(all. 1 - art. 1)
                                                             ALLEGATO
1. CAMPO DI APPLICAZIONE E CRITERI GENERALI DI VERIFICA.
   Le presenti norme sono relative alle costruzioni ad uso civile  ed
industriale.  I  metodi  generali  di verifica nonche' i valori delle
azioni qui previsti  sono  applicabili  a  tutte  le  costruzioni  da
realizzare  nel  campo  dell'ingegneria  civile  per  quanto  non  in
contrasto con vigenti norme specifiche.
   Scopo delle verifiche di sicurezza e' garantire che l'opera sia in
grado di resistere con adeguata  sicurezza  alle  azioni  cui  potra'
essere  sottoposta,  rispettando  le condizioni necessarie per il suo
esercizio normale, e che sia assicurata la sua durabilita'.
   Tali verifiche si applicano alla struttura presa nel  suo  insieme
ed  a  ciascuno  dei  suoi  elementi  costitutivi; esse devono essere
soddisfatte  sia  durante  l'esercizio  sia  nelle  diverse  fasi  di
costruzione, trasporto e messa in opera.
   I metodi di verifica ammessi dalle presenti norme sono:
   a) il metodo agli stati limite (metodo dei coefficienti parziali);
   b) il metodo delle tensioni ammissibili.
   Oltre  ai  metodi a) e b) sono consentiti altri metodi di verifica
scientificamente comprovati purche' venga  conseguita  una  sicurezza
non  inferiore  a  quella ottenuta con l'applicazione dei sopraddetti
metodi.
2. LIVELLI DI SICUREZZA E COMBINAZIONI DEI CARICHI.
   Con riferimento ad entrambi i  metodi  di  verifica  di  cui  alle
lettere  a)  e  b)  del  punto 1, i coefficienti da applicarsi sia ai
carichi che alle resistenze sono definiti dalle singole normative  in
funzione  dei materiali, delle tipologie strutturali, delle modalita'
costruttive, della destinazione e della durata  prevista  dell'opera,
al fine di conseguire il necessario livello di sicurezza.
   In  particolare,  in  ciascuna  verifica  le azioni sono combinate
linearmente, mediante opportuni coefficienti che tengono conto  della
durata   prevista  per  ciascuna  azione,  della  frequenza  del  suo
verificarsi e della probabilita' di presenza  contemporanea  di  piu'
azioni.
   Per  le  opere  in cemento armato, precompresso e per le strutture
metalliche, i coefficienti sono definiti dalle Norme Tecniche di  cui
all'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086.
   E' consentito derogare dai valori dei coefficienti di combinazione
previsti   dalle   Normative,   purche'   cio'  sia  giustificato  da
approfonditi studi, nel pieno rispetto dei principi e degli obiettivi
sopra enunciati.
3. AZIONI SULLE COSTRUZIONI - GENERALITA'.
   Le azioni da considerare nelle costruzioni comprendono in  genere:
pesi   propri   degli  elementi  costituenti  la  struttura,  carichi
permanenti,  sovraccarichi  variabili  per  gli  edifici,  variazioni
termiche  e  igrometriche,  cedimenti  di  vincoli, azioni sismiche e
dinamiche in genere, azioni eccezionali.
   Nel seguito  sono  indicati  i  pesi  per  unita'  di  volume  dei
principali   materiali   per   la   determinazione  dei  pesi  propri
strutturali e sono date prescrizioni relativamente  ai  sovraccarichi
variabili  per  gli edifici, alle azioni della neve e del vento, alle
variazioni di temperatura. Nelle verifiche col  metodo  di  cui  alla
lettera  a)  del punto 1., tali valori si considerano caratteristici;
in  quelle  col  metodo  di  cui alla lettera b), essi si considerano
nominali.
   Per le altre azioni  si  dovra'  fare  riferimento  alle  apposite
regolamentazioni in vigore.
   Nei  successivi  punti vengono trattati il peso proprio, le azioni
di neve e di vento e le variazioni termiche.
PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI.
   I pesi per unita' di volume dei  piu'  comuni  materiali,  per  la
determinazione  dei  pesi  propri strutturali, possono essere assunti
pari a quelli riportati nel  prospetto  4.1.  Sono  comunque  ammessi
accertamenti specifici.
                          Prospetto 4.1.
