' essere accompagnato da copia di detta
comunicazione. Qualora la sospensione della produzione si protragga
per oltre 5 mesi, la procedura di qualificazione dovra' essere
ripresa ab initio.
2.2.8.3. Prodotti provenienti dall'estero.
Gli adempimenti di cui al punto 2.2.8.2. si applicano anche ai
prodotti provenienti dall'estero.
Per i prodotti provenienti da Paesi della Comunita' economica
europea nei quali sia in vigore una certificazione di idoneita'
tecnica riconosciuta dalle rispettive Autorita' competenti, il
produttore potra', in alternativa a quanto previsto al primo comma,
inoltrare al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale
domanda intesa ad ottenere il trattamento all'equivalenza della
procedura adottata nel Paese di origine depositando contestualmente
la relativa documentazione per i prodotti da fornire con il
corrispondente marchio.
L'equivalenza della procedura di cui al precedente comma e'
sancita con decreto del Ministero dei lavori pubblici, sentito il
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2.2.8.4. Controlli in cantiere o nel luogo di lavorazione delle
barre.
I controlli sono obbligatori e devono riferirsi agli stessi gruppi
di diametri contemplati nelle prove a carattere statistico di cui al
punto 2.2.8.2. e allegati 4 e 5 in ragione di 3 spezzoni, marchiati,
di uno stesso diametro, scelto entro ciascun gruppo di diametri per
ciascuna partita prescelta, sempreche' il marchio e la documentazione
di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno
stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere
estesi agli altri diametri della partita. Le prove si effettuano
presso un Laboratorio Ufficiale e riguardano la resistenza e la
duttilita'. I valori caratteristici delle grandezza fy o f(0,2) e ft
si valutano detraendo dalla media dei corrispondenti valori, riferiti
ad uno stesso diametro, rispettivamente 10 N/mm2 per fy o f(0,2) e 20
N/mm2 per ft.
Qualora il risultato non sia conforme a quello dichiarato dal
produttore, il direttore dei lavori disporra' la ripetizione della
prova su sei ulteriori campioni dello stesso diametro; in tal caso
dalle medie dei nove valori si detraggono rispettivamente 20 N/mm2
per fy o f(0,2) e 30 N/mm2. Ove anche da tale accertamento i limiti
dichiarati non risultino rispettati, il controllo deve estendersi,
previo avviso al produttore, a 25 campioni, applicando ai dati
ottenuti la formula generale valida per controlli in stabilimento
(Cfr. Allegati 4 e 5).
L'ulteriore risultato negativo comporta l'inidoneita' della
partita e la trasmissione dei risultati al produttore, che sara'
tenuto a farli inserire tra i risultati dei controlli statistici
della sua produzione. Analoghe norme si applicano ai controlli di
duttilita', aderenza e distacco al nodo saldato: un singolo risultato
negativo sul primo prelievo comporta l'esame di sei nuovi spezzoni
dello stesso diametro, un ulteriore singolo risultato negativo
comporta l'inidoneita' della partita.
Inoltre il direttore dei lavori dovra' comunicare il risultato
anomalo sia al Laboratorio Ufficiale incaricato del controllo in
stabilimento che al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale.
I certificati relativi alle prove meccaniche degli acciai devono
riportare l'indicazione del marchio identificativo di cui al
successivo punto 2.2.9., rilevato a cura del Laboratorio incaricato
dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni
fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse
rientrare fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, dovra' essere riportata
specifica annotazione sul certificato di prova.
2.2.8.5. Tolleranze.
Nei calcoli statici si adottano di norma le sezioni nominali. Le
sezioni effettive non devono risultare inferiori al 98% di quelle
nominali.
Qualora le sezioni effettive risultassero inferiori a tale limite,
nei calcoli statici si adotteranno le sezioni effettive. Per barre ad
aderenza migliorata non e' comunque ammesso superare le tolleranze
indicate nel prospetto 5-I.
PROSPETTO 5-I
___________________________________________________________________
| Diametro | | | | | | | | | | | |
| nominale, | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 12 | 14 | 16 | 18 | 20 |
| mm | | | | | | | | | | | |
|____________| | | | | | | | | | | |
| Tolleranza | | | | | | | | | | | |
| in % sulla | + | + | + | + | + | + | + | + | + | + | + |
| sezione | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
| ammessa per| 10 | 10 | 9 | 8 | 8 | 8 | 8 | 6 | 6 | 6 | 6 |
| l'impiego | | | | | | | | | | | |
|____________|____|____|____|____|____|____|____|____|____|____|____|
| Diametro | | | | | | | | | | | |
| nominale, | 22 | 24 | 25 | 26 | 28 | 30 | | | | | |
| mm | | | | | | | | | | | |
|____________| | | | | | | | | | | |
| Tolleranza | | | | | | | | | | | |
| in % sulla | + | + | + | + | + | + | | | | | |
| sezione | - | - | - | - | - | - | | | | | |
| ammessa per| 5 | 5 | 5 | 5 | 5 | 5 | | | | | |
| l'impiego | | | | | | | | | | | |
|____________|____|____|____|____|____|____|____|____|____|____|____|
Nell'elaborazione dei risultati sperimentali ottenuti in
laboratorio si opera comunque sulle sezioni effettive delle barre
lisce e sulle sezioni delle barre equipesanti per barre e fili
trafilati ad aderenza migliorata.
Per i fili di acciaio trafilati e per i fili delle reti e dei
tralicci la tolleranza sulle sezioni ammesse per l'impiego e' di
(piu' o meno) 4% per tutti i diametri.
2.2.9. MARCHIATURA PER IDENTIFICAZIONE.
Tutti i produttori di barre lisce o ad aderenza migliorata, di
fili, di reti e di tralicci devono procedere ad una marchiatura del
prodotto fornito, dalla quale risulti, in modo inequivocabile, il
riferimento all'Azienda produttrice, allo Stabilimento, al tipo di
acciaio ed alla sua eventuale saldabilita'.
A tali produttori e' fatto obbligo di depositare il "marchio"
(nervatura e marchiatura) presso il Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale.
2.3. Acciaio da cemento armato precompresso.
2.3.1. GENERALITA'.
Le prescrizioni seguenti si riferiscono agli acciai per armature
da precompressione forniti sotto forma di:
Filo: prodotto trafilato di sezione piena che possa fornirsi in
rotoli;
Barra: prodotto laminato di sezione piena che possa fornirsi
soltanto in forma di elementi rettilinei;
Treccia: gruppi di 2 e 3 fili avvolti ad elica intorno al loro
comune asse longitudinale; passo e senso di avvolgimento dell'elica
sono eguali per tutti i fili della treccia;
Trefolo: gruppi di fili avvolti ad elica in uno o piu' strati
intorno ad un filo rettilineo disposto secondo l'asse longitudinale
dell'insieme e completamente ricoperto dagli strati. Il passo ed il
senso di avvolgimento dell'elica sono eguali per tutti i fili di uno
stesso strato.
I fili possono essere lisci, ondulati, con impronte, tondi o di
altre forme; vengono individuati mediante il diametro nominale o il
diametro nominale equivalente riferito alla sezione circolare
equipesante. Non e' consentito l'uso di fili lisci nelle strutture
precompresse ad armature pre-tese.
Le barre possono essere lisce, a filettatura continua o parziale,
con risalti; vengono individuate mediante il diametro nominale.
2.3.2. COMPOSIZIONE CHIMICA.
Il produttore deve controllare la composizione chimica e la
struttura metallografica al fine di garantire le proprieta'
meccaniche prescritte.
2.3.3. GRANDEZZE GEOMETRICHE E MECCANICHE. CONTROLLI
Le grandezze qui di seguito elencate: *, A, fptk, fpyk, fp(0.2)k,
fp(1)k, l, Ep, N, alfa(180 gradi ed eventualmente L e r debbono fare
oggetto di garanzia da parte del produttore ed i corrispondenti
valori garantiti figurare nel catalogo del produttore stesso.
Il controllo sara' eseguito secondo le modalita' e le prescrizioni
indicate nei punti successivi e nell'Allegato 3.
Pertanto i valori delle grandezze:
- *, A, Ep saranno confrontati con quelli che derivano
dall'applicazione, di valori nominali, delle tolleranze prescritte
rispettivamente ai punti 3.1 e 3.6 dell'Allegato 3;
- fptk, fpyk, fp(0,2)k, fp(1)k, ottenuti applicando ai valori
singoli di fpt, jpy, jp(0,2), jp(1) le formule di cui ai punti 1 e 2,
dell'Allegato 3, saranno confrontati con i corrispondenti valori
garantiti che figurano nel catalogo del produttore;
- l, N, alfa(180(gradi) saranno confrontati con quelli prescritti
rispettivamente ai punti 3.3, 3.8 e 3.9 dell'Allegato 3;
- L e r saranno confrontati con i valori che, eventualmente,
figurano nel catalogo del produttore.