   Pesi per unita' di volume dei principali materiali strutturali
 ___________________________________________________________________
|                                             |                     |
| Conglomerato cementizio ordinario ......... |     24,0      kN/m3 |
|                                             |                     |
| Conglomerato cementizio ordinario ......... |                     |
| armato (e/o precompresso) ................. |     25,0        "   |
|                                             |                     |
| Conglomerati "leggeri": da determinarsi ... | (14,0-20,0)     "   |
|                                             |                     |
| Conglomerati "pesanti": da determinarsi ... | (28,0-50,0)     "   |
|                                             |                     |
| Acciaio ................................... |     78,5        "   |
|                                             |                     |
| Ghisa ..................................... |     72,5        "   |
|                                             |                     |
| Alluminio ................................. |     27,0        "   |
|                                             |                     |
| Legname:                                    |                     |
|    Abete, Castagno ........................ |      6,0        "   |
|    Quercia, Noce .......................... |      8,0        "   |
|                                             |                     |
| Pietrame:                                   |                     |
|    Tufo vulcanico ......................... |     17,0        "   |
|    Calcare compatto ....................... |     26,0        "   |
|    Calcare tenero ......................... |     22,0        "   |
|    Granito ................................ |     27,0        "   |
|                                             |                     |
| Laterizio (pieno) ......................... |     18,0        "   |
|                                             |                     |
| Malta di calce ............................ |     18,0        "   |
|                                             |                     |
| Malta di cemento .......................... |     21,0        "   |
|_____________________________________________|_____________________|
5. CARICHI E SOVRACCARICHI.
   Tutti   i   carichi   ed  i  sovraccarichi  di  esercizio  saranno
considerati agire staticamente, salvo casi  particolari  in  cui  gli
effetti dinamici debbano essere debitamente valutati. In tali casi, a
parte  quanto  precisato  nei regolamenti specifici ed in mancanza di
analisi  dinamiche,  i  carichi   indicati   nel   seguito   verranno
adeguatamente  maggiorati  per  tener  conto  - in un'analisi statica
equivalente - dell'amplificazione per gli effetti dinamici.
   In  linea  di  massima,  in  presenza  di  orizzontamenti  pur con
orditura unidirezionale ma con capacita' di ripartizione trasversale,
i carichi ed i sovraccarichi potranno  assumersi  come  uniformemente
ripartiti,  per  la verifica d'insieme. In caso contrario, occorrera'
valutarne le effettive distribuzioni.
5.1. Carichi permanenti.
   Sono considerati carichi permanenti quelli non rimovibili  durante
il  normale  esercizio  della  costruzione, come tamponature esterne,
divisori interni, massetti, isolamenti, pavimenti e rivestimenti  del
piano   di   calpestio,  intonaci,  controsoffitti,  impianti,  ecc.,
ancorche' in  qualche  caso  sia  necessario  considerare  situazioni
transitorie in cui essi non siano presenti.
   Essi  vanno  valutati  sulla base delle dimensioni effettive delle
opere e dei pesi per unita' di volume dei materiali costituenti.
   I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici residenziali  possono
assumersi  in  genere  come carichi equivalenti distribuiti, quando i
solai hanno adeguata capacita' di ripartizione trasversale.
5.2. Sovraccarichi variabili.
   Le intensita' da assumere per i sovraccarichi variabili  verticali
ed  orizzontali  ripartiti e per le corrispondenti azioni locali con-
centrate - tutte comprensive degli effetti dinamici ordinari  -  sono
riportate nel prospetto 5.1.
                            Prospetto 5.1.
                 Sovraccarichi variabili per edifici
 ___________________________________________________________________
|    |                                 |Verticali|Verticali|Orizzon-|
|    |                                 |ripartiti| concen- |  tali  |
|Cat.|        TIPO DI LOCALE           |         |  trati  | lineari|
|    |                                 |  kN/m2  |    kN   |  kN/m  |
|____|_________________________________|_________|_________|________|
|    |                                 |         |         |        |
| 1  | Ambienti non suscettibili di    |         |         |        |
|    | affollamento (locali abitazione |         |         |        |
|    | e relativi servizi, alberghi,   |         |         |        |
|    | uffici non aperti al pubblico)  |         |         |        |
|    | e relativi terrazzi a livello   |         |         |        |
|    | praticabili ................... |   2,00  |   2,00  |  1,00  |
|    |                                 |         |         |        |
| 2  | Ambienti suscettibili di affol- |         |         |        |
|    | lamento (ristoranti, caffe',    |         |         |        |
|    | banche, ospedali, uffici aperti |         |         |        |
|    | al pubblico, caserme) e relativi|         |         |        |
|    | terrazze a livello praticabili  |   3,00  |   2,00  |  1,00  |
|    |                                 |         |         |        |
| 3  | Ambienti suscettibili di grande |         |         |        |
|    | affollamento (sale convegni,    |         |         |        |
|    | cinema, teatri, chiese, negozi, |         |         |        |
|    | tribune con posti fissi) e      |         |         |        |
|    | relativi terrazzi a livello     |         |         |        |
|    | praticabili ................... |   4,00  |   3,00  |  1,50  |
|    |                                 |         |         |        |
| 4  | Sale da ballo, palestre, tribu- |         |         |        |
|    | ne libere, aree di vendita, con |         |         |        |
|    | esposizione diffusa (mercati,   |         |         |        |
|    | grandi magazzini, librerie,     |         |         |        |
|    | ecc.), e relativi terrazzi a    |         |         |        |
|    | livello praticabili, balconi e  |         |         |        |
|    | scale ......................... |   5,00  |   4,00  |  3,00  |
|    |                                 |         |         |        |
| 5  | Balconi, ballatoi e scale comuni|         |         |        |
|    | (esclusi quelli pertinenti alla |         |         |        |
|    | Cat. 4) ....................... |   4,00  |   2,00  |  1,50  |
|    |                                 |         |         |        |
| 6  | Sottotetti accessibili (per     |         |         |        |
|    | sola manutenzione) ............ |   1,00  |   2,00  |  1,00  |
|    |                                 |         |         |        |
| 7  | Coperture:                      |         |         |        |
|    |  - non accessibili ............ |   0,50  |   1,20  |        |
|    |  - accessibili: secondo catego- |         |         |        |
|    |    ria di appartenenza          |         |         |        |
|    |   (da 1 a 4) .................. |    -    |    -    |   -    |
|    |  - speciali (impianti, eliporti,|         |         |        |
|    |    altri): secondo il caso .... |    -    |    -    |   -    |
|    |                                 |         |         |        |
| 8  | Rimesse e parcheggi:            |         |         |        |
|    |  - Per autovetture di peso a    |         |         |        |
|    |    pieno carico fino a 30 kN .. |   2,50  |  2x10,0 |  1,00  |
|    |  - per transito di automezzi di |         |         |        |
|    |    peso superiore a 30 kN: da   |         |         |        |
|    |    valutarsi caso per caso      |         |         |        |
|    |                                 |         |         |        |
| 9  | Archivi, biblioteche, magazzini,|         |         |        |
|    | depositi, laboratori, officine  |         |         |        |
|    | e simili: da valutarsi secondo  |         |         |        |
|    | il caso ma comunque ........... |  >=6,00 |   6,00  |  1,00  |
|____|_________________________________|_________|_________|________|
   I sovraccarichi verticali concentrati formano oggetto di verifiche
locali  distinte e non vanno sovrapposti ai corrispondenti ripartiti;
essi vanno applicati su un'impronta di 50 x 50 mm, salvo che  per  la
Cat. n. 8, per la quale si applicano su due impronte di 200 x 200 mm,
distanti 1,60 m.
   I  sovraccarichi  orizzontali  lineari  vanno applicati a pareti -
alla quota di m 1,20  dal  rispettivo  piano  di  calpestio  -  ed  a
parapetti  o mancorrenti - alla quota del bordo superiore. Essi vanno
considerati  sui  singoli  elementi  ma  non  sull'edificio  nel  suo
insieme.
   I  valori  riportati nel progetto sono da considerare come minimi,
per condizioni di uso  corrente  delle  rispettive  categorie.  Altri
regolamenti  potranno  imporre  valore  superiori,  in  relazione  ad
esigenze specifiche.
   I  sovraccarichi  indicati  nel  presente  paragrafo   non   vanno
cumulati, sulle medesime superfici, con quelli relativi alla neve.
   In  presenza di sovraccarichi atipici (quali macchinari, serbatoi,
depositi interni, impianti, ecc.) le intensita'  andranno    valutate
caso  per  caso,  in  funzione  dei  massimi prevedibili; tali valori
dovranno  essere  indicati  esplicitamente  nelle  documentazioni  di
progetto e di collaudo statico.