Si prendera' inoltre in considerazione la forma del diagramma
sforzi deformazioni.
Le presenti norme prevedono due forme di controllo:
- controlli obbligatori nello stabilimento di produzione;
- controlli facoltativi in cantiere o nel luogo di formatura dei
cavi.
I controlli eseguiti in stabilimento si riferiscono a lotti di
fabbricazione. I controlli eseguiti in cantiere si riferiscono a
lotti di spedizione.
Lotti di spedizione: lotti al massimo di 30 t, spediti in un'unica
volta, costituiti da prodotti aventi grandezze nominali omogenee
(dimensionali, meccaniche, di formazione).
Lotti di fabbricazione: si riferiscono a produzione continua,
ordinata cronologicamente mediante apposizione di contrassegni al
prodotto finito (numero di rotolo finito, della bobina di trefolo e
del fascio di barre). Un lotto di fabbricazione deve avere grandezze
nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione) ed essere
compreso tra 30 e 100 tonnellate.
Il produttore dovra' accompagnare tutte le spedizioni con un
proprio certificato di controllo riferentesi ad un numero di prove
almeno pari a quello indicato nella colonna 4 della tabella 1
dell'Allegato 3.
Ai produttori di acciaio per c.a.p. e' fatto obbligo di tenere
depositato presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, il catalogo aggiornato della produzione, contenente tutti i
dati tecnici secondo le prescrizioni delle presenti norme.
Per la qualificazione della produzione i produttori devono
sottoporsi agli adempimenti qui di seguito specificati e produrre la
documentazione relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio
tecnico centrale, che notifica al produttore l'avvenuto deposito ed
accerta la validita' e la rispondenza della documentazione stessa
anche attraverso sopralluoghi, rilasciando apposito attestato:
1) Dimostrazione dell'idoneita' del processo produttivo:
- il tipo di prodotti (tipo, dimensioni, composizione chimica);
- le condizioni generali della fabbricazione e
dell'approvvigionamento dell'acciaio e del prodotto intermedio
(billette, vergella);
- la descrizione degli impianti di produzione;
- l'organizzazione del controllo interno di qualita' con
l'indicazione dei responsabili aziendali;
- il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di controllo;
2) Controllo continuo interno di qualita' della produzione
condotto su basi statistiche;
3) Verifica periodica della qualita' da parte del Laboratori
Ufficiali.
Ogni 6 mesi i produttori sono tenuti inoltre ad inviare al
Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, i seguenti
documenti:
a) una dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni
iniziali di idoneita' del processo produttivo e dell'organizzazione
del controllo interno di qualita' o le eventuali modifiche;
b) i risultati dei controlli interni eseguiti negli ultimi 6 mesi,
per ciascun tipo di prodotto, da cui risulti il quantitativo di
produzione, il numero delle prove e l'elaborazione statistica delle
tensioni limite e di rottura;
c) i risultati dei controlli eseguiti dal Laboratorio Ufficiale
(certificati e loro elaborazione) nello stesso periodo di cui al
punto b), per le prove meccaniche e chimiche;
d) la documentazione di conformita' statistica, secondo una
metodologia che deve essere dichiarata, delle tensioni limite e di
rottura di cui ai punti b) e c) tra loro e con le prescrizioni
contenute nelle presenti norme tecniche;
e) il controllo della rispondenza delle verifiche di rilassamento
e di fatica, qualora per tali grandezza sia stata richiesta la
qualificazione, di cui ai punti b) e c) alle prescrizioni delle
presenti norme.
Il mancato rispetto delle condizioni sopra indicate, accertato
anche attraverso sopralluoghi, puo' comportare la decadenza della
qualificazione.
2.3.3.1. Controlli in stabilimento.
I produttori di acciaio per armature da precompressione debbono
sottoporre la loro produzione, presso i propri stabilimenti, a prove
a carattere statistico, seguendo le prescrizioni di cui al punto
2.3.3.
I produttori dovranno contrassegnare cronologicamente la loro
produzione numerando i lotti di fabbricazione. Per ciascun lotto
saranno tenuti ad eseguire presso lo stabilimento di produzione
controlli continuativi geometrici e meccanici dei quali riporteranno
i risultati in appositi registri.
Tutte le forniture di acciaio debbono essere accompagnate da un
certificato di un Laboratorio Ufficiale riferentesi al tipo di
armatura di cui trattasi e munite di un sigillo sulle legature con il
marchio del produttore, secondo quanto indicato al punto 2.3.5. La
data del certificato deve essere non anteriore di 3 mesi alla data di
spedizione. Limitatamente alla resistenza a fatica e al rilassamento
il certificato e' utilizzabile se ha data non anteriore di un anno
alla data di spedizione.
Tale periodo puo' essere prolungato fino a 6 mesi qualora il
produttore abbia comunicato ufficialmente al laboratorio incaricato
del controllo di avere sospeso la produzione; nel qual caso il
certificato dovra' essere accompagnato da copia di detta
comunicazione.
Qualora la sospensione della produzione si prolunghi per oltre 5
mesi, la procedura di qualificazione dovra' essere ripresa ab initio.
Il certificato puo' essere utilizzato senza limitazione di tempo
per i lotti cui si riferiscono le prove citate nel certificato
stesso.
2.3.3.2. Controlli in cantiere o nel luogo di formazione dei cavi.
Il direttore dei lavori in cantiere o il tecnico responsabile
dell'officina di formazione dei cavi, che assume a tale riguardo le
responsabilita' attribuite dalla legge al direttore dei lavori, deve
controllare che si possano individuare in modo incontrovertibile
l'origine e le caratteristiche del materiale. E' inoltre
responsabilita' del tecnico responsabile dell'officina di formazione
dei cavi di documentare al direttore dei lavori la provenienza e le
caratteristiche ed il marchio del materiale stesso.
Qualora il direttore dei lavori o il tecnico responsabile
dell'officina di formazione dei cavi ritenesse di ricontrollare
forniture di acciai che rispondano ai requisiti di cui sopra, valgono
le seguenti norme.
Effettuato un prelievo, in cantiere o nel luogo di formazione dei
cavi, di dieci saggi provenienti da una stessa fornitura ed
appartenenti ad una stessa categoria si determinano, mediante prove
effettuate presso un Laboratorio Ufficiale, i corrispondenti valori
medi gmm di fpt, fpy, fp(0,2), fp(1), ed i relativi scarti quadratici
medi sn e si controllano inoltre le grandezze *, A, N, l, Ep,
alfa(180 gradi
I risultati delle prove vengono considerati compatibili con quelli
ottenuti in stabilimento se le grandezze **, A, l, Ep, N, alfa(180
gradi rispettano le prescrizioni di cui all'Allegato 3, punto 3. e
se:
- per le tensioni di rottura fpt:
gmn (superiore o pari) 1,03 fptk
sn (inferiore o pari) 0,05 fptk
- per le grandezze fpy, fp(0,2), fp(1):
fp(0,2)k
gmn (superiore o pari) 1,04 fp(1)k
fpyk
fp(0,2)k
sn (inferiore o pari) 0,07 fp(1)k
fpyk
nelle quali i valori caratteristici sono quelli garantiti chi
figurano nel catalogo del produttore.
Se tali diseguaglianze non sono verificate, o se non sono
rispettate le prescrizioni di cui all'Allegato 3 si ripeteranno,
previo avviso al produttore, le prove su altri 10 saggi.
L'ulteriore risultato negativo comporta l'inidoneita' della
partita e la trasmissione dei risultati al produttore, che sara'
tenuto a farli inserire tra i risultati dei controlli statistici
della sua produzione.
Inoltre il direttore dei lavori dovra' comunicare il risultato
anomalo sia al Laboratorio Ufficiale incaricato del controllo in
stabilimento che al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale.
I certificati relativi alle prove (meccaniche) degli acciai devono
riportare l'indicazione del marchio identificativo di cui al
successivo punto 2.3.5., relativo a cura del Laboratorio incaricato
dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni
fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse
rientrare fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, dovra' essere riportata
specifica annotazione sul certificato di prova.
2.3.3.3 Prodotti provenienti dall'estero.
Gli adempimenti di cui ai punti 2.3.3.1. e 2.3.3.2. si applicano
anche ai prodotti provenienti dall'estero.
Per i prodotti provenienti da Paesi della Comunita' economica
europea nei quali sia in vigore una certificazione di idoneita'
tecnica riconosciuta dalle rispettive Autorita' competenti, il
produttore potra', in alternativa a quanto previsto al primo comma,
inoltrare al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, domanda intesa ad ottenere il riconoscimento
dell'equivalenza della procedura adottata nel Paese di origine,
depositando contestualmente la relativa documentazione per i prodotti
da fornire con il corrispondente marchio.