   In  base  ad  analisi probabilistiche documentate, il progettista,
per la verifica di elementi strutturali, potra' adottare una adeguata
riduzione dei relativi sovraccarichi.
6. CARICO NEVE.
   Il carico neve sulle coperture  sara'  valutato  con  la  seguente
espressione:
                       VEDI FORMULA A PAG. 143
dove
qs  e' il carico neve sulla copertura;
(mi)i  e' il coefficiente di forma della copertura;
qsk e' il valore di riferimento del carico neve al suolo.
   Il  carico  agisce  in  direzione  verticale  ed  e' riferito alla
proiezione orizzontale della superficie della copertura.
6.1. Carico neve al suolo.
   Il carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e
di esposizione,  considerata  la  variabilita'  delle  precipitazioni
nevose da zona a zona.
   In  mancanza  di  adeguate indagini statistiche, che tengano conto
sia dell'altezza del manto nevoso che della sua densita',  il  carico
di riferimento neve al suolo, per localita' poste a quota inferiore a
1500  m  sul  livello  del  mare, non dovra' essere assunto minore di
quello calcolato in base alle espressioni nel seguito riportate,  cui
corrispondono  valori  con periodo di ritorno di circa 200 anni (vedi
mappa in figura 6.1.).
   Per altitudini superiori a 1500 m sul livello del mare  si  dovra'
fare  riferimento  alle  condizioni  locali di clima e di esposizione
utilizzando comunque valori di carico neve  non  inferiori  a  quelli
previsti per 1500 m.
                       VEDI FORMULA A PAG. 144
Nelle tabelle seguenti as=(alfa)s
Zona I
Regioni: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige,
         Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzi,
         Molise, Marche.
= 1,60                            kN/m2             as < = 200 m
= 1,60 + 3(as - 200)/1000         kN/m2     200 m < as < = 750 m
= 3,25 + 8,5(as - 750)/1000       kN/m2             as >   750 m
Zona II
Regioni : Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, (Province di
          Caserta, Benevento, Avellino), Puglia (Provincia di Foggia)
qsk = 1,15                        kN/m2             as < = 200 m
qsk = 1,15 + 2,6(as - 200)/1000   kN/m2     200 m < as < = 750 m
qsk = 2,58 + 8,5(as - 750)/1000   kN/m2             as >   750 m
Zona III
Regioni: Campania (Province di Napoli e Salerno), Puglia (escluso
         Provincia di Foggia), Basilicata, Calabria, Sardegna,
         Sicilia
qsk = 0,75                        kN/m2             as < = 200 m
qsk = 0,75 + 2,2(as - 200)/1000   kN/m2     200 m < as < = 750 m
qsk = 1,96 + 8,5(as - 750)/1000   kN/m2             as >   750 m
   L'altitudine  di  riferimento as e' la quota del suolo sul livello
del mare nel sito di realizzazione dell'edificio.
6.2. Coefficienti di forma per il carico neve.
   In generale verranno usati i coefficienti di forma per  il  carico
neve  contenuti  nel  presente  paragrafo,  dove  vengono  indicati i
relativi valori nominali per le coperture a una o piu' falde, essendo
a,  in  gradi  sessagesimali,  l'angolo  formato  dalla   falda   con
l'orizzontale.
                       VEDI FORMULA A PAG. 145
                           Tabella 6.1.
____________________________________________________________________
|Coefficiente|             |                  |              |      |
|  di forma  |  0 <=a<=15  |    15 60 |
|____________|_____________|__________________|______________|______|
|            |             |                  |              |      |
| (mi)1      |     0,8     |       0,8        | 0,8(60-a)/30 |  0,0 |
|____________|_____________|__________________|______________|______|
|            |             |                  |              |      |
| (mi)2      |     0,8     | 0,8+0,4(a-15)/30 |  (60-a)/30   |  0,0 |
|____________|_____________|__________________|______________|______|
|            |             |                  |              |      |
| (mi)3      | 0,8+0,8a/30 |   0,8+0,8a/30    |      1,6     |   -  |
|____________|_____________|_________________________________|______|
|            |             |                                 |      |
| (mi)1*     |     0,8     |             0,8(60-a)/45        |  0   |
|____________|_____________|_________________________________|______|
   I  coefficienti di forma (mi)1, (mi)2, (mi)3, (mi)1 si riferiscono
alle coperture ad una o piu' falde e o da valutare in funzione  di  a
come indicato ai punti che seguono.
   a) Coperture ad una falda.
   Si   assume  che  la  neve  non  sia  impedita  di  scivolare.  Se
l'estremita' piu' bassa della falda termina  con  un  parapetto,  una
barriera  od  altre  ostruzioni,  allora il coefficiente di forma non
potra' essere assunto inferiore a 0,8  indipendentemente  dall'angolo
a.
   Si deve considerare la piu' gravosa delle tre condizioni di carico
sottoriportate.
                       VEDI FORMULA A PAG. 146
   b) Coperture a due falde.
   Si   assume  che  la  neve  non  sia  impedita  di  scivolare.  Se
l'estremita' piu' bassa della falda termina  con  un  parapetto,  una
barriera  od  altre  ostruzioni,  allora il coefficiente di forma non
potra' essere assunto inferiore a 0.8  indipendentemente  dall'angolo
a.
   Si  deve  considerare  la piu' gravosa delle quattro condizioni di
carico sottoriportate.
                       VEDI FORMULA A PAG. 147
   c) Coperture a piu' falde.
   Si  dovranno  considerare  le  distribuzioni di carico indicate al
punto b), applicate sulle falde delle campate.
   Inoltre dovra' essere considerata anche la distribuzione di carico
sottoriportata.
                       VEDI FORMULA A PAG. 147
   Particolare attenzione dovra' essere prestata per  la  scelta  del
coefficiente  di  forma  (mi)3  usando  una o entrambe le falde hanno
inclinazione superiore a 60 gradi.
AZIONI DEL VENTO.
   Il vento, la cui direzione si  considera  di  regola  orizzontale,
esercita  sulle  costruzioni azioni che variano nel tempo provocando,
in generale, effetti dinamici.
   Per le  costruzioni  usuali  tali  azioni  sono  convenzionalmente
ricondotte alle azioni statiche equivalenti definite al punto 7.1.
   Peraltro, per costruzioni di forma o tipologia inusuale, oppure di
grande  altezza o lunghezza, o di rilevante snellezza e leggerezza, o
di notevole flessibilita' e ridotte capacita' dissipative,  il  vento
puo' dare luogo ad effetti la cui valutazione richiede l'applicazione
di   specifici   procedimenti   analitici,  numerici  o  sperimentali
adeguatamente comprovati.
7.1. Azioni statiche equivalenti.
   Le  azioni  statiche  del  vento  si  traducono  in  pressioni   e
depressioni  agenti  normalmente  alle  superfici,  sia  esterne  che
interne, degli elementi che compongono la costruzione.
   L'azione  del  vento  sul  singolo  elemento   viene   determinata
considerando  la  combinazione  piu'  gravosa  della pressione agente
sulla superficie esterna e della pressione  agente  sulla  superficie
interna dell'elemento.
   Nel  caso  di costruzioni o elementi di grande estensione, si deve
inoltre tenere conto delle azioni tangenti esercitate dal vento.
   L'azione d'insieme esercitata dal vento su una costruzione e' data
dalla risultante delle azioni sui singoli elementi,  considerando  di
regola,  come direzione del vento, quella corrispondente ad uno degli
assi principali della pianta della costruzione; in casi  particolari,
come  ad esempio per le torri, si deve considerare anche l'ipotesi di
vento spirante secondo la direzione di una delle diagonali.
7.2. Pressione del vento.
   La pressione del vento e' data dall'espressione:
                          p = qref Ce Cp Cd
dove
qref e' la pressione cinetica di riferimento di cui al punto 7.4.;
Ce   e' il coefficiente di esposizione di cui al punto 7.5.;
Cp   e' il coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico),
     funzione della tipologia e della geometria della costruzione e
     del suo orientamento rispetto alla direzione del vento. Il suo
     valore puo' essere ricavato da dati suffragati da opportuna
     documentazione o da prove sperimentali in galleria del vento;
Cd   e' il coefficiente dinamico con cui si tiene conto degli effetti
     riduttivi associati alla non contemporaneita' delle massime
     pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle
     vibrazioni strutturali.
7.3. Azione tangente del vento.
   L'azione   tangente   per  unita'  di  superficie  parallela  alla
direzione del vento e' data dall'espressione.