L'equivalenza della procedura di cui al precedente comma e'
sancita con decreto del Ministero dei lavori pubblici, sentito il
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2.3.4. REQUISITI
Gli acciai possono essere forniti in rotoli (fili, trecce,
trefoli), in bobine (trefoli), in fasci (barre).
I fili debbono essere forniti in rotoli di diametro tale che,
all'atto dello svolgimento, allungati al suolo su un tratto di 10 m
non presentino curvatura con freccia superiore a 400 mm; il
produttore deve indicare il diametro minimo di avvolgimento.
Ciascun rotolo di filo liscio, ondulato o con impronte dovra'
essere esente da saldature.
Sono ammesse le saldature di fili destinati alla fabbricazione di
trecce e di trefoli se effettuate prima della trafilatura; per
trefoli sono ammesse saldature anche durante l'operazione di
cordatura purche' tali saldature siano opportunamente distanziate e
sfalsate.
2.3.4.1. Condizioni degli acciai all'atto della posa in opera.
All'atto della posa in opera gli acciai devono presentarsi privi
di ossidazione, corrosione, difetti superficiali visibili, pieghe.
E' tollerata un'ossidazione che scompaia totalmente mediante
sfregamento con un panno asciutto.
Non e' ammessa in cantiere alcuna operazione di raddrizzamento.
2.3.4.2. Prelievo dei saggi.
I saggi destinati ai controlli non debbono essere avvolti con
diametro inferiore a quello della bobina o rotolo di provenienza.
I saggi debbono essere prelevati con le lunghezze richieste dal
Laboratorio Ufficiale di destinazione ed in numero sufficiente per
eseguire eventuali prove di controllo successive.
I saggi debbono essere adeguatamente protetti nel trasporto.
2.3.5. MARCHIATURA PER IDENTIFICAZIONE.
Tutti i produttori di acciaio per armatura di precompressione
debbono munire le loro forniture di un sigillo nelle legature
contenente il marchio del produttore da cui risulti, in modo
inequivocabile, il riferimento all'Azienda produttrice, allo
Stabilimento, alle caratteristiche dell'acciaio.
A tali produttori e' fatto obbligo di depositare il "marchio"
presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
2.3.6. CADUTE DI TENSIONE PER RILASSAMENTO.
In assenza di dati sperimentali afferenti al lotto considerato, la
caduta di tensione per rilassamento a tempo infinito (delta sigma
gamma infinito) ad un temperatura di 20 gradi centigradi e per una
tensione iniziale (sigma)spi = 0,75 fptk puo' assumersi pari ai
seguenti valori:
___________________________________________________________________
| | |
| tipo di armatura | delta sigma gamma infinito |
|_________________________________|_________________________________|
| | |
| Filo trafilato | 0,15 sigma spi |
| | |
| Treccia | 0,20 sigma spi |
| | |
| Trefolo | 0,18 sigma spi |
| | |
| Barra laminata | 0,12 sigma spi |
|_________________________________|_________________________________|
Si ammette che, al variare della tensione iniziale, la caduta per
rilassamento vari con legge parabolica e che il relativo diagramma,
tracciato in funzione di (sigma)spi, abbia ordinata nulla e tangente
orizzontale per (sigma)spi = 0,5 fptk.
La caduta a tempo infinito puo' altresi' valutarsi partendo dalla
media delle cadute misurate su almeno due campioni sottoposti a prove
di rilassamento a 120 ore, applicando l'espressione:
delta signa gamma infinito = 3 delta sigma gamma 120 + 0,03 ((sigma)
spi - 0,5 fptk)
(valida per sigma spi (maggiore o pari) 0,5 fptk)
Si operera' di regola con:
(sigma)spi = 0,75 fptk
e, in mancanza di piu' precisi dati sperimentali, si ammettera' che
la caduta vari in funzione di (sigma)spi con la suddetta legge
parabolica. Partendo dai risultati di prova a 120 ore non possono
comunque assumersi cadute inferiori alla meta' di quelle indicate nel
precedente capoverso.
Per le barre si rispettera' comunque il limite (sigma)spi
(inferiore o pari) 0,85 fpyk.
Qualora di disponga di prove a lunga durata, la caduta per
rilassamento a tempo infinito
delta sigma gamma infinito = delta sigma gamma t + C (delta sigma
gamma t - delta sigma gamma 1000)
dove delta sigma gamma 1000 e delta sigma gamma t sono
rispettivamente le cadute per rilassamento di catalogo per 1000 ore e
per tempo t (superiore o pari) 2000 ore; C e' un coefficiente dato
dalla seguente tabella:
___________________________________________________________________
| | |
| t in ore | C |
|_________________________________|_________________________________|
| | |
| 2.000 | 9 |
| | |
| 5.000 | 3 |
| | |
| 10.000 | 1,5 |
|_________________________________|_________________________________|
Per tenere conto dell'influenza del valore della tensione iniziale
si potra' sia operare per (sigma)spi = 0,75 fptk ed adottare la legge
di variazione parabolica sopra indicata, sia operare sulle tre
tensioni 0,55 fptk, 0,65 fptk, 0,75 fptk e dedurne una legge di
variazione sperimentale.
Il rilassamento di armature che subiscono un ciclo termico dopo la
messa in tensione e' opportuno venga valutato sperimentalmente.
3. COLLAUDO STATICO.
3.1. Prescrizioni generali.
Il collaudo di cui all'art. 7 della legge 5 novembre 1971, n.
1086, oltre al controllo del corretto adempimento delle prescrizioni
formali di cui agli artt. 4, 6 e 9 della legge medesima, nonche'
dell'art. 5 ove il collaudo sia stato affidato in corso d'opera,
dovra' comprendere i seguenti adempimenti tecnici:
a) ispezione generale dell'opera nel suo complesso con particolare
riguardo a quelle strutture o parti di strutture piu' significative
da confrontare con i disegni esecutivi depositati in cantiere;
b) esame dei certificati delle prove sui materiali, articolato:
- nell'accertamento del numero dei prelievi effettuati e della sua
conformita' al presente decreto a quanto fissato dagli allegati dello
stesso;
- nel controllo che i risultati elaborati delle prove siano
compatibili con i criteri di accettazione fissati nei sopracitati
allegati;
c) esame dei certificati di cui ai punti 2.2.8.2. e 2.3.3.1.;
d) controllo dei verbali delle eventuali prove di carico fatte
eseguire dal direttore dei lavori;
e) esame dell'impostazione generale della progettazione
strutturale, degli schemi di calcolo e delle azioni considerate.
Inoltre, nell'ambito della propria discrezionalita', il
collaudatore potra' richiedere:
A) di effettuare quegli accertamenti utili per formarsi il
convincimento della sicurezza dell'opera, quali:
- prove di carico da eseguirsi secondo le modalita' previste nel
successivo punto 3.2.;
- saggi diretti sui conglomerati con prelievi di campioni e
controllo delle armature;
- controlli non distruttivi sulle strutture;
B) documentazioni integrative di progetto.
3.2. Prove di carico.
Le prove di carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore,
rispetteranno le modalita' sottoindicate, e non potranno avere luogo
prima che sia stata raggiunta la resistenza che caratterizza la
classe di conglomerato prevista e, in mancanza di precisi
accertamenti al riguardo, non prima di 28 giorni dalla ultimazione
del getto.
Il programma delle prove deve essere sottoposto al direttore dei
lavori ed al progettista e reso noto al costruttore.
Le prove di carico si devono svolgere con le modalita' indicate
dal collaudatore che se ne assume la piena responsabilita', mentre,
per quanto riguarda la loro materiale attuazione e in particolare per
le eventuali puntellazioni precauzionali, e' responsabile il
direttore dei lavori.
I carichi di prova devono essere, di regola, tali da indurre le
sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni rare. In
relazione al tipo della struttura ed alla natura dei carichi le prove
devono essere convenientemente protratte nel tempo.
L'esito della prova potra' essere valutato sulla base dei seguenti
elementi:
- le deformazioni si accrescano all'incirca proporzionalmente ai
carichi;
- nel corso della prova non si siano prodotte lesioni,
deformazioni o dissesti che compromettano la sicurezza o la
conservazione dell'opera;
- la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico
massimo non superi una quota parte di quella totale commisurata ai
prevedibili assestamenti iniziali di tipo anelastico della struttura
oggetto della prova. Nel caso invece che tale limite venga superato,
prove di carico successive accertino che la struttura tenda ad un
comportamento elastico;
- la deformazione elastica risulti non maggiore di quella
calcolata.
Nel calcolo si terra' conto di quanto indicato al punto 2.1.3. e
della eventuale presenza di microfessurazioni del calcestruzzo.
Quando le opere siano ultimate prima della nomina del
collaudatore, le prove di carico possono essere eseguite dal
direttore dei lavori, che ne redige verbale sottoscrivendolo assieme
al costruttore. E' facolta' del collaudatore controllare, far
ripetere ed integrare le prove precedentemente eseguite.