                           pf = qref Ce Cf
dove
qref, Ce  sono definiti al punto 7.2;
Cf        e' il coefficiente d'attrito funzione della scabrezza della
          superficie sulla quale il vento esercita l'azione tangente.
7.4. Pressione cinetica di riferimento.
   La pressione cinetica  di  riferimento  qref  (in  N/m2)  e'  data
dall'espressione
                         qref = Vref2/1.6.
nella quale Vref e' la velocita' di riferimento del vento (in m/s).
                       VEDI FORMULA A PAG. 149
   La velocita' di riferimento Vref e' il valore massimo, riferito ad
un  intervallo  di  ritorno  di  50  anni,  della velocita' del vento
misurata a 10 m dal suolo su un terreno di II categoria (vedi tabella
7.2.) e mediata su  10  minuti.  In  mancanza  di  adeguate  indagini
statistiche e' data dall'espressione
                Vref = Vref, 0                per as <= ao
                Vref = Vref,0 + Ka (as - ao)  per as >  ao
dove
Vref,0, ao, Ka  sono dati dalla Tabella 7.1. in funzione della zona,
                definita in Figura 7.1., ove sorge la costruzione;
as              e' l'altitudine sul livello del mare (in m) del sito
                ove sorge la costruzione.
                             Tabella 7.1.
____________________________________________________________________
|Zona|          Descrizione         |Vref,0(m/s)| ao (m) | Ka (1/s) |
|____|______________________________|___________|________|__________|
|  1 | Valle d'Aosta, Piemonte,     |           |        |          |
|    | Lombardia, Trentino Alto     |           |        |          |
|    | Adige, Veneto, Friuli Venezia|           |        |          |
|    | Giulia (con l'eccezione della|           |        |          |
|    | provincia di Trieste) .......|     25    |  1000  |   0.012  |
|    |                              |           |        |          |
|  2 | Emilia Romagna ..............|     25    |   750  |   0.024  |
|    |                              |           |        |          |
|  3 | Toscana, Marche, Umbria,     |           |        |          |
|    | Lazio, Abruzzo, Molise,      |           |        |          |
|    | Campania, Puglia, Basilicata,|           |        |          |
|    | Calabria (esclusa la         |           |        |          |
|    | provincia di Reggio          |           |        |          |
|    | Calabria) ...................|     27    |   500  |   0.030  |
|    |                              |           |        |          |
|  4 | Sicilia e provincia di       |           |        |          |
|    | Reggio Calabria .............|     28    |   500  |   0.030  |
|    |                              |           |        |          |
|  5 | Sardegna (zona a oriente     |           |        |          |
|    | della retta congiungente     |           |        |          |
|    | Capo Teulada con l'Isola di  |           |        |          |
|    | Maddalena) ..................|     28    |   750  |   0,024  |
|    |                              |           |        |          |
|  6 | Sardegna (zona a occidente   |           |        |          |
|    | della retta congiungente     |           |        |          |
|    | Capo Teulada con l'Isola di  |           |        |          |
|    | Maddalena) ..................|     28    |   500  |   0.030  |
|    |                              |           |        |          |
|  7 | Liguria .....................|     29    |  1000  |   0.024  |
|    |                              |           |        |          |
|  8 | Provincia di Trieste ........|     31    |  1500  |   0.012  |
|    |                              |           |        |          |
|  9 | Isole (con l'eccezione di    |           |        |          |
|    | Sicilia e Sardegna) e mare   |           |        |          |
|    | aperto ......................|     31    |   500  |   0.030  |
|____|______________________________|___________|________|__________|
7.5. Coefficiente di esposizione.
   Il   coefficiente   di   esposizione  dipende  dall'altezza  della
costruzione z sul suolo,  dalla  rugosita'  e  dalla  topografia  del
terreno,  dall'esposizione del sito ove sorge la costruzione. E' dato
dalla formula
Ce (Z) = K2r Ct ln (Z/Zo) 7 + ct ln(Z/Zo)   per Z >= Zmin
Ce (Z) = Ce (Zmin)                            per Z < Zmin
dove
Kr, Zo, Zmin  sono assegnati in Tabella 7.2. in funzione della
              categoria di esposizione del sito ove sorge la
              costruzione;
ct            e' il coefficiente di topografia.
   In mancanza di analisi che tengano in conto sia della direzione di
provenienza del vento sia delle variazioni di rugosita' del  terreno,
la  categoria  di  esposizione  e'  assegnata  nella  Figura  7.2. in
funzione della posizione geografica del sito ove sorge la costruzione
e della classe di rugosita' del terreno definita in Tabella 7.3.