Sezione II
Calcolo ed esecuzione
4. NORME DI CALCOLO.
4.0. Generalita'.
Le verifiche devono essere condotte sia nei riguardi degli stati
limite di esercizio sia nei riguardi degli stati limite ultimi.
Per tener conto delle incertezze sui dati disponibili il metodo
semi-probabilistico comporta l'assunzione di valori caratteristici
sia per le resistenze dei materiali che per l'entita' delle azioni.
Essi sono: per le resistenze dei materiali i frattili di ordine 0,05
delle rispettive distribuzioni statistiche e si indicano con fk; per
le azioni permanenti e la forza di pre-tensione i frattili di ordine
0,95 ovvero quelli di ordine 0,05 a seconda che i valori rilevanti ai
fini della sicurezza siano quelli piu' elevati ovvero quelli piu'
bassi; per le azioni variabili nel tempo i valori caratteristici sono
associati ad idonei periodi di ritorno delle stesse in relazione al
periodo di vita fissato per la struttura.
I valori caratteristici vengono poi trasformati in valori di
calcolo mediante l'applicazione di opportuni coefficienti.
Si verifica quindi che gli effetti delle azioni di calcolo non
superino quelli compatibili con lo stato limite considerato.
Le verifiche di cui ai successivi punti si applicano al c.a.
ordinario, al cemento armato precompresso ed a quello parzialmente
precompresso.
4.0.1. AZIONI DI CALCOLO.
Si adotteranno le azioni di progetto, e relative combinazioni, in-
dicate al punto 7 della Parte Generale.
4.0.2. RESISTENZE DI CALCOLO.
Le resistenze di calcolo fd si valutano mediante l'espressione
fk
fd = -------
(gamma)m
assumendo per il coefficiente (gamma)m i valori indicati nel
prospetto 6-I.
In particolare la resistenza di calcolo del calcestruzzo fcd
risulta pari a:
fck Rck . 0,83
fcd=--------- = ------------
(gamma)c (gamma)c
PROSPETTO 6-I
___________________________________________________________________
| | | |
| Stati limite | Acciaio (gamma)s | Calcestruzzo (gamma)c |
|___________________|____________________|__________________________|
| | | |
| ultimi | 1,15 | 1,5 per c.a.p. |
| | | |
| | | 1,6 per c.a. e c.a. con |
| | | precompressione |
| | | parziale |
| | | |
| di esercizio | 1,0 | 1,0 |
|___________________|____________________|__________________________|
Per spessori minori di 5 cm il coefficiente (gamma)c va maggiorato
del 25%.
4.1. Calcolo delle sollecitazioni.
4.1.1. STRUTTURE COSTITUITE DA ELEMENTI MONODIMENSIONALI.
La determinazione delle sollecitazioni nelle strutture
iperstatiche puo' effettuarsi a mezzo di:
- calcolo non lineare;
- calcolo elastico-lineare senza ridistribuzioni;
- calcolo elastico-lineare con ridistribuzioni.
4.1.1.1. Calcolo non lineare.
Il calcolo allo stato limite ultimo deve essere effettuato per la
combinazione di azioni piu' sfavorevole. Per tale situazione si
immagina tuttavia convenzionalmente di raggiungere lo stato limite
mediante un unico accrescimento proporzionale delle azioni applicate.
Le condizioni di compatibilita' si esprimono di regola attribuendo
a ciascuna sezione una legge momenti/curvature, ed integrando le cur-
vature lungo l'asse degli elementi.
Le leggi momenti/curvature devono rappresentare in modo adeguato
il comportamento a breve durata di elementi strutturali supposti
costituiti da materiali aventi le resistenze fk introdotte nel
progetto.
Nei casi usuali si potra' anche procedere concentrando le
rotazioni anelastiche nelle sezioni critiche.
Nel caso di elementi soggetti prevalentemente a flessione, si
possono anche adottare schematizzazioni trilineari della legge
momenti/rotazioni (M/alfa) di ciascuna sezione critica,
rappresentando i tre lati le seguenti tre fasi:
- fase elastica lineare;
- fase fessurata;
- fase plastica.
VEDI FIGURA A PAG. 30
La rotazione plastica (theta)pl da supporre localizzata nella
sezione critica, puo' dedursi dal precedente diagramma empirico
(valido per sezioni rettangolari od a T), in funzione della posizione
x/d dell'asse neutro a rottura.
4.1.1.2. Calcolo elastico lineare senza ridistribuzioni.
Il calcolo elastico lineare puo' essere utilizzato sia per gli
stati limite di esercizio, sia per lo stato limite ultimo; in
quest'ultimo caso occorre evitare situazioni di fragilita' locale
nella struttura. Ad esempio in elementi come quelli definiti nel
terzo comma del punto 4.1.1.3. il rapporto x/d non deve, di regola,
essere maggiore, nella sezione critica, di:
x
--- = 0,45 per calcestruzzo di resistenza fck (inferiore o pari)
d 35,
x
--- = 0,35 per calcestruzzo di resistenza fck (superiore) 35,
d
a meno di realizzare particolari disposizioni di armatura (ad esempio
confinamento).
4.1.1.3. Calcolo elastico lineare con ridistribuzioni.
Per la progettazione delle strutture a telaio di caratteristiche
correnti si possono giustificatamente assumere in talune sezioni dei
momenti (delta)Me ridotti, rispetto ai momenti Me, derivanti dal
calcolo elastico lineare, a condizione che nelle altre parti della
struttura siano considerate le corrispondenti variazioni necessarie
per garantire l'equilibrio.
Deve essere presa in conto l'eventuale influenza delle
ridistribuzioni dei momenti su tutti gli aspetti del calcolo. Tali
aspetti includono la flessione, il taglio, l'ancoraggio, le
interruzioni delle armature e la fessurazione.
Nelle travi continue in cui il rapporto tra due luci adiacenti e'
inferiore a due, nelle travi di telai a nodi fissi e negli elementi
soggetti prevalentemente a flessione una verifica esplicita della
capacita' di rotazione delle zone critiche puo' essere omessa purche'
vengano soddisfatte le condizioni sotto riportate:
- in presenza di calcestruzzo di resistenza non superiore a fck =
35 N/mm2
x
delta (superiore o pari) 0,44 + 1,25 ---
d
- in presenza di calcestruzzo di resistenza superiore a fck = 35
N/mm2
x
delta (superiore o pari) 0,56 + 1,25 ---
d
Nei telai cui sono affidate rilevanti forze orizzontali non e'
consentita alcuna ridistribuzione senza controllo con calcolo non
lineare.
4.1.2. LASTRE PIANE.
La determinazione delle sollecitazioni nelle lastre piane soggette
prevalentemente a forze perpendicolari al piano medio puo'
effettuarsi a mezzo di:
- calcolo non lineare;
- calcolo elastico-lineare senza ridistribuzioni;
- calcolo elastico-lineare con ridistribuzioni;
- calcolo elasto-plastico o rigido-plastico.
4.1.2.1. Calcolo non lineare.
Il procedimento di calcolo deve esprimere le condizioni di
compatibilita' della deformazione introducendo idealizzazioni delle
leggi momenti/curvature o momenti/rotazioni che tengano adeguato
conto della fessurazione.
Il calcolo puo' essere utilizzato sia per lo stato limite ultimo
che per lo stato limite di esercizio.
4.1.2.2. Calcolo elastico lineare senza ridistribuzioni.
Il calcolo puo' essere utilizzato sia per lo stato limite ultimo
che per lo stato limite di esercizio.
4.1.2.3. Calcolo elastico lineare con ridistribuzioni.
Il calcolo puo' essere utilizzato sia per lo stato limite ultimo,
sia per lo stato limite di esercizio.
Nelle lastre continue si possono effettuare ridistribuzioni di
momenti, rispetto al calcolo elastico lineare, fra le sezioni di
appoggio e quelle di campata, nei limiti consentiti in 4.1.1.3., per
gli elementi monodimensionali.
Agli effetti del controllo della duttilita', nel calcolo di x/d si
deve prescindere dalla presenza di una eventuale armatura compressa.
4.1.2.4. Calcolo elastico-plastico o rigido-plastico.
La teoria della plasticita' puo' essere applicata per la verifica
allo stato limite ultimo, sia per mezzo dei metodi statici che dei
metodi cinematici.
Sempre per lo stato limite ultimo deve verificarsi la condizione
di duttilita':
x
--- (inferiore o pari) 0,25
d
prescindendo nel calcolo di x dalla presenza di una eventuale
armatura compressa.
Per lo stato limite di esercizio si devono verificare le
condizioni di cui al punto 4.3.1. per la fessurazione, e al punto
4.3.3. per le deformazioni; tali verifiche non potranno in nessun
caso essere omesse.
4.2. Verifiche allo stato limite ultimo.
4.2.1. VERIFICHE ALLO STATO LIMITE ULTIMO PER SOLLECITAZIONI CHE
PROVOCANO TENSIONI NORMALI (SFORZO NORMALE, FLESSIONE SEMPLICE E
COMPOSTA).
4.2.1.1. Ipotesi di base.
Le norme seguenti si applicano agli elementi con armature
aderenti, monodimensionali a prevalente sviluppo lineare e, per
quanto possibile, agli elementi bidimensionali.
Valgono le seguenti ipotesi:
- conservazione delle sezioni piane;
- deformazione massima del calcestruzzo compresso pari a -0,0035
nel caso di flessione semplice e composta con asse neutro reale, e
variabile dal valore predetto a -0,002 quando l'asse neutro, esterno
alla sezione, tende all'infinito;
- deformazione massima dell'armatura tesa (contata a partire dalla
decompressione del calcestruzzo se si tratta di armature di
precompressione) + 0,01.
4.2.1.2. Sicurezza.
Nei casi di compressione o di pressoflessione, che non siano
determinati da precompressione, vanno rispettate le seguenti
prescrizioni;
a) lo sforzo normale deve risultare minore di quello calcolato per
compressioni centrate con una maggiorazione del 25% del coefficiente
(gamma)c;
b) in ogni caso, per tenere conto delle incertezze sul punto di
applicazione dei carichi si deve ipotizzare una eccentricita',
prevista nella direzione piu' sfavorevole, da sommare a quella
eventuale dei carichi e di entita' pari al maggiore dei due valori
h/30 e 20 mm, essendo h la dimensione nella direzione considerata per
la eccentricita';
c) per elementi snelli, come definiti in 4.2.4., si devono
effettuare le conseguenti verifiche.
4.2.1.3. Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni del calcestruzzo.
Di norma si adotta il diagramma parabola rettangolo, rappresentato
in figura 2-I, definito da un arco di parabola di secondo grado
passante per l'origine, avente asse parallelo a quello delle
tensioni, e da un segmento di retta parallelo all'asse delle
deformazioni tangente alla parabola nel punto di sommita'. Il vertice
della parabola ha ascissa -0,002, l'estremita' del segmento ha
ascissa -0,0035. L'ordinata massima del diagramma e' pari a 0,85 fcd.
VEDI FIGURA A PAG. 33
Per la verifica locale delle sezioni, in alternativa al diagramma
parabola rettangolo, la distribuzione delle compressioni puo' essere
assunta uniforme con valori:
- 0,85 fcd se la zona compressa presenta larghezza costante o
crescente verso la fibra piu' compressa;
- 0,85 fcd se la zona compressa presenta larghezza decrescente
verso la medesima fibra; sulle seguenti altezze, a partire dal lembo
compresso:
- se x (inferiore o pari) h: altezza 0,8 x;
x - 0,8 h
- se x (maggiore) h: altezza ( ----------) . h.
x - 0,75 h
Si potranno adottare altri diagrammi sforzi-deformazioni, a
condizione che i risultati che con questi si ottengono siano in
accordo con quelli derivanti dall'impiego del diagramma parabola
rettangolo, o siano chiaramente giustificabili.
4.2.1.4. Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni dell'acciaio.
Il diagramma di calcolo di un acciaio ordinario o di un acciaio
per precompressione si deduce dal diagramma caratteristico
effettuando un'affinita' parallelamente alla tangente all'origine nel
rapporto 1/(gamma)s.
4.2.1.5. Cerchiature.
Nelle strutture semplicemente compresse, armate con ferri
longitudinali disposti lungo una circonferenza e racchiusi da una
spirale di passo non maggiore di 1/5 del diametro del nucleo
cerchiato, la resistenza allo stato limite ultimo si calcola sommando
i contributi della sezione di calcestruzzo del nucleo, dell'acciaio
longitudinale e di una sezione di armatura fittizia longitudinale di
peso uguale a quello della spirale, maggiorando il coefficiente
(gamma)c del 25% come prescritto al punto 4.2.1.2.
La resistenza globale cosi' valutata non deve superare il doppio
di quella del nucleo.
La sezione di armatura longitudinale non deve risultare inferiore
alla meta' di quella dell'armatura fittizia corrispondente alla
spirale.
4.2.1.6. Armature di precompressione non aderenti.
Se le armature di precompressione non sono aderenti al
calcestruzzo si deve tener conto della riduzione di resistenza dovuta
allo scorrimento relativo acciaio-conglomerato.
4.2.2. VERIFICHE ALLO STATO LIMITE ULTIMO PER SOLLECITAZIONI
TAGLIANTI.
4.2.2.1. Premessa.
Per le verifiche allo stato limite ultimo per le sollecitazioni
taglianti gli elementi monodimensionali dotati di armature
longitudinali determinate in base al punto 4.2.1. devono rispettare
le prescrizioni di cui ai punti successivi.
4.2.2.2. Elementi senza armature trasversali resistenti a taglio.
E' consentito l'impiego di elementi sprovvisti di armature
trasversali resistenti a taglio per solette, piastre e membrature a
comportamento analogo, a condizione che detti elementi abbiano
sufficiente capacita' di ripartire i carichi trasversalmente.
4.2.2.2.1. Verifica del conglomerato. Il taglio di calcolo non
deve superare il valore che, con riferimento alla resistenza a
trazione di calcolo fctd, determina la formazione delle fessure ob-
lique, tenendo conto, oltre che degli effetti dei carichi, di
eventuali stati coattivi che favoriscano la formazione delle stesse
fessure.
4.2.2.2.2. Verifica dell'armatura longitudinale. La verifica
comporta la traslazione del diagramma del momento flettente lungo
l'asse longitudinale nel verso che da' luogo ad un aumento del valore
assoluto del momento flettente.
Le verifiche possono effettuarsi rispettando la condizione:
Vsdu (inferiore o pari) 0,25 fctd per r (1 + 50 (ro)l) per bw per d
per (delta)
con il seguente significato dei simboli:
Vsdu = taglio sollecitante di calcolo allo stato limite ultimo;
fctd = resistenza a trazione di calcolo;
r = (1,6 - d) con d espressa in metri e comunque d (inferiore o
pari) 0,60 m;
Asl
(ro)l = -------------- e comunque (ro)l (inferiore o pari) 0,02;
beta omega per d
bw = larghezza della membratura resistente a taglio;
d = altezza utile della sezione;
delta = 1 in assenza di sforzo normale;
delta = 0 in presenza di un apprezzabile sforzo normale di trazione;
Mo
delta = 1 + ------ in presenza di sforzo di compressione
Msdu
(o di precompressione); Mo e' il momento di decompressione
riferito alla fibra estrema della sezione sui cui agisce
Msdu; Msdu e' il momento agente massimo di calcolo nella
regione in cui si effettua la verifica a taglio, da assumersi
almeno pari a Mo;
Asl = area dell'armatura longitudinale di trazione ancorata al di
la' dell'intersezione dell'asse dell'armatura con una
eventuale fessura a 45 gradi che si inneschi nella sezione
considerata (vedi figura 3-I).
4.2.2.3. Elementi con armature trasversali resistenti al taglio.
La resistenza allo sforzo di taglio dell'elemento fessurato si
calcola schematizzando la trave come un traliccio ideale di cui
quello di Ritter-Morsch rappresenta un modello semplificato. Gli
elementi del traliccio resistenti a taglio sono le armature
trasversali d'anima, funzionanti come aste di parete, e il
conglomerato sia del corrente compresso che delle bielle d'anima.
Il traliccio e' completato dall'armatura longitudinale.
VEDI FIGURA A PAG. 35
4.2.2.3.1. Verifica del conglomerato. La verifica consiste nel
confrontare il taglio di calcolo con una espressione cautelativa
della resistenza a compressione delle bielle inclinate.
Nel caso in cui l'anima contenga barre pre-tese o cavi iniettati
di diametro * (maggiore) bw/8, si dovra' assumere nel calcolo la
larghezza nominale dell'anima:
b wn = bw - 1/2 (sigma maiuscolo) *
dove (sigma maiuscolo) * e' calcolato al livello piu' sfavorevole.
Per la verifica del conglomerato compresso in direzione obliqua si
potra' imporre:
Vsdu (inferiore o pari) 0,30 fcd per bw per d
essendo fcd la resistenza di calcolo a compressione.
L'espressione del taglio resistente riportata corrisponde al caso
in cui l'armatura trasversale e' costituita da staffe ortogonali alla
linea media (alfa = 90 gradi).
Se le staffe sono inclinate (45 gradi) inferiore o pari alfa
inferiore 90 gradi il valore di calcolo del taglio resistente puo'
essere assunto pari a:
0,30 fcd per bw per d (1 + cot alfa)
con limite superiore 0,45 fcd per bw per d.
Nel caso di barre rialzate la maggiorazione sopra indicata non e'
lecita.