   Il coefficiente di topografia Ct e' posto di regola pari a  1  sia
per le zone pianeggianti sia
                       VEDI FORMULA A PAG. 151
per  quelle  ondulate,  collinose,  montane. In questo caso la Figura
7.3.  riporta  i  diagrammi  di  Ce  per  le  diverse  categorie   di
esposizione.
   Nel  caso  di  costruzioni ubicate presso la sommita' di colline o
pendii isolati il coefficiente di topografia Ct deve essere  valutato
con analisi piu' approfondite.
                            Tabella 7.2.
____________________________________________________________________
|   Categorie di esposizione   |    Kr    |   Zo(m)   |  Zmin (m)  |
|          del sito            |          |           |            |
|______________________________|__________|___________|____________|
|               I              |   0.17   |    0.01   |      2     |
|              II              |   0.19   |    0.05   |      4     |
|             III              |   0.20   |    0.10   |      5     |
|              IV              |   0.22   |    0.30   |      8     |
|               V              |   0.23   |    0.70   |     12     |
|______________________________|__________|___________|____________|
   Nelle  fasce  entro i 40 Km dalla costa delle zone 1, 2, 3, 4, 5 e
6, la categoria di esposizione e'  indipendente  dall'altitudine  del
sito.
                              Tabella 7.3.
____________________________________________________________________
| Classi di rugosita' del |                Descrizione              |
|         terreno         |                                         |
|_________________________|_________________________________________|
|                         |                                         |
|            A            | Aree urbane in cui almeno il 15% della  |
|                         | superficie sia coperto da edifici la    |
|                         | cui altezza media superi i 15 m         |
|_________________________|_________________________________________|
|                         |                                         |
|            B            | Aree urbane (non di classe A),          |
|                         | suburbane, industriali e boschive       |
|_________________________|_________________________________________|
|                         |                                         |
|            C            | Aree con ostacoli diffusi (alberi, case,|
|                         | muri, recinzioni, ...); aree con        |
|                         | rugosita' non riconducibile alle classi |
|                         | A, B, D                                 |
|_________________________|_________________________________________|
|                         |                                         |
|            D            | Aree prive di ostacoli o con al piu'    |
|                         | rari ostacoli isolati (aperta campagna, |
|                         | aeroporti, aree agricole, pascoli, zone |
|                         | paludose o sabbiose, superfici innevate |
|                         | o ghiacciate, mare, laghi, ...)         |
|_________________________|_________________________________________|
| L'assegnazione della classe di rugosita' non dipende dalla        |
| conformazione orografica e topografica del terreno.               |
| Affinche' una costruzione possa dirsi ubicata in classe di        |
| rugosita' A o B e' necessario che la situazione che               |
| contraddistingue la classe permanga intorno alla costruzione per  |
| non meno di 1 km e comunque non meno di 20 volte l'altezza della  |
| costruzione.                                                      |
| Laddove sussistano dubbi sulla scelta della classe di rugosita',  |
| a meno di analisi rigorose, verra' assegnata la classe piu'       |
| sfavorevole.                                                      |
|___________________________________________________________________|
                       VEDI FORMULA A PAG. 153
8. VARIAZIONI TERMICHE.
   Si  considerano  le  variazioni  di  temperatura rispetto a quella
iniziale di riferimento, assunta quale convenzionale zero termico.
   Per gli edifici la variazione termica massima nell'arco dell'anno,
nel singolo elemento strutturale e' assunta convenzionalmente pari a:
- Strutture in c.a. e c.a.p.:
  esposte  +- 15 gradi C;
  protette +- 10 gradi C;
- Strutture in acciaio:
  esposte  +- 25 gradi C;
  protette +- 15 gradi C.
   Di  regola,  per  le  strutture  monodimensionali,  la  variazione
termica si puo' considerare uniforme sulla sezione e costante su ogni
elemento strutturale.
   In casi particolari puo' essere necessario considerare, oltre alla
variazione  uniforme,  anche  una seconda distinta condizione di piu'
breve durata con variazione lineare della temperatura nella sezione.
   Va inoltre  tenuto  presente  che  possono  aversi  differenze  di
temperatura  tra  struttura  ed  elementi  non  strutturali  ad  essa
collegati.