4.2.2.3.2. Verifica dell'armatura trasversale d'anima. Il taglio
di calcolo deve risultare inferiore od al limite uguale alla somma
della resistenza della armatura d'anima e del contributo degli altri
elementi del traliccio ideale. Comunque la resistenza di calcolo
dell'armatura d'anima deve risultare non inferiore alla meta' del
taglio di calcolo.
L'armatura trasversale deve essere tale da verificare:
Vsdu inferiore o pari Vcd + Vwd
in cui:
Vcd = 0,60 fctd per bw per d per delta
0,90 d
Vwd = Asw per fywd per ------- (sin alfa + cos alfa)
s
In tali espressioni alfa e' l'indicazione dell'armatura
trasversale rispetto all'asse della trave, Asw l'area dell'armatura
trasversale posta all'interasse s, delta e' un coefficiente che tiene
conto della presenza di sforzo normale e che assume i valori:
delta = 1 se, in presenza di sforzo normale di trazione, l'asse
neutro taglia la sezione;
delta = 0 se, in presenza di sforzo normale di trazione, l'asse
neutro risulta esterno alla sezione;
Mo
delta = (1 + ------) in presenza di sforzo di compressione, essendo
Msdu Mo e Msdu definiti precedentemente.
Per le barre rialzate resistenti a taglio e' consigliabile
limitare la tensione di calcolo a 0,8 fywd.
Particolare attenzione deve essere ricolta al dimensionamento di
elementi sottoposti ad azioni di fatica per i quali puo' verificarsi
la necessita' che la resistenza di taglio di calcolo debba essere
interamente affidata all'armatura d'anima.
4.2.2.3.3. Verifica dell'armatura longitudinale. La verifica
comporta la traslazione del diagramma del momento flettente lungo
l'asse longitudinale nel verso che da' luogo ad un aumento del valore
assoluto del momento flettente.
In altri termini, l'armatura longitudinale deve essere
dimensionata per resistere al momento sollecitante Msdu (V) pari a:
Msdu (V) = Msdu + Vsdu per alfa1
con alfa1 = 0,9 d (1 - cot alfa)
e comunque: alfa1 (maggiore o pari) 0,2 d
La lunghezza di ancoraggio delle barre deve essere computata a
partire dal diagramma del momento Msdu traslato della quantita'
alfa1.
Le verifiche di cui al precedente capoverso ed ai punti 4.2.2.3.1.
e 4.2.2.3.2. sono relative ad una inclinazione delle bielle d'anima
pari a 45 gradi.
4.2.2.4. Casi particolari.
4.2.2.4.1. Componenti trasversali. Nel caso di elementi ad altezza
variabile o con cavi inclinati, il taglio di calcolo viene assunto
pari a:
Vrd = Vd + Vmd + Vpd
dove:
Vd = taglio dei carichi esterni di calcolo;
Vmd = componenti di taglio dovute all'inclinazione dei lembi della
membratura;
Vpd = componente di taglio dovuta allo sforzo di precompressione di
calcolo.
Le componenti Vmd e Vpd dovranno essere sempre prese in conto se
il loro effetto si somma a quello dei carichi. Vmd non deve essere
presa in conto se favorevole.
4.2.2.4.2. Carichi in prossimita' degli appoggi. Il taglio
all'appoggio determinato da carichi applicati alla distanza (alfa)v
(inferiore o pari) 2d dall'appoggio stesso si potra' ridurre nel
rapporto (alfa)v/2d, con l'osservanza delle seguenti prescrizioni:
- nel caso di appoggio di estremita', l'armatura di trazione
necessaria nella sezione ove e' applicato il carico piu' vicino
all'appoggio sia prolungata e ancorata al di la' dell'asse teorico di
appoggio;
- nel caso di appoggio intermedio l'armatura di trazione
all'appoggio sia prolungata sin dove necessario e comunque fino alla
sezione ove e' applicato il carico piu' lontano compreso nella zona
con (alfa)v (inferiore o pari) 2d.
Anche in questo caso con elementi ad altezza variabile l'eventuale
componente Vmd favorevole dovuta ai carichi compresi nel tratto
(alfa)v va assunta pari a zero.
4.2.2.4.3. Carichi appesi o indiretti. Se per particolari
modalita' di applicazione dei carichi gli sforzi degli elementi tesi
del traliccio risultano incrementati, le armature dovranno essere
all'uopo adeguate.
4.2.2.5. Verifica al punzonamento di lastre soggette a carichi
concentrati.
In corrispondenza dei pilastri e di carichi concentrati si
verifichera' la lastra al punzonamento allo stato limite ultimo.
In mancanza di una apposita armatura, la forza resistente al
punzonamento e' assunta pari a:
F = 0,5 per u per h per fctd
dove:
h e' lo spessore della lastra;
u e' il perimetro del contorno ottenuto dal contorno effettivo
mediante una ripartizione a 45 gradi fino al piano medio della
lastra;
fctd e' il valore di calcolo della resistenza a trazione.
Nel caso in cui si disponga una apposita armatura, l'intero sforzo
allo stato limite ultimo dovra' essere affidato all'armatura
considerata lavorante alla sua resistenza di calcolo.
4.2.3. VERIFICHE ALLO STATO LIMITE ULTIMO PER SOLLECITAZIONI
TORCENTI.
4.2.3.1. Premessa.
Le norme che seguono si applicano agli elementi prismatici
sottoposti a torsione semplice o composta ad armature aderenti che
abbiano sezione piena o cava in cui si possa ipotizzare un flusso
anulare di tensioni tangenziali.
Per tali elementi si assume, come schema resistente, un traliccio
tubolare isostatico in cui gli sforzi di trazione sono affidati alle
armature longitudinali e trasversali ivi contenute e gli sforzi di
compressione sono affidati alle bielle di conglomerato.
La sezione anulare fittizia resistente e' definita dai seguenti
parametri:
- spessore hs = de/6 essendo de il diametro del cerchio massimo
inscritto nel poligono pe avente per vertici i baricentri delle arma-
ture longitudinali;
- Be = area racchiusa dal poligono pe;
- ue = lunghezza del perimetro pe.
VEDI FIGURA A PAG. 37
Nel caso di sezione reale anulare, si adottera' lo spessore
effettivo se questo risulta minore di hs.
Nel caso di elementi che non corrispondono alle ipotesi formulate,
quali gli elementi a pareri sottili a sezione aperta, dovranno
utilizzarsi metodi di calcolo fondati su ipotesi teoriche e risultati
sperimentali chiaramente comprovati.
La sollecitazione di torsione puo' essere trascurata, nel calcolo
dello stato limite ultimo, quando rappresenta una sollecitazione
secondaria e non essenziale all'equilibrio della struttura.
4.2.3.2. Verifica della resistenza.
Il momento torcente di calcolo Td deve risultare inferiore o al
limite uguale ai valori del momento torcente resistente
corrispondenti rispettivamente al cedimento della sezione anulare di
calcestruzzo e al cedimento delle armature costituenti il traliccio.
Per la verifica delle bielle compresse si puo' adottare la
relazione:
1
Tsdu (inferiore o pari) --- fcd per Be per hs
2
essendo Tsdu il momento torcente sollecitante ultimo.
Per la verifica delle armature si possono imporre le seguenti
condizioni:
Staffe:
Asw
Tsdu (inferiore o pari) ----- 2 per Be per fywd
S
con:
Asw = area della sezione di un braccio di una staffa;
s = distanza fra due staffe successive;
fywd = tensione di calcolo delle staffe.
Armature longitudinali:
A1
Tsdu (inferiore o pari) ---- per 2 per Be per fyld
ue
con:
A1 = somma delle aree delle barre longitudinali;
fyld = tensione di calcolo delle armature longitudinali.
L'eventuale armatura di precompressione Ap1 sara' presa in conto
con una sezione equivalente:
fplk
As1 = ----- per Ap1
fylk
Sollecitazioni composte
a) Torsione, flessione e sforzo normale.
Le armature longitudinali di torsione calcolate come sopra
indicato si sommano a quelle di flessione.
Nelle zone compresse possono essere diminuite proporzionalmente
alla risultante di compressione.
b) Torsione e taglio.
Per la verifica delle bielle compresse sara' opportuno che
risulti:
Tsdu Vsdu
----- + ----- (inferiore o pari) 1
TRdu VRsu
nella quale relazione:
1
TRdu = --- fcd per Be per hs
2
VRdu = 0,30 fcd per Bw per d
Il calcolo delle staffe puo' effettuarsi separatamente per la
torsione e per il taglio avendo posto Vcd = 0; quindi si sommano le
aree delle sezioni.
Le armature longitudinali si possono calcolare come indicato per
la sollecitazione di torsione semplice.
4.2.4. ELEMENTI SNELLI.
4.2.4.1. Generalita'.
Le norme che seguono riguardano gli effetti del secondo ordine
nelle strutture costituite da elementi monodimensionali, dovuti a
curvature della linea d'asse per pressoflessione. Sono pertanto
esclusi gli effetti delle deformazioni dovute a taglio e torsione ed
i fenomeni d'instabilita' locali di pareti sottili e delle armature.
Nelle verifiche si devono considerare tutte le direzioni secondo
le quali gli effetti del secondo ordine assumono influenza
significativa.
4.2.4.2. Limiti di snellezza.
Vengono considerati "snelli" i pilastri a sezione costante per i
quali la snellezza massima valga:
VEDI FORMULA A PAG. 39
con:
lamda = coefficiente di snellezza nella direzione considerata;
lo = lunghezza libera di inflessione rispettiva;
i = raggio di inerzia rispettivo della sezione di conglomerato;
ro = rapporto geometrico dell'armatura longitudinale complessiva;
Ac = sezione di conglomerato (in mm2);
Nd = sforzo normale di calcolo valutato con le azioni di calcolo
di cui al punto 7 della premessa (in N).
Snellezze superiori a 3 lamda * sono da considerare con
particolari cautele di progettazione e di calcolo.
4.2.4.3. Azioni.
Dovranno essere prese in conto le azioni esterne di calcolo piu'
sfavorevoli quali definite al punto 7 della premessa.
Le combinazioni di carico saranno distinte in azioni di breve e di
lunga durata.
4.2.4.4. Incertezze geometriche.
Per strutture compresse si ipotizza una inclinazione non
intenzionale pari a:
1
tg alfa = ------ (strutture ad un piano, ovvero caricate solo in
150 sommita');
1
tg alfa = ----- (altre strutture).
200
Per colonne singole, in alternativa a quanto sopra, si ipotizza
una eccentricita' non intenzionale della forza assiale, pari a:
lo
en = ---- (lo espresso in cm)
300
e comunque non inferiore a 2 cm.
Tali imperfezioni includono le eccentricita' aggiuntive prescritte
per la verifica delle sezioni a pressoflessione.
4.2.4.5. Deformazioni viscose.
Per la valutazione degli effetti del secondo ordine dovuti alla
deformazione viscosa prodotta dalle azioni permanenti e quasi
permanenti si attribuiscono a tali azioni i loro valori
caratteristici maggiorati con coefficiente (gamma)n = 1,15.
4.2.4.6. Verifica delle strutture complesse (telai a nodi spostabili,
strutture con sforzo normale o sezione variabile, ecc.)
La verifica consiste, a seconda dei casi, nel controllare che non
si raggiunga una divergenza d'equilibrio d'insieme o locale, e che le
sollecitazioni prodotte dalle azioni esterne di calcolo siano
inferiori alle resistenze ultime delle sezioni.
La verifica del comportamento globale deve essere seguita da
quelle delle singole colonne tenendo conto delle sollecitazioni
supplementari indotte dagli effetti della deformazione della
struttura.
Per i telai a maglia rettangolare e' ammesso il metodo iterativo P
- delta maiuscolo che sostituisce ai momenti del secondo ordine
quelli prodotti da forze orizzontali equivalenti di piano.
4.2.4.7. Telai a nodi fissi.
Per i telai che si possono ritenere a nodi fissi e' sufficiente la
verifica all'instabilita' locale delle singole colonne, assumendo la
lunghezza libera pari all'interpiano.
In assenza di una valutazione diretta piu' precisa si puo'
ammettere che gli spostamenti orizzontali dei nodi siano trascurabili
qualora sia verificata la condizione:
VEDI FORMULA A PAG. 40
essendo:
H = altezza totale del telaio:
Ec j = somma delle rigidezze dei nuclei di controventamento (circa
costante sull'altezza);
N = somma dei carichi verticali di esercizio per combinazioni
rare;
n = numero dei piani.
4.2.4.8. Colonne singole.
Nel calcolo allo stato limite ultimo di colonne isostatiche a
sezione e sforzo normali costanti possono adottarsi le ulteriori
semplificazioni di cui ai punti 4.2.4.8.1., 4.2.4.8.2. e 4.2.4.8.3.;
esse possono estendersi anche a colonne per le quali si possa
ammettere che la posizione dei punti di flesso non vari col carico.
Nei pilastri con nodi fissi e distribuzione lineare di momenti
flettenti del primo ordine, si puo' verificare la sezione critica con
un momento del primo ordine di calcolo corrispondente a:
Mld = Nd per c'
con c' = 0,6 c2 + 0,4 c1 (maggiore o pari) / 0,4 c2 /) essendo c1 e
c2 eccentricita' del primo ordine all'estremita' dell'asta
ed / c2 / (maggiore o pari) / c1 /
al quale va sommato il momento del secondo ordine pari a M2=Nd per
delta essendo delta definito in 4.2.4.8.1.
Se risulta c1 (maggiore) c' + delta, dovra' essere anche
verificata la sezione soggetta alla eccentricita' c1 senza effetti
del secondo ordine.
4.2.4.8.1. Espressione approssimata della freccia. Quando la
sezione critica del modo di deformazione del second'ordine e' anche
la piu' sollecitata a flessione nel primo ordine, si puo' impiegare
l'espressione seguente per la freccia massima:
1 lo 2
delta = (---) . -----
r 10
1
con (---) curvatura effettiva della sezione critica.
r
4.2.4.8.2. Procedimento della colonna modello. E' ammesso di
valutare gli effetti del secondo ordine quali si verificano in una
colonna definita "colonna modello": una colonna soggetta a sforzo
normale costante, in condizioni per cui sia esatta l'espressione di
(delta) data al punto 4.2.4.8.1.
Detto MRd il momento resistente di calcolo della sezione critica
si individua M1Rd, momento resistente del primo ordine disponibile
per l'assorbimento della sollecitazione di calcolo, la' dove la
differenza fra l'ordinata della curva MRd - 1/r, tracciata per lo
sforzo normale agente di calcolo Nd e quella della retta
rappresentativa dell'effetto del secondo ordine
1 lo2
Nd . --- . ----- raggiunge il suo massimo valore.
r 10
4.2.4.8.3. Metodo diretto dello stato di equilibrio. Si controlla
che esista uno stato di deformazione della sezione critica tale che,
detti Mi e Ni le risultanti di momento flettente e di sforzo normale
dello stato di tensione corrispondente ed ei l'eccentricita' pari a
Mi
--, risulti:
Ni
ei (maggiore o pari) ed
Ni (maggiore o pari) Nd
Md
con ed = -----
Nd
VEDI FIGURA A PAG. 42
4.3. Verifiche allo stato limite di esercizio.
4.3.1. STATO LIMITE DI FESSURAZIONE.
4.3.1.1. Finalita'.
Per assicurare la funzionalita' e la durata delle strutture e'
necessario:
- prefissare uno stato limite di fessurazione adeguato alle
condizioni ambientali e di sollecitazione nonche' alla sensibilita'
delle armature alla corrosione;
- realizzare un sufficiente ricoprimento delle armature con
calcestruzzo di buone qualita' e compattezza;
- tener conto delle esigenze estetiche.
4.3.1.2. Definizione degli stati limite di fessurazione.
In ordine di severita' decrescente si distinguono i seguenti stati
limite:
- stato limite di decompressione nel quale, per la combinazione di
azioni prescelta, la tensione normale nella fibra considerata e' pari
a zero;
- stato limite di formazione delle fessure, nel quale, per la
combinazione di azioni prescelta, la tensione normale di trazione
nella fibra considerata e' uguale al frattile inferiore della
resistenza a trazione oppure:
fctk = 0,7 fctm
fcfk = 0,7 fcfm
- stato limite di apertura delle fessure nel quale, per la
combinazione di azioni prescelta, il valore caratteristico di
apertura della fessura calcolato al livello considerato e' pari a un
valore nominale prefissato.
I valori nominali ai quali si riferiscono le successive
prescrizioni sono:
w1 = 0,1 mm
w2 = 0,2 mm
w3 = 0,4 mm
4.3.1.3. Combinazioni di azioni.
Si prendono in considerazione le seguenti combinazioni (Cfr
4.0.1.):
- azioni quasi permanenti;
- azioni frequenti;
- azioni rare.
4.3.1.4. Condizioni ambientali.
Si individuano i seguenti ambienti in cui puo' trovarsi la
struttura:
- poco aggressivo, caratterizzato da umidita' relativa non elevata
o da umidita' relativa elevata per brevi periodi;
- moderatamente aggressivo, caratterizzato da elevata umidita'
relativa in assenza di vapori corrosivi;
- molto aggressivo, caratterizzato da presenza di liquidi o di
aeriformi particolarmente corrosivi.
4.3.1.5. Sensibilita' delle armature alla corrosione.
Le armature si distinguono in due gruppi:
- armature sensibili;
- armature poco sensibili.
Appartengono al primo gruppo gli acciai temprati, non rinvenuti,
di qualunque diametro e gli acciai incruditi a freddo soggetti a
tensioni permanenti superiori a 390 N/mm2.
Appartengono al secondo gruppo le altre armature e quelle
adeguatamente protette.
Nel caso della precompressione parziale, i due gruppi di armature
sono, in generale, entrambi presenti (sezione ad armatura mista).
4.3.1.6. Scelta degli stati limite di fessurazione.
Nel prospetto 7-I sono indicati i criteri di scelta dello stato
limite con riferimento alle esigenze sopra riportate.
Nel caso della precompressione parziale e' richiesta la verifica
allo stato limite di decompressione per la combinazione di azioni
quasi permanente e la verifica allo stato limite di apertura delle
fessure per le combinazioni di azioni frequente e rara.
L'impiego della precompressione parziale, a causa della
fessurazione della sezione in condizioni di servizio, e' soggetto a
particolari limitazioni, nel seguito specificate.
PROSPETTO 7-I
___________________________________________________________________
| | | | Armatura |
| Gruppi |Condizioni|Combinazione|_________________________________|
| di |ambiente |di azioni |Sensibile | Poco sensibile|
| esigenze| | |_________________|_______________|
| | | |Stato | wk | Stato | wk |
| | | |limite | | limite | |
|_________|__________|____________|__________|______|________|______|
| | | frequente | ap. | =((alfa) + beta)x)
(sigma)px = (sigma)p0 e
nella quale:
f e' il coefficiente di attrito dipendente dalle caratteristiche
delle superfici del cavo e dell'alloggiamento che si trovano a
contatto;
alfa e' la somma dei valori assoluti delle deviazioni angolari di
progetto del cavo comprese nel tratto di lunghezza x, espresse
in radianti; nel caso di deviazioni altimetriche e planimetriche
concomitanti, i relativi angoli saranno composti
geometricamente;
beta rappresenta la deviazione angolare convenzionale del cavo,
espressa in rad/m, che tiene conto degli inevitabili contatti
accidentali che, anche nel caso di cavo rettilineo correttamente
realizzato, si verificano fra i vari elementi del cavo,
l'alloggiamento e gli eventuali dispositivi distanziatori.
Salvo il caso di determinazione sperimentale, si adotteranno per f
e (beta) i valori seguenti, validi nell'ipotesi che le armature siano
prive di ossidazione:
- cavo su calcestruzzo liscio: f = 0,5;
- cavo in guaina metallica: f = 0,3;
- (beta) = 0,01 rad/m.
Quando f ((alfa)+(beta) x) risulta minore di 0,25, per il calcolo
di (sigma)px si potra' adottare lo sviluppo in serie della formula
esponenziale limitato al secondo termine:
(sigma)px = (sigma)p0 1- f((alfa)+(beta) x)).
Nel caso illustrato in figura si ha, nell'ambito
dell'approssimazione predetta, supponendo di applicare in A la
tensione (sigma)pA:
(sigma)pB = (sigma)pA 1- f((alfa)1+(beta)l1))
(sigma)pC = (sigma)pB (1- f(beta)l2))
(sigma)pD = (sigma)pC (1- f(beta)l3))
(sigma)pE = (sigma)pD 1- f((alfa)2+(beta)l4))
Stabilita cosi' la legge di variazione della tensione lungo il
cavo, se ne puo' dedurre l'allungamento da ottenere in A suddividendo
il cavo in tronchi, calcolando in ciascun tronco la tensione media e
deducendo il corrispondente allungamento unitario del diagramma
sforzi-allungamenti dell'acciaio.
L'assestamento iniziale del cavo deve essere valutato
sperimentalmente. In taluni casi, quando il cavo non venga
preventivamente confezionato, questo effetto puo' assumere
particolare importanza: la sua valutazione puo' essere eseguita
iniziando la misura degli allungamenti a partire da una tensione
sufficientemente elevata ed estrapolando fino all'asse delle
deformazioni la legge sforzi-allungamenti rilevata a partire da tale
prima lettura.
VEDI FIGURA A PAG. 49
4.3.4.3. Interdipendenza fra ritiro, viscosita' e rilassamento.
Per tener conto dell'influenza reciproca fra le cadute di tensione
per ritiro "fluage" del calcestruzzo, indicate globalmente con la
notazione (delta maiuscolo) (sigma)ssf e la caduta per rilassamento
(delta maiuscolo)(sigma)(gamma)(infinito) valutata secondo le
prescrizioni di cui al punto 2.3.6, quest'ultima puo' essere ridotta
al valore (delta maiuscolo)'(sigma)(gamma)(infinito) desunto dalla
espressione:
VEDI FORMULA A PAG. 49
La riduzione si applica alla sola frazione del rilassamento che
avviene dopo l'applicazione dello stato di coazione al conglomerato.
Tale avvertenza assume particolare importanza nel caso di maturazione
a vapore.
In nessun caso la caduta per rilassamento a tempo infinito (delta
maiuscolo)(sigma)(gamma)(infinito) corrisponde ad una tensione
iniziale pari a 0,75 fptk e ad una temperatura di 20 (gradi
centigradi) potra' essere assunta inferiore a 0,04 (sigma)spi. Per
altri valori della tensione iniziale vale la legge di variazione
parabolica indicata al punto 2.3.6.
4.3.4.4. Ritaratura.
Tenuto presente quanto stabilito al punto 6.2.4.2. circa la
protezione delle armature, quando si procede alla ritaratura delle
tensioni, le cadute per ritiro e viscosita' del conglomerato e
rilassamento dell'acciaio possono essere ridotte fino ai seguenti
valori:
a) effetto del ritiro e della viscosita' del conglomerato:
(delta maiuscolo)r = 15%
per (delta maiuscolo)t (maggiore o pari) 60 giorni
b) effetto del rilassamento dell'acciaio:
(delta maiuscolo)r = 30%
per (delta maiuscolo)t (maggiore o pari) 28 giorni
essendo:
(delta maiuscolo)r = coefficiente di riduzione;
(delta maiuscolo)t = intervallo di ritaratura.
In ogni caso vale la limitazione di cui al punto 4.3.4.3.
4.3.4.5. Tensioni di esercizio nel conglomerato.
Le tensioni normali di esercizio non devono superare a
compressione i seguenti valori limite:
a) - in ambienti poco aggressivo e moderatamente aggressivo
(gruppi a, b del Prospetto 7-I):
b) - in ambiente molto aggressivo (gruppo c del Prospetto 7-I):.
- per combinazione di carico rara: 0,60 fck;
- per combinazione di carico quasi permanente: 0,45 fck.
- per combinazione di carico rara: 0,50 fck;
- combinazione di carico quasi permanente: 0,40 fck.
Per ambienti poco o moderatamente aggressivi (gruppi a, b del
Prospetto 7-I) sono ammesse tensioni di trazione in combinazioni rare
al massimo uguali a = 0,07 fck, a condizione che nella zona siano
disposte armature sussidiarie di acciaio ad aderenza migliorata,
opportunamente diffuse, in misura tale che il prodotto della loro
sezione compressiva, per il tasso convenzionale di 175 N/mm2,
corrisponda all'interno sforzo di trazione calcolato a sezione
interamente reagente.
Per le travi ad armatura pre-tesa sono ammesse tensioni di
trazione in combinazioni rare fino a 0,03 fck, senza aggiunta di
armatura sussidiaria, purche' l'armatura pre-tesa sia ben diffusa
nelle zone soggette a trazione.
Per spessori minori di 5 cm le tensioni normali limite di
esercizio su riportate sono ridotte del 30%.
Non sono ammesse tensioni di trazione ai lembi nei seguenti casi:
a) quando la fessurazione in esercizio per combinazioni rare
compromette la funzionalita' della struttura;
b) in tutte le strutture sotto l'azione del solo carico permanente
(peso proprio e sovraccarico permanente), ove il sovraccarico
variabile possa incrementare le trazioni;
c) nelle strutture site in ambiente aggressivo (gruppo c del
Prospetto 7-I);
d) nelle strutture costruite per conci prefabbricati, nelle quali
non si possa sperimentalmente dimostrare che il giunto dispone di una
resistenza a trazione almeno equivalente a quella della zona
corrente.
Nel caso della precompressione parziale le tensioni del
conglomerato compresso e delle armature ordinarie sono calcolate
prescindendo dal contributo a trazione del conglomerato, come nelle
sezioni pressoinflesse di conglomerato cementizio armato normale.
Non e' ammessa precompressione parziale nei casi a), c) e d) sopra
elencati.
4.3.4.6. Tensioni iniziali nel conglomerato.
All'atto della precompressione le tensioni non debbono superare a
compressione il valore di (sigma)c=0,60 fckj essendo fckj la
resistenza caratteristica a compressione del conglomerato a j giorni
di stagionatura.